Il duro di Hollywood e la politica: Steven Seagal vuole diventare governatore

Steven_Seagal_tuttacronacaRonald Reagan aveva aperto la strada, passando dai set hollywoodiani a governare la California per poi venir eletto 40° presidente degli Stati Uniti. Dopo di che c’è stato Arnold Schwarzenegger, attore e 38° Governatore della California. Ora un altro “duro” del cinema sembra intenzionato a darsi alla politica. Si tratta del 61enne campione di arti marziali Steven Seagal, che stapensando di candidarsi a governatore dell’Arizona. L’attore l’ha confermato all’emittente locale KNXV-tv, alla quale ha spiegato di aver parlato della sua candidatura con il controverso Joe Arpajo, che ama definirsi “lo sceriffo più tosto d’America”. L’annuncio è giunto durante la presentazione del reality televisivo “Steven Seagal: tutore della legge nella contea di Maricopa”, nella quale l’attore fa squadra con Arpajo, sceriffo di questa contea. Seagal fa parte di una squadra di 3mila volontari civili che affiancano l’azione di Arpajo e ha dichiarato che intende impegnarsi per la sicurezza del confine con il Messico, attraversata da migranti clandestini.

Il micio migrante: soccorso anche lui dalla capitaneria di porto

gatto-barca-tuttacronacaE’ sbarcato sulle coste italiane anche un gatto “migrante” con le oltre 820 persone salvate in mare venerdì. Il micio ha viaggiato con i suoi proprietari, che non se l’erano sentita di abbandonarlo e l’hanno portato con loro nella traversata del canale di Sicilia. L’animale è così stato soccorso dagli uomini della capitaneria di porto. Il capitano di vascello Eugenio Zumpano, comandante della nave San Marco, alla Tgr della Rai ha detto: “Abbiamo a bordo 45 bambini, 23 donne e per la prima volta anche un gatto. Sono persone che abbiamo raccolto e strappato dal mare da cinque imbarcazioni diverse.”

Imbarcazione a sud di Lampedusa: soccorsi 233 migranti

migranti-tuttacronacaLe Unità della Marina Militare ha localizzato e soccorso un’imbarcazione con a bordo 233 migranti privi di salvagente che si trovava a circa 80 miglia a sud di Lampedusa. Tra le persone soccorse anche sette donne. Lo stato d’emergenza è stato dichiarato a causa del mare mosso e del gran numero di persone a bordo. I migranti sono stati trasbordati a bordo della nave San Marco.

Via da Lampedusa: i profughi lasciano il centro

 

cei-lampedusa-tuttacronaca“Iniziano i trasferimenti da Lampedusa. Due voli e dovremmo essere finalmente riusciti a liberare questo centro entro oggi. Grazie a chi in queste ore sta sostenendo questa nosta battaglia comune e grazie al governo per averci ascoltato. Buongiorno da Lampedusa”. E’ quanto ha comunicato questa mattina il parlamentare Khalid Chaouk, rinchiusosi due giorni fa nel Cpsa, annunciando l’intenzione di rimanervi fino a quando non sarà risolto  il problema “dei 7 sopravvissuti al naufragio del 3 ottobre, per i quali occorre una autorizzazione del giudice”. Il parlamentare ha fatto sapere che un primo gruppo di cento profughi, sui 219 presenti nel centro di Lampedusa, sta lasciando la struttura per essere trasferito in aereo a Palermo. Un secondo gruppo di migranti raggiungerà successivamente il capoluogo siciliano, sempre a bordo di un volo speciale.

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Il deputato Pd che si “autoimprigiona” al Cie di Lampedusa

deputato-pd-tuttacronacaCome spiega La Stampa, il deputato del Pd Khalid Chaouki, di origini marocchine, alle 11 di stamattina è entrato al Centro di prima accoglienza dell’isola in qualità di parlamentare per poi annunciare la volontà di “autoimprigionarsi”. E spiega: “Non mi muoverò da qui fino a quando il ragazzo siriano che ha girato il video e i naufraghi illegittimamente trattenuti da oltre due mesi non saranno trasferiti da Lampedusa”.  Le ragioni del suo gesto sono manifestate in una lettera che lo stesso deputato ha inviato al quotidiano:

Ho deciso di compiere questo gesto forte di protesta, rinchiudermi insieme ai profughi dentro il Centro di accoglienza qui a Lampedusa e rifiutarmi di abbandonare i profughi siriani ed eritrei nella loro solitudine e inascoltata protesta perché qui a Lampedusa vengono tuttora lesi i diritti fondamentali della persona, così come non vengono rispettate le leggi del nostro Paese e le direttive in materia di protezione dei rifugiati. Non abbandonerò questo Centro finché non verranno rilasciati, come previsto dalla legge, tutti profughi e destinati nei centri idonei per la loro accoglienza. A partire da Khalid e dai superstiti alla tragedia dello scorso 3 ottobre.

 Ho voluto attendere l’Informativa del Ministro dell’Interno Angelino Alfano sulla vergogna di Lampedusa documentata dal giornalista del Tg2 Valerio Cataldi, che ha dato voce al coraggioso profugo siriano conosciuto con il nome di “Khalid” in merito alle “spruzzate” anti-scabbia. Ascoltare e capire, insieme a tutto il Parlamento, da parte del nostro governo come fosse stato possibile permettere quell’oscenità nel nostro Paese. Era soprattutto nostra intenzione conoscere finalmente le proposte messe in campo per riformare questo sistema dell’accoglienza anche alla luce di quello che sta succedendo nel Cara di Mineo, nel Cie di Ponte Galeria e in tante altre parti. Una delusione. La versione dei fatti raccontata in Parlamento non ci ha convinto cos ì come le sue promesse per noi sono fuori tempo massimo.

 Già all’indomani della tragedia dello scorso 3 ottobre tutta l’Italia, insieme alle maggiori istituzioni europee e mondiali, tutti si mobilitarono. Chiedemmo e ottenemmo una giornata di lutto nazionale, ci furono pianti e lacrime per il dolore condiviso con i parenti di quelle vittime senza nome. Poi il nulla rispetto ad un nuovo piano di accoglienza e integrazione per i profughi e richiedenti asilo. Il Premier Enrico Letta è riuscito a coinvolgere le Istituzioni europee, sono state salvate tantissime vite grazie all’operazione “Mare Nostrum”. Ma il Centro di “accoglienza” qui a Lampedusa è rimasto quello di prima. La vergogna più grande sono i naufraghi eritrei sono ancora bloccati qui dallo scorso 3 ottobre, isolati come criminali nella solitudine della disperazione. Colpevolizzati di essere stati testimoni di una tragedia che tutto il mondo ha conosciuto.

Abbiamo celebrato come martiri i loro compagni di viaggio inghiottiti dal mare. Loro invece sono qui, rinchiusi e disperati. Questa paradossale ingiustizia è intollerabile. È uno scandalo! Piangiamo i morti e puniamo i vivi. Questa ipocrisia non può più essere accettata. A questo punto le parole non bastano più e l’Italia non può più permettersi di collezionare figuracce mondiali a causa di chi, irresponsabilmente, non ha vigilato sul rispetto dei principi basilari del rispetto dei diritti umani e chi, fino ad oggi, considera Lampedusa, come altri centri, di fatto zona franca e fuori dalla legalità.

Questo Centro di prima accoglienza non può trasformarsi di fatto in un carcere disattendendo le regole e le leggi italiane ed europee. Alcune leggi, a partire dalla Bossi-Fini, non ci convincono per niente. Ma qui nemmeno quelle vengono rispettate. Per la legge la permanenza qui a Lampedusa dei richiedenti asilo deve durare al massimo 96 ore, non 3 mesi. Sono stato la prima volta qui a Lampedusa nel 2008, sono tornato tante altre volte. Ma nulla è cambiato in questi anni e io, noi, non possiamo più permetterci di girare la faccia dall’altra parte di fronte a un grido di dolore da parte di chi è fuggito da una sanguinosa guerra in Siria o da una crudele dittatura in Eritrea. Oggi abbiamo il dovere di passare dalle parole ai fatti e rialzare la testa chiedendo che l’Italia ritorni ad essere quello che è sempre stata: un Paese accogliente e rispettoso dei diritti umani e dei profughi. Sono qui per i profughi, ma soprattutto per l’Italia. Un Paese di cui vorrei essere fiero nel Mediterraneo, in Europa e nel mondo.

 Khalid Chaouki

Deputato PD – Coordinatore Intergruppo parlamentare sull’immigrazione

Il video-shock di Lampedusa. Il direttore: “Una messinscena degli immigrati”

centro-accoglienza-lampedusa-tuttacronacaLegacoop Sicilia ha dato indicazione ai soci di “Lampedusa Accoglienza”, la cooperativa che gestisce il centro per migranti, “di rimuovere e rinnovare il management attuale e di avviare immediatamente una migliore organizzazione con altre professionalità”. La decisione è stata presa dopo la messa in onda del video del Tg2 sul trattamento riservato agli immigrati. Nel frattempo, però, come riporta Articolo3, Cono Galipò, amministratore delegato della cooperativa, ha raccontato a Radio Città Futura che “Il trattamento che noi stavamo facendo, previsto da un protocollo, stava durando da un’ora e mezza e a un certo punto alcuni immigrati si sono spazientiti, si sono spogliati e hanno chiaramente inscenato quanto si vede”. Galipò spiega così le immagini choc trasmesse dal Tg2 in cui si vedono alcuni ospiti in fila, nudi, sottoposti a un trattamento contro la scabbia e spruzzati con una pompa collegata a un compressore. Ha quindi spiegato: “Il tutto va contestualizzato. Abbiamo avuto tre sbarchi in cui il sospetto di scabbia era molto alto e normalmente quando i casi sono pochi i trattamenti si fanno in infermeria, ma quando sono 104 ci vogliono dei locali disponibili”. Quello di cui si dispiace è quindi di “non aver bloccato l’iter e l’operazione quando i due immigrati si sono innervositi. Certo, non siamo d’accordo su quelle condizioni, ma ribadisco che tutto va rapportato al momento”. Attualmente il centro, dove la situazione “è totalmente tranquilla” ospita 391 migranti, tra i quali 27 donne e 38 minori. Ancora, il responsabile ha aggiunto che è già stata inviata alla Prefettura di Agrigento una relazione sul filmato trasmesso del Tg2 in cui si vedono alcuni profughi completamente nudi mentre vengono sottoposti al trattamento contro la scabbia. “Nella relazione spieghiamo in modo dettagliato qual è il protocollo che è stato seguito”. E ammette infine: “Alcune criticità ci sono, ma sono legate alla situazione della struttura. Quando abbiamo preso in gestione il Centro, il primo giugno del 2007, la stampa lo ha definito ‘un albergo a quattro stelle’, oggi ci accusano invece del contrario. Certamente ci sono alcune carenze strutturali che vanno risolte, ma di sicuro non è un lager”. Galipò difende infine “il lavoro svolto con professionalità” all’interno del Centro da una cinquantina di operatori tra medici, infermieri, psicologi e mediatori culturali.

Il video shock da Lampedusa: l’Ue indaga e minaccia l’Italia

lampedusa-video-shock-tuttacronacaFanno il giro del mondo le immagini trasmesse dal Tg2 dove vengono mostrati i migranti sottoposti alla procedura di disinfestazione e il commissario europeo, Cecilia Malstrom commentandole afferma che sono “spaventose e inaccettabili. La Ue ha già cominciato un’indagine”. Quindi avverte: “La nostra assistenza e sostegno alle autorità italiane nella gestione dei flussi migratori può continuare solo se il Paese garantisce condizioni umane e dignitose nel ricevimento di migranti, richiedenti asilo e rifugiati”. Ora la Ue chiede venga fatta chiarezza al riguardo: “Contatteremo le autorità italiane per chiedere maggiori informazioni su questi eventi e chiederemo loro di fare piena luce su quanto accaduto”. Ma anche in Italia si cerca di chiarire eventuali responsabilità e la procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta sui trattamenti disumani ai quali sarebbero stati sottoposti alcuni profughi. I reati ipotizzati, a carico di ignoti, sono quelli di violenza privata e maltrattamenti nei confronti di persone sottoposte a cura e custodia. Gli inquirenti acquisiranno la versione integrale del filmato, parzialmente trasmesso dal Tg2, che denuncia quanto accade sull’isola.  Nel frattempo il ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, fa sapere di attendere l’esito dell’inchiesta prima di esprimere un giudizio: “Le immagini fanno impressione ma bisogna vedere tutta la procedura cosa comporta, va fatta un’inchiesta. Il video fa stare male ma può darsi che le immagini distorcano la realtà”.

+++ ATTENZIONE! IL VIDEO POTREBBE URTARE LA VOSTRA SENSIBILITÀ+++

Trovato un migrante morto mentre non si placano le proteste sul centro di Lampedusa

migrante-morto-tuttacronaca Gli uomini della Marina Militare hanno recuperato 110 uomini in un gommone in difficoltà a sud di Lampedusa. Sull’imbarcazione, soccorsa dalla nave Cassiopea, è stato trovato anche un uomo morto. Il gommone sovraccarico e non aveva dotazioni di sicurezza. I migranti provengono da Ghana, Mali, Togo, Gambia e Pakistan e ora saranno trasportati a Porto Empedocle, in provincia di Agrigento, in attesa di essere trasferiti in un centro di accoglienza.migranti-lampedusa-tuttacronacaNel frattempo, non si placa la bufera sul centro di accoglienza di Lampedusa dopo che sono state trasmesse ieri sera, dal Tg2, le immagini choc della procedura di disinfestazione adottata nei confronti dei migranti sbarcati sull’isola. Nelle immagini trasmesse si vedono immigrati messi in fila e nudi, al gelo, per essere sottoposti al trattamento contro la scabbia. E’ stato uno degli ospiti a far le riprese con un telefonino. Al riguardo, la presidente della Camera Laura boldrini ha detto: “Il trattamento riservato agli immigrati nel Centro di Lampedusa, documentato nel servizio trasmesso ieri sera dal Tg2, è indegno di un Paese civile. Quelle immagini non possono lasciarci indifferenti”. Commenta l’arcivescovo di Agrigento, Francesco Montenegro, presidente della Commissione episcopale per le migrazioni della Cei e presidente di Migrantes, in merito alle immagini diffuse dal Tg2 sul Centro di prima accoglienza di Lampedusa: “Esprimo profonda indignazione per il trattamento a cui sono sottoposti i migranti nel Centro di prima accoglienza di Lampedusa e chiedo che venga fatta chiarezza su quello che i telespettatori hanno potuto vedere e che venga percorsa ogni strada per affermare la verità dei fatti”. “La situazione emergenziale che si vive all’interno del Centro – prosegue – non può giustificare situazioni e trattamenti che poco hanno a che fare con il rispetto della dignità umana e dei diritti dell’uomo come quelle trasmesse. E questo proprio alla vigilia della Giornata Internazionale dei diritti dei migranti, stabilita dall’Onu”. Dura anche la reazione del ministro dell’Interno Angelino Alfano: “Accerteremo le responsabilità e chi ha sbagliato pagherà”. Il Comitato 3 ottobre, nato dopo il naufragio di Lampedusa costato la vita a 366 profughi, scrive in una nota: “Le modalità con cui viene effettuato il trattamento antiscabbia ai migranti nel centro di soccorso e prima accoglienza di Lampedusa non sono degne di un Paese civile. Le immagini andate in onda nel corso del Tg2 delle 20.30 di ieri sera sono lì a dimostrarlo. Il Comitato 3 ottobre chiede alle autorità competenti un immediato chiarimento sulle procedure adottate”. E sostiene: “E’ necessario un rapido accertamento dei fatti per capire di chi siano le responsabilità delle indegne modalità con cui i migranti vengono sottoposti alle docce antiscabbia al freddo e nudi in fila nell’attesa nel pieno mese di dicembre. Una modalità che non tiene in nessun conto la dignità delle persone. In particolare – conclude il Comitato 3 ottobre – ci chiediamo se il Ministero dell’Interno sia a conoscenza di queste pratiche e quali iniziative urgenti intenda adottare”.

Sequestri e stupri: arrestato uno degli scafisti del disastro di Lampedusa

scafista-lampedusa-tuttacronacaMouhamud Elmi Muhidin, somalo di 34 anni, è stato arrestato dalla polizia di Palermo e Agrigento perchè ritenuto uno degli organizzatori della traversata del barcone naufragato davanti le coste di Lampedusa il 3 ottobre scorso provocando la morte di 366 migranti. Le accuse sono sequestro di persona, tratta di esseri umani, associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e violenza sessuale. Nell’inchiesta è stato fermato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina anche il palestinese Attour Abdalmenem, 47 anni. Il capo della Mobile di Agrigento ha riferito che “Dai racconti dei sopravvissuti al naufragio del 3 ottobre è emerso che le donne venivano tutte violentate dai componenti dell’organizzazione criminale che gestiva la tratta dei migranti”. In particolare venti clandestine sarebbero state stuprate sia dal cittadino somalo fermato sia da alcuni miliziani libici nel periodo in cui i migranti erano tenuti prigionieri in un centro di raccolta a Sheba, in Libia. Ma non solo, gli immigrati hanno raccontato anche di avere subito torture con scosse elettriche e percosse. Il somalo si nascondeva fra i naufraghi, al centro di accoglienza, dove fingeva di essere anche lui uno dei tanti disperati fuggiti dall’Africa. La settimana scorsa, però, alcuni superstiti l’hanno nostato e uno di loro si è rivolto alla polizia: “Quel somalo fa parte dell’organizzazione che abbiamo pagato per portarci in Italia –  ha denunciato – Lui è uno dei capi, è responsabile di sequestri e stupri”. E subito sono partite le indagini. In due giorni sono state poi raccolte otto preziose testimonianze di migranti eritrei, che hanno inchiodato il somalo. L’uomo fermato è stato trasferito ieri sera in aereo a Palermo, ed è stato poi rinchiuso nel carcere di Agrigento, dove sarà interrogato dal giudice delle indagini preliminari che dovrà convalidare il fermo ed emettere un’ordinanza di custodia cautelare. Rischia fino a 30 anni di carcere.

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Finiti i posti nei centri d’accoglienza, si pagano i privati per i migranti

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Oltre ogni soglia d’immaginazione, non si placa l’emergenza profughi sulle coste siciliane, anche ora che sta arrivando l’inverno. I profughi sono 3500 solo nell’ultima settimana e se si guardano gli sbarchi nel corso del 2013 (con i dati aggiornati a metà ottobre) si scopre che sono arrivate 35mila persone sulle coste  italiane di cui 30mila solo in Sicilia.

I Centri di primo soccorso e accoglienza e quelli per richiedenti asilo stanno letteralmente scoppiando e anche ieri si sono registrati nuovi sbarchi: ad Augusta, dove in serata sono giunti 400 immigrati recuperati a bordo della San Marco e 99 a Lampedusa per lo più siriani. Come fronteggiare quindi questa emergenza ora che tutti i centri di prima accoglienza sono pieni? Le Prefetture siciliane si sono quindi date da fare per indire bandi per richiedere ai privati la disponibilità a svolgere servizio di accoglienza in favore dei cittadini extracomunitari. A fronte di un corrispettivo giornaliero di 30 euro più Iva a immigrato accolto, si dovranno garantire il servizio di assistenza generica alla persona, la fornitura di beni, servizi di gestione amministrativa, assistenza sanitaria, pulizia e igiene ambientale, l’erogazione dei pasti, e un pocket money di 2,50 euro.

Cecile Kyenge: i nemici sono gli evasori

kyenge-cecile-tuttacronacaContinua la lotta al razzismo portata avanti dal ministro per l’integrazione Cecile Kyenge. Al convegno “Cittadinanza e integrazione: esperienze a confronto”, organizzato dall’ambasciata britannica di Roma in collaborazione con The American University of Rome., ha affermato: “Il nostro nemico è chi non rispetta i diritti delle persone, chi non rispetta le regole e questo non c’entra nulla con il colore e l’etnia delle persone”. E ha poi aggiunto: “Bisogna spiegare alla gente che chi ‘ruba’ un posto all’asilo non è l’immigrato che paga le tasse ma l’evasore”.

Morti di sete! Migranti uccisi dal deserto e da un guasto al pullman

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Di solito le storie tragiche di migranti parlano di morti annegati. Stavolta, invece, ci sono 35 morti, forse di più, morti di sete. E’ infatti di almeno 35 migranti nigeriani morti di sete il bilancio di una nuova tragedia dell’immigrazione, nel deserto tra Niger e Algeria.

Per ora sono stati trovati i cadaveri di due donne e tre adolescenti, ha detto un ufficiale. Diciannove i superstiti. Il tragitto di chi scappa dai paesi subsahariani passa infatti dal deserto, prima di arrivare sulle coste della Libia o della Tunisia e poi ripartire via mare. Un viaggio carico di insidie e pericoli, che però fanno in migliaia, anche con bambini. Nel caso di questi 35 migranti è successo che il camion su cui viaggiavano si sia bloccato nel deserto. Nessuna possibilità, evidentemente, di dare l’allarme, nessuno li ha visti. E così la morte è stata inevitabile per molti di loro.

La doppia faccia di Alfano: vuole l’aiuto dell’Europa… ma anche no!

alfano-frontex-tuttacronaca“Noi abbiamo un sistema che si chiama Frontex, che è un sistema di protezione delle frontiere. Noi vogliamo vedere gli aerei e le navi che proteggono quella frontiera e lo vogliamo fare perché pensiamo che questo sia il modo migliore per evitare i morti, altrimenti noi faremo sempre degli inutili pianti sulle bare senza riuscire a fare nulla di concreto”. A dirlo era stato il ministro dell’Interno Angelino Alfano, solo alcuni giorni fa. Una frase che dovrebbe gettare un raggio d’ottimismo nella battaglia. Peccato che, a quanto pare, restano solo parole. Come quella rappresentazione di un’Italia che fa la voce grossa contro l’Europa invocando che ci si prenda carico della gestione dell’emergenza immigrazione nel Mediterraneo. Ma cosa ne pensa la Ue al riguardo? Ha ascoltato gli appelli lanciati dal governo Letta e, nel corso dell’ultimo gruppo di lavoro del Consiglio Ue sulle frontiere, l’Esecutivo di Bruxelles ha presentato una serie di proposte per riformare Frontex, l’agenzia Ue di sorveglianza alle frontiere. Una delle indicazioni era di conferire a quest’agenzia la competenza esclusiva per il coordinamento delle operazioni di ‘search and rescue’ (localizzazione e salvataggio) dei barconi dei migranti. La proposta è stata rigettata dall’Italia, nonchè da Grecia, Malta, Francia, Spagna. Ossia tutte le nazioni più interessate dagli sbarchi. Il motivo lo spiega l’Huffington Post: “A Bruxelles in pochi hanno dubbi: sulle politiche di lotta all’immigrazione clandestina ogni Stato vuole avere le mani libere e non essere soggetto a normative europee. Finora, infatti, i paesi europei hanno potuto scegliere le proprie strategie con la massima libertà, con l’unico faro di riferimento internazionale che è dato da convenzioni come quella di Ginevra. Convenzioni che è difficile fare rispettare. Diverso il discorso se da domani dovesse intervenire l’Europa, con il doppio controllo di Commissione e Corte Ue. Basti ricordare quanto successe col governo Berlusconi con i respingimenti in mare: la commissaria Malmstrom ne chiese pubblicamente lo stop, ma non poté far nulla per mancanza di poteri in merito da parte dell’Esecutivo. Poteri che ora proprio la Malmstrom rivendica, facendo seguito (ironia del caso) alla richiesta dell’Italia di un maggiore impegno Ue sul fronte immigrazione”. E se la delegazione del Pd nel Parlamento Europeo aveva chiesto che il governo appoggiasse la proposta della Commissione, da Bruxelles fanno sapere che proprio il ministro dell’Interno Alfano è stato chiaro con l’Ue nel dire che i poteri in materia di controllo delle frontiere devono restare di competenza esclusiva del nostro Paese. Salvo poi, rivolgendosi a tutti i cittadini, dire che “abbiamo un sistema che si chiama Frontex”.

Letta sui migranti: la Libia non collabora

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Immigrazione? Enrico Letta ha le idee chiare, quando nel giorno dei funerali della strage di migranti, attacca verbalmente la Libia: «Non vogliamo, né accetteremo dalle autorità libiche mezze risposte o risposte insufficienti», «non è immaginabile che ci siano dalla Libia atteggiamenti meno che cooperativi». «Vogliamo risposte molto forti, abbiamo intenzione di essere molto attenti alle coste e ai porti libici – ha spiegato Letta -. Per noi il pattugliamento del mare non è quello delle acque attorno a Lampedusa o alla Sicilia ma andare a far sì che le autorità libiche si assumano le responsabilità, andare lì fino all’estremo».

Sembra anche che il blitz di Samaras a Roma fra gli altri temi abbai toccato anche quello di presentare una linea comune all’Unione Europea in tema di migrazione: «Urgono risposte sia nella gestione dei flussi migratori sia per la sicurezza del Mediterraneo. Al prossimo Consiglio europeo saremo fermi e netti sul tema dell’immigrazione e non accetteremo un consiglio superficiale – ha annunciato -. Chi ha responsabilità istituzionali deve soprattutto dare risposte e per questo ci siamo incontrati e abbiamo deciso iniziative».

«Noi puntiamo a partire dal consiglio europeo e poi nei due semestri di presidenza – ha proseguito il premier – al rafforzamento di Frontex, alla messa in funzionamento di Eurosur nei tempi previsti, ad una discussione sui temi del diritto d’asilo a livello europeo e una forte capacità della missione Mare nostrum di incidere nei paesi d’origine».

Gasparri e i cialtroni che contestano Alfano

maurizio-gasparri-tuttacronacaSi sono svolti i funerali per le vittime dei naufragi di Lampedusa, oggi, ad Agrigento. E nell’occasione alcuni dei presenti hanno intonato slogan e contestato il ministro degli Interni Angelino Alfano, obbligato ad allontanarsi scortato dalla sicurezza. Al riguardo, Maurizio Gasparri, suo collega di partito e Vicepresidente del Senato, ha detto: “Alfano ha dimostrato capacità ed equilibrio insieme a tutto il Viminale e alle forze dell’ordine sia in occasione delle tragedie di Lampedusa che della manifestazione di Roma. Chi lo ha contestato è un cialtrone e un farabutto”.

I funerali delle vittime dei naufragi scorrono via tra le proteste

1funerali-lampedusa-tuttacronacaSono stati celebrati oggi, ad Agrigento, i funerali delle 366 vittime accertate delle tragedie di Lampedusa, a 18 giorni dal primo naufragio e quando le bare sono già state tumulate. Alla cerimonia hanno preso parte anche il ministro dell’Interno Angelino Alfano, quello dell’Integrazione Cecile Kyenge e quello della Difesa Mario Mauro, oltre agli ambasciatori di alcuni stati di origine delle vittime. Presenti sul molo turistico del porto di San Leone presenti anche il vicesindaco di Palermo Cesare Lapiana e il presidente della regione Rosario Crocetta. A prendere la parola anche l’imam Pallavicini, vicepresidente della Coreis, la comunità religiosa islamica italiana, per un rito funebre misto, concelebrato fra islamici e cristiani. A pregare per le vittime anche decine di eritrei giunti non solo dall’Italia ma da diverse zone d’Europa. Ma non è stato solo un momento religioso, in molti hanno colto l’occasione per mettere in atto proteste e contestazioni, anche contro la presenza dell’ambasciatore eritreo, considerato alleato del loro governo, che li obbliga alla fuga, e per questo a sua volta colpevole. Su uno striscione si leggeva: “La presenza del regime eritreo offende i defunti e mette in pericolo i sopravvissuti”. Altri cartelli recitavano “Sangue nostrum” e “Dove sono i sopravvissuti”? Il ministro Alfano è invece stato fatto allontanare scortato dalla sicurezza dopo aver dichiarato ai giornalisti che ci sarebbero stati “aiuto ai sopravvissuti e lotta senza quartiere” alla tratta dei migranti. Le sue parole hanno provocato urla di “Bossi-Fini/ legge di assassini” e “la storia siciliana ce l’ha insegnato/emigrare non è reato”. A fare un tentativo per riportare la calma è stato il ministro Kyenge: “E’ un momento in cui unirsi tutti insieme per riconoscere l’importanza del fatto che per la prima volta si sono fatti i funerali di Stato e che sono state riconosciute in una cerimonia ufficiale persone nate altrove e che non hanno nazionalità italiana”.  Ha quindi aggiunto: “Credo che il messaggio molto forte sia anche il fatto che molte confessioni religiose si sono unite insieme con calma senza violenza e che la pace e la non violenza superano ogni cosa”. Anche sull’Isola di Lampedusa ci sono state delle proteste, con i migranti eritrei presenti al centro di accoglienza che hanno organizzato un sit-in pacifico: chiedevano di poter partecipare alla cerimonia di commemorazione.

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Oggi i funerali per le vittime dei naufragi: è polemica

lampedusa-funerali-tuttacronacaSi svolgeranno oggi alle 16, ad Agrigento, diciotto giorni dopo il primo naufragio, i funerali per i 366 migranti che hanno perso la vita nei naufragi davanti le coste di Lampedusa gli scorsi 3 e 11 ottobre. Alle celebrazioni, che si svolgeranno sul molo turistico del porto di San Leone, prenderanno parte il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, e quello dell’Integrazione Cecile Kyenge, oltre agli ambasciatori di alcuni Paesi delle vittime. Chi non potrà esserci è Giusy Nicolini, sindaco di Lampedusa, che nel pomeriggio sarà a Roma per un incontro con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Assente anche il primo cittadino di Agrigento, Marco Zambuto, anche lui nella Capitale, che ha definito la cerimonia una “passerella per i politici”. Ma quella del primo cittadino della città siciliana non è stata l’unica voce polemica: don Mosè Zerai, il sacerdote eritreo che da anni rappresenta un punto di riferimento per i profughi in arrivo in Italia, ha parlato di “beffarda passerella”. E sicuramente non può passare inosservato il fatto che le bare siano già state tumulate.

Il grande business di Mare Nostrum… l’operazione vista dalla Germania

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Si può trasformare un dramma in business? Secondo il settimanale tedesco Die Zeit che citerebbe un ufficiale della Guardia costiera, che preferisce rimanere anonimo «Sarebbe bastato un impiego di mezzi molto minore, come l’utilizzo di tre nuove navi veloci e nuovi sistemi di controllo radar o aereo». Il dubbio che pone infatti Die Zeit è se era necessario il controllo del mediterraneo o solo prestare soccorso in caso di naufragio. Le spese dell’operazione Mare Nostrum sono comunque ingenti e i mezzi messi a disposizione dall’Italia sembrano davvero sovradimensionati:  una nave anfibia, la San Marco, insieme a due fregate e due pattugliatori, aerei,  più gli elicotteri e numerosi droni. basti pensare che l’Italia, senza questo dispiegamento di forze già un milione e mezzo di euro al mese. Secondo le stime «Mare Nostrum» potrebbe nel lungo periodo arrivare a costare sei milioni di euro, una cifra ben superiore ai 30 milioni di supporto finanziario dell’UE. basti pensare che nel solo 2013 l’Italia ha già speso 17 milioni di euro per la cooperazione con l’esercito libico, ma nonostante questo sforzo il flusso migratorio sembra essere aumentato. Cui prodest?

Secondo l’ammiraglio Falco Accame, ufficiale di Marina ed in passato presidente della commissione Difesa della Camera «Mare Bostrum serve alla Marina militare come vetrina per ls tecnologia Dual-use, ovvero quel tipo di tecnologie che possono essere applicate sia in ambito civile che in quello militare. Die Zeit rimarca come in questi mesi il capo di stato maggiore della Marina, Giuseppe De Giorgi, abbia rimarcato come questa parte dell’esercito italiano abbia bisogno di investimenti nell’ordine di dieci miliardi di euro per non diventare strategicamente irrilevante. Il dibattito sui profughi scoppiato a livello continentale dopo la tragedia di Lampedusa offre una chance unica per fare ottimi affari, sottolinea il settimanale tedesco, perché il business attorno alla «Fortezza Europa» è assolutamente fiorente. A dicembre partirà il nuovo programma di controllo delle frontiere Eurosur, il cui budget iniziale è di 244 milioni di euro, circa quattro volte le spese effettuate dal precedente programma Frontex negli ultimi sei anni per quanto riguarda le operazioni nel Mar Mediterraneo.

Operazione Mare Nostrum: Maroni attacca

marenostrum-tuttacronacaSi discute sull’Operazione Mare Nostrum, volta a far fronte al flusso dei migranti che continuano a morire al largo delle coste italiane. E se è arrivata la disponibilità della Slovenia a prendervi parte, con una propria nave militare, nel corso di un incontro tra il ministro della Difesa, Mario Mauro, e il suo collega sloveno, Roman Jakic, il quale si è detto “profondamente convinto che il problema del soccorso e del pattugliamento del Mediterraneo sia un tema di cui tutta l’Europa deve farsi carico”, in Italia non si placano le polemiche. Roberto Maroni, a Radio 24, ha detto: “Iniziative un po’ spettacolari come Mare Nostrum”, non servono a risolvere la questione sbarchi nel Mediterraneo, “ma bisogna andare nei paesi di partenza a fare gli accordi”. Il leader del Carroccio ha aggiunto di ritenere che sugli sbarchi di migranti, l’Unione Europea non avrà mai “capacità d’intervento”, dunque l’Italia deve agire da sola. A questo punto, il governatore della Lombardia non poteva non difendere la Bossi-Fini: il reato di immigrazione clandestina “è un deterrente che colpisce non chi viene in Italia da rifugiato”. Volerlo cancellare, ha ribadito, è solo “ideologia”. Dopo di che, un attacco al ministro per l’Integrazione Kyenge: “l’ho sentita proporre tante cose dall’inizio del mandato, ma il risultato è tante chiacchiere e zero sostanza e concretezza”, è il giudizio di Roberto Maroni, che ha concluso: è “una spesa inutile per il contribuente italiano”.

Morti in mare: lunedì la cerimonia ad Agrigento

funerali-migranti-tuttacronacaDopo le polemiche dei giorni scorsi per i Funerali di Stato per i migranti che hanno perso la vita nei naufragi davanti le coste di Lampedusa gli scorsi 3 e 11 ottobre, celebrazioni che erano state annunciate dal Premier Letta ma che non erano avvenute nella realtà, ora il Viminale ha comunicato che la cerimonia di commemorazione si terrà lunedì 21 ottobre, alle 16, ad Agrigento, presso il molo turistico di San Leone, alla presenza dei rappresentanti del governo e delle istituzioni. Non potrà però essere presente il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini, che non manca di far sentire la sua voce parlando a nome anche dei suoi cittadini: “Non sarò ad Agrigento – spiega – perchè, quello stesso pomeriggio, verrò ricevuta dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, insieme al senatore Luigi Manconi, presidente della commissione straordinaria per i diritti umani del Senato. Sono comunque estremamente amareggiata che questa commemorazione, benchè tardiva e a corpi già sepolti, non si faccia a Lampedusa. La comunità della mia isola non merita di non essere coinvolta e di essere convocata a decisione già presa”.

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I funerali di stato fantasma!

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Erano stati annunciati dal premier Letta in persona i funerali di Stato per le vittime di Lampedusa e invece oggi il sindaco dell’isola siciliana,  Giusi Nicolini, denuncia che le salme si stanno seppellendo senza nessun funerale. Sembrerebbe l’ennesimo annuncio alla presenza delle istituzioni internazionali che poi non ha trovato seguito nei fatti. Eppure quel 9 ottobre tutti si erano stupiti della decisione del Premier di voler organizzare a spese dello stato la sepoltura con tutti gli onori dei migranti che avevano perso la vita nel drammatico naufragio. Se davvero l’Italia ha bisogno di stabilità politica per fermare la speculazione sui mercati, è pur vero che c’è bisogno anche di coerenza. Non c’è nulla di peggio che assistere ai proclami che poi restano solo parole senza fatti… In questo modo si lede l’immagine del nostro Paese e si fanno riaffiorare i fantasmi di un ventennio di parole che hanno poi portato l’Italia sull’orlo del baratro. Che bisogno c’era di annunciare i funerali di stato? L’ennesima umiliazione per i migranti?

Ieri il sindaco di Lampedusa, ha twittato:

A questo messaggio è seguito il silenzio. Lo stesso silenzio lamentato dalla stessa sindaco che aveva anche asserito: “A Lampedusa il governo è sparito”. Solo il Viminale alla fine si fa coraggio e risponde: “Non siamo noi a disporre i funerali solenni”, compito che spetta secondo il protocollo all’Ufficio del cerimoniale: “Dovevamo però portare via le 373 bare dall’isola per questione di igiene pubblica”. E sempre per motivi sanitari saranno interrate al più presto con soltanto un numero identificativo.

Dove troveranno sepoltura?

Alcuni nei cimiteri dell’Agrigentino e altri in Comuni siciliani disposti ad accoglierli, anche temporaneamente.  80 salme sono già state tumulate nel cimitero Piana Gatta di Agrigento, altre 70 sono state disseminate nei camposanti della provincia e sepolte, riportano i quotidiani locali, con una breve preghiera cattolica. Lontani dai parenti, in prevalenza cristiano-ortodossi e musulmani.

Come scrive l’Huffington Post:

“È inaudito. Quell’annuncio dei funerali di Stato ha creato soltanto confusione”, commenta parecchio indignato don Mosé Zerai, sacerdote presso il Vaticano e fondatore dell’agenzia Habeshia ormai diventato un punto di riferimento per gli eritrei in esilio in Italia, al punto che spesso è lui a ricevere gli Sos dai barconi carichi di suoi connazionali che tentano di attraversare il Mediterraneo. Ed è lui, in queste settimane, a ricevere e smistare le continue telefonate dei famigliari dei naufraghi che dalle città europee e americane, ma anche dall’Eritrea, chiedono notizie sui loro defunti. “Come comunità eritrea siamo veramente stupiti dal modo nel quale il governo italiano sta gestendo questa situazione”.

Il primo pensiero di don Zerai va ai cadaveri senza funerale: “Un’offesa alle vittime e ai loro famigliari. Poiché ci aspettavamo esequie solenni, abbiamo consigliato ai parenti in lutto di non organizzare funerali privati ma di attendere. E invece ora hanno disseminato le bare in molti posti della Sicilia, rendendo difficilissimo il compito di coloro che devono ancora identificare i loro morti. A chi dovranno rivolgersi questi poveretti per poter capire su quale bara devono piangere?”.

Il sacerdote eritreo dice di avere spedito una lettera a Enrico Letta e Emma Bonino, senza ricevere risposta alle sue domande. E questa mattina verrà ricevuto dalla Commissione esteri della Camera nella speranza di capire cosa succederà nei prossimi giorni. L’idea del religioso è quella di impegnare le istituzioni italiane a farsi carico del trasporto delle salme in Eritrea, a prescindere dal fatto che alla fine molte non avranno un nome, tranne quei corpi che i famigliari esuli vorranno seppellire nella nuova patria.

Ad attendere la soluzione del mistero sulla celebrazione funebre promessa da palazzo Chigi non sono soltanto genitori, sorelle, fratelli e cugini dei morti di Lampedusa, molti dei quali residenti negli Stati Uniti, in Canada e in Europa, ma anche vescovi e sacerdoti di fede ortodossa – la fede religiosa più diffusa in Eritrea, insieme all’Islam – che dall’America e dalla stessa Eritrea sono pronti a concelebrare quel funerale importante.

Comunque sia, il destino di quei feretri rimane incerto. L’ambasciata eritrea si è offerta di rimpatriare le salme identificate con certezza come eritree, e in questo scenario si inscrivono altre due stranezze che ben raccontano la confusione del governo. Da giorni infatti passeggiano per Lampedusa due funzionari dell’ambasciata eritrea in Italia, ufficialmente sull’isola per dare conforto e aiuto ai parenti dei morti in mare, nonostante quei morti siano fuggiti proprio dal pugno di ferro del regime di Asmara e una legge imponga ai famigliari degli esuli il pagamento di una multa salata come punizione.

Secondo fonti del Comune, i diplomatici avrebbero addirittura chiesto di entrare nel centro di accoglienza dove vivono ammassati i superstiti del naufragio del 3 ottobre e, non avendo ricevuto il via libera, tentano di avvicinarli lungo le strade di Lampedusa chiedendone nome e cognome, oppure scattando loro delle foto. Dati che molto facilmente finiranno negli elenchi del governo eritreo.

Il 14 ottobre è poi arrivato, senza che la sindaca ne fosse informata, l’ambasciatore eritreo Zemede Tekle Woldetatios. In mancanza di un protocollo né un avviso da parte del ministero degli Esteri o dalla Prefettura, però, la sindaca Giusi Nicolini non ha potuto incontrarlo. E così Woldetatios è dovuto andarsene non senza aver ripetuto ai giornalisti la disponibilità di Asmara a riprendersi i feretri.

Con questo obiettivo il rappresentante eritreo in Italia assicurava, in una nota non firmata e divulgata il 9 ottobre, di aver avviato un canale diplomatico con il nostro Paese. Se è dunque la Farnesina a ricevere le richieste dell’Eritrea, rimane insoluto il quesito su quale autorità italiana dovrebbe proteggere i futuri richiedenti asilo di Lampedusa da un governo dittatoriale che potrebbe decidere di perseguitarli, quando è lo stesso esecutivo italiano a ricevere i sostenitori del regime eritreo.

È il caso dell’incontro avvenuto ieri mattina tra la ministra Cécile Kyenge e quello che nel comunicato stampa del ministero per l’Integrazione viene definito “il presidente della comunità eritrea in Italia”, Derres Araia, simpatizzante del regime di Isaias Afewerki, presente alle iniziative dell’ambasciatore Zemede Tekle Woldetatios e dunque politicamente nemico degli eritrei che viaggiavano stipati in quel barcone colato a picco al largo dell’isola dei Conigli. Al punto da aver scritto in un tweet che “in Eritrea non esistono oppositori” e che l’emigrazione dei suoi connazionali è dovuta “all’ostruzionismo di Wasghinton-EU” (sic).

“L’ultima telefonata dallo Stato è arrivata sabato scorso da Giorgio Napolitano”, assicurano ora al Comune di Lampedusa. Nicolini aveva chiesto una unità di crisi che affiancasse la giunta della piccola isola nell’immane lavoro burocratico relativo all’accoglienza dei parenti delle vittime, all’identificazione e alle visite ufficiali. Quella richiesta è andata a vuoto, e l’impressione è quello di un continuo “scaricabarile” da una istituzione all’altra. O, come suggella don Mosé, “una presa in giro”.

 

Mare Nostrum: un’imponente macchina per salvare i migranti!

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Tutta la tecnologia al servizio dei migranti per salvargli la vita, prestare soccorso e impedire che tragedie come quelle di Lampedusa possano ripetersi. Un’operazione massiccia che vede impegnati  droni e aerei senza pilota, oltre ad elicotteri con strumenti ottici ad infrarossi. Lo ribadisce il ministro della Difesa Mario Mauro, che sembra già in assetto di guerra e pronto a vedere in azione questi nuovi mezzi militari.

Mare Nostrum «sarà un’operazione militare ed umanitaria e prevede il rafforzamento del dispositivo di sorveglianza e soccorso in alto mare per incrementare il livello sicurezza delle vite umane» ha spiegato Mauro.
Il ministro della Difesa ha precisato anche che «Utilizzeremo per la prima volta una nave anfibia che ha la capacità di esercitare il comando e controllo, con elicotteri a lungo raggio, capacità ospedaliera, spazi ampi di ricovero per i naufraghi. Avremo poi 4 altre navi della Marina: due pattugliatori e due fregate» e altri velivoli.

Successivamente è intervenuto anche il ministro dell’Interno Angelino Alfano che ha cercato di rassicurare: «Ci sono le regole del diritto internazionale della navigazione, non è detto che se interviene una nave italiana porti i migranti in un porto italiano. Si valuterà in base al luogo dove avverrà l’operazione».

Mentre si effettuano i tagli agli statali, il blocco degli straordinari, mentre vengono anche sottratti miliardi alla Sanità pubblica ed elargiti milioni a Crozza e Fazio nella tv di Stato, è davvero rassicurante sapere ci siano così tanti mezzi a disposizione dei migranti e che ci sia anche una “capacità ospedaliera” che invece sulla terra ferma sarà ulteriormente precaria e in bilico.

Nuovi sbarchi: arrivati 137 migranti a Lampedusa e 200 a Reggio Calabria

immigrazione-lampedusa-tuttacronacaNon era stato avvistato il barcone che, alle 5 di questa mattina, è giunto al porto di Lampedusa con a bordo 137 migranti, tra cui 27 donne e 25 bambini, che in seguito sono stati trasferiti nel Centro di prima accoglienza di contrada Imbracola. Nel frattempo sull’isola si attende l’arrivo della nave Libra, che trasferirà a Porto Empedocle, in provincia di Agrigento, altre bare delle vittime del naufragio dello scorso 3 ottobre. Già ieri ne erano state trasferite 150. Al largo di Reggio Calabria invece una motonave della Guardia di Finanza ha soccorso un altro barcone con circa 200 immigrati probabilmente siriani. A bordo dell’imbarcazione, ormai quasi piena di acqua, moltissimi bambini e donne: tutti tratti in salvo.

A Lampedusa i militari chiedono l’affidamento dei piccoli migranti

immigrati-bambini-tuttacronacaCatia Pellegrini, comandante della nave militare Libra, ha preso parte alle operazioni di sbarco di alcuni profughi che, salvati dal naufragio della loro imbarcazione al largo di Lampedusa, sono giunti a Porto Empledocle. Tra i sopravvissuti anche 4 bambini, rimasti orfani a seguito della tregia. Racconta il comandante: “alcuni dei miei uomini hanno chiesto se potevano dare il loro nominativo per chiederli in affidamento” e poter così offrire un futuro migliore a questi piccoli. Da parte sua, la Pellegrini ha vissuto così quei momenti: “Io non sono madre, però devo dire che, soprattutto in questa circostanza, dopo il salvataggio in mare, vedendo quei bambini che all’inizio non parlavano, erano scioccati, e poi piano piano, dopo le carezze, e le coccole, sembrava avessero dimenticato la tragedia, la commozione ti pervade”.

Nuovi migranti a Lampedusa, ma ancora non è terminata la conta dei morti

naufragio-lampedusa-tuttacronacaAncora non sono stati celebrati i funerali per i 359 eritrei annegati nel naufragio del 3 ottobre davanti alle coste di Lampedusa, con 150 bare che questa mattina sono salpate questa mattina a bordo della nave della Marina Militare con destinazione Porto Empedocle, e già altri morti vengono trasportati sull’isola. Per quel che rugarda l’ultima tragedia, attualmente si contano 21 vittime ma ci si attende un bilancio maggiore. Sono 150 i dispersi a fronte di 211 superstiti. Ma il numero è ancora incerto: stando ai racconti di alcuni testimoni, infatti, a bordo ci sarebbero state almeno 400 persone. Nel frattempo, come si apprende da fonti della Marina, ieri sera 87 migranti sono stati soccorsi e portati a bordo di nave Libra, che si trovavano a bordo del gommone che aveva lanciato l’Sos. Lo si apprende da fonti della Marina militare.

Reato di clandestinità: Grillo ha bacchettato i suoi… e Dario Fo bacchetta lui

Fo-Grillo-Clandestinità-tuttacronacaLa Stampa intervista Dario Fo e il Nobel non risparmia una critica a Beppe Grillo dopo che il semplice portavoce del M5S ha sconfessato i suoi parlamentari che hanno presentato l’emendamento sul reato di clandestinità: “Ci sono rimasto male, tutti quelli di sinistra ci sono rimasti male leggendo quel post”. E spiega: “Beppe ha sbagliato e, credo, ha anche capito ieri sera tardi (nella notte di giovedì, ndr) di avere esagerato. Da quello che so se ne è reso conto, e c’è chi gliel’ha detto in modo franco”. Fo aggiunge quindi: “Io sono sempre stato chiaro e non li ho mai adulati”, anzi, “mi sono scagliato duramente verso tutti e due (Grillo e Casaleggio)” sul tema dell’immigrazione perché non considerano “tra le altre cose, il grandissimo utile che viene all’Italia dall’arrivo di questi profughi. Non è solo una questione etica, ho detto. E’ un’opportunità per noi italiani”.

50 MORTI, 10 BAMBINI. La speranza naufraga per i migranti

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Una nuova speranza che naufraga e il viaggio che porta solo alla morte. La disperazione che cessa in fondo al mare e i corpi senza vita che chiedono solo sepoltura. L’orrore torna e sembra un tragico replay di quello a cui abbiamo già assistito. A quelle immagini che avremmo voluto solo ricordare come un emergenza umanitaria che invece si è trasformata in tragedia mondiale, che tornano invece prepotentemente nei nostri occhi e ci ricordano che quelle vite continuano a spezzarsi. Il bilancio sale e sono già 50 i cadaveri dell’ultimo naufragio, fra questi anche una decina di bambini. Il Canale si Sicilia che diventa un cimitero che chiede giustizia e Letta che afferma: “Il nuovo naufragio conferma una drammatica emergenza”.

Ma da quanto tempo i lampedusani invocano sostegno e parlano di emergenza? Quanti morti già ci sono su quel fondale marino? Quanti, ignorati dagli obiettivi sono già negli anni passati andati a fondo? Ora le larghe intese troveranno una “rete umanitaria”? E’ il tempo ancora delle dichiarazioni, degli annunci, delle speranze o il tempo è scaduto?

Morte in mare: sono 12 i cadaveri del naufragio a sud di Lampedusa

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Morti in mare, altri cadaveri sono stati recuperati nel nuovo naufragio avvenuto a sud di Lampedusa, in acque maltesi al confine con quelle libiche a circa 65 miglia dall’isola siciliana. A dare l’allarme sarebbe stato un velivolo maltese che ha visto letteralmente affondare l’imbarcazione carica di migranti. Immediati i soccorsi grazie al dispositivo potenziato proprio ieri. Oltre a due unità della Marina si sono recati in zona un velivolo della Capitaneria di Porto e una motovedetta maltese. Da Lampedusa poi sono salpate due motovedette della Guardia Costiera, due della Guardia di finanza e un elicottero della Guardia di finanza. A bordo del barcone si stima che ci fossero almeno 250 persone e 12 corpi sono stati già recuperati, ma il bilancio è destinato a crescere.

Nuovo naufragio di un barcone nel Canale di Sicilia, altri morti

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Dobbiamo ancora seppellire i cadaveri della strage di Lampedusa e già nelle acque affiorano nuovi cadaveri. E’ stato infatti avvistato un barcone con circa 250 immigrati a bordo. Il naufragio è avvenuto a circa 70 miglia a Sud Est di Malta. Sul posto stanno operando due navi della Marina militare, con i rispettivi elicotteri che hanno lanciato in mare scialuppe autogonfiabili. Secondo quanto si apprende, circa 200 persone sarebbero cadute in acqua e l’imbarcazione potrebbe essersi capovolta: avvistati alcuni cadaveri.

 

Dalle telefonate alle schede telefoniche… l’evoluzione di Papa Francesco

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Papa Francesco ci ha abituato alle sue telefonate indirizzate a varie personalità politiche o di spicco in giro per il mondo e in particolare in Italia. La comunicazione è al centro del suo Pontificato e questo è giornalmente sotto gli occhi di tutti: dalla lattina presa da un fedele al cambio della papalina. Un universo fatto di piccoli gesti che stanno pian piano cercando di riavvicinare la Chiesa al suo popolo. L’ultimo atto è stato quello di acquistare numerose schede telefoniche internazionali e distribuirle presso i Centri di accoglienza di Lampedusa. Il Papa voleva infatti dare la possibilità ai migranti di mettersi in contatto con i propri familiari, nei paesi d’origine.

 

Come vengono accolti in Europa i clandestini? Multe, rimpatri e carcere

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Come vengono accolti in Europa i clandestini? Multe, rimpatri e carcere. Queste sono le misure previste dai Paesi dell’Unione europea, come oggi riportato in un articolo di Libero:

“Eppure basterebbe guardare un po’ al di là dei nostri confini giuridici per scoprire che in Francia, Germania, Regno Unito e Svizzera è prevista una sanzione penale specifica per chi fa ingresso illegale sul territorio nazionale e anche per chi vi soggiorna irregolarmente. Non fa eccezione il Regno del Belgio, dove la reclusione può prolungarsi fino a tre mesi ed è seguita immancabilmente dall’espulsione del colpevole. In Danimarca, invece, distinguono fra la permanenza irregolare, che rientra fra le fattispecie penali e può comportare anche la reclusione fino a sei mesi, e l’ingresso illegale, punito con una multa o una misura amministrativa”.

E la lista dei paesi europei in cui il reato rimane non è finita, spiega Morigi:

“Quanto all’Austria, lo tratta soltanto come un illecito amministrativo, ma il soggetto colto senza documenti validi oltre a beccarsi una multa da 200 a 1.500 euro, può essere detenuto per 72 ore, dopo le quali scatta il rimpatrio. Allo stesso modo, la Finlandia e i Paesi Bassi dopo la sanzione pecuniaria, prevedono l’espulsione. Anche in Portogallo seguono la stessa linea, salvo inasprire le misure con i recidivi: chi viola il divieto di reingresso rischia due anni di galera. Pur di cacciare i clandestini, la Grecia è disposta a rinunciare anche al denaro delle multe”.

Non sono escluse Irlanda e Lussemburgo:

“In Irlanda, se c’è volontarietà, si possono aprire le porte del carcere per tre anni, senza che per questo sia condonata la contravvenzione fino a 3mila euro. Nel piccolo Granducato del Lussemburgo, per contro si viene espulsi o respinti, ma si può guadagnare un soggiorno di sei mesi in prigione”.

Insomma, scrive Morigi, in tutta Europa per gli immigrati clandestini è previsto anche il carcere:

“Perfino la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo prevede un elenco esaustivo di ipotesi giustificative della detenzione, tra cui il fatto di impedire l’ingresso illegale nel territorio o di favorire l’allontanamento di una persona. E, da ultimo, nel 2011, la Corte di Giustizia europea ha chiarito che la direttiva comunitaria sui rimpatri non vieta a uno Stato membro di classificare come reato un soggiorno irregolare e di irrogare sanzioni penali per scoraggiare e reprimere la commissione di un’infrazione delle norme nazionali in materia di soggiorno né di imporre una detenzione finalizzata a determinare se il soggiorno sia regolare o meno”.

Se è vero che potremmo essere noi a dare il buon esempio è anche vero che le condizioni finanziarie e sociali del nostro Paese, purtroppo, non danno la possibilità a coloro che arrivano di costruirsi un futuro. Perché dunque strappare per una seconda volta la possibilità ai migranti di un progetto di vita? Perché lasciare queste persone all’interno di centri di prima accoglienza che sono ormai diventati centri claustrofobici e malsani?  Quando si inizierà davvero a fare una politica comunitaria di accoglienza e non di respingimento? Quando quelle multe, rimpatri e carcere si trasformeranno in Europa in speranza di una vita migliore? Vergogna? No, disperazione e impotenza di fronte ad altre Nazioni che si sono arroccate su posizioni punitive e puntano il dito contro l’Italia… poi si lavano le coscienze con un contributo insufficiente, capace solo di prolungare l’agonia di quei migranti rinchiusi nei centri sovraffollati.

I pentastellati fanno disperare Grillo? “Stop a clandestinità, non è nel programma”

beppe-grillo-reatoimmigrazione-tuttacronacaIeri i senatori del Movimento 5 Stelle Buccarella e Cioffi hanno presentato un emendamento contro l’abolizione del reato d’immigrazione clandestina, che poi è stato approvato dalla commissione giustizia al Senato. Oggi i leader del movimento, Grillo e Casaleggio, hanno pubblicato un post a doppia firma sul blog, sconfessando i due pentastellati, ricordando che il “M5S non è nato per creare dei dottor Stranamore in parlamento senza controllo”. Scrivono il semplice portavoce e il guru: “Ieri è passato l’emendamento di due portavoce senatori del MoVimento 5 Stelle sull’abolizione del reato di clandestinità. La loro posizione espressa in Commissione Giustizia è del tutto personale. Non è stata discussa in assemblea con gli altri senatori del M5S, non faceva parte del Programma votato da otto milioni e mezzo di elettori, non è mai stata sottoposta ad alcuna verifica formale all’interno. Non siamo d’accordo sia nel metodo che nel merito. Nel metodo perché un portavoce non può arrogarsi una decisione così importante su un problema molto sentito a livello sociale senza consultarsi con nessuno. Il M5S non è nato per creare dei dottor Stranamore in Parlamento senza controllo. Se durante le elezioni politiche avessimo proposto l’abolizione del reato di clandestinità, presente in Paesi molto più civili del nostro, come la Francia, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti, il M5S avrebbe ottenuto percentuali da prefisso telefonico. Sostituirsi all’opinione pubblica, alla volontà popolare è la pratica comune dei partiti che vogliono “educare” i cittadini, ma non è la nostra. Il M5S e i cittadini che ne fanno parte e che lo hanno votato sono un’unica entità. Nel merito questo emendamento è un invito agli emigranti dell’Africa e del Medio Oriente a imbarcarsi per l’Italia. Il messaggio che riceveranno sarà da loro interpretato nel modo più semplice “La clandestinità non è più un reato“. Lampedusa è al collasso e l’Italia non sta tanto bene. Quanti clandestini siamo in grado di accogliere se un italiano su otto non ha i soldi per mangiare?”. Non sono mancate le prime reazioni. A partire dal Pdl con Maurizio Gasparri, vicepresidente a Palazzo Madama, che ha commentato il post su Twitter:
gasparri-clandestinitiàAnche la Lega, attraverso il senatore Massimo Bitonci, è entrata nel merito. Riguardo alle parole di Grillo e Casaleggio, vengono bollate come una “dichiarazione molto in ritardo. In commissione è successo un fatto estremamente grave perché i proponenti dell’emendamento sono del M5S. Ora chiediamo a Grillo e a Casaleggio e agli esponenti del M5S di firmare loro il nostro emendamento che ripristina il reato di immigrazione clandestinà”.

Ok all’emendamento dei 5 Stelle per abolire il reato d’immigrazione clandestina

reato-immigrazione-tuttacronacaIl sottosegretario Ferri ha reso noto che i senatori pentastellati Maurizio Buccarella e Andrea Cioffi hanno presentato un emendamento, approvato dalla commissione giustizia del Senato, che elimina il reato di immigrazione clandestina. Tale emendamento riguarda la delega sulla messa alla prova. Restano comunque validi i procedimenti per l’espulsione e altre fattispecie di reati collegati. Il sottosegretario ha detto: “La sanzione penale appare sproporzionata e ingiustificata. E la sanzione penale pecuniaria è di fatto ineseguibile considerato che i migranti sono privi di qualsiasi bene”. Oltretutto “il numero delle persone che potrebbero essere potenzialmente incriminate sarebbe tale da intasare completamente la macchina della giustizia penale, soprattutto nei luoghi di sbarco”. Ferri ha quindi aggiunto: “Lo Stato deve regolare i flussi migratori in modo compatibile con le concrete possibilità di accogliere i migranti e questo non solo per ragioni di ordine pubblico ma anche per motivi umanitari. A persone che cercano di sfuggire da situazioni di estrema indigenza e spesso disumane dobbiamo garantire un’ospitalità dignitosa. Occorre invece continuare a punire con severità chi sfrutta e favorisce questi fenomeni migratori incontrollati che possono causare tragedie come quella di Lampedusa”. Non si sono fatte attendere le prime reazioni della Lega Nord, con il capogruppo della commissione giustizia a Palazzo Madama Erika Stefani che ha parlato di un tentativo di “smantellare la legge Bossi-Fini”. “È passato in commissione giustizia l’emendamento che abroga il reato di clandestinità previsto dalla legge Bossi-Fini e in generale la trasformazione in illeciti amministrativi per i quali oggi è prevista una multa o una ammenda. Ci siamo fermamente opposti a queste modifiche proposte dal Movimento 5 Stelle e passato con il parere favorevole del governo e i voti di Pd e Pdl”. Ha quindi proseguito: “A questo punto il ministro dell’Interno Alfano chiarisca la sua posizione visto che il governo sembra andare nella direzione opposta rispetto alle sue dichiarazioni. Questo irresponsabile buonismo alimenterà ancora il disastro umanitario al quale stiamo assistendo perché gli immigrati arrivano sulle nostre coste attratti da false speranze. Scelte politiche simili sono un vero e proprio richiamo per ingressi clandestini che, come Lampedusa insegna, possono trasformarsi in tragedia”. Da parte sua il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri, ai microfoni del Tg3, interpellata riguardo un’eventuale modifica della legge Bossi-Fini aveva ricordato che “su leggi come la Bossi-Fini o la Fini-Giovanardi – temi di grandissimo dibattito politico – sarà il Parlamento a valutare se ci sono le condizioni per fare le modifiche”.

Il tema dell’immigrazione era tornato prepotentemente alla ribalta in seguito alla recente tragedia di Lampedusa.

Il naufragio a Lampedusa visto con gli occhi dei bambini

disegno-lampedusa-tuttacronacaLa tragedia del naufragio attraverso gli occhi dei bambini. E’ quello che appare nelle foto di Tullio M. Pugli, per l’agenzia Getty, che ha immortalato i disegni degli alunni della scuola elementare di Lampedusa. Al momento sono stati recuperati 232 cadaveri e si pensa che siano almeno altri cento quelli che il mare nasconde.

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Soccorsi 400 migranti nel Canale di Sicilia, 3 morti

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Nel primo pomeriggio è scattato l’allarme e l’imbarcazione è stata raggiunto dai soccorritori due unità della Guardia costiera e tre navi mercantili che erano in navigazione a 45 miglia a sud di Siracusa. Il barcone aveva a bordo 400 migranti e forse, tre morti.

 Ancora non si sa con certezza nemmeno la nazionalità delle persone a bordo del barcone che, come accaduto nei giorni scorsi e nelle passate settimane, potrebbe essere di paesi mediorientali, in particolare la martoriata Siria. La “rotta” che porta direttamente sulle coste della Sicilia, e perfino della Calabria, è stata infatti battuta in queste settimane proprio da migranti di quelle aree.

Una volta a bordo dei mezzi di soccorso, i migranti saranno trasferiti a Porto Palo di Capo Passero e a Pozzallo, nella parte sud est della Sicilia. Appena ieri a Porto Palo, con due differenti sbarchi, erano giunti 325 migranti.

Lampedusa e la storia della 15enne incinta

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Sono salpate per andare a recuperare i naufraghi, in una tragedia seguita da tutto il mondo, ma le vedette 322 e 304 non avevano a bordo la strumentazione necessaria per il pronto soccorso, neppure per quella ragazzina di 15 anni tirata su dalle acque, magrissima in preda a crisi di nausea che non riusciva più a reggersi in piedi. Una profuga siriana che era insieme ad altre tre persone di cui uno ferito da arma da fuoco. Il capitano si è reso immediatamente conto della situazione critica e ha chiamato il Cirm,  il Centro internazionale radio medico, la fondazione che da quasi ottant’anni, h24, presta soccorso medico gratuito a tutte le navi, le imbarcazioni, i natanti del mondo.

«Abbiamo prestato soccorso come sempre facciamo, nonostante le difficoltà rappresentate dalla quasi totale mancanza di presidi medici o farmaci a bordo delle motovedette che stavano cercando di salvare i migranti di Lampedusa», così spiegano i medici del Cirm che aggiungono  «Il naufrago a bordo della Cp 304 soffriva di difficoltà respiratorie che si sarebbero risolvere in fretta grazie alla somministrazione di ossigeno che, purtroppo, non era disponibile sull’imbarcazione.»

Sempre i medici del Cirm spiegano: «Stavano davvero male. E quindi l’allarme era alto sia a bordo, che presso la nostra centrale operativa. Poi grazie all’esperienza maturata sul campo, ce la siamo cavata tutti. Un po’ di acqua e zucchero per il primo dei 3 superstiti del disastro, una fasciatura per il secondo e un semplice cucchiaio di acqua e sale per la ragazza disidratata hanno consentito agli sventurati di proseguire il viaggio verso la terra ferma in maniera migliore. Gli episodi – continuano dal Centro Internazionale Radio Medico che ha sede a Roma – pongono l’accento sulla necessità, stante la frequenza di operazioni in favore di profughi e naufraghi, di dotare i mezzi di soccorso di adeguate scorte di medicinali e di addestrare il personale a fare fronte ad emergenze mediche, magari sotto la guida del Cirm, da sempre custode della salute dei naviganti».

Così anche la 15enne probabilmente incinta è riuscita ad arrivare a riva grazie all’intervento dei “medici del mare”.

«Alcuni cittadini stranieri alle prese con queste traversate terribili e dolorose ci conoscono. Hanno il nostro numero e, se necessario, lo usano. Noi, pur essendo poco conosciuti dal grande pubblico e tanto scarsamente supportati da chi dovrebbe, continuiamo ad essere una eccellenza italiana e uno dei Centri di soccorso in mare più noti al mondo. Si potrebbe fare tanto di più», concludono dal Cirm.

Indagati i superstiti di Lampedusa

migranti-indagati-tuttacronacaLa procura di Agrigento indagherà per immigrazione clandestina i superstiti del naufragio di Lampedusa, dopo che gli stessi saranno stati identificati. Al momento non è ancora avvenuta alcuna iscrizione ma, spiegano i magistrati, ci sarà in quanto atto dovuto legato a una norma in vigore. Il reato prevede come pena massima una multa di 5 mila euro. Il ministro della difesa Mario Mauro, a margine della sua visita alla Spezia ha detto: “Dobbiamo aiutare questi paesi perché loro possano aiutarci a far fronte all’emergenza che arriva dal sud del mondo”. E ha continuato: “Serve tanta collaborazione perché siamo un paese che ha dato la sua disponibilità ad aiutare la Libia tramite aziende come Selex per procurare dei sensori in grado di monitorare i confini a sud della Libia stessa ma in questo momento la Libia ha un governo in difficoltà”. Per quanto riguarda la legge Bossi-Fini, il ministro, alla domanda di un giornalista, risponde: “Nella legge Bossi Fini ci sono aspetti normativi che potevano essere modificati sin dall’inizio, ma se si può intervenire per migliorare il sostegno ai processi di asilo ben venga”.

Lampedusa: 35enne tunisino indagato ma non fermato. E’ uno degli scafisti?

lampedusa-tuttacronacaPotrebbero esserci ancora circa duecento cadaveri in mare, a Lampedusa. Corpi che, come racconta chi è sceso sott’acqua, sono “abbracciati” tra loro. Chi si trovava nella pancia dell’imbarcazione erano i più poveri, quelli in grado di pagare meno al capo degli scafisti, che si faceva chiamare “The Doctor”. Nel frattempo un 35enne tunisino, sospettato di essere uno degli scafisti, è indagato ma non fermato. Identificato e bloccato al suo arrivo sull’isola e sentito dalla polizia, davanti al procuratore aggiunto Ignazio Fonzo, assistito da un avvocato d’ufficio, e con la collaborazione di un interprete arabo, è stato interrogato venerdì: ha deciso non avvalersi della facoltà di non rispondere, e di dare invece la sua versione dei fatti. Ora bisognerà attendere anche le testimonianze di chi a quel tragico naufragio è sopravvissuto, per capire se davvero sia tra i colpevoli. Nel frattempo l’enorme bara di metallo giace a 47 metri di profondità in mare a un miglio e mezzo di distanza da Cala Croce, dagli scogli di Lampedusa. Al momento le ricerche subacquee restano ferme, a causa delle avverse condizioni del mare, mentre  la Guardia di finanza e  la Guardia costiera continuano a controllare lo specchio di mare attorno al punto in cui è avvenuto il naufragio con gli elicotteri.

Amburgo vuole rispedire in Italia 300 profughi

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Li abbiamo inviati ad Amburgo con un pass  e 500 euro: erano tutti profughi provenienti da Libia, Togo e Ghana. Ora la Germani a mette a disposizione dei treni gratis per rinviarli in Italia. il Die Welt, quotidiano tedesco conservatore, ha giudicato irresponsabile il comportamento dell’Italia.

Il nostro Ministro dell’Interno Angelino Alfano ha ribadito la regolarità dell’intervento, ma il ministro tedesco Detlef Scheele sottolinea: «Non hanno nessun diritto legale a un alloggio né a un’assistenza economica, sarebbe folle dar loro false speranze di un futuro lavorativo qui» .

Scaduti i permessi temporanei saranno quindi rispediti sul nostro territorio, sono già pronti i biglietti. Speriamo che l’ultima tragedia sia un monito per tutta l’Europa e si inizi davvero a fare i corridoi umanitari e non a trattare gli esuli e i profughi come merce da far rimbalzare da un confine all’altro.

Quei migranti che perdono la vita in mare e, al cimitero, diventano numeri

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Si attende il maltempo si plachi per ricominciare le ricerche e intanto l’imbarcazione attende sul fondo del mare, nel silenzio della morte. La tragedia che si è consumata ieri sulla riva di Lampedusa porta con sè tanti interrogativi. Come trovare una sistemazione per tutti i migranti? Ma anche, come dare riposo alle vittime? Nel naufragio del barcone, che un video dei Vigili del Fuoco mostra adagiato sul fondo, hanno perso la vita almeno 111 migranti. Troppi anche per il cimitero di Lampedusa. Dove le tombe non hanno nomi, ma numeri. Perchè spesso chi tenta di raggiungere i nostri lidi non ha documenti nè qualcuno che lo possa riconoscere…

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Le accuse shock di un marinaio “ci hanno impedito di salvarne altri”

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Lui si chiama Marcello Nizza, ha 41 anni ed è un marinaio o meglio il marinaio che ieri per primo all’alba è arrivato con la sua imbarcazione sul luogo del tragico naufragio. Le sue dichiarazioni destano immensa meraviglia, perché, secondo quanto ha dichiarato, gli è stato impedito di salvare altre persone a causa di un protocollo:

“Avevamo la barca con decine di immigrati, ci siamo avvicinati a un gommone della Guardia costiera chiedendo se potevamo trasbordarli sul loro natante per cercare di salvarne altri. Ci hanno risposto: dobbiamo rispettare il protocollo”.

La tragedia dei migranti: ex miliziani Gheddafi nuovi scafisti

migranti-lampedusa-tuttacronacaIl mare agitato non permette di proseguire con le ricerche dei sommozzatori impegnati nel recupero delle vittime del naufragio di Lampedusa, che sono pertanto state sospese. Non si ferma però il trasferimento degli immigrati, per consentire il rapido svuotamento del Centro di prima accoglienza dove in questo momento si trovano oltre mille persone a fronte di una capienza di circa 300 posti. Si cerca quindi di smistare ai vari centri quelle persone che hanno speso 2mila euro per vedere realizzato il sogno di fuggire dalla loro patria sperando in un futuro migliore. In soli quattordici giorni, via mare sono arrivati 5.583 migranti, di cui 3.807 uomini, 703 donne e 1.073 minori. Gli sbarchi sono stati 45, di cui 36 in Sicilia, 5 in Calabria, 3 in Puglia, 1 in Sardegna. In particolare a Lampedusa si sono verificati 13 sbarchi e sono giunti 1.998 persone (di cui 1.274 uomini, 274 donne e 450 minori). Tra le nazionalità dichiarate dagli immigrati al momento dello sbarco, i più numerosi sono i siriani (2.075); seguono eritrei (1.280); palestinesi (428); somali (317). Partono dalle coste libiche, dove nessuno controlla e i poliziotti corrotti sono stati sostituiti dagli ex miliziani del regime Gheddafi, con le organizzazioni criminali che regnano e che fanno partire grossi pescherecci dalla Tunisia. Il trasferimento degli immigrati, ammassati per giorni in depositi o sulle spiagge libiche, avviene spesso con piccole barche in alto mare, fatto che rende il rischio naufragio altissimo. Gli immigranti arrivano dal Kenya e dal Sudan, dove si trovano deicine di campi profughi dove i mercanti di morte reclutano i propri clienti, avvicinandosi ai rifugiati e promettendo la libertà in cambio di soldi. Ma altro fronte frequentato è anche la Tripolitania in Libia, meta dei profughi siriani. Resta comunque l’Eritrea il Paese dove avviene il maggior esodo. Visto il numero in costante aumento di chi tenta di lasciare la propria terra, ormai si tenta di attraversare il mare anche in mancanza di situazioni meteo favorevoli. E il viaggio si trasforma in tragedia.

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Il tweet di Renzi, che augura al governo “buon lavoro”!

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Matteo Renzi ha twittato un messaggio di commento alla concitata giornata politica di ieri che ha visto consumarsi il dramma del Pdl spaccato e scisso e di un Silvio Berlusconi costretto per la priam volta ad adeguarsi alle decisioni dei “dissidenti” capitanati da Angelino Alfano.

Poco prima il pensiero del sindaco di Firenze però era andato all’immane tragedia che si è consumata a poche miglia dall’isoal di Lampedusa:

Le immagini del dramma e i 100 morti sotto lo scafo

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Seguitano a scorrere le immagini sui media mentre si scoprono almeno 100 morti sotto lo scafo del natante caduto a picco nella notte a circa mezzo miglio dall’isola dei conigli nei pressi di Lampedusa. I sommozzatori avrebbero localizzato il barcone a una quarantina di metri di profondità. I corpi sarebbero intorno e all’interno del natante, soprattutto donne e bambini.

Intanto ci sono anche le testimonianze dei primi soccorritori, come chi ha salvato 47 migranti:

 

Il Papa chiama Carlo Petrini: si parla di Terra Madre

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Oggi che c’è stata l’immane tragedia di Lampedusa quella telefonata avvenuta sabato 28 settembre tra Papa Francesco e Carlo Petrini, scrittore e fondatore di Slow Food in cui si è parlato di ambiente, immigrazione e degli umili del mondo, ora appare come un filo di Arianna al quale attaccarti per sperare in un “mondo più bello”. Quella telefonata infatti è connessa proprio a Lampedusa, quando il Papa si era recato nel mese di Luglio a far visita ai migranti nel centro di accoglienza dell’isola. In quel periodo Carlo Petrini aveva inviato al Pontefice il suo libro, Terra Madre, insieme a una lettera un articolo sui migranti piemontesi in terra d’Argentina, proprio come i genitori di Bergoglio.

“Sul cellulare mi è comparso all’improvviso un numero sconosciuto. Ho risposto, e dall’altra parte c’era Papa Bergoglio .- così Petrini racconta il suo “incontro” con il Papa –  Non ero affatto preparato, ma la semplicità con cui il pontefice è stato capace di instaurare un dialogo diretto mi ha messo subito a mio agio. Avevo inviato un libro al Papa…”.

Nell’articolo dei migranti Petrini raccontava come in un secolo, cioè dal 1876 al 1976, dal nostro Paese erano partiti per l’estero 24 milioni di migranti. Di questi, 3 milioni avevano trovato casa in Argentina. Ed è esattamente ciò che avviene oggi con i nostri neri d’Africa: gli italiani morivano allora, come costoro muoiono oggi.

Il Papa racconta a Petrini di suo padre: “Nell’articolo parlo di un bastimento, -dice il fondatore di slow food – il ‘Principessa Mafalda’, che nel 1927 partì da Genova e si inabissò poco lontano dalle coste brasiliane causando la morte di 314 migranti italiani. Bergoglio mi ha detto che suo padre sarebbe dovuto salire proprio su quella nave. Invece partì due anni dopo. Gli ho detto che io sono agnostico, ma che c’è un segno del destino se suo padre non salì sul Mafalda, di cui tutti, ancora oggi, in Piemonte hanno memoria”.

madre-terra-tuttacronaca

Come riporta la Repubblica, nell’intervista a Carlo Petrini si scoprono a poco a poco i punti di contatto fra le due diversissime personalità:

Da piemontese a piemontese, cosa vi siete detti?
“Mi sono permesso una frase in piemontese… una frase che diceva mia nonna sui preti. Ma non dico quale… saggezza popolare. Lui si è messo a ridere”.

Nella lettera invece cosa scriveva al Papa?
“Nella lettera parlavo di Terra Madre, di questa rete di persone umili che difendono ovunque l’ambiente, la biodiversità, l’economia rurale. E a questo punto la chiacchierata è diventata più incisiva”.

Nell’intervista a Eugenio Scalfari, il Papa insiste sull’amore per il prossimo, sul lievito che serve al bene comune, e su come il liberismo selvaggio non faccia che rendere i forti più forti, i deboli più deboli e gli esclusi più esclusi. Avete riaffrontato il discorso? 
“Il ragionamento di fondo è ruotato attorno alla necessità di portare avanti un’economia agricola di sussistenza, e non di accaparramento. Lui ha concordato, e mi ha anche svelato che sua nonna era solita dire che quando si muore, nel sudario non ci sono tasche in cui portarsi dietro il denaro. Da qui, ha definito ‘stupefacente’ il lavoro che stiamo portando avanti come Terra Madre. Io allora mi sono anche permesso di invitarlo da noi, in Piemonte”.

Verrà?
“Nel 2014 ha in programma questo viaggio, e, se riuscirà, verrà anche a trovarci. Ci siamo trovati in piena sintonia sull’importanza di focalizzare l’attenzione sugli umili, e di come, grazie alla rete delle comunità del cibo, essi acquisiscano autostima e dignità col farne parte. E’ un mondo povero, che però difende il seme della propria terra, e in quanto tale propositivo”.

Cosa le ha lasciato questa telefonata?
“La fiducia in un mondo migliore fino a quando c’è gente come Papa Francesco, che sa dialogare in maniera affabile e gettare ponti. Una semplicità e un’empatia che nascondono un carattere straordinario. Ci siamo salutati augurandoci buona salute e un abbraccio virtuale… come con un amico. Non ho avvertito alcuna distanza, e so di aver conosciuto un personaggio straordinario. Tutto ciò è importante non solo per la storia della Chiesa, ma per la speranza di un dialogo e per la sostenibilità ambientale”.

I migranti accusano “i pescherecci non ci hanno soccorso”

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Il Corriere della Sera intitola a tutta pagina  “I pescherecci non ci hanno soccorso”, con la frase pronunciata da molti migranti. Un’accusa tremenda per i pescherecci italiani che invece viene spiegata dal sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini in un’intervista a Radio Capital:

“L’Italia ha normative disumane. Tre pescherecci sono andati via dal luogo della tragedia perché il nostro Paese ha processato i pescatori che hanno salvato vite umane per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”. 

Ovvero chi salva vite finisce alla sbarra. La questione, se così stanno le cose, è sul tavolo di Enrico Letta, Angelino Alfano, l’Unione Europea, Papa Francesco e Ban Ki Moon. Tutti quelli che sull’incidente di Lampedusa si sono pronunciati. Chi soccorre viene processato.

Intanto aumenta ora per ora il numero delle vittime. I superstiti accertati sono 151 su circa 500 persone. Oltre novanta le vittime mentre la maggior parte degli immigrati risulta dispersa. Col passare delle ore il rischio che i morti alla fine saranno oltre 300 diventa sempre più concreto.

Parla il “medico dei migranti” Pietro Bartolo

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Ormai Pietro Bartolo lo si potrebbe chiamare il medico dei migranti. Le emergenze dei naufraghi toccano quasi sempre a lui che è pronto a rispondere con grande generosità e slancio a ogni chiamata. I suoi occhi hanno visto tanti drammi, uno dopo l’altro come gli sbarchi che continuano a getto continuo sull’isola. Così lui, oggi dopo una notte a lavoro si sfoga in un intervista rilasciata all’Huffington Post:

Com’è andata, cosa sta succedendo?
“E’ andata che è arrivata questa barca, ha preso fuoco e poi si è capovolta. A detta di quelli che si sono salvati, erano sopra in cinquecento. Al momento ne abbiamo recuperati 151 vivi e 94 morti, compresi due bambini piccoli piccoli”.

I dispersi sono tutti in acqua…
“Sott’acqua. Annegati”.

Come è possibile che siano arrivati senza che se ne accorgesse nessuno?
“Eeehhh, succede… ma non lo deve chiedere a me”.

I superstiti hanno spiegato come è bruciata la barca?
“Qualcuno ha raccontato che sono arrivati a mezzo miglio dall’Isola dei Conigli e siccome erano in avaria hanno dato fuoco a qualcosa per segnalare l’emergenza. Che è verosimile. Solo che poi è scoppiato un incendio ed è stata una catastrofe, la barca si è capovolta e sono finiti in mare. E’ tutta gente che non sa nuotare, e se non sai nuotare dopo un minuto che sei in acqua sei morto”.

Che altro raccontano?
“Poco e niente, sono tutti in stato di choc. Gente che ha visto morire il fratello, la sorella, i figli… ma se lo immagina?”.

Da dove venivano?
“Sono quasi tutti subsahariani”.

Partiti dalla Libia?
“Sì… ma non sanno neanche loro da quale punto della costa”.

Avete recuperato anche dei bambini?
“Tra quelli vivi, parecchi ragazzini”.

Ci sono molti feriti?
“No, solo tre gravi. Due donne, di cui una incinta, e una bambina di undici anni che durante il naufragio hanno ingerito acqua di mare e carburante. Le abbiamo rianimate qui al pronto soccorso e trasferite a Palermo. Ma avrei preferito più feriti e meno morti”.

Chi sono stati i primi ad arrivare sul posto?
“Dei lampedusani, poi sono uscite tutte le motovedette disponibili, tutte”.

La situazione com’è in questo momento? Perché il Centro d’accoglienza dovrebbe essere già pieno.
“Pieno significa 250 migranti. Ce ne sono più di mille”.

Di cosa avete bisogno?
“Di bare. Bare e carri funebri. Tra i morti recuperati e quelli che stanno ancora sotto… non è che sull’isola abbiamo centinaia di bare”.

Lei che da anni, ogni giorno, affronta questa emergenza, come pensa che si potrebbe risolvere?
“Nell’unico modo che dico da tempo, anche se qualcuno che non voglio nominare mi ha risposto pure male: facendo un cordone umanitario per andarli a prendere noi. Così sapremmo chi sono i rifugiati di guerra, i rifugiati politici, eviteremmo queste tragedie, i morti, e ci costerebbe un decimo di quello che spendiamo”.

La gente dell’isola come sta reagendo?
“Con la solita generosità. Sono stati loro i primi ad uscire e a rientrare coi vivi e coi morti. Come sempre. Sui lampedusani si può dire tutto quello che si vuole, ma di fronte a queste cose non si tirano mai indietro. Grande umanità e grande cuore. Ma anche le forze dell’ordine stanno facendo un lavoro straordinario, sono usciti in massa”.

Adesso bisogna recuperare i morti…
“Ci sono i sommozzatori della Guardia costiera insieme ai lampedusani, anche loro vanno giù a prendere questi poveri corpi”.

Alfano a Lampedusa: “non è un dramma italiano ma europeo”

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A Lampedusa il ministro degli interni Alfano ha detto: “Speriamo che l’Unione Europea si renda conto che non è un dramma italiano ma europeo” e poi ha aggiunto “Ho un appuntamento telefonico con il presidente della Commissione Europea, Barroso. Faremo sentire la nostra voce chiara e forte, l’Europa deve diventare protagonista nelle politiche dell’immigrazione”.

Kyenge ribatte a Pini, la tragedia diventa disputa politica?

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“Imputare la responsabilità morale di quanto sta succedendo a me e alla presidente Boldrini non solo è offensivo verso di noi ma lo è per le vittime. Il primo pensiero è per le vittime. È offensivo anche per la coscienza dei cittadini italiani, e degli abitanti di Lampedusa che si stanno prodigando. Questa è una mia presa di posizione, un punto di non ritorno verso questa forza politica. Non dobbiamo creare paura, ma avvicinare le persone”. Così il ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge, nel corso di una conferenza stampa, risponde al deputato leghista Gianluca Pini che le aveva addossato la “responsabilità morale” della tragedia di Lampedusa.

“Venga a contare i morti con me” così il sindaco di Lampedusa a Letta

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“Venga a contare i morti con me”. Così il sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini, invia un telegramma al premier Enrico letta. Il primo cittadino ha proclamato per domani il lutto cittadino:

“Una tragedia infinita, un dramma inenarrabile”. Il mare di Lampedusa deve ancora restituire molte vittime dell’ultimo terrificante naufragio, e il mondo della politica – nazionale e internazionale – fa i conti con le sue responsabilità. E, soprattutto, con le sue incapacità. Tra i vari commenti spicca quello del ministro degli Esteri, Emma Bonino. “Gli esodi – ha detto il ministro a margine di un incontro con il suo omologo saudita – non hanno una soluzione miracolosa, altrimenti l’avremmo già trovata e perseguita”. Negli stessi minuti Papa Francesco lancia un grido: per i morti di Lampedusa “mi viene una sola parola: vergogna!”.

Soluzioni miracolose – ammette la Bonino – non ce ne sono. L’Europa, nel dubbio, ci addossa tutte le responsabilità. Solo ieri Strasburgo giudicava per l’ennesima volta “sbagliate o controproducenti” le misure prese in questi ultimi anni dall’Italia per gestire i flussi migratori.

Le dimensioni della tragedia, intanto, si fanno sempre più gravi. I soccorritori hanno finora recuperato  93 cadaveri, ma sul barcone viaggiavano circa 450-500 persone. Per ora ne sono state tratte in salvo circa 150. I dispersi sarebbero circa 250. Tra i morti anche quattro bambini.

“È una tragedia immane”, ha detto il sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini. “Basta! Ma che cosa aspettiamo? Cosa aspettiamo oltre tutto questo? È un orrore continuo”, ha aggiunto Nicolini. “Non sappiamo più dove mettere i morti e i vivi”.

Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, riferirà domani “in tarda mattinata” in Aula alla Camera sulla tragedia di oggi a Lampedusa e sul complesso del dramma umanitario che sta interessando le coste del nostro Paese. Lo ha annunciato in Aula la presidente della Camera, Laura Boldrini, dando conto di una conversazione telefonica di oggi tra lei e lo stesso Alfano.

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