E se lo strappo nella destra italiana fosse stato pilotato?

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Alfano è al centro di un progetto più ampio? Forse ora Alfano può davvero gestire da solo le proprie relazioni, i propri contatti come ritiene più opportuno, può in sostanza decidere senza dover chiedere. E’ quindi sorretto da una serie di persone che ricoprono cariche importanti e che hanno scelto di sostenere l’ex delfino di Berlusconi piuttosto che il Cavaliere pregiudicato?  Ecco cosa scrive Marco Ajello su Il Messaggero:

Il salvataggio Alitalia, per esempio, è stata un’operazione condotta dal ministro Lupi e ha fatto emergere una consonanza tra il leader del Nuovo Centrodestra e Massimo Sarmi, il quale dalle Poste e non solo è uno dei player della nostra economia. Un potere forte? Chissà che cosa significa più questa espressione. E comunque, spiega l’ex sottosegretario all’economia, e senatore alfaneo di Calabria, Antonio Gentile: «Ora dobbiamo pensare a come costruire una rete finanziaria che ci sostenga e soprattutto che sostenga il Paese».

Nel mondo bancario milanese, figura Salvatore Mancuso, vice-presidente di Alitalia e fratello di Bruno Mancuso, senatore passato nel nuovo gruppo post-berlusconiano. In questi giorni, lui e Alfano si sono visti più volte. E i discorsi sono stati di questo tipo: «Siete l’unica speranza per i moderati», ha osservato l’amico banchiere al nuovo leader. Il sodalizio tra Banca Intesa e il Meeting di Rimini (Cl è quasi tutta per Alfano) può rappresentare un altro punto di riferimento per il partito che nascerà. Il berlusconismo aziendale, da Confalonieri a Doris e a Marina Berlusconi, è naturaliter colomba e la sintonia con Alfano – se non altro per l’interesse a far marciare il sistema Italia che conviene alle imprese – difficilmente subirà una battuta d’arresto.

Ed eccoci al Colle. Un settore che Berlusconi ha delegato a Gianni Letta e che Alfano invece cura personalmente e attraverso la consuetudine di rapporto che due ministri – Lorenzin e Quagliariello – intrattengono con Napolitano. E in buona misura, insomma, la costruzione di una strategia di comando e del profilo di Alfano come guida del nuovo centrodestra «inclusivo» è l’opposto della politica isolazionista di Berlusconi rispetto a mondi esterni al proprio e della sua tendenza – acuitasi nella fase del crepuscolo – a isolare la propria leadership rispetto al concerto degli altri poteri e del generale contesto istituzionale.

Il link con il Vaticano, che con il berlusconismo ha chiuso da tempo, è esemplificato da questa scenetta. Alfano, dieci giorni fa, è riunito a Palazzo Chigi con i ministri suoi sodali, più Cicchitto, Sacconi, Gentile, Scopelliti. Arriva durante il summit una telefonata di Ruini e il cardinale più politico che c’è dice ad Alfano: «Onorevole, il progetto che state elaborando è interessantissimo. Andate avanti». Appena finisce la telefonata, Angelino si rivolge scherzosamente a Quagliariello: «Sei tu che gli hai detto di chiamarmi, eh?». «Ma nooo», sorride il Quaglia. Che insieme a Sacconi, a Lupi e alla deputata Roccella tiene i rapporti con Oltretevere, curati anche personalmente dall’ex segretario del Pdl.

(…) C’è il Pdl nel Ppe, ora Forza Italia vuole chiedere l’iscrizione ma tra i popolari europei – da sempre vogliosi di un centrodestra italiano alternativo alla sinistra ma affidabile, cioè non populista – ci sono forti resistenze a dargliela. La rete europea è stata disponibile con Casini e con Monti, così come lo è con Alfano – il quale intrattiene ottimi rapporti con big del calibro del presidente pro tempore del Ppe, Joseph Daul, con Jean Claude Junker, con Michel Barnier candidato alla presidenza della Commissione Ue – e l’altro giorno Hans-Gert Poettering ha incontrato riservatamente, e separatamente, sia Angelino sia Mario Mauro.

La rete global per le grandi strategie e insieme la rete local per la raccolta di consensi sul territorio. Quattro senatori dotati di buon bottino elettorale – dal laziale Fazzone al veneto Marin e si parla anche dei sudisti Milo e Cardillo – starebbero passando nelle fila di Angelino. I cui sherpa sono convinti che dopo la decadenza del Cavaliere potranno arrivare a 50 i senatori alfanei. Sparsi nei territori, ci sono alcuni uomini chiave per il network da Italia profonda: Schifani e Castiglione in Sicilia, Scopelliti e Gentile in Calabria, Viceconte in Basilicata, Azzollini e Cassano in Puglia, Lupi e Formigoni in Lombardia, Piccone e Quagliariello in Abruzzo. (…)

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Comunione e liberazione dovrà pagare l’Ici

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Lo scontro è stato duro, ma alla fine ha vinto il comune di Milano: Comunione e Liberazione dovrà pagare l’Ici arretrata.

La contestazione era avvenuta nel 2007 quando sindaco di milano era Letizia Moratti. In quell’anno viene accertato che l’imposta comunale sugli immobili non è stata pagata dall’“Associazione Fraternità Comunione e Liberazione” sita in via Rombon. Proprio la sede storica della scuola “Fondazione Sacro Cuore Educazione e Istruzione Giovani” e dove nel 2005 è stata allestita la camera ardente per don Luigi Giussani, non aveva pagato l’imposta. L’anno dopo il caso di ripete per gli immobili di ia Porpora, dove c’è la “casa madre” dei ciellini. Due casi in cui si chiede di pagare la tassa comunale ai ciellini: per la prima sede viene chiesto l’adempimento per gli anni compresi tra tra il 2001 e il 2005 e nel secondo caso dal 2003 al 2006 per un totale di 65mila euro. Non è la somma al centro della battaglia, ma il gioco forza avviene sui principi. Inizia così la battaglia legale che vede il partito contrapposto al sindaco di centrodestra, proprio mentre alla regione c’è uno dei suoi esponenti di spicco: Roberto Formigoni. Ma nonostante le “amicizie”  la commissione tributaria provinciale quanto quella regionale respingono però i ricorsi della Fraternità, che gioca l’ultima carta impugnando gli avvisi comunali di accertamento davanti alla Suprema Corte.

Ora i giudici della VI sezione civile si sono pronunciati, respingendo tutti i ricorsi di Comunione e Liberazione, costretta così a pagare cinque anni di Ici per gli immobili di via Rombon.

Resta aperto il contenzioso tributario sull’imposta immobiliare chiesta ai ciellini per la sede di via Porpora, anche se l’indirizzo seguito dalla Cassazione appare ormai chiaro.

Il contenzioso sull’Ici tra Comunione e Liberazione e il Comune di Milano ripropone lo scontro sull’imposta agli edifici di culto che da tempo impegna tanto il governo quanto l’Unione Europea. Nonostante la crisi e le casse vuote l’Ici non viene applicata alla Chiesa…  ma almeno a Comunione e Liberazione verrà fatta pagare.

I segreti di stato ora sono consultabili!

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Henry Kissinger l’uomo che ha cambiato il mondo con le sue decisioni, è al centro delle nuove rivelazioni di WikiLeaks. Si chiamano “Kissinger Cables” ed è un database di 1.707.499 cablo (documenti riservati) della diplomazia americana che vanno dal 1973 al 1976. La Guerra Fredda e i suoi segreti che emergono alla luce e danno un volto diverso all’intero sistema politico ed economico globale. In questi file c’è anche il celebre visto per l’America negato a Giorgio Napolitano, le rivelazioni su Formigoni e su Comunione e Liberazione, vi sono le responsabilità del Vaticano e la stretta collaborazione offerta dalla Chiesa ai peggiori regimi dittatoriali che hanno insanguinato l’America Latina. Si alza il velo anche sull’incidente che ebbe Berlinguer in Bulgaria e probabilmente non penseremo più a un banale scontro di automezzi, ma forse inizieremo a riconsiderarlo come un tentativo di assassinare un leader scomodo ai più.

Questi documenti che oggi pubblica WikiLeaks e che riguardano gli anni dal ’73 al ’76 sono stati desecretati dallo stesso governo degli Stati Uniti. Il grande lavoro fatto da Wikileaks è quello di aver creato un database al quale può accedere chiunque e attraverso le parole chiavi possono essere reperiti tutti i documenti desecretati dagli Usa. Si verrà quindi a conoscenza di tanti misteri che sicuramente ne celano altri che ancora sono negli archivi top secret del Pentagono.

Storie di concorsi truccati… caso Èupolis!

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Quando l’aritmetica non torna, probabilmente il concorso è truccato! Èupolis, l’istituto di ricerca, statistica e formazione della Regione Lombardia  indice un concorso per assegnare 40 borse di studio.

I bandi sono due: uno per 31 “giovani laureati”, l’altro per 9 “dottori di ricerca”. Ed è proprio uno dei candidati al secondo concorso che ha fatto partire le indagini con una dettagliata denuncia inviata al procuratore capo Edmondo Bruti Liberati.

Nell’esposto uno degli aspiranti ricercatori tagliati fuori, Antonio Alizzi, professore a contratto di management per l’editoria all’università di Verona, spiega come si sia ritrovato dal primo al secondo posto in graduatoria per una delle nove aree messe a bando. Nella selezione per titoli era risultato, con 40 punti, in cima alla classifica. Alle prove orali, che si svolgono il 18 dicembre, totalizza altri 39 punti e arriva a 79. Ma davanti a lui c’è Filippo Cristoferi, brillante studioso molto inserito nei giri di Comunione e liberazione, tra le firme del Sussidiario – la rivista d’area del movimento e già collaboratore e borsista di Éupolis. Cristoferi ha un punto in più di Alizzi: 80. Ed è molto curioso, osserva il suo concorrente, visto che nella valutazione dei titoli aveva solo 31 punti e per la prova orale altri 46. Come si arriva a 80? Con un incremento di tre punti della valutazione ufficiale, che nella somma finale viene portata da 31 a 34 punti.

Proviamo a chiedere lumi a Stefano Bruno Galli, presidente di Éupolis fino a gennaio, quando ha lasciato l’incarico per candidarsi come consigliere regionale con la lista “Maroni presidente”: «Non ho seguito io quel concorso e nemmeno le consulenze: di tutto si è sempre occupato il direttore generale, Alberto Brugnoli». Brugnoli, manager di area Cl, professore di Economia all’università di Bergamo, replica che «è tutto chiarissimo, limpido. Ci sono stati candidati che hanno chiesto la revisione delle loro valutazioni. Ma ora c’è un procedimento in corso in autotutela, ne parliamo quando sarà tutto definito».

A guardare i documenti del concorso, però, la versione di Brugnoli non emerge così lampante. Si scopre, invece, che ci sono due graduatorie: una parziale, pubblicata il 12 dicembre e subito rimossa dal sito Internet, nella quale viene riportato il “vecchio punteggio”. E una definitiva  ma resa nota solo in seguito ai candidati  che rettifica i punteggi. Il 14 dicembre la commissione giudicatrice viene convocata «per le vie brevi» e il vicepresidente, «considerata l’assenza del presidente, dà atto di avere da quest’ultimo ricevuto alcune richieste di candidati relativamente ai punteggi attribuiti nella valutazione dei titoli». La richiesta di revisione, però, non riguarda Cristoferi ma un’altra candidata che è stata «erroneamente esclusa, per mero errore materiale nella trasmissione degli atti». Già che c’è, la commissione riconsidera anche il punteggio di Cristoferi e sostiene di essersi accorta che «non è stato attribuito un punteggio coerente ai titoli e alle pubblicazioni allegati alla domanda da lui presentata». Nessuna spiegazione, però, su quali siano stati gli errori emendati.

Alizzi non è l’unico a contestare gli esiti del concorso. Anche Giuseppe Feola, l’avvocato che assiste un altro candidato  in questo caso per quanto riguarda il bando per i “giovani laureati”  è pronto a dare battaglia legale contro il concorso. «Appare evidente che l’unica differenza tra il curriculum del mio assistito e quello dei vincitori sta nel fatto che non avesse pregressi rapporti con Éupolis. Altri, invece, hanno potuto vantare dottorati di ricerca all’interno dell’ente. Se la borsa era riservata ai giovani laureati e se c’erano anche borse riservate ai giovani dottori, non era più corretto che i detentori di questi titoli concorressero per le borse a loro riservate?». Il risultato è stato che alla fine, tra i “giovani laureati”, figurerebbero ricercatrici ultraquarantenni che già collaborano da tempo con l’istituto. Una stabilizzazione dei precari mascherata? «Non è così» assicura Brugnoli, che respinge l’immagine di un carrozzone iperfinanziato, generoso di incarichi a ciellini e dai risultati “incerti” sul piano della ricerca.

Solo nel 2011 Éupolis ha ricevuto dalla Regione 12,6 milioni di euro per progetti che vanno da un generico “contributo per le attività istituzionali  anno 2011” (3,5 milioni come prima tranche) al “trasferimento risorse gestione osservatori Dg Famiglia” (2,2 milioni). Il 42,6 per cento dei 55 milioni spesi in ricerche, su cui un audit interno ha sollevato perplessità, sono finiti a Éupolis, che vanta tra i suoi consulenti diversi ciellini tra cui l’ex sottosegretario formigoniano Robi Ronza, fondatore del Sabato, e sua figlia. Ma Brugnoli assicura che il suo non è un feudo Cl: «Sono pochi nomi, selezioniamo solo gente competente…».

 

Un Papa ciellino? Scola in pole position!

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Il cardinale che potrebbe diventare Papa fu professore di filosofia di Silvio Berlusconi e discepolo di don Giussani. Anche se, dopo aver tenuto lezioni al meeting di Comunione e Liberazione, aver benedetto pellegrini ciellini diretti a Loreto, aver ricevuto le congratulazioni per la porpora dal fondatore di Cl, l’arcivescovo di Milano poco più di un anno fa ne ha preso le distanze con stizza. Forse per allontanare la sua figura da un altro ciellino doc Roberto Formigoni, finito nella bufera mediatica e giudiziaria: ”Ma è possibile che uno deve avere non uno ma due peccati originali?” si era chiesto l’arcivescovo, sottolineando di ”non aver partecipato da vent’anni a riunioni organizzative” e ormai di ”non conoscere tutti quelli che hanno meno di sessant’anni”.

Eppure l’arcivescovo di Milano con alcune dichiarazioni – gennaio 2012 per esempio quando ormai alcuni già sapevano che Ratzinger pensava a dimettersi o almeno lo stava per decidere – sembra aver rinnegato l’appartenenza a Cl e anche la sola vicinanza con Formigoni. “Negli ultimi vent’anni ci siamo visti sì e no una volta all’anno a Natale” aveva risposto. E ammonendo i cronisti a “non confondere verità e verosimile” aveva sottolineato:  “Dicono ‘sono nati entrambi a Lecco, hanno militato entrambi in Comunione e liberazione, sono stati amici per tanto tempo. Sarà mai possibile che Scola non c’entri niente con Formigoni?’ No, non c’entra niente”. Insomma, sulla propria militanza in Cl, Scola si era chiesto ironicamente: “Possibile che uno si debba portare addosso non uno ma due peccati originali?”. Una domanda, la sua appartenenza al Cl, secondo l’arcivescovo senza senso, dovuta alla fissazione dei giornalisti che lo “tirano in ballo” quando si parla dell’organizzazione anche se io, spiegava “non ho più partecipato a riunioni organizzative e ormai non conosco nessuno tra quelli che hann0 meno di sessant’anni”. Una versione confermata dal Celeste: “Siccome siamo stati educati in Cl, sembra che tra Formigoni, Scola e tanti altri, noti e meno noti, ci siano costantemente dei summit in cui si prendono decisioni insieme. Questo non è vero. Negli ultimi 20 anni, ben che vada, per il tradizionale scambio degli auguri di Natale. Io e Scola ci conosciamo e siamo amici da tantissimi anni ma è vero che negli ultimi 20 anni ci siamo visti, ben che vada, per gli auguri di Natale”.  Poi nell’aprile del 2012 Scola a una domanda sbottava: “‘Cosa ne so io di Comunione e Liberazione, non parlo di queste cose, né’ di Cl né di Formigoni né di altro”.

Ostacolato sempre da Bertone e percepito come  estraneo alla Curia romana e alla gestione che l’ha caratterizzata in questi ultimi anni, sembra essere uno dei due candidati favoriti.

L’altro, il Cardinale Odilo Pedro Scherer, Arcivescovo metropolita di Sao Paulo in Brasile, e’ nato il 21 settembre 1949. Creato e pubblicato Cardinale da Benedetto XVI nel Concistoro del 24 novembre 2007, del Titolo di Sant’Andrea al Quirinale.

Dal 2003 al 2007 e’ stato segretario generale della Conferenza episcopale brasiliana. Il 21 marzo 2007 e’ stato nominato arcivescovo di Sao Paulo. E’ succeduto nell’incarico al cardinale Claudio Hummes, nominato da Benedetto XVI prefetto della Congregazione per il Clero.

Ha indicato proprio nell’insegnamento e nella testimonianza di Benedetto XVI a Sao Paulo e ad Aparecida i punti centrali della sua missione come pastore: la centralita’ della parola di Dio, la forza della carita’, con una particolare attenzione alle tante ”sacche” di poverta’ che contraddistinguono tragicamente la realta’ brasiliana. E ancora, l’attenzione ai giovani, la catechesi, la formazione, la difesa della vita e la riaffermazione della centralita’ della famiglia nella societa’.

Intanto il Conclave è fissato per la prossima settimana e da allora la partita sarà aperta!

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LE TANGENTI DI FINMECCANICA SPETTAVANO ALLA LEGA!

Una tangente da dieci milioni di euro, ricavata all’interno di una mazzetta da complessivi 51 milioni su una commessa per la vendita di elicotteri al governo indiano, sarebbe stata pagata alla Lega Nord e, in parte, a Comunione e liberazione, per il sostegno alla nomina di Giuseppe Orsi al vertice della Finmeccanica.

finmeccanica - lega nord -tangenti - india

E’ questa l’ipotesi di reato che ha mosso l’indagine per corruzione internazionale della Procura di Napoli e ha portato all’arresto del presidente e amministratore delegato del gruppo aerospaziale controllato dallo Stato.

CHI CI DOVREBBE DIFENDERE GIOCA A MONOPOLI INVECE CHE A RISIKO?

CORRUZIONE INTERNAZIONALE, questa l’accusa per Giuseppe Orsi, amministratore delegato di Finmeccanica. Politicamente vicino a Comunione e Liberazione, ha avuto una carriera senza rallentamenti, iniziando in  SIAI-Marchetti, e passando poi in Agusta quando avvenne l’incorporazione.  Alla fine degli anni Ottanta gli viene assegnata la nomina di Direttore Vendite della Divisione Aeroplani di Agusta e nell’89 diventaPresidente e Amministratore Delegato di Agusta Aerospace Corporation, consociata nordamericana di Agusta con sede a Filadelfia e con un ufficio per relazioni governative aWashington D.C.

A emettere il mandato di cattura è stata la Procura di Busto Arsizio. Finito ai domiciliari Bruno Spagnolini, l’amministratore delegato di Agusta Westland. Proprio quest’ultima azienda, appartenente a Finmeccanica, avrebbe pagato mazzette per 50 milioni per un appalto da 12 elicotteri al governo indiano.

Dopo gli arresti degli 007 arrivano gli arresti per i veicoli militari!

finmeccanica orsi arresto

 

 

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