“Francesco è un Papa Masterchef” e altre curiosità

Papa-francesco-tuttacronacaDi lui conosciamo la veste “ufficiale”, quella di un Papa che scende tra la gente e abbraccia malati e bimbi, si scatta foto con i giovani e telefona alla gente. Ma anche che non si fa problemi a puntare il dito contro quello che non va e che ha intenzione di dare un volto nuovo alla Chiesa. Ma cosa fa Papa Francesco quando non lo vediamo? Il nuovo pontefice è tutto da scoprire e in questo senso ci viene in aiuto Elisabetta Piquè, giornalista argentina e amica del Santo Padre che ha scritto un libro su di lui: “Francesco. Vita e rivoluzione”. E scorrendo le pagine scopriamo abitudini e curiosità, come il fatto che “Francesco ama la buona tavola e spesso si mette anche ai fornelli: per esempio, sa preparare un’ottima paella”. Insomma, “Francesco è un Papa masterchef”. La giornalista è stata intervistata da Gente e ha raccontato che “Già alle 4.15 del mattino, quando si sveglia, dopo doccia, barba e preghiere, si prepara un paio di mate per colazione. E nel menu di Santa Marta ha ‘imposto’ il dulce de leche, il suo dessert preferito”. Altre curiosità: “Ogni giorno, intorno alle 17.00, Bergoglio, rigorosamente da solo, prende il cappuccino alla macchinetta del caffè di Santa Marta, tirando fuori di tasca sua i 30 centesimi necessari. E ha l’abitudine di offrire brioche alle guardie svizzere”. Tra le testimonianze raccolte nel libro quella dell’amico Oscar Crespo: “Andavamo a ballare al club del quartiere Chacarita perche’ c’erano molte ragazze. Jorge era fidanzato con una della zona, rimasta sconosciuta”.

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Papa Francesco piace alla gente ma non alla ‘ndrangheta

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“Papa Francesco sta facendo innervosire la mafia finanziaria […]. Se i boss potessero fargli uno sgambetto, non esiterebbero. E di certo ci stanno già riflettendo”, l’allarme è stato lanciato dal procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Nicola Gratteri in un’intervista a Il Fatto Quotidiano “Questo Papa – spiega al quotidiano – è sulla strada giusta. Ha da subito lanciato segnali importanti: indossa il crocifisso in ferro, rema contro il lusso. È coerente, credibile. E punta a fare pulizia totale”. Questo può dare molto filo da torcere alla mafia finanziaria che da tempo investe e ricicla denaro anche, secondo quanto afferma il procuratore, nutrendosi “delle connivenze con la Chiesa”. “Chi finora si è nutrito del potere e della ricchezza che derivano direttamente dalla Chiesa è nervoso, agitato. Papa Bergoglio sta spostando centri di potere economico in Vaticano. Se i boss potessero fargli uno sgambetto, non esiterebbero”.

Come riporta l’Huffington Post citando sempre Il Fatto Quotidiano:

Secondo il procuratore aggiunto di Reggio, il Papa può essere davvero in pericolo. “Non so se la criminalità organizzata sia nella condizione di fare qualcosa – precisa – ma di certo ci sta riflettendo. Può essere pericoloso”. Gratteri, che dal 1989 vive sotto scorta, ha scritto insieme allo storico Antonio Nicaso un libro intitolato “Acqua Santissima” in cui racconta i profondissimi legami che esistono tra mafia e Chiesa. Nella sua esperienza sa come i preti vadano “di continuo a casa dei boss a bere il caffè, regalando loro forza e legittimazione popolare”.

Missile sull’ambasciata della Santa Sede a Damasco, nessun ferito!

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Un missile ha colpito l’ambasciata della Santa Sede a Damasco, la nunziatura vaticana è sita nel quartiere centrale di Malki, non lontano dalla piazza degli Omayyadi. Fortunatamente in quel momento l’ala dell’edificio era vuota e non ci sono feriti. Lo riferiscono varie fonti locali. «Qui è pieno di pietre e calcinacci. Un muro è crollato ma per fortuna stiamo tutti bene» così hanno riferito fonti contattate dall’agenzia missionaria MISNA alla nunziatura di Damasco. «Verso le sette meno un quarto abbiamo sentito un boato assordante, poi l’impatto. Fortissimo», racconta ancora l’interlocutore, aggiungendo che il Nunzio apostolico Mario Zenari è corso subito a vedere cosa fosse accaduto. «Abbiamo pregato e ringraziato Dio perché l’esplosione ha provocato solo danni materiali, senza causare vittime».

Dario Fo vs Vaticano: se ne continua a parlare…

dario-fo-vaticano-tuttacronacaPadre Federico Lombardi, dopo le dichiarazioni rilasciate ieri da Dario Fo riguardo il reading che intendeva organizzare all’Auditorium Conciliazione di Roma, prende la parola e dice: “Dopo queste uscite mediatiche, che cercano di mettere in mezzo Vaticano e Papa in modo non corretto e forse strumentale, penso proprio che sia meglio che lo spettacolo non si faccia all’Auditorium”. Il direttore della Salal Stampa della Santa Sede spiega quindi che nessuno ne era a conoscenza: “In realtà nessuna autorità vaticana ne sapeva nulla, né alla Presidenza dell’Apsa, proprietaria dell’Auditorium, né in Segreteria di Stato, né ai Consigli della Cultura o delle Comunicazioni Sociali”. Il premio Nobel aveva invece dichiarato che il Vaticano non avrebbe autorizzato la messa in scena all’Auditorium del suo spettacolo, ideato su un testo di Franca Rame, il testo scritto dall’attrice e intitolato “In fuga dal Senato”. Anche Valerio Toniolo, amministratore delegato dell’Auditorium, è intervenuto sulla vicenda: “Come fa Dario Fo a dire che il suo spettacolo è stato censurato? Lui stesso dice che in passato è stato ospite dell’Auditorium. In realtà lo spettacolo non è stato annullato perché non era mai stata data una conferma, e questo rientra nelle libere scelte di programmazione del nostro teatro”. E aggiunge: “Stavamo decidendo quali attività svolgere e non è stata data una conferma sulla spettacolo di Dario Fo perché le nostre scelte di programmazione erano altre. Noi non abbiamo mai censurato nessuno nel nostro teatro. Ma visti i problemi che fa, se si vuole fare una provocazione, allora siamo ben contenti che lo spettacolo non si faccia all’Auditorium”. A questo punto Toniolo parla di un comportamento dell’attore “pretestuoso e scorretto”, addirittura “violento” e sottolinea: “Lui stesso dice che è venuto altre volte: quindi come fa a dire che ora viene censurato? Dov’è la censura? Il teatro ha il diritto e la possibilità di stabilire il proprio calendario in base alla propria attività artistica, nel modo che ritiene migliore. Questa è la base della programmazione. Non abbiamo fatto torto a nessuno”. In particolare, a proposito dello spettacolo su Franca Rame “non è stata confermata alcuna opzione”: insomma, “non è vero che prima sia stato detto sì e poi no”. Toniolo prosegue quindi dicendo che se Fo “si comporta in questo modo siamo ben lieti di non ospitare lo spettacolo”. Del resto la struttura può ospitare”250mila spettatori l’anno” e rappresenta una una realtà “vitale e importante.” In seguito alle dichiarazioni rilasciate, Dario Fo ha ribattuto affermando che dire “Io non sapevo niente, non c’ero e se c’ero dormivo. Buttano il sasso e poi nascondono la mano”. Il premio Nobel spiega di aver saputo del no allo spettacolo ”dall’organizzatore del teatro, che era disperato, anche perche’ come dicono anche loro, eravamo già andati là con Mistero Buffo”. E ribadisce ironico: ”Hanno solo mosso ancora di più la curiosità della gente. Abbiamo sospeso tutta la pubblicità, perché basta scrivere su una locandina ‘lo spettacolo rifiutato dal Vaticano’ per avere la fila”.

Dario Fo vs Vaticano: “niente palcoscenico per lui e Franca Rame”

dariofo-censura-tuttacronacaLa settimana prossima ci sarebbe dovuta essere la rappresentazione dell’opera tratta dal libro di Franca Rame “In fuga dal Senato” presso l’Auditorium della Conciliazione di Roma, una struttura nella quale, spiega Dario Fo, “abbiamo altre volte recitato, a cominciare da Mistero Buffo”. L’opera della moglie, recentemente scomparsa, “racchiude un’esperienza di vita e di azioni spesso contrastate perfino quando si trattava di carceri, di lotta alla droga, di opposizione alla guerra e ai massacri dietro i quali spesso si intravvedono chiaramente interessi giocati nell’affare e nel profitto”, dice Fo. Ma chi si aspettava di rivedere il premio nobel sul palco resterà deluso perchè “Oggi veniamo a sapere che la Santa Sede – proprietaria di quel locale – non ci autorizza a procedere con la rappresentazione del testo di Franca. Esplicitamente hanno dichiarato: “Niente palcoscenico per Dario Fo e Franca Rame”. L’attore si chiede allora: “Come può una Chiesa continuare con gli ostruzionismi da guerra fredda che in Italia abbiamo subito nell’ultimo mezzo secolo, ancora con la censura e il divieto? E ciò significa buttare un’ombra lunga e grigia sullo splendore e la gioia che Papa Francesco ci sta regalando”.

Fondi congelati per “monsignor 500”

nunzio-scarano-monsignor-tuttacronacaMonsignor Nunzio Scarano, noto anche come “monsignor 500”, indagato per riciclaggio dalle Procure di Salerno e Roma, si è visto congelare i fondi presso la banca vaticana per disposizione della Santa Sede. Nel frattempo, le autorità vaticane continuano a indagare su transazioni sospette e le indagini potrebbero essere estese ad altre persone, come riferito oggi da padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana. Scarano è anche accusato di aver tentato di trasferire illegalmente 20 milioni di euro dalla Svizzera all’Italia ed è già sospeso dalle sue funzioni presso l’APSA (Amministrazione del patrimonio della sede apostolica). Risale al 9 luglio l’ordinanza dell’ufficio del Promotore di giustizia vaticano che ha disposto il congelamento dei suoi conti presso l’Istituto Opere di Religione (IOR). Padre Lombardi ha spiegato che “lo IOR ha affidato al Promontory Financial Group un esame oggettivo dei fatti e delle circostanze relative ai conti in questione e coopera pienamente con l’organismo di regolazione finanziaria del Vaticano AIF (Autorità di Informazione Finanziaria) e le autorità giudiziarie per fare interamente luce sul caso”. Nel dettaglio, lo IOR “sta affrontando un esame di tutte le relazioni con i clienti e delle procedure in vigore contro il riciclaggio di denaro”. Al tempo stesso, la banca vaticana “sta attuando provvedimenti adeguati per migliorare le sue strutture e procedure”. Questo percorso è cominciato a maggio di quest’anno e “ci si aspetta che sia largamente concluso per la fine del 2013”. Il direttore della sala stampa vaticana che anche informato che “nelle settimane passate, lo IOR ha nominato un chief risk officer a livello della Direzione, con lo specifico compito di concentrarsi sulla compliance (la corrispondenza con gli standard principali di controllo) e ha anche introdotto misure per rafforzare sostanzialmente il sistema di reporting. Infine, Padre Lombardi ha rimarcato che la banca vaticana “sta seguendo una linea chiara di identificazione sistematica e di tolleranza zero nei confronti di tutte quelle attività che siano illegali o estranee agli Statuti dell’Istituto, siano esse condotte da laici o da ecclesiastici”.

Vaticano nel caos: primi arresti

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Il Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza, ha arrestato questa mattina un alto prelato, Nunzio Scarano, un religioso con un ruolo di spicco all’Apa (Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica, l’organismo che gestisce i beni della Santa Sede). Insieme a lui sono stati arrestati anche un funzionario dei Servizi Segreti, Giovanni Maria Zito, un funzionario dell’Aisi, e un broker finanziario italiano che lavora soprattutto all’estero, Giovanni Carenzio. Tra i reati contestati, oltre alla truffa ed alla corruzione anche la calunnia, all’interno di una indagine che riguarda ingenti somme che sono rientrate dalla Svizzera. L’ammontare sarebbe di circa 20 milioni cash di proprietà di alcuni amici del monsignore a bordo di un jet privato. Per questo «servizio», Zito avrebbe ricevuto 400 mila euro. Gli arresti arrivano il giorno seguente allo shock per le accuse di pedofilia che ieri avevano interessato il cerimoniere pontificio: Don Franco Camaldo

 

Luci rosse in Vaticano… orge con minori?

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I video che incastrano il Vaticano sarebbero nelle mani di un notaio di Lugano, questa è la notizia shock di Francesco Zanardi, presidente di “Rete Abuso”, sulle presunte orge nella Santa Sede. Nei video, girati dalle vittime degli abusi, ci sarebbero alti prelati che molesterebbero i minorenni. Francesco Zanardi, noto blogger in lotta contro la pedofilia, essendo lui stesso stato vittima di molestie sessuali da piccolo, ha “confessato” la sua verità al settimanale ticinese “Il Caffè”.

 

Monsignore indagato per riciclaggio

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Monsignore Nunzio Scarano, religioso salernitano, è, insieme ad altre 56 persone, indagato per riciclaggio, come confermato da fonti della Procura di Salerno. Il prelato Scarano è addetto tecnico di prima categoria dell’Apsa in Vaticano, l’Amministrazione Patrimonio Sede Apostolica che gestisce i beni della Santa Sede in Italia.

Orge gay con minori in Vaticano?

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E’ il Fatto Quotidiano con un articolo a firma di Marco Lillo e Ferruccio Sansa a rivelare le orge gay in Vaticano a cui avrebbero, secondo le dichiarazioni di un manager di una multinazionale (che racconta anche di avere prove fotografate e video), partecipato anche minori.  Alcuni degli incontri, sempre secondo la fonte, sarebbero avvenuti proprio tra le mura della Santa Sede:

“In questi anni – racconta l’uomo – per ragioni di lavoro ho avuto occasione di avere accesso ad ambienti vaticani e anche ai personal computer riservati di alti prelati”.

L’uomo avrebbe anche alcuni numeri di cellulare che sarebbero serviti per organizzare questi incontri.

 

Lobby gay in Vaticano? Arriva il dietrofront

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Ieri era stata diffusa la notizia che Papa Francesco avrebbe ammesso che  nella Curia romana esiste una “corrente di corruzione”, e che c’è una “lobby gay” in Vaticano, aggiungendo che “bisogna vedere cosa possiamo fare al riguardo”. “Non posso essere io a fare la riforma, queste sono questioni di gestione e io sono molto disorganizzato, non sono mai stato bravo per questo”, avrebbe ammesso il Papa, aggiungendo che ha fiducia nella commissione cardinalizia che ha creato con questo incarico. Il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, interpellato sulla vicenda, ha detto di non avere “alcuna dichiarazione da fare sui contenuti della conversazione” dato che si trattava di “un incontro di carattere privato”. Ma, a seguito della diffusione del resoconto, la Confederazione di Religiosi Latinoamericana e dei Caraibi ha fatto un passo indietro: siamo “profondamente dispiaciuti” per la diffusione del colloquio con il Papa del quale è “attribuibile solo il senso generale”, precisa la presidenza della Clar. I religiosi precisano che “La conversazione che si è svolta sulla base delle domande rivolte al Papa dai presenti”. Il colloquio “non è stato registrato, ma poco dopo è stata fatta una sintesi sulla base di quanto ricordavano i presenti… sintesi destinata alla memoria personale dei partecipanti, in alcun modo ad una pubblicazione per la quale non era stata fatta una richiesta”. Partendo da tali elementi, precisa il comunicato diffuso a Bogotà, “è chiaro che non possono essere attribuite con certezza al Santo Padre le espressioni contenute nel testo, bensì solo il suo senso generale”. E il testo conclude: “La Clar  è profondamente dispiaciuta per quanto è successo e la confusione da essa derivante”.

La lobby gay in Vaticano?

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Lo scoop è del sito cattolico latino-america  “Reflection and liberation”, in cui viene sintetizzato l’incontro del 6 giugno scorso tra il pontefice e i rappresentanti della confederazione latino-americana e dei caraibi dei religiosi e delle religiose. Durante l’udienza il Papa avrebbe detto, secondo quanto riportato dal sito, “Nella curia ci sono persone sante, davvero, ma c’è anche una corrente di corruzione. Si parla di una ‘lobby gay’, ed è vero, esiste. Noi dobbiamo valutare cosa si può fare”.

Interpellato dalla France Presse, il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, ha detto: “È stato un incontro privato, non ho commenti da fare”.

Lo scorso febbraio, alcuni giornali italiani riferirono di una lobby gay all’interno della curia venuta alla luce durante l’inchiesta ordinata Papa Benedetto XVI su VatiLeaks, ossia le fughe di notizie dal Vaticano.

Insomma le foti sono molteplici, ma non c’è nessuna certezza come non c’è nessuna smentita.

Al Vaticano guardano i porno!

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Sembrerebbe un’eresia eppure sembra proprio che entro le mura vaticane non solo guardino film hard ma che li scarichino pure. Torrent Freak ha pubblicato uno stampato dei download provenienti da un pugno di indirizzi IP della Santa Sede e, a giudicare dai titoli dei filmati scaricati, non si possono avere molti dubbi in proposito. Ma oltre ai film vietati ai minori ci sarebbero anche alcuni blockbuster particolarmente famosi.  Ma non c’è un comandamento che dice “non rubare”?

Roma resta nel dubbio e il “camino della stufa” non è ancora pronto!

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Il cardinale vietnamita Jean-Baptiste Pham Minh Man ha preso oggi parte alla congregazione generale tenuta nel pomeriggio, portando così a quota 115 il numero dei cardinali elettori. La notizia arriva dal portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, e conferma la presenza di tutti i porporati previsti per l’elezione papale. Tuttavia ancora non è stata decisa la data di avvio del Conclave. Stando alle parole dello stesso portavoce, sarà il decano dei cardinali che conduce il collegio, Angelo Sodano, “a percepire quando sarà il momento opportuno per votare la data del Conclave. Se non lo ha ancora fatto vuol dire che ha capito che i tempi non sono ancora maturi.” Sembra ci siano infatti degli scontri interni al proposito: se da una parte i curiali e gli italiani sono favorevoli ad un rapido inizio, gli stranieri chiedono più tempo, forse per favorire qualche outsider. Dopo il gesto forte dell’ormai Papa Emerito Benedetto XVI, “gli uomini di Dio” devono valutare bene la situazione e decidere che caratteristiche deve avere il nuovo eletto, non solo per guidare il popolo cristiano, ma per riportare in seno alla Chiesa quella moralità su cui si dovrebbe fondare.

Intanto però le polemiche serpeggiano: oltre 5mila giornalisti sono stati avvisati da un’improvvisa comunicazione che i cardinali statunitensi avevano annullato il briefing che era stato previsto al collegio del Gianicolo. La stampa ha subito percepito questo come un segno di “tensione” a causa del “bavaglio” che gli attuali reggenti della Chiesa hanno imposto ai porporati anche se padre Lombardi nega ci siano state votazioni “per imporre segretezza ai cardinali riuniti in preconclave”, ha detto padre Lombardi.

Nel frattempo continuano i lavori all’interno della Cappella Sistina, anche se il “camino della stufa”, da cui uscirà il fumo, “non è stato ancora montato”.

L’ultima bugia o la prima verità su Manuela Orlandi?

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«Emanuela Orlandi e Mirella Gregori sono state rapite soltanto per ottenere la mia liberazione». È quanto afferma l’attentatore di Giovanni Paolo II, Alì Agca, nella prima intervista televisiva rilasciata dopo la sua scarcerazione, in onda a «Quarto Grado», in cui aggiunge nuovi elementi sulla sua versione in merito al caso di Emanuela Orlandi. «Ho prove documentali che dimostrano questa mia affermazione e questo dato di fatto», dice Agca, che si scaglia contro le «menzogne» di Sabrina Minardi, la ex del boss della Magliana Enrico de Pedis. «Il mondo e l’Italia vengono ingannati con la storia della Banda della Magliana. La verità è che Emanuela Orlandi è stata rapita soltanto per ottenere la mia liberazione», dichiara l’ex «lupo grigio».

«Emanuela Orlandi – spiega era la figlia di un uomo che lavorava dentro l’appartamento del Papa, considerato anche un agente dei sevizi segreti Vaticani. La famiglia Orlandi sapeva perfettamente che Emanuela era stata rapita con la complicità di qualcuno in Vaticano. Però l’ordine del rapimento di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori è partito dal governo iraniano».
«Dopo pochi giorni – prosegue Agca -, il 3 luglio ’83, il Papa ha parlato al mondo del rapimento di Emanuela Orlandi un modo per trattare con i rapitori. Altrimenti il più grande Papa della storia non avrebbe mai mentito su un evento così importante». Successivamente, infatti, «il Papa ha lanciato otto appelli, tutti durante gli Angelus, davanti al mondo». Poi «i rapitori hanno chiesto di parlare direttamente con il primo ministro del Vaticano, il segretario di Stato Cardinal Agostino Casaroli. È il 19 luglio ’83: il governo Vaticano dispose una linea telefonica speciale attraverso la quale i rapitori di Emanuela possono parlare con il Cardinale Casaroli. È un segreto dello Stato Vaticano di cosa abbiano parlato».
«Dopo il mio ritorno in Turchia – aggiunge -, Emanuela Orlandi è stata liberata, è stata consegnata al governo Vaticano. Adesso, probabilmente, Emanuela Orlandi si trova in un convento di clausura, affinchè non riveli questa complicità del Vaticano e del governo iraniano. Quindi, in qualche modo, Iran e Vaticano sono complici nell’omertà, un’omertà incredibile».
Secondo Agca, «fra il governo Vaticano e il governo iraniano c’è un silenzio concordato per difendere il dialogo interreligioso fra musulmani e cristiani, per evitare grandi conflitti umani e religiosi tra due popoli. Io capisco e rispetto questa posizione del Vaticano, però non posso rispettare questo silenzio su Emanuela Orlandi: quindi il Vaticano deve immediatamente liberare Emanuela».

La Chiesa, gli scandali, i corvi… uno Stato che si sgretola!

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«Il maggiordomo del Papa non è l’unico corvo del Vaticano. I corvi sono tanti, più di 20 persone, tutte legate alla Santa Sede. Siamo donne e uomini, laici e prelati. Se abbiamo fatto uscire i documenti dall’Appartamento del Papa è stato per compiere un’operazione di trasparenza nella Chiesa. Ora, dopo la rinuncia di Benedetto XVI al pontificato, e alla vigilia del Conclave, il caso Vatileaks continua a tenere banco. E per noi è venuto il momento di tornare a parlare».

La persona si definisce un «ex corvo». «Non ci sono più Papi da difendere o verità da far emergere. È tutto nel rapporto segreto compilato dai tre cardinali anziani», spiega. Nel rapporto c’è la storia della lobby gay, che «è verissima: potrei fare nomi e cognomi di cardinali e monsignori, di vescovi e funzionari». Ci sono poi «questioni finanziarie legate allo Ior», prosegue il corvo, che sottolinea l’esistenza di altri documenti oltre a quelli emersi: «Il libro ‘Sua Santità’ non contiene tutti i documenti in possesso di Nuzzi».
Per risalire alla nascita di Vatileaks «bisogna fare un passo indietro a circa un paio di anni fa, nel momento in cui il Santo Padre decise di realizzare attraverso monsignor Carlo Maria Viganò un’operazione di razionalizzazione nelle attività economiche dalla Santa Sede, unite all’opera di trasparenza affidata a Gotti allo Ior», spiega il corvo.
«L’operazione di Viganò fu ostacolata perchè considerata lesiva di determinati equilibri all’interno degli istituti soggetti a verifiche. Così nacque una lobby in Vaticano, composta da persone che lavoravano fra Governatorato, Apsa, Segreteria di Stato, Biblioteca, Archivio, Musei, Cei, Osservatore Romano, che ha cominciato a dialogare. Abbiamo pensato che rendere noto quello che succedeva nella Curia potesse sollevare l’opinione pubblica scatenando un’operazione di pulizia che avrebbe portato alla trasparenza».
L’operazione, i cui mandanti andrebbero cercati «nelle alte sfere», non ha portato alle dimissioni di Benedetto XVI, che «non si è dimesso per Vatileaks. Anzi, la sua presenza continuava a giustificare un determinato andazzo che invece Ratzinger voleva scardinare», dice il corvo. La rinuncia del Papa «è una sfida per ripartire da zero». Il successo di Vatileaks, aggiunge, «dipende da chi sarà il Papa eletto, da quale fazione verrà votato, e da chi sarà alla testa della prossima Segreteria di Stato».

Peccati della chiesa… Presunti o veri? S’irrita il Vaticano!

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E sì nel Vaticano 2.0, oltre gli scandali e le dimissioni, è concessa anche l’irritazione!

Un comunicato durissimo, senza precedenti nella storia del Vaticano. Un attacco contro i media che “tentano di condizionare il conclave con notizie false o non verificate”. Il comunicato viene direttamente dalla Segreteria di Stato della Santa Sede e riflette tutta l’irritazione del Vaticano per lo stillicidio di indiscrezioni che ogni giorno raccontano un po’ dei peccati – veri o presunti – della Chiesa. Dallo scandalo pedofilia alle torbide vicende dello Ior, il timore del cardinal Bertone e dei suoi è che il calderone mediatico diventi sempre più incandescente, trasformando di fatto l’imminente conclave di un processo alla Curia di Roma.

La Segreteria di Stato della Santa Sede – si legge nel comunicato – deplora il tentativo di condizionare i cardinali, in vista del Conclave, con la diffusione di “notizie spesso non verificate, o non verificabili, o addirittura false, anche con grave danno di persone e istituzioni”.

“La libertà del Collegio Cardinalizio, al quale spetta di provvedere, a norma del diritto, all’elezione del Romano Pontefice – prosegue la nota della Segreteria di Stato vaticana, pubblicata dalla Radio Vaticana – è sempre stata strenuamente difesa dalla Santa Sede, quale garanzia di una scelta che fosse basata su valutazioni rivolte unicamente al bene della Chiesa”.

“Nel corso dei secoli i cardinali – prosegue il testo – hanno dovuto far fronte a molteplici forme di pressione, esercitate sui singoli elettori e sullo stesso Collegio, che avevano come fine quello di condizionarne le decisioni, piegandole a logiche di tipo politico o mondano”.

“Se in passato sono state le cosiddette potenze, cioè gli Stati, a cercare di far valere il proprio condizionamento nell’elezione del Papa, oggi – commenta la nota – si tenta di mettere in gioco il peso dell’opinione pubblica, spesso sulla base di valutazioni che non colgono l’aspetto tipicamente spirituale del momento che la Chiesa sta vivendo”.

“E’ deplorevole che, con l’approssimarsi del tempo in cui avrà inizio il Conclave e i Cardinali elettori saranno tenuti, in coscienza e davanti a Dio, ad esprimere in piena libertà la propria scelta, – tiene a precisare la Segreteria di Stato – si moltiplichi la diffusione di notizie spesso non verificate, o non verificabili, o addirittura false, anche con grave danno di persone e istituzioni”.

“Mai come in questi momenti – conclude la nota – i cattolici si concentrano su ciò che è essenziale: pregano per Papa Benedetto, pregano affinché lo Spirito Santo illumini il Collegio dei Cardinali, pregano per il futuro Pontefice, fiduciosi che le sorti della barca di Pietro sono nelle mani di Dio”.

Angeli e demoni… ma non è un film! Wikileaks svela i rapporti Usa-Chiesa

wikileaks vatican usa

Nuovi documenti di Wikileaks diffusi venerdì sera riguardano il Vaticano e le relazioni dell’ambasciata degli Stati Uniti in Vaticano. Vi si raccontano molte cose, tra cui le seguenti.

– il Vaticano faceva sapere nel 2004 che le parole del futuro papa Ratzinger contro l’ingresso della Turchia nell’Unione Europea erano “opinioni personali” e “non riflettono la visione della Santa Sede”

– l’ambasciata statunitense in Vaticano nel 2001 auspicava un ruolo meno controproducente del Vaticano nella questione palestinese

– la missione Vaticana alle Nazioni Unite faceva nel 2009 un’ intensa attività di lobbying sui propri interessi religiosi

– le indagini sulla pedofilia in Irlanda sono state viste in Vaticano come un’offesa alla sovranità nazionale vaticana. Il cardinal Bertone ha chiesto all’ambasciata irlandese che le richieste dell’indagine arrivassero attraverso i canali diplomatici

– nel 2009 l’ambasciata americana in Vaticano riferiva di una serie di fallimenti di comunicazione da parte della Santa Sede: le sue fonti definivano il cardinal Bertone come uno che “si distingue per la sua assenza” nella gestione delle crisi (si sottolineano le gaffes e gli incidenti su Olocausto e antisemitismo), e responsabile di una crescita del “disordine”. Ma l’incaricata d’affari Julieta Valls Noyes ci aggiungeva del suo, chiamando queste opinioni “sottovalutazioni” e segnalando come Bertone sbagliasse il nome del cardinale Lefebvre, non conoscesse le lingue e accusasse i giornali di inventare i problemi. Inoltre era criticata la ristrettezza della cerchia dei consiglieri del Papa, “omogenea generazionalmente e geograficamente”: tutti ultrasettantenni incapaci di comprendere le moderne tecnologie e l’informazione. Sono “italocentrici” e parlano in gerghi loro che nessuno capisce. È segnalata “l’anomalia” di padre Lombardi che usa il Blackberry ed è più attento al mondo, ma non se lo fila nessuno.

Vaticano Vs National Geographic: sulla disputa dell’avorio

La rivista naturalistica accusa il Vaticano di favorire il traffico d’oro. “Il culto dell’avorio” di Oliver Payne mostra gli oggetti religiosi costruiti con il prezioso materiale. La S. Sede risponde duramente alle accuse. Quanti elefanti sono morti in nome di Cristo?

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