I vip per la Terra dei Fuochi: Da Pelù a D’Alessio

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«Come toscano mi scuso con la Campania e colgo l’occasione per farlo dalle pagine del Corriere del Mezzogiorno. Ho letto giorni orsono che tra i rifiuti tossici ritrovati nella terra dei fuochi ci sono anche quelli toscani. Anche la mia civilissima Toscana ha fatto questo? Ne ho sofferto. Mi vergogno e vi prometto che saprò nella mia terra come farla pagare a chi di dovere». Queste le parole di Piero Pelù, che fra qualche ora alla  Fnac di via Luca Giordano a Napoli presenterà il suo nuovo cd «Identikit» ha anche aggiunto: «Il dramma della terra dei fuochi riguarda noi tutti; è un errore circoscriverlo. Dobbiamo stare attenti a non perdere mai di vista la nostra libertà di cittadini. Ci vuole coraggio ma agendo tutti insieme mi piace sperare che ci possa essere un nuovo futuro»

E poi ha precisato:  «Non mi sono mai tirato indietro non si può distinguere la musica dal mondo: la musica è figlia del quotidiano, del momento storico. Circa dieci anni scrissi Occhi, canzone dedicata ai profughi (“E sbarcano segnati dall’immensità dei mari… e dei ricordi scavalcano le onde paraboliche verso un niente che ha fretta…”); qualche anno dopo ho composto Fiorirà in cui parlavo della protesta dei giovani di Locri contro lo strapotere della ‘ndrangheta e di tutte le mafie in Italia. Nell’estate del 2006 ho ricevuto anche una lettera anonima di minacce. Denunciai subito l’accaduto ai carabinieri».

Intanto, sulle morti per tumore nella Terra dei fuochi, interviene anche il cantautore napoletano Gigi D’Alessio: «Non voglio difendere nessuno, Nord o Sud, destra o sinistra, so solo – afferma D’Alessio – che le terre sono zeppe di veleno e le persone muoiono di cancro. Io ho perso mia madre, mio padre e mio fratello per il tumore, ma il problema è che non c’è futuro per chi deve ancora nascere e intanto questi litigano soltanto e non si concretizza nulla». Colpa del sindaco? «Del sindaco con tutto rispetto… io voglio difendere la popolazione, deve intervenire la Comunità europea e ci vuole la volontà di tutti». Il problema però – dice ancora l’artista, parlando questa volta del disastro in Sardegna – è che «chi deve fare il proprio lavoro non lo fa: la colpa è sempre di chi ci amministra. È come se andassi su un palco e non cantassi, questi rischi si devono prevenire, non si può – conclude – giocare con la vita delle persone». Ritornando al discorso sull’attualità, nell’inedito «Sto Rock» canta: «Il rock affila i denti contro gli arroganti come te». E’ una sorta di manifesto? «Sì. Io affilo i denti, mi indigno per le cose assurde che accadono, come il disastro ambientale che hanno procurato alla vostra — ma anche nostra — meravigliosa Campania Felix; uccidendo chissà quante persone innocenti. La malavita organizzata può arrivare ovunque, ma noi possiamo stare attenti, abbiamo il dovere di farlo, tutti insieme».

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Indagati i superstiti di Lampedusa

migranti-indagati-tuttacronacaLa procura di Agrigento indagherà per immigrazione clandestina i superstiti del naufragio di Lampedusa, dopo che gli stessi saranno stati identificati. Al momento non è ancora avvenuta alcuna iscrizione ma, spiegano i magistrati, ci sarà in quanto atto dovuto legato a una norma in vigore. Il reato prevede come pena massima una multa di 5 mila euro. Il ministro della difesa Mario Mauro, a margine della sua visita alla Spezia ha detto: “Dobbiamo aiutare questi paesi perché loro possano aiutarci a far fronte all’emergenza che arriva dal sud del mondo”. E ha continuato: “Serve tanta collaborazione perché siamo un paese che ha dato la sua disponibilità ad aiutare la Libia tramite aziende come Selex per procurare dei sensori in grado di monitorare i confini a sud della Libia stessa ma in questo momento la Libia ha un governo in difficoltà”. Per quanto riguarda la legge Bossi-Fini, il ministro, alla domanda di un giornalista, risponde: “Nella legge Bossi Fini ci sono aspetti normativi che potevano essere modificati sin dall’inizio, ma se si può intervenire per migliorare il sostegno ai processi di asilo ben venga”.

Polemiche sui filmati della tragedia di Lampedusa

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Polemiche nei soccorsi a Lampedusa. Dopo il giorno del pianto arrivano le indagini e non sono solo i migranti a essere stati iscritti nel registro degli indagati per immigrazione clandestina come previsto dalla Bossi – Fini.

Secondo il quotidiano La Sicilia, Vittorio Scarpa, generale dell’aeronautica militare in congedo, presenterà, invece, alla procura militare di Napoli, un’iniziativa per fare chiarezza su chi e perché non avrebbe avvertito la guardia di finanza del naufragio. Secondo la ricostruzione del giornale, infatti, due motovedette delle Fiamme gialle sarebbero rimaste attraccate al molo nelle ore immediatamente successive al naufragio.

Ora nel mirino ci sarebbero anche i filmati della tragedia:

«La gente bolliva in acqua ma questi pensavano a fare fotografie e video. Dovevano pensare a tirare su persone. Noi li facevamo salire quattro alla volta. Solo questo ci interessava e quando la mia barca era piena di migranti e chiedevamo ai finanzieri e alla guardia costiera di prenderli a bordo, dicevano che non era possibile e che dovevano rispettare il protocollo». Lo afferma Vito Fiorino, proprietario di uno dei motopesca che per primo è andato a soccorrere i naufraghi di Lampedusa. «Erano le 6.30, 6.40 quando ho dato l’ordine di chiamare la Guardia costiera, e questi sono arrivati alle 7.30», afferma ancora Fiorino, che racconta: «Noi ne avevamo presi a bordo 47, alla volta, loro erano troppo lenti. Si poteva fare di più e più rapidamente. Ora vogliono denunciarmi? Sequestrarmi la barca perché abbiamo salvato delle persone? Vengano pure, non vedo l’ora», conclude Fiorino.

+++ Filmato della tragedia, adatti solo a un pubblico adulto e consapevole +++

La procura di Agrigento tuttavia non ha aperto alcuna inchiesta sui soccorsi prestati in mare ai migranti che erano sul barcone naufragato due giorni fa al largo di Lampedusa. Lo si apprende da fonti giudiziarie sottolineando che alcun fascicolo è stato istruito né su civili né su militari e forze dell’ordine.

+++ Filmato della tragedia, adatti solo a un pubblico adulto e consapevole +++

I filmati presenti sulla pagina mostrano la tragedia, non sono quindi necessariamente quelli che hanno scaturito la polemica. 

The aerial view: Lampedusa e il suo dramma visti dall’alto

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La Guardia Costiera ha realizzato delle immagini aeree che mostrano il momento dei soccorsi al barcone di immigrati che ha preso fuoco uccidendo oltre 100 somali. Le immagini sono state diffuse per mostrare dall’alto la zona in cui è avvenuto l’incidente che ha avuto una larga risonanza anche all’estero.

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Questa galleria d’immagini invece mostra l’interno di uno dei due barconi, a bordo del quale viaggiavano centinaia di migranti, approdato al Porto di Lampedusa.

L’altro barcone è, invece, affondato durante la navigazione e il bilancio provvisorio è di oltre cento morti e  più di 150 superstiti.

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Tragedia alla sagra, scoppia il motore di un trattore: 8 feriti

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Sono gravi  le 8 persone rimaste ferite a seguito dello scoppio del motore di un trattore che stava sfilando con altri mezzi agricoli in una sagra a Orgiano, nel basso Vicentino. Il trattore, secondo una prima ricostruzione, era alla testa di un corteo, quando improvvisamente il motore è scoppiato mandando in fumo le parti meccaniche del mezzo che poi, come proiettili impazziti, hanno colpito il pubblico.

Cadono pietre a Sorrento, panico tra i turisti, dramma sfiorato.

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Dramma sfiorato a Sorrento in provincia di Napoli, dove si è verificato il crollo di calcinacci e di un pezzo di cornicione di un palazzo storico in via Luigi De Maio. Si è subito scatenato il panico tra i cittadini e i turisti che in quel momento stavano percorrendo la strada che conduce al porto. Immediato l’intervento dei Vigili del Fuoco che hanno transennato la zona e stanno lavorando per rimuovere altri cornicioni pericolanti. La strada dovrebbe essere riaperta in serata, al termine di verifiche e accertamenti sulla stabilità del palazzo.

Tragedia a Shanghai, 15 morti e 26 feriti per una fuga di ammoniaca

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Una fuga di ammoniaca ha causato il decesso di 15 persone e il ferimento di 26, tra le quali 6 casi risulterebbero essere in gravi condizioni. La tragedia è avvenuta a Shanghai per una fuga di ammoniaca in un impianto di refrigerazione della Shanghai Weng Pai Cold Storage Industrial Co intorno alle 11 di mattina (ora locale).  Sul posto stanno lavorando i vigili del fuoco per mettere in sicurezza la struttura.

Il dramma della disoccupazione diventa tragedia familiare.

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Una lite furibonda tra padre e figlio. Lui Giuseppe Paolino, 72 anni, originario di Torre del Greco, presumibilmente al culmine di un acceso diverbio ha ucciso a colpi d’accetta il figlio Nunzio di 36 anni, disoccupato. Il giovane assassinato, da un paio di anni, si era trasferito dal Napoletano a casa del padre pensionato, che si trova in via Nigrisoli 136 a Sant’Alberto, frazione nella campagna di Ravenna.

Secondo i vicini di casa, Giuseppe Paolino era una persona tranquilla, nessuno mai si sarebbe aspettato questo tragico evento. Le liti c’erano frequentemente, ma erano sempre per il lavoro che mancava al figlio e per i soldi che non bastavano più.

La prima a trovare il cadavere del 36enne è stata la sorella, arrivata assieme a un amico dalla vicina frazione di Savarna, forse avvertita dal padre. La ragazza è stata poi portata all’ospedale in stato di choc. Il 72/enne è sceso di casa solo all’arrivo di carabinieri e ambulanze del 118; quindi – secondo i testimoni – ancora sanguinante ha alzato le braccia al cielo ammettendo di avere ammazzato il figlio. L’uomo, vedovo e in passato camionista, era stato sposato un paio di volte e ha avuto numerosi figli: il 36enne era nato dalla prima relazione.

 

Cadavere in mare recuperato in Liguria

1laspezia-cadavere-tuttacronacaUna vedetta della capitaneria di porto di Santa Margherita ha recuperato un cadavere in mare tra Deiva Marina (La Spezia) e Moneglia (Genova). Al momento non si conosce in quali condizioni sia il cadavere nè se si tratti di un uomo o una donna. E’ il secondo intervento di recupero in due giorni, dopo che ieri a Camogli una donna ha perso la vita in acqua dopo essere stata travolta da un’imbarcazione.

Dramma d’estate: bagnante investita a Camogli da imbarcazione

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Tremendo incidente nautico a Camogli dove una bagnante, Vittoria Castellini, originaria di San Bartolomeo di Sori, è morta a circa trenta metri dal molo del porticciolo, intorno alle 17, dopo essere stata travolta da un’imbarcazione. La donna, vedendo sopraggiungere la barca avrebbe cercato di segnalare la sua posizione, ma il conducente non si è accorto della sua presenza e l’ha investita. Allertati i soccorsi purtroppo per la donna non c’era nulla da fare . Sul posto, oltre ai carabinieri, sono intervenuti i militari della capitaneria di porto e i sanitari del 118, che non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso. Ora si cercherà di ricostruire l’esatta dinamica.  La donna era sposata e madre di due figli di 20 e 22 anni. E’ stata identificata dagli anziani genitori che si sono recati all’obitorio ancora increduli. Lavorava presso l’Hotel Continental di Santa Margherita Ligure, e, a quanto sembra, era solita fermarsi a farsi un bagno dopo il lavoro prima di rientrare a casa. I carabinieri e la capitaneria di porto sono risaliti alla sua identità dopo avere trovato una borsa sulla spiaggia dei Frati di Recco e un’auto rimasta parcheggiata tutta la notte nelle vicinanze.

Sparatoria a Miami: tra le vittime anche una coppia italo-americana.

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Dramma d’estate consumato in un complesso residenziale a a Hialeah, un sobborgo di Miami.  L’uomo ha sequestrato nella notte americana 6 persone. Dopo una lunga trattativa quando ogni tipo di negoziato era fallito, sono intervenuti gli agenti della Swat, le teste di cuoio americane, che hanno ucciso l’uomo in una sparatoria.

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All’interno dell’abitazione in cui l’uomo si era barricato gli agenti hanno rivenuto 6 cadaveri: 3 donne e 3 uomini. Al momento è stato comunicato il nome solo di sue di essi, i coniugi italo-americani Italo Pascioti, 78 anni e Samira Pascioti.  Ancora sconosciute le cause che hanno spinto l’uomo a compiere questo atto di follia omicida.

I “figli di Chernobyl” censurati da Rai 3: SONO TROPPO TRISTI!

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Storia agghiacciante di un documentario. Storia avvilente di una televisione di Stato che lo rifiuta perché lo ritiene “troppo triste”. Succede a Vauro Senesi, noto vignettista, che si è voluto cimentare questa volta in un reportage su un tema drammatico, realizzato lo scorso giugno insieme alla Ong Sole Terre,… i bambini di Chernobyl. Forse è meglio mandare in onda il piagnisteo edulcorato delle trasmissioni pomeridiane piuttosto che una verità scomoda. Il dramma deve essere incanalato in una sorta di “fiction” per essere trasmesso?

Dal Fatto Quotidiano ricostruiamo la vicenda e la scelta di inviarlo a Italia1 che si è mostrata disponibile a mandarlo in onda:  

“…Quanto vedremo da lui realizzato stasera nell’ ambito del programma Confessione Reporter (su Italia 1, seconda serata), va a toccare una ferita ancora aperta, per non dire infetta: quella dei “figli di Chernobyl”. Il reportage da un quarto d’ora che il vignettista toscano ha dato gratuitamente alla trasmissione in onda sul canale Mediaset – dopo che Rai 3 gliel’ha rifiutato perché “è un argomento troppo triste” – è stato realizzato lo scorso giugno insieme alla Ong Sole Terre, che si (pre)occupa di tumori dei bambini nel mondo.

‘È un’associazione serissima e di cui andare orgogliosi come lo siamo di Emergency, perché è rispettosa delle persone e dei luoghi in cui interviene’, spiega Senesi, rimasto una decina di giorni presso la zona rossa e nel quartiere di Chernobyl dove Sole Terre ha edificato la sua ‘casa-famiglia’ per tutti coloro che, “poverissimi, non possono permettersi un tetto sopra un letto quando devono portare i figli a fare le chemioterapie e la cui unica alternativa sarebbe dormire nelle stazioni ferroviarie”.

Possiamo ancora parlare della Rai come tv di servizio al cittadino? La Rai è morta? No, peggio è diventata peggio di una tv commerciale!

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Attacco epilettico per la giovane promessa argentina Ivan Bella

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Ivan Bella, giocatore 23enne del Velez, talento emergente che è una pedina importante della nazionale under 20, alla fine del match con Newell’s Old Boy, è caduto a terra in preda  ad un violento attacco convulsivo. Il giocatore immediatamente soccorso dallo staff medico è stato poi trasportato d’urgenza all’ospedale di San Juan de Dios di Buenos Aires. Il 23enne, proprio per le sue ottime prestazioni in campo, aveva già attirato molte attenzioni in Europa e, dopo questo episodio, si spera non si abbiano ripercussioni sulla sua carriera di giocatore.

Google per Fukushima!

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Google ha portato una delle proprie Google Car nei pressi di Fukushima: le attrezzature in dotazione hanno così potuto fotografare lo stato dei fatti nella zona colpita dal disastro nucleare del 2011 e Google Street View diventerà quindi un testimone internazionale di estrema efficacia circa quanto accaduto in Giappone.

Le immagini di Street View non solo rappresenteranno una fotografia dello stato dei fatti, ma avranno anche una funzione commemorativa per i caduti dell’incidente e consentiranno inoltre di sensibilizzare gli utenti sul dramma giapponese a distanza  2 anni  dallo tsunami che ha riscritto la storia del paese orientale.

Nei paraggi di Fujushima tutto è rimasto come ai tempi del terremoto che ha dato origine al cataclisma successivo: la città di Namie è rimasta deserta, isolata dal mondo e completamente evacuata per impedire il contagio di quelli che risiedevano a distanza ravvicinata dalla centrale. Portare la Google Car oggi tra le strade di Namie significa vedere la città così come è stata abbandonata, con i segni del tempo e del disastro a costituire una scenografia spettrale da cui l’uomo ha dovuto fuggire.

Namie, ai tempi un sobborgo da oltre 20 mila abitanti, è oggi una città abitata da cani randagi, poche presenze umane che si sono rifiutate di lasciare le campagne circostanti e carcasse animali che hanno già pagato dazio al problema nucleare. Per almeno un decennio le stesse strade che percorrerà la Google Car non vedranno fluire la vita, sempre che la centrale possa essere nel frattempo disinnescata e la minaccia definitivamente annullata. Cosa, ad oggi, improbabile in tempi tanto brevi.

Le immagini di Namie saranno presumibilmente disponibili online nei prossimi mesi, dopo la necessaria elaborazione delle stesse presso i centri Google. Nel frattempo Google ha avviato in Giappone il proprio Google Public Alert, servizio utile per diramare allarmi pubblici in caso di rischio immediato (terremoto, tsunami, pericolo nucleare). Qualunque ricerca o qualunque accesso a Google Maps e Google Now informerà gli utenti di quanto stia accadendo, rendendo così più semplice la distribuzione di informazioni fondamentali nei momenti dell’emergenza. Ed è noto come l’emergenza, in Giappone, sia ormai da considerarsi una minaccia continua.

Dopo il crollo di napoli si abbattono ora gli avvisi di garanzia!

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Le imprese coinvolte nella costruzione della linea 6 della metro, i collaudatori, i responsabili del progetto per deviare un corso d’acqua sotterraneo, il proprietario dell’appartamento sul cui terrazzo c’era una piscina, l’amministratore del condominio, i responsabili dei sottoservizi saranno interrogati nell’inchiesta sul crollo di Chiaia e riceveranno un avviso di garanzia per disastro colposo. Il pm intende vagliare ogni possibile responsabilità: da qui la rosa ampia di indagati.

L’ACQUA HA FATTO CROLLARE IL PALAZZO A NAPOLI!

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È una probabile infiltrazione d’acqua la causa del crollo del palazzo alla Riviera di Chiaia a Napoli. È quanto fa sapere il tenente Alfredo Marraffino della polizia municipale, responsabile dell’Unità operativa di Chiaia. Sono 10 al momento le famiglie sgomberate a scopo precauzionale. Dopo aver parlato di gas o dei lavori della metro ora l’ipotesi più agghiacciante è quella che si sia trattato di un’infiltrazione di acqua.

Si sarebbe determinato una infiltrazione proveniente da una falda acquifera naturale, presente in zona. È questa l’ipotesi al momento più accreditata, formulata anche dai vigili del fuoco. L’acqua avrebbe creato un vuoto sotto l’ala del palazzo provocandone il cedimento. In sostanza si sarebbe creato un torrente sotterraneo di acqua e fango confluito in uno ampio scavo a circa 25 metri dal sottosuolo realizzato nel cantiere della metropolitana di piazza della Repubblica. Poco prima del crollo c’è stato un intervento per tamponare una falla apertasi in una galleria, tuttora parzialmente allagata, e posta a 30 metri di profondità nel sottosuolo, poco distante dalla verticale del palazzo. Sono un centinaio le persone sgomberate ed è interessato, oltre a palazzo Guevara, anche quello adiacente. Un grosso squarcio nel sottosuolo ai piedi del palazzo in parte crollato: è la voragine che si presenta agli occhi di soccorritori e curiosi dopo che sono state rimosse in gran parte le macerie. Intanto giungono ulteriori conferme sul fatto che l’allarme è stato dato dopo che i tecnici al lavoro nel cantiere della metropolitana hanno verificato il cattivo funzionamento di una cabina elettrica, con conseguenze di sospensione della corrente elettrica, causa di una perdita d’acqua nel sottosuolo.

Tutta la zona della Riviera di Chiaia, a Napoli, interessata dal crollo parziale di un edificio è senza acqua. Le scuole limitrofe sono state evacuate e il traffico interrotto. La zona interessata dal crollo è stata transennata, una folla di curiosi assiste alle operazioni di scavo a distanza di una cinquantina di metri.

Testimonianze:

«Se sono vivo è per un miracolo». Vincenzo Senese lavora come meccanico proprio dove è crollato al suolo un’intera ala del palazzo della Riviera di Chiaia a Napoli. «Se non sono sotto le macerie – racconta – è solo perchè sono stato chiamato da un cliente che aveva la macchina parcheggiata 50 metri più in là. Da lì ho assistito al crollo. Prima è venuta giù la parte di sopra e poi si è sbriciolato tutto il resto. Ho sentito un boato, come se fosse una bomba, e le urla disperate della gente».

«Ero nel palazzo quando il palazzo è crollato». Diego Fernandes è un commercialista che lavora al secondo piano dell’edificio crollato a Napoli. «Il Palazzo ha cominciato a tremare e siamo usciti utilizzando le scale – dice – perchè non erano crollate».
Fernandes racconta che i suoi colleghi si erano preoccupati per forti rumori che avevano sentito già dalle 8 della mattina. «I miei colleghi hanno pensato a un terremoto – afferma – È andata via l’elettricità, abbiamo sentito una forte puzza di gas e solo perchè non c’era corrente non si sono verificate esplosioni».

Una delle inquiline dell’ala collassata, Carla Travierso, è salva per miracolo. Si trovava in bagno, sotto la doccia, mentre il salone cedeva. Ha trentasette anni, ora è in ospedale sotto choc.

 

 

 

IL BOSS, LA PISCINA E IL CROLLO, BENVENUTI A NAPOLI!

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Una bella piscina con piante curate che rimane intatta anche dopo il crollo e scoppia la polemica. Quella piscina  è un simbolo,  quasi uno status per i parvenu e i camorristi che tra gli anni ’80 e ’90 presero casa proprio nei quartieri bene tra Mergellina e Chiaia.
E proprio all’ultimo piano del civico 72 di via Riviera di Chiaia, all’angolo con via Arco Mirelli avrebbe abitato Giuseppe Ceglia detto “Peppe a viola”, noto boss morto negli anni novanta. Negli anni della speculazione edilizia e della compravendita delle case negli storici palazzi a fare man bassa commercianti e gente di malaffare che avevano i contanti liquidi. La delle case fu a scapito della gente perbene e che furono letteralmente cacciati dal quartiere. E oggi viene da chiedersi se quella piscina è il retaggio di un tempo in cui prevalevano abusi edilizi. E’ presto per dirlo. Di certo Peppe Ceglia detto “Peppe a Viola” ha fatto parte di quel tempo e dello storico Palazzo Guevara di Bovino. Incredibile, ma è così. Tra gli anni ottanta e novanta Mergellina come la Torretta è stata terra dei clan, che monopolizzarono in silenzio gli affari illeciti a Chiaia, partendo dal piccolo rione della Torretta.
Dell’esistenza e dell’operatività del gruppo, nato dal matrimonio tra Adele Frizziero e Giovanni Alfano, padrino del Vomero hanno raccontato diversi collaboratori di giustizia. La loro fama è nota sin dagli anni Ottanta quando la mappa criminale indica le organizzazioni ostili alla Nuova camorra organizzata di Raffaele Cutolo. Una guerra che non conobbe confini e che fece molte vittime. L’episodio legato a Peppe a Viola risale al 1991 quando una notte Antonio Caiazzo e Gennaro Formigli collocarono nell’auto una bomba. Il pomeriggio successivo Giovanni Alfano, a bordo di un’auto attivò il telecomando che fece esplodere l’autovettura alla Torretta. Peppe `a viola saltò in aria con tutta la macchina ma rimase solo ferito. Giuseppe Ceglia scampò a quell’attentato ma successivamente rimase ucciso, crivellato di colpi di pistola. Erano gli anni novanta: la camorra aveva compiuto il salto di qualità. E dal contrabbando si era passati alla droga senza esclusioni di colpi .

E’ andata bene?

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In un primo momento si era parlato di vittime e di dispersi data l’ampiezza del crollo che aveva coinvolto l’edificio di Chiaia a Napoli. Ora sembra che i Vigili del Fuoco dopo aver rimosso manualmente le macerie alla ricerca di superstiti o vittime affermanoc eh probabilmente la tragedia è stata scampata. Un miracolo insomma! Resta lo sconcerto epr quanto accaduto anche perchè nei giorni apssati vi erano stati scricchiolii sospetti e ‘da due mesi quel palazzo era monitorato per presunte infiltrazioni”.

 

Crollo edificio di Napoli… VIDEO e PRIME IPOTESI!

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Tra le urla di spavento di una decina di persone che sono fuggite dal palazzo, che ospita prevalentemente uffici, e dei numerosi passanti, sul posto sono arrivati immediatamente Polizia e quattro squadre di Vigili del Fuoco, i quali, assieme a tantissimi residenti della zona, stanno scavando anche con le mani e senza sosta tra le macerie alla ricerca di eventuali persone coinvolte dal crollo e dunque ferite. Le Forze dell’Ordine raccomandano cautela alle tantissime persone che cercano di dare una mano al lavoro dei vigili e agli stessi numerosi giornalisti arrivati sul posto poichè si temono altri crolli: una parte delle macerie è finita anche su un autobus di linea che per fortuna non trasportava passeggeri. Le autorità competenti esprimono cautela anche in merito alle cause che avrebbero determinato il crollo, mentre si accavallano le ipotesi tra i cittadini partenopei: c’è chi teme si sia trattati dell’inevitabile conseguenza degli scavi della vicina metropolitana, chi invece a questa causa accosta la ZTL del cosiddetto Lungomare Liberato affermando che il peso del traffico agglomeratosi in un unico arco di tempo avrebbe gravato sul vuoto sottostante. C’è chi afferma tra i testimoni, presenti sul posto pochi istanti prima del crollo, di aver sentito puzza di gas. Si tratta solo delle ipotesi dei partenopei in attesa di notizie ufficiali. Nel frattempo, dalla zona si cerca di allontanare madri con bambini e curiosi il più possibile perchè si temono altri crolli. Sono arrivate le unità cinofile della Protezione civile regionale per supportare il lavoro dei Vigili del Fuoco ed effettuare ricerche approfondite nell’area interessata dal crollo. Tra le prime testimonianze raccolte, in molti hanno sentito il palazzo tremare prima del crollo che ha interessato la parte angolare del palazzo, sul tetto della quale è risultata esserci una piscina, rimasta intatta dopo il crollo della parte sottostante.

COLLASSA UN PALAZZO A NAPOLI… VITTIME TRA LE MACERIE!

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Dramma in pieno centro a Napoli. È crollata l’ala di un edificio, al civico 80, tra arco Mirelli e piazza della Repubblica, a due passi dal consolato americano. Molti detriti sono finiti sulle auto in sosta. Probabilmente ci sono delle vittime. Si tratta dello stabile dell’ex consolato francese. Nello stabile si trovano molti uffici. Sul posto sono accorsi squadre di vigili del fuoco e forze dell’ordine.

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