L’ex governo lascia il conto dei rimborsi: la Kyenge ha speso più di Letta!

cecile-kyenge-rimborsi-tuttacronacaE’ Franco Bechis, su Lubero, a parlare del conto lasciato da Letta “e la sua squadretta ministri e sottosegretari senza portafoglio” a palazzo Chigi per farsi “rimborsare le spese di viaggio, di vitto e di alloggio per i viaggi ufficiali effettuati in Italia e all’estero senza copertura preventiva delle spese.” In totale, 127.143,64 euro. A far lievitare la cifra è stato l’ex ministro per l’Integrazione, Cecile Kyenge, che ha chiesto un rimborso complessivo di 53.895,47 euro, di cui 42.740,74 in mezzi di trasporto e 11.154,73 in pernottamenti e pasti. Da qui, il titolo dell’articolo di Bechis: “Trottola Kyenge: in viaggi e cene ha speso più di Letta”. Spiega il giornalista:

È la cifra più alta spesa dagli ospiti di palazzo Chigi (non sono resi pubblici invece gli importi spesi dai ministri e vice con portafoglio), ed è di molto superiore al rimborso presentato dallo stesso Letta, che complessivamente ha speso 36.191,97 euro, di cui 20.059,72 euro in viaggi e 16.132,25 euro in pernottamenti e pranzi (capitolo in cui ha superato la Kyenge). Terzo posto in classifica fra i ministri mangianti e itineranti per l’ex ministro delle Riforme costituzionali, Gaetano Quagliariello che ha speso in trasporti 9.653,55 euro, in pranzi e notti fuori 2.109 euro e per indennità extra di trasferta 418,49 euro. Al quarto posto l’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Expo 2015, Maurizio Martina, oggi diventato ministro dell’Agricoltura: ha speso in tutto 7.269,26 euro. Quinto posto in classifica per l’ex ministro degli Affari europei (non c’è più lui e nemmeno il ministero) Enzo Moavero Milanesi, che ha presentato un conto assai ridotto rispetto alla missione istituzionale: 5.147,65 euro. Seguono in classifica con cifre minori l’ex ministro della Funzione Pubblica Giampiero D’Alia e gli ex sottosegretari Giovanni Legnini, Sabina De Camillis e Sesa Amici, tutti e tre entrati una seconda volta nel governo di Matteo Renzi.

Ma il giornalista ci tiene a sottolineare che

queste note spese non sono relative a tutti i viaggi istituzionali effettuati, ma solo a quelli al di fuori del costo ordinario che non viene computato. Quindi non sono considerate visite con auto di servizio già spesata, né quelle con pernottamenti istituzionali e pranzi offerti da altre autorità.

A questo punto non resta che analizzare come e quando siano stati spesi questi soldi:

La spesa è lievitata soprattutto grazie ai viaggi di settembre della Kyenge, che sono quattro e hanno coinvolto il ministro e due collaboratori che l’hanno accompagnato. La nota spese di quel mese è stata di 21.117,11 euro per i trasferimenti e di 5.068,71 euro complessivi per pagare le notti e i pasti. Fra questi viaggi due sono stati italiani, a Torino per incontrare la Nazionale di calcio (fu la volta in cui non si presentò all’appuntamento Mario Balotelli che preferì dormire) e al festival del cinema di Venezia proprio ai primi di settembre. Altri due (ma in realtà uno solo, a tappe) in Nord e Sud America. Il giorno 11 settembre la Kyenge era infatti a New York, per un pranzo organizzato in suo onore dal Gei, organizzazione degli italiani della grande mela presieduta da Lucio Caputo. È presumibile che l’ospitalità e almeno i pasti siano stati garantiti al ministro italiano che era invitato. Da lì poi lei è volata in Colombia, a Calì, dove si stava svolgendo già da alcuni giorni il vertice mondiale degli afro-discendenti. La Kyenge era l’unico membro di un governo -salvo i colombiani- a partecipare a quella manifestazione, dove era stata invitata in quanto personalità che partendo dall’Africa aveva fatto carriera. Al vertice erano presenti circa mille ex africani che hanno avuto successo nella carriera pubblica o privata in altro paese. L’unico esponente politico di rilievo a parte la Kyenge era il reverendo americano Jessie Jackson. Poi c’erano sindaci, letterati, scienziati, musicisti e sportivi. Certo in quel viaggio è spiegata gran parte della spesa. Ma la Kyenge è stata l’unica a presentare note viaggi ogni mese della sua permanenza al governo. Fino alla fine di gennaio.

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Shopping in auto blu per la Kyenge!

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Il governo è caduto, il futuro dell’Italia è incerto, Matteo Renzi fatica a trovare la sua lista di ministri e si prepara a governare con Alfano dopo che per mesi aveva chiesto a Letta come si poteva governare avendo nella maggioranza Alfano e Giovanardi…. ma c’è chi invece preferisce andare a far shopping a via del Corso a Roma in auto blu. Aurora Lussana, direttore della Padania, ha scattato una foto a Cecile Kyenge che esce da un negozio in pieno centro dove ad attenderla oltre agli uomini della scorta c’è anche l’auto blu. Il ministro dell’Integrazione si è integrato benissimo a Roma? Sembra proprio che il suo compito lo abbia assolto fino alla fine. Libero che pubblica la foto scrive:

Quegli scatti stanno facendo il giro di Facebook, scatenando un’ondata di commenti sdegnati, e anche qualcosa di più. Dietro la Kyenge-in-fuga la folla in protesta, ignara delle prodezze dell’ex ministro. Tra quelle voci c’erano anche tanti imprenditori delle zone terremotate della bassa modenese, in un anno e mezzo colpiti anche da un’alluvione e una tromba d’aria. Erano circa un migliaio, da settimane hanno annunciato la loro discesa a Roma, per chiedere una fiscalità di vantaggio per una zona funestata da tre calamità, che hanno prodotto 14 miliardi di euro di danni.

E ci racconta degli indignati per lo scatto:

Per la cronaca da quelle zone viene anche l’ex ministro Kyenge, modenese di Modena, che ha però preferito sfilare a pochi metri dagli imprenditori e sgattaiolare via con l’auto blu, dopo aver fatto spesa tra abiti e scarpe di grido. Sul web divampa l’ira. «Và a laurà» scrive uno degli indignati. «Che sofferenza vederli così impuniti e strafottenti» commenta un altro. E c’è anche chi ironizza: «Fulgido esempio di abnegazione ed attaccamento allo Stato con il solo intento di risolvere i problemi della gente».

La Kyenge si dimette a fine mese. Anzi no. L’errore targato Reuters

kyenge-cecile-tuttacronacaLa Reuters aveva riportato la notizia che il ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge si sarebbe dimesso. Si è poi scoperto che si era trattato di un equivoco sulle dimissioni del portavoce dello stesso ministro.  Cosimo Torlo, il portavoce che si trova al fianco di Cècile Kyenge sin dall’inizio del mandato del ministro, ha annunciato tramite l’ufficio stampa le sue dimissioni. Prima di annunciare le sue dimissioni, il portavoce ha chiarito l’equivoco e l’errore della Reuters: “La notizia delle presunte dimissioni del ministro Cècile Kyenge è del tutto priva di fondamento. E’ tutto falso. La Reuters ha sbagliato”, le sue parole.

Salvini invita la Kyenge a un dibattito. Risposta: “non m’interessa”

lega-salvini-tuttacronacaProsegue il duello a distanza tra Matteo Salvini e Cécile Kyenge con il segretario federale del Carroccio che, a questo punto, chiede un faccia a faccia “su ius soli, integrazione e immigrazione con la partecipazione degli esponenti leghisti di colore che rispetto al Ministro hanno idee diametralmente opposte.” Le contestazioni previste in occasione della visita del ministro domani a Milano, con la Questura che ha previsto ordinari servizi di sicurezza, Salvini sembra intenzionato a cambiare strategia ma all’Huffington Post spiega: “Nessuna dietrofront per carità  ma dopo queste schermaglie a distanze vorrei vedere se la Kyenge è in grado di sostenere un dibattito pubblico con solide argomentazioni senza trincerarsi dietro alle accuse preventive di razzismo e di pericolo per la democrazia.” Netta, e di chiusura, la replica della Kyenge: “Non mi interessa rinfocolare polemiche né tornare sull’argomento Lega.” Quello che le interessa ora è parlare delle prossime elezioni europee e del cartello elettorale dei noeuro. “In questo momento sappiamo che il tema dell’integrazione è importante nell’agenda europea ed è fondamentale spiegare ai cittadini che uscire dall’Europa significa mettere in discussione i valori fondanti la democrazia e la tolleranza. E affrontare seriamente l’immigrazione. L’Europa ci permette di gestire i flussi migratori anzi per meglio dire la mobilità dei cittadini. Senza l’Unione ogni Stato membro rimarrebbe isolato nel caos. E dietro ai movimenti noeuro che si stanno alleando si cela molto di più di una critica alla moneta unica. Si mettono in discussione i valori fondanti dell’Unione europea e della tolleranza.” Spiega l’HuffPost che il Ministro ricorda l’incontro del 23 settembre scorso a Roma dove 17 ministri di altrettanti paesi europei hanno sottoscritto un documento con il quale si chiede alla Commissione europea di predisporre un Patto 2014-2020 per un’Europa delle diversità e per contrastare il razzismo. “Le prossime elezioni europee – continua la Kyenge – rappresentano un momento importante per ricordare agli italiani e agli europei che la politica debba essere un modello di unità, di accettazione della diversità e di tolleranza.” Il documento che sarà a breve presentato a Bruxelles prevede la condanna dei “programmi politici e le organizzazioni basate sul razzismo, la xenofobia e le teorie di superiorità razziale” e si chiede agli Stati membri l’adozione di “strumenti legali per l’effettiva prevenzione, repressione ed eliminazione del razzismo, della discriminazione razziale, della xenofobia e della discriminazione di genere”. E, soprattutto, di vigilare affinché ogni leader politico, ogni persona che ricopre una carica istituzionale abbia un linguaggio rispettoso e contro il razzismo. Il che è un bel modo, per Cécile Kyenge, di rispondere a Matteo Salvini senza citarlo.

“Bisogna essere neri per avere diritti in Italia”, il video di Buonanno

buonanno-sitinge-tuttacronacaContinua a lanciar strali contro il ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge la Lega Nord e dopo la “battuta” della deputata FI Santelli ad Agorà, “I neri sono fortunati, non si devono truccare”, arriva una nuova provocazione in Aula. Gianluca Buonanno, durante il Question time con il ministro del Lavoro Enrico Giovannini, si è tinto la faccia di nero sostenendo che i rifugiati hanno più diritti degli italiani. “I nostri cittadini dovrebbero dire di essere neri per essere ascoltati. Agli italiani dico: truccatevi di nero e andate in giro a dire che anche voi volete gli aiuti che si danno ai rifugiati”.

La deputata FI: “I neri sono fortunati, non si devono truccare”

jole-santelli-tuttacronacaMentre non si placa l’offensiva condotta dalla Lega contro Cecile Kyenge anche la deputata di Forza Italia, ex sottosegretario al Lavoro, Jole Santelli, dice la sua nella puntata odierna di Agorà: “I neri? Hanno la fortuna di non doversi truccare”. La battuta è stata pronunciata proprio mentre il ministro dell’Integrazione seguiva in collegamento il dibattito in studio. Un’uscita infelice sfuggita nella diretta ma subito stigmatizzata su Twitter dal conduttore Gerardo Greco, pochi minuti dopo la fine della trasmissione.

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Cecile Kyenge vs la Lega: “La Padania chi?”

cecile-kyenge-tuttacronacaDa martedì 14 gennaio ‘La Padania’ ha una nuova rubrica che farà discutere: si chiama ‘Qui Kyenge’ e pubblica l’agenda istituzionale degli incontri pubblici del ministro dell’Integrazione nella pagina normalmente dedicata agli appuntamenti degli esponenti leghisti (‘Qui Lega’). Aurora Lussana, direttrice del quotidiano del Carroccio, spiega: “I nostri lettori hanno visto che in questi nove mesi Kyenge non ha prodotto alcun provvedimento in Consiglio dei ministri e in Parlamento. Sono nove mesi che fa pellegrinaggio filo-immigrazionista in lungo e in largo per l’Italia e i nostri lettori vogliono essere informati sulle sue iniziative”. Ma se le si chiede se non teme che tutto questo possa essere letto come una provocazione verso il ministro o essere percepito come una ‘istigazione’ alla protesta, Lussana risponde: “No, si tratta dell’elenco dei suoi appuntamenti pubblici, pubblicati sul portale del ministero: noi facciamo informazione sull’attività dei membri del governo. I nostri lettori vogliono sapere dove Kyenge si reca per ascoltare i suoi annunci e le sue chiacchiere: è giusto informarli”. Ma parlando degli attacchi della Lega al ministro dell’Integrazione, Vendola, su Twitter, ha affermato: “I razzisti nostrani pensano di essere nell’Alabama o nel Mississippi di mezzo secolo fa o nel Sudafrica dell’apartheid… Qualcuno gli dica che siamo nel terzo millennio e in un Paese civile, nonostante loro”. Per quel che riguarda la Kyenge, ai giornalisti che le chiedevano un commento ha risposto: “La Padania chi?”. “Non so chi sia la Lega Nord – ha continuato il ministro rispondendo alle sollecitazioni dei giornalisti a margine di un incontro a Roma – Non sapendo di chi si tratta praticamente saranno cittadini e fanno quello che vogliono”. Il ministro non ha voluto commentare la domanda se ritenga che l’iniziativa della Padania sia o meno un’intimidazione.

La vignetta con Mussolini che attacca la Kyenge e la Boldrini

vignetta_mussolini-tuttacronacaE’ stato il consigliere regionale delle Marche Enzo Marangoni (FI) a condividere in Facebook una vignetta con Mussolini che dice: “Gli italiani muoiono di fame e voi non fate altro che pensare agli immigrati! Boldrini e Kyenge andate a fare… voi e gli immigrati!” Critiche e contestazioni, soprattutto da parte del Pd, non si sono fatte attendere ma il consigliere, sempre sul social network, ha ribattuto che “i politici devono occuparsi del popolo italiano e solo dopo di tutti gli altri popoli”.

Tra una festa e l’altra… i nostri 7 giorni!

7giorni-tuttacronacaTra una festa e l’altra, sono trascorsi questi 7 giorni con una notizia che davvero ci ha lasciato sconcertati. Una donna italiana di 38 anni, Silvia Guerra è stata infatti espulsa dal Belgio in quanto, dopo la svolta del premier Elio Di Rupo, socialista di origini italiane, possono essere espulsi anche i cittadini europei se non hanno un reddito sufficiente. Così la donna, insieme al figlio di 8 anni hanno ricevuto l’espulsione. Davvero non è stato un bel regalo di Natale! E pensare che in Europa si era lottato per la libera circolazione delle merci e delle persone… dove è andata a finire quella filosofia e quell’ideale di libertà? Sepolto sotto la crisi e annegato dentro un conto ragionieristico del bilancio? Valgono in base al reddito? Possono essere espulsi come un qualsiasi straniero? Se i conti non tornano, le persone sono solo numeri? Forse, la nuova filosofia è proprio una matematica spietata che non guarda in faccia nessuno e che vuole solo affermare se stessa… Basti pensare ai nuovi criteri per andare in pensione! E in quest’Italia che si avvia a verso il 2014 oltre che la “teoria dei numeri” sembra sempre più dilagare anche la violenza, quella ferocia a esempio con la quale è stato aggredito Umberto Toia, uno dei capi storici degli ultrà della Juventus, che ora versa in gravi condizioni in ospedale. Nessuna buona notizia neppure in ambito ambientale, sembra proprio che il nostro Paese sia attanagliato dai rifiuti tossici, è bastato avviare i lavori per la Tav per scoprire che sotto la A4, nei pressi di Brescia, ci sono concentrazioni di cromo fuori dai limiti consentiti.

7giorniIntanto la Kyenge per Natale va a servire alla mensa dei poveri e scoppia la polemica su un presunto orologio da oltre 20mila euro, salvo poi arrivare puntuale la smentita. Ma se il ministro dell’integrazione è finito al centro della bufera mediatica, Silvio Berlusconi è invece finito in un panino. Intanto, dall’altra parte dell’oceano, Miley Cyrus non se ne lascia sfuggire una e a Natale arriva l’elogio all’autoerotismo. Restando in tema di gossip non c’è da dimenticarsi del bomber Icardi che ormai è diventato il bomber di Instagram insieme alla sua Wanda Nara. Ma se c’è chi si diverte sotto le lenzuola, c’è anche chi, come Babbo Natale va in Ferrari. Ma tra tanti vip che si godono le feste, c’è anche chi deve fare i conti con il primo flop della sua vita… Bieber e il suo Believe che al botteghino non sfonda, ma invece affonda. Natale di ansia anche per i fan di  Schumacher che si è procurato un trauma cranico mentre sciava. Ma se per Schumi il Natale non è andato proprio nel modo in cui avrebbe desiderato passarlo c’è anche chi ha visto trasformarsi le feste in un vero e proprio incubo: in Argentina i piranha hanno terrorizzato la popolazione e provocato alcuni feriti. Feste agitate quindi, speriamo solo di lasciarci alle spalle questo 2013 e di iniziare il nuovo anno con un passo diverso, possibilmente più allegro, meno violento e con una speranza che guarda al futuro, lasciandosi alle spalle la paura e l’ansia di una crisi economica da dimenticare.

GOOD NIGHT, AND GOOD LUCK!

Cecile Kyenge torna all’attacco sulla cittadinanza

cecile_kyenge-tuttacronacaL’obiettivo per il 2014 del ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge non cambia: è lo ius soli, come dimostra un tweet postato oggi: “2014 verso una nuova cittadinanza: chi nasce e/o cresce in Italia è italiano!” scrive il ministro.

twitterIeri la Kyenge era al Centro Astalli con la famiglia per servire il pranzo ed è stata riconosciuta da alcuni ospiti: “grazie per essere qui” ha detto uno di loro. “Ho voluto essere, insieme alla mia famiglia, al Centro Astalli per servire le persone che frequentano la mensa” ha commentato poi Kyenge, intervistata dalla trasmissione di Radio Uno Baobab. “Ho voluto mangiare quello che mangiano loro e soprattutto servirli. Una persona che siede nelle istituzioni deve dimostrare di essere tra la gente e servire gli altri”, ha aggiunto.

Fiaccole a Colle Oppio, a Roma si sfila contro il degrado

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Si sfila contro «il degrado del Parco di Colle Oppio». È l’iniziativa che si è svolta questa sera nella zona del parco, a cui hanno preso parte, oltre ad abitanti della zona, anche Federico Mollicone, dirigente nazionale di Fratelli d’Italia. «Vi hanno partecipato centinaia di residenti – riferisce -, contro il degrado e l’insicurezza del parco». In una locandina di annuncio dell’evento, sottoscritta da diverse associazioni e comitati si legge: «Il problema del Parco di Colle Oppio è anche la sua generale riqualificazione. Quali progetti sono previsti?».

In una nota congiunta con il vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera Fabio Rampelli, Mollicone scrive: «Da mesi il parco di Colle Oppio a Roma vive una situazione di degrado senza precedenti: una tendopoli a cielo aperto nel quale più di 100 immigrati bivaccano all’interno di un’area di alto pregio architettonico e paesaggistico. Uno scempio a due passi dal Colosseo e nella totale indifferenza del ministro dell’Integrazione Kyenge e del sindaco di Roma Marino, che oltre a solidarizzare fintamente, lasciano circa 80 richiedenti asilo politico, quasi tutti di origine africana, in un’area archeologica e nemmeno espellono i clandestini. Kyenge e Marino non hanno alzato un dito per trasferire in adeguati centri d’accoglienza queste persone, molte delle quali accampate in rifugi di fortuna e in condizioni di estrema precarietà soprattutto in questi giorni di grande freddo. Tale stato di abbandono del parco provoca non solo problemi di igiene e di sicurezza, ma anche di tensione sociale visto che alcuni immigrati godono peraltro dello status di rifugiati politici».

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«Oltre ad esprimere vicinanza e solidarietà ai residenti annunciamo la partecipazione alla fiaccolata di questa sera contro il degrado – concludono -. Fratelli d’Italia presenterà un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno Alfano e al ministro dell’Integrazione Kyenge per chiedere il ripristino della legalità all’interno dell’area, l’espulsione dei clandestini e il trasferimento degli immigrati in centri di accoglienza».

Il caso di Prato e la Kyenge incolpa gli italiani. Di chi ci possiamo fidare?

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La Kyenge incolpa gli italiani per la strage avvenuta a Prato nella fabbrica di abbigliamento e ha ragione.  Ma ha ragione perché l’Italia ha soprattutto  la colpa di tollerare questi comportamenti sul suo territorio, l’Italia ha colpa di non avere risorse e mezzi per accertare chi, come questi imprenditori cinesi, viola non solo le regole basilari di dignità umana, ma anche la sicurezza sul lavoro. La Kyenge ha ragione, ma a questo punto l’unica cura, veramente possibile, sarebbe chiudere le frontiere e ammettere il proprio fallimento, lasciando che  i cinesi e le altre comunità di stranieri vadano a fare imprenditoria in quelle nazioni dove i loro diritti sono tutelati, unitamente ai diritti del paese ospitante. La Kyenge ci accusa affermando «La comunità cinese ha le sue colpe, noi abbiamo le nostre. I cinesi hanno bisogno di uscire dalle loro comunità chiuse, ma per farlo devono potersi fidare di noi. E noi forse non abbiamo dato loro tutta la protezione necessaria», spiega. «I bambini cinesi di Prato sono ormai italiani di terza generazione. Parlano i dialetti locali. Vanno a scuola e si direbbe che siano perfettamente integrati. Ma quando crescono ed entrano nell’età lavorativa si trovano praticamente tutti rinchiusi all’interno delle varie imprese a carattere familiare». E, aggiunge, «se sono sfruttati, non denunciano. Noi dovremmo dare loro la sicurezza della protezione, se denunciano lo sfruttamento. La loro difesa passa per un percorso di immigrazione regolare». Quindi il ministro chiede «ai membri della comunità cinese di sentirsi cittadini a pieno titolo e di non esitare a denunciare una situazione che non va». Kyenge rivolge un monito anche alle Istituzioni affinché «si faccia crescere la sensibilità sul tema della dignità del lavoro».

La Kyenge ha ancora una volta  ragione  a dire che i cinesi sono chiusi nella loro comunità perché non si fidano delle nostre istituzioni, ma quanti italiani hanno ancora  fiducia nello Stato? Basta dare un’occhiata alle statistiche!  Quale italiano che accende la televisione e vede quelle immagini di tragedia e dramma all’interno della fabbrica di Prato, può credere in uno Stato che permette ai cinesi di lavorare e vivere in situazioni disumane, mentre  sale l’angoscia per gli italiani sempre più disoccupati  che non hanno neppure la possibilità di crearsi un futuro? Perché gli italiani devono tollerare che i cinesi possano violare le leggi? Loro una comunità di cui si fidano ce l’hanno,  ma gli italiani ? In fondo la Kyenge, ministro senza portafoglio, parla di protezione necessaria per i cinesi, ma dove sono quelle per la tutela dei nostri figli? Dove solo quelle per i pensionati? Dove sono le tutele per i disabili o per i malati? Dove è lo Stato di diritto se i cittadini italiani sono solo numeri di conto corrente per chiedere tasse  mentre scadono i servizi? Non ci sono tutele, è perfettamente giusto il discorso della Kyenge: l’integrazione è un lusso che non possiamo permetterci!  E allora, non illudiamo gli stranieri, non promettiamogli un futuro, lasciamoli andare in altre nazioni a realizzare i loro sogni e quando e se potremo li accoglieremo… Se le condizioni del nostro paese miglioreranno. Ora è solo sfruttamento e un biglietto da visita per l’estero.

L’associazione della Kyenge. Secondo Libero, gli ambulatori sono fantasma

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E’ il quotidiano Libero a puntare il dito contro il ministro dell’Integrazione Cécile Kyenge e in base alle testimonianze raccolte dal quotidiano, ci sarebbero almeno dei chiarimenti che il ministro potrebbe dare riguardo all’associazione di volontariato Dawa, a Lubumbashi, paese natale della Kyenge. Libero scrive:

[…] C’è un consigliere, Zeffirino Irali, che in questi mesi ha raccolto numerose resoconti e ha realizzato un dossier sulle attività di Dawa. Un piccolo libro nero di cose non fatte o fatte male.
All’interno diverse testimonianze dirette di volontari e collaboratori della Kyenge. Libero ha incontrato con Irali diverse di queste persone e ha ascoltato le loro storie. C’è la funzionaria della Provincia sposata con un cittadino congolose, c’è la pensionata, c’è il professore universitario. Ma soprattutto c’è l’infermiera che ha lavorato nello stesso ambulatorio di Kyenge per molti anni. Tutta gente che, cedendo ai cliché, potremmo definire impegnati e di sinistra. E tutti, per usare un eufemismo, sono rimasti molto delusi dall’attività dell’associazione.

Ma chi c’è dietro a questa onlus? È praticamente un’organizzazione a conduzione famigliare: il presidente di Dawa è Franca Capotosto, amica personale di Kyenge, il «responsabile relazione esteri e comunicazione» è il marito di Kyenge, Domenico Grispino; la «responsabile arte e e cultura» è sua cognata, la preside di scuola media Maria Teresa Grispino; il revisore dei conti è l’altro cognato, il farmacista Gianni Mazzini. Su Facebook la pagina dell’associazione ha un unico amministratore: il ministro Kyenge. Sul sito Internet si legge: «Dawa (magia, medicina, star bene in lingua swahili) è un’associazione non profit nata nel 2002» e che «concentra maggiormente i suoi sforzi nella Repubblica Democratica del Congo», Paese natio della Kyenge. In particolare a Lubumbashi, la seconda città del Paese, e nel villaggio dove il ministro è nato. A leggere Internet, l’iniziativa più concreta risale al 2006: «Cene di beneficenza per il trasporto di un container e di un’autoambulanza». In effetti il carico prende il volo nel 2007 e i giornali locali strillano entusiasti: «Una delegazione di 12 reggiani guidati da due primari dell’arcispedale Santa Maria Nuova e composta da medici, farmacisti, biologi, infermieri, un geometra e un ingegnere sta partendo alla volta della Repubblica democratica del Congo». La squadra dovrebbe inaugurare una nuova struttura sanitaria: «L’ingegner Domenico Grispino (marito di Kyenge ndr) è il responsabile del pro- getto per la costruzione di un ospedale all’interno del parco Kundelungu» scrive il giornale. E Kyenge sul quotidiano «ricorda di destinare il 5 per mille all’associazione che possiede». Di seguito, per i lettori, il codice fiscale. Sin qui tutto regolare. Peccato che in Congo le cose cambino e almeno metà dei partecipanti alla missione torni in Italia inorridita. Gli altri, a onor del vero, sono quasi tutti parenti della Kyenge. Con i nostri testimoni approfondiamo il racconto di quel viaggio. A partire dall’acquisto dei biglietti aerei.

Sul punto le versioni raccolte da Libero combaciano. «Avevamo trovato tariffe inferiori ai mille euro, ma Kyenge ci disse che ci avrebbe pensato lei» dichiara Manuela, professione infermiera. I volontari sono certi di risparmiare e invece il prezzo lievita sino a 1.200-1.400 euro a cranio. I malcapitati non capiscono, ma si adeguano. Nel frattempo, grazie alle cene di finanziamento, vengono riempiti due container di materiale, compresa un’ambulanza. Il trasporto viene organizzato da una zia di Manuela. Il percorso previsto è Sassuolo-Bruxelles- Kinshasa. In Belgio vive una delle tante sorelle di Kyenge. E qui avviene il primo disguido, visto che uno dei due cassoni d’acciaio non riesce a partire. Le cose peggiorano in Africa. «Avevo chiesto sei mesi di aspettativa per questa esperienza. Avrei dovuto occuparmi di seguire l’apertura di un poliambulatorio» avverte l’infermiera. «Ho rifatto i bagagli appena ho capito la situazione. Là non c’era proprio nessuna struttura da avviare». A Lubumbashi, all’interno di una delle proprietà dei Kyenge, i volontari trovano solo un «Centre maternité Kyenge»: «Un vero disastro. Non c’era un generatore elettrico, non esisteva il pavimento, i lettini erano praticamente inservibili. In più venivano usati due soli strumenti per quindici donne per volta e la luce era quella delle candele. Condizioni estreme in cui era impossibile operare».

Bruno, docente universitario di origini straniere ed ex collega di Kyenge, rincara: «Ho portato con me dall’Italia due ostetriche, ma quando sono entrate per poco non vomitano, non sono riuscite a continuare perché la situazione era atroce. Non ho mai visto una cosa simile in vita mia e ho girato abbastanza». In quei giorni vengono organizzate due cene di finanziamento. La prima si svolge al villaggio Kyenge, quello dove è capotribù il padre del ministro, Kikoko, un omone vestito con scettro e pelle di leopardo, mise che ha sfoggiato, tra lo stupore generale, pure a Modena in occasione di una visita specialistica. Esborso per la serata 60 dollari a testa. Una cifra così alta che alcuni volontari danno forfait. «L’altra cena è stata organizzata dal Rotary locale e costò ai partecipanti addirittura 100 dollari» assicura Mariangela, funzionaria della Provincia.

Ma l’episodio che lascia esterrefatti diversi partecipanti è un altro. Uno dei volontari, Antoine, cittadino congolese trapiantato in Italia, in quei giorni si fa raggiungere da alcuni parenti residenti a Kinshasa. A spese loro. La madre viene visitata da Kyenge. Poi si avvicina al figlio: «Mi servono dieci dollari». Come dieci dollari? Domanda il giovane, cercando spiegazioni. I testimoni sostengono che Kyenge, senza batter ciglio, avrebbe replicato: «Certo. Devono imparare a pagare, se no pretendono tutto gratis». I presenti in linea di principio avrebbero potuto pure essere d’accordo, ma ancora oggi si domandano dove siano finiti quei soldi, avendo loro partecipato all’impresa a titolo completamente gratuito. Anche perché dell’ospedale nessuno di loro ha più avuto notizie. Neppure dal sito Dawa. «Non mi risulta che sia stato realizzato. Il nostro sforzo socio-sanitario non è andato a buon fine nonostante il padre della Kyenge avesse molte conoscenze» ammette Bruno. La cui delusione è doppia. Infatti in quella sfortunata trasferta aveva il compito di realizzare un gemellaggio con l’ateneo congolese per scambi universitari. «Per questo incontrai con Kyenge le autorità della provincia di Lubumbashi, il presidente della facoltà di medicina, firmai una convenzione. Cécile mi disse che si sarebbe occupata personalmente di tenere i contatti con la controparte congolese. Dopo sei anni sto ancora aspettando, nonostante i contratti firmati, l’inizio di quello scambio. Anche in questo caso, è andata buca». Non alla signora Kyenge che, grazie a quella sua attività non profit, si è fatta un nome ed è diventata ministro della Repubblica italiana.

Chiaramente queste sono solo testimonianze che andranno verificate e approfondite, sia  per confermare che invece  tutti gli obiettivi sono stati raggiunti, sia – nel caso in cui ci fossero ancora cose non andate a buon fine o in itinere – per  collaborare a dare loro un nuovo impulso. Ma, se le testimonianze venissero confermate, come mai in questa bella iniziativa di solidarietà ci sarebbero stati così tanti rallentamenti e così tanti impedimenti che non avrebbero permesso una gestione capace di portare conforto e sollievo a un popolo che da sempre lotta contro la povertà e i mali che ne derivano?

Cecile Kyenge: i nemici sono gli evasori

kyenge-cecile-tuttacronacaContinua la lotta al razzismo portata avanti dal ministro per l’integrazione Cecile Kyenge. Al convegno “Cittadinanza e integrazione: esperienze a confronto”, organizzato dall’ambasciata britannica di Roma in collaborazione con The American University of Rome., ha affermato: “Il nostro nemico è chi non rispetta i diritti delle persone, chi non rispetta le regole e questo non c’entra nulla con il colore e l’etnia delle persone”. E ha poi aggiunto: “Bisogna spiegare alla gente che chi ‘ruba’ un posto all’asilo non è l’immigrato che paga le tasse ma l’evasore”.

I nostri 7 giorni: a volte ci vorrebbe un po’ di zucchero…

7giorni-tuttacronacaLa verità è che ogni tanto ci vorrebbe un po’ di zucchero. Come cantava Mary Poppins. Per mandare giù la pillola. Perchè di amare ce ne sono state molte questa settimana. Tra quelle che hanno più colpito, la deriva razzista in Facebook, con gli insulti alla Kyenge. Perchè se è vero (e giusto) che ognuno abbia una propria opinione e se gli italiani che si vedono ogni giorno più messi alle strette e strozzati da crisi, tasse e aumento dell’Iva hanno il giusto diritto di chiedere che i politici pensino a loro, è anche vero che a volte, semplicemente, rabbia e frustrazione fanno sbagliare la scelta dei vocaboli. E’ così sottile il confine tra ragione e torto… Del resto non tutti hanno la possibilità di fare come Crozza e mandare le risposte agli attacchi via Rai. Il fatto è che a volte le cose si possono dire anche pacatamente, come ha dimostrato Michelle Bonev ospite di Santoro: in fin dei conti quando cade una bomba non fa molto rumore, la detonazione arriva dopo. E infatti la reazione è stata quella di generare panico e attacchi. Sicuramente, ha fatto molto discutere. Anche se il più discusso della settimana, non c’è dubbio, è stato SuperMario. Non il suo periodo migliore, prima l’infortunio, poi l’influenza, quindi quel prendersela con i giornalisti e rispondere per le rime a chi lo chiama “simbolo anticamorra”. Non c’è uscito bene con la sua irruenza e forse non è neanche più possibile cercare una giustificazione nell’età: perchè a 23 anni non sei un bambino e la vita ti dovrebbe già aver insegnato tante cose. E quello che non si prova sulla propria pelle lo si conosce tramite i media. Ma la palla gira. E Balo resta sempre nel cuore dei tifosi. Che gli perdonano tutto. In cambio di un gol. Chi non trova perdono è Erich Priebke, il boia delle Fosse Ardeatine: ora sembra si sia trovato un posto per la sua salma, ma quante discussioni si sono succedute in questa settimana, con tanto di assalto al feretro. Perchè 335 vite sono molte, sono troppe. E tuttavia sono solo il culmine: perchè in fin dei conti se l’ex generale si era macchiato di un crimine che definire orribile è poco, in lui si vedeva anche il sistema in cui era immesso. E soprattutto questa settimana, con il 70° anniversario del rastrellamento degli ebrei di Roma, la memoria fa ancora urlare di dolore. Quelle ferite, quei numeri sulle braccia, non andranno via. C’è da sperare che non tornino. Che il domani sia un po’ più dolce, appunto. E che ci sia sempre un fiore per non dimenticare.

7giorniFiori in vista però sembra non ce ne siano per il popolo italiano: arriva la nuova Legge di Stabilità e sono le spine quelle che saltano all’occhio, con troppe domande inevase. E ovviamente, nuovi scontri, recriminazioni, critiche. Potranno aver da poco votato la fiducia, ma quello che è sempre più palese è che ormai è il popolo a non averne più. Monti si è dimesso da presidente di Scelta Civica (e ha dato il via libera agli attacchi e ai giudizi negativi), Fassina ha minacciato a sua volta di lasciare la sua poltrona. Chi davvero si è alzato è stato sono stati gli italiani, scesi a Roma per manifestare contro quello che non va. Si è riusciti ad evitare il peggio, ma il livello di pericolo era alto. Del resto, quando basta connettersi in un social network per rendersi conto di quanta furia respiriamo ogni giorno, non ci si può attendere molto di diverso. Quello che è difficilmente comprensibile è perchè si voglia distruggere anche quello che resta di positivo: come lo skatepark di Ostia. Sembra quasi che non si voglia più nulla di bello. Meglio poter prendersela con qualcosa o qualcuno. Fosse anche una squadra di calcio che fallisce l’ennesimo obbiettivo: giocatori della Lazio a piedi e la testa di Petkovic che cade. Siamo davvero diventati così cinici? In fin dei conti no. Tant’è che ancora ci appassioniamo, ci preoccupiamo, abbiamo abbastanza buonumore per pensare anche ad Halloween e a far fotomontaggi che strappano sorrisi. Questa settimana ci siamo preoccupati per la salute di Battistuta (forse per nulla, ma significa che la memoria l’abbiamo anche per i nostri campioni) e abbiamo dato il bentornato a Maradona. Ma ci siamo concessi anche un po’ di svago con il gossip: perchè ogni tanto la nostra mente dev’essere come una casa in grado di prendere il volo. E portarci ovunque vogliamo. Magari in un luogo dove, tra le altre cose, ci sia anche un po’ di dolcezza…

GOOD NIGH, AND GOOD LUCK!

“Mettetela su un barcone… Deve tornare in Africa” Frase shock sulla Kyenge

kyenge-tuttacronaca-Paolo Pagani-

“Mettetela su un barcone. Assicuratevi che non affondi. Deve tornare in Africa da dove è venuta. Poi saranno gli oranghi e le scimmie a stabilire se la riprendono o meno a casa loro. Ma a quel punto non sarà più un problema di noi italiani”. Così l’assessore leghista del comune di Cadorago (Como), Paolo Pagani, ha espresso il suo dissenso verso il ministro  per l’integrazione Cecile Kyenge. Il messaggio shock è stato postato su Facebook.  Le minoranze in consiglio comunale hanno chiesto di censurare il messaggio e altri simili postati dall’assessore allo sport sul social network. Secca la risposta di Maroni: “La Kyenge ha detto che non sa chi sono io, quindi non ho nulla da dire in proposito”.

 

Le accuse shock di un marinaio “ci hanno impedito di salvarne altri”

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Lui si chiama Marcello Nizza, ha 41 anni ed è un marinaio o meglio il marinaio che ieri per primo all’alba è arrivato con la sua imbarcazione sul luogo del tragico naufragio. Le sue dichiarazioni destano immensa meraviglia, perché, secondo quanto ha dichiarato, gli è stato impedito di salvare altre persone a causa di un protocollo:

“Avevamo la barca con decine di immigrati, ci siamo avvicinati a un gommone della Guardia costiera chiedendo se potevamo trasbordarli sul loro natante per cercare di salvarne altri. Ci hanno risposto: dobbiamo rispettare il protocollo”.

Kyenge ribatte a Pini, la tragedia diventa disputa politica?

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“Imputare la responsabilità morale di quanto sta succedendo a me e alla presidente Boldrini non solo è offensivo verso di noi ma lo è per le vittime. Il primo pensiero è per le vittime. È offensivo anche per la coscienza dei cittadini italiani, e degli abitanti di Lampedusa che si stanno prodigando. Questa è una mia presa di posizione, un punto di non ritorno verso questa forza politica. Non dobbiamo creare paura, ma avvicinare le persone”. Così il ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge, nel corso di una conferenza stampa, risponde al deputato leghista Gianluca Pini che le aveva addossato la “responsabilità morale” della tragedia di Lampedusa.

Lampedusa shock, parla Pini e incolpa Kyenge e Boldrini

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«La responsabilità morale della strage che sta avvenendo nelle acque di Lampedusa è tutta della coppia Boldrini-Kyenge. La loro scuola di pensiero ipocrita che preferisce politiche buoniste alle azioni di supporto nei paesi del terzo mondo porta a risultati drammatici come questi. Continuando a diffondere senza filtri messaggi di accoglienza si otterrà la sola conseguenza di mietere più vittime di una guerra. Tanto la Boldrini quanto la Kyenge hanno sulla coscienza tutti i clandestini morti in questi ultimi mesi». Così Gianluca Pini, vicepresidente del Gruppo Lega Nord a Montecitorio.

Atreyu 2013: show di La Russa con Viva la Mamma contro la Kyenge

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Ignazio La Russa, ironizza sulla sulla proposta (o presunta tale) di Cecile Kyenge di sostituire i termini “mamma” e “papà” con “genitore 1″ e “genitore 2″. L’ex ministro della Difesa si è anche messo a cantare i nuovi testi riscritti di Mamma di Beniamino Gigli e di Viva la mamma di Edoardo Bennato.

“Chiesti voti alla Lega per un nuovo governo”, così Calderoli.

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“Son venuti a chiedermi i voti dei nostri senatori per un governo con un’altra maggioranza senza il Pdl”. E’ quanto ha sostenuto Roberto Calderoli, in un comizio alla Festa dei popoli padani sul Monviso. “Io ho risposto ‘Va bene, dateci il presidente del Consiglio e ministri importanti'”, ha riferito. “Poi ho detto ‘Va’ a ciapa’ i ratt, noi i nostri voti non ve li diamo’, perché mi ci vedete in Consiglio dei ministri vicino alla Kyenge?”, ha chiesto ai militanti .

Manichini insanguinati per protesta contro la Kyenge!

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 Stamattina il Ministro Kienge è alla Moschea di Roma, ma già è iniziata  la protesta  in vista della sua  partecipazione  a un dibattito a Ostia, previsto per oggi  alle 18.30,  Questa mattina,  infatti sono stati appesi sul cancello di un municipio della capitale  alcuni manichini insanguinati. L’ atto poi è stato rivendicato da Forza Nuova:

«Il nostro gesto dimostrativo vuole rappresentare agli italiani il pericolo in cui si troveranno i cittadini se venisse applicato lo Ius Soli. Le sue parole traboccano di razzismo nei confronti della cultura europea»

Alla Mostra del Cinema di Venezia si parla d’integrazione

kyenge-venezia-integrazione-tuttacronacaE’ arrivata a Venezia in compagnia delle figlie il ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge che all’ANSA ha detto: ”Il cinema, con il suo linguaggio capace così tanto di coinvolgere e toccare nel profondo, è fondamentale per l’integrazione e i cambiamenti culturali sui migranti”. Tra i suoi impegni al lido, dopo l’incontro con il Garante per l’infanzia e l’Adolescenza Vincenzo Spadafora, un convegno su cinema, diversità e integrazione in occasione della presentazione del nuovo film di Ettore Pasculli ‘Italy amore mio’.

Ma il ministro ha incontrato anche Vladimir Luxuria: entrambe sono presenti per la campagna lanciata dall’Authority per l’Infanzia e l’Adolescenza contro razzismo e omofobia. Spiega la Kyenge: “Sento il dovere e la responsabilità di fare le cose giuste. Tutto il resto non conta. Con i nostri figli, dovviamo essere bravi a sostenere l’ingenuità dei bambini che non sanno che cosa sono le differenze”. Valdimir Luxuria, prima transgender eletta al Parlamento di uno Stato europeo, dice: “Nei confronti delle coppie omosessuali, c’è oggi lo stesso scetticismo che c’era nei confronti delle coppie miste. Omofobia e xenofobia vanno combattute con un solo cuore e un solo cervello”.

Il vino dà alla testa? La Kyenge e il produttore di vino

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Non ci sono molte parole per commentare il post su Facebook (che ora è stato rimosso) di Fulvio Bressan, produttore di vini del Collio che sul ministro Kyenge non ha usato peli sulla lingua:

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D’altra parte, e questo sicuramente non è una scusante, Bressan è conosciuto nell’ambiente enogastronomico proprio per essere una persona viscerale e intransigente. Sicuramente non molto simpatico neppure al Consorzio di Tutela dei Vini del Collio e Slow Food Friuli Venezia Giulia, che lo ha escluso dalla manifestazione SuperWhites Milano 2011. Quindi di precedenti ce ne sono, ma nessuno avrebbe mai immaginato che un  noto produttore di vini potesse arrivare a un tale sfogo di volgarità e di violenza verbale gratuita.

E’ il sito http://www.puntarellarossa.it a riportare la notizia:

Quando si beve una bottiglia di vino, si dice, si beve anche la sua storia, la sua origine, le mani che hanno lavorato l’uva, che l’hanno seguito con amore in cantina, le idee di chi l’ha fatto nascere e vivere. Ecco, il vino di Fulvio Bressan fa schifo. E non è necessario assaggiarlo. Basta leggere la sua bacheca Facebook. Ieri scriveva quello che leggete sopra, con una foto del ministro Kyenge, definendola “sporca scimmia nera” e poi “ne*ra mantenuta di merda”. Di fronte alle garbate critiche di chi commenta costernato, risponde definendole “le stupide idiozie di chi vuole fare il perbenista, dicendo poverini poverini e non facendo nulla per il nostro disastrato paese”. Infine, la chiosa: “Fieramente italiano, senza compromessi”. Ecco, noi fieramente esseri umani, senza compromessi. Con vini così, meglio bere acqua con l’idrolitina.

Che poi aggiunge anche:

“Il vino si identifica con il produttore”, scrive giustamente Slawka G. Scarso. Qualcuno incita ora al boicottaggio dei suoi vini. Non so, certo che la voglia di bere qualsiasi cosa di questo signore a noi è passata per sempre…

Sempre www.puntarellarossa.it a commentare anche la rimozione dei post:

Bressan ha cancellato gli ultimi post sulla Kyenge. Bene, ma è un bel gesto fatto solo per soldi. Perché Bressan si è accorto che la cattiva pubblicità non fa bene alle vendite. Peccato che rimangano a decine i post razzisti e farneticanti. Contro i clandestini (foto di pistole pronti ad accoglierle etc), ma non solo. C’è la Vezzali che viene chiamata “la p*****a marchigiana” perché si è candidata alle elezioni. C’è un post sui finanzieri “che . C’è la Boldrini “p*****a”, Vendola “f****o”.

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I nostri 7 giorni: tra pallottole e palloni

7giorni-tuttacronacaNon si ferma la cronaca, neanche nella settimana più “calda” dell’anno. Ma anche se nei giorni che da sempre vengono visti come il clou delle ferie estive la politica non si è fermata, ciò non toglie che un po’ di “vacanze” dalla quotidianità spesso vengono cercate evadendo e sognando… magari il prossimo campionato! Infatti negli ultimi sette giorni l’evasione sembra sia stata cercata attraverso gli articoli di sport. Perchè il campionato è alle porte e tutti desiderano sapere chi ci sarà in campo a difendere i colori della squadra del cuore. Ecco allora che tra gli articoli che più avete apprezzato troviamo “l’enigma Pirlo“: andrà al Real Madrid salutando così una squadra in cui potrebbe non essergli possibile esprimersi al meglio? Ma se sicuramente molti tifosi juventini rimpiangeranno la perdita, sembra invece che ad essere pronti ad esultare siano i giallorossi, che già da tempo hanno messo la parola fine alla loro “storia d’amore” con Osvaldo, tanto da arrivare a indispettirne anche la fidanzata, stanca di queste attenzioni non gradite se è arrivata a scrivere in Twitter “Patetici tifosi maleducati. Fatevi una vita. Mi fa pena la vostra ignoranza e immaturità”. Ora il giocatore militerà tra le fila del Southampton e sicuramente la speranza di una ritrovata serenità è alta!  Stessi colori, ma una storia diametralmente opposta è invece quella dell’inossidabile capitan Totti: anche al mare non smette di portare con sè i suoi colori: ed il pubblico esulta nel vedere Er Pupone giocare in spiaggia con i figli e… con un gommone giallorosso! Per la gioia dei supporters, di sicuro, quella che non ha riscosso Balotelli, almeno a vedere com’è stata ridotta la sua Ferrari. Il rossonero avrebbe negato degli autografi ai tifosi che non ci sono andati sul leggero con il messaggio tra le righe: la sua auto è stata infatti ricoperta di cartigenica. Di certo non la settimana migliore di SuperBalo che ha dovuto saltare l’amichevole Italia-Argentina per un dolore al ginocchio. La compagnia del suo nuovo cucciolo, la maialina Super, gli avrà ridato il sorriso? Quello che è certo è che mancano ormai pochi giorni all’inizio del campionato ma già s’inizia a far sul serio: Juve e Lazio si sono scontrate all’Olimpico. Obiettivo: portare a casa la Supercoppa. E i campioni d’Italia hanno dimostrato di essere pronti per mirare al terzo scudetto consecutivo. Chi saranno i loro avversari più accaniti? Alla settimana prossima, per una prima, provvisoria, risposta.

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Ma non di solo calcio si è parlato in Italia. Un tema caldo sono stati gli scontri in Egitto, con il sangue scorso sulle strade che ha reso rovente una situazione già calda e ha catalizzato l’attenzione mondiale. Dando anche l’avvio a una nuova polemica della Lega verso la Kyenge, questa volta per voce di Salvini che, via Facebook, fa sapere: “La sciura Kyenge dice che la crisi in Egitto porterà un’impennata di immigrazione e che una legge sullo ius soli va fatta e si farà. Come dire avanti, in Italia c’è posto per tutti”. Del resto in Italia nè le ondate di caldo nè l’arrivo delle perturbazioni riescono a mutare aspetto al clima politico. Con Berlusconi che lancia la sua nuova campagna con Forza italia pur non avendo ancora certezze circa il suo futuro (e senza che sia stato risolto il nodo “chiedere o non chiedere la grazia”) e con il Pd ancora incerto sul proprio futuro, chi sembra continuare a marciare tranquillo e fiducioso è invece il Premier Enrico Letta, che rilascia dichiarazioni ottimistiche. In un futuro che sembra essere incerto quanto l’identità del “mostro” rinvenuto su una spiaggia spagnola, a volte vien da chiedersi se non sia possibile riuscire a trovare quell’intesa che a volte s’instaura tra i cuccioli…

GOOD NIGHT, AND GOOD LUCK!

SALVINI: “Perché la sciura Kyenge non va a fare la ministra in Egitto?”

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“Perché la sciura Kyenge non va a fare la ministra in Egitto?”. Il nuovo attacco contro il ministro dell’Integrazione viene dal vicesegretario della Lega, Matteo Salvini, dopo l’intervento sulle conseguenze della situazione esplosiva del Paese. “La sciura Kyenge – scrive Salvini su Facebook – dice che la crisi in Egitto porterà un’impennata di immigrazione e che una legge sullo ius soli va fatta e si farà. Come dire avanti, in Italia c’è posto per tutti”.

Follia d’agosto: Milani vuole la morte di Cécile Kyenge. Shock sul Facebook.

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Non attribuiamolo al caldo o all’afa di agosto. Non cerchiamo giustificazioni perché non ci possono essere su un fatto così grave. Le parole folli di Vittorio Milani, ex veneto stato, su Facebook sono solo agghiaccianti. Il testo integrale è violento e il messaggio di morte è brutale: «La Kyenge dice che se vogliamo eliminare il burqa anche le suore si devono togliere il velo. Siamo all’assurdo, qualcuno uccida questa p… idiota e inutile». La frase non è certo passata inosservata e il consigliere comunale Antonella Tocchetto – che ha posto il problema della necessità di aprire una moschea nella Marca – ha deciso di denunciare il fatto alla polizia. La consigliera è stata oggetto delle “attenzioni” di Milani, anche con lei non è andato per il sottile dandole della «deficiente», della «idiota», di «fare schifo come donna», di «essere feccia». Così – riferisce il consigliere – «mi sono ritrovata sulla mia pagina di Facebook un paio di messaggi inviati di Milani pieni di improperi e insulti anche a sfondo sessuale». Offese per le quali la donna, avvocato civilista, sta valutando gli estremi di una denuncia, dopo aver intanto informato le parlamentari trevigiane del Pd dei messaggi ancora più violenti indirizzati dall’uomo nei confronti del ministro dell’integrazione. Vittorio Milani era stato candidato – poi non eletto – per il gruppo autonomista Veneto Stato alle elezioni comunali di Silea (Treviso), nel 2012. Come si può tollerare un tale atteggiamento? Cosa aspettiamo a fermare questa violenza verbale? Perché queste inutili volgarità e atrocità da deboli che trovano sfogo solo sul web invece di cercare, per chi non è d’accordo con la Kyenge, una strada istituzionale diversa?

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Assessore leghista insulta volgarmente la Kyenge

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Forse non sarebbe neppure il caso di riportarlo visto che ormai gli insulti si susseguono ora dopo ora sul web da parte dei leghisti. Per un Luca Zaia che dialoga e un Flavio Tosi che si scusa c’è sempre chi è pronto a lanciare volgarità e insulti al ministro Kyenge. Forse questa volta Giuseppe  Fornoni assessore leghista allo Sport, Tempo libero, Commercio e Attività produttive di Lograto, nel bresciano ha davvero però valicato il limite della decenza scrivendo sul suo profilo Facebook “Vaffa****o mussulmana di merda” (con due s). Un insulto che viola la carta costituzionale all’art 3:

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

A rilevare l’insulto è stato Daniele Sensi che immediatamente ha diffuso, tramite il suo blog sull’Espresso, il suo dissenso per l’ennesimo atto di volgarità gratuita e ingiustificata contro un’istituzione.  Sfogliando il profilo di Fornoni (che al momento è consultabile solo dagli “amici”) è possibile anche trovare un link che celebra Benito Mussolini. Un assessore della Repubblica italiana fa forse apologia del fascismo sul suo profilo?

Forse la Lega fa fatica a comprendere che non sono gli insulti, che rendono solo fragili coloro che li coniano, a essere la strada da percorrere per far valere le proprie idee o i propri dissensi. Insultare volgarmente, violando anche la Carta Costituzionale, si rivela solo una mossa politica perdente che mina in profondità il movimento del Carroccio che già non gode più di ottima salute. La Lega mira a fare una martire della Kyenge o vuole davvero portare avanti una sua linea politica? E’ capace solo di insultare ma di non esprimere un’idea compiuta che possa davvero fornire un’alternativa valida al pensiero del ministro dell’integrazione?

Il ministro dell’integrazione non va alla festa della Lega

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La Kyenge declina l’invito e dice che rimangono aperti gli spiragli per una sua partecipazione ma al momento non ci sono i presupposti per cui ciò avvenga. In mattinata si era assistito anche allo scontro Bossi – Maroni, in cui l’ex segretario del Carroccio si diceva contrario alla partecipazione del ministro dell’integrazione a una festa che doveva essere invece del popolo dalla camicia verde. L’ennesima integrazione mancata?

Un leghista veneto torna a insultare la Kyenge e usa lo spot del crodino

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E’ la volta di Andrea Draghi, assessore leghista alla sicurezza del Comune di Montagnana e Consigliere Provinciale leghista di Padova che dal suo profilo Facebook lancia un post d’insulto verso il ministro Cecile Kyenge. Draghi prende spunto dalla nota bevanda analcolica sponsorizzata da un gorilla per insultare il ministro dell’integrazione. Il Governatore veneto Luca Zaia ha chiesto al Carroccio di intervenire.

I Negramaro contro il razzismo… ma forse scelgono i toni sbagliati

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Il concetto era giusto e il gesto doveroso. Non si può e non si deve tacere di fronte al vicepresidente del Senato che insulta gratuitamente un ministro. Non è ammissibile nel 2013 si debba ancora sentire un becerismo che l’umanità sperava di essersi lasciata alle spalle, ma non si può neppure usare la volgarità contro il razzismo perché l’indignazione, per le parole di Calderoli contro il ministro Kyenge, perde di incisività. Così all’Olimpico, nella festa dei 10 anni di carriera dei Negroamaro la chiusura del concerto con la frase di Giuliano Sangiorgi è apparsa stonata:

“Permettetemi di chiudere con un’osservazione; la pelle non conosce colori. Ditelo questo a quell’orango, che è uno s*****o”.

Peccato per la chiusura che ha levato poesia a uno spettacolo incredibile che nel colore e nella musica aveva trovato la forza di creare emozioni irripetibili.

IL PRESIDENTE INDIGNATO!

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Il Presidente Napolitano è intervenuto su quelli che ha definito i “gravi episodi” accaduti negli ultimi giorni e si è detto “colpito e indignato”. Dalle minacce a Mara Carfagna, all’incendio al liceo Socrate di Roma, per giungere, nella domenica mattina, agli insulti al ministro Kyenge da parte del vicepresidente del senato Calderoli.  Il Presidente, spiegano fonti del Quirinale, parla di “tendenze all’imbarbarimento della vita civile e affronterà il tema nell’incontro con la stampa del prossimo 18 luglio”. 

 

Ridistribuite le deleghe della Idem

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Dopo le dimissioni della ministra sono state ridistribuite le deleghe della Idem: pari opportunità al viceministro del Lavoro, Cecilia Guerra, politiche giovanili a Kyenge, sport a Delrio. Dovremo attenderci nuove ripercussioni per la decisione di affidare le politiche giovanili alla Kyenge o si potrà fare silenzio e iniziare a lavorare?

Borghezio si autosospende dal parlamento europeo

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Tempi duri per i politici che giocano con il fuoco… così l’europarlamentare Borghezio si è autosospeso dal  Efd (Europa della libertà e della democrazia – euroscettici) “per tutelare la Lega e l’Efd in attesa di fare piena chiarezza sulle frasi pronunciate sul ministro per l’integrazione Cecile Kyenge”. Lo ha reso noto lo stesso Borghezio.

Qualche ora fa Il presidente dell’Europarlamento Martin Schulz era stato chiaro e aveva definito gli insulti di Borghezio “una vergogna”, poteva quindi non autosospendersi l’europarlamentare Borghezio?

Norvegia razzista… anche loro hanno un “Borghezio”

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Si chiama Sandberg ed è un deputato della destra populista norvegese, noto per le sue  posizioni anti immigrazione, ha lanciato la proposta di chiudere le frontiere a gruppi organizzati di coloro che egli considera potenziali criminali: francesi, bulgari e rom. Auspica anche misure immediate ”per fermare il flusso di mendicità e criminalità.”

Anche la Norvegia quindi deve fare i conti con il razzismo e con l’intolleranza. L’Europa sembra essere particolarmente sensibile alla tematica razzista e soprattutto al problema dell’immigrazione. La fragilità di essere incapaci ad affrontare il problema è forse un nodo che ci viene da lontano… dall’essere quel continente “vecchio” che non ha mai avuto veramente un flusso migratorio con cui confrontarci. Eravamo noi Europei a scappare nelle Americhe, eravamo noi europei a cercare la “felicità” in altri Paesi… non siamo preparati ad accoglierli, avendo ancora la mentalità di chi deve proteggere quello che ha accumulato. Il problema è che non ci sono governi a garantirci che quel benessere spesso derivato da un familiare che è dovuto andare in cerca di fortuna non ci verrà sottratto o diminuito da un costante flusso di immigrati. Sono governi che ci minano la casa, quella costruita a volte proprio con il duro lavoro da emigrati. L’Europa da nord a sud si trova quindi a scoprirsi razzista, fragile e spaventata dalla massa di migranti che ogni anno si riversano nel vecchio continente. Quale è la cura? L’unica possibile è quella di saper fare un piano di migrazione controllato, di capire quanto e come ogni nazione può assorbire di quel flusso migratorio senza che i cittadini poi lo vivano nel disagio. Dare prima di tutto una dignità e una prospettiva di vita a chi entra, che non si senta trattato come un reietto, ma accolto come una risorsa. Che non ci sia quindi una massa incontrollata che soffre e fa soffrire chi si sente impotente davanti a quella miseria. Perchè non c’è nessun europeo che può essere contento di fronte a un essere umano, di qualsiasi etnia e colore, che chiede l’elemosina. E’ prima di tutto una sconfitta per uno Stato degno di questo nome. Se il piano fosse a livello europeo forse non avremo più i Borghezio o i Sandberg… o forse li avremmo e ci farebbero ridere per essere naif e non spaventarci per le loro idee oltransiste che purtroppo hanno un seguito proprio per questa incapacità degli stati di trovare forme di immigrazione controllata. Sarebbero immediatamente degli outsider.

 

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