Sono morti a causa di un incendio divampato attorno alle 2.35 nella loro abitazione ad Assisi una madre di 68 anni e il figlio disabile, un 42enne. Le fiamme sono divampate nella camera da letto interessando poi anche l’ingresso della casa. A lanciare l’allarme un altro figlio della donna che è riuscito a raggiungere l’abitazione dei vicini per chiedere aiuto. Sul luogo sono intervenuti vigili del fuoco e carabinieri. Tra le ipotesi al vaglio degli investigatori anche quella che il fuoco sia stato innescato da una sigaretta accesa, estendendosi rapidamente al materasso e ad alcuni libri. Le cause devono però essere ancora chiarite e non si escludono altre possibilità. Madre e figlio, che erano in pigiama, sono stati trovati dai vigili del fuoco in cucina dove avevano cercato probabilmente di rifugiarsi.
La terra ha tremato due volte nella notte tra 4 e 5 ottobre nella provincia di Perugia, tra Gubbio e Assisi. La prima scossa è stata registrata alle 2.55 con magnitudo 2.3, mentre la seconda di magnitudo 2.8 è stata avvertita alle 5.56. I due terremoti sono stati registrati dalla rete sismica dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Ingv.
Il primo sisma, di magnitudo 2.3, ha avuto ipocentro a 9,7 chilometri di profondità ed epicentro tra Valfabbrica, Assisi, Bastia Umbria e Gubbio, nella provincia di Perugia.
Il secondo terremoto, di magnitudo 2.8, ha avuto ipocentro a 7,1 chilometri di profondità ed epicentro tra Gubbio, Cantiano e Costacacciaro.
Al momento non si registrano danni a persone o a cose.
Il giorno dopo la tragedia di Lampedusa, inizia la giornata in pellegrinaggio di Papa Francesco ad Assisi. Un percorso di oltre 30 km che prende inizio alle 7.45 e che è previsto che si concluderà alle 19.15, dopo aver toccato 11 tappe, tra cui quella più importante a metà mattinata alla tomba di San Francesco.
A dare il benvenuto al Papa c’era Pietro Grasso, presidente del Senato, dove oggi la giunta è riunita per la decadenza di Silvio Berlusconi. Tra coloro che hanno accolto il Pontefice nelle prime ore della mattina c’era il vescovo di Assisi, mons. Domenico Sorrentino e moltissimi pellegrini. Al fianco del Papa a seguirlo in questo percorso anche gli otto cardinali del consiglio che si è riunito nei giorni scorsi a Roma per riformare la Curia.
Il primo pensiero del Papa è andato naturalmente ai morti di Lampedusa: “Oggi è un giorno di pianto, queste cose le fa lo spirito del mondo”, ha detto Francesco nel corso della sua visita alla sala della spogliazione di Assisi, criticando il “mondo selvaggio” a cui non importa, tra l’altro, se “tanta gente fugge dalla schiavitù, dalla fame, cercando la libertà” e “trovano la morte come è successo ieri a Lampedusa”. Poi l’attacco alla “mondanità spirituale che uccide l’anima delle persone e la Chiesa. Prego Dio – ha detto Francesco – affinché dia a tutti noi il coraggio di spogliarci dello spirito del mondo che è la lebbra, il cancro della società, il nemico di Gesù”.
Dopo le frasi d’inizio il Papa si è recato alla prima tappa del pellegrinaggio: l’Istituto serafico di Assisi, dove Francesco si è fermato a salutare alcuni bambini e ragazzi disabili. “La mia visita è soprattutto un pellegrinaggio di amore, per pregare sulla tomba di un uomo che si è spogliato di se stesso e si è rivestito di Cristo e, sull’esempio di Cristo, ha amato tutti, specialmente i più poveri e abbandonati, ha amato con stupore e semplicità la creazione di Dio. “Noi siamo tra le piaghe di Gesù. Queste piaghe hanno bisogno di essere ascoltate. Di essere riconosciute. Mi viene in mente – ha proseguito – quando il Signore Gesù andava in cammino con quei due discepoli tristi”, ad Emmaus. “Ma alla fine – ha rimarcato Bergoglio – Gesù ha fatto vedere le sue paghe e loro lo hanno riconosciuto. Poi il pane, lui era lì. Gesù è presente e nascosto dietro la semplicità e la mitezza di un pane. Qui è Gesù nascosto in questi ragazzi, bambini, in queste persone – ha scandito il Papa – Adoriamo la carne di Gesù, in loro troviamo le piaghe di Gesù. Hanno bisogno di essere ascoltate. Forse non tanto sui giornali come notizia, quello che è un ascolto che dura uno, due o tre giorni. Poi viene un altro. Devono essere ascoltati da quelli che si dicono cristiani. Il cristiano adora Gesù, cerca Gesù. Il cristiano sa riconoscere le piaghe di Gesù”.
“Mettere al centro dell’attenzione sociale e politica le persone più svantaggiate”. Lo ha chiesto Papa Francesco nel discorso ufficiale – consegnato ma non letto – in risposta al sindaco di Assisi, Claudio Ricci. “A volte – ha scritto il Pontefice nel testo – le famiglie si trovano sole nel farsi carico di loro. Che cosa fare? Da questo luogo in cui si vede l’amore concreto, dico a tutti: moltiplichiamo le opere della cultura dell’accoglienza, opere anzitutto animate da un profondo amore cristiano”.
“La società purtroppo è inquinata dalla cultura dello scarto”, che è opposta alla cultura dell’accoglienza”. Così Papa Francesco ad Assisi, nel suo discorso ufficiale all’Istituto Serafico non pronunciato ma consegnato al vescovo della città del ‘poverello’. “E le vittime della cultura dello scarto – dice Bergoglio – sono proprio le persone più deboli, più fragili. In questa Casa invece vedo in azione la cultura dell’accoglienza. Certo, anche qui non sarà tutto perfetto, ma si collabora insieme per la vita dignitosa di persone con gravi difficoltà. Grazie per questo segno di amore che ci offrite: questo è il segno della vera civiltà, umana e cristiana! Mettere al centro dell’attenzione sociale e politica le persone più svantaggiate!”.
“A volte invece le famiglie – dice ancora Bergoglio – si trovano sole nel farsi carico di loro. Che cosa fare? Da questo luogo in cui si vede l’amore concreto, dico a tutti: moltiplichiamo le opere della cultura dell’accoglienza, opere anzitutto animate da un profondo amore cristiano, amore a Cristo Crocifisso, alla carne di Cristo, opere in cui si uniscano la professionalità, il lavoro qualificato e giustamente retribuito, con il volontariato, un tesoro prezioso”.
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“Non si può servire due padroni. O servi Dio, o servi il denaro”, ha detto Papa Francesco ad Assisi, nel suo discorso per una Chiesa più umile e povera.
“La chiesa si spogli dal pericolo della mondanità che ci porta alla vanità”. Così il papa a braccio nella Sala della Spoliazione di San Francesco del Vescovado di Assisi, davanti poveri assistiti dalla Caritas. “Oggi – ha aggiunto Francesco – è un giorno di pianto”.
“Tutti voi siete stati spogliati da questo mondo selvaggio che non dà lavoro, che non aiuta, che non importa se ci sono bambini che muoiono di fame nel mondo, non importa se tante famiglie non hanno da mangiare, non hanno la dignità di portare pane a casa. Non importa che tanta gente debba fuggire dalla schiavitù, dalla fame e fuggire cercando la libertà. E con quanto dolore tanto volte vediamo che trovano la morte, come e successo ieri a Lampedusa. Ma oggi è un giorno di pianto”. Lo dice Papa Francesco da Assisi.
“La Chiesa, tutti noi, deve spogliarsi della mondanità, che la porta a vanità, orgoglio e idolatria”. Così Papa Francesco nella sala della spogliazione di Assisi, dove San Francesco si spogliò degli averi. Il Papa ha definito la mondanità “lebbra” e “cancro” della società.
“Questa è una buona occasione per fare un invito alla Chiesa a spogliarsi, ma la Chiesa siamo tutti, dal primo battezzato, tutti siamo Chiesa e tutti dobbiamo andare per la strada di Gesù che è nato e ha voluto essere umiliato fino alla croce e se noi vogliamo esse cristiani non c’e un’altra strada”. Così Papa Francesco nel corso della sua visita alla sala della spogliazione di Assisi.
“Possiamo fare un cristianesimo un po’ più umano, senza croce, senza Gesù, senza spoliazione e diventeremo cristiani di pasticceria con belle torte, cose dolci, ma non cristiani davvero. Ma di cosa deve spogliarsi la Chiesa? Deve spogliarsi oggi di un pericolo gravissimo che minaccia ogni persona nella Chiesa, tutti: il pericolo della mondanità. Un cristiano non può convivere con lo spirito del mondo, la mondanità che ci porta alla vanità, alla prepotenza, all’orgoglio. E questo è un idolo, non è Dio. E l’idolatria e il peccato più forte”, ha detto Papa Francesco da Assisi.
Quando nei media, ha aggiunto, “si parla della Chiesa credono che la Chiesa siano i preti, le suore, i vescovi, i cardinali e il papa. Siamo tutti noi e tutti noi dobbiamo spogliarci di questa mondanità. La mondanità ci fa male. È tanto triste trovare un cristiano mondano, sicuro della sicurezza che gli dà il mondo, ma non si può lavorare dalle due parti”.
Il Papa poi si ferma a pregare sulla tomba di San Francesco.
Queste le tappe fondamentali del Pontefice sulle orme di San Francesco:
Un nuovo forte appello di pace è stato lanciato da papa Francesco durante la sua messa ad Assisi. Il Papa ha invocato che “cessino i conflitti armati che insanguinano la terra”, che “tacciano le armi”, e si ascolti il “grido” di chi soffre e muore per il terrorismo e le guerre, specie in Siria, in Terra Santa e in tutto il Medio Oriente.
“Da questa Città della Pace, ripeto con la forza e la mitezza dell’amore: rispettiamo la creazione, non siamo strumenti di distruzione!”. È l’appello per la difesa del creato lanciato da papa Francesco durante la messa ad Assisi. Nell’omelia il Pontefice ha citato il Cantico delle Creature di San Francesco.
“Rispettiamo ogni essere umano – ha detto il Papa – cessino i conflitti armati che insanguinano la terra, tacciano le armi e dovunque l’odio ceda il posto all’amore, l’offesa al perdono e la discordia all’unione”. “Sentiamo il grido di coloro che piangono, soffrono e muoiono a causa della violenza, del terrorismo o della guerra, in Terra Santa, tanto amata da san Francesco, in Siria, nell’intero Medio Oriente, nel mondo”, ha aggiunto.
“Preghiamo per la Nazione italiana, perché ciascuno lavori sempre per il bene comune, guardando a ciò che unisce più che a ciò che divide”. Lo ha detto papa Francesco ad Assisi, nell’omelia della messa celebrata sulla piazza di San Francesco. “Auguri a tutti gli italiani, alla persona del capo del governo, qui presente”.
Durante il suo Pellegrinaggio Papa Francesco a gran voce riabilità la figura di Francesco come una personalità forte e non guidata da un sentimento
“Per favore: questo San Francesco non esiste! La pace francescana non è un sentimento sdolcinato. E neppure è una specie di armonia panteistica con le energie del cosmo”.
Il Papa richiama ancora una volta alla vera natura del Francesco amante degli animali e lo strappa però da quella visione di panteismo, che spesso viene attribuita al Santo.Ancora una volta quindi la Chiesa allontana l’idea di divinità nelle cose e negli animali e si incanala dentro i canoni della religione più ortodossa, senza lasciar spazio ad altre riflessioni.
“Questo – ha spiegato il Pontefice – non è francescano, ma è un’idea che alcuni hanno costruito! La pace di San Francesco è quella di Cristo, e la trova chi ‘prende su di se il suo ‘giogo’, cioè il suo comandamento: amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato. E questo giogo non si può portare con arroganza, con presunzione, con superbia, ma solo con mitezza e umiltà di cuore”.
Francesco sceglie di mangiare alla Caritas di Assisi. Siede a tavola con i poveri, nei pressi della stazione ferroviaria di Santa Maria degli Angeli. Il Papa è atteso dal direttore della Caritas diocesana, padre Vittorio Viola, dalla presidente della fondazione, Antonietta Vetturini, e dai volontari.
Manca ancora un mese ma se cercate una camera o un hotel ad Assisi nei giorni previsti per la visita di Papa Francesco non troverete un posto letto in tutta la città. L’effetto Bergoglio si sta progressivamente propagando anche verso Perugia e Foligno. Le prenotazioni riguardano in prevalenza la notte prima o quella dopo l’arrivo del Papa. I fedeli arrivano soprattutto dalla zona di Roma, Marche, Toscana, Campania e sud Italia.
Giornata intensa, oggi, quella di Papa Francesco. In mattinata ha “visitato” la tomba di San Francesco d’Assisi collegandosi al sito dei frati francescani, dov’è possibile vedere, in diretta, le immagini della cripta in cui è sepolto il Poverello. La web cam è infatti accesa 24 ore su 24 e permette così di sostare virtualmente in preghiera. Bergoglio ha approfittato dell’udienza privata con alcuni frati francescani per porre diverse domande al riguardo ed ha composto la sua preghiera: “O Francesco d’Assisi, intercedi per la pace dei nostri cuori”, prima d’invitare i frati a sostenerlo con le loro orazioni. Nel pomeriggio, quindi, il pontefice si è recato ad accogliere il Papa Emerito Benedetto XVI, che oggi ha fatto ritorno in Vaticano dopo i 62 giorni trascorsi a Castel Gandolfo. All’eliporto, ad attendere Ratzinger, il cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone e il decano del collegio cardinalizio Angelo Sodano. Arrivato in elicottero, Benedetto XVI ha percorso in auto la strada, poche centinaia di metri, che porta a quella che da ora è la sua nuova e definitiva residenza: l’ex monastero di clausura “Mater Ecclesiae”, opportunamente ristrutturato negli ultimi mesi proprio per accogliere lui, le quattro «memores Domini» che vivono con lui, il segretario Georg Gänswein, il diacono fiammingo che lo ha affiancato ed eventuali ospiti di passaggio, primo fra tutti il fratello del Pontefice emerito, per il quale una stanza sarà sempre pronta. Papa Francesco ha atteso il predecessore presso il convento ed ora, per la prima volta nella storia, Papa regnante e Papa emerito vivranno a qualche centinaio di metri di distanza uno dall’altro, potendosi facilmente incontrare. Una situazione nuova, assolutamente inedita, che aveva a suo tempo sollevato alcuni dubbi, poi fugati dall’umiltà e dalla semplicità dei due protagonisti.
Ha pregato per ore sotto la pioggia, inginocchiato in Piazza S.Pietro, durante la messa officiata nella basilica dai 115 cardinali. Massimo, un laico di 64 anni, è arrivato da Assisi, vestito come un sacco di iuta, con un bastone e a piedi nudi. I fedeli, commossi dal suo gesto, gli si sono avvicinati: una ragazza lo ha riparato dalla pioggia battenti per diversi minuti con un ombrello; ma c’è stato anche chi si è avvicinato in preghiera al suo fianco. “Spero che il prossimo papa sia un uomo vicino ai poveri – ha detto – Dio resiste ai superbi ma fa grazia agli umili. E’ per questo che prego proprio davanti ad una fogna, qui a Piazza S.Pietro. Auspico che il prossimo pontefice possa essere un francescano”.
I Frati Francescani di Santa Maria degli Angeli di Assisi andranno in pub e discoteche per stare vicino ai giovani. E’ l’idea della Curia che ha dedicato loro l’Anno della Fede: ”Vivono una condizione di una drammaticita’ senza precedenti, sono stati derubati del loro futuro e del diritto di sperare”, l’allarme lanciato dal card.Carlo Caffarra. sono previsti incontri anche con clochard, prostitute, carcerati.
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