Ha tenuto un discorso alla Luiss il presidente Giorgio Napolitano, durante il quale ha detto che bisogna “spegnere nell’interesse del Paese” il perdurante “conflitto tra politica e giustizia”, sottolineando che non devono essere “mondi ostili guidati dal sospetto reciproco”. “Molto importante è il contributo che ci si deve attendere dalla magistratura” per ridurre il conflitto politica-giustizia. Per questo i “modelli di comportamento” devono sempre essere “equilibrio, sobrietà, riserbo, assoluta imparzialità e senso della misura e del limite”. Il presidente ha spiegato quindi che servirebbe “tra i magistrati un’attitudine meno difensiva e più propositiva rispetto al discorso sulle riforme di cui la giustizia ha indubbio bisogno e che sono pienamente collocabili nel quadro dei principi della Costituzione”. “Non c’è nulla di più impegnativo e delicato che amministrare giustizia, garantire quella rigorosa osservanza delle legge, quel severo controllo di legalità, che rappresentano un imperativo assoluto per la salute della Repubblica”. Ancora, Napolitano ha detto che “Anche la considerazione della peculiarità” della funzione dei giudici e “l’inequivoco rispetto per la magistratura che ne è investita, sono stati e sono spesso travolti nella spirale di contrapposizioni tra politica e giustizia che da troppi anni imperversa in Italia”. Ha quindi sottolineato che “Il titolo di ‘impiegati pubblici, riferibile in Costituzione anche ai magistrati, non dovrebbe mai essere usato in senso spregiativo ma non può peraltro oscurare la peculiarità e singolare complessità delle funzioni giudiziarie”. Nessun riferimento a Berlusconi, che nel videomessaggio aveva definito i magistrati “impiegati pubblici non eletti”.
Pronta la polemica del Movimento 5 Stelle con Manlio di Stefano che in Facebook scrive: “In altri paesi saremmo al limite di una procedura di sfiducia al Capo dello Stato. È indecente che si possano pronunciare parole simili di finta pacificazione quando non c’è una guerra in atto tra PM-politici, ci sono solo politici che delinquono da 50 anni e PM che indagano”. Il pentastellato conclude: “rassegni le dimissioni”.