A Spoleto il cimitero è illegittimo: il terreno va restituito al suo proprietario!

cimitero-spoleto-tuttacronacaQuindici anni fa il cimitero di spoleto veniva ampliato… in un terreno che non apparteneva al Comune! Il caso è raccontato da Carlo Ceraso su Tuttoggi, dove si spiega che il legittimo proprietario del terreno se l’è visto sfilare senza un esproprio fatto come il regolamento richiede. In seguito, nella vicenda è entrato il Consiglio di Stato che ha condannato il Municipio a “restituire al legittimo proprietario l’area cimiteriale”. Dove, dal novembre del 1999 ad oggi, sono stati realizzati centinaia di loculi e qualche decina di edicole e cappelle.

Il dispositivo della IV Sezione (composta da Riccardo Virgilio presidente, Giulio Veltri consigliere estensore e dai consiglieri Nicola Russo, Raffaele Potenza e Andrea Migliozzi) ha di fatto ribaltato quella emessa nel 2010   dal Tar dell’Umbria che aveva riconosciuto le ragioni del comune escludendo “la restituzione dell’immobile senza limiti di tempo” ma “indicando al contempo all’amministrazione i criteri al fine della liquidazione del danno”.

Criteri che il proprietario terriero, difeso dall’avvocato Giuseppe La Spina con la consulenza tecnica dello studio tecnico del geometra Francesco Restani, ha impugnato davanti al massimo organo della giustizia amministrativa. A favore del ricorrente ha giocato anche la recente introduzione dell’articolo 42 bis del Testo Unico Espropri. Leggiamo la sentenza che applica la norma in quanto “in assenza di un provvedimento di esproprio…la proprietà del suolo rimane in capo all’appellante, sicché nessun danno può profilarsi in relazione alla sua perdita. Piuttosto, il proprietario ha diritto alla restituzione materiale del suolo, ossia ad essere reintegrato anche nel possesso”. Per questo il CdS ha condannato l’amministrazione “salvo il potere della stessa, in costanza dei presupposti di cui all’art. 42 bis, di emanare un provvedimento di acquisizione postuma con contestuale liquidazione dell’indennizzo, nei termini e modi previsti dalla norma citata”. Una sorta di ‘via di fuga’ che consentirà al Comune di sanare la disdicevole situazione in cui ci si è venuti a trovare. Ovviamente risarcendo il legittimo proprietario, il quale, fino a quando non si troverà l’accordo, dovrà rientrare in possesso del proprio bene.

La zona espropriata si sviluppa su una superfice di 8.954 metri quadrati. Un’area grande più di un campo di calcio, più o meno 100 appartamenti di medie dimensioni dove sono nel frattempo sorti diversi siti cimiteriali. Impossibile al momento quantificarne il valore, al quale si dovrà aggiungere gli interessi legali e probabilmente la mancata redditività di quello che un tempo era un terreno agricolo. Resta da capire quali azioni potrà ora intraprendere il proprietario nei confronti dell’amministrazione.

Una storia che dura da 23 anni:

La lite fra lo spoletino e l’amministrazione si chiude quindi dopo 23 anni, un tempo ben maggiore di quello del famoso libro di Alexandre Dumas e dei suo moschettieri. Un ventennio fatto di cause civili davanti al Tribunale di Spoleto (cominciate nel 1991), poi amministrative. E che aveva visto sorgere anche un comitato cittadino che non voleva l’ampliamento perchè troppo a ridosso delle abitazioni. Nel mirino, politicamente parlando, finiscono così ben due amministrazioni, quella del sindaco Alessandro Laureti (in carico fino alla primavera 1999) i cui funzionari espropriarono in malo modo l’area, e la prima amministrazione di Massimo Brunini che, nel novembre 1999, avviò i lavori di ampliamento. I danni saranno invece, ancora una volta, per le tasche dei contribuenti.

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Bare bruciate a Bagheria, pista mafiosa?

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Bare bruciate e resti umani in alcune aree del cimitero di Bagheria, ora l’indagine che si è aperta è stata affidata alla Dda di Palermo e mira a far emergere un racket interno al cimitero. Gli investigatori sospettano tra l’altro che la mafia decidesse l’estumulazione delle tombe per controllare un mercato dei loculi e delle aree per la costruzione di cappelle private.

 

Giallo al cimitero: trovato il cadavere di una donna

morta-cimitero-catania-tuttacronacaOrrore al cimitero monumentale di Catania, nel quartiere Zia Lisa, dov’è stato trovato il cadavere di una sessantenne con la testa fracassata. A dare l’allarme al custode è stato il figlio della vittima. Sul luogo è giunta la scientifica per effettuare i rilievi e accertare se si tratti di un omicidio o un tragico incidente. Sul fatto indaga la squadra mobile etnea. Stando alle prime informazioni, la donna presenterebbe delle lacerazioni al volto e accanto al corpo ci sarebbero delle pietre. Vicino a lei, in uno dei vialetti del cimitero di Catania, c’era il figlio della vittima, un militare della marina di stanza nel capoluogo etneo.

“Finchè morte non vi separi” non vale per lei: la cagnolina che veglia la lapide

cane_cimitero-tuttacronacaNuti trascorre ogni giorno con il suo padrone, Sante. Anche se l’uomo è morto da due anni. La cagnolina meticcia, rimasta con solo tre zampe dopo che una le è stata amputata perchè maciullata da una tagliola, ogni giorno scavalca la recinzione di casa, percorre diverse centinaia di metri e raggiungere il cimitero. Qui si accuccia davanti alla lapide dell’uomo che tanto l’amava, ricambiato. L’uomo è sepolto in provincia di Treviso, a Basalghelle, frazione di Mansuè, a poca distanza dalla casa dove ha vissuto per circa quarant’anni. La signora Gabriella, la vedova, racconta: “Le prime volte Nuti veniva in cimitero con me. Bastava dicessi: ‘dai che andiamo a trovare Sante’ e lei saltava tutta contenta. Dopo alcune settimane ho scoperto che si arrampicava sulla recinzione e scappava per andarsene tutta sola in cimitero. Entrando non dal cancello principale, bensì da un ingresso secondario”.

Eterno riposo? Ma anche no! Salme sparite nel Salernitano

angri-salmescomparse-tuttacronacaPresunta sostituzione di spoglie al cimitero di Angri, in provincia di Salerno. Su quanto accaduto nel loculo n.180 si sta indagando a seguito dell’esposto presentato in procura da un’impiegata, Anna Pauciulo, proprietaria della nicchia in questione. Come spiega il Mattino, i carabinieri avrebbero acquisito già le prime documentazioni per ricostruire i fatti e riscontrare quanto denunciato dalla donna che ha presentato un dettagliato esposto al procuratore capo di Nocera Inferiore Gianfranco Izzo, nel ha ripercorso le tappe di una storia inquietante iniziata oltre due anni e mezzo fa quando scoprì che dal loculo di famiglia erano scomparse le spoglie di due sue antenate e che nella stessa nicchia erano stati riposti i resti di defunti a lei sconosciuti. Nel frattempo il primo cittadino del paese ha confermato che è stata avviata un’indagine interna sul caso per capire se quanto denunciato risponde al vero e se vi sono responsabilità da attribuire a funzionari ed impiegati del cimitero chiamati in causa dall’impiegata angrese. “Ho già dato mandato al funzionario responsabile del cimitero di predisporre e farmi avere, a stretto giro, una dettagliata relazione sui fatti denunciati. Ho appreso la notizia dai giornali, non conosco ancora i dettagli della storia. Voglio capire, pertanto cosa è successo e verificare se ci sono responsabilità da attribuire”.

Apre la Necropoli Vaticana: sarà visitabile da gennaio

necropoli-tuttacronacaSarà visitabile da gennaio, in un rinnovato allestimento, la necropoli vaticana della via Triumphalis, all’interno dei Musei Vaticani di Roma. La vasta area, di circa mille metri quadrati, era inizialmente adibita a cimitero per la gente povera, gli schiavi e i liberti e per questo motivo Pietro fu sepolto qui. In seguito, vi vennero sepolti anche appartenenti al ceto medio e cavalieri. La necropoli è riemersa casualmente alla luce in varie fasi, a partire dal 1930. Altre scoperte vennero fatte negli anni ’50 e nel 2003.

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Fosse comuni in Messico: trovato un cimitero narcos

cimitero-narcos-tuttacronacaIn una zona remota tra gli stati di Jalisco e Michoacan, in Messico, vicino alle sponde del Rio Lerma, è stato scoperto un cimitero dei narcos. In questo luogo, sono stati rinvenuti 66 cadaveri suddivisi in diverse fosse comuni. Su alcuni di questi corpi sono stati riconosciuti segni di tortura. Gli ultimi ad esser stati localizzati, si trovavano sotterrati nei pressi di un campo coltivato. Le ricerche erano cominciate il 9 novembre scorso dopo l’arresto di 22 agenti della polizia municipale di Vista Hermosa e di tre civili accusati della scomparsa di due agenti federali, i cui cadaveri non sono stati ancora ritrovati.

La stabilità di Letta raccoglie critiche nel mondo? “si rischia il cimitero”

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Secondo il Wall Street Journal la stabilità di Letta rischia  di portare l’Italia a una stabilità simile a quella del cimitero. Almeno questa è l’ipotesi ventilata dall’articolo in cui si legge anche che L’Italia “ha fatto più progressi di ogni altro nel ripianare il proprio bilancio” ha bisogno di riforme, che l’attuale governo non riesce a portare avanti perché “appare paralizzato”.

Il Paese si trova di fronte a tre scenari: il primo è quello di un governo “senza catene” in grado di lanciare le riforme; il secondo è che il successo di Matteo Renzi alle primarie del Pd costringa il governo Letta “ad accettare nuove elezioni per arrivare ad un governo di maggioranza” che possa agire con maggiore autonomia; il terzo è che Renzi non riesca a “soppiantare” Letta, che ha “il sostegno parlamentare del proprio partito e del capo dello Stato Giorgio Napolitano“, e che i due vengano trascinati “nella loro amara rivalità” portando a un nuovo stallo politico che ostacoli le riforme”. In questo quadro, scrive il Wsj, “non sorprende che molti italiani temano che la stabilità che offre Letta si scopra essere quella di un cimitero”.

Meno di una settimana fa, il Wall Street Journal aveva duramente criticato l’enorme pressione fiscale italiana a causa della quale la fatidica ripresa diventa una chimera irragiungibile. L’Italia si distingue in Europa per la sua dipendenza dalle tasse sul lavoro, pagate da imprese e dipendenti, per finanziare il sistema pensionistico, scriveva il quotidiano a stelle e strisce, spiegando che “l’esborso per le pensioni di anzianità rappresenta circa il 13% del Pil, ossia un terzo più alto rispetto alla Germania e il doppio rispetto agli Usa, secondo i dati Ocse”. “L’assurdità è che un lavoratore italiano costa più di uno spagnolo ma ha uno stipendio più basso”.

Ecco la fotografia del nostro Paese all’estero? L’Italia è una tomba?

 

L’oblio sulle tombe dei vip, al Verano tra degrado e abbandono

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Anche i grandi del nostro Paese sono lasciati in balia del degrado e dell’abbandono che avanza e s’impossessa anche delle tombe di Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Rino Gaetano, Ferruccio Amendola, Trilussa e centinaia di personaggi che sono stati più o meno famosi.

L’oblio è narrato da Alessandro Di Liegro sul Messaggero:

Vittorio Gassman, ad esempio, riposa accanto al Quadriportico, ricordato da una lastra di marmo a forma di libricino che riporta la sua foto. Il nome di un altro attore, Ferruccio Amendola, compare, oltre che sul depliant illustrativo del cimitero (“Una passeggiata fra i ricordi – Le storie del cinema e dello spettacolo”), sulla lapide di famiglia, nascosto da un mazzetto scarno di fiori. Disadorna è anche la tomba della famiglia Rossellini, che Roberto visitava quotidianamente per il dolore di aver perso il figlio Romano. Pare ci passasse così tanto tempo da far montare un telefono nei pressi, per rimanere in contatto con gli studi cinematografici. L’apparecchio non c’è più, e nell’incavo del tubo, oltre agli aghi di pino, ci sono tappi di bottiglia e bicchieri accartocciati.

La tomba del cantante Salvatore “Rino” Gaetano si individua facilmente grazie alle migliaia di scritte che campeggiano intorno alla foto, andando a invadere anche gli spazi consecutivi. Così come è presa d’assedio dai fan, così è presa d’assalto da vandali, l’ultimo dei quali lo scorso luglio ha divelto il marmo rubando una raffigurazione di un ukulele in afyon. (…)

Gli appassionati turisti cimiteriali passeggiano costantemente lungo i viali, talvolta evitando le auto che sfrecciano con altrettanta costanza. Quantificare mediamente il numero di visitatori è difficile, soprattutto in periodi lontano dal primo di novembre. Aurore e Marie Hélène sono due ragazze francesi appassionate di cimiteri: «Siamo qui per curiosità – dice Aurore – è molto bella la parte d’architettura novecentesca». Cercano le tombe di Rossellini e di Mastroianni, leggono con difficoltà la mappa, stampata sui pieghevoli, che i servizi cimiteriali danno a disposizione degli ospiti. Un piccolo gruppetto di persone sono ferme a chiacchierare di fronte alla tomba di Alberto Sordi. «Il nostro è un omaggio» afferma Marianna, che viene dal Tufello. La cappella del “Marchese” è fra le più visitate, giorno dopo giorno. Non è così per altri protagonisti della storia e della cultura italiana. «Purtroppo a volte – dicono dalla dirigenza dell’Ama – siamo costretti a richiamare gli eredi affinché mantengano decorose le sepolture dei loro cari. È stato così per Paolo Stoppa, la cui tomba era in condizioni davvero inadeguate».

Ma non dovrebbe forse essere il Comune a conservare memoria dei grandi della propria città?

A chi dà fastidio? lapide nera in ricordo del figlio

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A chi dà fastidio? Ognuno ha le sue tradizioni e ognuno dovrebbe avere il diritto di ricordare il proprio figlio, morto a soli 22 anni in un incidente stradale secondo le proprie usanze e secondo le proprie tradizioni. A chi dà fastidio la lapide nera  a Paderno Franciacorta (Brescia) che ricorda la vita spezzata di Anton Novgorodov? Sembra che alcuni cittadini si siano lamentati e a quel punto il sindaco Antonio Vivenzi si trova davanti al dilemma del che fare. Cerca, spiega, un accordo con la mamma. Non per far distruggere il marmo ma solo per spostare la sepoltura in un altro angolo del cimitero. La mamma sembra ragionevole poi però scrive una lettera disperata al giornale locale BresciaOggi. In cui spiega, tra le altre cose, che la sua religione vieta di spostare un morto dopo la sepoltura.

 Così la madre scrive una lettera a BresciaOggi:

«Sono una madre disperata. Due anni fa è venuto a mancare mio figlio di soli 22 anni in un incidente stradale in moto. Suo padre, che abita in Russia, ha deciso di realizzare in suo ricordo una lapide di marmo nero, così com’è tradizione in Russia quando un giovane perde la vita improvvisamente. Si tratta di una lapide di piccole dimensioni, non imponente né troppo vistosa; sulla parte anteriore vi è, sfumata nel marmo, la foto del visto sorridente di mio figlio.

Appena la lapide è stata collocata alcune persone di Paderno si sono lamentate col sindaco per il colore diverso dalle altre. Il Comune mi ha dato 30 giorni di tempo per cambiare il colore del marmo, se non lo farò entro il tempo prestabilito la butteranno giù. Ho chiesto consiglio anche al prete di Paderno, ma non mi ha ascoltato. Vorrei guardare negli occhi quelle persone che si sono lamentate vedendo il volto sorridente di mio figlio sulla lapide nera. Che fastidio dà loro? Perchè il suo volto sorridente è sul marmo nero? O perchè è straniero? Sono già distrutta dal dolore della perdita di mio figlio e in più la gente insensibile e senza cuore ha il coraggio di lamentarsi. Ho bisogno di aiuto per non far togliere la lapide dal cimitero di Paderno Franciacorta, se ciò dovesse accadere sarebbe come perdere di nuovo mio figlio».

 

Ognuno pensi ai propri defunti: rissa in cimitero nel Napoletano

rissa-cimitero-tuttacronacaCome spiega il Mattino, a Torre Annunziata, in provincia di Napoli, oggi il cimitero si è trasformato in un ring dove due famiglie rom, incuranti delle migliaia di persone presenti al camposanto per ricordare i loro cari e della sacralità del cuore, hanno dato il via a una rissa, che solo gli agenti del locale commissariato di polizia sono riusciti a sedare. La mattinata era scorsa in maniera tranquilla, poi però una coppia entra nella zona del suffragio per raggiungere la tomba del proprio caro e qui trova un altro familiare che sta ponendo un fiore sulla stessa tomba. La cosa non è ben accetta. “Tu non devi venire a trovare mio padre, vattene”. E subito la lite, prima a parole e poi a calci e pugni. Attorno, gente terrorizzata che fa scattare l’allarme. “Si sono azzuffati proprio davanti a me – dice una donna – all’inizio non credevo che arrivassero a tanto, visto anche il giorno, ma poi la situazione è degenerata”. Con l’aiuto della polizia e dei carabinieri, le famiglie sono state ”gentilmente” invitate a lasciare il cimitero.

Il giorno dei morti: in Messico niente crisantemi, si fa festa

diadelosmuertos-tuttacronaca1Ieri Halloween, oggi Ognissanti, domani il giorno dei morti. Le celebrazioni proseguono e la comunità internazionale cattolica si prepara, il 2 ottobre, a ricordare i propri cari che non ci sono più. E se in Italia ci rechiamo con aria triste in cimitero, reggendo una pianta di crisantemo o con dei santini da appendere alle lapidi, in Messico l’usanza di ricordare chi ci ha lasciato assume un aspetto diverso. Questo dipende anche dalla commistione dei riti pre ispanici e quelli cattolici. Prima dell’arrivo degli europei, i morti, considerati i protettori dei vivi, venivano festeggiati al termine della stagione delle piogge e le comunità indigene preparavano offerte per assicurarsi buoni raccolti e fertilità. Con l’arrivo degli spagnoli, i morti venivano ricordati con la recita delle preghiere, che li avrebbero raggiunti nell’aldilà. Quando il cattolicesimo venne imposto agli autoctoni, essi lo reinterpretarono a modo loro e così ebbe origine l’attuale Día de los Muertos, diviso in due giorni. Oggi, 1 novembre, è dedicato ai bambini, mentre la giornata di domani verrà dedicata agli adulti. In Messico non ci sono solo preghiere, ma si organizza una vera e propria festa durante la quale pregare per le anime dei loro cari, con altarini dove appaiono le loro foto accanto alle quali vengono offerti i loro cibi preferiti. La tradizione popolare, inoltre, prevede che imorti possano tornare in visita sulla Terra un giorno all’anno e, in quest’occasione, ricevono in dono fiori, cibi particolari, candele e incenso. E visto che è una “riunione”, si tratta di un’occasione di pace e serenità che dev’essere festeggiata. Anche per questo, quando la festa continua in cimitero, non mancano le bottiglie di birra per accompagnare i banchetti tra le lapidi. Un giorno da trascorrere in allegria e immersi nei colori.

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Chi sapeva non poteva parlare: arsenale in cimitero

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Probabilmente i defunti che riposano al cimitero di Pomigliano d’Arco in provincia di Napoli, sapevano che lì tra le tombe, le lapidi e i loculi c’era nascosto un vero e proprio arsenale, ma di sicuro non avrebbero parlato. Sono stati invece i carabinieri di zona a rinvenire un fucile a pompa calibro 12, pistola mitragliatrice calibro 45, pistola mitragliatrice calibro 7,62, pistola mitragliatrice calibro 9, tutte con matricola abrasa, e mille cartucce di vario calibro. Ora i militari stanno vedendo se le armi sono state usate in eventuali agguati di camorra.

Nutrie tra i banchi di scuola e tra le tombe… a Venezia pesano 15 Kg

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Arrivano a pesare anche 15 Kg le nutrie di Venezia che sono state catturate tra le tombe del cimitero dell’isola di San Michele e in alcune scuole. Sono stati in particolare i genitori di una scuola elementare, la “Valeri”, a dare l’allarme. Così il Corpo provinciale munito di gabbie è riuscito a catturare due esemplari e a bonificare l’area. Poi l’altro avvistamento è avvenuto tra le tombe del cimitero di San Michele, dove riposano anche  Igor Stravinskij ed Ezra Pound, Emilio Vedova e Sergej Djagilev, Helenio Herrera e Luigi Nono. Qui le nutrie banchettavano con i fiori. Altri esemplari sono stati visti nel centro storico della città, nei pressi di un’altra scuola e nei prossimi giorni si provvederà a bonificare la zona. L’assessore alla polizia provinciale Giuseppe Canali ha lanciato un invito alla popolazione a segnalare eventuali altre presenze del roditore. 

”I cittadini tuttavia devono anche sapere – ha assicurato Canali – che la nutria non è un animale aggressivo, è erbivoro e non attacca l’uomo se non per difendersi. Purtroppo la nutria è un animale che si riproduce velocemente, una femmina appena nata riesce già entro l’anno a procreare una nidiata di piccoli, e dunque le nutrie stanno invadendo anche l’ambito lagunare per la loro capacità di adattamento che rende sempre arduo il contenimento della specie. La nostra attenzione è totale come dimostra la tempestività d’intervento dei nostri agenti che colgo l’occasione per ringraziare nuovamente”.

Vedova fa sesso con l’amante nella cappella dove è sepolto il marito

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Non è una sceneggiatura di un B movie e non è neppure una piece teatrale. E’ stato un addetto del cimitero di Nola a scoprire i due amanti, impegnati in un appassionato rapporto, proprio accanto al loculo del marito di lei. La donna, una vedova di appena 37 anni, dopo aver perso il marito in un incidente stradale, incontrava il nuovo partner nella cappella di famiglia per non dare nell’occhio in paese. L’appuntamento di solito era di sera per cercare di evitare proprio gli sguardi indiscreti, soprattutto della famiglia di lui. L’amante infatti è un noto ristoratore della zona, sposato con figli, nonché datore di lavoro di lei.

Come riporta il sito Retenews24.it:

L’ultimo incontro, avvenuto nei giorni scorsi, è stato fatale. Il rapporto si è protratto più del previsto fino all’ora di chiusura del cimitero: il custode prima di sbarrare i cancelli ha effettuato il solito giro di controllo. Dall’interno di una cappella ha udito lamenti: credeva che qualcuno avesse avuto un malore; prima di chiamare l’ambulanza ha voluto dare uno sguardo. La scena che si è materializzata davanti a suoi occhi è stata quasi irreale: i due amanti erano nudi e avvinghiati al pavimento come due adolescenti innamorati.

Peccato che poco dopo la notizia viene annoverata come l’ennesima “bufala del web”…

Priebke ha rischiato di far la fine di Bin Laden?

priebke-avvocato-tuttacronacaSpara le ultime cartucce di quella che sembra una storia che ormai tutti vorrebbero vedere conclusa ma che l’avvocato dell’ex generale nazista Priebke tenta di mantenere alla ribalta ogni giorno. Appena ieri aveva detto che il luogo scelto per la sepoltura del boia delle Fosse Ardeatine sarebbe rimasto segreto, ma già ha fatto intendere che prima o poi il silenzio cadrà. “La Comunità ebraica voleva fargli fare la fine di Bin Laden, con le ceneri disperse in mare, per non creare un luogo di pellegrinaggio. Invece chi vorrà potrà rendere omaggio a una figura diventata simbolo di dignità, libertà e sopportazione umana”. Ha quindi aggiunto: “Non ci siamo fatti mettere i piedi in testa né dalle autorità, né dalla comunità ebraica. La famiglia di Priebke ha avuto quel che le spettava, il rispetto della salma che anche nei Paesi incivili è garantito, e il diritto alla pratica religiosa. Abbiamo ottenuto quel che volevamo. dopo una settimana di tentativi di prevaricazione”. E ancora: “Non dirò quando la salma lascerà Pratica di Mare né dove andrà perché sono vincolato dal segreto professionale. La famiglia e la prefettura mi hanno chiesto il massimo riserbo”. Da parte sua Riccardo Pacifici, presidente della Comunità ebraica romana, ad Aushwitz in occasione di un Viaggio della Memoria, commenta: “Non ci siamo mai opposti alla sepoltura di Erich Priebke, purché non avvenisse sul suolo italiano e non diventasse un luogo di pellegrinaggio. E non permetteremo che lo diventi”. E sottolineaz: “Giachini contraddice le sue dichiarazioni precedenti sul fatto di conservare il segreto a proposito del luogo della tomba”. Ma “Noi non staremo al suo gioco, lo sappia”. Per quel che riguarda il paragone con Bin Laden:  “non esiste. Le ceneri le abbiamo viste oggi qui ad Auschwitz e sono quelle di milioni di ebrei, tra cui un milione e mezzo di bambini, mandati a morire dall’ideologia del signor Priebke”. Ma di questi continui scambi di battute sembrano ormai essersi stancati i figli di Priebke, che in una lettera al Prefetto di Roma, Pecoraro, scrivono: “C’è stato un accanimento anche da parte della gente contro nostro padre: ora cali il silenzio”.

Il sindaco che si sente come Priebke: “sono un boia anch’io”

funerali-priebke-resana-tuttacronacaIeri sera a Resana, in provincia di Treviso, don Floriano Abrahamowicz, ha tenuto una messa “per il riposo dell’anima” dell’ex ufficiale delle SS. Era stato lo stesso sacerdote lefebvriano ad annunciare la celebrazione, che si è tenuta nella cappelletta che il religioso ha ricavato nella taverna della sua abitazione di via Nenni, ribattezzandola domus Marcel Lefebvre. Presente, assieme a una trentina di fedeli, anche Loris Mazzorato, sindaco del paese veneto. E proprio il primo cittadino ha affermato: “Priebke è stato il boia delle Fosse Ardeatine. Io sono il boia dei miei cittadini”. Sfoggiando una t-shirt con la scritta “Crimini di stato” e le immagini di Letta e Monti, Mazzorato ha spiegato: “Sono qui perché anch’io, come Priebke, sono costretto a obbedire a degli ordini, alle leggi sbagliate che lo Stato mi impone, pena denunce penali. In cassa ho 4 milioni congelati dal Patto di stabilità. Ma sono obbligato ad aumentare le tasse. Obbedendo a questi ordini anch’io mi macchierò di crimini, alla stregua di altri”. E riguardo il fatto che alle Fosse Ardeatine si sono contati 335 morti: “E io forse non finisco per favorire i suicidi? Aumentando le tasse lascio famiglie nella disperazione e giovani senza speranza”. La storia di Priebke, in tutto questo serve unicamente come pietra di paragone: “Io sono qui a rappresentare il mio Comune per difendere i miei cittadini, non per rendere onore a Priebke”, ha concluso il sindaco.

Fine della telenovela? Trovata una collocazione per la tomba di Priebke

tomba-priebke-tuttacronacaPaolo Giachini, legale dell’ex SS Erich Priebke ha spiegato che “La storia si è risolta”. Come per dire che si è “trovato un accordo con le autorità” sul destino della salma dell’ex capitano nazista, anche se non ha intenzione di rendere noto il luogo prescelto. L’avvocato ha poi ricordato che due erano le ipotesi, in Italia o in Germania, e tra queste “si è trovata una soluzione”, che lui definisce “soddisfacente”. Voci diverse giungono però dalla Germania, dove l’ambiasciata ha fatto sapere: “Per quanto ci riguarda finora, nella giornata di oggi, non abbiamo avuto nessuna telefonata da parte del legale della famiglia di Priebke e non è arrivata nessuna richiesta”. Giachini ha spiegato: “Noi volevamo una soluzione che riuscisse a risolvere le problematiche spirituali-religiose e che non fosse degradante per il ricordo di amici e parenti di Priebke”. E ancora: “Avevamo escluso la cremazione senza un rito religioso e dunque volevamo una sepoltura dignitosa”. Il boia delle Fosse Ardeatine “verrà sepolto in un posto che non rivelo perchè questo è un paese dove circolano non solo personaggi che vilipendono le salme con il pensiero e le parole, ma addirittura delinquenti che aggrediscono le salme”. Infine conclude: “La buona novella è che siamo soddisfatti perché abbiamo ottenuto il rispetto della salma e dei sentimenti dei parenti e degli amici”.

Shock: chirurgo mette il dito nella piaga? La salma di Priebke nella tomba di famiglia

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Shock nel Bresciano dove un cardiochirurgo di 52 anni si è detto disposto a «ospitare la salma di Priebke nella tomba di famiglia» nel cimitero della frazione di San Vitale nel Comune di Rovere. Lo riporta l’«Arena» spiegando che l’uomo, Alberto Negri, accoglierebbe la salma, «spese di tumulazione escluse». «Il cimitero è su una collinetta a San Vitale, lì sono già sepolte mia madre e mia nonna», spiega il medico al quotidiano.

«Il messaggio che voglio lanciare è semplice: bisogna perdonare – spiega – Ho deciso di ospitare la salma di Priebke perché vengo da una famiglia abituata a farsi carico delle sofferenze degli altri. Io sono medico da trent’anni e anche mio padre lo era. Priebke non si è pentito? Vero, ma non era obbligato a farlo. I rancori e le ingiustizie vanno sistemate in vita fra gli esseri umani. Dopo la morte, per chi è credente, si passa a una giustizia superiore che non è più di nostra competenza. Allora lasciamo fare a Lui senza accanirci su una salma. In fondo chi l’avesse ritenuto opportuno, avrebbe potuto fargliela pagare in vita e, magari, raccontarlo con orgoglio ai figli. Ma chi prende a calci un cadavere lo racconterà ai suoi figli?».

«La mia – continua – è una scelta di coscienza che nasce da un desiderio di riappacificazione. Credo che anche una persona in grave torto debba avere la dignità di una sepoltura. Non si può andare avanti così, tra calci, sputi e rifiuti: se nessuno fa niente non si farà mai niente, continuerà per sempre ad esserci la guerra tra ebrei e palestinesi».

Ma la madre e la nonna del chirurgo sono pronte a ospitare la “scomoda” salma?

Berlino su Priebke: “speriamo che i suoi resti trovino pace”

priebke-ss-tuttacronacaSi continua a parlare della salma di Erich Priebke e mentre ci si interroga su dove verrà portata il portavoce del ministero degli Esteri, Martin Schaefer, dichiara che Berlino “non è a conoscenza” di presunte richieste di un trasferimento. Il portavoce del cancelliere Angela Merkel, Steffen Seibert, da parte sua ha fatto notare che “il suo nome è legato a orrendi crimini, ma ora è morto e speriamo che i suoi resti trovino pace”.

Diffuso il videotestamento di Erich Priebke

videotestamento-priebke-tuttacronacaNonostante Giachini, legale di Priebke, dichiari che “Non è vero che Erich Priebke non si è pentito”, e aggiunga: “Priebke ha incontrato, in forma privata, i familiari di alcuni caduti delle Fosse Ardeatine”, nell’intervista-testamento dell’ex gerarca nazista, condannato all’ergastolo per l’eccidio del 1944, non lo si sente rinnegare il passato. Nel filmato, ora reso pubblico, l’SS giustifica la strage delle Fosse Ardeatine, quando vennero uccise 335 persone, spiegando che “Il Gap, i comunisti italiani, fecero l’attentato contro una compagnia della polizia tedesca, erano uomini dell’Alto Adige, dunque italiani. Sapevano che dopo l’attentato viene la rappresaglia”. Il fatto a cui si riferisce è l’attentato di via Rasella del 23 marzo 1944, quando a Roma i partigiani attaccarono un reparto delle truppe tedesche, provocando la morte di 33 soldati nazisti. Secondo quanto dice Priebke, gli artefici dell’aggressione sapevano perfettamente quali sarebbero state le conseguenze della loro azione. Precisa l’ex ufficiale: “Kesserling (un generale tedesco) aveva messo l’avviso che la rappresaglia seguiva gli attentati. Loro fecero ciò a proposito perché pensavano che la rappresaglia poteva provocare una rivoluzione della popolazione”. E ancora continua: “L’esecuzione fu terribile ma impossibile dire no”. E prosegue: “Schutz, l’organizzatore della rappresaglia, disse: ‘E’ un ordine di Hitler, chi non lo vuole fare è meglio si metta dalla parte delle vittime e verrà fucilato'”.

E’ giallo sulla salma di Priebke: ancora a Pratica di Mare?

bara-funerali-priebke-abano-laziale-tuttacronacaSe prima era giunta la notizia che la bara dell’ex ufficiale nazista Priebke era stata trasferita in un luogo segreto dall’aeroporto di Pratica di Mare, dove era stata trasportata dopo i tumulti in occasione dei funerali annullati ad Albano Laziale, ora arriva la smentita e il feretro si troverebbe ancora in un hangar. Paolo Giacchini, legale del boia delle Fosse Ardeatine, non ha mancato di lanciare un nuovo attacco, affermando che la salma “è stata sequestrata: i familiari intendono denunciare questo fatto, ma soprattutto vogliono sapere dove è e che venga loro restituita”. L’avvocato ha anche spiegato che il figlio di Priebke gli ha rinnovato il mandato chiedendogli di rivolgersi alle autorità per avere certezze sul feretro.

Destinazione ignota per la salma di Priebke: e i figli negano la cremazione

erich-priebke-tuttacronacaEra stata trasportata dalla polizia all’aeroporto militare di Pratica di Mare, la salma dell’ex generale nazista Erich Priebke dopo che i funerali ad Albano Laziale erano stati sospesi. Il furgone, all’uscita dall’istituto religioso dei lefbreviani, è stato fatto oggetto di una fitta sassaiola e preso a calci riportando danni al parabrezza. Al passaggio, secondo quanto si apprende, sarebbe anche stata lanciata una bomba carta. Ieri sera, però, il feretro è stato portato via per una destinazione ignota. Sulla vicenda della sepoltura dell’ex SS, fonti di governo riferiscono che “si sta lavorando a 360 gradi per dare soluzione al problema, in un contesto tecnico-giuridico estremamente complesso”. Nel frattempo la situazione sembra destinata a complicarsi, dopo che anche la Germania ha detto no alla sepoltura: ci sarebbero infatti anche i figli del boia delle Fosse Ardeatine a rallentare la soluzione. Dall’Argentina e da New York dove vivono, Jorge e Ingo sembra siano categorici su alcune condizioni dettate per il funerale e la sepoltura del loro genitore. La conferma arriva da Palazzo Chigi, da dove fanno sapere: “Sono scarsamente collaborativi”. Attraverso i canali diplomatici, fanno infatti sapere che escludono la cremazione. A spiegare meglio il loro punto di vista è Giachini, l’avvocato che continua ad assisterli nonostante la remissione del mandato avvenuta due giorni fa, “Quello che non accettano è di fare cremare il corpo del loro parente senza che venga celebrato prima il funerale. Perché il funerale non è mai stato fatto, l’ho bloccato io, in quanto quello che si voleva fare non era conforme con le disposizioni che mi erano state date”. Del resto lo stesso legale aveva rigettato la soluzione offertagli dal prefetto Pecoraro: cerimonia protetta e riservata, magari una benedizione della bara nella cappella del policlinico Gemelli dove il corpo era stato portato per la constatazione della morte. Ma “La famiglia mi ha chiesto che si faccia un regolare funerale”, aveva chiosato il legale. Insomma, continuano ad arrivare paletti con i figli che, pur avendo lasciato intendere di non voler farsi carico delle spese, non facilitano una soluzione.

Non lo vuole nessuno: la Germania dice no a Priebke

priebke-tuttacronacaSi trova a Pratica di Mare la salma di Priebke e ci s’inizia seriamente a interrogare su quanto a lungo continuerà tutta questa vicenda. Se questa mattina il sindaco di Roma Ignazio Marino, ad Agorà, aveva detto che  “Il Governo che ha seguito con molta attenzione questa vicenda ha in corso colloqui con il prefetto e non escludo contatti con l’ambasciatore di Germania in Italia”, ora questa pista sembra chiusa. Il primo cittadino aveva aggiunto: “Avevo detto sin dal primo momento no alle esequie solenni. Sono solidale con il sindaco di Albano che si è opposto. Esequie pubbliche o solenni in una Chiesa erano da evitare e mi sembra che la Chiesa stessa abbia sostenuto questa opinione”.  Poi ha spiegato: “Oggi è la giornata delle memoria di quanto avvenne 70 anni fa, una ferita nella storia della nostra città, il ricordo di quando la comunità ebraica fu colpita con una violenza inaudita. Più di mille persone avviate ai campi di sterminio. Qusta città deve ricordare quanto la violenza e l’odio dividono e quanto devono essere vietati questi temi in questi tempi”. E ancora: “da sindaco, posso dire che Roma non poteva accettare il funerale e la sepoltura di un uomo che partecipò all’eccidio delle Ardeatine sparando alla nuca alle persone. Roma non poteva accogliere un boia così”. L’ambasciata tedesca, però, ha smentito Marino e il ministero degli Esteri a Berlino conferma che non ci sono stati contatti ufficiali con Roma. In compenso, il portavoce del ministero degli Esteri Martin Schaefer ha dichiarato: “La cura dei morti tocca allo Stato dove una persona è morta”, “non c’è una responsabilità o un ruolo del governo federale tedesco in questa vicenda, contatti informali sì ma non dipende da noi trovare una soluzione”. Quindi la stessa patria che aveva dato non solo i natali ma anche una divisa al boia delle Fosse Ardeatine chiude le porte al suo cittadino. Nel frattempo il presidente della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici, assegna tutta la responsabilità di quanto accaduto ieri ad Albano al legale dell’ex generale SS, Paolo Giachini. “Quando sapremo tutto capiremo che qualcuno è stato ingannato da un millantatore che non ha garantito la tranquillità che aveva promesso”. Ha quindi sottolineato: “Ha gestito la salma come fosse cosa sua, era solo un tutore legale di Priebke il cui mandato è scaduto automaticamente con la morte”. Quanto al luogo di sepoltura del nazista Pacifici specifica: ”Dobbiamo smettere di nominare quel nome. Lui è il boia delle fosse Ardeatine e basta. Non ci interessa dove porteranno la salma, l’importante è che non ci sia alcun mausoleo o luogo di pellegrinaggio”.

La salma di Priebke trasportata in aeroporto: si riflette sul da farsi

funerali-priebke-tuttacronacaLa salma di Erich Priebke, dopo che i funerali erano stati annullati, ha lasciato la chiesa di San Pio X ad Albano Laziale (Roma), dove si sarebbero dovute svolgere le esequie, a bordo di un furgone blu giunto sul posto poco dopo la mezzanotte ed entrato da un accesso secondario. Ora, mentre la salma si trova all’aeroporto militare di Pratica di Mare, spiega Marino: “So che si sta riflettendo sulle decisioni da prendere e non escludo che ci siano contatti tra il nostro governo e quello tedesco”. Il Prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro ha confermato di essere “in contatto con Berlino” e di contare di “risolvere la situazione in giornata”. Il primo cittadino della Capitale, riferendosi alla possibilità di concedere la sepoltura a Roma, ha spiegato:”Non potevamo accettare. Priebke partecipò attivamente all’eccidio di 335 persone sparandogli alla nuca. La Capitale non poteva accettare di accogliere con delle esequie un boia così violento”. “Io non ho la patente per attribuire la responsabilità di quanto accaduto ieri ad Albano Laziale – ha poi aggiunto -, ma penso che il governo abbia fatto bene a decidere di trasportare la salma in un’area militare”. Nel frattempo, sono in corso accertamenti per verificare gli autori degli incidenti scoppiati davanti alla chiesa e dei momenti di tensione seguiti all’uscita del feretro.

Rissa ai funerali di Priebke: calci e sputi contro il feretro

funerali-priebke-tuttacronacaIl sindaco di Albano Laziale, Marini, aveva tentato di vietare i funerali dell’ex ufficiale SS Priebke, impedendo l’accesso al feretro nella cittadina con con un’ordinanza immediatamente esecutiva che ha schierato i vigili al confine comunale. E’ stato il prefetto di Roma a imporre che venissero fatti. E l’ira dei cittadini si è scatenata. I manifestanti hanno preso d’assalto il feretro e la polizia ha tentato di mantenere la situazione sotto controllo, non riuscendo ad evitare però che la vettura venisse colpita da calci e sputi.

Ma ad Albano sono arrivati anche i neonazi, che hanno accusato i primi di aver preso a calci il carro funebre con la bara. Ancora una volta le forze dell’ordine sono dovute intervenire tra i due gruppi che si sono fronteggiati davanti alla chiesa. Gli agenti in tenuta anti-sommossa, li hanno divisi. Sono volati insulti. I gruppi di destra facendo il saluto fascista hanno gridato “boia chi molla”. Polemiche sul prefetto: c’è chi chiede le sue dimissioni. Ancora alle 19.30 circa secondo alcune agenzie la cerimonia non sarebbe iniziata.

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Funerali ad Albano per Priebke: ma nessuno vuole la salma

funerali-priebke-tuttacronacaSono stati annunciati per le ore 17.30 di oggi i funerali dell’ex generale nazista Erich Priebke, che si terranno in forma privata all’istituto Pio X di Albano, dalla Confraternita dei padri Lefebvriani. Davanti all’edificio sono in corso delle proteste, con uno striscione che recita “Priebke boia”. E se in molti dicono “Lo portino alla discarica che è qui vicino”, tra la folla ci sono anche degli estremisti di destra: alcune persone sono venute alle mani. Albano laziale è città riconosciuta medaglia d’argento al valore della Resistenza e il suo sindaco, Nicola Marino, ha provato a fermare il transito del feretro con un’ordinanza ma il Prefetto ha rigettato l’ordinanza: può passare. “Albano è una città molto sensibile per tradizione storica in virtù della medaglia d’argento al valore della Resistenza. – Aveva detto il primo cittadino – Non potremmo permetterlo per rispetto dei caduti, di chi ha combattuto, e delle famiglie che hanno perso parenti nell’eccidio delle Fosse Ardeatine”. Resta però da risolvere il problema della sepoltura. Da Pomezia è arrivato un secco no dal sindaco Fabio Fucci “all’ipotesi paventata nelle scorse ore della tumulazione dell’ex generale nazista nel cimitero militare tedesco pometino”, si legge in una nota. “Sono meravigliato – dichiara il Primo Cittadino – dall’eco giornalistica che ha avuto la proposta del sig. Shindler che, a mio parere, non è meritevole di alcuna attenzione. Sono fermamente contrario all’ipotesi paventata che, ad oggi, non ha alcun fondamento di ufficialità. Ho già contattato il referente del cimitero militare tedesco per avere informazioni in merito e, da quello che mi risulta, una tumulazione a Pomezia non sarebbe tecnicamente realizzabile, dal momento che il cimitero tedesco ospita solo militari caduti in guerra. I crimini del regime nazista – conclude Fucci – sono un segno indelebile della nostra Storia, e chi li ha commessi deve essere giudicato e poi cancellato dalla memoria collettiva. Pomezia non accoglierà mai uno di loro”. Ma per il corpo del nazista non c’è posto neanche nel suo paese natale, Hennigsdord, cittadina pochi chilometri a nord di Berlino. L’amministrazione comunale ha fatto sapere all’agenzia Dpa che il regolamento cimiteriale prevede la sepoltura solo per i residenti, oppure in presenza di una tomba di famiglia.

In Italia però, alla vigilia del 70° anniversario del rastrellamento degli ebrei di Roma, il ministro per le Riforme Costituzionali Quagliarello, a Mix24 su Radio 24 ha detto: “Credo che il diritto cristiano a una sepoltura dignitosa vada preservata per tutti”. Quanto al divieto del Vaticano a celebrare funerali all’ex ufficiale SS, Quagliariello dice: “Ma questa è un problema di convenienza. La cosa importante è tenere la vita e la morte, fino a che possibile, fuori dalla vita polemiche pubbliche”.  Sveva Belviso, capogruppo capitolino Pdl, interpellata durante la trasmissione Agorà su Rai Tre, ha affermato: “Priebke ha diritto di essere sepolto a Roma, perché è morto a Roma ed era residente a Roma”, aggiungendo: “È una questione delicata e questo ha portato il sindaco Marino a prendere una posizione, anche condivisibile, e a dire ‘Roma non vuole che sia sepolto quì. Ma questa sarà un’altra delle cose su cui dovrà tornare indietro, perché un sindaco deve fare i conti con le norme”. In merito alla sepoltura dell’ex SS è intervenuto anche Massimo Cacciari, in un’intervista al Messaggero: È assurdo che il sindaco gli rifiuti una sepoltura”. E ancora: “È un dibattito macabro e perfino grottesco che si arrivi a discutere se seppellire o meno una persona”, afferma. “Siamo di fronte alla morte di un vecchio. Lo si seppellisca”, rimarca, spiegando che “qui non è in discussione il pentimento e tantomeno il perdono. Priebke è morto, che Dio ne abbia misericordia”.

Shock! Il figlio di Priebke: “seppellitelo in Israele”. Il Vicariato: esequie in casa

priebke-funerali-figlio-tuttacronacaOggi, 14 ottobre, il Vicariato di Roma ha diffuso una nota “in merito alla celebrazione dei funerali del signor Erich Priebke”. Si legge: “La richiesta è stata presentata al parroco non dai familiari del defunto, ma da una signora a nome dell’avvocato del signor Priebke, nella mattina di sabato 12 ottobre. L’autorità ecclesiastica, considerate tutte le circostanze del caso, ha ritenuto che la preghiera per il defunto e il suo affidamento alla misericordia di Dio – finalità proprie della celebrazione delle esequie religiose – dovessero avvenire in forma strettamente privata, cioè nella casa che ospitava le spoglie del defunto. Pertanto, nel rispetto della legge della chiesa, non è stata negata la preghiera per il defunto, ma è stata decisa una modalità diversa da quella abituale, riservata e discreta. La proposta è stata rifiutata dall’avvocato del signor Priebke. Pertanto, nel rispetto della normativa canonica, tutti i ministri cattolici, nella diocesi di Roma, si atterranno alle disposizioni stabilite”.

Nel frattempo, l’ANSA ha raggiunto telefonicamente il figlio di Priebke, Jorge, che da Bariloche provocatoriamente ha dichiarato: “Dove dovrebbe essere seppellito mio padre? Per me anche in Israele, così sono contenti…”. L’uomo ha detto: “Quasi tutto è un’ingiustizia. Perché quella gente non guarda quanto succede in Medio Oriente, Siria, Iran oppure quei poveracci a Lampedusa che muoiono nel Mediterraneo? Perché continuano invece a prendersela con uno dei tempi della guerra finita più di 60 anni fa? Che la smettano di ‘joder’ (rompere, ndr), sono dei risentiti, quelli rompono nel mondo fin da prima di Cristo”. Alla domanda su chi siano ‘quelli’, risponde: “Gli stessi di cui stiamo parlando. Ma ora basta – conclude – mi sono arrabbiato troppo. Meglio non parlare più”. Ma ha anche esposto la sua idea: che suo padre, ex generale SS, fosse una vittima. “Il processo contro mio padre è stata una falsificazione fatta dagli ebrei. L’ho visto quando sono stato a Roma. C’era molto rancore”. “Credo che quanto sia successo a mio padre sia dovuto al fatto che era l’unico ancora vivo tra quelli delle Fosse Ardeatine, l’unico che aveva raggiunto i cento anni”. E precisa: “ormai non ci sono più neanche i suoi vecchi amici”. Alle Ardeatine “non ebbe una responsabilità diretta. Agì per obbedienza dovuta nei confronti dei superiori. Può essere che abbia sparato due volte”. Nel sottolineare di “aver sempre saputo poco della guerra”, e di essersi “aggiornato solo di recente”, spiega che neanche il padre “parlava più di quei tempi”.  Alle Ardeatine “il capo era Kappler, poi c’erano Wolff, Hass e gli altri. Lui era nel gruppo, non so in quale ruolo. Non era certo il ‘numero tre’, forse il ‘numero dieci’ o giù di lì. Molti dicono che era il capo del carcere di Roma: neanche questo è vero, e non lo è neppure la storia che lui teneva in mano la lista” con i nomi dei prigionieri prima che entrassero nelle grotte. “In questi giorni – precisa – su internet stanno uscendo delle cose tremende, quasi mio padre fosse colpevole di tutto. Sul web scrivono tanti giovani, che non sanno niente sulla guerra, gli ebrei o il nazismo”. “Quello che leggo è falso. Non è per esempio vero che abbiamo vissuto nascosti con un altro nome. Qui a Bariloche mio padre ha avuto incarichi pubblici”, aggiunge, precisando che nel 1994, prima di essere ‘scoperto’ da una rete tv americana, Priebke aveva fatto “diversi viaggi, in Italia, Germania, Francia, Inghilterra e gli Stati Uniti”. “Mio fratello Ingo vive d’altra parte a New York, anche se va spesso in Germania. Ma noi – conclude – non ci vediamo da anni”. Jorge ha quindi precisato che non parteciperà ai funerali del padre. “L’ultima volta che ho sentito mio padre è stato una quindicina di giorni fa. Non era malato, stava bene”. E ancora: “Siamo molto tristi, anche se ora sto un po’ meglio. A chiamare eravamo sempre noi, lui non poteva fare telefonate internazionali. L’ultima volta che l’ho sentito abbiamo parlato un minuto, non di più, come facevamo sempre. Mi raccontava poco, che aveva qualche visita, che stava bene… Mi aveva detto ‘alla prossima’. Poi non ha più risposto, né ha voluto sapere niente di nessuno. Credo si sia lasciato andare”. Alla domanda se intenda partecipare ai funerali del padre, Jorge Priebke afferma: “A parte il fatto che ho dei problemi fisici, non abbiamo i soldi per il biglietto. In Argentina – precisa – prendo la pensione minima e ho una macchina vecchia di 35 anni”. “Quando c’è stata l’estradizione in Italia di mio padre, qui tutti si sono lavati le mani, come Ponzio Pilato”, afferma ancora, riferendosi alla reazione della comunità tedesca locale e della Germania nei confronti dei familiari di Priebke a Bariloche.

Il legale di Priebke se la prende con la Chiesa: negate le esequie

Erich-Priebke-tuttacronacaInizialmente Paolo Giachini, l’avvocato di Erich Prieblke, responsabile della strage delle Fosse Ardeatine e morto venerdì scorso all’età di 100 anni, aveva annunciato il funerale dell’ex SS per martedì, alla vigilia del 70° anniversario della deportazione degli ebrei di Roma. Ma le polemiche non si placano e nessuno vuole accogliere le esequie del boia che mai si è pentito: anche il Vicariato di Roma le ha rifiutate in forma privata. Ora il legale torna all’attacco e commenta: “Lo sdegno del popolo italiano, della gente vera, sincera, è profondo, anche nei confronti della Chiesa che sta dimostrando la sua viltà”. Giacchini ha sostenuto che “Una grossa fetta del popolo italiano è sconcertata che i diritti religiosi, sanciti nella nostra Costituzione e che una mente umana non diabolica riconosce, vogliano essere negati a una persona defunta”. E proseguito: “Nel rispetto della normativa canonica, tutti i ministri cattolici, nella diocesi di Roma, si atterranno alle disposizioni stabilite dall’Ordinario”. L’avvocato ha quindi aggiunto: “Il diritto canonico parla di peccatori manifesti, Priebke veniva regolarmente confessato, è stato assolto dal clero, lo accettavano in Chiesa fino a pochi mesi fa, adesso non possono tirarsi indietro. Dico solo che lo hanno voluto a Roma per giudicarlo e condannarlo e ora se ne vogliono liberare”. Resta il fatto che l’Italia non può e non deve dimenticare le terribili pagine della sua storia. Dal 19 al 21 ottobre tornerà infatti nella Capitale l’iniziativa ‘Roma ricorda: occupazione e deportazione, resistenza e liberazione’, il viaggio della memoria nei luoghi della Shoah che coinvolge studenti e insegnanti di 24 scuole superiori romane.

“Il Che peggio di Priebke”: la dichiarazione shock in Facebook

iannone-che-priebke-tuttacronacaSi fanno sempre più accesi i toni quando si parla del funerale dell’aguzzino nazista delle Fosse Ardeatine, Erich Priebke, morto due giorni fa all’età di 100 anni. Il Vicariato spiega che “Non è prevista nessuna celebrazione esequiale in una chiesa di Roma”. Ribatte  Giachini, legale dell’ex SS, “I Patti Lateranensi prevedono che ciascuno possa fare pratiche religiose laddove la sede lo consente. Per cui anche Priebke ne ha diritto. La chiesa è dei fedeli e Priebke era un fedele”. E aggiunge che “da 2mila anni non è mai stato cacciato nessuno da una chiesa e non mi risulta che si possa fare neppure legalmente”. Giachini spiega comunque che “sarà una cerimonia funebre privata, parteciperanno parenti e amici stretti. Non deve avere un tono che possa avere riscontri politici e di solennità. Per fissare con precisione il luogo dei funerali aspettiamo il certificato di morte affinché si possa traslare la salma”. In questo clima arriva un post su Facebook destinato a incendiare gli animi. A pubblicarlo il presidente di centrodestra della Provincia di Salerno, Antonio Iannone, che comunica la sua revisione della storia mettendo sullo stesso piano Che Guevara e l’aguzzino nazista delle Fosse Aredeatine Erich Priebke, morto qualche giorno fa all’età di 100 anni. Si legge nel post: “Ernesto Che Guevara è un macellaio peggiore di Priebke nei primi anni del regime di Fidel Castro a Cuba”. Come ricorda il Mattino: “Parametrati nazismo e rivoluzione comunista. Un ritorno a prima dello scorso aprile quando in occasione della celebrazione del 25 aprile, lo stesso Iannone aveva «revisionato» il suo predecessore Edmondo Cirielli, oggi parlamentare di Fdi, che aveva cancellato il ruolo dei partigiani e l’importanza della Resistenza nella nascita dell’Italia repubblicana. Al 25 aprile Iannone aveva invitato a guardare come «testimonianza di libertà per la pacificazione nazionale». Una svolta, sembrò, rispetto a Cirielli che aveva menato fendenti contro le «rappresentazioni idilliache e mitiche della Resistenza» e evocato il ricordo del «sacrificio dei giovani soldati degli eserciti alleati, in particolare del conteningente Usa, immolati sull’altare di un altra Patria per l’affermazione degli ideali di libertà e democrazia». Dei partigiani e della Resistenza nulla. E fu polemica. La stessa che certamente animerà oggi Iannone.”

Le Fosse Ardeatine non si dimenticano: no a celebrazioni per Priebke

fosse-ardeatine-tuttacronacaL’Italia non dimentica i suoi morti. Dopo che dall’Argentina è arrivato il rifiuto ad accogliere la salma di Erich Priebke, l’avvocato dell’ex generale nazista che si macchiò le mani nella strage delle Fosse Ardeatine, ha annunciato che i funerali si sarebbero svolti a Roma. Ma il questore della Capitale, Fulvio Della Rocca, d’intesa con il prefetto Giuseppe Pecoraro, ha precisato che sarà vietata qualsiasi forma di celebrazione in forma solenne. La Questura di Roma prenderà comunque tutte le misure di sicurezza adeguate nel caso di una celebrazione privata dei funerali in chiesa, che non sarebbe comunque vietata. Il presidente dell’Anpi di Roma, Francesco Polcaro, ha a sua volta preso la parola: “Ribadiamo che questi funerali non possono trasformarsi in una manifestazione di apologia del nazi-fascismo. Chiediamo alle autorità competenti di vigilare su questo punto e procedere, secondo le legge italiana qualora si manifestasse con simboli, gesti, slogan contrari alla nostra Costituzione”. I funerali si svolgeranno probabilmente martedì, giorno della vigilia del 70° anniversario della deportazione degli ebrei dal Ghetto di Roma, avvenuta il 16 ottobre 1943. In occasione del suo centesimo compleanno, l’ex ufficiale aveva rilasciato una lunga intervista testamento, nella quale non ha rinnegato il suo passato: “Ho scelto di essere me stesso”. Alla domanda se si sentisse ancora nazista, rispondeva: “La fedeltà al proprio passato è qualche cosa che ha a che fare con le nostre convinzioni. Si tratta del mio modo di vedere il mondo, i miei ideali, quello che per noi tedeschi fu la Weltanschauung ed ancora ha a che fare con il senso dell’amor proprio e dell’onore. La politica è un’altra questione. Il Nazionasocialismo è scomparso con la sconfitta e oggi non avrebbe comunque nessuna possibilità di tornare”. E ancora: “Nei campi le camere a gas non si sono mai trovate, salvo quella costruita a guerra finita dagli americani a Dachau”. Anche Riccardo Pacifici, presidente della Comunità ebraica di Roma, ha preso la parola: “Esistono delle certezze nella religione. Quelli delle Fosse Ardeatine sono degli angeli e si occuperanno di lui per l’eternità. Priebke farà i conti con loro nell’altro mondo”. E ha aggiunto: “E’ difficile provare emozione di fronte alla morte di un criminale -un soggetto che nell’arco della sua vita, e qui rimane l’amarezza, non ha mai mostrato nessun momento di cedimento e non ha mai confessato i suoi peccati di gioventù. Non si è mai pentito delle azioni criminali, non ha mai avuto pietà per le sue vittime e neanche per i loro familiari”. E conclude: “Io personalmente oggi non riesco né a ridere né a piangere”. MA anche il Vicariato ha presentato un no all’ipotesi di celebrare martedì nella Capitale i funerali dell’ex SS, Erich Priebke. “Non è prevista nessuna celebrazione esequiale in una chiesa di Roma”, si legge in una nota. Anche il sindaco della Città Eterna Marino è entrato nella questione spiegando che “Qualunque forma di funerali solenni” di Erich Priebke nella Capitale “sarà negata”. Il primo cittadino ha sottolineato che Roma “è una città antinazifascista che ha sofferto drammaticamente”. “Proprio nei giorni in cui si ricorda il 70esimo anniversario del rastrellamento del ghetto, Roma non può diventare luogo di manifestazioni a favore di chi ha inflitto tanta sofferenza alle persone che vivono in questa città”, ha aggiunto.

L’Argentina rifiuta le spoglie di Priebke: “offesa alla dignità dell’uomo”

erich-priebke-tuttacronacaE’ morto ieri, all’età di 100 anni, l’ex SS Erich Priebke. Il suo avvocato, Paolo Giachini, aveva riferito che l’ex capitano sarebbe stato sepolto accanto alla moglie, a Bariloche, ma ora Hector Timerman, ministro degli esteri dell’Argentina, “ha dato dato ordine di respingere ogni procedura che possa permettere l’ingresso nel paese del corpo del criminale Erich Priebke”. A renderlo noto il ministero, precisando che “gli argentini non accettano questo tipo di offese alla dignità dell’uomo”. Dello stesso pensiero dal Daia, organismo che riunisce le differenti associazioni della comunità ebrea argentina, secondo la quale che Erich Priebke “abbia scontato la sua condanna nella comodità del suo appartamento, invece di stare nella cella di una prigione” costituisce “una offesa ai familiari delle sue vittime e ai milioni sterminati dal sinistro regime nazista”. L’organizzazione ha quindi sottolineato, in un comunicato diffuso dopo l’arrivo della notizia della morte del nazista, che colui che si macchiò del sangue delle Fosse Ardeatine era “un criminale razzista che non ha mai espresso nessun pentimento per i cuoi crimini”. Nel testo si legge ancora: “Il fatto che Priebke sia vissuto impunemente durante decenni nel nostro paese, nella città di Bariloche, godendo della vita che aveva tolto a tanti civili innocenti, costituisce una offesa ai principi della Repubblica per i quali combattiamo gli argentini”. La nota termina quindi con un appello “alle forze vive del nostro Paese, perché riflettano e si esprimano al riguardo”.

Ribelli in casa Pd: “Indulto? Un errore, criminali di nuovo in strada”

indulto-ivorossi-tuttacronacaDopo la nomina di Flavio Zanonato a ministro dello Sviluppo Economico, il 28 aprile di quest’anno Ivo Rossi è diventato sindaco facente funzioni della città veneta di Padova. Un centro che da anni conosce e fa i conti con il problema dell’immigrazione, con aggressioni ad anziani in pieno centro, con i cimiteri dove visitatori vengono aggrediti e il Comune si è visto costretto a interrompere l’erogazione d’acqua perchè veniva utilizzata per lavare i panni o farsi una doccia, con gli agenti aggrediti da accattoni-falsi invalidi che lanciano le loro stampelle. In questo contesto il sindaco Rossi si è trovato a rispondere alle domande postegli da Il Gazzettino. Lui, uomo del Pd, non è d’accordo con l’indulto. I relativamente pochi episodi di violenza che si sono verificati nella sua città “hanno incrinato la fiducia dei cittadini, la loro sensibilità, e l’insicurezza anche se solo ‘percepita’ alla fine ha gli stessi effetti di quella reale”. Quindi cosa bidognerebbe fare? “Non bisogna smettere di fare quello che stiamo facendo, vigilare, controllare, presidiare il territorio, investigare. La sicurezza pubblica non è esattamente affare mio, ma coinvolge tutta la città, e questa sì mi deve stare a cuore. E in questi giorni c’è una preoccupazione in più…”. Che sarebbe? “Tanta fatica per fermare i responsabili, e poi, tra un po’, ce li vedremo tornare tutti liberi. Vede, da cittadino so benissimo che le condizioni di vita nei nostri carceri sono disumane, non degne di un Paese civile. Eppure, da amministratore, so anche che gli indulti rimettono sulla strada criminali, soprattutto spacciatori, che non sanno fare altro che tornare a delinquere. E non va bene, nè ovviamente per la sicurezza nè tantomeno per il ‘morale’ delle forze dell’ordine: pensi lei come ci si potrebbe sentire se tutti i nostri sforzi risultassero inutili, e gli ex arrestati ci facessero ‘ciao’ per strada…”. Il primo cittadino mira quindi a un “maggiore coordinamento tra tutte le forze in campo” al fine di  “creare una polizia ‘di prossimità’, sempre più presente nel territorio”. Ma il problema, per quanti sforzi si possano fare, è che “gli strumenti normativi a disposizione sono scarsi. Ad esempio, gli accattoni che si vedono continuamente in giro sono praticamente tutti “regolari”, grazie alle sanatorie del passato: possiamo sanzionarli, ma basta. E nonostante ogni nostra azione ‘scoraggiante’, continuano ad arrivare anche nomadi, a volte solo in transito, certe altre con intenzioni più ‘stanziali'”.

Ruba per fame al cimitero, viene graziata

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Ha rubato dal portafoglio di un un’anziana al cimitero dell’Arcella, in provincia di Padova, ma è stata perdonata. La protagonista è una madre di famiglia con gravi problemi economici. Tutto si è svolto nel giro di pochi istanti, mentre l’anziana stava mettendo in ordine la tomba di un congiunto e improvvisamente ha notato che la borsa poggiata qualche metro più in là era stata frugata da una donna. L’anziana ha reagito subito e ha bloccato la “ladra” che è scoppiata in lacrime: «Mi dispiace, ma sono disperata. Non ho nemmeno i soldi per fare la spesa e a casa ho due figli che mi aspettano – ha scandito la donna con la voce rotta dal pianto – . Ho veramente toccato il fondo e pur di dar da mangiare ai miei figli sono costretta a fare anche questo, mi vergogno profondamente». La donna ha restituito il portafogli all’anziana che ha deciso di non denunciarla. I custodi che sono intervenuti avendo sentito le voci hanno comunque riferito l’accaduto al settore Servizi Cimiteriali:

«Questo episodio – spiega l’assessore competente Silvia Clai – dimostra quanta umanità ci sia tra chi frequenta i nostri cimiteri. Proprio per questo, abbiamo il dovere di tutelare queste persone dai balordi che sempre più spesso approfittano di questa gente per rubare e, nei casi più gravi, compiere vere e proprie aggressioni». «Come rappresentante dell’amministrazione sento il dovere morale di tutelare chi frequenta i nostri camposanti – aggiunge l’esponente dell’Italia dei valori – in questo senso vanno iniziative come quella dei vigilantes durante gli orari notturni, il restringimento dell’orario di apertura del cimitero dell’Arcella e, perché no, anche la chiusura delle fontanelle al camposanto di Granze di Camin».

 

Dal cimitero all’ospedale: anziana aggredita mentre prega sulla tomba della figlia

Antonia Milani, 79 anni,aggredita-tuttacronaca

Antonia Milani, 79 anni, di Padova, da circa 30 anni va al cimitero tutte le mattine a dire una preghiera sulla tomba della figlia prima di iniziare la giornata.

«…Che sorprese riserva la vita, chi poteva immaginare un colpo del genere…». afferma l’anziana stesa su una barella all’ospedale con la testa fasciata:  «Stavo dicendo una preghiera sulla tomba di mia figlia quando ho sentito una bastonata in testa, ma non so dire se davvero fosse un bastone o cos’altro. Sta di fatto che ho sentito un colpo pazzesco – racconta, Antonia – e mi sono ritrovata a terra. Mi hanno aiutata la fioraria del cimitero e Gianni, il proprietario delle pompe funebri che proprio in quel momento stava entrando in camposanto per un funerale. Sono stati loro a chiamare i soccorsi». Antonia Milani ha un sospetto. «Ho visto in faccia due giovani entrare in cimitero, ma non so dire se sono stati loro perché sono stata assalita alle spalle, quindi quei due per aggredirmi avrebbero dovuto fare il giro da dietro. Tutt’intorno non c’era nessun altro: non so se sono stata una vittima predestinata o casuale».

Il Comune stacca l’acqua in cimitero: fontanelle usate per lavare i panni

nomadi-cimitero-tuttacronacaIl comune di Padova chiude le fontanelle al cimitero di Granze di Camin, a ridosso della zona industriale della città veneta. Motivo: allontanare i nomadi. Perchè le segnalazioni al settore Cimiteri si sono moltiplicate negli ultimi mesi: soprattutto nel tardo pomeriggio, quando non c’è il guardiano, il rubinetto nel camposanto non offre più l’acqua ad anziane signore che cambiano i fiori nelle tombe ma viene assaltato da camionisti che sostano in prossimità del cimiter in attesa di scaricare ad Interporto e da intere famiglie di nomadi, accampate nelle vicinanze. L’acqua, ora staccata, veniva utilizzata per farsi la doccia oppure per lavare i panni, con la fontanella utilizzata come lavatoio.

Lampedusa: 35enne tunisino indagato ma non fermato. E’ uno degli scafisti?

lampedusa-tuttacronacaPotrebbero esserci ancora circa duecento cadaveri in mare, a Lampedusa. Corpi che, come racconta chi è sceso sott’acqua, sono “abbracciati” tra loro. Chi si trovava nella pancia dell’imbarcazione erano i più poveri, quelli in grado di pagare meno al capo degli scafisti, che si faceva chiamare “The Doctor”. Nel frattempo un 35enne tunisino, sospettato di essere uno degli scafisti, è indagato ma non fermato. Identificato e bloccato al suo arrivo sull’isola e sentito dalla polizia, davanti al procuratore aggiunto Ignazio Fonzo, assistito da un avvocato d’ufficio, e con la collaborazione di un interprete arabo, è stato interrogato venerdì: ha deciso non avvalersi della facoltà di non rispondere, e di dare invece la sua versione dei fatti. Ora bisognerà attendere anche le testimonianze di chi a quel tragico naufragio è sopravvissuto, per capire se davvero sia tra i colpevoli. Nel frattempo l’enorme bara di metallo giace a 47 metri di profondità in mare a un miglio e mezzo di distanza da Cala Croce, dagli scogli di Lampedusa. Al momento le ricerche subacquee restano ferme, a causa delle avverse condizioni del mare, mentre  la Guardia di finanza e  la Guardia costiera continuano a controllare lo specchio di mare attorno al punto in cui è avvenuto il naufragio con gli elicotteri.

Quei migranti che perdono la vita in mare e, al cimitero, diventano numeri

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Si attende il maltempo si plachi per ricominciare le ricerche e intanto l’imbarcazione attende sul fondo del mare, nel silenzio della morte. La tragedia che si è consumata ieri sulla riva di Lampedusa porta con sè tanti interrogativi. Come trovare una sistemazione per tutti i migranti? Ma anche, come dare riposo alle vittime? Nel naufragio del barcone, che un video dei Vigili del Fuoco mostra adagiato sul fondo, hanno perso la vita almeno 111 migranti. Troppi anche per il cimitero di Lampedusa. Dove le tombe non hanno nomi, ma numeri. Perchè spesso chi tenta di raggiungere i nostri lidi non ha documenti nè qualcuno che lo possa riconoscere…

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Vietato piangere ai funerali! Lo dice il vescovo

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Inclini alle lacrime? Scoppiate a piangere durante una cerimonia funebre? Da oggi non è più possibile. A Ramera, nel Trevigiano, è arrivato il vademecum firmato dal vescovo che impone come comportarsi ai funerali e tra i punti, come riporta la Tribuna di Treviso, ne compare uno che afferma: “L’aspetto emozionale non deve prevalere sull’impegno di una partecipazione assembleare che si sforza, anche in questa circostanza, di esprimere la propria fede nel Cristo risorto, vincitore della morte”. Come dire: non si versa neanche una lacrima per chi ci lascia. Le polemiche sono scattate immediatamente per questo divieto di emozionarsi. Continuando a leggere, si scopre poi che il vescovo vieta anche i discorsi commemorativi da parte di parenti e conoscenti durante la cerimonia e l’ingresso in chiesa dei fiori destinati al cimitero.

Morti spariti e loculi venduti… non c’è pace!

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A Napoli morire è difficile soprattutto per la scarsità di loculi disponibili messi a disposizione delle famiglie che non hanno una tomba di proprietà. Ed ecco che immediatamente le Iene, vengono a conoscenza che alcuni impiegati dei cimiteri napoletani un posto lo trovano sempre. Da quanto riportato dl servizio condotto da Giulio Golia, i privati cittadini venderebbero il loculo in cui è defunto il proprio parente e poi quello stesso loculo sarebbe rivenduto a chi in quel momento ha bisogno di sistemare il proprio caro. Una sorta di intermediazione. Il problema è che la proprietà dei loculi non è privata ma è del Comune, che fa una concessione (a Napoli la concessione arriva anche a 99 anni un tempo davvero illimitato) alla famiglia che lo acquista per tenere i resti del proprio parente. Ma se queste compravendite sono illegali, ancor più illegale è che, secondo quanto riportato nel servizio, ci sono molte tombe che se non vengono curate possono essere “liberate” e “rioccupate” da nuovi morti. Un vero commercio cimiteriale completamente illegale che però dà i suoi frutti: un loculo può costare fino a 7,500 euro, mentre normalmente non dovrebbe costare più di 2500 al massimo 3000.

Il Cda dell’Ilva si dimette e sono a rischio 24 mila posti

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Per protesta contro il provvedimento di sequestro dell’azienda emesso dal Gip di Taranto il cda dell’Ilva si è dimesso. Ora i legali sono a lavoro per impugnare l’atto del giudice e chiariscono che con i sequestri disposti ora “sono a rischio 24mila posti di lavoro diretti, 40mila con l’indotto. Si sta mettendo in pericolo tutto”.

Le dimissioni dei consiglieri Bruno Ferrante, Enrico Bondi e Giuseppe De Iure – comunica l’azienda in una nota – avranno effetto dalla data dell’assemblea dei soci, che il Consiglio ha convocato per il 5 giugno alle 9. Il comunicato sottolinea che l’ordinanza dell’autorità giudiziaria “ha effetti oggettivamente negativi per l’Ilva, i cui beni sono strettamente indispensabili all’attività industriale”.

E’ un braccio di ferro tra istituzioni? L’Ilva è “allergica” alle regole? Qualsiasi sia la verità, che non sempre emerge nelle vicende che riguardano l’azienda di Taranto, l’unico scotto è sempre e solo nei lavoratori. Dovranno essere ancora una volta loro a dover pagare una politica industriale sconsiderata e una tolleranza zero da parte della magistratura? Non vi sono certezze, ma solo minacce di altri lavoratori che rischiano il posto per “i giochi che si sono scelti di attuare ai vertici”.

 

L’America che rifiuta il ceceno anche da morto!

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Quando il terrore e la paura superano una certa soglia mentale… la follia dilaga. Quando ai cittadini americani vengono minate le loro radici, quando viene stuprata la loro terra e quando si sentono impotenti di fronte a un attentato, tutto può far discutere… tutto diventa polemica. Il corpo del ceceno Tamerlan Tsarnaev non trova sepoltura. I cimiteri hanno paura di “perdere clienti”… chi vorrà essere seppellito nello stesso cimitero di un attentatore della patria? Di un assassino che ha trasformato la festa in tragedia, un evento sportivo in un dramma seguito a ogni latitudine della terra? Tamerlan Tsarnaev viene quindi rifiutato anche da morto. Peter Stefan, direttore della Worcester Funeral Home, è, invece, convinto che chiunque abbia diritto a un “funerale dignitoso” indipendentemente dalla circostanze della sua morte. Una convinzione affatto scalfita dalle proteste di un gruppo di persone che si e’ radunato ieri fuori dagli uffici della sua impresa funebre. E nemmeno dalle difficoltà sin qui incontrate a trovare un cimitero che volesse accogliere il cadavere di Tamerlan. “Molte persone non lo vogliono. Dicono di non voler essere coinvolti nella faccenda”. L’America è fragile.  Gli Usa del nuovo millennio non sono più all’insegna degli “Happy Days” o dell’ “American Dream”.

La sindrome da 11 settembre fra quante generazioni passerà?

 

Ritrovato un orecchio umano tra le tombe di un cimitero!

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Un cimitero non è certo un luogo allegro, ma la tranquilla cittadina della contea del Buckinghamshire è stata sconvolta dal macabro ritrovamento di un orecchio tra le tombe. A fare la scoperta il cane di un 21enne del luogo,  Ben Jackson-Smith, che durante la passeggiata quotidiana ha ritrovato il sacchetto vicino una lapide. Il ragazzo aprendolo ha trovato l’orecchio. La polizia, chiamata dal padrone del cane, ha inviato l’orecchio ad un patologo per farlo analizzare. Molto probabile che l’orecchio sia stato reciso di recente, così il giallo si infittisce. Che mistero cela?

 

Il Salva Ilva è costituzionale… Taranto può morire, ma non in pace.

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E’ stata una lunga camera di consiglio quella che oggi si è svolta alla Corte costituzionale e che alla fine, come era prevedibile, ha respinto il ricorso dei giudici di Taranto. Il Salva Ilva è costituzionale e quindi la produzione di acciaio può continuare. Nel dettaglio la Corte ha dichiarato alcune parti inammissibili e le altre infondate danno così il via libera al decreto. Il materiale dovrà essere dissequestrato e potrà essere venduto. Il settore manifatturiero è salvo, gli abitanti di Taranto invece non possono neppure seppellire i morti. Come spiegano gli attivisti che oggi hanno preso parte al sit in davanti a Montecitorio a Taranto non si può morire “perché il terreno dove si trova il cimitero è inquinato. E non si possono muovere quei terreni imbrattati da minerali di ferro.”  Il diritto alla salute viene dopo il business… il lavoro è un diritto che a Taranto si paga con la vita.

  

Benvenuta “immortalità!”

shenyang - cemetery -tuttacronaca

Tombe elettroniche nel cimitero di Shenyang, capoluogo della provincia nord orientale cinese del Liaoning. Su richiesta dei parenti dei defunti le tombe saranno dotate di un codice Qr, i codici a barre nei quali sono raccolte diverse informazioni. L’idea e’ di fornire, grazie alla tecnologia, informazioni sul defunto e sulla sua vita con collegamento ad una pagina web. Chiunque abbia un cellulare di ultima generazione avvicinandosi alla tomba di un defunto potra’ cosi’ conoscerlo.

MIRACOLOOO! Appare la Madonna in memoria del terremoto del 1971.

madonna nella tuscia - tuttacronaca

Il Papa si dimette, la Madonna appare! Si grida al miracolo nella Tuscia, dove sono molti pronti a giurare che sia apparsa la Madonna. Parlano di averla vista di profilo, con il bambino in braccio, alcuni sono pronti ad affermare che si trovava in una posizione diversa, ma sempre nello stesso punto. L’immagine della Madonna si sarebbe materializzata sulla vetrata di una cappella privata nel cimitero di Tuscania, in provincia di Viterbo. E come prova c’è una foto che ora è nelle mani della polizia locale. La notizia in paese non è nuova: sono infatti già diverse le persone, alcune anche più di una volta, che giurano di aver visto chiaramente i contorni della Vergine riflessi sul vetro. Adesso però la storia ha fatto il giro della provincia e sul posto si stanno radunando nelle ultime ore sempre più fedeli e curiosi. Perfino la Digos è intervenuta, a dimostrazione che l’evento – la cui veridicità è naturalmente ancora tutta da dimostrare – viene preso molto sul serio.

Da parte della Chiesa c’è grande prudenza ma il sindaco, che quello scatto l’ha visto, un pò si sbilancia. «Nella foto – dice il primo cittadino Massimo Natali – i contorni della Madonna con il bambino in braccio sono molto nitidi e ben visibili. Ora è al vaglio della polizia locale». Quando però è andato al cimitero, davanti a quella vetrata, erano svaniti. «Purtroppo, al momento in cui sono arrivato io l’immagine della Madonna non c’era più». In paese due parroci si sono espressi sulla vicenda, sempre con la massima cautela. Il sindaco si è anche confrontato con uno di loro, don Pino Vittorangeli. «Mi ha detto che su queste cose – continua Natali – occorre fare molta attenzione, anche per una questione di ordine pubblico. E poi perchè la Chiesa non ci guadagna se alla fine si dovesse risolvere tutto in una bolla di sapone». L’altro, don Pino Scarito, invece sembra chiudere la porta alla possibilità di un miracolo. «Non sono andato a verificare – spiega – e neanche ho intenzione di andarci, anche per non dare troppo peso a questa storia». I cittadini di Tuscania, invece, ci credono. Tanto che sono convinti che l’apparizione sia almeno la quarta. Alcuni azzardano che questa sia legata a una ricorrenza molto triste per il paese: il terremoto del 1971, che lo distrusse, in cui perse la vita anche una bambina. Fatto sta che tra scettici, credenti e curiosi adesso il cimitero locale è diventato una sorta di meta di pellegrinaggio.

Come ti fertilizzo un albero da morto: in Giappone ci sono i cimiteri-foresta!

Sta prendendo piede in Giappone una nuova idea di sepoltura che risolve anche i problemi di spazio. Si pianta un albero al posto della lapide e lo si fertilizza con le ceneri del defunto, chiaro simbolo della dualità vita/morte. Anche un designer spagnolo, Martin Azua, aveva sviluppato un’idea simile: aveva creato un’urna biologica in cui inserire le ceneri del defunto e da piantare poi a terra per vedere spuntare, in breve tempo, una nuova pianta!

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Sperano nella sua resurrezione e trafugano salma del padre. Accade a Detroit

Arrestati due fratelli che non accettavano la perdita del genitore. Pco prima era mancata la madre.

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