L’autostrada dei veleni: cromo esavalente sotto la A4

autostrada-veleni-a4-tuttacronacaE’ un reportage di Sky, a cura di Diletta Giuffrida, a spiegare come, durante gli scavi di un tunnel della Tav, è stato trovato sotto il manto stradale dell’A4 lungo il tratto Milano Brescia cromo esavalente in concentrazioni 140 volte superiori ai limiti di legge. Non solo, quindi, scarti di lavorazione e scorie di fonderia usati 25 anni fa per realizzare la terza corsia di quella che già qualcuno chiama l’Autostrada dei veleni. Silvio Parzanini, di Legambiente, spiega: “Questo è solo l’ultimo caso. Nel giro di un paio di chilometri chi sta lavorando alla Tav ha incrociato già quattro luoghi contaminati”. Mentre un residente di Castegnato, in provincia di Brescia, sottolinea: “Tutti sanno cosa hanno nascosto dentro le cave e non facciano i puritani adesso; che ricordino quando si buttava giù ogni ben di dio e nessuno controllava niente, a nessuno interessava niente”. Non solo, è anche impossibile escludere con certezza che ci sia un nesso tra i casi di leucemia riscontrati in alcune zone e l’inquinamento del territorio. La responsabile dell’Arpa di Brescia, Maria Luisa Pastore, spiega: “Il problema è quando i rifiuti vengono a contatto con l’acqua piovana, che può mobilitare sostanze contaminanti verso il terreno e verso le acque sotterranee”. La Procura di Brescia intanto, con i carabinieri del Noe, ha avviato un’indagine per smaltimento illecito di rifiuti. Le analisi dell’Arpa proseguono anche sulla terra dei campi limitrofa al cantiere. Perché, come chiede da tempo anche Legambiente, occorre sapere fino a dove si estende il fenomeno dei rifiuti sotto la A4.

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“Italia e Spagna responsabili per aumento costi”: a rischio lavori al Canale di Panama

Panama_Canal_tuttacronacaUn contenzioso tra il consorzio Grupo Unidos para el Canal (Gupc) e l’autorità che gestisce il transito nel Canale di Panama ha messo a rischio i lavori per l’ampiamento dello stesso canale. Il consorzio, che si occupa dell’espanzione e nel quale figura anche l’italiana Salini Impregilo ha minacciato di interrompere i lavori per il raddoppio della capacità di transito, a seguito di un contenzioso con le autorità panamensi legato ad un aumento dei costi di 1,63 miliardi di dollari, sui 3,1 miliardi complessivi del contratto. Impregilo nel 2009, prima della fusione con Salini e in joint venture con altri gruppi internazionali, si era aggiudicata il contratto per la costruzione del terzo set di chiuse, promosso e finanziato integralmente dall’Autorità del Canale, l’Acp. Se Impregilo ha il 48% della commessa, la spagnola Sacyr ne ha il 49% e ora la controversia rischia di trasformarsi in uno scontro diplomatico. Il presidente di Panama, Ricardo Martinelli, ha fatto sapere che si recherà in Spagna e in Italia per chiedere ai governi dei due paesi di “assumersi la responsabilità morale di ciò che è accaduto” e per cercare un aiuto nella mediazione con le aziende che fanno parte del consorzio. Per quel che riguarda le autorità panamensi, l’amministratore dell’autorità che gestisce il transito nel canale ha assicurato di essere disposto a pagare l’importo aggiuntivo richiesto dal consorzio, qualora sia accettabile: “Se si scopre che gli importi richiesti sono accettabili, allora pagheremo, ma se la controversia si risolverà a nostro favore, speriamo che l’altra parte stia al gioco”. Nel frattempo, tuttavia, le compagnie di costruizioni hanno visto le loro quotazioni crollare in borsa. Come spiega Repubblica, il contratto prevede di risolvere la disputa o con un accordo tra le parti, o tramite un ricorso in appello o l’arbitrato internazionale. La spagnola Sacyr ha annunciato ieri che sospenderà i lavori “se l’autorità non paga, entro tre settimane, 1,6 miliardi dollari per coprire i ‘costi aggiuntivi'”. Una richiesta che le autorità panamensi hanno giudicato “irresponsabile”. Il consorzio ha vinto il progetto nel 2009 per costruire un terzo canale di passaggio che rientra nel grande progetto panamense per raddoppiare la capacità di transito all’interno del canale. Panama ha valutato nell’ordine di 5,2 miliardi di dollari la spesa complessiva per l’espansione di circa 80 chilometri che permette il passaggio di navi molto più grandi di quelle che ora possono navigare lungo il corso d’acqua. I lavori del Gupc sarebbero dovuti terminare il prossimo ottobre per festeggiare i cento anni del canale di Panama. L’espansione completa dovrebbe invece terminare entro il giugno 2015.

Tensione a Roma: i lavoratori della Metro C sul piede di guerra

metro-roma-tuttacronacaLavoratori in sciopero e protesta sui Fori Imperiali. Cantieri della metro C chiusi oggi a Roma, mentre camion, betoniere e gru sono stati parcheggiati nella strada che collega piazza Venezia al Colosseo. In piazza sono scesi tanto i sindacati quanto le imprese affidatarie e i lavoratori della Metro C, tutti a chiedere al Campidoglio che vengano sbloccati 253 mln di euro. Non è la prima volta che accade: già ad agosto era stata organizzata una protesta simile, bloccando via dei Fori imperiali mandando in tilt il traffico del centro storico. “Entro l’11 novembre doveva essere sbloccata la prima tranche, di 166 milioni di euro, che sarebbe servita per pagare gli stipendi arretrati – spiega il portavoce delle imprese affidatarie Nicola Franco – Oggi è il 12 e non è arrivato nulla. Perchè? Com’è possibile che il Campidoglio non rispetti un accordo preso? Se fossi il sindaco mi sarei già dimesso…”.

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La Sagrada Familia? Nel 2026, a lavori ultimati, sarà così…

sagrada-familia-tuttacronacaUn video postato in Youtube mostra l’aspetto che avrà la Sagrada Familia, a Barcellona, nel 2026, quando saranno completati i lavori della Basilica la cui prima pietra venne posta nel 1882. E’ stato il comitato promotore a darne l’annuncio. Il Temple Expiatori de la Sagrada Família, nome completo in catalano, è il capolavoro di Gaudì, massimo esponente del modernismo catalano e attualmente è stato edificato per il 65%, secondo i calcoli di chi dirige i lavori, Jordi Faulì, che ora ne prevede il completamento della parte architettonica tra 13 anni: “Ci riusciremo se manterremo il ritmo attuale dei lavori” ha dichiarato l’architetto, che aspira a diventare colui che ha terminato la Sagrada Familia, anche se per allora ancora mancheranno molti dettagli artistici. Faulì, che ha studiato architettura a Barcellona, iniziò a lavorare nell’ufficio tecnico della Basilica all’età di 31 anni, la stessa età che aveva Gaudì quando subentrò come progettista dell’opera, che era stata iniziata in stile neogotico, nel 1883 per poi ridisegnarla completamente. La chiesa è stata consacrata ancora non conclusa, il 7 novembre 2010, da papa Benedetto XVI, che l’ha elevata al rango di Basilica minore. La vastità della scala del progetto e il suo stile caratteristico ne hanno fatto uno dei principali simboli della città, nonché una delle tappe obbligate del turismo di massa. Secondo i dati del 2011 è il monumento più visitato in Spagna, con 3,2 milioni di visitatori (seguito dal Museo del Prado e dall’Alhambra di Granada) e ora è destinato a essere completato, cambiando l’aspetto noto a intere generazioni.

Per combattere la crisi… il marito in affitto!

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In precedenza c’era stato Marco Zotti, prof precario 48enne di Montebelluna, in provincia di Treviso, che per affiancare un’altra fonte di possibile guadagno all’insegnamento, è diventato “marito in affitto”. Nessuna prestazione sessuale, ma “Faccio tutto ciò che un marito non è in grado di fare – aveva spiegato Zotti al Gazzettino -: aggiusto tapparelle, cambio le spine, monto il mobile appena acquistato, ma accompagno anche le donne in difficoltà ad acquistare un computer piuttosto che una lavatrice. Posso perfino cucinare: la mia passione. Il tutto per 20 euro senza diritto di chiamata”. Un modo come un altro per combattere la crisi, iniziato al termine di una relazione durante la quale, però, essendo lei un’albergatrice, per darle una mano aveva imparato a destreggiarsi con tutte quelle piccole incombenze che ci possono essere in una casa. Sulla stessa scia si è inserito il 38enne Sergio dal Molin, di Feltre, nel Bellunese: separato, con tre figli da mantenere, l’uomo si è armato di buona volontà e di cassetta degli attrezzi. E ora è pronto a risolvere ogni problema delle casalinghe in difficoltà. Da luglio ha aderito alla società in franchising “Il marito in affitto“, una rete di persone che, complice la crisi, si sono unite per offrire servizi. L’adesione ha un costo: “un’iscrizione di 500 euro. Ti mettono nel sito, ti aprono una pagina Facebook e ti danno dei volantini da distribuire nei locali di solito frequentati da donne come gelataie, estetiste, parrucchiere. Ci sono anche persone che lavorano per conto proprio e che, per acquisire nuovi clienti, si spacciano per mariti in affitto”. Riguardo il suo lavoro, spiega che in media riceve un paio di chiamate al giorno: “Dipende, a volte una, altre 5 per lavoretti veloci, facciamo una media di 2 chiamate al giorno”.

L’odissea della Metro C: riapriranno i cantieri a Roma?

metroc-roma-riapertura-tuttacronacaIl sindaco di Roma Ignazio Marino ha annunciato che, durante una runione, Roma metropolitane e Metro C hanno stabilito “i contenuti di una possibile intesa sul programma dei lavori della Metro C e sul superamento delle attuali criticità che hanno portato alla chiusura dei cantieri”. Il primo cittadino ha inoltre spiegato come “Metro C si è dichiarata disponibile a riaprire il cantiere se entro il prossimo 10 settembre si dovesse pervenire all’intesa: per questo il 4 settembre ci sarà una riunione al ministero delle infrastrutture con tutto i finanziatori dell’opera”. Sempre in merito all’intesa, Marino ha anche riferito, al termine della giunta capitolina tenutasi ieri che “I tempi di consegna, ovvero con passeggeri che possono scendere alla stazione, che probilmente verranno indicati nella riunione del 4 settembre e che possiamo già informalmente annunciare, saranno: per la fermata Lodi nel settembre 2014 e San Giovanni nell’inverno del 2015”. E ha aggiunto: “Stiamo finalmente arrivando in quel territorio che auspicavamo: chiarezza di tempi, di costi, di programmi per i cittadini e per Roma”. Anche Alemanno si è espresso al riguardo: “E’ sicuramente una buona notizia il fatto che stia terminando il braccio di ferro tra Consorzio Metro C e amministrazione comunale. Ma questo non può nascondere il fatto che nulla di significativo sia stato aggiunto a quanto già stabilito nelle basi contrattuali dell’affidamento dei lavori”. Ha quindi tenuto a sottolineare che “I tempi di consegna sono all’incirca quelli previsti, gli impegni e le penalità che il consorzio sta ribadendo sono sostanzialmente quelli che erano già stati assunti e che qualsiasi general contractor deve firmare al momento di definire l’appalto. Quindi, nonostante le enfatiche dichiarazioni del sindaco Marino, tanto rumore per nulla”.

Prove anticipate della chiusura dei Fori Imperiali? No, solo manifestazione

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Qualche romano avrà pensato a un’anticipazione della chiusura dei Fori Romani invece stamattina la strada è stata chiusa dopo che gru, camion e betoniere hanno occupato l’arteria che porta dal Colosseo a Piazza Venezia. La protesta iniziata questa mattina alle 7, con i lavoratori della Metro C che già ieri in una lettera avevano annunciato lo stop dei cantieri dal prossimo 9 agosto a causa del mancato pagamento da parte del comune di Roma, in poco tempo ha richiesto la chiusura dei Fori Imperiali e il relativo caos intorno alla zona interessata dalla protesta. I dimostranti hanno puntato il dito contro il Campidoglio:   «Il Comune non paga  e alcuni di noi non prendono lo stipendio da circa 3/4 mesi. Così non si può andare avanti. Nonostante tutto noi abbiamo continuato a lavorare nei cantieri della Metro C». La manifestazione si è poi spostata proprio sotto il Comune dove in centinaia, con caschi gialli e pettorine arancioni, si sono riuniti sotto l’entrata del Palazzo Senatorio per chiedere al Comune di Roma di «onorare il pagamento previsto dal contratto». Una delegazione dei lavoratori è salita in Campidoglio.

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Il sindaco Ignazio Marino al termine dell’incontro di stamani in Comune  con i lavoratori della Metro C ha detto: «Pur comprendendo le difficoltà che il Consorzio Metro C sconta da circa due anni, nella definizione di un contenzioso molto rilevante economicamente e complesso dal punto di vista giuridico, reiteriamo la richiesta – già avanzata ieri – di soprassedere alla decisione di sospendere i lavori fino al 30 settembre 2013. Ci aspettiamo un gesto di responsabilità. Entro tale data, ovvero il 30 Settembre – aggiunge Marino – ci impegniamo a definire la posizione dell’amministrazione di Roma Capitale, e di tutte le altre istituzioni coinvolte, in merito all’accordo transattivo del settembre 2011, mai formalmente sottoscritto da tutti gli enti finanziatori dell’opera».

Piramide Maya distrutta… per sbaglio!

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“Non posso credere a quanto è stato fatto, è una dimostrazione di ignoranza e insensibilità”. A fare quest’affermazione Jaime Awe, responsabile dell’Istituto per l’archeologia del Belize, a seguito di quanto successo durante i lavori eseguiti da un’impresa che stava ripianando alcune strade. Scavatrici ed altri mezzi hanno infatti distrutto una piramide Maya, di circa 2.300 anni, che si trovava nel complesso Noh Mul, “collina grande”, noto come ex centro per le cerimonie e uno dei più importanti siti archeologici dello stato dell’America Centrale. In quest’area, nel corso degli anni, sono stati trovati oggetti funerari, sculture, ossa umane e gioielli, molti dei quali sono conservati al British Museum di Londra. “E’ impossibile”, ha aggiunto Awe, “che la squadra di operai non sapesse che si trattava di una piramide Maya di 2300 anni fa e non di una collina naturale”. La piramide d’età precolombiana ora è diventata pietrisco per il manto stradale e gli archeologi di tutto il mondo sono destinati ad indignarsi per l’accaduto ora che, della costruzione originaria, si è “salvata” solo una piccola parte, che aveva un’altrezza di 30 metri. Secondo le autorità i costruttori non avrebbero potuto confondere la piramide, che si distingue notevolmente dal resto del paesaggio, con pietra di origine naturale. La polizia ha annunciato di stare conducendo le indagini sull’accaduto. Non esclude un procedimento penale nei confronti del colpevoli.

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Scheletro ritrovato a Napoli durante i lavori della metro.

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Uno scheletro di epoca romana è stato rinvenuto questa mattina a Napoli in via Egiziaca a Forcella, durante i lavori al cantiere della metro, in prossimità dell’ospedale Annunziata. Si tratta di un adulto ed è in buone condizioni. Gli archeologi, dopo aver drenato le acque in cui era sommerso, hanno proceduto a una prima analisi e schedatura dei resti e poi si è passati alla rimozione dal sito.

Livorno… e fu acqua!

acquedotto livorno - tuttacronaca

Tre giorni di impegno ininterrotto… ma finalmente l’acqua c’è! Alle 6 di questa mattina si sono conclusi i lavori di riparazione di un tratto di un collettore dell’acquedotto di Livorno che aveva subito danni a causa dello smottamento di un argine del canale dei Navicelli. E’ previsto che l’acqua, che al momento sta tornando in pressione, ripristinerà il normale flusso verso mezzogiorno dopo i disagi manifestatesi in tutta la rete cittadina.

CROLLA AL SUOLO PAPASTAMPKOS, E’ GRAVE!

Georgio Papastamkos- malato- crollo-aula-tuttacronaca

Il Parlamento europeo era riunito oggi a Strasburgo in seduta plenaria quando i lavori sono stati interrotti all’improvviso per un malore del vicepresidente. Nel primo pomeriggio si è sentito male il greco Georgio Papastamkos, che stava presiedendo l’assemblea. Il vicepresidente ha detto di doversi assentare per qualche minuto e, una volta alzatosi, è caduto al suolo. Si è poi saputo che Papastamkos è in condizioni molto gravi.

A parlare delle condizioni del vicepresidente è stato il presidente del Parlamento Ue, Martin Schulz, intervenuto alla ripresa dei lavori dall’Aula. “Invito chi prega a pregare – ha detto – e gli altri a sperare che Papastamkos possa tornare tra noi. Le sue condizioni sono molto gravi”. Schulz ha inoltre ringraziato tutti i deputati che hanno generosamente prestato soccorso nel momento in cui il loro collega si è sentito male.Erano le 14,35 quando il vicepresidente ha avuto il malore, dopo oltre due ore di voti sulla riforma della Pac e dopo diverse richieste degli eurodeputati di interrompere i lavori per poter pranzare. Il fatto è stato assolutamente inatteso e ha lasciato tutti nello sconcerto. Le successive comunicazioni di Schulz sono state date all’Aula più tardi, quando i parlamentari sono tornati a riunirsi.

Dopo l’agenda Monti, c’è l’agenda del Papa… la detta Famiglia Cristiana

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Un’agenda per il nuovo Papa: Famiglia Cristiana stila una lista di priorità da cui ripartire per una Chiesa alle prese con una “crescente perdita di credibilità”, e fra queste figura anche la liberazione per il nuovo Pontificato da ogni legame e compromissione con la finanza: “Basta con lo Ior, sì alle banche etiche”, questo il consiglio che, in un intervento sul settimanale dei paolini, rivolge al Papa che verrà lo storico e sociologo Giorgio Campanini.

Nell’editoriale di presentazione del dossier, il direttore don Antonio Sciortino sottolinea il “coraggio profetico” della scelta di Benedetto XVI che “dopo gli scandali e le ‘sporcizie’, ha riconciliato la Chiesa con i credenti e il mondo intero”. La rinuncia di Ratzinger “rilancia la Chiesa sulla via della purificazione, della richiesta di perdono e del rinnovamento”, scrive Sciortino.

Il settimanale ha chiesto ad autorevoli esponenti del mondo cattolico di suggerire una serie di punti prioritari da cui partire per riportare la Chiesa ad una dimensione “più profetica e meno diplomatica”, pulita e trasparente, “vicina ai poveri e agli ultimi”. Fra questi, viene inserita l’istanza “fortemente avvertita dall’opinione pubblica, anche ecclesiale, della liberazione del Pontificato da ogni legame (e ancor più da ogni compromissione) con la finanza”.

“Oggi esistono, in Italia e in numerosi Paesi, le banche etiche, nelle quali il credito è accordato con criteri di grande severità e finalizzato soprattutto a progetti di sviluppo, con la totale esclusione di finalità speculative. Perché non delegare a esse, o a consimili strumenti, ciò che ha a che fare con la finanza (fatta salva una snella Commissione di controllo?). La più totale trasparenza sarebbe in tal modo assicurata e i fedeli, che continuano a offrire generosamente il loro obolo, saprebbero che il denaro dato alla Chiesa, soddisfatti i bisogni legati al suo funzionamento, è destinato prioritariamente ai poveri del mondo”, scrive nel suo intervento Campanini che si definisce un “modesto laico” che osa dare consigli al nuovo Papa nello spirito di franchezza del Concilio.

Tra le altre priorità individuate ci sono la necessità di una maggiore unità fra fede e vita, rilevata da Gianfranco Brunelli, direttore del quindicinale “Il Regno”; una “maggiore trasparenza per chiudere l’era del sospetto”, invocata da Enzo Bianchi, priore della comunità monastica di Bose; un nuovo linguaggio adatto alla società e all’uomo di oggi, suggerito da padre Antonio Spadaro, gesuita e direttore del quindicinale Civilità Cattolica; e un nuovo ruolo attivo, non più da comprimari, per i laici nella Chiesa e maggiore collegialità, sottolineato da padre Barolomeo Sorge, gesuita e direttore emerito di Aggiornamenti Sociali.

Un’indagine condotta da Swg per Famiglia Cristiana, rileva, infine, le aspettative degli italiani dal Conclave: al nuovo Papa chiedono soprattutto di farsi interprete dei tempi, riportando alla centralità i valori del Vangelo, una carità accompagnata dalla giustizia e una chiesa unita e dialogante con le altre religioni.

San Pietro si fa bella in attesa del nuovo Papa

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Accelerano i lavori in corso in piazza San Pietro, in vista del prossimo ‘habemus papam’. Una trentina di statue al di sopra del colonnato della piazza vaticana, che rappresentano i Santi, sono state coperte con un reticolato da alcuni operai.

Le statue finora una trentina circa avvolte ognuna da una rete per le operazioni di restauro, si trovano sul lato destro del colonnato: quello da cui è previsto l’affaccio del Pontefice.

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