Gli hard disk con i file ricevuti da Snowden distrutti da The Guardian: il video

guardian-snowden-tuttacronacaEra il 20 luglio 2013 quando The Guardian, in accordo con il governo, distruggeva alcuni file ricevuti dalla talpa Edward Snowden, l’ex tecnico della Central Intelligence Agency che ha fatto scoppiare lo scandalo Datagate. Solo ora, tuttavia, la testata ha diffuso il video sul web. Il governo britannico non voleva sequestrarli d’autorità. I servizi segreti non potevano allo stesso tempo permettere che i dati consegnati da Snowden a The Guardian, rimanessero in custodia dei giornalisti. La distruzione fisica degli hard disk che contenevano i file è stata decisa per andare incontro sia alle necessità del governo, sia dello spionaggio britannico. Lo smantellamento ha avuto luogo davanti ad un gruppo di persone formato da autorità varie e giornalisti. Un dubbio, però, rimane: c’è la certezza che i giornalisti non abbiano prima fatto una copia dei file?

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Datagate: gli 007 tenevano sotto controllo anche le app più scaricate

Angry_birds_tuttacronacaNuove informazioni arrivano sulle azioni della Nsa e dei loro colleghi britannici che, per spiare possibili obiettivi, tenevano sotto osservazione anche il videogioco Angry Birds. Simili apps, infatti, sono in grado di fornire all’intelligence informazioni contenute negli smartphone, che vanno dai codici di identificazione del telefono stesso alla sua posizione geografica in un dato momento. Edward Snowden, la talpa del Datagate, ha raccolto documenti secondo i quali già nel 2007 la Nsa e i servizi britannici erano al lavoro per stabilire come ottenere e conservare dati grazie a decine di app per smartphone. Il New York Times scrive che, da allora, le due intelligence si sono scambiate informazioni su come ottenere informazioni sui contatti o sulle agende contenute nei telefoni ottenibili, ad esempio, quando un ‘obiettivo’ usa Google Maps, o le versioni per telefonini di Facebook, Flickr, LinkedIn, Twitter e simili. Il quotidiano statunitense spiega che l’attenzione degli intercettatori per i telefonini è stata portata alla luce anche in documenti già diffusi nell’ambito del Datagate, ma queste nuove rivelazion mostrano in particolare le loro aspettative riguardo agli smartphone e alle relative app. Tale attenzione, inoltre, stando a quanto si legge in un documento britannico del 2011, ha trovato sbocco in un programma chiamato “the mobile surge”. La portata della raccolta dati non emerge però con chiarezza dai documenti, poichè, scrive il Nyt, non ci sono riferimenti espliciti che mostrino che le possibilità studiate siano poi state effettivamente utilizzate.

Snowden: “Nessun processo equo in Usa”

scandalo-datagate-tuttacronacaHa risposto ad alcune domante in chat la talpa Edward Snowden, ex contrattista Nsa che fece scoppiare lo scandalo del Datagate, e ha spiegato: “Negli Stati Uniti non ho alcuna chance di avere un processo equo. Tornare adesso non è quindi possibile”. Rifugiatosi in Russia, Snowden ha spiegato di essere “consapevole del fatto che ci sia una minaccia diretta alla sua vita”, ricordando come la Nsa “abbia violato la Costituzione americana milioni di volte”.

Der Spiegel: “La Germania aprirà procedimento penale sul presidente Usa”

Obama-Merkel-tuttacronacaE’ il settimanale tedesco Der Spiegel a scrivere che il governo tedesco starebbe pensando di avviare un procedimento giudiziario contro gli Usa, con l’accusa di aver spiato illegalmente il telefono della cancelliera Angela Merkel, come emerso dalle rivelazioni di Edward Snowden. Sempre il giornale rende noto che il ministro della Giustizia Heiko Maas avrebbe comunicato al ministro degli Esteri Frank- Walter Steinmeier, che il procuratore generale federale Harald Range, potrebbe avviare tali azioni penali. Al Wall Street Journal un portavoce del procuratore ha riferito che si sta ancora analizzando la vicenda e che “una decisione definitiva non è ancora stata presa”. Tuttavia, il tema sta sul tavolo, come conferma un altro portavoce, quello del ministero della giustizia, Anne Zimmermann, secondo cui il procuratore generale è pronto a decidere in modo “autonomo in merito all’opportunità di avviare un procedimento una volta che ha concluso il suo esame preliminare”.  Come scrive il Mattino:

Un’azione giudiziaria avrebbe del clamoroso e renderebbe ancora più difficili i già tesi rapporti diplomatici tra i due paesi dopo quanto è emerso l’anno scorso in seguito allo scoppio del datagate, e cioè che Angela Merkel, assieme a circa 35 leader mondiali sono stati monitorati dall’agenzia per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Lo stesso Obama, dopo il suo discorso in cui ha annunciato la riforma della Nsa, ha cercato di rassicurare direttamente l’opinione pubblica tedesca, promettendo che la signora Merkel non sarà piu un obiettivo dello spionaggio degli Stati Uniti, almeno sino a quando lui è presidente.  «Io vorrei che un meccanismo di sorveglianza non rovinasse il rapporto che abbiamo nè ostacolasse il tipo di comunicazione e di fiducia che esiste tra di noi. Finchè io sono il presidente degli Stati Uniti – ha assicurato Obama alla tv pubblica Zdf – il cancelliere non dovrà preoccuparsi di tutto ciò»

L’operato dell’Nsa è lecito: lo dice un giudice di New York

datagate-tuttacronacaWilliam Pauley, giudice della Corte distrettuale di Manhattan, ha stabilito che il programma di controllo delle telefonate private ad opera della Nsa sarebbe assolutamente lecito. In questo modo il giudice ha respinto il ricorso presentato dall’American Civil Liberties Union, organizzazione a difesa dei diritti civili, che ritiene non sia legale che un’agenzia federale possa sorvegliare milioni di telefonate di americani.

2014, l’anno della svolta. Parla Barack Obama

barack-obama-tuttacronacaIl presidente Usa ha tenuto il suo discorso di fine anno, durante il quale ha sottolineato che il 2014 possa rappresentare l’anno del cambiamento. “Ritengo fermamente che il 2014 possa essere l’anno della svolta per l’America. Ci avviamo al prossimo anno con un’economia più forte dell’inizio del 2013” ma molto resta da fare per una crescita più bilanciata. Il 2014 deve essere l’anno dell’azione per la creazione di lavoro: “nel 2013 le nostre aziende hanno creato altri 2 milioni di posti di lavoro”. Nel lancio del sito dell’Obamacare, Healthcare.gov, ha detto, “Non c’è dubbio che abbiamo sbagliato”. Ma per milioni di persone questa piattaforma, che permette di trovare l’assicurazione sanitaria più conveniente, funziona. Parlando dalla sala stampa della Casa Bianca, Obama ha aggiunto: “Mi devo alzare al mattino e fare meglio di ieri”. E ancora: “Abbiamo tutte le carte in regola per fare bene” perché “ci avviamo verso un nuovo anno con un’economia che è più forte” di 12 mesi fa. E riguardo il tetto del debito: “Sulla possibilità per gli americani di onorare i debiti non siamo disposti a negoziare”, ha affermato Obam, ribadendo l’indisponibilità della Casa Bianca a negoziare sull’innalzamento del tetto del debito dopo l’allarme lanciato ieri dal Tesoro Usa. “Il tetto del debito non può essere strumentalizzato politicamente; è solo una questione che va risolta e mi aspetto che il Congresso faccia il suo lavoro”. Per quel che riguarda il programma di sorveglianza elettronica condotto dalla Nsa e del rapporto che gli ha consegnato da un gruppo di esperti, il presidente Barack Obama si esprimerà in maniera “abbastanza definitiva” a gennaio mentre in riferimento alle attuali tecnologia ha aggiunto che “solo perché siamo in grado di fare qualcosa non vuol dire che dovremmo necessariamente farlo” e ha aggiunto che sui programmi della Nsa potrebbe essere necessario apportare dei cambiamenti. La massa di metadati raccolti, ha affermato, potrebbero essere custoditi da aziende private invece che dal governo. Di una cosa il presidente si è detto certo: del fatto che le rivelazioni della talpa del Datagate Edward Snowden abbiano “danneggiato gli Usa” e “danneggiato il modo con cui raccogliamo intelligence”. Hanno danneggiato la diplomazia Usa, ha aggiunto, affermando che si tratta di un danno che non era “necessario”. Il presidente Usa ha quindi spiegato che il 2013 “è stato un anno di alti e bassi. Rispondendo a una giornalista che gli chiedeva se fosse stato l’anno più peggiore della sua presidenza, obama ha ammesso che “molte delle nostre iniziative non si sono mosse in congresso veloci come avrei voluto”, ma che le cose “stanno comunque procedendo”. Il presidente ha inoltre ricordato quella che considera una delle sue maggiori frustrazioni del 2013: la mancata approvazione da parte dei capitol hill di leggi più severe sul possesso delle armi da fuoco. “Non approvare la legge sul background check è stato un errore”, ha detto.

Babbo Natale? No, NSA! E “sta arrivando in città”…

nsa-spia-video-tuttacronacaQuest’anno si è parlato molto della NSA e del Datagate e per non scordarci neanche a Natale che siamo spiati un’organizzazione statunitense non governativa, orientata a difendere i diritti civili e le libertà individuali negli Stati Uniti, la ACLU, ha pensato di realizzare una parodia della canzone Santa Claus is coming to town. Il video è stato diffuso anche in Youtube e si vede una spia-Babbo Natale controllare tutto quanto accade: conversazioni, scambio di mail, contenuti del cellulare e via dicendo. Perchè se Santa Clause “sa quando dormi e quando sei sveglio”, anche la National Security Agency non si perde una mossa e compila la sua personale lista di buoni e cattivi…

Danni alla Casa Bianca: Sunny travolge una bimba

sunny-casa-bianca-tuttacronacaIncontenibile Sunny! In occasione delle feste natalizie, la First Lady Michelle Obama ha invitato alla Casa Bianca alcune famiglie di veterani delle forze armate Usa. In occasione della visita ha mostrato loro le decorazioni della residenza presidenziale e, ovviamente, all’evento non poteva mancare Bo, il cane della famiglia Obama, protagonista delle precedenti iniziative natalizie. Quest’anno, però, a condividere con lui la scena c’era anche la sorella minore Sunny, vera protagonista della serata: il cucciolo ha infatti steso una bambina. Nelle immagini lo sgomento della First Lady che prima ha sottratto la piccola malcapitata all’euforia del cagnolino e poi ha consolato la bimba.

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Siti porno spiati dalla Nsa

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Siti porno sotto la lente dell’Nsa. Come mai spiare chi aveva accesso a tali siti. Per poi un domani avere dati riservati da poter usare per gettare ombre sull’immagine di qualcuno? Lo spionaggio, scrive l’Huffington Post, avrebbe riguardato sei persone, tutte musulmaneI dati raccolti dovevano servire in caso di eccessi di radicalismo. L’obiettivo: minarne la credibilità, la reputazione, l’autorevolezza.

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Il testo, datato 3 ottobre 2012, sottolinea come i fondamentalisti sembrano particolarmente vulnerabili nella loro autorità viene svelata l’incoerenza tra il loro comportamento pubblico e quello privato. Tra i punti deboli dei target la Nsa enumera la ricerca di materiale esplicitamente pornografico online e l’uso di un linguaggio esplicitamente sessuale per “comunicare con giovani ragazze senza esperienza”.

 

Datagate: neanche le prenotazioni alberghiere sono al sicuro dagli 007

datagate-tuttacronaca“Royal Concierge”. Si chiama così il programma usato dai servizi segreti britannici per tenere sotto controllo i sistemi di prenotazione online di oltre 350 alberghi in tutto il mondo. Si tratta di hotel che, solitamente, vengono scelti da diplomatici o rappresentanti del governo. A rivelare questa pratica di controllo è stata la talpa della Nsa. Tramite tale programma, secondo quanto riferito dal settimanale tedesco “Der Spiegel”, riesceno ad ottenere email, numeri di telefono riservati o altri dati di rappresentanti di Paesi stranieri.

L’ambasciare americano: mai spiati gli spagnoli

datagate-spagna-tuttacronacaIn seguito alla pubblicazione di alcuni articoli in cui si affermava che l’Nsa, la National Security Agency americana, aveva intercettato milioni di telefonate in Spagna, era scattata una convocazione per l’ambasciatore americano, James Costos, che si è incontrato con il ministro degli Esteri spagnolo, Josè Manuel Garcia-Margallo. L’ambasciatore ha assicurato che i servizi segreti degli Stati Uniti non hanno mai spiato i cittadini del Paese iberico.

Snowden convinse i colleghi a consegnargli le password

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Una gestione davvero inadeguata nella sicurezza americana? Sembrerebbe che altre falle del sistema stiano venendo a galla infatti ora sarebbero stati identificati, interrogati e rimossi dall’incarico almeno 20 o 25 dipendenti del centro Nsa delle Hawaii che avrebbero passato le password e le credenziali a Edward Snowden che le aveva richieste dicendogli che gli sarebbero servite per il suo lavoro di sistemista.

Famiglie a confronto: De Blasio e Obama

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L’America che cambia volto e l’inevitabile confronto tra De Blasio e Obama. Due uomini, due famiglie, due volti degli Usa a una svolta decisiva. Chi pensa che si possa seguitare a fare una politica “vecchio stampo democratico” si sbaglia, perché gli americani hanno bisogno di una rivoluzione e si affidano a quei protagonisti che sono sospesi tra due culture per poter dare l’impulso giusto a una nazione che forse, per la priva volta nella sua storia, si sente vecchia, stagnante e disillusa di quel sogno che si è infranto, sgretolato come le due Torri Gemelle. Per un Obama che ultimamente è stato travolto dalla crisi siriana e poi dal Datagate, ora arriva Di Blasio. Entrambi al confine, entrambi tra il nero e il bianco, entrambi con due famiglie forti alle spalle. Da una parte Michelle Obama, dall’altra Dante Di Blasio, il figlio che a chiare lettere ha detto al padre che lui non vuole lasciare il suo quartiere d’infanzia. Lui a Manhattan non ci vuole andare, lui, figlio italiano di colore, è attaccato alla sua terra di Park Slope. Cosa vuole l’America? Vuole meno differenze sociali, tramontato il mito del self made man ora si vogliono più ammortizzatori sociali, maggior garanzie per la sanità, un piano che faccia diminuire gli affitti della Grande Mela e consenta a tutti di avere un tetto sulla testa. Si vogliono scuole pubbliche che siano allo stesso livello di quelle private, che non solo i figli dei soliti noti possano ambire a ruoli da protagonisti, ma anche i figli degli immigrati, anche chi nella sua vita ha fatto scelte radicali, chi non ha paura di avere una moglie con un passato omosessuale e figli che rivendicano le proprie origini afro, possa sedere sulla sedia di primo cittadino… Perché questo è il nuovo volto di New York, il melting pot che diventa cultura, il confine che non esiste e il mix che diventa la tendenza dominante… la nuova New York, riparte da Brooklyn, ma anche dai locali di Harlem, dagli skaters che attraversano il Bronx, dai teatri off Broadway e da quei murales abbattuti a 5Ptz.

I nostri 7 giorni e il sipario alzato!

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Il sipario questa settimana si è alzato in particolare su due notizie: su desecretazione dei verbali di Schiavone e i mali della Terra dei Fuochi e sull’intercettazione della Cancellieri sul caso Ligresti. Ma oltre a questi due temi centrali della settimana che hanno alzato polveroni e polemiche, tante altre notizie sono andate “in scena” in questi sette giorni a ridosso di Halloween.  Anche in questi primi giorni di novembre a dominare la scena politica ci sono stati i provvedimenti del Governo in materia pensionistica e oggi la tela si è strappata e si è scoperto che se molti cittadini non potranno andare in pensione perché non è stata ancora approvata una riforma pensionistica che abolisca i tanti limiti della Legge Fornero, c’è chi invece avrà un trattamento ben diverso e scivolerà sull’oro.  Ma se per qualcuno la vita è semplice, c’è chi ha la vita magica, chi entra incappucciato e chi fa scintille a “Ballando con le Stelle”! Ma non ci sono solo notizie venute alla ribalta ma anche personaggi, e uno di questi è senza dubbio la sensitiva che ha lanciato nuove speranze sul caso irrisolto di Roberta Ragusa e ha  “indirizzato” le ricerche nel cimitero di Orzignano. Ma se sulla cronaca nera le nubi non si dipanano, non va meglio neppure nei cieli di Alitalia, dove Air France ha svalutato le quote in suo possesso mettendo in nuove difficoltà non solo il gruppo, ma l’esecutivo stesso che pensava di aver trovato ormai una soluzione con Poste italiane!  Dove sarà la nuova chiave di volta?

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Chi invece sembra felice è la mamma di Dudù, lontano dai riflettori, lei passa la sua esistenza tranquillamente, a differenza del figlio che è finito anche in bocca a Crozza. Chi invece sembra passare un periodo davvero sfortunato è Balotelli che questa settimana è rimasto anche coinvolto in un incidente stradale. D’altra parte nella vita come nel calcio la palla gira e non si sa mai dove andrà a colpire, un po’ come il satellite Esa. Ma se non solo pezzi piovono dal cielo, anche pioggia e maltempo imperversano in Italia e sale l’acqua a Venezia. Sicuramente aria di bufera come quella che si respira tra Germania e Usa dopo le ultime rivelazioni sulle intercettazioni di Angela Merkel. Ma se il Datagate non si ferma e ci sono climi da guerra fredda tra le superpotenze internazionali, c’è chi fa invece la guerra informatica: Anonymous mette ko i siti di Eni e Saipem. Se l’attacco cibernetico fa male, sicuramente non ha fatto bene a Bergessio, infortunatosi contro la Juventus, sentirsi attribuire la frattura del pene invece che del perone. Brutta figura anche per Bieber, che è stato fotografato, mentre cercava di dileguarsi da un noto bordello di Rio de Janeiro… chi invece non si è dovuta nascondere affatto è stata la coppia che ha fatto sesso sulla metro di Roma. Meglio calare il sipario… invitandovi in platea già da domani per una nuova settimana da trascorrere insieme!

Parla il capo della NSA: “spiamo perchè ci viene richiesto”

datagate__tuttacronacaKeith Alexander, capo della National security agency, intervenuto a un evento a Baltimora in relazione alla bufera sulle intercettazioni statunitensi ha detto che l’agenzia di intelligence americana ha raccolto informazioni sui leader mondiali su richiesta dei responsabili politici. Ha così respinto le accuse di portare avanti programmi al di fuori del controllo dell’amministrazione, tesi invece sostenuta dal segretario di Stato, John Kerry. Alexander ha puntato il dito in particolare sul personale diplomatico. “Ci piacerebbe smettere con i nostri programmi di intelligence. Ma se lo facessimo la nostra paura è che si creerebbe un vuoto, che potrebbe provocare un altro 11 settembre. E così non avremmo fatto il nostro dovere”. Ha quindi sottolineato che ”Non solo le agenzie di intelligence ad avanzare le richieste ma i responsabili della politica, tra cui gli ambasciatori”. Nel frattempo John Kerry, intervenendo in videoconferenza da Londra, ha parlato di una intelligence “col pilota automatico”, andata oltre nei suoi compiti. ”La Nsa – ha insistito Alexander – ha raccolto le informazioni quando gli è stato chiesto da funzionari politici di scoprire le intenzioni delle leadership dei Paesi stranieri. E se tu vuoi conoscere queste intenzioni, questo è quello che devi fare”.

Dentro il mondo delle spie!

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La Germania dopo le intercettazioni che probabilmente hanno interessato anche i cellulari della Merkel vuole vederci chiaro e per farlo ha bisogno di entrare all’interno del mondo delle spie e così il ministro degli Interni tedesco Hans-Peter Friedrich si è detto disponibile ad ascoltare la ‘talpa’ del Datagate, Edward Snowden: “Troveremo il modo se il signor Snowden è pronto a parlare con le autorità tedesche”, e poi ha aggiunto  se vuole fornire informazioni “le accogliamo volentieri”.

Intanto proprio l’uomo che per molti anni ha militato tra le spie ha dichiarato in una lettera indirizzata al governo tedesco e consegnata ieri al deputato dei Verdi tedeschi Hans-Christian Stroebele che lo ha incontrato a Mosca: “Ho fiducia che con il sostegno della comunità internazionale, il governo degli Stati Uniti lascerà perdere il suo comportamento dannoso”. Poi Snowden ha ribadito ancora “dire la verità non è un crimine”.
Il primo ministro russo  Dmitri Medvedev,  in un’intervista concessa all’agenzia di stampa Reuters, ha dichiarato: “Non è piacevole essere spiati. Non importa chi sia il bersaglio. Ecco perché i leader si sentono offesi. Li capisco”, ha detto Medvedev aggiungendo che tale tipo di spionaggio non è certo inconsueto, ma “si suppone non venga fatto in questa maniera assolutamente cinica”.

Il primo ministro russo, lui stesso oggetto di intercettazioni telefoniche all’epoca in cui era presidente del paese che ora ha dato asilo a Edward Snowden, ritiene che la fiducia negli Usa sia minata e che ora sarà difficile riparare il danno per Washington: “E’ possibile calmare la situazione? Credo di sì. Ma francamente, nessuna garanzia basterà. Cosa si può dire in questa situazione? ‘Ci scusiamo. Non lo faremo più’ è una risposta adeguata? ‘Cercheremo di non intercettarvi? Nessuno gli crederà”.

Il segretario di Stato Usa, John Kerry, ammette: ”in certi casi gli Stati Uniti nella loro attività di intelligence sono andati troppo lontano. E dobbiamo assicurarci che questo non accada più in futuro”. Intanto secondo fonti dell’amministrazione il presidente, Barack Obama, ha bloccato le intercettazioni alle sedi del Fondo Monetario Internazionale e alla Banca Mondiale. Intanto l’Nsa smentisce di aver tenuto sotto controllo il Vaticano, Google e Yahoo!

Tutta la verità? Snowden pronto a testimoniare in Germania

datagate-snowden-tuttacronacaSi è recato a Mosca, per incontrare la talpa del Datagate Edward Snowden, il deputato tedesco dei Verdi Hans-Christian Stroebele, dal quale aveva ricevuto una lettera indirizzata al governo e alla procura federale di Berlino. Nella giornata odierna, il politico svelerà i dettagli dell’incontro e si pensa possano esserci rivelazioni per quello che riguarda l’intercettazione del cellulare della cancelliera Merkel da parte dell’Nsa. Stando a quanto riferito alla tv da Stroeble, Snowden avrebbe intenzione di aiutare gli investigatori tedeschi: “Ha fatto capire chiaramente che lui sa molte cose e che finché la National Security Agency bloccherà le indagini, lui è pronto a venire in Germania per fornire la sua testimonianza, anche se bisogna verificarne le condizioni”. Attualmente, la Talpa è infatti ricercata dagli Usa. Bisognerà attendere il 18 novembre per vedere il parlamento tedesco riunito per discutere delle intercettazioni. Da parte dei Verdi e della sinistra della Linke sono giunte richieste per indagini approfondite, basandosi anche sulla testimonianza di Snowden.

Dal mare ai Monti tutti eravamo spiati, anche la fine del governo

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Nessuno l’avrebbe mai sospettato, neppure se fosse stato inserito in un film di 007 il pubblico lo avrebbe accettato, ma purtroppo invece, la potente centrale di spionaggio sembrerebbe proprio esistere e sarebbe nascosta a Milano tra parabole satellitari e impianti di aria condizionata. Il sistema è automatizzato e cattura telefonate che poi vengono immediatamente ritrasmesse negli Usa.  Almeno questo è quello che c’è scritto nei documenti di Snowden dove la centrale risulta essere attiva dal 13 agosto 2010. C’è quindi una data a cui far riferimento, c’è un luogo fisico da cui il meccanismo di intercettazione è partito, c’è un punto localizzabile che sembrerebbe essere il responsabile di quelle intercettazioni che hanno messo in “imbarazzo” Barack Obama quando ha dovuto rispondere al governo tedesco di quelle attività di spionaggio che potrebbero essere state compiute sui telefoni di Angela Merkel. Sembra proprio che a Milano e Roma siano state installate quelle strumentazioni capaci di captare ignari cittadini, così come i capi di stato.

Quando ci sono stati però il record dei controlli? Secondo l’Espresso:

Il record di controlli avviene nelle settimane delle dimissioni di Mario Monti da Palazzo Chigi, annunciate l’8 dicembre e formalizzate il 21: l’inizio della campagna elettorale più incerta della Seconda Repubblica. In questo periodo lo spionaggio quotidiano in Italia supera quello in Francia ed è inferiore in Europa solo a quello nei confronti della Germania.
Le priorità di Washington nella sorveglianza sono indicate in un altro file di Snowden: al primo posto ci sono “le intenzioni della leadership”, poi la “stabilità economica”, quindi le “minacce alla stabilità finanziaria” e gli “obiettivi di politica estera”. Ossia tutto quello che in quei giorni era messo in discussione dallo scioglimento delle Camere. Se anche lo spionaggio si fosse limitato al censimento di massa delle conversazioni – chi chiama chi, con quale sim e da quale cellulare – si tratterebbe di una grave intromissione nella vita democratica del paese. Ma non si può escludere che siano stati pure registrati i colloqui e seguiti i movimenti degli apparecchi. Le regole Usa vietano infatti l’ascolto e la tracciatura degli spostamenti solo nei confronti di cittadini statunitensi.

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La gita in barca di Snowden a Mosca

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Ogni tanto Snowden riappare e ogni volta che lo fa si riaccendono i riflettori sul Datagate. Soprattutto in questi giorni in cui c’è il forte sospetto che a essere stati spiati non siano stati solo i privati cittadini o alcune associazioni ritenute “pericolose per la sicurezza” ma addirittura sembrerebbe che tra le intercettazioni ci sia anche il cellulare della Merkel e i telefoni del Vaticano, lui, Ed Snowden è in barca a Mosca, senza occhiali,  con una coppola bianca e rilassato. L’avvocato di Snowden ha poi riferito che l’esule avrebbe ormai trovato lavoro “in un importante sito web russo”.

Le intercettazioni del Datagate non risparmiano neanche il Papa!

san-pietro-intercettazioni-tuttacronacaTra il 10 dicembre 2012 e l’8 gennaio 2013, la National security agency ha intercettato 46 milioni di telefonate in Italia. Tra queste, secondo il settimanale Panorama, anche alcune chiamate fatte da Papa Benedetto XVI. Quello che si teme, è che siano siano state captate le conversazioni fin sulla soglia del Conclave. E’ lo stesso settimanale a confermare quello che era stato anticipato da Spiegel online: l’esistenza di un centro di spionaggio americano a Roma, una cellula che avrebbe spiato, e forse spia ancora, i politici italiani e che si troverebbe all’interno dell’ambasciata americana nella Capitale. Panorama fa riferimento a un documento della talpa Edward Snowden risalente al 2010 e spiega che la Nsa analizzerebbe il traffico voci e dati, intercettando i cellulari delle autorità e seguendo i flussi finanziari. La Cia prenderebbe quindi contatto con i gestori dei sistemi di comunicazione, amministratori di database, banchieri e ingegneri che gestiscono i siti più riservati. I giornalisti hanno interpellato padre Lombardi in merito alla presunte intercettazioni ricevendo in risposta un: “Non ci risulta nulla su questo tema e in ogni caso non abbiamo alcuna preoccupazione in merito”.

Datagate: chi spia chi?

datagate__tuttacronacaMentre il presidente americano Barack Obama, nel tentativo di porre un freno allo scandalo del Datagate, ha chiesto venga ridotto lo spionaggio ai danni delle Nazioni Unite, ordinando alla Nsa anche di limitare le intercettazioni nella sede Onu a New York, ieri nel corso di un’audizione al Congresso un alto responsabile dello spionaggio Usa ha detto: “Anche i nostri alleati europei spiano i leader e i servizi d’intelligence americani”. James Clapper, capo della  National Intelligence ha poi aggiunto: “Quando sento parlare dell’attività di sorveglianza sugli alleati mi ricorda quella scena di Casablanca, quando il Commissario chiude il locale di Bogart, dicendo ‘qui si gioca illegalmente’, e nel frattempo si mette i soldi in tasca”. Per questo motivo, considerato che tutti ne erano a conoscenza, Clapper ha insistito che ogni raccolta dati è stata perfettamente “legale”. Per quel che riguarda l’Italia, dove si parla di 46 milioni di intercettazioni, il capo della Nsa, Keith Alexander, aveva in precedenza spiegato: “Non abbiamo raccolto noi le informazioni sui cittadini europei ma questi dati erano forniti dai nostri partner europei”. Fonti dei servizi italiani, al riguardo, hanno precisato che l’intelligence italiana non ha mai scambiato dati relativi a cittadini italiani con gli 007 americani.

Datagate: la Nsa pone fine al monitoraggio dei leader Ue

datagate-nsa-tuttacronacaE’ il Wall Street Journal a riportare la notizia che, secondo alcune fonti, la Nsa, National Security Agency, ha messo fine al programma usato per “spiare” 35 leader mondiali, fra i quali la cancelliera Angela Merkel. Sempre secondo il quotidiano, la fine del programma è stata decisa dopo che un esame avviato l’estate scorsa ha rivelato alla Casa Bianca l’esistenza delle attività. Le spie americane, quindi, avrebbero monitorato i leader mondiale per cinque anni senza che Obama sapesse nulla. Nel frattempo, era stato il sito Cryptome, considerato l’antenato di Wikileaks, a lasciar trapelare che in un mese, dal 10 dicembre 2012 al 13 gennaio 2013, l’agenzia avrebbe “spiato” 124,8 miliardi di telefonate nel mondo, di cui 46 milioni in Italia. Secondo quanto riporta, in Germania sono state intercettate 361 milioni di telefonate, in Spagna 62 milioni e ancora in Francia 70,2 milioni. I più intercettati sono comunque Pakistan e Afghanistan, con rispettivamente 12,76 e 21,98 miliardi di telefonate. Poco chiari, invece, i numeri riguardanti gli Stati Uniti: sembrerebbe trattarsi di 3 miliardi di telefonate. Il quotidiano spagnolo El Mundo, che ha raggiunto un accordo con il giornalista Glenn Greenwald, per i documenti di Snowden che riguardano la Spagna riporta dati in linea con questi. A Washington intanto è arrivata una delegazione formata da nove componenti del Parlamento europeo, giunta negli Stati Uniti per chiedere spiegazioni alle autorità Usa circa i presunti abusi della loro intelligence. La missione era stata programmata da tempo, tuttavia in queste ore ha assunto un particolare significato politico. Il capo della Nsa, Keith Alexander si è rifiutato di incontrarli.

La Cancelliera nel mirino del Datagate: botta e risposta anche oggi!

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Nel mirino del Datagate c’è sempre lei, la donna più influente al mondo: Angela Merkel. Anche oggi non si placano le polemiche e tra smentite e conferme, l’unica verità che sembra ogni attimo apparire sempre più reale è che gli Usa abbiano davvero intercettato le conversazioni della Cancelliera.

Il direttore della Nsa, Keith Alexander avrebbe affermato che “non ha discusso con il presidente Obama nel 2010 un’operazione di presunta raccolta dati d’intelligence straniera che abbia coinvolto Angela Merkel, né ha mai discusso presunte operazioni che coinvolgano il Cancelliere. Notizie che sostengono il contrario non sono vere”. A renderlo noto è la portavoce della Nsa, Vanee Vines.

Subito la risposta dalla Germania: “Lo spionaggio è un reato e chi lo pratica deve risponderne davanti alla giustizia”: lo ha detto il ministro dell’Interno tedesco, Hans-Peter Friedrich, riferendosi al Datagate, secondo quanto riporta il settimanale Bild am Sonntag.

Obama, sapeva eccome!

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Secondo la Bild am Sontag, che citerebbe fonti dei servizi Usa, Barack Obama sapeva fin dal 2010 che la Nsa stava ascoltando le telefonate della cancelliera tedesca Angela Merkel. Il giornale, basandosi sulle fonti citate, afferma che  Keith Alexander, capo della National Security,

aveva informato il presidente dell’operazione di ascolto delle comunicazioni di Angela Merkel nel 2010. Documenti della Nsa pubblicati sabato dallo Spiegel indicavano che la cancelliera sarebbe stata spiata sin dal 2002 e fino a metà 2013. “Obama non ha messo fine a questa operazione e ha anzi lasciato che proseguisse”, ha indicato un alto responsabile della Nsa al quotidiano.

Ieri il Frankfurter Allgemeine scriveva – senza però citare fonti – che Obama avrebbe detto alla Merkel, di non essere stato informato dell’operazione di spionaggio, aggiungendo che, se lo avesse saputo, l’avrebbe immediatamente bloccata.

 

All’insaputa di Obama: non sapeva che la Merkel era spiata!

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All’insaputa dell’uomo più importante del mondo! Può essere assurdo eppure Barack Obama ignorava che la cancelliera Angela Merkel era intercettata dai servizi Usa. Secondo Der Spiegel, Obama avrebbe dato questa versione alla Merkel dicendo che se avesse saputo avrebbe immediatamente dato l’ordine di interrompere l’operazione. Sempre secondo il settimanale i contatti recenti tra Usa e Germania non avrebbero escluso che la cancelliera sarebbe stata intercettata in un recente passato.

inoltre sarebbe emersa la notizia che nel 2010 gli Usa possedevano circa 80 centri di spionaggio in Europa, di cui uno a Roma. Le informazioni del Der Spiegel deriverebbero da alcuni documenti di Edward Snowden. Secondo tali documenti la cancelliera tedesca Angela Merkel fu spiata dalla Nsa dal 2002 e fino a poco prima del suo incontro con il presidente Usa Barack Obama nel giugno scorso. Lo spionaggio sarebbe avvenuto dall’ambasciata americana a Berlino, sulla Pariser Platz. Per Spiegel, il suo nome (indicato come ‘GE Cancelliera Merkel’) compare in una lista di obiettivi del Dipartimento S2C32 ‘Ufficio Unione Europea’ lista ancora valida poco prima della visita di Obama in Germania nel giugno 2013.

Tutta la verità, nient’altro che la verità… così la Clinton sul Datagate

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Datagate e intercettazioni, la Clinton,  ex segretario di Stato Usa, prende le distanze da Barack Obama e dice: “Non si è ancora fatta piena chiarezza sull’accaduto. Alle accuse e ai sospetti dei nostri alleati non abbiamo risposto in modo adeguato, fornendo i dettagli necessari”. E, pur non citando mai il presidente Usa, critica duramente il modo in cui l’amministrazione ha trattato lo scandalo che travolge da mesi la National Security Agency.

In soffitta l’unione economica e bancaria, in primo piano solo il Datagate

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Si doveva parlare di Unione economica e bancaria, si sarebbe dovuto parlare di immigrazione, infatti Letta si è limitato a dire che si sono fatti passi in avanti, ma il tema di oggi del vertice Ue è e resta solo uno: il Datagate. 35 leader intercettati, milioni di dati scambiati e nel mirino ci sono entrate la Francia, la Germania e l’Italia. Lo scandalo è evidente e sotto gli occhi di tutti, il problema è che rischia di spaccare già i rapporti sempre più fragili a causa delle problematiche che si aggirano nell’Eurozona. Ci sarà la frattura tra gli stati membri? Ci saranno posizioni inconciliabili? Tutti uniti per chiedere chiarimenti, peccato poi che però invischiati nella faccenda sembrerebbero esserci tanto gli inglesi che gli italiani. Non a caso era circolata voce durante i vertici di Bruxelles di un acceso contraddittorio tra Letta e Cameron, poi smentito dal premier italiano. L’unico dato certo è che non è stata certo trovata uan soluzione e una linea comune sul Datagate. Germania e Francia volevano la risposta forte, ma l’Inghilterra non ci sta e Cameron ha contrattaccato ancora una volta, niente linea dura e niente rigida protezione dei dati personali che secondo gli inglesi sarebbe anche un ostacolo per le imprese. L’unica decisione presa è che Francia e Germania lavoreranno unite per ridefinire le attività di intelligence e le modalità con cui devono essere svolte “tra alleati”. L’iniziativa poi sarà aperta agli stati membri, ma sembra che la Gran Bretagna voglia parteciparvi, portando a muoversi entro confini soft, che non diano fastidio alla politica statunitense.

Anche per il mercato univo digitale è tutto rimandato al 2015, non è passata la linea di Francia e Italia che spingevano per il 2014, un’indicazione che era stata fra l’altro confermata dal presidente del Consiglio Ue Van Rompuy, ma che non ha trovato seguito nel vertice.

Vita dura anche per La Cancelliera, che ieri, ha dovuto di fatto rinviare l’affondo sui “contractual arrangements”, ossia sui contratti che dovrebbero sostituire le raccomandazioni Ue, dando alla Commissione più poteri nel far rispettare ai paesi membri le decisioni su conti pubblici e riforme stabilite a Bruxelles.

Resta in sospeso anche il nodo sui  “public backstop”, i paracadute pubblici per le banche in difficoltà.

Come riporta l’Huffington Post:

Il problema è semplice: tutti vogliono un sistema europeo per rispondere con prontezza a eventuali future crisi bancarie (e relativi choc economici), ma non tutti hanno i soldi per farvi fronte. Chi li ha (la Germania) non vuole ritrovarsi ad allargare ulteriormente i cordoni della sua borsa. Per questo Berlino, sostenuta da Olanda, Finlandia e Svezia, vuole che le banche siano “pulite” da eventuali buchi di bilancio prima di entrare nel nuovo meccanismo di salvataggio, ossia prima di poter accedere, dopo tutta una serie di passaggi, al fondo Esm. Vuole, cioè, che si proceda subito a “una sorveglianza più di qualità” sugli istituti, per mettere a nudo eventuali scheletri nell’armadio. E che fatto questo, ogni Paese pensi a risolvere i guai delle sue banche prima di farle accedere al nuovo sistema di salvataggio.

Peccato, però, che sia la nuova sorveglianza (in mano alla Bce), sia le nuove norme sugli aiuti di Stato (che impongono perdite agli obbligazionisti) preoccupano non poco il resto dell’Unione, Francia e Italia in particolare. La rigidità imposta dalla Germania, infatti, rischia di provocare uno choc nel sistema bancario, con i privati pronti a fuggire e i singoli Stati incapaci di far fronte alle perdite con fondi propri.
E’ la preoccupazione dello stesso presidente della Bce, Mario Draghi, che ieri è giunto al vertice proprio per controbilanciare la pressione tedesca. Draghi, come Francia e Italia, è pronto a scoperchiare un possibile “vaso di pandora” (i primi test della nuova vigilanza unica partiranno il prossimo mese) ma chiede che ci sia un paracadute pubblico europeo per tranquillizzare i privati. Se non per sempre, almeno nell’immediato.

Su questo, Draghi ha ricevuto ieri una sorta di appoggio anche dalla Commissione. Ma la Markel continua a spingere per backstop a carico degli Stati.

Deflagrazione sull’accordo di libero scambio. Il Datagate colpisce ancora!

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La deflagrazione della bomba innescata dal Datagate non ha tardato ad arrivare e ora ha colpito anche l’accordo di libero scambio tra Ue e Stati Uniti che rischia di saltare. La tensione è forte nelle parole del presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz: «Penso che dobbiamo sospendere ora i negoziati». «Ci sono alcuni standard e criteri – ha aggiunto – che si devono rispettare, altrimenti non ha alcun senso parlarci l’un l’altro».

Datagate: i cavi sottomarini su cui circolavano le informazioni sono in Italia

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“La Nsa porta avanti molte attività spionistiche anche sui governi europei, incluso quello italiano“, le parole di Glenn Greenwald, giornalista americano che custodisce i file della ‘talpa’ del Datagate Edward Snowden, squarcia il velo di omertà su una realtà che ormai era sotto gli occhi di tutti. Gli Usa spiavano il mondo in nome della sicurezza nazionale e i governi erano complici e “succubi” della politica americana. Lo sapevamo, ma sentircelo dire ora significa ufficializzare una violazione di uno dei diritti fondamentali dell’uomo: il diritto alla privacy. Il nostro mondo, anche quello più intimo ascoltato e interpretato per carpire informazioni. Come erano veicolate e come venivano analizzate questi miliardi di dati? L’altra riflessione che balza immediatamente agli occhi è il sottile confine tra una battuta, una parola, uno scherzo e quello che invece è l’organizzazione di un crimine o presunto tale. Siamo davvero certi che quest’operazione degli Stati Uniti non possa aver creato tensioni e distorsioni della realtà che possono aver creato anche dissesti economici o influenzato politiche anche al di là dei confini statunitensi?

Come si legge su Il Fatto Quotidiano:

Greenwald rivela che l’attività di spionaggio globale viene svolta attraverso l’intercettazione di tutti i dati trasferiti da cavi sottomarini in fibre ottiche che hanno terminali in Italia. Il primo è ilSeaMeWe3, con “terminale” a Mazara del Vallo. Il secondo è il SeaMeWe4, con uno snodo a Palermo. Città da cui transita anche il flusso di dati del Fea (Flag Europe Asia).

Il nostro Paese non è stato soltanto nel mirino del sistema Prism creato dagli 007 statunitensi. Con un programma parallelo e convergente chiamato Tempora, afferma ancora Greenwald, anche l’intelligence britannica ha spiato i cavi di fibre ottiche che trasportano telefonate, mail e trafficoInternet. Le informazioni rilevanti venivano poi scambiate con l’Nsa americana. E i servizi segreti italiani, secondo il giornalista, hanno avuto un ruolo nella raccolta di metadati. I documenti, sostiene, affermano che i nostri apparati di sicurezza avevano un “accordo di terzo livello” con l’ente britannico che si occupava di spiare le comunicazioni.

All’Espresso, Greenwald spiega che dai file di Snowden risulta che la scrematura dei dati raccolti dall’intelligence britannica segue criteri spregiudicati, che non riguardano solo la lotta al terrorismo. Anzi, la licenza di spiare concessa dalle autorità britanniche è vastissima e consente di tenere sotto controllo aziende, politici e uomini di Stato. Gli inglesi infatti selezionavano telefonate e mail utili a individuare “le intenzioni politiche dei governi stranieri”. Nella lista delle priorità di Londra c’è poi il contrasto alla proliferazione, ossia alla diffusione di armi nucleari, batteriologiche o chimiche nelle nazioni ostili. Ma sotto questa voce possono essere incluse anche le cessioni di tecnologie avanzate, militari o comunque con potenzialità belliche: un capitolo in cui possono essere inserite le trattative commerciali lecite condotte da aziende italiane verso paesi arabi.

Quante volte queste informazioni sono state utilizzate per danneggiare i rivali delle imprese britanniche? Altri documenti su Tempora fanno esplicitamente riferimento alla possibilità di cercare dati che sostengano “il benessere economico dell’Inghilterra”. Nell’elenco delle comunicazioni da esaminare sono poi citati “i gravi reati economici”: uno spettro ampio, poiché moltissime attività finanziarie internazionali e italiane passano dalla City. Quindi c’è il contrasto al traffico di droga: un altro punto che può giustificare irruzioni nelle conversazioni italiane. Infine la “posizione dei governi stranieri su determinate questioni militari”. Anche in questo caso, si possono ipotizzare inserimenti nelle telefonate dei nostri ministri: basta ricordare i contrasti tra Roma e Londra nella prima fase dell’intervento in Libia due anni fa.

Linea bollente, il cellulare della Merkel intercettato dagli Usa

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O si smentirà tutto o una bomba internazionale è pronta a esplodere se già non è troppo tardi per levare l’innesco e la detonazione potrebbe esserci nelle prossime ore. Il governo tedesco infatti avrebbe saputo che il telefono cellulare di Angela Merkel sarebbe stato messo sotto controllo dagli Stati Uniti. Naturalmente c’è stato un immediato contatto tra la Germania e il presidente Obama per cercare di accertare in tempi rapidi se possa essere ritenuta vera questa informazione.

Il Parlamento Ue, approvando una risoluzione non vincolante, chiede alla Unione europea di sospendere l’accordo con gli Usa per il programma anti-terrorismo di tracciamento delle finanze in risposta alle presunte intercettazioni che gli Usa avrebbero fatto ai danni dei cittadini europei attraverso la banca dati Swift. La risoluzione proposta da Verdi e S&D, è passata a larga maggioranza, e sebbene non vincolante minaccia di “ritirare il sostegno” all’accordo, il che costringerebbe la Ue ad agire.

Un colloquio vi era stato anche tra Kerry e Letta, quando era stata diffusa la notizia che anche gli italiani erano spiati e si era creata una certa tensione nel paese.  “Il nostro obiettivo è di trovare il giusto equilibrio tra la protezione della sicurezza e la privacy dei nostri cittadini”. È quanto il segretario di Stato Usa John Kerry – riferiscono fonti dell’ambasciata Usa – ha detto “con grande chiarezza” al premier Enrico Letta quando oggi hanno “brevemente” affrontato la questione del Datagate a Palazzo Chigi.

Le stesse fonti hanno aggiunto che questo lavoro di ricerca di equilibrio “proseguirà come proseguiranno le nostre strette consultazioni con i nostri amici, inclusa l’Italia”.

“Mi sento di escludere che i servizi sapessero” di un possibile Datagate in Italia. “Non c’è nessuna evidenza che il caso francese possa essere avvenuto anche in Italia”. È quanto avrebbe detto il sottosegretario con delega ai servizi Marco Minniti, in audizione al Copasir sul Datagate, secondo quanto riportano fonti del comitato.

Datagate anche in Italia e i servizi lo sapevano, così Claudio Fava

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Del Datagate lo sapevano proprio tutti, anche i servizi segreti italiani, così Claudio Fava, deputato del Sel e membro del Copasir afferma che il  monitoraggio “è avvenuto anche in Italia”. Nel giorno in cui scoppia la “bomba” su Le Monde e la Francia si scopre controllata, Fava sottolinea:

“Mi sembra chiaro che sia avvenuto anche in Italia. Il pezzo di Le Monde ci offre un dato puntuale su quello che avveniva con la Francia, ma ricordando anche che lo stesso sistema di raccolta a strascico di dati in base ad alcuni sensori è stato fatto nei confronti di altri Paesi, cosa che non è stata smentita dai vertici dei servizi segreti americani con i quali abbiamo avuto una serie di incontri due settimane fa a Washington. Ci hanno spiegato che il loro scrupolo principale è stato quello di rispettare le leggi americane sulla privacy e intervenire a tutela della sicurezza del Paese”.

D’altra parte che anche l’Italia fosse stata “controllata” non è certo un dato nuovo, ma quando la Germania si indignò si trovò immediatamente isolata in Europa.

Il ministro francese ha convocato l’ambasciatore americano, l’Italia che ha fatto dopo aver scoperto che persino la nostra ambasciata a Washington veniva intercettata? “Quando abbiamo chiesto qualche mese fa ai servizi e al Governo cosa intendessero fare l’atteggiamento ci è sembrato abbastanza tiepido. Da quello che abbiamo saputo da fonte americana a Washington i servizi italiani sono sempre stati al corrente di questa attività di monitoraggio, che interveniva anche pesantemente sulla privacy dei cittadini italiani”.

“Questa politica della Nsa – che ha alcuni elementi selettivi che permettono di risalire a dati pericolosi – è fatta seguendo le leggi americane, è una cosa che già sappiamo. Cambia la capacità di reazione, il governo italiano ha voltato lo sguardo da un’altra parte, ma nessuno può dirsi stupito. Il modo in cui ha posto il problema la Francia è un tema dal quale nessuno potrà sottrarsi, chiederemo al governo come mai non è stato mai convocato l’ambasciatore americano”.

Sicurezza… sentimentale? Alla Nsa c’era anche chi intercettava mogli e fidanzate

nsa-datagate-fidanzate-moglie-tuttacronacaGoverni stranieri, rappresentanze diplomatiche, colossi industriali e presunti terroristi. Erano loro gli obiettivi delle intercettazioni degli agenti della Nsa, National Security Agency, al centro dello scandalo Datagate. Ma non solo. Nel mirino dell’ispettore generale dell’agenzia di intelligence, George Ellard, sono finite anche una decina di spie che ascoltavano anche le comunicazioni di consorti e fidanzate in odore d’infedeltà. Lo stesso Ellard ha rivelato di un caso in cui un agente della Nsa aveva ascoltato le telefonate di nove donne straniere “senza che ci fosse una valida ragione di intelligence”. Nel 2011, invece, un altro aveva confessato che “era sua abitudine” ascoltare numeri telefonici stranieri “ottenuti in situazioni sociali” per assicurare che non stava parlando con “personaggi dalla dubbia vita”. I due, prima che fossero prese misure disciplinari, si sono dimessi. Un terzo agente aveva invece ascoltato “per pura curiosità” le chiamate della fidanzata: quando l’agenzia gliel’ha impedito, ha recuperato tutto le indicazioni di quando le telefonate erano state fatte, a quale numero e quanto erano durate. Ma c’è stato anche chi, nel 2005, temendo che la fidanzata lo tradisse, ha ascoltato per un mese le telefonate della donna al fine di scoprire se si era messa “con funzionari stranieri o avesse fatto qualcosa che avrebbe potuto metterlo nei guai”. Anthony Romero, dell’associazione libertaria American Civil Liberties Union, ha detto: “E’ la punta dell’iceberg. La cosa chiara è che questi abusi non avevano nulla a che fare con il terrorismo”. E ancora: “Sono individui che ficcano il naso nella vita di gente che sta loro vicina”. Non si placano qundi le polemiche dopo le rivelazioni di Edward Snowden mentre negli ultimi giorni è emerso anche il fatto che per la Nsa spiare i contatti all’estero di personaggi insospettabili e anche famosi non è una novità. Come emerge da dei documenti portati alla luce dalla George Washington University, negli anni della Guerra Fredda tra i bersagli ci furono anche i leader dei diritti civili Martin Luther King e Whitney Young, il pugile Muhammad Ali, l’umorista del Washington Post Art Buchwald nonchè senatori democratici e repubblicani.

Il rilancio di Obama passa anche per il cane Sunny?

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L’immagine di Obama dopo il Datagate e dopo un’economia che, pur se in ripresa, sembra comunque vivere momenti di difficoltà, aveva bisogno sicuramente di un cambio di rotta. Forse non sarà il nuovo cane presidenziale, ma sicuramente Sunny, il “cao de agua portugues”, che farà da oggi compagnia al famoso Bo può davvero rappresentare una novità per rilanciare la Casa Bianca e quel clima di grande famigliarità che si respira tra gli Obama. Si sta tentando forse di puntare di più sulla figura di un presidente che riparte proprio dalla sua vita “privata”, dai suoi affetti e da quel parco verde che dà sempre fa da sfondo alle foto di Bo e che ora sarà condiviso con Sunny.

 

I servizi tedeschi “vanno a letto” con quelli americani?

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Le ultime dichiarazioni si Snowden innescano un altra bomba. La talpa infatti avrebbe rivelato che i servizi tedeschi collaborassero con la Nsa e che le persone da sorvegliare venissero selezionate in base ai loro profili Facebook e alle loro mail. In una intervista al giornale tedesco Der Spiegel, talpa avrebbe usato l’espressione inequivocabile che gli Usa ”vanno a letto con i tedeschi”

Nella Nsa – precisa Snowden, c’è una direzione degli Affari Esteri e la cooperazione con gli altri pesi è concepita in modo da ”isolare i leader politici dalle ripercussioni” nel caso in cui venisse svelato ”con quale ampiezza stanno violando la privacy globale”.

L’intervista è stata condotta da un esperto americano in crittografia, Jacob Applebaum, e dalla regista di documentari Laura Poitras, con l’aiuto di email criptate, poco prima che Snowden uscisse allo scoperto.

Secondo Der Spiegel, la collaborazione tra la Nsa e i servizi tedeschi del Bnd è più stretta di quanto si sapesse finora, con gli americani che forniscono agli alleati ”strumenti di analisi”, in particolare per il Medio Oriente.

Datagate francese: spiati i telefoni

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Anche la Francia dispone di un “dispositivo di spionaggio su ampia scala delle telecomunicazioni”, simile al sistema Prism americano, gestito dalla Direzione generale della sicurezza esterna (Dgse). Lo rivela il sito del quotidiano Le Monde, secondo cui l’intelligence francese “raccoglie sistematicamente i segnali elettromagnetici emessi da computer e telefoni” nel Paese e i flussi da e verso l’estero.

Io nel dubbio mollo! Crozza e la politica quotidiana!

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“Io nel dubbio mollo!” Inizia così il monologo  di Maurizio Crozza nei panni di Giorgio Napolitano, ma dopo poche battute il comico passa al tema caldo del Datagate:  «Ma davvero gli americani spiano le cose che si dicono i nostri politici in privato? Non gli bastano le m*******e che dicono in pubblico?». Non risparmia Monti: «Spiano anche lui? Ma se non lo invitano più neanche alle riunioni di condominio» né Letta: «Letta? Non lo sente nessuno, figuriamo se lo intercettano». L’ultimo colpo è per la Santanchè: «È un volto nuovo? Certo lo cambia dal chirurgo ogni mese».

Il Datagate per la Bonino è ironico?

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Siamo passati da una questione “spinosa” all’ironia. Questa sembrerebbe essere l’evoluzione del Datagate per il ministro degli Esteri. Al Corriere della Sera, Emma Bonino afferma:   ”aspettiamo risposte” ma ”siamo fiduciosi”: ”tra Stati Uniti, Italia, Europa c’è spirito di collaborazione e amicizia” e poi aggiunge  ”Certo spiarsi tra alleati non è carino: ma basta leggere qualsiasi spy story per capire che se ne sono sempre viste di tutti i colori”.

Quindi abbiamo già assolto gli Usa? E’ un film quello che ci viene proposto o un bel romanzo di spionaggio o abbiamo di fronte uno scandalo di proporzioni globali, in cui un alleato politico ed economico, controlla 4 milioni di telefonate?

Ma in fondo c’è l’ironia secondo il nostro ministro che dà anche un po’ di giusto humor alla vicenda:

”Questa vicenda ha i suoi aspetti ironici.  Vedere la Russia, così ‘attenta’ nel controllare capillarmente i propri cittadini, trasformarsi in paladina della libertà, fa sorridere. L’importante è che gli Usa forniscano tutte le spiegazioni per evitare il blocco delle trattative sull’area di libero scambio tra le due sponde”. Il ministro parla delle aree piu’ ‘calde’ del Mediterraneo, a cominciare dall’Egitto, dove a suo avviso ”pesano le riforme non fatte e il rinvio delle elezioni politiche che avrebbero potuto stemperare la tensione”.

Per fortuna che abbiamo Emma Bonino che ci insegna a vedere il lato positivo della vicenda, altrimenti avremmo pensato di stare in un macabro Grande Fratello, che controlla le ambasciate e che è in grado di avere notizie riservate che potrebbero anche cambiare la vita politica ed economica di un paese con un solo click di mouse. Ma se invece è solo un bel romanzo di spionaggio mettiamoci tranquilli e diamo asilo a Snowden così l’Italia può diventare una delle protagoniste del bestseller?

 

Arriva il film su Snowden: VERAX

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E’ già online il primo film sulla talpa del Datagate. VERAX, dal latino “colui che dice la verità”, racconta lo scandalo delle intercettazioni e la storia del suo protagonista Edward Snowden. Girato in tempi record ad Hong Kong, il primo luogo dove Snowden si era rifugiato, Verax è il cortometraggio, della durata di 5 minuti, girato da quattro registi amatoriali della colonia britannica che si sono così fatti beffe delle major di Hollywood, già in procinto di commissionare sceneggiature sul caso.

“Essere stato il primo a girare un film sulla vicenda è stato davvero una soddisfazione”, ha detto alla France Presse il regista Edwin Lee. La somiglianza dell’attore che interpreta l’agente è impressionante. Si chiama Andrew Cromeek ,è un professore americano amico dei registi, che ha avuto solo bisogno di un paio di occhiali e del taglio di capelli giusto. E’ lui che diventa quella “Bocca della verità” che mette a dura prova gli equilibri mondiali. L’imbarazzo degli Usa, la fuga di Snowden e i documenti in possesso all’ex imprenditore tecnico e dipendente della Central Intelligence Agency, sono gli elementi centrali di un corto davvero avvincente. D’altra parte il Datagate – se non fosse pericoloso a livello globale e quindi degno della massima prudenza – potrebbe essere un copione perfetto per Hollywood.

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Nei titoli di coda del film si apprende che quella fuga di Snowden precipitosa da Hong Kong ha spiazzato i realizzatori del corto che speravano con la loro opera di far pressioni sulle autorità del Paese per sensibilizzare l’opinione pubblica nella battaglia legale sull’estradizione.

Verax è anche il nome in codice che lo stesso Snowden si era scelto. Verax fu lo stesso pseudonimo di Clement Walker, un politico che contestò il parlamento inglese nel XVII secolo, e che per le sue idee morì, dopo una prigionia brutale, rinchiuso nella Torre di Londra.

Alla luce del Datagate smantelleremo le basi Usa in Italia?

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Lo chiedono a gran voce i parlamentari del M5S. In particolare è  Massimo Artini, deputato MoVimento e vicepresidente della Commissione Difesa della Camera a dichiarare all’Adnkronos:

“Se tutto fosse vero” e il caso Datagate “venisse confermato”, “si potrebbe anche valutare una smilitarizzazione delle basi Usa in Italia. Del resto, non puoi pretendere aree ad hoc nei nostri territori o imporre all’Italia l’acquisto di F35 e poi spiare in casa il tuo alleato”.

Il deputato pentastellato ha anche ricordato come l’M5S fu tra i primi partiti a interessarsi del caso quando chiese all’esecutivo spiegazioni sulla vicenda:
“Il 19 giugno scorso – ha ricordato Artini – Mirella Liuzzi”, deputata pentastellata, “fece una richiesta di informativa urgente al governo. Ad oggi dall’esecutivo non abbiamo avuto risposte, dunque oggi risolleciteremo il governo ad intervenire in Aula per fare il punto della situazione”.

Scoppia la “bomba atomica” tra Eu e Usa sul Datagate… Nuovi equilibri mondiali?

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E’ tsunami sul Datagate tra un Europa che non è più disposta a “lasciar correre” e gli Usa che, difficilmente, cercano di ammorbidire i toni. L’Unione Europea vuole risposte ufficiali e in tempi rapidi e lo fa sapere per bocca di Raimundas Karoblis, il rappresentante permanente della Lituania, nuova presidenza della Ue che ha iniziato proprio oggi il suo semestre. Il fatto è gravissimo, ma se a compierlo sono stati gli  “amici americani” è davvero una bomba atomica che potrebbe cambiare gli equilibri mondiali.

Ma se in Europa si è mosso il nuovo presidente, in Italia è il ministro degli Esteri Emma Bonino, che vuole chiarimenti. Infatti tra le ambasciate finite sotto la lente della National Security Agency figura anche l’ambasciata italiana a Washington e la Bonino si è limitata a definire una vicenda  “molto spinosa” in attesa di una dichiarazione ufficiale da parte del governo americano.

Questa mattina sul tema è intervenuto da Zagabria anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Quella dei problemi nel rapporto tra le istituzioni Ue e l’amministrazione Usa sul cosiddetto Datagate – ha detto Napolitano – “è una questione spinosa che dovrà trovare delle risposte soddisfacenti”. Per il ministro della Difesa Mario Mauro, si tratta di uno scenario “tutto da verificare” ma che, se confermato, “potrebbe compromettere i rapporti tra Italia e Usa”.

Ma se l’Italia ancora si muove con prudenza anche se con determinazione a fare la parte del leone in Europa sulla questione del Datagate è la Francia. Il presidente francese Francois Hollande ha appena lanciato un diktat dopo le ultime rivelazioni: “non ci possono essere negoziati o transazioni” con gli Stati Uniti, se non si ottengono “garanzie” sullo stop allo spionaggio dell’Unione Europea e della Francia da parte degli Stati Uniti. “Ciò vale per la Francia, ma anche per tutta l’Ue e per tutti i partner degli Stati Uniti”, ha precisato il leader francese a margine di un incontro a Lorient, nell’ovest della Francia.

A luglio era in programma, infatti,  un negoziato tra Usa e Ue sulla creazione di una zona di libero scambio commerciale tra Stati Uniti ed Europa ora sembra tramontare l’ipotesi.

Gli Usa controllavano in Italia 4 milioni di telefonate al giorno

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L’agenzia statunitense per la sicurezza nazionale (NSA) è arrivata a controllare in Italia fino a quattro milioni di conversazioni telefoniche al giorno nel periodo compreso tra il 10 dicembre 2012 e l’8 gennaio 2013. Lo rivela un grafico pubblicato sull’ultimo numero dello Spiegel.

L’ultimo grafico pubblicato da Der Spielgel non lascia dubbi: la NSA ( Agenzia statunitense per la Sicurezza Nazionale) è arrivata a controllare fino 4 milioni di conversazioni telefoniche al giorno nel periodo compreso tra il 10 dicembre 2012 e l’8 gennaio 2013.

Il settimanale tedesco ha preso visione di alcuni documenti in possesso di Edward Snowden e da essi emerge che gli Usa hanno sicuramente controllato la Germania, sul web e sulle telefonate, ma l’influenza del controllo è arrivata anche su Francia e Italia.

Il grafico mostra ad esempio che il 19 dicembre dello scorso anno la NSA ha controllato, attraverso il software “Boundless Informant”, 4 milioni di telefonate in Italia, 3 milioni in Francia e circa 16 milioni in Germania. Dal 21 dicembre in poi le attività di sorveglianza telefonica in Italia calano drasticamente: il 7 gennaio, ad esempio, le telefonate spiate sono state 49 milioni in Germania, 7 milioni in Francia e praticamente zero in Italia. La NSA non ha controllato i contenuti delle telefonate, bensì i metadati, cioè le informazioni relative ad esempio al numero di telefono selezionato e alla durata della chiamata.

Il Guardian, dopo aver ritirato l’articolo che accusava l’Italia di passare dati personali agli Usa, torna alla carica con altre rivelazioni. Afferma che la National Security Agency ha riempito di cimici le ambasciate di alcuni Paesi più che amici dell’Ue, tra cui l’Italia, sia a Washington che nella rappresentanza permanente presso le Nazioni Unite a New York.

Intanto però gli 007 italiani si difendono Fspiegando che “la collaborazione con i servizi di sicurezza americani e alleati esiste ed è molto intensa, ma è nel totale rispetto della legge”.

E aggiungono:

“E’ una collaborazione nel campo del contrasto al terrorismo, alla criminalità internazionale, per la sicurezza dei contigenti militari italiani impegnati nel mondo. Ci sono scambi di dati e di valutazioni: ma naturalmente lo scopo è difendere i cittadini italiani, non passare all’estero dati sui cittadini italiani. Ormai le leggi italiane e il procedimento di controllo politico e governativo sull’attività dell’intelligence sono molto efficaci e rodati, e tutti i passaggi vengono fatti semplicemente rispettando le leggi e gli interessi strategici della Republica italiana”.

L’Ecuador alla fine cede agli Usa e scarica Edward Snowden nelle mani della Russia. Segno che la telefonata si ieri del vicepresindete Usa, Joe Biden, ha avuto un esito favorevole per gli statunitensi che chiedevano di non concedere asilo politico in terra ecuadoriana.

Lo scandalo Datagate e i rapporti a rischio con l’Ue

Edward-SnowdenIl “Der Spiegel” afferma che la Nsa, l’agenzia di spionaggio americana, si sarebbe infiltrata nella rete dei computer europei, almeno stando ad alcuni file in possesso di Snowden, la talpa. Sempre la rivista tedesca spiega che prove si troverebbero in un documento, datato settembre 2010, dell’agenzia in cui con il temine “target” ci si riferisce all’Europa. Sarebbero passati circa 5 anni da quando dei disturbi nelle telefonate avrebbero permesso ai responsabili della sicurezza Ue di accorgersi che alcune delle comunicazioni del Justus Lipsius, il palazzo che ospita il Consiglio Ue e i Vertici dei leader europei e dove ogni delegazione europea dispone di spazi dedicati,, erano vittime di intercettazioni gestite da una delle aree schermate accanto al quartier generale della Nato, nella vicina Evere, dove la Nsa si era installata. Ma le ultime indiscrezioni sul Datagate non potevano certo passare inosservate e il vicepresidente vicario del Parlamento Ue, Gianni Pittella, ha dichiarato: “Sono allibito. Se lo spionaggio della Nsa sull’Europa rivelato dai documenti di Snowden venisse confermato, sarebbe inaccettabile”. Pittella, che si è anche consultato con il presidente Schulz, ha aggiunto che “verranno chieste immediate spiegazioni e che c’è il rischio che il rapporto tra Ue e Usa si incrini”. Nel frattempo, riferisce il presidente ecuadoriano Rafael Correa, Joe Bide, vicepresidente Usa, ha chiesto all’Ecuador di “rifiutare la richiesta di asilo” ricevendo come risposta che l’Ecuador “rispetta gli Stati Uniti ma prenderà una decisione in modo sovrano.” Aggiungendo: “Se e quando Snowden arriverà sul suolo ecuadoriano, gli Usa saranno i primi a cui chiederemo un’opinione perché come abbiamo fatto per Assange con l’Inghilterra, abbiamo ascoltato tutti, ma la decisione finale sarà nostra”.

Snowden diventa Bourne? Giallo sulla talpa del datagate

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Snowden doveva prendere un aereo per Cuba, ma forse non ci è mai salito o forse ci è salito, ma di lui non c’è traccia. Accusato di spionaggio dagli Usa le due tracce si sono perse nell’aeroporto di Mosca a Sheremetevo, dove era arrivato con un volo da Hong Kong. Le agenzie di stampa avevano immediatamente battuto la notizia che Snowden era in partenza su un volo Mosca-L’Avana con prosecuzione per Quito, dove ha chiesto asilo politico. I giornalisti che si sono imbarcati sull’aereo per L’Avana però hanno dichiarato che su quel volo la talpa non c’era. Il suo posto, il 17A, come avevano fatto trapelare i media russi, è rimasto vuoto. Probabilmente Snowden ha preso un volo diverso e aveva lanciato informazioni false affinché si potessero perdere le sue tracce, visto che era stato anche preventivato il rischio che durante il sorvolo sui cieli americani l’aereo sarebbe stato costretto a fare un atterraggio fuori programma proprio nel tentativo di recuperare l’ex agente governativo. Il rischio di una tensione nei rapporti Urss e Usa è molto alto, anche perché sembra che Snowden appena atterrato a Mosca sia stato sentito dagli agenti dei servizi russi e gli americani temono una nuova fuoriuscita di informazioni. L’ecuador dice di aver solo ricevuto la richiesta d’asilo da parte della talpa, ma di non avere informazioni sull’agente. Snowden diventa Bourne?

Aggiornamento: Snowden ha ottenuto il documento di rifugiato dall’Ecuador.

La fuga della talpa… Ed Snowden cerca asilo

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La talpa cerca asilo ed è in volo alla ricerca di un Paese amico. Secondo i media di Hong Kong, Snowden avrebbe lasciato il paese  volontariamente e legalmente, dopo che ieri gli Usa avevano chiesto alle autorità di Hong Kong  di trattenerlo con un arressto provvisorio, in un primo passo di quello che si prevede essere un lungo processo di estradizione. Snowden sarebbe partito col volo dell’Aeroflot SU 213. Secondo South China Morning Post, la sua destinazione finale sarebbe l’Ecuador o l’Islanda. Intanto gli attacchi continuano e Snowden ora accusa gli Stati Uniti di piratare gli sms cinesi per raccogliere milioni di messaggi. Anche l’Europa ormai è travolta nel ciclone del datagate e Snowden è il nuovo idolo di Julian Assange, il fondatore di Wikileaks, che invita i «paesi coraggiosi» a offrire «asilo» alla talpa. Il sito web anti-segretezza Wikileaks ha affermato di aver aiutato la “talpa” che ha rivelato le attività illegali dei servizi di sicurezza americani a lasciare Hong Kong per avere asilo politico “in un Paese democratico”. Mosca, attraverso le parole del portavoce di Putin, ha fatto sapere di essere all’oscuro dei piani di Edward Snwoden. Ma dalle ultime indiscrezioni, l’agenzia Interfax ipotizza che Mosca possa essere una tappa provvisoria per poi arrivare a una delle destinazioni che metterebbero al sicuro la talpa. Tra questi paesi non si esclude neppure un possibile arrivo a Cuba.

Governo Usa pirata le compagnie telefoniche cinesi per raccogliere sms

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La cosiddetta “talpa” del Datagate, Edward Snowden, avrebbe affermato che il governo degli Stati Uniti pirata le compagnie di cellulari cinesi per raccogliere milioni di sms. Lo si legge in un articolo pubblicato dal quotidiano di Hong Kong “South China Morning Post”. L’ex-agente Cia ed ex consulente dell’Agenzia della sicurezza americana (Nsa) rifugiatosi ad Hong Kong ha dichiarato che “La Nsa pirata compagnie di telefonia mobile cinesi per rubare tutti i vostri sms”. Snowden ha aggiunto di “avere delle prove su ciò che afferma”, stando al quotidiano che però non cita alcun documento a riguardo. Il quotidiano spiega che, secondo le statistiche ufficiali, i cinesi si sono scambiati circa 900 miliardi de messaggi di testo nel 2012, il 2,1% in più rispetto al 2011. Nell’articolo non si legge come la presunta pirateria abbia avuto luogo, ma afferma che gli esperti cinesi della cybersicurezza da diverso tempo sono preoccupati sugli attacchi “clandestini” condotti con apparecchiature straniere.

Obama… aiutaci tu! Le Femen “accolgono” il presidente Usa a Berlino

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Il presidente americano Barak Obama si è recato oggi a Berlino dove ha citato il discorso di Reagan alla Porta di Brandeburgo: “Dobbiamo fare in modo di far sparire altri muri che ci sono nel mondo”. Aggiungendo: “E’ meraviglioso essere di nuovo a Berlino – ha poi detto Obama ringraziando la sua ospite – e sono contento dell’invito della cancelliera dopo i 50 anni dalla visita di Kennedy”. Da parte sua la Merkel conferma l’impegno della Germania per il successo del trattato di libero commercio riservando però una bacchettata a Obama: “Apprezziamo il lavoro degli Usa sulla sicurezza, ma c’è una questione di proporzionalità”. Il presidente Usa ha inoltre affermato: “Ho deciso che noi possiamo garantire la sicurezza degli Usa anche se riduciamo i nostri armamenti atomici strategici fino a un terzo”. Il discorso è quindi deviato sugli sforzi per la pace in Afghanistan, in Siria e in Medio Oriente: gli afghani, ha spiegato riferendosi ai colloqui con i talebani, hanno bisogno di parlare con gli afghani per rompere il ciclo di violenze, e quindi “spero che i colloqui di pace proseguano nonostante le difficoltà”. Riguardo i problemi sorti con Kabul, che oggi ha annunciato lo stop ai negoziati sull’accordo sulla sicurezza, ha sottolineato che “sapevamo che ci sarebbero state tensioni, non è una sorpresa: siamo nel mezzo di una guerra”, con morti da entrambe le parti. A conferma delle tensioni, è arrivata la dichiarazione del presidente Karzai: “Non ci uniremo ai negoziati in Qatar se non avverranno nell’ambito di un processo guidato dagli stessi afghani”. Per quel che riguarda la Siria, l’appello è affinchè termini “lo spargimento di sangue: siamo uniti nel desiderio di trovare una soluzione nella trattativa”. Ha quindi sottolineato come “tutti i Paesi del G8, Russia inclusa, hanno sostenuto la necessità di creare un governo di transizione con pieni poteri”, dichiarando che è vero che la Casa Bianca ha “le prove dell’uso di armi chimiche da parte del governo di Assad”, anche se sarebbero “esagerate” le voci di un pronto intervento. Riguardo Guantanamo, Obama ha confermato che vorrebbe ancora chiuderlo “ma ovviamente è stato più difficile delle aspettative”. Ma il presidente non si è sottratto neanche in merito alla questione datagate, riguardo la quale ha sottolineato che “gli Usa non frugano nelle email dei cittadini”, ma il governo ha mantenuto un “equilibrio appropriato” tra le esigenze dell’intelligence e i diritti civili.
Ma all’arrivo a Berlino c’è stato anche un “fuoriprogramma”, un blitz organizzato da due Femen al passaggio del convoglio del presidente. Le ragazze, a seno nudo, hanno mostrato le scritte “Obama help” e “Free our sister” lanciandosi verso l’auto ma venendo bloccate dalla polizia che, con violenza, hanno fermato la prima ragazza buttandola a terra sull’asfalto e ammanettandola. Una volta fermata anche la secondo, entrambe sono state fatte salire sulla camionetta della polizia.

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La gaffe del Belfast Telegraph: Enrico Letta confuso con lo zio Gianni!

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Inizia il G8 e il Belfast Telegraph, giornale dell’Irlanda del Nord, dedica uno speciale all’evento. Con tanto di schede dei partecipanti. E la gaffe è servita. Al posto della foto del premier italiano Enrico Letta ecco che spunta quella dello zio Gianni. Come se non bastasse, il giornale gli aumenta anche l’età, di otto anni: nel boxino dedicato alla biografia si legge infatti che avrebbe 56 anni.

Obama al G8: l’Europa lo ama sempre meno

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E’ sceso dall’aereo con un fardello pesante sulle spalle Barak Obama: lo scandalo Datagate e la questione siriana, senza contare un sondaggio Gallup, pubblicato nel marzo scorso, che ha rilevato che l’approvazione per la leadership americana in Europa è scesa di 11 punti percentuali rispetto al primo anno di presidenza Obama. Non il momento migliore per affrontare l’incontro degli Otto Grandi che questa volta sfidano la sorte e si ritrovano a Lough Erne nell’ unico mega resort golfistico a cinque stelle dell’Irlanda del Nord andato in bancarotta nel 2010 e che cerca ancora un compratore per la modica cifra di dieci milioni di sterline. L’ordine dei lavori verrà probabilmente stravolto dalla questione dello spionaggio made in Usa e il premier inglese Cameron faticherá non poco per evitare che il summit si concluda con fatti concreti e non solo buoni propositi. Il G8 inizierà nel pomeriggio, con la conferenza congiunta di Obama e Van Rompuy durante la quale verrà ufficializzato l’avvio del negoziato sul libero scambio tra Usa e Europa. Anche per Letta non sarà un esordio facile: il governo ha varato il “decreto del fare” ma resta ancora aperta la questione sull’aumento dell’Iva. Ma se ovunque in Europa si cerca di limitare i paradisi fiscali per cercare di racimolare un po’ di soldi dall’evasione fiscale, il problema siriano e l’attività di spionaggio, con le nuove rivelazioni pubblicate sul Guardian, compiute da americani e britannici in occasione del G8 del 2009 che si tenne a Londra, muteranno l’agenda del summit. E’ infatti difficile che Putin e Merkel non chiedano delucidazioni al riguardo a Obama.

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