In Venezuela scontri di sangue nel post-elezioni

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I sostenitori di Carpiles, dopo che il loro leader ha urlato ai brogli, non ci stanno ad avere Maduro come presidente e scendono in piazza. Mentre il nuovo presidente chavista urla al golpe, in strada iniziano gli scontri tra le fazioni: almeno 7 morti e 61 feriti il bilancio e 135 arresti dopo il voto per violenze.  A ruota segue lo scambio di accuse, con Caprile e Maduro impegnati ad accusare il fronte opposto e rimbalzandosi così la responsabilità delle vittime.  Lo sconfitto invia subito un tweet: “L’illegittimo (Maduro) e il suo governo hanno ordinato queste violenze, per evitare il riconteggio dei voti! Loro sono i responsabili”. E in un altro messaggio si legge: “Per quelli che stanno con me: il vostro cammino è la pace. Quelli che vogliono la violenza stiano ben lontani da noi!”. Prima però era stato il presidente ad addossare la responsabilità all’opposizione “fascista” annunciando che “non permetterà” la manifestazione di protesta convocata per domani a Caracas da Capriles.

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E’ guerra in Venezuela dopo la vittoria del socialista di Maduro!

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Per una manciata di voti Nicolas Maduro è stato designato successore di Hugo Chavez. Il socialista ha battuto il liberista Henrique Capriles avendo ottenuto il 50,7% di preferenze contro il 49,07%. Capriles non ha accettato il risultato, immediatamente ha gridato ai brogli e ha chiesto un nuovo conteggio delle schede dichiarando:  “Non la accetteremo fino a quando anche l’ultima scheda non verrà verificata”. La linea dura di Capriles contro i socialisti è già nota, anche quando a ottobre fu battuto da Chavez, non risparmiò la sua invettiva. Solo 240 mila voti separano Maduro da Capriles e questo dato è allarmante perché il partito socialista ha perso circa 600 mila voti rispetto a ottobre quando si presentò Chavez. Un calo era fisiologico, Maduro non ha lo stesso carisma di Chavez, ma nessuno si aspettava una vittoria così di misura, tanto che lo stesso Maduro ha riconosciuto le sue colpe: “Sono consapevole del fatto che ci sono molte cose che devono essere corrette, ma possiamo migliorare”. In un clima di tensione si procederà quindi al nuovo conteggio delle schede, ma ancora una volta le polemiche non cessano, in un continuo scambio di accuse come quella pesantissima rivolta a Maduro dal partito di Capriles “ex vicepresidente, non ha nemmeno esitato a tenere una conferenza stampa trasmessa sulla televisione pubblica in pieno clima elettorale”. Dall’altra parte Maduro ha immediatamente accettato un nuovo conteggio dei voti “Non ho paura di un controllo dei risultati”, ricordando che, pur con margini veramente esigui, nessuno ha impedito a George Bush  o all’ex presidente messicano Felipe Calderon di governare.

  

Entrando in una nuova settimana… il Top di quella appena finita!

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Una settimana di sismi quella italiana, non solo letterali (lo Stivale è stato afflitto da diversi terremoti di lieve entità) ma soprattutto politici e scandalistici. Mentre si aspetta l’insediamento delle Camere e l’inizio del Conclave, con politici afflitti da ansia di prestazione parlamentare e cittadini eletti che si apprestano ad entrare là dove si decidono le sorti del nostro Paese, ecco un ripasso veloce di quello che è accaduto negli ultimi giorni e ci/vi ha coinvolti di più.

Il caso Sarah Scazzi. Dopo la requisitoria del PM che ha richiesto la condanna all’ergastolo per Sabina e Cosima e 9 anni di reclusione per zio Michele, ecco che altre domande sorgono. Sarah ha scritto nel suo cellulare un sms mai inviato che sembrava un presagio di quello che sarebbe successo (L’ultimo sms di Sarah, ma mai inviato!). La ragazza temeva per la sua vita? E questa paura era collegata a ciò che sapeva? A quanto pare voleva raccontare dei festini a cui Sabrina prendeva parte. Serate con amici che diventano mortali per chi vuole denunciarle? Sarah tra festini e strip, bugie o verità nascoste?

Passando da un’aula ad un’altra, a più di una in effetti, Berlusconi e la sua guerra dichiarata alle toghe è stato uno degli argomenti che più ha scaldato gli animi. Pro o contro, nessuno è rimasto indifferente. Dalla condanna per il caso Unipol all’uveite del Cav che gli è costata un ricovero ospedaliero al fatto che non ci sia stato nessun impedimento secondo la Corte e quindi il processo per il caso Ruby possa continuare dopo che era slittata l’udienza per Mediaset. Nel frattempo il Pdl ha organizzato una manifestazione per il 23 marzo contro le toghe e gli esponenti hanno proposto un’altra manifestazione già domani, ricevendo però un secco no da parte del Cavaliere.

Mentre Bersani prosegue la sua corsa al ruolo di Premier, ingaggiando una guerra mediatica con Grillo e non ascoltando i ripetuti appelli di Renzi, i vertici del Monte Paschi tremano. David Rossi, capo della comunicazione, si è suicidato lasciandosi dietro solo un biglietto con scritto “ho fatto una cavolata” e molti interrogativi. Le indagini nel frattempo si sono intensificate e nuove, scottanti realtà, sono venute alla luce.

Se il caso Tremonti ancora non è arrivato a ricevere quello che noi riteniamo essere il giusto grado d’indignazione (del resto è “il colpo di scena” più recente), il caso del tesoretto della Cisl, ben custodito da Bonanni, ha richiamato l’attenzione di molti: il sindacalismo è altra cosa!

Forse quello che maggiormente è passato sottovoce è il capitolo Vatileaks, messo un po’ in ombra dall’attesa che venisse decisa la data del Conclave. Presto avremo un nuovo Papa, un uomo in cui speriamo di poter riporre la nostra fiducia, non obbligatoriamente come guida spirituale, ma come persona in grado di essere al passo con i tempi e con gli stessi insegnamenti che la Chiesa predica: accettazione, tolleranza, amore, rispetto. Vogliamo una società giusta, equa, dove non ci sia il costante pensiero che qualcosa d’importante ci venga celato e, soprattutto, chiediamo ci sia coerenza.

Il rispetto per il prossimo e la sua libertà di essere se stesso è il primo passo.. Questo dovrebbero ricordarlo anche i politici quando si riuniranno: di certo non hanno dato buona prova di sé e ancora ci domandiamo: “Che sarà di noi?”

Con l’augurio che questa domanda possa trovare presto una risposta… ecco il video più visto questa settimana in Italia (e per chi ancora si domandasse cosa sia l’Harlem Shake… qui saranno fugati i vostri dubbi!)

E la prossima settimana? Saremo in prima linea, per continuare a tenervi aggiornati!

Aspettando quello che verrà… e con un ultimo saluto al Presidente Chavez

Good night, and good luck!

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PRESIDENZIALI VENEZUELANE 14/4!

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La salma di Chavez è ancora esposta. In milioni sfilano per ore per per vedere il feretro all’Accademia militare dopo i funerali. Ma il nuovo governo già si muove e il nuovo presidente ad interim del Venezuela, Nicolas Maduro ha chiesto al Consiglio Nazionale Elettorale (Cne) di fissare “immediatamente” una data per le elezioni anticipate. Si svolgeranno già il 14 aprile. L’opposizione antichavista, che ha definito anticostituzionale l’assunzione di Maduro, ha offerto la candidatura a Henrique Capriles, già sconfitto da Chavez nel voto del 7 ottobre scorso. Una scelta annunciata. La lotta sarà tra lui e il presidente ad interim Nicolas Maduro, subentrato alla guida del Paese dopo la morte di Chavez. “A nome della più assoluta lealtà nei confronti del comandante Chavez, giuro che rispetteremo e faremo rispettare questa Costituzione bolivariana, con la mano dura di un popolo deciso ad essere libero”, ha detto Maduro durante la cerimonia e ha aggiunto, visibilmente emozionato, “scusate il dolore e le nostre lacrime, ma questa presidenza appartiene al comandante Chavez”.

Il Chavez di Stone!

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In occasione della scomparsa del presidente venezualano Hugo Chavez, Flavia Parnasi e Andrea De Liberato con la Movimento Film distribuiranno in sala il 27 marzo in 150 copie il film-documentario di Oliver Stone ‘Chavez – L’ultimo comandante’ (South of the Border). Il film era stato presentato Fuori Concorso alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2009 e documenta il viaggio del regista in Venezuela per intervistare Chavez e analizzare l’immagine che di lui hanno proposto i mezzi d’informazione statunitensi.

Chavez, il corteo e il mistero della bara!

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Hugo Chavez sarebbe morto a Cuba e la bara che ha sfilato durante oltre sette ore attraverso Caracas e alla quale hanno reso omaggio centinaia di migliaia di venezuelani non avrebbe contenuto la sua salma. Lo sostiene il quotidiano spagnolo ABC, citando fonti militari venezuelane. I funerali del presidente “bolivariano” sono previsti per oggi.

Chavez, quindi, non sarebbe morto nell’ospedale Militare di Caracas, ma a Cuba, dove il presidente era stato portato per un ultimo e disperato tentativo di salvare la sua vita. Da qui il suo corpo sarebbe stato portato direttamente all’Accademia Militare di Fuerte Tuina, dove centinaia di migliaia di persone stanno salutando il leader bolivariano.

Secondo ABC “l’inganno della processione costituisce una nuova messa in scena del governo, che si aggiunge alla lunga lista di bugie con le quali il chavismo ha riempito gli ultimi mesi della vita del leader”. “Volevano mostrare un bagno di folla con un chiaro interesse politico, permettendo che la gente potesse perfino toccare il feretro, quello falso, senza mettere a rischio l’integrità fisica di quello vero”, ha detto una delle fonti militari del giornale madrileno.

Il decesso, scrive il quotidiano, risalirebbe a martedì scorso all’Avana intorno alle 7 del mattino (ora locale) e il suo cadavere sarebbe stato trasportato durante la notte fino alla base aerea Generalisimo Francisco de Miranda, a Caracas, più vicina al Forte Tiuna dell’aeroporto internazionale civile di Maiquetia. La salma di Chavez, proseguono le fonti, sarebbe quindi stata esaminata nel centro medico della base, che si trova a circa 200 metri dall’Accademia Militare, e composta con l’uniforme militare. Durante la giornata di mercoledì, il corpo sarebbe stato tenuto nei sotterranei dell’Accademia.

Nel frattempo, una bara simile, vuota o con qualche peso al suo interno, è stata portata all’ospedale Militare, da dove è partita mercoledì la processione funebre. Al suo arrivo all’Accademia, duranti i pochi minuti in cui il feretro non è stato ripreso dalle telecamere, si è proceduto alla sostituzione della bara finta con quella vera, prima della sua esposizione.

Aggravamento della salute di Chavez!

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In una nota emanata durante la notte dal ministro per la Comunicazione, Ernesto Villegas, si legge che le condizioni di salute del presidente venezuelano, Hugo Chavez, sono “molto delicate” a causa di un aggravamento dei problemi respiratori provocati da “una nuova e severa infezione”. Chavez nei giorni scorsi era stato sottoposto a una “chemioterapia il cui impatto è molto forte”. Un aggravamento quindi in un quadro molto complesso che preoccupa il popolo venezuelano.

Chavez è davvero al capolinea?

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Il tumore pelvico di cui soffre Hugo Chavez e’ ormai in fase di metastasi e si e’ esteso su oltre il 30% di uno dei suoi polmoni, per cui il presidente venezuelano ormai e’ sottoposto solo a cure palliative e sarebbe stato spostato da Caracas all’isola di La Orchila, per permettergli di stare con la famiglia ‘nelle ultime fasi della sua malattia’.

Salute Comandante!

Ancora in attesa di Chavez… il presidente venezuelano accusa problemi respiratori

Chavez sta meglio: già discute di Stato e finanza!

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Chavez torna al lavoro! Salute, Comandate.

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“Un intervento complesso durato 6 ore, perfettamente riuscito”. SALUTE, COMANDANTE

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SALUTE, COMANDANTE! Chavez a Cuba, oggi l’operazione

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L’emozione di Maduro nel primo discorso pubblico “leali a Chavez al di là di questa vita”

SALUTE, COMANDANTE!

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La lotta di Chavez… in gioco c’è la sua vita!

Salute, Comandante!

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“SALUTE, COMANDANTE!” Venezuelani in preghiera per l’operazione di Chavez.

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Altra operazione per Chavez, nuovo tumore. Designa il vicepresidente come successore.

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Preoccupano le condizioni di Chavez: non parteciperà a Mercosur

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Chavez all’Avana per curarsi: si rincorrono voci su gravità malattia

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