I baby scippatori di Torino: rubavano cellulari sugli autobus

scippo-autobus-tuttacronacaAttendevano che il bus arrivasse alla fermata e, localizzata la vittima, le sottraevano dalle mani il cellurare per poi fuggire via scendendo dal mezzo. Era questa la tecnica, che si vede nel video girato dalle telecamere di sorveglianza di un bus, utilizzata da tre marocchini minorenni che operavano a bordo di bus a tram a Torino, nella tratta tra piazza della Repubblica e corso Giulio Cesare a Torino. La polizia del capoluogo torinese li ha arrestati.

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Francesco parla ai fedeli dallo smartphone

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Non ne ha mai fatto mistero Francesco di essere un Ponteficere aperto alle nuove tecnologie e ai social network e così oggi per mandare il suo messaggioal mondo per l’unità dei cristiani ha scelto un video realizzato con uno smartphone. E’ stato un suo amico, un vescovo non cattolico ha realizzare il video.   “Ho scelto la lingua del cuore”. Comincia così Papa Francesco il suo messaggio al mondo. Parte in inglese ma ammette le sue difficoltà e prosegue in italiano. “E’ una lingua semplice e autentica”.

Arriva l’ennesima tassa! Metterà in ginocchio hi tech?

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Se ci sono settori che non conoscono ancora la crisi in Italia sono gli smartphone, tablet, computer portatili o fissi, ma ben presto anche l’hi tech potrebbe risentire della nuova tassa che sta per abbattersi sui dispositivi eletronici. Come se in Italia non ci fossero già abbastanza tributi da pagare allo Stato, ora arriva anche quello della Siae che sostiene che  che bisogna pagare “in cambio della possibilità di effettuare una copia personale di registrazioni, tutelate dal diritto d’autore”. Dunque per fare una copia di contenuti audio-video di cui siamo già legittimi proprietari. Per esempio per portare la compilation di Cd e Dvd su un secondo dispositivo personale come un lettore Mp3, smartphone o tablet. Naturalmente vale anche per un programma Tv, un cartone animato e un filmato (anche di YouTube) che riversiamo su un hard disk esterno. I più colpiti saranno i giovani che sono la fascia che maggiormente utilizza tali dispositivi e non sarà per nulla leggera:  5,20 euro per i nuovi smartphone e tablet che acquisteremo in futuro, fino a toccare 40 euro per i decoder con memoria interna da 400 GB.  Se l’imposta voluta dalla Siae per ottenere un ‘equo compenso’ entrasse in vigore gli introiti arriverebbero a 200 milioni di euro, considerati gli utenti dei device e le stime d’acquisto per il 2014. Una cifra esorbitante che tuttavia andrebbe a penalizzare mettendoli fuori mercato molti apparecchi.

“Rinuncio al sesso… ma non allo smartphone!”

donne-smartphone-tuttacronacaLa società MSL Group, in collaborazione con Randi Zuckerberg, sorella di Mark, il fondatore di Facebook, ha condotto una ricerca nella quale si rileva che il 45% delle donne cinesi, seguite dal 39% delle americane eil 38% delle europee sarebbero pronte a rinunciare anche al sesso per trenta giorni pur di non doversi dividere dall’amato smartphone. Per stilare il rapporto sono state intervistate oltre 3600 donne di diversi Paesi e proprio le cinesi sono risultate essere le più legate ai loro dispositivi cellulari. Il 45%, infatti, ha ammesso che rinuncerebbe a trenta giorni di sesso pur di non separarsi dal suo smartphone. Le più restie le brasiliane, solo 28% preferisce il cellulare all’amore. Ma non solo l’ossessione per l’oggetto è quasi riuscita a scalzare la passione: la sua lontananza, stanto a quanto documentato dall’Istituto per lo studio di psicoterapie, può scatenare ansia, depressione, nause, crampi e crisi. Stessi sintomi dei tossicodipendenti.

Il video che ironizza sugli iPhone-dipendenti: iDiots!

idiots-tuttacronacaMessaggiare, chattare, scattare foto, controllare e aggiornare i social. Al giorno d’oggi è praticamente impossibile ricordare “come facevamo quando non esistevano i cellulari”. Per non parlare per l’eccitazione quando esce un nuovo prodotto Apple. Che ci rende simili a robot programmati. Almeno questa è la similitudine pensata dallo studio creativo di Barcellona, Big Lazy Boy, che sopra questa idea ci ha realizzato un cortometraggio: iDiots, che ha come protagonisti piccoli robot, tutti incollati al loro telefonino, impegnati con likes, trend e interazioni così come lo siamo tutti quotidianamento. “Non prendete il messaggio troppo seriamente – scrivono gli autori nella didascalia che accompagna il corto su Vimeo – E’ solo un filmato promozionale che abbiamo realizzato per ridere sulle nostre cattive abitudini tecnologiche”.

iSalvini: il leghista a portata di un’app

isalvini-tuttacronacaLa politica ora sbarca sugli smartphone e lo fa tramite un’app. L’idea è del leghista Matteo Salvini che ha lanciato iSalvini per far propaganda e permettere a chi lo desidera di rimanere aggiornato su quello che fa il candidato leader. Ed è un’occasione per rilanciare i suoi cavalli di battaglia, immigrazione ed euro. Tra le foto in posa, s’intuisce il progetto di una candidatura a sindaco di Milano: “Dal 1993 al 2013 è stato consigliere comunale a Milano – si legge nella biografia – incarico che si è ripromesso vuole tornare a fare, magari puntando più in alto”

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Bio e green bombardano il junk food, è guerra alle patatine e ai panini!

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Il biologico e le attività green stanno schiacciando il junk food, quel cibo spesso nocivo e pericoloso che genera obesità nei giovani  e meno giovani. Come si difendono le grandi catene di fast food? Diminuisce la pubblicità in tv ma si annida sui social network e sui siti preferiti dei bambini. Secondo l’Università di Yale, nel 2012 su Facebook  ci sono stati 6 miliardi di banner pubblicitari, ma questo non è l’unico dato perché la pubblicità di panini e patatine impazza anche sugli smartphone e negli  ‘advergames’, ovvero i giochi che promuovono i prodotti.

 

“Ragazze doccia”: quando la prostituzione frequenta la scuola

ragazze-doccia-tuttacronacaProstituirsi a scuola, a soli 14, 16 anni, per avere in cambio dei regali. E’ lo scandalo che è scoppiato a Milano, dove si parla del fenomeno scolastico delle “ragazze doccia”. Il nome, come spiega il Corriere della Sera, deriva da un semplice accostamento: come una doccia al giorno loro fanno sesso tutti i giorni. I fatti avvengono nei bagni delle scuole in cambio di oggetti e sono stati scoperti da un equipe di professori guidata dal prof. Luca Bernardo, diretto del reparto di pediatria del Farebenefratelli del capoluogo lombardo. Non si tratta di reale necessità, è piuttosto una ricerca di divertimento da parte di ragazzine di buona famiglia gran parte delle quali iscritte a scuole private. Anche in questo caso, come in quello delle baby squillo del Parioli, la tecnologia è uno dei punti focali: il tutto nasce in classe, grazie agli smartphone utilizzati anche per inviare i “menù” delle prestazioni che le adolescenti offrono. Poi gli orari e quindi l’incontro nel bagno. Il compagno avventura viene scelto in base a quello che si desidera ottenere in cambio.  Il prof Bernando spiega: “Ad oggi abbiamo individuato otto ragazze, ma ci risulta che il fenomeno sia molto più esteso”. Inoltre, non si tratterebbe di un unico incontro giornaliero: le ragazze si vendono anche a più persone nell’ambito di una giornata. Il professore ha inoltre spiegato che non è facile ottenere confessioni dalle “ragazze doccia”, mentre il timore è che il fenomeno non resti circoscritto alle scuole: “Non posso pensare che in questi ambienti non girino anche soldi – dice – Inoltre sembra che ora ci siano dei ragazzi, dai diciassette anni in su che fanno da procacciatori di clienti e il timore è che nel giro, già molto preoccupante, stiano entrando anche dei clienti adulti”.

Il ragazzo che s’innamora di chi gli ha rubato il cellulare

phone_fb-tuttacronacaPoteva essere proprio una giornata storta quella del 24enne Niklaus Knecht, al quale hanno rubato il telefono durante un viaggio in treno. Ma la fortuna ha arriso allo studente: la ladra altri non era che un’avvenente ragazza che aveva iniziato a farsi foto con lo smartphone, scatti che venivano immediatamente trasmessi al pc del giovane. Nel giro di poco, Niklaus si è invaghito della bella ladruncola. Ora il 24enne sta facendo di tutto per riuscire a incontrare la giovane marocchina: “Sono sicuro che lei non c’entra nulla con il furto originale, sembra una brava ragazza”. Per non lasciare nulla intentato, Niklaus ha anche aperto una pagina Facebook per rintracciarla e ha lanciato un messaggio ironico: “Puoi tenere il telefono se esci con me”.

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Effetti collaterali degli smartphone: miopia sempre più diffusa tra i giovani

miopia-tuttacronacaE’ stato il direttore del Fatebenefratelli di Milano a diffondere le statistiche seconde le quali starebbero aumentando i casi di miopia. Questo dipende, oltre alla predisposizione genetica, anche dalla diffusione sempre più massiccia di smartphone tra gli adolescenti e i ragazzi: il continuo sforzo a cui sottopongono gli occhi per mettere a fuoco da vicino porta a una diminuzione nel focalizzare da lontano. L’allarme arriva anche dagli esperti intervenuti a Milano al recente Congresso internazionale di chirurgia refrattiva e della cataratta.”Oggi i giovani tendono a passare sempre più ore attaccati agli schermi di tablet e telefonini e questo comporta un continuo sforzo di messa a fuoco per vedere da vicino con la conseguenza che la capacità di mettere a fuoco da lontano rischia di diminuire – fa notare Antonio Scialdone, direttore dell’Ospedale Oftalmico Fatebenefratelli di Milano -. Passare molto tempo di fronte a uno schermo induce, inoltre, ad ammiccare di meno, alterando così in modo cronico il film lacrimale. Non solo, anche la luce blu diffusa da alcuni televisori e dai led di smartphone e tablet può alla lunga aggravare la situazione, sfocando la visione e diminuendo il contrasto”. Passare più ore in compagnia delle nuove tecnologie vuol spesso dire anche fare meno vita all’aria aperta e anche questo fattore può avere ricadute negative sulla vista. Per quel che riguarda i consigli per combattere l’insorgere del problema, oltre a un uso più morigerato delle tecnologie, possono giovare alcuni semplici accorgimenti: utilizzare televisori dagli schermi più grandi, che permettono di guardarli anche da una distanza maggiore; sbattere spesso le palpebre per inumidire con maggiore frequenza gli occhi mentre si usa uno pc o un tablet; seguire la regola del 20/20/20 che consiste nel fare pause ogni 20 minuti, guardando a 20 metri di distanza per 20 secondi. Non bisogna inoltre scordare di sottoporsi a controlli periodici.

Mengoni e il suo disinteresse per le tecnologie!

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24 anni e il disinteresse per le tecnologie. Dallo smartphone a Facebook Mengoni, star del nuovo pop, rifiuta le comunicazioni digitali.  “Ma non sono un anti-tecnologico”, tiene a sottolineare, “il mio non è certo un atteggiamento snob. Anzi, capisco che le nuove tecnologie siano una cosa positiva per la comunicazione, e che servano a molte persone per vincere la paura di un faccia a faccia. Mi sto avvicinando sempre più, quindi, anche a queste cose, ai social network in particolare. Ma di certo non arriverò a stare collegato ore e ore, non mi diverte far sapere agli altri cosa ho mangiato oggi o far vedere la foto del solito gattino. Leggo, osservo, se ho qualcosa davvero da condividere scrivo, o segnalo una musica, una poesia, un libro. Con queste tecnologie sono un bradipo, mi adatterò, ma con lentezza…”.

Lui d’altra parte controtendenza lo è stato sempre. Dal look stravagante e anti-conformista, che cerca di scrivere la storia in modo originale “Ma non sono un passatista”, tiene a dire, “anzi sono a favore della tecnologia, soprattutto se mi aiuta nel mio mestiere. Però per quello che riguarda la comunicazione, soprattutto sui social network, non riesco ad essere come molti miei colleghi. Leggo osservo, ma di scrivere banalità non me ne frega niente. Lo faccio se ho qualcosa davvero da dire, da condividere. Cose che abbiano un senso, un motivo” e poi aggiunge “È il rapporto con il pubblico che mi spinge a fare musica, suonare dal vivo è la cosa che ti fa andare avanti, ti rende felice di fare questo mestiere. Per me è la cosa più fica che c’è. Essere in studio per registrare va bene, è ovvio, ma dopo un po’ mi sento un po’ stretto. Invece quando suono dal vivo ogni sera è diversa, ogni concerto è come se fosse l’ultimo, non sai cosa succederà domani e quindi dai tutto quello che hai. Ogni sera quando salgo sul palco per me è l’ultima volta, e quindi cerco di dare tutto, di sgolarmi, di triturarmi le mani sulla chitarra…” e conclude: “Ho iniziato come tutti, bussando a tante porte che, ovviamente, non si sono aperte. Poi X Factor e questa rapidissima corsa che mi ha portato dove sono oggi. È un mondo curioso quello che mi sono trovato ad affrontare, me l’aspettavo diverso, magari un po’ più buono, ci sono tanti meccanismi che non capisco, tanti disequilibri, e devi sempre stare attento a come ti muovi, a quello che fai. Non è come dieci o quindici anni fa, oggi la musica è vento, passa rapidamente, è un vento forte e veloce, devi fare in modo che non ti scompigli i capelli e basta”. Dubbi, incertezze? “Tante, è ovvio, ma raggiungo anche picchi di felicità che non vanno sottovalutati. È una cosa sana dubitare di se stessi, e del lavoro che hai fatto. Se non avessi dubbi sarei già finito, non avrei limiti da superare, obbiettivi da raggiungere… “.

Forse un atteggiamento da hipster? “Amo il vinile assolutamente”, conferma lui, “sono un fan dell’analogico. La differenza di suono è abissale, il calore è diverso. E io cerco questo calore in quello che registro, quel calore che da piccolo sentivo nei dischi di Billie Holiday. Il che non vuol dire che non scarico le canzoni di Billie Holiday su iTunes, ma che, se posso, ascolto i dischi in vinile. E poi penso che sia giusto che la musica nata per essere registrata in maniera analogica sia ascoltata dai dischi in vinile. La musica di oggi invece è pensata per il digitale, ed è giusto che venga ascoltata in un altro modo”.

E al giornalista di Repubblica che gli chiede se un compromesso in favore della tecnologia odierna si può fare, risponde “Si deve fare, io mica posso costringere la gente a comprare un mio album in vinile. Ma anche se il risultato finale è digitale, io registro ancora su supporto analogico, su bobine, come si faceva un tempo”.

Ma chi è Marco Mengoni?

“Non mi ritengo un artista, non lo sono. Sono sicuramente un impiegato della musica, non mi posso attribuire una definizione così importante. Sono un impiegato che dignitosamente fa il suo lavoro, al meglio delle sue possibilità. Certo che l’arte mi piace, mi attira, io vengo da un istituto d’arte, mi piace essere onnivoro, prendere esempio dagli artisti con la “A” maiuscola. Ma io per adesso sono solo un servo della musica, non posso fare altro, lei decide per me”.

Italiani sempre più connessi: boom di smatphone e socials

smartphone-tuttacronacaE’ stato presentato a Roma l’undicesimo Rapporto Censis-Ucsi sulla Comunicazione, dal quale emerge come il grande ostacolo per “l’evoluzione” sia Internet. Nell’era 2.0 essere connessi significa “esserci”, altrimenti, ci si trova, semplicemente, “fuori dal mondo”. Ed è propio il “digital divide”, ossia il divario tra chi ha accesso alle nuove tecnologie e chi no” ad essere aumentato in modo esponenziale, creando un gap pressochè incolmabile. Come rileva il rapporto, si stima infatti che il 90,4% dei giovani navighi regolarmente in rete, mentre solo il 21,1 % degli anziani utilizzi Internet. Ma questi cambiamenti influiscono tanto sul modo di comunicare che su quello di concepire i rapporti sociali e di informarsi. Giuseppe De Rita, presidente del Censis, spiega: “Siamo interconnessi, ma la vera connettività non esiste. La connessione in mobilità determina un aumento delle potenzialità individuali. Ciò comporta l’assenza di una cultura collettiva e la divisione della società in sottoinsiemi che non riescono a coalizzarsi”. E se il 97.4% degli italiani non rinuncia alla televisione, si assesta al 39.9% la quota dei possessori di smartphone (aumento percentuale di 12,2 punti rispetto all’anno scorso): strumento indispensabile per connettersi in rete. Per quel che riguarda l’utilizzo di Internet, il 63.5% degli italiani naviga in rete e, di questi, il 69,8% utilizza Facebook. Ma la connessione sta cambiando anche il mondo dell’informazione, con i giornali cartacei che perdono copie con solo il 43.5% della popolazione che acquista giornali. E se l’86% degli italiani guarda ancora il telegiornale, si affermano di prepotenza i quotidiani online e gli altri portali d’informazione: complessivamente hanno un’utenza del 34.3%. Ormai si cerca l’informazione “personalizzata”, ma si tenta anche di farla: il cosiddetto “citizen journalism” comporta però dei rischi, come sottolinea il presidente della Fieg e dell’Ansa Giulio Anselmi “Il citizen journalism ha introdotto elementi di democrazia e pluralismo, ma il senso dell’informazione non arriva da sè. Della mediazione giornalistica credo non si possa fare a meno. Uno slogan in voga è ‘viva la rete libera’. Va bene, purché per libero non si intenda gratuito”.

Tempo di crisi e tornano i “pacchi” napoletani

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Una vecchia truffa, ma purtroppo i turisti che non hanno visto tutti i film di Totò o di Nanni Loy e non tutti hanno letto i fiumi di cronaca sui pacchi napoletani, così sono ancora molti coloro che “abboccano” nel tranello.

Che cosa è un “pacco”?

Un oggetto che è perfettamente uguale all’originale all’esterno, ma che non è mai funzionante o commestibile. Ad esempio un pacco classico solo le bottiglie di liquore esclusivo vendute con la scusa di un guasto al camion o di un imprevisto dell’ultimo momento. In realtà tali bottiglie contengono acqua, nel migliore dei casi. Oppure si tratta di televisori, computer, radio per l’auto, alimenti ricercati, la cui confezione è perfetta nei dettagli, ma non contengono ciò che promettono. Un pacco per l’appunto!

Nell’epoca 2.0 naturalmente il “pacco” si fa tecnologico e diventa uno smartphone di ultima generazione, il prezzo è ottimo e i due turisti lo acquistano. Consegnano quindi i soldi all’uomo che se ne va in moto. Il filmato pubblicato da “Il Mattino” mostra appunto il pacco a un turista a Napoli.

Come tutelarsi?

Il peso quasi sempre corrisponde, perché di solito viene inserita una pietra o un peso che lo renda “credibile”, ma di solito il campanello d’allarme dovrebbe arrivare dal prezzo… se troppo basso quasi sicuramente si tratta di un pacco.

Il giornalista vuole porre una domanda… Zanonato gli prende il cellulare

zanonato-iva-tuttacronacaIl primo ottobre è scattato l’aumento dell’Iva, passata dal 21 al 22% e così ieri un giornalista del Fatto Quotidiano voleva porre una domanda al ministro Flavio Zanonato che però ha risposto strappandogli lo smartphone dalla mani. Solo dopo qualche secondo gliel’ha restituito e, alla richiesta di spiegazioni, ha risposto dicendo che è un maleducato. La scena è stata ripresa in un video subito caricato online.

E se lo smartphone andasse… a fulmini? L’esperimento della Nokia

E se uno smartphone si ricaricasse grazie all’energia elettrica dei fulminu? Il progetto è di Nokia, realizzato in merito a consumi e risparmi energetici. Un originale esperimento è stato condotto sul nuovo Lumia dallo scienziato Neil Palmer del Tony Davies High Voltage Laboratory della britannica Università di Southampton che spiega “abbiamo inviato oltre 200.000 V attraverso uno spinterometro di 300 mm, generando calore e luce simili a quelli di un fulmine. Il segnale è stato poi trasferito a un secondo trasformatore di controllo, permettendoci di ricaricare il dispositivo”. Nel corso dell’esperimento “riuscito”, stando a quanto ha detto il professor Palmer, il circuito Nokia ha risposto al segnale ed è riuscito a stabilizzarlo. Ovviamente al momento è solo un progetto e la strada che conduce alla sua realizzazione è lunga, ma potrebbe rivelarsi rivoluzionario qualora si riuscisse a mettere a punto.

iPhone 5S… basta un capezzolo!

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Divertente video per dimostrare che la nuova creatura di Apple, l’iPhone 5S, può essere bloccato e sbloccato anche attraverso il riconoscimento di un capezzolo. La dimostrazione è stata diffusa da un sito di informazione nipponico  Rocket News 24 e ripreso dall’Independent.

Nel filmato, il Touch ID, l’innovativo sistema di sicurezza a impronte digitali Apple, registra e riconosce il capezzolo di un utente. E rimane bloccato quando una seconda persona tenta di accedere al dispositivo nella stessa maniera.

Touch ID non è considerato sistema di sicurezza infallibile. In rete, il team di hacker Chaos Computer Club (CCC) ha già spiegato come violarlo. Tempi duri per il gioiellino di Apple.

Arriva il social network per i cuccioli di casa!

petigram-tuttacronacaIn quest’epoca in cui i social network imperano, c’è chi ha pensato a una piattaforma per tutti gli amanti di cagnolini e micetti: anche gli animali domestici potranno avere così uno spazio tutto per loro e creato su misura. Cani e gatti sono da tempo star indiscusse del web, motivo per il quale si assiste a una costante proliferazione di spazi in cui condividere foto e notizie a loro dedicati. E così, dopo Mysocialpet, Ynetpet e Matchpuppy, arriva Petigram, che però rappresenta un passo in avanti: un’app che è anche una rete sociale. L’ultimo arrivato mescola Instagram, Facebook e Twitter e crea una piattaforma che dà ai proprietari di animali la possibilità di fare amicizia e condividere foto e notizie dei propri ‘pet’ preferiti. E’ scaricabile gratis su smartphone dall’Apple Store.

Addio al papà di Super Mario

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Era riuscito a trasformare la Nintendo una delle più grandi aziende leader mondiali sul mercato dei videogiochi, ma oggi nulla ha potuto contro la polmonite. Muore Hiroshi Yamauchi, un guru della ludologia. Yamauchi divenne capo della nintendo a soli 22 anni, nel 1949 quando l’azienda produceva carte da gioco. Grazie al suo intuito la Nintendo produsse Game Boy e Wii diventando il colosso mondiale per l’intrattenimento virtuale.  La svolta arriva nel 1983 quando la Nintendo mette in produzione il suo primo “family computer” a 8 bit. Nintendo sopravvive anche all’inevitabile crisi del settore dei videogames grazie a “Super Mario”, titolo che ha segnato un epoca. E’ stato anche l’uomo più ricco del Giappone. Oggi Nintendo soffre la concorrenza di tablet e smartphone, mercati dove ha deciso di non operare. Perché, diceva Hiroshi Yamauchi, “essere diversi è un valore”.

Arriva hotel Instagram-friendly, buon click a tutti!

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Instagram fa tendenza e ora arriva un hotel dedicato proprio al grande social network di immagini che in poco tempo ha rivoluzionato la fotografia mondiale grazie anche ai filtri e agli effetti che possono essere utilizzati con un semplice click. 90 stanze in cui gli ospiti saranno circondati dai cosiddetti “selfies” cioè gli autoscatti che si fanno i clienti utilizzando uno smartphone o una webcam e poi sono postate in Instagram. Nella lobby è già stata posizionata un’enorme cornice digitale su cui vengono fatte scorrere le immagini scattate dai clienti. Nelle stanze ovviamente la wifi è gratis e c’è a disposizione anche un iPad. La mappa che può dare indicazioni turistiche è fatta attraverso una serie di foto che illustrano i diversi angoli della città assolutamente da vedere.

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Si chiama 1888 Hotel in onore alla data del lancio della prima macchina fotografica a cassetta della Kodak e ha aperto da un mese a Sydney in Australia. L’offerte non mancano, si può anche vincere una notte gratis se si è in grado di poter presentare un curriculum sul Social che vanta almeno 1000 followers (naturalmente l’impresa non è facile). Ora 1888 Hotel farà concorrenza all’hotel a tema Twitter nato a Majorca.  L’hotel di Sydney può vantare anche un design da fare invidia a molti altri alberghi: mattoni rossi lasciati a vista e travi in eucalipto originali e mobili in legno riciclato rendono l’atmosfera retrò, ma anche moderna, in perfetto stile con l’App a cui si ispira

 

L’Italia è il paese più infettato da web in Europa

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Una vera e propria epidemia è in corso in Italia. Una mail ogni 177 contiene un virus e questi numeri ci hanno fatto balzare in testa alla classifica di Paese più infettato dal web in Europa. Un primato che sicuramente non ci fa onore, ma il rapporto  Symantec 2013 non lascia dubbi. Oltre ai virus che viaggiano nelle nostre mail è presente anche il phishing, cioè furto di identità digitale, con una media di un tentativo ogni 406 mail. Da cosa deriva questa nostra esposizione ai rischi del web? Sicuramente in una scarsa informazione e cultura informatica, oltre agli elevati costi che non consentono alle imprese piccole e medie di investire nella sicurezza del web.

Dietro a questo primato ci sarebbe la “pigrizia” degli italiani nell’aggiornare il proprio antivirus, la poca sicurezza della navigazione da smartphone e tablet e le Pmi, sempre secondo il rapporto Symantec:

“A livello mondiale un attacco ogni tre è rivolto contro aziende con meno di 250 dipendenti: le grandi società hanno maggiori budget per la sicurezza. Concludiamo sempre con le classifiche. I Paesi più infettati al mondo considerando tutti i problemi di natura informatica sono Usa e India. In Europa siamo terzi, dopo Germania e Olanda. Almeno che si facciano tutti i nomi degli untori.”.

“Età dell’innocenza” e sexting: sempre più giovani inviano materiale hard

sexting-cellulare-tuttacronacaL’innovazione tecnologica ha semplificato l’invio di materiale fotografico e di video in ogni momento della giornata e da qualsiasi luogo e accade che un bambino di 9 anni invii a una compagna di classe una foto di se stesso mentre fa la doccia. L’idea la copia da un suo amico, che ha ricevuto la foto di una ragazzina in costume. E’ l’inizio di una catena con toni che si fanno via via più espliciti. Il fenomeno si chiama sexting e prende vita tramite cellulari e computer. I problemi arrivano quando la situazione degenera: un ragazzino che si toglie la vita perchè minacciato o deriso in Facebook, un uomo arrestato con l’accusa di produzione e divulgazine di materiale pedopornografico, diffamazione e minaccia dopo aver pubblicato le foto hard della fidanzata. E sono solo alcuni casi. Gli psicologi Andrea Marino e Roberta Bucci dell’Istituto di Terapia Cognitivo-Interpersonale di Roma hanno raccolto dei dati allarmanti al riguardo: sono anche ragazzi molto giovani, con un’età media che tocca anche bambini di 8-9 anni, a inviare questo materiale. Un’indagine del 2009 di Associated Press e MTV ha intervistato 1.247 giovani tra  i 14 e i 24 anni: il 13% delle donne e il 9% dei maschi hanno dichiarato di aver inviato una foto o un video di se stessi nudi o semi-nudi.  Nel 2012, un’indagine conoscitiva di Telefono Azzurro ed Eurispes ha evidenziato che un ragazzo su 5 ha trovato proprie foto imbarazzanti in Rete: un anno prima la percentuale era solo di uno su 10. Il 12,3% dice di aver inviato materiale a sfondo sessuale e comunque nel 41,9% dei casi i giovani dicono di non veder nulla di male nel sexting.

Emiliano Lambiase, psicologo all’Istituto di Terapia Cognitivo-Interpersonale, si occupa del rapporto tra i problemi sessuali e la tecnologia e spiega: “In generale i ragazzi non si preoccupano: è quasi normale inviare e ricevere foto o video pornografici, anche perché molto spesso sono così giovani da non cogliere la pericolosità della loro azione”. “I bambini arrivano da noi quando i genitori si accorgono che qualcosa non va. I ragazzi più grandi quando si rendono conto di avere problemi sessuali a causa di una dipendenza da videochat e sesso “virtuale”. Il percorso per uscirne è lungo”. Il problema è che “Nella testa delle persone più fragili si crea una specie di cortocircuito” tra linguaggio reale e linguaggio virtuale “che fa perdere l’equilibrio, c’è un sovraccarico. Così siamo più distratti, abbiamo meno memoria e meno capacità di avere un rapporto emotivo con gli altri. La perdita di un punto fisso definisce la realtà virtuale come unica: è una dipendenza.” In un simile circolo, cambia anche il rapporto con il sesso: “La dipendenza da cybersesso brucia le tappe. Se prima un dipendente sessuale ci metteva più tempo ad essere totalmente assuefatto, ora i tempi sono immediati.” Per quel che riguarda i giovani, il rischio è che venga a mancare “una sana crescita sessuale.” Se internet permette di superare l’ansia da rifiuto, infatti, i problemi poi sorgono quando arriva il momento dell’approccio reale. “Il cybersesso e il sexting hanno conseguenze pericolose: i ragazzi non riescono più a lavorare, studiare e sono colti da depressione.” Ma il sexting, vissuto inizialmente come qualcosa in cui non si ravvisa nulla di male, può avere serie ripercussioni, come spiega sempre lo psicologo al Corriere della Sera. “Tra 16 e 18 anni almeno un ragazzo su 10 si è trovato in pericolo dopo avare messo online foto si se stesso nudo. Spesso le immagini vengono spedite a gente di cui ci si fida. Ma non si è al corrente della fine che poi faranno e soprattutto i messaggi vengono inviati senza il consenso dell’altro. Poi girano in rete e l’utilizzo da parte di altri può essere pericoloso. Si può entrare nella sfera della pedofilia, ma anche del cyberbullismo che fa leva su meccanismi psicologici davvero delicati. Il suicidio è l’ultima tappa, ma bisogna tenere conto che le persone che finiscono in questi vortici sono sempre le più deboli e fragili.”

“I forgot my phone”: il video che ha conquistato la rete

i-forgot-my-phone-tuttacronacaIn pochi giorni ha ricevuto otre 7 milioni di visualizzazioni. Il titolo del video è I forgot my phone e racconta una giornata trascorsa a scontrarsi con l’alienazione provocata dall’uso dei cellulari: quell’essere sempre “connesso” con il mondo che “disconnette” da chi ci circonda. Il segreto del successo del video? Probabilmente il riuscire a far identificare gli spettatori con i suoi protagonisti. Postato in Youtube il 22 agosto, il filmato è diretto da Miles Crawford e parte dall’idea di Charlene de Guzman, la protagonista. Narra di un giorno qualsiasi nella vita della donna che si rende conto di come la gente che la circonda è più interessata a scattar foto dei momenti che trascorrono con lei o, semplicemente, intrattenersi con il cellulare piuttosto che godersi la compagnia altrui.

Tutto quello che Facebook può fare dal tuo smartphone… a tua insaputa!

facebook-privacy-tuttacronacaE’ Osa Sapere che ha letto quello che la maggior parte di noi salta a piè pari, ossia le autorizzazioni che si concedono quando si scarica l’applicazione di Facebook su uno smartphone. Quello che ne hanno dedotto? Che il social blu può utilizzare il nostro cellulare come gli pare e piace. Non significa lo faccia, ma di certo ne ha la possibilità. Ma cosa può fare senza che ce ne rendiamo conto? Consentire all’app di effettuare telefonate senza che siamo noi a intervenire, cosa che può comportare chiamate o addebiti imprevisti anche se non consente le chiamate a numeri di emergenza. Ma consente anche all’app di accedere alle funzioni telefoniche del dispositivo. Questa autorizzazione consente all’applicazione di determinare il numero di telefono e gli ID dei dispositivi, se una chiamata è attiva ed il numero remoto connesso da una chiamata. E ancora, può scattare foto e riprendere video con la fotocamera, in qualsiasi momento e senza conferma da parte del proprietario dello smartphone. Lo stesso dicasi per la registrazione audio, che consente all’applicazione di registrare audio con il microfono. Questa autorizzazione consente all’applicazione di registrare audio in qualsiasi momento senza conferma. La posizione approssimativa consente inoltre all’applicazione di accedere alla tua posizione approssimativa grazie ai ripetitori di telefonia mobile e alle antenne wifi. E se non bastasse, la posizione precisa permette all’app di determinare la posizione esatta tramite GPS o fonti di geolocalizzazione come ripetitori di telefonia mobile e wifi. C’è inoltre da fare i conti con la lettura contatti personali, che consente di leggere i dati relativi ai contatti memorizzati sul telefono inclusa la frequenza con cui sono state effettuate le chiamate, inviate le email o comunicato in altri modi con individui specifici. Inoltre permette all’applicazione di salvare i dati dei tuoi contatti, che potrebbero essere condivisi. La lettura informazioni sociali permette invece di salvere i dati dal registro chiamate mentre applicazioni dannose potrebbero condividere i dati del tuo registro chiamate a insaputa dell’utente. E ancora, la modifica dei contatti personali consente all’applicazione, appunto, di modificare i dati relativi ai contatti memorizzati sul telefono, inclusa la frequenza con cui hai effettuato chiamate, inviato email o comunicato in altri modi con contatti specifici, anche di eliminarli. Ma anche il registro chiamate non sarebbe al sicuro, visto che l’app potrebbe modificarlo. L’archivio Usb consente invece all’applicazione di scrivere nell’archivio USB, modificare o eliminare contenuti mentre l’aggiunta o rimozione account permette all’applicazione di eseguire operazioni quali l’aggiunta o la rimozione degli account e delle relative password. C’è inoltre da fare i conti con il download dati da internet, che consente di scaricare i file tramite gestione dei download senza mostrare alcuna notifica all’utente. Infine, il recupero applicazione in esecuzione consente all’applicazione di recuperare informazioni sulle attività attualmente e recentemente in esecuzione. Ciò potrebbe consentire all’applicazione di scoprire informazioni sulle applicazioni in uso sul dispositivo. Tutto questo è possibile… perchè l’abbiamo autorizzato.

Quanto in alto riesci a lanciare il tuo smartphone? L’app S.M.T.H. te lo dice!

-sendmetoheaven-tuttacronacaL’idea è di quelle stravaganti e che fanno presa sul pubblico: Send Me To Heaven è un’app creata per misurare quanto in alto si è in grado di lanciare il proprio smartphone. E se anche qualcuno pensa che si tratti di uno scherzo… è tutto vero! L’app sfrutta la tecnologia del giroscopio per misurare l’altezza massima raggiunta in aria dal cellulare. Un gioco pericoloso però, soprattutto per il dispositivo che, cadendo a terra, potrebbe danneggiarsi quando non rompersi fragorosamente. Motivo per il quale Apple ha rimosso l’app dal proprio store. Ma i più coraggiosi potranno sfidarsi ed entrare in classifica provandola gratuitamente su Google Play.

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Sesso, bugie e… social network! Incubo in un liceo.

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Un liceo sconvolto da sesso, bugie e social network. Insulti, cyber bullismo e menzogne atte a  rovinare la reputazione di studenti, vittime di un vero e proprio inferno. Il fenomeno si era dilagato in un liceo dell’Ohio e aveva raggiunto una dimensione tale che sono stati gli organi di stampa a dar risalto alla notizia. I gossip si diffondevano via Ask.fm, poi qualcuno li ripostava via Twitter attraverso l’account anonimo @HudConfessions, ora chiuso.

Il cyber bullismo è in aumento, dilaga tra i giovani, a volte anche tra i bambini che passano ore davanti a un tablet, uno smartphone o un pc. I pericoli sono in agguato, dalla caduta della propria autostima, alla depressione, fino ad arrivare a togliersi la vita quando quegli insulti sono così infamanti e così reiterati da creare una vera e propria gabbia in cui lo studente si sente senza vie di uscita.

Quist, l’applicazione americana per gay e lesbo, sceglie Capezzone

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Quist, un’applicazione per smartphone che vuole costruire una vera e propria community per gli omosessuali, raccogliendo anche gli eventi e le notizie legate al mondo LGBT e ai suoi protagonisti, ha scelto per la propria homepage di mettere come esempio del “coming out” italiano daniele Capezzone, attuale portavoce del Pdl ed ex radicale, che secondo Quist, sarebbe il primo membro dichiaratamente bisessuale del Parlamento italiano e il secondo a ricoprire un incarico pubblico. La scelta sorprende perchè Quist ha scelto Daniele Capezzone, ma non ha neppure pensato a Paola Concia (attivista per i diritti LGBT e membro della Camera dei deputati), Nichi Vendola  (Presidente nazionale di Sinistra Ecologia Libertà e attuale presidente della Regione Puglia) o Ivan Scalfarotto ( politico e attivista italiano, impegnato per i diritti LGBT e vicepresidente del Partito Democratico). Quist ha scelto Daniele Capezzone che fra l’altro il 12 febbraio 2010 è stato condannato, in via definitiva dalla Corte Suprema di Cassazione per il reato di diffamazione a mezzo stampa. Come si può leggere su Wikipedia infatti la Suprema Corte ha respinto il ricorso di Capezzone per una vicenda risalente al novembre 2002, quando ricopriva la carica di segretario dei Radicali Italiani. Attraverso una dichiarazione stampa, questi si era rivolto a Carlo La Speranza, Pubblico ministero nel processo sull’omicidio della studentessa romana Marta Russo, parlando di «comportamenti letteralmente teppistici di alcuni magistrati»

Fra l’altro Capezzone solo in un occasione, sempre seguendo la biografia di Wikipedia, avrebbe affermato, nel 2006,  in un’intervista ad Eva 3000 ripresa dal Corriere della Sera, di essere bisessuale. Lo stesso politico, in una successiva intervista a Libero, ha definito «una tempesta in un bicchier d’acqua», aggiungendo che «le mie relazioni sono affar mio». Tale posizione è stata ribadita nel 2010 in un’ulteriore polemica sulla sua presunta bisessualità, in cui ha riaffermato che questi argomenti «sono questioni private». Quindi perché Quist non sceglie un vero attivista italiano dei diritti LGBT, ma preferisce avere in homepage un politico che fa riferimento a una sua presunta bisessualità come “una questione privata”?

Phubber, ovvero la maleducazione 2.0

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In Italia forse ancora non è conosciuto il termine «phubber», ma all’estero molti vip e star famose sono cadute nella trappola e gli utenti in rete non hanno perso tempo a etichettarli sotto questo marchio “infamante”. Ma cosa è un phubber? E’ la cattiva abitudine o a volte l’ossessione di continuare a smanettare con lo smartphone ad ogni occasione, anche quando qualcuno vi sta rivolgendo la parola, o anche a qualche cerimonia. Sono stati etichettati come phubber Elton John, David Furnish, Victoria Beckham e Jay-Z. Il phubber è in definitiva la maleducazione 2.0 e va a sottolineare il comportamento ormai molto diffuso tra le celebrità, ma che è in rapida ascesa tra le persone comuni, tanto che un gruppo di australiani ha dato vita a una campagna  «Stop Phubbing», che è già stata seguita da almeno altre cinque iniziative analoghe. «Il fenomeno del “phubbing” è quanto di più fastidioso possa esserci – spiega Alex Haigh, creatore della campagna anti-phubbing – ed è diffuso al punto da aver completamente eliminato la capacità di parlare faccia a faccia con qualcuno. Ecco perché occorre fare qualcosa e far girare la voce per fermare questo comportamento, che è ormai sfuggito di mano».

A volte, capita anche, che chi denigra questi comportamenti però, non lo faccia in modo molto più educato di chi viene pesantemente criticato. Non è difficile riscontrare veri e propri insulti che esulano dall’obiettivo che sarebbe quello solo di ironizzare sui «tossicodipendenti da telefono cellulare».

 

Napoli: incidente mortale nel weekend dell’esodo

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Al km 22 della strada statale 7 bis ‘di Terra di Lavoro’ in direzione nord, nel territorio di Melito di Napoli, questa mattina si è verificato un incidente mortale.  Lo ha comunicato l’Anas, raccomandando agli automobilisti la massima prudenza in questo fine settimana da bollino nero. L’evoluzione della situazione del traffico in tempo reale è consultabile sul sito web oppure su tutti gli smartphone e i tablet, grazie all’applicazione ‘Vai Anas Plus’.

Esplode la batteria di un Samsung Galaxy S4: casa in fiamme

galaxy_s4_fire-tuttacronacaUn sito cinese, Xianguo.com, riporta la storia del signor Du, residente a Hong Kong. L’uomo stava seguendo la televisione quando la batteria del suo Samsung Galaxy S4 è esplosa. “Stavo guardando un programma, la batteria è esplosa, istintivamente l’ho presa e lanciata sul divano, il divano ha preso fuoco e poi sono scappato.” Da quel momento, le fiamme sono divampate incendiando l’abitazione. Ma non è il primo incidente causato dalle batterie di questi cellulari. Una ragazza svizzera, il cui Galaxy S3 le era esploso in tasca, ha riportato ustioni di terzo grado, mentre l’anno scorso un uomo di Dublino ha dichiarato che il suo Galaxy S3 aveva preso fuoco mentre era appoggiato sul cruscotto della sua auto. Secondo Samsung, la colpa è da imputare all’utilizzo di prodotti non ufficiali ma il signor Du ha dichiarato che il suo cellulare il caricabatterie e la batteria erano tutti autentici. Non è solo questa marca, però, ad essere vittima di incidenti: nel mese scorso una donna cinese è stata uccisa da una scarica elettrica partita dal suo iPhone 5.

Le rubano il cellulare, lei apre un blog con le foto del ladro

iphone_drop-tuttacronacaUna turista tedesca ha scoperto che le avevano rubato il cellulare durante lei si godeva un bagno di mezzanotte. Ma l’autore del furto non si è reso conto che la proprietaria dello smartphone aveva installato l’app Dropbox sul telefono. L’incauto ragazzo, volato a Dubai, ha quindi iniziato ad utilizzare il suo “bottino” per scattare delle foto, ignorando il fatto che tutte vengono scaricate sulla casella della sua vittima. La giovane tedesca ha così deciso di aprire un blog, “Vita di uno sconosciuto che ha rubato il mio telefono”, dove posta ogni giorno gli scatti del ladruncolo.

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La bimba che a 14 mesi si aggiudica un’auto su eBay

bimba-ebay-macchina-tuttacronacaLei si chiama Sorella Stoute e il mese scorso si è aggiudicata per 200 dollari, poco più di 150 euro, una Austin Healey del 1962 partecipando a un’asta su eBay. Nulla di strano… se non si trattasse di una bimba di 14 mesi che, nonostante sia ancora insicura quando cammina, gioca con disinvoltura con il cellulare del papà. La piccola, che abita con la famiglia a Portland, nell’Oregon, toccando inavvertitamente l’icona dell’applicazione mobile di eBay sullo smartphone del padre, ha fatto sì che una vecchia auto sportiva britannica, non in ottime condizioni, fosse recapitata a casa sua. I genitori hanno scoperto il fatto solo dopo aver ricevuto da eBay la mail di congratulazioni per l’affare concluso. A quel punto non è restato altro che trovare un modo per risolvere la situazione, innanzitutto racimolare i soldi per pagare il fortuito acquisto. Paul, il padre, ha aperto una pagina su un sito di fundraising per farsi aiutare online, ha raccontato la storia alla stampa, si è fatto intervistare con Sorella e ha poi portato l’auto nel giardino di casa dei nonni, a Milwaukee. Ora alla piccola non resta altro che godersi l’infanzia sapendo che allo scoccare dei 16 anni la sua auto l’aspetta. Ma per evitare altre spese pazze, il padre ha cambiato la password di eBay e attivato il riconoscimento facciale per accedere alle transazioni.

18enne ustionata dal Galaxy S3 esploso

smartphone-brucia-tuttacronacaBrutta avventura per una 18enne svizzera che lavora come apprendista imbianchina a La Chaux-de-Fonds, nel cantone svizzero di Neuchatel. Fanny Schlatter stava caricando delle latte di vernice sul furgone del suo capo quando ha sentito uno scoppio dietro di sé e, subito dopo, uno strano odore di qualcosa di chimico che bruciava. La ragazza si è resa conto della situazione quando la tasca posteriore dei suoi pantaloni da lavoro ha preso fuoco e le fiamme hanno cominciato a lambirle le spalle. Terrorizzata, ha chiamato l’attenzione del suo capo, Stephane Kubler. L’uomo le ha sfilato i pantaloni e, portantdola in braccio, l’ha trasportata in bagno per bagnarle le ferite. In ospedale, i medici hanno diagnosticato a Fanny ustioni di secondo e terzo grado alla mano e alla coscia destra. Proprio la gamba soffre ora di una momentanea perdita di sensibilità e presenta una bruciatura piuttosto estesa, tanto che non si esclude la necessità, in futuro, di un intervento plastico. Causa di tutto è stato il cellulare che la ragazza aveva nella tasca della divisa, un Samsung Galaxy S3 che, esplodendo, ha provocato l’incendio. “La batteria dello smartphone era completamente carbonizzata – ha raccontato la ragazza a Le Matin, spiegando anche di aver acquistato il telefonino vecchio di un anno da una conoscente poche settimane prima e che le batterie erano originali -, e aveva triplicato di volume, mentre l’acido che conteneva era fuoriuscito e questo ha probabilmente aggravato le mie ustioni. Fortunatamente però avevo i capelli legati e la mia maglia non ha fatto in tempo a prendere fuoco, sennò sarei andata letteralmente in fumo!” Ora la ragazza, che dovrà restare a casa saltando tanto il lavoro che le ferie già prenotate, sta riflettendo sulla possibilità di denunciare la Samsung. “Siamo molto dispiaciuti per l’accaduto – ha spiegato Mirjam Berger, portavoce Samsung per la Svizzera, alla stampa –, e non appena riusciremo a contattare la signorina Schlatter ci faremo consegnare il telefonino, che verrà probabilmente inviato in Corea per essere esaminato, e lanceremo un’approfondita indagine per cercare di stabilire le cause dell’incidente. Vogliamo però rassicurare la clientela che tutti i nostri prodotti vengono sottoposti a rigorosi e sistematici controlli di qualità, per garantirne la sicurezza”. Forse questi non controlli non bastano? Le batterie dello stesso modello non sono infatti nuove a simili epslosioni: a maggio un utente aveva postato infatti sulla piattaforma Reddit la foto di un telefonino dello stesso modello completamente distrutto da un’improvvisa combustione notturna, arginata grazie ad un provvidenziale bicchiere d’acqua.

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Il terremoto ora lo traccia l’app

app-terremoto-tuttacronacaL’uomo ha spesso bisogno di sapere di essere in grado di monitorare le catastrofi naturali e i terremoti e ora la tecnologia gli corre in aiuto. Grazie a un’app e ad uno smartphone dotato di accelerometro si possono infatti monitorare i terremoti. All’esperimento, che dura ormai da tre anni, sta lavorando un team di ricercatori del California Institute of Technology (Caltech). Il gruppo ha elaborato un sistema di rilevazione delle scosse sismiche attraverso un’applicazione che impiega l’accelerometro come fosse un sismografo. L’accelerometro è un dispositivo inserito negli smartphone, che viene già utilizzato nei giochi, che fa capire al cellulare in che posizione si trova.

Le app per andare in vacanza: dal cocomero ai sentieri

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Vacanze 2.0! mai come il 2013 le app per le vacanze stanno prendendo piede e gli smartphone non si abbandonano neppure in spiaggia, anzi in vacanza c’è più tempo per intrattenersi cone le diverse app. Alcune sono vere e proprie “diavolerie”, altre invece possono allietare un soggiorno o facilitarci un percorso in montagna. Molto richieste le app scaccia zanzare, anche se dai commenti degli utenti emerge che non sempre funzionano. però rest il fascino di sapere che l’ultrasuono emesso dallo smartphone ci faccia passare delle notti tranquille. Anche se, come precisano i creatori, l’ultrasuono non è uno qualsiasi ma «quello che riproduce il richiamo sessuale del maschio causando repulsione da parte delle femmine già fecondate, le uniche in grado di pungere».

Ma per iniziare una vera e propria “e-holiday” o “e-vacanza” non si può prescindere dalle app che evitano i costi extra all’imbarco per il peso eccessivo del bagaglio, «Packing Pro» in poche mosse e con le impostazioni personalizzate evita il disagio a tutta la famiglia.

Volete un volo low cost? Nessun problema con  «Skyscanner», l’app usata da oltre 20 milioni di persone, disponibile in 29 lingue e in oltre 70 valute, è un gioco da ragazzi trovare la rotta che fa per voi.

Ma una volta al mare quale spiaggia scegliere?   «Spiagge Italia» è una delle tante app utili con 1.300 aree classificate per distanza, descrizione, tipologia, servizi, gestione e anche frequenza (affollate o meno). E l’acqua? Quanto è buona? Ci si può fare il bagno o è meglio evitare? Basta chiederlo al sito mobile m.portaleacque.salute.gov.it del ministero della Salute: si inserisce la località in cui ci si trova e compaiono qualità del mare, eventuali divieti di balneazione.
Per gli amanti della tintarella (salutare), ecco, tra le altre, «iBronze»: si sceglie il proprio tipo di pelle e l’applicazione – sfruttando la posizione gps del proprio telefonino e le previsioni meteo – suggerisce la protezione da utilizzare e per non farsi scottare.

Cosa ci manca ancora? la scelta del cocomero da portare in spiaggia. Ecco che dalla Cina arriva l’app. Come funziona? Si prende l’anguria, si avvicina lo smartphone con l’applicazione, si batte con le nocche e dopo aver analizzato il tipo di suono compare la scritta «maturo» o «non ancora maturo».

E se si sceglie la montagna? Sul sito http://www.dolomitisupersummer.com i sentieri sono divisi per sforzo richiesto (battito lento, medio o forte) e tipo (gusto, famiglia, benessere, storia, ecc).
Se poi si vuole passare una giornata di relax a giocare, al «Villa Airoldi Golf Club» di Palermo hanno deciso di mappare tutto il campo: così con uno smartphone è possibile capire non soltanto a che punto ci si trova, ma anche dov’è la buca più vicina.

Cosa ci manca? Forse l’app per vivere sereni e felici qualche giorno di relax… anche lontano dalle app dello smartphone!

X-peria: smartphone… o smartwatch?

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La prossima settimana, in occasione del Mobile Asia Expo di Shanghai, la Sony presenterà il nuovo smartphone X-peria. Ma guardando l’immagine scelta dall’azienda giapponese per presentare su Twitter l’evento che si terrà martedì, viene il sospetto si tratti in realtà di uno smartwatch. L’immagine infatti rappresenta un omino con un orologio da polso con la frase: “un terzo degli utenti smartphone vogliono indossare un cinturino intelligente”.

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Lapsus in casa Samsung? Presentato in rete il Galaxy S4 mini

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Errore o no? La Samsung ha caricato sul sito che raccoglie le app due immagini del suo nuovo prodotto, il Galaxy S4 mini, presentandolo prima di quanto fosse stabilito, ossia nell’evento a lui dedicato che si svolgerà a Londra il prossimo 20 giugno. Ad accorgersi della pubblicazione è stato il blog TgSpot, ma la notizia ha subito iniziato a circolare in rete, permettendo così agli utenti di controllare il sito dov’è possibile scegliere e scaricare applicazioni compatibili con il proprio dispositivo con una suddivisione per telefoni. C’è anche la possibilità che Samsung presenti la nuova linea di tablet Galaxy e Ativ, ovvero i prodotti equipaggiati con Windows 8. A una prima analisi, sembrerebbe che il “mini” abbia un display di 4.3 pollici, che salgono a 5 nella versione grande.

Kama Xcitra vi svela il Kamasutra in 3D

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In fondo siamo nell’era 2.0 anche il buon vecchio Kamasutra si deve aggiornare ed ecco che arriva Kama Xcitra l’applicazione che permette di studiare le mosse del Kama Sutra con le rappresentazioni in 3D.

È sufficiente un tablet o uno smartphone per navigare tra le varie posizioni, osservandole da diverse angolazioni.
La lettura è totalmente personalizzabile: si può aggiungere una colonna sonora e addirittura cambiare il colore della pelle dei due modelli.
«Alcune posizioni sono piuttosto impegnative e lasciano spesso i lettori perplessi», ha dichiarato l’ideatrice al Sun, «Ora per le coppie sarà più facile esplorare nuovi aspetti della loro sessualità».

Arriva lo smartphone social!

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Uno smartphone social. Potrebbe essere il prossimo 4 aprile la data in cui Facebook lancerà finalmente il proprio smartphone. Lo suggeriscono diversi siti sulla base di un invito mandato ai giornalisti Usa dall’azienda di Mark Zuckerberg, dal titolo ‘Venite a vedere la nostra casa in Android’. Anche se il termine casa è abbastanza ambiguo, è abbastanza probabile che l’annuncio si riferisca al dispositivo basato sul sistema operativo di casa Google di cui si parla da diversi mesi, che dovrebbe essere assemblato dalla casa taiwanese Htc: «Le due compagnie – scrive 9to5 Google, un altro sito di solito bene informato – stanno lavorando da mesi non all’hardware o al software, ma alla campagna di lancio». Un ulteriore indizio, sottolinea The Verge, è il fatto che Facebook ha iniziato ad aggiornare alcune delle sue app senza passare da Google Play, lo ‘storè di Android, forse per testare alcune nuove funzioni. Uno smartphone ‘targatò Facebook potrebbe permettere di usare al meglio le nuove funzioni per le chiamate ‘ispiratè a Skype e appena messe a disposizione anche del pubblico italiano.

Benvenuta “immortalità!”

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Tombe elettroniche nel cimitero di Shenyang, capoluogo della provincia nord orientale cinese del Liaoning. Su richiesta dei parenti dei defunti le tombe saranno dotate di un codice Qr, i codici a barre nei quali sono raccolte diverse informazioni. L’idea e’ di fornire, grazie alla tecnologia, informazioni sul defunto e sulla sua vita con collegamento ad una pagina web. Chiunque abbia un cellulare di ultima generazione avvicinandosi alla tomba di un defunto potra’ cosi’ conoscerlo.

Si filmano mentre rubano… naturalmente arrestati!

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Se volevano stupire in rete ci sono riusciti, peccato che per farlo abbiano commesso un reato!  Immortalare le proprie gesta criminali con uno smartphone è costato caro a tre giovani siracusani. Si erano filmati durante un furto con scasso in un appartamento e il video li ha inchiodati alle proprie responsabilità. La Questura di Siracusa, come riporta Siracusa News che ha pubblicato il video, ha arrestato Alessio e Claudio Ietta e Antonello Garofalo con l’accusa di tentato furto aggravato.

Cell 2.0? No, Alcatel punta al mobile da 1 euro!

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Gli smartphone hanno ormai invaso il mercato dei telefoni ed è molto raro imbattersi in qualcuno che non abbia acquistato uno degli ultimi gioiellini tecnologici, nonostante la grande quantità di funzioni non utilizzate. La casa produttrice Alcatel però ha trovato la soluzione con la vendita di “Alcatel one touch 232,” il telefono cellulare più economico del mondo. L’apparecchio dal costo di poco più di un euro, e’ un cellulare senza “fronzoli”, per chi ha bisogno solo di un dispositivo in grado di fare telefonate ed inviare sms, senza tutte quegli optional dei cellulari di ultima generazione.

Hacker al Conclave?

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Quando la stufa posizionata nella Cappella Sistina emetterà fumo bianco, indice della scelta del nuovo Papa, migliaia di persone riceveranno messaggi di testo, email e notifiche dalle app sullo smartphone. Amici, parenti e testate di tutto il mondo saranno pronte a comunicare con i loro lettori e a svelare il nome del nuovo Pontefice. Per gli appassionati di tecnologia e telefonia mobile è stato lanciato anche un sito http://www.popealarm.com, non connesso al Vaticano, che promette ai suoi iscritti di “sapere cosa sta succedendo quando si vedrà del fumo” dal comignolo al centro di Roma.

Al di là di ogni possibile previsione sui nomi “papabili”, quella che comincia oggi è la prima vera e propria elezione di un Papa social, capace di monopolizzare l’interesse di cattolici e non: «Mi piace l’idea che i media contemporanei possano dare alle persone l’accesso al conclave in nuovi modi» – ha detto Matthew Bunson, editore dell’Almanacco Cattolico . Quello che, secondo Bunson, è un aspetto positivo dei media moderni, in realtà può rivelarsi un boomerang. In una società come la nostra, abituata a voler sapere tutto e subito, è plausibile che si svolga un evento come il Conclave senza che nulla possa trapelare all’esterno?

Come ha fatto sapere la Santa Sede, nella Cappella Sistina sono stati installati diversi sistemi per isolare il Conclave e renderlo una temporanea “zona d’ombra”. Alcuni dispositivi di disturbo eviteranno la possibile intercettazione di segnali dall’esterno, al fine di assicurare la massima riservatezza ai cardinali presenti nella struttura. Si tratta di una serie di apparecchiature chiamate Jammers che riescono a “disturbare” le frequenze ed il funzionamento delle reti GSM, impedendo di fatto le comunicazioni radio e telefoniche; tutto all’interno di quella che è conosciuta come la “gabbia di Faraday ”, già utilizzate per proteggere e isolare le strutture edili.

Questo vuol dire assoluto divieto di portare con sé smartphone, tablet e computer portatili e, per le eminenze attive su Twitter, l’impossibilità di postare qualsiasi commento dall’inizio alla fine delle votazioni.

Secondo l’italiana Decisyon, agenzia che analizza il contenuto dei social media, gli account Twitter e Facebook del Cardinale di New York Timothy Dolan, di quello di Manila Luis Tagle e dell’italiano Gianfranco Ravasi, raccolgono più dell’85% dell’utilizzo di piattaforme social da parte dei cardinali; un qualsiasi messaggio da parte loro durante il Conclave potrebbe destabilizzare l’equilibrio auspicato dal Vaticano.

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Nonostante le enormi misure di sicurezza previste, il Collegio dei cardinali ha avuto un inizio traballante lo scorso 4 marzo. Come ha riferito USA Today, lunedì scorso agenti della Guardia Svizzera hanno fermato un falso cardinale e il suo entourage al seguito, mentre cercava di intrufolarsi tra coloro che avrebbero partecipato al Conclave. «Un uomo ha cercato di entrare tra il gruppo di cardinali cattolici in procinto di riunirsi – si legge sul sito – indossando un improvvisato vestito da vescovo, è arrivato in Vaticano posando con un vero cardinale, eccolo nella foto con il Cardinale Sergio Sebastiana. L’impostore è riuscito perfino a superare un livello di sicurezza prima vi essere fermato fuori dalla Cappella Sistina».

Un’agenzia di stampa italiana ha riferito che l’uomo è stato identificato come Ralph Napiersky, un tedesco che aveva detto di far parte di un inesistente istituto cattolico chiamato Corpus Dei, in un gioco di parole il vero gruppo Opus Dei. Il suo tentativo di infiltrazione avrebbe quindi spinto il Vaticano a intensificare le misure di sicurezza attorno alla zona del Conclave. Napiersky è stato fermato dalla sicurezza poco prima di entrare nella sala che ospita le riunioni, senza sapere le sue reali intenzioni. «La chiesa è molto gerarchica – ha sottolineato Robert Mickens, corrispondente del britannico The Tablet – ed è quindi molto imbarazzante per la sicurezza chiedere pass e distintivi di autenticità a tutti i cardinali». Padre Federico Lombardi, portavoce italiano del Vaticano dopo la vicenda ha tranquillizzato tutti: «Quello che posso dire è che tutti coloro che siedono nella congregazione sono cardinali veri».

RIOT, quando il gioco si fa duro!

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Se non vi siete trovati nel “posto giusto” al “momento giusto” nessuna paura arriva Riot. Potrete prendere parte agli scontri  in piazza Tahrir, in Egitto, o al violento degenerare della manifestazione degli “indignati”, che mise a ferro e fuoco Roma nell’ottobre 2011. Scontri e ancora scontri attendono solo voi!  Una start-up italiana, infatti, è al lavoro su un videogame per smartphone, chiamato Riot (“Rivolta”), che permetterà agli utenti di vestire i panni dei protestanti o delle forze dell’ordine in accese guerriglie urbane che si ispirano ai fatti realmente avvenuti in Egitto e nel nostro paese.

Capo del progetto un 26enne regista di Firenze, Leonard Menchiari, che ha ideato il gioco non solo a scopo ludico, ma come strumento per provare a capire che cosa si provi nelle condizioni critiche determinate da tali scontri: “In Riot igiocatori sperimenteranno i due lati di una battaglia che non ha vinti nè vincitori”. Il denaro raccolto attraverso il videogame, inoltre, servirà per viaggiare in Europa ed Egitto per documentare in tempo reale i futuri scontri tra manifestanti e forze dell’ordine.

Per realizzare il progetto Menchiari si è affidato a una piattaforma di crowdfunding, IndieGoGo, attraverso cui ha già raccolto (e superato) la somma prefissata: 15mila dollari. Ai “donatori” che hanno versato almeno 5$ andrà una copia del gioco per iOS o Android. “Vivendo in un paese che sta affondando per il debito e la corruzione – si legge sulla pagina web dedicata al gioco – è praticamente impossibile trovare fondi in Italia per dare vita al gioco, e quindi vi chiediamo aiuto”.

Il gioco sicuramente avrà successo, ma possiamo anche pensare se è etico prima di mandarlo in comemrcio e istigare alla violenza? Poi piangeremo qualche morto, nella vita reale  a causa di una realtà virtuale troppo aggressiva?  Ma il comemrcio si sa, è senza scrupoli! Meglio piangere poi, che prevenire ora!

Quanto mi dai? Arriva Lulu l’app per votare il tuo uomo!

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L’inglese Alexandra Chong ha pensato di trasformare le chiacchiere che le ragazze scambiano tra di loro su fidanzati e mariti in una database di servizio pubblico. Si chiama “Lulu” l’app creata dalla Chong per smartphone Android (per ora è disponibile per il mercato americano e inglese).

Vuole essere una sorta di Tripadvisor degli uomini: le compagne presenti e passate danno i voti alle performance sessuali degli uomini, senza tralasciare il primo bacio, l’aspetto fisico, l’abbigliamento e persino il loro livello di igiene personale. L’obiettivo è mettere in guardia la popolazione femminile e indicare i tipi con i quali è meglio non perdere tempo.

E per mettersi al riparo dalle accuse di discriminare gli uomini e di violare la loro privacy e il loro “diritto all’oblio”, la Chong è corsa ai ripari. Ha messo a punto anche una contro-applicazione che permette ai ragazzi di dare spiegazioni sui giudizi espressi nei loro confronti. I due database, quello maschile e quello femminile, andranno quindi a collaborare tra loro senza intralciarsi. Agli uomini citati da Lulu non sarà possibile cambiare in maniera diretta i voti ricevuti, anche se ingiusti.

RUZZLEMANIA DIVENTA UN CAMPIONATO!

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E’ un’epidemia, solo poche le persone che almeno una volta non hanno provato l’ebbrezza di Ruzzle. Denominato anche Paroliere 2.0 è diventato una vera e propria follia collettiva. 2 minuti e 16 lettere… Via alla fantasia! Creare parole, lottare contro il tempo e sentire l’adrenalina che sale. Ruzzle è tutto questo, ma c’è anche la voglia di confrontarsi con il proprio vocabolario, con la propria prontezza di riflessi, con il proprio know-how. A volte la frustrazione ha il sopravvinto, altre invece è la soddisfazione a vincere e tentare sfide sempre più estreme. Ecco dunque che la Media Company WebHub apre il Campionato. Per partecipare è necessario iscriversi su http://www.ruzzoliamo.it (già 10 mila sono gli iscritti) e a questo punto si avranno a disposizione 8 vite. dall’11 marzo al 7 aprile gli scontri saranno all’ultima lettera... e vinca il miglior ruzzolatore!

 

Infanzia violata!

12enne - nuda - web - coetaneo - tuttacronaca

Sempre più giovani, sempre più atroci i crimini perpetrati all’infanzia. Una bambina di 12 anni ha realizzato con il cellulare un filmato hard e il video, dopo essere stato girato sugli smartphone dei suoi compagni di scuola, e’ finito sul web.  Il video era frutto di un ricatto di un suo coetaneo con il quale la ragazzina aveva un rapporto.
Per ottenere il suo silenzio, il ragazzino le avrebbe chiesto di mettersi nuda, filmando il tutto. Sulla vicenda indaga ora la polizia postale.

Dopo il pulcino pio arriva PINO IL PINGUINO

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Un successo planetario 1 milione e duecentomila visualizzazioni su YouTube, 5.000 commenti sui social, 20.000 like su Facebook e due milioni di persone raggiunte su Twitter commentano durante il Festival di Sanremo “Pino il Pinguino”. E’ lui la nuova stella nascente della pubblicità di Vodafone, doppiato da Elio e balzato in vetta a tutte le classifiche di gradimento a pochi giorni dal lancio. La Vodafone esulta per la sua nuova campagna, partita con il Festival e che ora dilaga sui social network, media e web. Accorrete quindi alla pagina di facebook.com/vodafoneit per contribuire alla creazione della canzone illimitata. Basta caricare la propria strofa come hanno già fatto 6500 persone!

 

Smartphone e Firefox… un matrimonio perfetto!

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Firefox arriva sugli Smartphone e spera di bissare il successo come nel 2004. Firefox infatti si sostituì a Explorer  diventando il leader dei bowser Internet in pochissimo tempo. Jay Sullivan, vice presidente Prodotti di Mozilla afferma: «Quando Firefox è arrivato sul mercato dei browser lo ha cambiato offrendo una scelta che ha favorito l’innovazione. Pensavamo che fosse necessario una situazione simile nel mondo mobile e siamo convinti che possa essere una gran cosa avere un’alternativa aperta alle piattaforme IOS e Android». L’annuncio al Mobile World Congress di Barcellona della discesa in campo di Firefox OS avviene alla presenza di ben 14 partner, tra cui Telecom Italia.
A Barcellona Mozilla presenta anche l’ultima versione del browser Firefox per Android (quello per IOS non ci può essere a causa delle restrizioni tecniche imposte da Apple) e le ultime novità del Firefox Marketplace, il negozio online di applicazioni per il mobile basate sull’HTML5, sul cui sviluppo e successo Sullivan è più che ottimista. «Il web è realmente l’unico ecosistema che rimane e molti sviluppatori di applicazioni per Android e IOS usano l’HTML5. Noi non facciamo altro che raccogliere tutto ciò e trasformarlo in apps, dando la possibilità agli utenti di scoprirle e implementando anche un sistema di pagamento per alcune di esse. Il nostro è un modello aperto e pensiamo che ci potranno essere anche altri marketplace di app basate su HTML5 che potranno essere utilizzate con il nostro Firefox OS».

Generazione Y o generazione X 2.0?

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La chiamano generazione Y (poi arriveremo anche alla W o Z), è la generazione dello smartphone, quella che si connette a intenet da sotto le lenzuola e chatta la notte con l’amica, postando le photo scattate durante il giorno. E’ solo la tecnologia che avanza e ognuno la utilizza per i suoi scopi. Ovvio che oggi non si può vivere senza internet, senza smartphone e senza un profilo Facebook. Ma le generazioni precedenti non facevano lo stesso? Si poteva vivere senza auto, dopo che il mezzo era diventato un prodotto di massa? Si poteva vivere senza Commodore 64 o Spectrum? Si poteva rinunciare al cellulare ?

Il 90 per cento degli intervistati, campione rappresentativo della ‘Generazione Y’ a livello mondiale, ha dichiarato di controllare il proprio smartphone per guardare email, messaggini e social media spesso prima di essersi alzati dal letto. Nove su dieci accoppiano il “rito” al lavarsi i denti e al vestirsi, come parte essenziale della routine mattutina per prepararsi per la scuola o per il lavoro. Il 29 per cento controlla lo smartphone così tante volte da non sapere neppure quante volte lo fa nel corso dell’intera giornata, sottolinea il rapporto.
Smartphone come “protesi” del sé, essenziale in un’esistenza sempre connessa in cui, almeno per questa generazione, essere costantemente connessi è la norma. Due persone su cinque hanno dichiarato: “Mi sentirei ansioso, come se mancasse una parte di me se non potessi utilizzare il mio smartphone per connettermi”.
In pratica, non vogliono perdersi niente. “Accedere al proprio dispositivo mobile – dicono i realizzatori dell’indagine – per controllare gli sms, la posta elettronica e i social media è il modo in cui iniziano la loro giornata. Per questa generazione, l’informazione è in tempo reale in ogni momento”.
A livello globale, 1 su 5 utilizza lo smartphone per controllare le email, i messaggini e i social media almeno ogni 10 minuti. Ed il legame con questi dispositivi mobili è così stretto che per il 60% dei giovani l’email e gli sms vengono controllati addirittura “sub-consciamente o compulsivamente”, specialmente per le donne (l’85% del campione, contro il 63% degli uomini). Ancora, quasi come se fosse una “droga”, tanto che “il 60% di questi utenti compulsivi spera di non essere costretto ad un minor utilizzo”.
Il risultato è che il confine fra vita lavorativa e tempo dedicato a sé è sempre più labile, sfumato. La giornata non inizia senza aver dato una controllata alla posta elettronica, ma col passare delle ore la musica non cambia. Non esiste posto – in casa o al lavoro – nel quale non si utilizzi lo smartphone per una veloce occhiata. Neppure il letto si salva: tre giovani su quattro lo usano anche prima di andare a dormire; oltre un terzo lo usa in bagno; quasi la metà scrive sms ed email a tavola, anche se sta pranzando con la famiglia o con gli amici. Qualcuno, poi, ammette di trasgredire anche a discapito della propria sicurezza: un intervistato su cinque dichiara di non riuscire a rinunciare a mandare un messaggio o a dare un’occhiata neppure mentre sta guidando.

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