Gelato tarocco: prodotto in Grecia e spacciato per toscano

gelato-tarocco-tuttacronacaAppena ieri si era parlato dell'”olio tarocco” venduto a Londra da Harrods, che veniva spacciato per estravergine d’oliva toscano. Oggi a venir spacciato per toscano è il gelato. Sono state le fiamme gialle, in collaborazione con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, a sequestrare quarantamila gelati, in 2.200 confezioni, arrivati al porto di Ancona trasportati da un autoarticolato con targa bulgara sbarcato da una motonave proveniente dalla Grecia e condotto da un greco. A richiamare l’attenzione della Guardia di Finanza la dicitura riportata sulle confezioni, «La Verra gelateria toscana»: un errore ortografico che non è passato inosservato e che ha permesso di scoprire che i gelati erano stati prodotti interamente in Grecia. Un caso di ricorso all'”italian sounding”, insomma, per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con quelli italiani. Una volta immessi sul mercato, i gelati, destinati a un’azienda toscana amministrata da un italiano, avrebbero consentito un illecito guadagno di oltre 50mila euro. Segnalato alla locale autorità giudiziaria il responsabile dell’illecita importazione che dovrà rispondere dell’accusa di introduzione nel territorio di articoli merceologici con segni mendaci.

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Appalti per Palazzo Chigi: arresti domiciliari per due

Gdf-tuttacronacaGli uomini del nucleo della Polizia tributaria della Guardia di Finanza e i carabinieri del Ros hanno arrestato l’uomo d’affari Luigi Bisignani e il generale dei carabinieri Antonio Ragusa. I due, ora ai domiciliari, sono indagati nell’ambito di un’inchiesta della procura di Roma su presunte irregolarità legate all’affidamento di appalti per Palazzo Chigi. Per quel che rigarda le accuse, per Bisignani si tratta di frode fiscale, mentre a Ragusa sono contestati la corruzione e la turbativa d’asta. Ragusa, nel 2010, era capo del Dipartimento della Risorse strumentali.

Balliamo… nello spazio? All’Asi anche un ballerino come consulente

asi-sede-tuttacronacaMentre l’ombra delle tangenti oscura l’immagine dell’Agenzia Spaziale Italiana, Asi, il cui presidente Enrico Saggese è indagato per reati che vanno dalla corruzione, alla concussione, fino alla truffa, emergono nuovi dettagli. Tra i consulenti dell’Agenzia ci sarebbe anche un ballerino di tango, Mario Giacomo Sette, che è il fratello di Francesca. Quest’ultima, spiega il Corriere della Sera, è il fidatissimo braccio destro proprio di Saggese. Cosa ci faccia un ballerino nel regno di ingegneri e, al massimo, qualche manager, lo spiega Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera:

 

Tra i dipendenti dell’Asi c’è Francesca Sette, «distaccata» da Finmeccanica e diventata il braccio destro di Saggese. Proprio grazie a questo rapporto di fiducia, suo fratello Mario Giacomo — il ballerino — è stato scelto come consulente e poi sistemato a Cira, il Centro italiano di ricerche aerospaziali, mentre la società Get It Communication di proprietà dei suoi genitori, Vittorio Sette e Elena Oteri, è diventata il centro nevralgico dell’Agenzia. E infatti, nel capo di imputazione che li coinvolge tutti, sono accusati di aver «compiuto atti contrari ai doveri d’ufficio consistenti tra l’altro nel concorrere nella scelta della società Sistina Travel per l’affidamento di servizi di viaggi e trasferte per conto dell’Asi e ottenere dal rappresentante legale della Sistina Travel il pagamento di fatture inesistenti emesse dalla Get It».

Indagato il presidente: l’ombra delle tangenti incombe sull’Agenzia Spaziale

agenzia-spaziale-italiana-tuttacronacaLa procura di Roma ha aperto un’inchiesta su presunte tangenti sugli appalti e anche l’Asi, l’Agenzia Spaziale Italiana, è finita nel mirino degli inquirenti. A Roma e in altre città italiane sono state eseguite perquisizioni in uffici sia dell’Agenzia che di società fornitrici mentre sono sette le persone indagate, tra le quali il presidente dell’Asi Enrico Saggese.   Nel corso delle perquisizioni, eseguite dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza e dai carabinieri del nucleo investigativo di Roma, negli uffici e abitazioni degli indagati sono stati acquisiti documenti sui rapporti contrattuali dell’Asi con alcune società. L’inchiesta ha preso le mosse dalla denuncia di un dirigente dell’Asi vittima di un tentativo di concussione.

Angiola Armellini, la signora delle 1243 case: “Non sono ricca”

angiola_armellini-tuttacronacaE’ stata ribattezzata “la signora delle 1243 case” Angiola Armellini, erede dell’impero immobiliare creato dal padre Renato negli anni Sessanta. La donna, accusata di evasione fiscale per circa 2 miliardi di euro, intervistata da Repubblica si difende:  “Non posso aver nascosto al fisco un patrimonio di 2 miliardi di euro, perché non ho simili ricchezze. È la Guardia di Finanza ad affermare che possiedo un patrimonio di circa 200 milioni di euro”. E spiega: “Sono titolare di quote in società immobiliari, che espongono in bilancio il patrimonio. Gli immobili non possono essere fantasmi. Le mie società hanno circa 1.200 appartamenti a Ostia, tre alberghi e qualche palazzo che ospita uffici”. E prosegue: “Secondo la Finanza ogni anno, per dieci anni, avrei dovuto indicare il mio patrimonio nella mia dichiarazione, perché le holding sono in Lussemburgo: quindi 200 milioni per dieci anni fa 2 miliardi”. Sulla scelta di mettere la residenza all’estero sostiene la motivazione della sicurezza: “Non è vero che ho fissato la mia residenza all’estero per motivi fiscali, ma per motivi di sicurezza, avendo subito personalmente un tentativo di sequestro e mio padre un sequestro durato nove mesi. Alla fine ho dovuto scegliere e sono tornata definitivamente”. 

Maxi sequestro da 270 mln a un imprenditore accusato di truffa

Guardia-di-Finanza-tuttacronacaI finanzieri hanno posto sotto sequestro, a Roma, il patrimonio di un imprenditore accusato di appropriazione indebita, truffa in danno di enti pubblici, bancarotta fraudolenta e riciclaggio-reimpiego di capitali illeciti. L’uomo è indiziato di aver organizzato “un sodalizio criminale dedito all’appropriazione indebita, alla truffa in danno di enti pubblici, alla bancarotta fraudolenta, al riciclaggio/reimpiego di capitali illeciti, al trasferimento fraudolento di valori ed alla perpetrazione di reati tributari”. Tra i beni sequestrati società, conti correnti, centinaia tra fabbricati e terreni, 32 motoveicoli e 2 yacht di oltre 20 metri. Il tutto per circa 270 milioni di euro. L’ingente patrimonio da 270 milioni di euro è riconducibile a un noto imprenditore, emigrato formalmente in Spagna. Le indagini sono svolte dal nucleo di polizia tributaria di Roma, sotto il coordinamento della locale Procura della Repubblica.

La difesa di Briatore: “Non sono un evasore, pensavo di essere in regola”

Flavio-Briatore-tuttacronacaFlavio Briatore è indagato per reati fiscali legati al noleggio dello yacht Force Blue ma l’imprenditore, nel corso dell’interrogatorio davanti al gup Nadia Magrini, si è difeso affermando: “Non sono un evasore, pensavo di essere in regola. Se la guardia di finanza mi avesse detto che dovevo pagare lo avrei fatto senza problemi”. A Briatore i sostituti procuratori Walter Cotugno e Patrizia Petruzziello contestano di aver ‘simulato’ il noleggio del Force Blue per godere di tariffe agevolate in particolare sul carburante, quando lo yacht era invece solo nella sua disponibilità. L’imprenditore ha ripercorso la sua scalata nel mondo del lavoro,  parlando di tutti i suoi affari dalla Formula Uno al Billionaire fino all’uso dello yacht. “Ho usato il mio nome per fare pubblicità all’imbarcazione, che ha sempre e solo fatto attività di noleggio. Ho messo i soldi per ristrutturarlo, come ho fatto anche in altre mie attività imprenditoriali”.

Quando i cittadini fanno di tutto per “fregare” lo Stato

truffe-tuttacronacaLe casse dello Stato, come afferma la guardia di Finanza nel bilancio dell’attività del 2013, hanno dovuto fare a meno di 5 miliardi di euro a causa sia degli sprechi nella pubblica amministrazione che di truffe ai finanziamenti nazionali e comunitari. Per questo,oltre 19 mila i soggetti segnalati all’autorità competente. Nel corso di 12 mesi, le Fiamme Gialle hanno individuato 3.435 ‘falsi poveri’ che hanno irregolarmente ottenuto i benefici delle prestazioni sociali agevolate a sostegno dei meno abbienti mentre si sono accertate frodi previdenziali ed assistenziali per 82 milioni di euro, nella maggior parte relative ad erogazioni a sostegno dell’invalidità (389 casi), del lavoro agricolo (4.210 casi) ed ‘assegni sociali’ (445 casi). Nello stesso arco di tempo, i finanzieri hanno eseguito oltre 25 mila interventi per arginare gli sprechi e bloccare le frodi, concentrandosi in particolare su quei reati specifici di amministratori, funzionari e impiegati pubblici: corruzione, concussione, peculato, abuso d’ufficio. In questo modo, quello che è venuto alla luce è che ci sono stati danni erariali e sprechi per 3,5 miliardi, un terzo dei quali riferibili al solo settore della sanità pubblica, e truffe ai finanziamenti pubblici nazionali ed europei, attraverso indebite percezioni o richieste, per 1,4 miliardi. A carico dei responsabili sono stati disposti sequestri di beni mobili, immobili, valuta e conti correnti per 309 milioni. Per quel che riguarda le truffe al Servizio sanitario nazionale, invece, 1.173 persone sono state denunciate e ammontano a 23 milioni i danni. Per concludere, 1.704 sono le persone segnalate tra dipendenti pubblici e committenti per casi di incompatibilità e doppio lavoro, con conseguente contestazione di sanzioni amministrative per oltre 21 milioni di euro.

Che fine fanno i fondi europei che arrivano al ministero dell’Agricoltura?

de-girolamo-tuttacronacaE’ al lavoro la Guardia di Finanza di Roma, che qualche giorno fa ha acquisito documenti, fatture, mandati di pagamento, verbali di gare d’appalto ha bussato alle porte del ministero dell’Agricoltura e dell’Agea, la società controllata al 51 per cento, che ha il compito di erogare proprio i fondi. L’agenzia, cioè, dove la De Girolamo ha posizionato alcuni suoi fidati collaboratori. Ci si domanda dove finiscano i soldi dell’agricoltura italiana e a chi Nunzia De Girolamo, e prima di lei gli altri ministri suoi predecessori, concedano i miliardi di euro che ogni anno arrivano dall’Europa per i produttori di casa nostra. Il sospetto è che per anni, e fino a oggi, un’associazione a delinquere abbia lavorato di nascosto per ingannare l’Unione europea e frodare milioni e milioni di euro. Quello di cui si parla sono i Pac, contributi destinati a sostenere chi in Italia coltiva la terra e alleva bestiame, con le loro cifre altissime. Dal 2007 al 2013 sono arrivati da Strasburgo 8,9 miliardi di euro. A novembre sono stati ripartiti quelli per il periodo 2014-2020: 44 miliardi. L’Unione europea gestisce direttamente parte di tale somma scegliendo che tipo di produzioni sovvenzionare. L’altra parte tuttavia è gestita dallo Stato che decide le sue priorità. E in queste settimane sono arrivate al ministero richieste perché non vengano privilegiati alcuni territori a svantaggio di altri. Perché tra le regioni più “fortunate” ci sarebbe proprio la Campania, terra da cui proviene e ha il feudo elettorale la De Girolamo. Enzo Lavarra, responsabile agricoltura del Pd, spiega: “Le nomine che il ministro ha fatto all’Agea sono assolutamente inadeguate. Serve gente esperta e invece…». Il riferimento è a Giovanni Mainolfi, generale della Finanza, scelto proprio per «mettere ordine nell’agenzia”. Il problema è che Mainolfi è indagato nell’inchiesta sulla P4 ed è più volte citato in quella della P3, come “persona vicina ad Alfonso Papa e Pasquale Lombardi”, il politico e faccendiere campano che secondo la procura di Napoli avrebbero organizzato un’associazione segreta per pilotare appalti e concorsi. Lombardi conosce bene Nicola de Girolamo, padre del ministro. Nel 2003 fu nominato nel comitato di sorveglianza del Consorzio agricolo di Benevento dove Nicola era direttore. E lo è ancora tuttora, nonostante sua figlia, il ministro, sia in qualche modo il suo controllore. “Ma mai farò interventi diretti” ha giurato lei. Scrive Repubblica:
Tornando all’Agea, la preoccupazione del ministro nasceva dai continui ingressi dei finanzieri del Nucleo Spesa pubblica e frodi comunitarie, guidati dal generale Bruno Bartoloni, che stanno portando avanti l’inchiesta della procura di Roma. Il fascicolo non è contro ignoti, ma i nomi iscritti sono al momento top secret. Certo è però che l’indagine si muove in due direzioni: la prima riguarda il monte dei contributi, che spesso invece di finire ai produttori si perdono nei meandri della burocrazia interna tra appalti e software milionari mai realizzati. La seconda ha come oggetto un buco di 50 milioni: l’Agea nel corso dal 1999 al 2012 anni ha riscontrato una serie di irregolarità nella gestione dei fondi comunitari, quantificati dalla Corte dei Conti in 1,9 miliardi di rettifiche finanziare che l’Italia ha dovuto restituire. Secondo i finanzieri, però, l’Agea non ha rendicontato con regolarità ai revisori a Bruxelles. Risultato, l’Unione potrebbe bloccare i nuovi finanziamenti.
Non solo. Sotto osservazione è finita anche la Sin (il direttore generale nominato è Antonio Tozzi, ex fidanzato di Nunzia), una delle agenzie satellite dell’Agea, che ha il compito di gestire il sistema informativo tra il ministero e le singole Regioni. Non a caso tra i soci di Agea in questo progetto figurano anche Finmeccanica e Ibm. Ma c’è soprattutto Almaviva, un’azienda che — come segnalato dall’Espresso — vince nel 2007 un appalto da 1,1 miliardi di euro in cambio di servizi informatici fino al 2016. «Un servizio scadente» ha denunciato alla procura il deputato del Pd, Ernesto Carbone, epurato dalla Sin di cui è stato presidente fino ad aprile. Carbone è accusato di spese pazze. Ma lui ha ribaltato il tavolo denunciando appunto il mal funzionamento del software e la cattiva gestione dei vecchi amministratori.

La Valleverde fallisce e i lavoratori scendono in strada

valleverde-tuttacronacaLa Valleverde dichiara fallimento il 19 gennaio e parte un’indagine della polizia tributaria della Guardia di Finanza di Rimini con perquisizioni a catena in sei città del nord, nelle abitazioni e negli uffici dei vertici vecchi e nuovi del calzaturificio. Nel frattempo i 130 dipendenti del calziturificio sono scesi in strada a protestare con i nuovi manager che li appoggiano contro il sequestro giudiziario dell’azienda in esecuzione a fine mese. Tuttavia, il timore di Gdf e Procura è che i lavoratori abbiano avuto informazioni fuorvianti e che vengano strumentalizzati. Come riporta il Messsaggero:
Secondo i finanzieri, attraverso un intreccio societario e l’utilizzo strumentale del concordato preventivo sono stati sottratti all’azienda almeno 10 milioni di euro. Sono sette gli imprenditori e manager che il pm Luca Bertuzzi ha iscritto nel registro degli indagati per bancarotta. Tra questi Armando Arcangeli, fondatore dell’originaria Valleverde Spa e ideatore dello slogan che invitava a «camminare in una Valleverde», e il direttore generale Antonio Gentile che poi ha assunto l’incarico di liquidatore della Spes, la società in cui si era trasformata la prima Spa e che avrebbe dovuto traghettare lo storico calzaturificio verso il concordato preventivo.
Tra gli indagati anche manager e imprenditori che, con la Valleverde Srl appositamente costituita, avevano ottenuto in gestione gli asset in affitto dalla Spes, che con il ricavato avrebbe dovuto ripianare i debiti come da omologa del concordato. Nella Srl sono indagati l’amministratore Enrico Visconti, residente a Desenzano del Garda; Ernesto Bertola, di Brescia; David Beruffi, di Castiglione delle Stiviere, responsabile finanziario. Indagato anche Raffale Piacente, di Roma, e una dipendente della Srl.
Nelle perquisizioni in case e uffici – nelle province di Brescia, Mantova, Milano, Rimini (anche a Coriano) e Roma, quindi non solo del nord – i militari hanno sequestrato documenti e materiale informatico. L’affitto d’azienda per la gestione del calzaturificio e del magazzino, produzione e marchio compresi, che doveva servire a ripagare i debiti della Spes, non è stato mai pagato dalla nuova Valleverde Srl: secondo la Gdf era tutto programmato, con accordi, tanto che una denuncia di truffa della nuova gestione contro la vecchia, accusata di aver fatto sparire parte del magazzino, è considerata artificiosa dalla Guardia di finanza.
La nuova gestione sostiene che la sparizione del magazzino avrebbe fermato il pagamento del canone, ma secondo la Procura sarebbe solo un marchingegno escogitato per dirottare denaro verso altre società. I lavoratori sono senza stipendio da tre mesi e protestano convinti delle ragioni dei nuovi vertici e i manager oggi, in una risposta alla lettera aperta dei dipendenti contro il sequestro giudiziario, protestano pure contro l’esecuzione del provvedimento, previsto sia per i negozi sparsi in Italia sia per il complesso aziendale di Coriano.

E per l’evasione fiscale the winner is…

armellini_angiola-tuttacronacaIl detentore del record delle evasioni fiscali? E’ Angiola Armellini, erede di una nota famiglia di imprenditori romani a cui risultano intestati a Roma 1.243 immobili e che avrebbe nascosto al fisco 2 miliardi di euro sparsi in decine di conti esteri. Dalla Guardia di Finanza fanno sapere che si tratta di una “vera e propria imprenditrice“, ora denunciata insieme ad altre 11 persone. La signora appartiene alla nota famiglia del costruttore romano Renato Armellini. E’ di una famiglia colpita da una tragedia, con un rapimento e una morte tragica. L’indagine delle Fiamme Gialle si è protratta per un anno e mezzo ed è stata ribattezzata All Black, “tutti neri”, con riferimento ai miliardi di euro portati all’estero e alle società lussemburghesi che schermavano il nero e che facevano comodo per intestare loro la proprietà del migliaio e passa di immobili della signora.

La camorra entra anche agli Uffizi: sei arresti

uffizi-tuttacronacaE’ il Giornale a rendere noto che un’inchiesta della Guardia di Finanza ha portato all’arresto di sei persone vicine al clan dei Casalesi. L’accusa è di associazione a delinquere di stampo mafioso. Le Fiamme Gialle hanno infatti scoperto un sistema di evasione fiscale che ha permesso a imprese legate agli indagati di ottenere diversi subappalti. Spiega il giornale:

Due delle ditte coinvolte nell’indagine hanno lavorato anche al polo museale fiorentino degli Uffizi, ottenendo lavori per centinaia di migliaia di euro. Dal 2007 al 2012 le imprese hanno evaso oltre 3,1 milioni di euro, grazie a società “cartiere”, cioè che producevano fatture false. Un sistema che permetteva di stare sul mercato a prezzi più vantaggiosi rispetto a quelle della concorrenza.

Così facendo, le due ditte sono riuscite a ottenere negli anni diversi appalti pubblici, senza che i committenti sospettassero nulla. I lavori venivano poi portati a termine rispettando gli standard qualitativi, senza che l’operato delle società destasse perplessità di nessun tipo.

In manette Nicolò Scialfa, ex vicepresidente della giunta regionale ligure

consiglio-regionale-liguria-tuttacronacaNicolò Scialfa, ex vicepresidente della giunta regionale della Liguria, è finito in manette nell’ambito dell’indagine sulle spese del gruppo dell’Italia dei Valori in Consiglio regionale tra il 2010 e il 2012. Per l’ex vicepresidente sono stati disposti gli arresti domiciliari: è indagato per peculato, falso e truffa aggravata. Secondo la procura, si sarebbe appropriato di 70mila euro e avrebbe falsificato le firme di alcuni consiglieri al fine di giustificare le uscite dai fondi del gruppo regionale. Anche altri tre consiglieri regionali sono stati perquisito dagli uomini della guardia di finanza nell’ambito della stessa indagine. Si tratta di Marilyn Fusco e Stefano Quaini, entrambi ex Idv, e Marusca Piredda attuale capogruppo in Regione del partito di Di Pietro.

Hogan taroccate per gli alluvionati sardi

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Un regalo per gli alluvionati della Sardegna? In tempo di crisi, la Guardia di Finanza ha messo a disposizione dei sardi, duramente colpiti dal Ciclone Cleopatra, lo scorso 18 novembre, 2000 paia di scarpe Hogan taroccate. Le scarpe, prodotte vicino Caserta col falso marchio, passavano dai produttori campani ai grossisti cinesi che poi le rivendevano ai dettaglianti della capitale per collocarli sul mercato. La Guardia di Finanza aveva intercettato un carico di 57mila calzature, per un valore complessivo stimato di 1,4 milioni. Nel carico spedito ai sardi dalla Guardia di Finanza, sono finiti anche sandali con il tacco 12 o baby doll che in condizioni di alluvione non sono del tutto pratici. Non è certo la prima volta che la merce contraffatta in Italia viene donata in beneficenza, perché far rovinare della merce in magazzino  quando ci sono delle persone che hanno bisogno dei beni di prima emergenza!

 

L’artigiano che espone la stella di David in negozio: “trattati come i negozianti ebrei”

 

stella-david-tuttacronacaUna stella di David ha fatto la sua apparizione nel negozio di un calzolaio di Bologna, Maurizio Montevecchi. L’artigiano si paragona infatti ai commercianti ebrei durante il nazismo. Ritiene che il trattamento subito dalla Guardia di Finanza sia simile a quello subito durante il periodo fascista dai negozianti ebrei. Al Resto del Carlino, al quale ha raccontato la sua storia spiegando di aver subito dalla Finanza tre sanzioni e un furto, ha detto:

 

La finanza ha trovato tutta la contabilità in regola, eccetto che una piccola radio che ho nel retrobottega, per la quale mi hanno multato per non aver pagato le tasse, spiegando che la potevano sentire anche i clienti.

 

Un’altra sanzione l’ha colpito perché nel retrobottega c’era un uomo di 86 anni: secondo le Fiamme gialle un dipendente in nero, secondo l’artigiano

 

un ex calzolaio che ogni tanto viene a farmi compagnia e lucida qualche scarpa.

Esplode uno zaino pieno di botti: 23enne perde un braccio

botti-natale-tuttacronacaSi celebrava la trdizionale festa del Maio, un grosso albero che ogni anno la sera di Natale viene trasportato in processione fino alla piazza del paese, accompagnato da spari di carabine a salve e fuochi d’artificio, ieri sera a Baiano, in provincia di Avellino, quando un ragazzo ha perso un braccio. Giuseppe Lippiello, un 23enne, aveva dei fuochi artificiali nel suo zaino: una scintilla provocata dai botti vi è finita sopra, facendolo eplodere e causando la perdita di un arto al ragazzo che ora  si trova ricoverato con prognosi riservata nell’ospedale Cardarelli di Napoli. Altre due persone sono rimaste lievemente ferite: si tratta di Salvatore Crisci, che ha tentato di soccorrere Lippiello, e Pellegrino Alaia che stava assistendo alla manifestazione seduto su una panchina. Sul posto, sono intervenuti carabinieri e Guardia di Finanza che hanno sequestrato circa 800 botti e buste di polvere pirica.

Natale “tarocco”: la Guardia di Finanza e il maxi sequestro di giocattoli falsi

giocattoli-disney-tuttacronacaLa Guardia di Finanza di Roma ha sequestrato oltre 4 milioni di giocattoli contraffatti e denunciato 14 imprenditori (dieci cinesi, tre magrebini e uno libico) all’interno dell’operazione “Natale”. Nella lista della merce sequestrata compaiono 56mila giocattoli Disney taroccati, 567mila cosmetici nocivi per la salute pubblica, 4.700 anelli con falsi marchi e 440mila addobbi natalizi a rischio incendio. Sono stati circa 120 i militari impegnati nella maxi operazione, impegnati nel battere a tappeto le aree storicamente strategiche della filiera distributiva della merce contraffatta, accedendo in numerosi capannoni adibiti a siti di smistamento.

Il primario in malattia che lavorava in privato

guardia_di_finanza-tuttacronacaEra in malattia da circa sette mesi, almeno stando a quanto risultava all’azienda ospedaliera e al reparto che dirige, ma la Guardia di Finanza ha rilevato che il medico svolgeva la sua attività privatamente, nel suo studio. Lui è un primario dell’ospedale Camberlingo di Francavilla Fontana, in provincia di Brindisi, e ora è stato denunciato per truffa aggravata ai danni della Asl. Le Fiamme Gialle hanno trovato e sequestrato nel suo studio un centinaio di ricevute sanitarie che aveva emesso e firmato.

Furbetti negli Atenei emiliani: 180 borse di studio ritirate

bologna-università-tuttacronacaNei giorni in cui si parla dei ricchi e furbi studenti degli Atenei romani, dove il 62% si finge bisognoso per ottenere agevolazioni economiche, Repubblica-Bologna getta uno sguardo a un altro polo universitario del nostro Paese, quello emiliano, e si scopre che, nei quattro Atenei di Bologna, Parma, Modena-Reggio Emilia e Ferrara, i furbetti della borsa di studio sono pochi. “Quasi un quinto degli universitari, l’anno scorso, è stato richiamato dall’azienda regionale per il diritto allo studio dell’Emilia Romagna (Ergo): sei più ricco, ti diamo meno agevolazioni. In 300 casi, circa, nel 2012 (appena l’1,7%), scesi a 180 nel 2013 (1%) invece la borsa di studio è stata revocata. Autocertificazioni sbagliate, ma non casi eclatanti. I controlli hanno fatto emergere soprattutto case di proprietà non dichiarate (“ma non ville con piscina”, precisa Ergo) oppure, nella situazione mobiliare, cifre intorno ai diecimila euro omesse.” Meno furbi, certo, ma anche molti, rigidi controlli, grazie alla collaborazione tra le università e l’azienda regionale per il diritto allo studio da un alto e la guardia di Finanza e l’agenzia delle Entrate dall’altro. Tutte le oltre 18mila domande per le borse di studio che giungono annualmente vengono controllate, con i dati autodichiarati di Isee e Ispe  che vengono incrociati con la banca dati dell’Inps e con le banche dati dell’agenzia delle Entrare (per i redditi complessivi dichiarati) e dell’agenzia del territorio (per i patrimoni catastali).In seguito, una domanda su due viene sottoposta a ulteriori controlli. “E il risultato è che nel 2012 è stata rideterminata la fascia di reddito nel 17% dei casi mentre è stata revocata la borsa di studio nell’1,7%, sceso all’1% quest’anno, sugli oltre 18mila universitari che accedono ai benefici.” Il prorettore agli studenti dell’Alma Mater, Roberto Nicoletti, assicura che “Lo studente in Ferrari o con la villa che chiede sussidi qui da noi non esiste”, a riprova che i controlli funzionano. Ed è difficile mentire sulla propria condizione economica. “I controlli sono capillari, le nuove tecnologie ci aiutano in questo. Il dato sulle borse revocate è fisiologico”, fa sapere l’azienda regionale per il diritto allo studio dell’Emilia Romagna. “In genere permettiamo agli studenti di sanare le irregolarità normalmente commesse in buona fede”.

A Roma, il 62% degli studenti universitari bara sul reddito

università-reddito-tuttacronacaUn’indagine della Guardia di Finanza di Roma, che ha effettuato migliaia di controlli sugli studenti iscritti ai tre atenei della Città Eterna nell’anno in corso, ha scoperto che il 62% di essi si finge bisognoso. Ricchi e furbi quindi, con l’obiettivo di scroccare borse di studio,assegni, affitti calmierati e sconti sui trasporti. Tra i casi più eclatanti la ragazza con padre in Ferrari che dichiarava un reddito di 19mila euro l’anno e un’altra che ne dichiarava 14.313, ma in realtà possedeva un bel ‘gruzzoletto’ da 600mila. “Chi inganna la Regione su una borsa di studio ruba un diritto a chi ne ha titolo – ha detto il presidente della Regione Nicola Zingaretti -, lo nega a chi invece ce l’ha. Si parla di borse di studio che non dovevano essere percepite o addirittura alloggi che vengono sottratti a chi quel diritto ce l’ha. Questo è un fatto gravissimo”.  E il generale Ivano Maccani, comandante provinciale della Guardia di Finanza di Roma, ha sottolineato: “In questo periodo di crisi si moltiplicano i tentativi di godere illecitamente di sovvenzioni. Da qui, questo Patto anti-furbetti che ha come obiettivo quello di snidare i falsi poveri che cercano di scavalcare i veri poveri”.  Nelle università della capitale arriveranno a breve i camper della legalità, dove gli studenti potranno denunciare agli ispettori Gdf gli affitti in nero e, con l’aiuto di funzionari dell’Agenzia delle Entrate, stipulare contratti regolari. Il contratto ex lege, ha spiegato Maccani, può essere anche del 60% più basso di quello in nero.

Stabilità forse, insicurezza certa! Troppi tagli alla polizia

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Stavolta non è scandalismo o catastrofismo è Alessandro Pansa,  il capo della Polizia, ha dichiarare  “Non possiamo offrire lo stesso servizio di sicurezza al cittadino che offrivamo qualche anno fa, con 15 mila poliziotti, 15 mila carabinieri e migliaia di finanzieri in meno”. Il numero uno del Dipartimento sicurezza del ministero dell’Interno in un intervista a La Repubblica ha affermato:  “Ogni tanto qualcuno mi chiede di aumentare il livello dei controlli in alcune città o in alcune parti del Paese. Voglio essere chiaro con tutti: oggi non siamo in grado di accrescere la sicurezza in nessuna parte del territorio”. Se nel passato si era gridato ai tagli, sicuramente non si era mai arrivati a questo punto e sempre secondo il racconto di Repubblica, Pansa, che oltre ad essere il capo della Polizia è anche il numero uno dell’Arma dei carabinieri e della Guardia di finanza, ha anche aggiunto: “Non è più pensabile – ha spiegato – ragionare come se sul territorio siano schierati 110 mila uomini. Dal 2014 ce ne saranno solo 94 mila”. Pansa ha espresso anche la preoccupazione che i tagli possano penalizzare il comparto della sicurezza a favore di quello della Difesa, impegnato da anni nelle “pattuglie miste” e in compiti di presidio di obiettivi a rischio nelle città. “Bisogna chiarire – ha dichiarato – chi ha la legittimità dell’uso della forza nell’ambito della sicurezza”. “Perché – ha detto in polemica con la Difesa – se spostiamo l’asse verso il sistema militare, creiamo qualche scompenso anche rispetto ai principi costituzionali”.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche il segretario dell’Anfp Enzo Letizia: “Il taglio delle risorse, in un momento di crisi economica, comporta un aumento della criminalità perché mancano uomini e mezzi”.

I dati non sono per nulla positivi: nel nostro paese sono in aumento furti e rapine. A Bari i delitti sono aumentati del 2,2%, negli ultimi otto mesi del 50% gli omicidi, del 16% i furti, del 70% le rapine in abitazione. A Roma crescita dei delitti del 3,2%, con un incremento tra gennaio e agosto del 43% degli omicidi volontari, del 4,3% dei furti in generale e dell’8,7% dei furti negli esercizi commerciali. Il record negativo spetta a Firenze, in testa alla classifica per l’aumento dei delitti nel 2012 (9,2%) rispetto al 2011. E poi ancora: a Cagliari da gennaio ad agosto sono aumentati del 28% i furti in abitazione, a Napoli crescono dell’11,4% le violenze sessuali e del 18,6% le rapine.

A Roma scatta il piano contro gli affitti in nero: 47 immobili sequestrati

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Emerge il nero degli affitti degli studenti. Grazie alla collaborazione di decine di studenti, su 132 controlli negli ultimi due mesi ben 92 sono risultati irregolari.  In aumento del +250% anche le segnalazioni, informa una nota della Gdf. Già recuperati 27 milioni. Nel dettaglio, 47 immobili, per totali 13.5 milioni, sono stati sequestrati tra Ardea e Roma-Tor Vergata a un ottantenne evasore totale. Sarà proposto di utilizzarli come alloggi per studenti; sei immobili in zona Magliana affittati in «nero» ed allacciati abusivamente alle reti elettriche ed idriche sono stati individuati grazie alla segnalazione al 117 di uno studente. Non solo repressione ma anche prevenzione: 50 mila matricole riceveranno sulle loro e-mail il prontuario “Studia e vivi Roma” contenente consigli per trovare casa senza sorprese e come attivare la procedura prevista dalla «cedolare secca», che consente di ottenere, denunciando l’affitto «in nero», un contratto regolare della durata di quattro anni, prorogabile per altri quattro, ad un canone notevolmente inferiore al valore di mercato. 605 sono i controlli eseguiti da inizio anno, quelli irregolari, informa sempre la nota, 395.

I carabinieri arrestano 5 persone: in 50 assaltano la caserma

furti-rame-tuttacronacaE’ scattata la denuncia per alcune delle persone che hanno tentato di assaltare la caserma dei carabinieri al quartiere Paolo VI di Taranto mentre si svolgevano le operazioni di arresto di cinque giovani pizzicati a rubare rame nel deposito di un vecchio supermercato. Tra la cinquantina di presenti, si sarebbe messo in risalto un uomo che avrebbe tentato di far irruzione nella caserma entrando dal garage, venendo però bloccato. Ad aiutare i militari sono intervenute sia delle pattuglie di Polizia che la Guardia di Finanza. Dopo alcuni momenti di forte tensione, è stata in seguito ripristinata la calma mentre tutti i presenti sono stati identificati.

Quella piscina non deve esserci? La “elimina” con il fotoritocco

piscina-abusiva-tuttacronacaAvete presente il gioco “Scopri l’intruso”? Nel comune veronese di Caldiero era annessa una piscina ad uso privato a un’abitazione di 110 metri quadri che la Gaurdia di Finanza ha provveduto a sequestrare perchè realizzate senza autorizzazione. Il proprietario è stato quindi denunciato per abusivismo edilizio, falso ideologico e truffa aggravata. Su segnalazione delle Fiamme Gialle, il Comune ha inoltre avviato un procedimento amministrativo contro il responsabile affinchè venisse ripristinato il corretto assetto del territorio. Il titolare era quindi tenuto a svolgere i lavori di smantellamento, che ha poi autocertificato presentando delle fotografie… ritoccate al computer. Tutto tornato alla normalità quindi? Purtropp per lui no, perchè i finanzieri l’hanno in seguito smascherato: hanno infatti scoperto che la piscina, rimossa dalle foto, era ancora intatta ed abilmente “ricoperta” da assi in legno di colore verde per nasconderla ad eventuali successivi rilevamenti aerei.

A Lampedusa i militari chiedono l’affidamento dei piccoli migranti

immigrati-bambini-tuttacronacaCatia Pellegrini, comandante della nave militare Libra, ha preso parte alle operazioni di sbarco di alcuni profughi che, salvati dal naufragio della loro imbarcazione al largo di Lampedusa, sono giunti a Porto Empledocle. Tra i sopravvissuti anche 4 bambini, rimasti orfani a seguito della tregia. Racconta il comandante: “alcuni dei miei uomini hanno chiesto se potevano dare il loro nominativo per chiederli in affidamento” e poter così offrire un futuro migliore a questi piccoli. Da parte sua, la Pellegrini ha vissuto così quei momenti: “Io non sono madre, però devo dire che, soprattutto in questa circostanza, dopo il salvataggio in mare, vedendo quei bambini che all’inizio non parlavano, erano scioccati, e poi piano piano, dopo le carezze, e le coccole, sembrava avessero dimenticato la tragedia, la commozione ti pervade”.

Nuovi migranti a Lampedusa, ma ancora non è terminata la conta dei morti

naufragio-lampedusa-tuttacronacaAncora non sono stati celebrati i funerali per i 359 eritrei annegati nel naufragio del 3 ottobre davanti alle coste di Lampedusa, con 150 bare che questa mattina sono salpate questa mattina a bordo della nave della Marina Militare con destinazione Porto Empedocle, e già altri morti vengono trasportati sull’isola. Per quel che rugarda l’ultima tragedia, attualmente si contano 21 vittime ma ci si attende un bilancio maggiore. Sono 150 i dispersi a fronte di 211 superstiti. Ma il numero è ancora incerto: stando ai racconti di alcuni testimoni, infatti, a bordo ci sarebbero state almeno 400 persone. Nel frattempo, come si apprende da fonti della Marina, ieri sera 87 migranti sono stati soccorsi e portati a bordo di nave Libra, che si trovavano a bordo del gommone che aveva lanciato l’Sos. Lo si apprende da fonti della Marina militare.

50 MORTI, 10 BAMBINI. La speranza naufraga per i migranti

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Una nuova speranza che naufraga e il viaggio che porta solo alla morte. La disperazione che cessa in fondo al mare e i corpi senza vita che chiedono solo sepoltura. L’orrore torna e sembra un tragico replay di quello a cui abbiamo già assistito. A quelle immagini che avremmo voluto solo ricordare come un emergenza umanitaria che invece si è trasformata in tragedia mondiale, che tornano invece prepotentemente nei nostri occhi e ci ricordano che quelle vite continuano a spezzarsi. Il bilancio sale e sono già 50 i cadaveri dell’ultimo naufragio, fra questi anche una decina di bambini. Il Canale si Sicilia che diventa un cimitero che chiede giustizia e Letta che afferma: “Il nuovo naufragio conferma una drammatica emergenza”.

Ma da quanto tempo i lampedusani invocano sostegno e parlano di emergenza? Quanti morti già ci sono su quel fondale marino? Quanti, ignorati dagli obiettivi sono già negli anni passati andati a fondo? Ora le larghe intese troveranno una “rete umanitaria”? E’ il tempo ancora delle dichiarazioni, degli annunci, delle speranze o il tempo è scaduto?

Morte in mare: sono 12 i cadaveri del naufragio a sud di Lampedusa

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Morti in mare, altri cadaveri sono stati recuperati nel nuovo naufragio avvenuto a sud di Lampedusa, in acque maltesi al confine con quelle libiche a circa 65 miglia dall’isola siciliana. A dare l’allarme sarebbe stato un velivolo maltese che ha visto letteralmente affondare l’imbarcazione carica di migranti. Immediati i soccorsi grazie al dispositivo potenziato proprio ieri. Oltre a due unità della Marina si sono recati in zona un velivolo della Capitaneria di Porto e una motovedetta maltese. Da Lampedusa poi sono salpate due motovedette della Guardia Costiera, due della Guardia di finanza e un elicottero della Guardia di finanza. A bordo del barcone si stima che ci fossero almeno 250 persone e 12 corpi sono stati già recuperati, ma il bilancio è destinato a crescere.

Il buco milionario al caveau della Nes: parla il braccio destro di Compiano

nes_schiavon-tuttacronacaIeri la Guardia di Finanza di Treviso aveva portato a termine il maxi sequestro preventivo dei beni di Luigi Compiano, il presidente della North East Service, indagato assieme al contabile della società nell’ambito dell’inchiesta su un buco da 39 mnl di euro spariti dal caveau della Nes. Al termine delle operazioni sono stati posti i sigilli a 10 capannoni, sequestrate 400 auto di lusso e d’epoca, 100 moto, 70 motoscafi da gara. Il valore complessivo ruota attorno ad alcune decine di milioni di euro. Ma come si è creato il buco milionario nei caveau della Nes? A spiegarlo è stato lo stesso Massimo Schiavon, responsabile delle sale conta della società interrogato lo scorso venerdì in presenza del magistrato. L’uomo ha spiegato che la richiesta di prelievo partiva dalla direzione, dopo di che lui si recava al caveau, contabilizzava in uscita la transazione interna, metteva i soldi in una busta e li consegnava a Compiano il quale, come ricevuta di consegna, firmava un assegno che veniva riportato nel caveau e fungeva da ricognizione di debito. La sua versione dei fatti ora attende conferma dalle parole di Luigi Compiano. I legali del braccio destro del presidente hanno sottolineato che i prelievi venivano “fatti alla luce del sole e tutti rendicontati”. Gli avvocati hanno anche ribadito che Schiavon non avrebbe mai preso un solo euro dalla Nes se non quelli dello stipendio. Una condotta, essendo un dipendente della società, che per gli avvocati Jacobi e Guarnieri non sarebbe penalmente sanzionabile.

Dove sono finiti i soldi dei risparmiatori? Aumenta l’ammanco nei caveau della Nes

northeastservice-tuttacronacaContinuano le perquisizioni delle filiali del gruppo North East Services da parte delle Fiamme Gialle e, mentre proseguono, la voragine aumenta. Dopo la villa di Santa Maria del Rovere a Treviso, i finanzieri sono passati alla filiale di Vicenza e al deposito in zona industriale a Villorba dove il patron della Nes, Luigi Compiano, custodisce la sua collezione di un centinaio di auto d’epoca. L’ammanco del caveau, secondo gli inquirenti, avrebbe già ampiamente superato i 40 milioni. A Silea ne erano spariti tra i 23 e i 28, ma controllando altre “sale conta” si viene a scoprire di altri “buchi”.  A Spini di Gardolo (Trento) le Fiamme gialle hanno individuato un buco di 8 milioni di euro. E, comespiega il Gazzettino, i conteggi sono ancora in corso nelle altre filiali sparse per la penisola: da Sestri Levante (Genova) a Tavagnacco (Udine) passando per Collegno (Torino) Bolzano e Azzano San Paolo (Bergamo). Ieri i finanzieri si sono presentati anche nella filiale di Vicenza dove non sarebbero state riscontrate irregolarità.

Riesce a sfuggire alle forze dell’ordine, se ne vanta in Fb… e viene arrestato!

blitz-facebook-vantarsi-tuttacronacaIl 33enne tarantino Francesco Galileo, detto Chicco, era sfuggito alla cattura nell’ambito del blitz della Direzione distrettuale antimafia di Lecce volto a smantellare una presunta associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Dopo di che se n’è vantato in Facebook, scrivendo: “Non mi prenderete mai”. A quel punto è stato scoperto permettendo ai militari del comando provinciale della Guardia di finanza di Taranto di arrestarlo. Con lui, salgono a 19 gli arresti su 20 destinatari del provvedimento restrittivo emesso dal gip del tribunale di Lecce. Stando all’accusa, Galileo aveva il ruolo di corriere dell’organizzazione che fa capo ad Antonio Ciccolella, ora in carcere, e alla moglie di questi, Piera De Padova, unica indagata che ha beneficiato dei domiciliari in quanto madre di un bimbo in tenera età.

Quei 28.5 milioni di euro spariti da un caveau: erano i soldi dei risparmiatori!

northeastservices-tuttacronacaDalle prime ricostruzioni, il 1 ottobre Veneto Banca e Banca Intesa, che in base a una loro spending review interna avevano intenzione di chiudere il rapporto che le legava all’istituto di vigilanza North East Services. Alla richiesta di ottenere 20 milioni complessivi di liquidità tenuti materialmente in custodia in un caveau della Nes a Silea, nel Trevisano, i due istituti si sono visti però opporre un rifiuto.  A questo punto hanno presentato un esposto e dalla Banca d’Italia è stato lanciato l’allarme sulla reale presenza del denaro nei caveau di Silea e di Vicenza. La Guardia di Finanza di Treviso vi avrebbe dovuto trovare 28.5 mln di euro dei risparmi dei cittadini, ma i soldi non c’erano. Un investigatore ha riferito che “E’ tutto ancora fumoso e stiamo cercando di capire cosa è accaduto”. Al momento, gli accertamenti sono solo agli inizi e devono essere sentiti sia il vertice della Nes, che gli istituti di credito i quali avevano affidato a quest’ultima la raccolta e la custodia del denaro nei suoi caveau. Il caveau è tanto presidiato quanto sorvegliato da videocamere e non è possibile una singola persona abbia rubato una simile somma di denaro. E’ possibile quindi che l’ammanco possa essersi creato nel corso degli anni: attualmente però non ci sono certezze. Come spiega La Tribuna di Treviso, la North East Services è un istituto nazionale che ha stipulato contratti con alcune delle principali banche italiane, comprese Intesa e Antonveneta. Nella provincia di Treviso quasi tutte le banche affidano il contante alla Nes/Gruppo Compiano. A un’assemblea sindacale prevista per oggi, 2 ottobre, i dirigenti del Gruppo Compiano non si sono presentati all’appuntamento con i lavoratori. Un paio di anni fa l’azienda trevigiana Compiano era già stata al centro di un’inchiesta per irregolarità nei trasporti di valori poi sfociata in sanzioni per 35 mila euro.

Berlusconi e quei soldi regalati a Sabina Began

sabina-began-Berlusconi-tuttacronacaBerlusconi regalò oltre un milione e mezzo a Sabina Began, l’Ape Regina, per comprare un appartamento nel quartiere Monti a Roma e costato solo 600 mila euro. E’ quanto emerge dalla carte della Procura di Bari mentre i magistrati vogliono vederci chiaro su quella differenza. Il sospetto è che possa trattarsi del prezzo del silenzio della Began, o di quello per dare la sua disponibilità a fornire dichiarazioni mendaci riguardo il presunto giro di escort reclutate per le serate a Palazzo Grazioli. L’inchiesta prende in esame anche delle intercettazioni telefoniche, in una delle quali vi è un colloquio telefonico tra Berlusconi e Tarantini, ne stabilisce il tenore: “Vedi Gianpaolo ora al massimo dovremmo averne due a testa. Tu porta per te e io porto le mie. Poi ce le prestiamo. Insomma, la patonza deve girare“. Sia la Vigilanza di Banca d’Italia che magistrati e Guardia di Finanza hanno accentrato l’attenzione su questa “cresta milionaria” e i relativi passaggi, con i versamenti di Berlusconi che transitano sulla società Moon & Stars di Began, una scatola vuota, dicono gli inquirenti, la cui unica attività corrisponde all’acquisto dell’appartamento a Monti. Si legge su La Stampa: “Ma che fine hanno fatto gli altri 900.000 euro? Dalla «Moon & Stars» partono tre bonifici per 600.000 euro intestati a Umberto Michelazzi, produttore/distributore cinematografico, con la «causale»: «A titolo di transazione per contenzioso legale». Ma chi è Umberto Michelazzi? E quale contenzioso legale lo ha visto in contrapposizione con una società, «Moon & Stars» che in pratica non ha fatto nulla se non l’acquisto di una casa? E i 300.000 euro rimasti sul conto della società, come residuo del milione e 505.000 euro di Silvio Berlusconi, che fine hanno fatto? Sono stati prelevati da Sabina Began?”

Tutte le donne del Cav? Grazia Capone: “Silvio? Lo sento ancora, gli voglio bene”

grazia-capone-tuttacronacaHa preso il via oggi l’udienza preliminare, del “processo Tarantini,” poi aggiornata al 14 ottobre, sulle 26 donne, molte delle quali ritenute escort, che Tarantini avrebbe portato nelle residenze di Berlusconi tra il 2008 e il 2009. Tra chi  ha deposto come testimone anche “l’Angelina Jolie di Bari”, com’è conosciuta alle cronache, Grazia Capone. La 29enne barese  avrebbe detto: “Sento ancora Berlusconi, è una persona alla quale voglio bene”. Un’ora e mezzo dopo la deposizione, la giovane ha raccontato ai cronisti: “Finalmente ho avuto l’opportunità di spiegare la mia verità davanti a un magistrato. Saranno passati quattro o cinque anni da quando si spala terra gratuitamente. Io capisco la curiosità…”.  “Ho raccontato la mia verità puntuale, determinata e precisa – ha sottolineato – e devo dire che sono anche molto soddisfatta”. “È giusto creare delle differenze: io soldi – ha rilevato – non ne ho presi, ho sempre lavorato onestamente e ho preso una regolarissima busta paga, ho solo svolto il mio lavoro. Sono anche un praticante avvocato, con una notevole difficoltà, perchè ho dovuto sempre dimostrare quello che valgo”. L’udienza è stata aggiornata perchè assente l’altra testimone citata dal giudice, la 29enne barese Lucia Rossini che ha inviato un certificato di malattia. Il gup Ambrogio Marrone  dovrà emettere sentenza con rito abbreviato a carico dell’avvocato Salvatore Castellaneta (accusato di aver reclutato con Gianpi le due ragazze affinchè si prostituissero) e decidere se rinviare a giudizio altri sette indagati, tra cui Gianpaolo e Claudio Tarantini. Gli imputati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento, induzione e favoreggiamento della prostituzione. Oltre ai fratelli Tarantini rischiano il processo la tedesca Sabina Began, la cosiddetta ‘ape regina’ delle feste dell’ex premier, le attrici Letizia Filippi e Francesca Lana, l’avvocato Castellaneta, ritenuto il referente per l’organizzazione delle feste private di Berlusconi a Milano e gli amici e soci in affari di Tarantini, Pierluigi Faraone e Massimiliano Verdoscia. Il reato associativo sarebbe inoltre contestato a Gianpaolo Tarantini, Castellaneta, Faraone e Verdoscia. Ventuno  sembrerebbero invece gli episodi contestati dal settembre 2008 al maggio 2009, in cui vengono citate le 26 ragazze che avrebbero partecipato agli incontri con l’allora premier. Dagli atti si legge che la Capone, che sognava di fare cinema e teatro e sperava nell’aiuto di Berlusconi, in un colloquio telefonico con Tarantini  avrebbe detto di aver trascorso da sola una notte con l’allora capo del governo. Tarantini: ”Con chi stai mò, con le ragazze vicino?”. Capone: ”No, io e lui e basta”. Tarantini: ”Ah quelle se ne sono andate”. Capone: ”Tutte… le ha mandate tutte”. (…) Tarantini: ”Ma è rimasto contento?”. Capone: ”Assolutamente!… io ho bisogno di dormire un pò, sono andata a letto tardissimo, cioè a letto… ho dormito un’ora”.  Dal colloquio tra i due emerge l’ambizione, poi archiviata, di Tarantini di essere candidato al Parlamento europeo e le speranze di Capone di fare cinema. Tarantini: ”Vabbè, ha parlato bene di me, sì?”. Capone: ”Sì, tanto”. Tarantini: ”Eh tu?” Capone; ”Vabbè certo, e vabbè poche domande alla fine”. Tarantini: ”Senti, l’ultima cosa, e ti ha detto che ti dà una mano, sì?”. Capone: ”Sì”. Tarantini: ”Meh!”. Capone: ”È stato lui, io zero…”. E per quanto riguarda l’ipotesi di un impegno politico di Gianpi a Bruxelles, dice Capone: ”(…) che poi anche in prospettiva di quello che accennavi ieri, capito, ti ho messo un attimino in luce”. Tarantini: ”Ma perchè gliel’hai detto?”. Capone. ”Di che cosa?”. Tarantini: ”Del Parlamento !”. Capone: ”Nooo! però lui per me ha parlato delle regioni, delle regionali”. Tarantini: ”Son contento”.

Le intercettazioni della Guardia di Finanza che smentiscono Berlusconi

berlusconi-tarantini-intercettazioni-tuttacronacaE’ il Fatto a riportare la notizia di un’informativa depositata il 22 marzo in Procura di Bari nell’indagine che vede Silvio Berlusconi e Walter Lavitola indagati per aver indotto a mentire davanti ai pm Gianpaolo Tarantini. Scopo dell’informativa era trovare “i punti di contrasto e contraddizione tra le dichiarazioni fatte dal Tarantini e quanto invece emerso dall’attività di indagine”. Passano due mesi e, il 17 maggio, l’ex premier, interrogato, conferma tutto quanto detto da Lavitola. A questo punto il confronto tra dichiarazioni e informativa mette in luce tutte le menzogne pronunciate: l’informativa del tenente colonnello Andrea di Cagno elenca infatti le intercettazioni che smentiscono quanto detto da Berlusconi ai pm. Due sono i punti in questione: ha riferito di non avere aiutato Tarantini nei suoi affari con Finmeccanica e negato di essere consapevole del pagamento delle ragazze ospitate nei suoi palazzi: “da parte mia ribadisco di non aver mai pagato alcunché per ottenere prestazioni sessuali”. Le intercettazioni dimostrano il contrario. Come si legge nell’articolo a firma Marco Lillo e Antonio Massari:

L’informativa riporta invece le dichiarazioni di Tarantini del novembre 2009 (“il Presidente non ha mai saputo, ma neanche lontanamente, che io potessi dare un centesimo alle ragazze”) e poi lo infilza così: “Si riporta un episodio da cui si evince che Gianpaolo Tarantini è stato sostanzialmente reticente sulla specifica questione”: è la serata del 16 ottobre 2010 a Palazzo Grazioli alla quale partecipano Ioana Visan, Patrizia D’Addario, Clarissa Campironi, Barbara Guerra con l’amica Milena Chellino. Secondo la Finanza: “trascorrevano la notte in compagnia del presidente Berlusconi, Barbara Guerra e Ioana Visan. L’indomani Berlusconi e Tarantini intrattenevano una conversazione avente ad oggetto un compenso riconosciuto alle donne che avevano trascorso la notte a Palazzo Grazioli. Berlusconi chiamava Tarantini e riferendosi alle ragazze tra l’altro sottolineava: “guarda che hanno tutto per pagarsi tutto da sole eh (…) “E vabbé, ma non … perché tanto … sono …. sono foraggiatissime”. Ad abudantiam la Guardia di Finanza cita le intercettazioni di telefonate nelle quali Tarantini parlava con le ragazze dei pagamenti o di altri favori da Berlusconi dopo le serate del 6 settembre 2008, 23 settembre 2008, 28 settembre 2008, 8 ottobre 2008, 9 ottobre 2008, 16 ottobre 2008, 16 ottobre 2008, 4 novembre 2008, dal 26 al 30 novembre 2008 fino alla serata del 2 dicembre 2008, riguardo alla quale si legge: “Come già era accaduto in occasione della serata del 23 settembre 2008, Silvio Berlusconi, dopo essere stato informato da Tarantini su quali ragazze avrebbero partecipato alla serata, riferiva di voler invitare anche Fabrizio Del Noce che poteva interessare a Manuela Arcuri”. Riguardo al fatto che l’attrice volesse ottenere qualcosa in cambio dal presidente, la Finanza è più esplicita di mille articoli: “Era la stessa Arcuri, in più occasioni a ‘battersi’ per ottenere il compenso prima della prestazione sessuale a favore di Silvio Berlusconi”. Dice la Arcuri al telefono a Tarantini : “Poi se me lo fa il favore, poi, sarà ben ricompensato”. Poi.

Oltre ad aver negato di essere consapevole del pagamento delle ragazze ospitate nei suoi palazzi, l’ex premier ha anche detto ai magistrati di non avere aiutato Tarantini nei suoi affari con Finmeccanica. Anche in questo caso, l’informativa lo smentisce:

Nella sua memoria ai pm Berlusconi scrive “Per quanto riguarda Fimeccanica non ricordo di aver fatto alcuna segnalazione né di aver presentato il Tarantini ai vertici aziendali”. A verbale ha aggiunto categorico: “Sono sicuro di non aver mai telefonato al dr. Guarguaglini (ex presidente di Finmeccanica, ndr) per presentargli qualcuno. Io personalmente non ho mai fissato un appuntamento tra Guarguaglini e Tarantini”. La Finanza, per smentire Tarantini che dice ai pm nel 2009: “I miei contatti con Finmeccanica furono tutti grazie a Rino Metrangolo” riporta una telefonata del 5 dicembre del 2008 nella quale Tarantini chiede a Berlusconi se Bertolaso era rimasto contento del loro incontro, favorito da Cavaliere, e Berlusconi risponde: “Non ne abbiamo parlato. Invece ho fissato un appuntamento per martedì con Guarguaglini per quella cosa”. La Finanza riporta anche una telefonata del 10 dicembre nella quale Berlusconi dice: “Ho visto Guarguaglini e poi ti riferisco”. E poi una telefonata del 5 febbraio 2009 nella quale, scrive la Finanza, “a rassicurare definitivamente Tarantini ci pensava lo stesso Berlusconi che lo informava di avere parlato con Guarguaglini, il quale gli aveva assicurato che le trattative stavano proseguendo regolarmente”. Segue la trascrizione della telefonata nella quale Berlusconi dice a Tarantini: “Ora ho parlato personalmente”. Tarantini lo interrompe e si fa richiamare sul fisso di casa. Precauzione inutile. È intercettato pure quello.

Benzina drogata: scoperto ad Ancona il nuovo sistema dei trafficanti

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Immersa nel gasolio del serbatoio così i trafficanti trasportavano la droga in Italia. Ha scoprirlo sono stati gli agenti della Guardia di Finanza, in collaborazione con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Martedì scorso è stata individuata un’auto proveniente dalla Grecia con a bordo un albanese di 21 anni e un suo amico che avevano dichiarato di essere diretti a Perugia da alcuni parenti.

Le Fiamme Gialle hanno però deciso di smontare l’auto, scoprendo così un ingegnosissimo sistema di occultamento di 11 chilogrammi di marijuana, di non facile individuazione. La sostanza stupefacente infatti, pressata dentro 19 bottiglie in plastica, era stata lasciata galleggiare nel serbatoio del mezzo, una Peugeot 307.

Una volta immesso sul mercato, il carico avrebbe permesso di guadagnare oltre 100.000 euro. L’albanese, che aveva tentato di eludere i controlli delle unità cinofile impregnando le bottiglie di gasolio, è stato arrestato e condotto in carcere con l’accusa di traffico internazionale di sostanze stupefacenti. L’amico è stato ritenuto estraneo alla vicenda.

In manette Fabrizio Piscitelli, leader degli ultrà laziali

Fabrizio-Piscitelli-Diabolik-droga-tuttacronacaE’ “Diabolik” il soprannome del 47enne Fabrizio Piscitelli, storico leader degli ultrà della Lazio finito oggi in manette a Roma. L’arresto è stato effettuato dalla Guardia di Finanza. Piscitelli é ritenuto a capo di un’organizzazione di trafficanti di droga. Le Fiamme gialle hanno inoltre arrestato altre sei persone e sequestrato 500 chili di hashish, per un giro d’affari di cinque milioni di euro. Il traffico si svolgeva lungo l’asse Spagna-Italia.

La guerra dei RIVA: fermi gli impianti e prossimi i licenziamenti

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Dopo il sequestro dei beni e dei conti correnti per un ammontare di 916 milioni di euro operato dalla Guardia di finanza nell’ambito dell’inchiesta tarantina per disastro ambientale nei confronti del gruppo Riva, oggi arriva la contromossa che prevede, da domani, di mettere “in libertà” circa 1400 addetti che operano nelle 13 società riconducibili alla famiglia. In una nota si legge:

Riva Acciaio conferma la cessazione da oggi di tutte le attività dell’azienda, esterne al perimetro gestionale dell’Ilva, e relative a sette stabilimenti in cui sono impiegati circa 1.400 persone. La decisione viene motivata con il sequestro preventivo penale del Gip di Taranto.

«Tali attività non rientrano nel perimetro gestionale dell’Ilva – prosegue l’azienda – e non hanno quindi alcun legame con le vicende giudiziarie che hanno interessato lo stabilimento Ilva di Taranto. La decisione, comunicata al custode dei beni cautelari, Mario Tagarelli, e illustrata alle rappresentanze sindacali dei diversi stabilimenti coinvolti, si è resa purtroppo necessaria poiché il provvedimento di sequestro preventivo penale del Gip di Taranto, datato 22 maggio e 17 luglio 2013 e comunicato il 9 settembre, in base al quale vengono sottratti a Riva Acciaio i cespiti aziendali, tra cui gli stabilimenti produttivi, e vengono sequestrati i saldi attivi di conto corrente e si attua di conseguenza il blocco delle attività bancarie, impedendo il normale ciclo di pagamenti aziendali, fa sì che non esistano più le condizioni operative ed economiche per la prosecuzione della normale attività. Riva Acciaio impugnerà naturalmente nelle sedi competenti il provvedimento di sequestro, già attuato nei confronti della controllante Riva Forni Elettrici e inopinatamente esteso al patrimonio dell’azienda – conclude l’azienda -, in lesione della sua autonomia giuridica, ma nel frattempo deve procedere alla sospensione delle attività e alla messa in sicurezza degli impianti cui seguirà, nei tempi e nei modi previsti dalla legge, la sospensione delle prestazioni lavorative del personale a esclusione degli addetti alla messa in sicurezza, conservazione e guardiani degli stabilimenti e dei beni aziendali».

 

 

Hashish… in fumo! Bruciano un carico dopo esser stati beccati

rogo-hashish-tuttacronacaEra iniziata quattro giorni fa un’operazione antidroga coordinata dal Comando operativo aeronavale di Pomezia (Pratica di Mare) della Guardia di Finanza che, con unità aeronavali d’altura, hanno monitorato la ’’Gold Star’’, una motonave battente bandiera della Tanzania, con a bordo oltre 30 tonnellate di resina di hashish. La notizia della presenza di un carico di droga in navigazione nel Mar Mediterraneo era giunta dal II reparto del comando generale, attraverso la direzione centrale servizi Antiroga. Ieri, nel pomeriggio, il cargo è stato raggiunto dalle unità navali delle Fiamme Gialle nel tratto di mare compreso fra Capo Passero (Sr) e Malta. I finanzieri hanno tentato l’abbordaggio a seguito dell’autorizzazione dello Stato di bandiera. A bordo della “Gold Star” si trovavano nove membri dell’equipaggio, di nazionalità siriana e greca, che hanno reagito appiccando un incendio a bordo, con lo scopo di distruggere il carico. Si sono quindi gettati in mare, dove sono stati ripescati dalle unità navali per venire poi sottoposti a stato di fermo. Le autorita’ competenti sono state immediatamente allertate per domare l’incendio e garantire la sicurezza della navigazione.

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Quegli scontrini dimenticati!

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A Roma e provincia la memoria è corta e il 70,86% di commercianti dimentica facilmente di fare lo scontrino o di emettere ricevuta fiscale. Il dato è emerso dopo attente verifiche compiute dalla Guardia di finanza tra sabato e domenica nell’ambito del «Piano straordinario di controllo economico del territorio»: su 779 ispezioni, sono state contestate 552 violazioni.

I controlli della Finanza hanno riguardato anche l’abusivismo e la vendita di prodotti contraffatti: nel fine settimana sono stati sequestrati 7.500 pezzi e denunciati 25 venditori. Numeri che vanno ad aggiungersi agli oltre 16 milioni di merci falsificate o pericolose già bloccate dai finanzieri capitolini nei primi otto mesi del 2013 (sei milioni solo tra luglio e agosto), per il cui commercio sono stati denunciati 527 venditori, mentre altri 211 hanno ricevuto una contravvenzione.

Gelateria chiusa per tre giorni: sanzione di evasione di 1 euro e 50

gelateria-evasione-chiusura-lasmeralda-tuttacronacaResterà chiusa per tre giorni, da venerdì 30 agosto a domenica 1 settembre, una gelateria nel centro di Olbia per una sanzione di evasione fiscale di € 1,50. A raccontare il caso è il sito Olbianova.it che spiega come la proprietaria Mirella Manzotti, residente a Bergamo, abbia collezionato 4 verbali per scontrini non emessi in cinque anni. Fatale è stato l’ultimo, sufficiente a far scattare lo stop deciso dall’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti: secondo la norma sono sufficienti 4 scontrini non emessi in cinque anni per ordinare il “fermo”. E non importa che l’importo sia esiguo: due scontrini da 1 euro, uno da 6,50 e uno da 1 euro e 50. 10 euro in totale, per una sanzione di 1 euro e 50 tra Iva (al 10%) non versata e spese accessorie. Decretando lo stop, però, lo Stato perderà almeno € 500 di euro, in quanto non incasserà l’iva per il mancato introito del fine settimana della gelateria previsto in circa 6 mila euro. “Io ho protestato presso la Guardia di Finanza di Olbia, che mi ha comminato le multe sugli scontrini, ma mi hanno risposto che loro non possono farci niente e che è troppo tardi. Avrei dovuto fare tutto tramite il tribunale di Milano” ha spiegato la proprietaria 32enne della Smeralda, una delle più avviate gelaterie artigianali della città. La famiglia bergamasca ha aperto l’attività al Corso Umberto 18 anni fa, per ironia della sorte proprio di fianco all’ex palazzo della Finanza. “Già è stata una pessima stagione – ha aggiunto – stiamo in piedi malgrado le perdite che si sommano ogni mese che passa. Beninteso, non voglio nessun regalo e sono pronta a pagare il mio debito ma spostatemi anche solo di 15 giorni la chiusura forzata. Chiudendo tutto questo fine settimana perderemo l’incasso che avrebbe bilanciato le perdite subite!”

Cassa integrazione da 7mila euro al mese… e intanto lavorano altrove

piloti-cassintegrazione-tuttacronacaRicevevano circa 7mila euro al mese, approssimativamente l’80% della loro ultima retribuzione, dagli Istituti Provvidenziali competenti i 15 piloti aerei in cassa integrazione che continuavano a lavorare presso altre compagnie aeree sebbene beneficiassero di consistenti trattamenti previdenziali da quella di appartenenza. Tra questi trattamenti la Cassa Integrazione Guadagni Straordinari, l’Indennità di mobilità e il trattamento previdenziale dello speciale Fondo Trasporto Aereo. E’ stata la Guardia di Finanza di Verona a smascherare i piloti che, nel frattempo, si erano fatti assumere da altre compagnie non italiane, tutte con sede principale presso paesi del Medio e dell’Estremo Oriente, con retribuzioni mensili pari mediamente a circa ottomila euro. Già nel 2011 erano stati accertati alcuni casi e ora ne sono emersi altri di piloti, tutti dipendenti di compagnie aree nazionali, indebiti percettori di trattamenti previdenziali. Il totale di trattamenti previdenziali indebitamente percepiti tra il 2009 e il 2013 dai quindici soggetti ammonta a circa 850.000 euro. L’indagine sulla truffa ai danni dell’Inps ha progressivamente comportato la denuncia dei 15 indebiti percettori alla competente Autorità Giudiziaria, interessando 8 Procure della Repubblica per le ipotesi di reato di indebita percezione di erogazione a danno dello Stato e di truffa ai danni dello Stato. Tra le 15 persone, il caso più eclatante è quello di un pilota che per un arco di circa due anni non solo ha percepito la Cassa Integrazione da una compagnia aerea italiana per un totale di 175.000 euro ma anche 161.000 euro da una compagnia aerea del Medio Oriente presso la quale era stato assunto in qualità di comandante.

Sotto la sabbia dell’economia sommersa, emergono 17,5mld

lavoro nero-tuttacronaca

Cosa c’è sotto la sabbia della nostra economia sommersa? Un fiume sconosciuto in cui navigano professionisti e imprenditori. Un torrente sotterraneo che grazie al redditometro è stato scoperto dalla Guardia di Finanza e che da gennaio a oggi ha fruttato redditi per un ammontare pari a 17,5 miliardi di euro. Sono 4933 le persone che al momento risultano indagate dalle Finanza e per 1771 professionisti è già scattata la denuncia per omessa dichiarazione dei redditi.

«Si tratta – spiegano alla Guardia di Finanza – di soggetti che, pur svolgendo attività imprenditoriali o professionali, erano completamente sconosciuti al Fisco ed hanno vissuto alle spalle dei contribuenti onesti, usufruendo di servizi pubblici che non hanno mai contribuito a pagare, intestando spesso beni e patrimoni a prestanome o a società di comodo».

Chi naviga in questo fiume di lavoro in nero?

Si va dallo sfruttamento dell’immigrazione clandestina alle frodi in danno del sistema previdenziale.

Anche qui, nel 2013, le operazioni messe a punto dalla Guardia di Finanza restituiscono numeri impressionanti: scoperti 19.250 lavoratori irregolari, di cui 9.252 impiegati completamente in nero, da parte di 3.233 datori di lavoro. Non accennano a diminuire i fenomeni di «caporalato» collegati a gravi forme di violazione dei diritti dei lavoratori, generalmente immigrati e clandestini, sottopagati e costretti a lavorare in condizioni precarie ed in violazione delle norme di sicurezza. Senza contare  la  lunga serie di irregolarità connesse all’applicazione di forme contrattuali atipiche o flessibili come collaborazioni coordinate e continuative e contratti part-time.

 «L’economia sommersa e lo sfruttamento dei lavoratori oltre a danneggiare le casse dello Stato – spiegano ancora dalla Guardia di Finanza – alterano le regole del mercato, creando un illecito vantaggio competitivo ai danni dei contribuenti onesti». Altri fenomeni strettamente connessi all’economia sommersa ed allo sfruttamento del lavoro irregolare sono la produzione ed il commercio di falsi. Sempre, dall’inizio dell’anno, sono stati sequestrati 64 milioni di prodotti contraffatti con oltre 5 mila responsabili denunciati (e 50 arrestati). L’«industria del falso» muove milioni di euro: in 6.500 operazioni di controllo del territorio ed indagini anticontraffazione, in media 30 al giorno, le fiamme gialle hanno ritirato dal mercato 34 milioni di prodotti tarocchi, 27 milioni di prodotti pericolosi e quasi 3 milioni di falsi «made in Italy». Il giro di affari sottratto all’economia criminale ha un valore stimabile in oltre 700 milioni di euro. E, nel ricostruire la filiera di produzione dei falsi, le Fiamme Gialle hanno inoltre individuato 400 imprese illecite adibite ad opifici e depositi.

Da dove arriva l’erba che si fuma in Italia?

lazarat-marijuana-tuttacronaca

Sarebbero circa 500 piantagioni di marijuana con un raccolto da mille tonnellate che finisce in Italia e vale sul mercato al dettaglio 4,5 miliardi di euro. La Guardia di Finanza esplorando dall’alto l’Albania,  con un aereo P166DP1 del Comando Operativo Aeronavale, ha evidenziato il caso della città Lazarat, nella zona montana a sud del Paese, che da sola presenta 319 ettari di terreno coltivati a cannabis, il 90% del totale censito.

Scatta l’operazione fisco da Capri a Portofino, nel mirino i locali dei vip

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Agosto bollente, anzi rovente per i gestori dei locali per vip! Controlli a tappeto dell’Agenzia delle Entrate  e da Capri a Portofino, è scattata, tra venerdì sera e le prime ore di domenica mattina, una maxi operazione della Guardia di Finanza.

L’operazione ha riguardato a Capri 15 esercizi tra discoteche, gioiellerie, spa, bar e ristoranti; a Portofino e Santa Margherita Ligure 10 locali tra discoteche, gioiellerie, spa, bar e ristoranti; a Porto Cervo e Porto Rotondo 14 locali tra discoteche di cui alcune con lido, ristorante e bar inclusi), gioiellerie e spa. A Iesolo e Sottomarina di Chioggia in Veneto i controlli hanno riguardato 26 tra discoteche, ristoranti, bar, gioiellerie e spa. Numerosissime le località toccate dai controlli in Puglia che hanno riguardato 36 esercizi: Monopoli, Molfetta, Bari, Torre a Mare, Margherita di Savoia, Bisceglie, Barletta, Fasano, Ostuni, Mesagne, Peschici, Vieste, Mattinata, Siponto, Lecce, Gallipoli, Porto Cesareo, Cutrofiano, Taranto, Leporano. Nel mirino del fisco in Sicilia sono invece finiti 5 esercizi tra Taormina, Cefalu’, Catania.​ Per i locali notturni i controlli sono avvenuti in collaborazione con agenti Siae.

I controlli sono stati effettuati dopo aver fatto verifiche preliminari che avevano evidenziato alcune anomalie.

Panettiere si finge morto da tre anni: un modo per non pagare le tasse

panettiere-morto-tuttacronacaE’ vivo e vegeto e gestisce una panetteria a Beinasco, nel Torinese. Però il 52enne Giovanni F. nel 2010 aveva fatto presentare una dichiarazione dei redditi in cui era dichiarato morto. Ora la verità è venuta a galla, a seguito di un incidente d’auto avvenuto a Nichelino, nell’hinterland del capologuo piemontese. L’uomo, che convive con una straniera, era andato infatti a sbattere in auto contro la palina segnaletica di un autobus con una Ford Escort non assicurata. La vettura, troppo danneggiata per ripartiere, viene abbandonata sul posto. I vigili raccolgono alcune testimonianze secondo le quali al volante c’era un uomo. La polizia municipale, dopo alcuni appostamenti, riesce a risalire dall’intestataria della vettura, una straniera, al suo convivente, alla guida al momento dell’incidente. A questo punto, nell’ufficio tributario del Comune, la sorpresa: Giovanni F. risulta morto da 3 anni… durante i quali è riuscito così a non pagare le tasse. Ora il caso passerà alla Guardia di Finanza. A mettere i vigili sulle tracce dell’evasore datosi per morto, anche un biglietto che l’uomo prima di scappare aveva lasciato in un bar vicino al luogo dell’incidente. Sul foglietto l’uomo aveva segnato il numero di telefono della convivente, una moldava di 29 anni.

Calcio malato? Finanza in 41 sedi anche squadre di A e B

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Gli uomini della Guardia di Finanza si trovano nelle sedi di 41 squadre di serie A,B e minori per acquisire documentazione relativa ai contratti tra i club, calciatori e procuratori. L’indagine è condotta dalla Procura di Napoli è la prosecuzione di quella già iniziata nel 2012. Oggi si apprende che sono almeno 12 i procuratori coinvolti nell’indagine e i reati ipotizzati vanno dall’associazione a delinquere, evasione fiscale internazionale, fatture false e riciclaggio.

I contratti acquisiti – come si legge in una nota della Procura di Napoli – si riferiscono in particolare a rapporti fra club e calciatori rappresentati dai procuratori sportivi Alejandro Mazzoni e Alessandro Moggi. Tra le società perquisite anche Milan, Juventus, Napoli, Lazio, Inter, Roma e Udinese. L’inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto Melillo e dai pm Ardituro, Capuano, Ranieri e De Simone.

L’elenco delle società nelle cui sedi hanno operato i finanzieri comprende anche Parma, Pescara, Palermo, Atalanta, Juve Stabia, Benevento, Genoa, Catania, Spezia, Piacenza, Livorno, Bari, Vicenza, Siena, Reggina, Chievo, Cesena, Grosseto, Gubbio, Lecce, Ternana, Sampdoria, Triestina, Fiorentina, Portogruaro, Brescia, Mantova, Torino e Albinoleffe. L’inchiesta, si evince dalla comunicazione della Procura, riguarda anche alcune società straniere di cui non sono stati resi noti i nomi.

Sono oltre 50 gli accordi tra società di calcio, procuratori e giocatori su cui sta indagando la Guardia di Finanza: tra questi ci sono quelli dell’ex attaccante del Napoli Lavezzi e del centrocampista del Milan Nocerino. Tra gli altri anche quello di Ciro Immobile e di Giuseppe Sculli.

La triplice scorta della Kyenge che si fa largo a suon di clacson

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Sembra un film, l’arrivo del ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge a Milano come viene narrato da alcuni cittadini, passanti e avventori di un mercato rionale che in pochi minuti hanno assistito a un carosello di tre auto a velocità sostenuta tra le vie del quartiere Niguarda, con sirene e paletta fuori dal finestrino. Il ministro era infatti atteso a Villa Clerici per un’iniziativa per la giornata mondiale contro lo sfruttamento del lavoro minorile e a quanto sembra, le auto, aperte da una vettura della Guardia di Finanza, hanno anche percorso alcuni metri in contromano di un tratto della via Terruggia, per raggiungere il luogo dell’evento.

“E’ necessario che il governo intervenga, richiamando ufficialmente il ministro Kyenge a un uso più civile della scorta e che le ricordi che è ministro qui in Italia e non in Congo, dove i potenti di turno sono avvezzi a scorrazzare con le sirene spianate“. Ha commentato Massimiliano Bastoni, consigliere comunale della Lega Nord a Palazzo Marino.

“Per essere da poco diventata ministro italiana la signora Kyenge dimostra di avere imparato bene i difetti della nomenclatura politica romana, ossia: arroganza, uso smodato di una triplice scorta armata, dispendio di denaro pubblico”, ha aggiunto. Per l’esponente del Carroccio “la reazione dei cittadini di Niguarda, che anche recentemente hanno denunciato una mancanza delle forze dell’ordine sul territorio, di fronte a questi atti sfrontati, è encomiabile”.

Mentre su twitter Matteo Salvini, scriveva: “La signora Kyenge stamattina arriva a un mercato di Milano, con 3 auto blu di scorta, sirene e palette. La gente la contesta e le urla “vergogna”. Come mi dispiace, sicuramente la signora Boldrini farà subito un comunicato in difesa della poverina…”.

La proposta shock di Grillo per l’Ilva

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Il piano di Grillo per uno dei più grandi scandali italiani parte dalla chiusura dell’area a caldo, arriva al reimpiego dei lavoratori nella bonifica e la garanzia di un reddito di cittadinanza per tutti gli altri. E’ il deputato M5S Diego De Lorenzis a spiegare: “L’area a caldo, incompatibile con la salute, deve essere chiusa: è impossibile effettuare una bonifica ambientale mantenendo attiva la fonte inquinante”. I parlamentari pentastellati saranno sabato prossimo, alle ore 18, a Taranto per incontrare i cittadini nell’ottica di una partecipazione pubblica e di una discussione in merito alle prospettive dell’impianto siderurgico Ilva.

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