Scontri tra politici di centrodestra: Twitter diventa un ring

boxing-ring-tuttacronacaNon si affievoliscono gli scontri tra i partiti di Centrodestra e ormai invadono anche la Rete. Nella serata di ieri Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia e l’ex ministro alle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo (Ncd) si sono scontrate nel corso della trasmissione Quinta Colonna con la prima che ha accusato il Nuovo Centrodestra di aver votato, insieme ad altri partiti, un emendamento per bocciare la legge FDI che tagliava le pensioni più alte, La De Girolamo ha replicato: “Io parlo per me, da ministro ho rinunciato alla doppia indennità, tu da ministro hai preso un supplemento: io no”. La polemica si è poi trasferita su Twitter: “Meloni iniziasse a restituire lo stipendio preso da ministro per 4 anni. Io ho rinunciato #Buonesempio”, scrive l’ex ministro all’Agricoltura, riferendosi a quando il leader di Fratelli d’Italia era ministro per le Politiche giovanili. La Meloni ribatte a stretto giro: “A te lo ha imposto Letta. E, aggiungo, viste le tue dimissioni, dovresti riflettere se restituirlo interamente, lo stipendio”. Altro tema e altro scontro: si parla del risultato alle Regionali in Sardegna, che ha visto vincere il Centrosinistra. “Sardegna conferma, più coraggio nella scelta dei candidati, demenziale megalomania di chi rompe e fa partiti di idioti dannosi”, twitta Maurizio Gasparri. Il riferimento viene colto da Roberto Formigoni: “Con la sconfitta non c’entra niente chi nell’ultimo comizio ha esaltato Renzi e insultato Ncd?”, chiede polemico. Rapida la risposta di Gasparri: “Non esalto Renzi, tu ne sarai sostenitore”. Ma Formigoni torna sull’argomento: “Diciamolo, in Forza Italia sono tutti inc…con Berlusconi per la sua esaltazione di Renzi e insulto a Ncd a chiusura campagna. Povero Cappellacci”.

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La politica social… che tristezza!

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Sicuramente in 140 caratteri non si può scrivere un pensiero articolato, non si riesce a entrare nel profondo degli argomenti e a dialogare esprimento compiutamente il proprio pensiero, ma certo che le frasi – e più spesso – gli insulti che si trovano in rete lasciano riflettere sul grado di capacità che ancora il genere umano ha per argomentare le proprie ragioni. Nella rete del battibecco mediatico oggi sono caduti anhce Roberto Formigoni, senatore del Nuovo centrodestra, che ha attaccato Gasparri (Forza Italia). Dopo gli insulti volati tra Alfano e Berlusconi sembra ripetersi quello scontro a destra tra “utili idioti” come apostrofati dall’ex premier a i “puri e fedeli” rimasti al fianco del Cavaliere. Leggendo le frasi però, sia da un lato che dall’altro dei politici italiani che ormai sono diventati sempre più social si resta attoniti davanti a frasi che non sono nè taglienti, né sarcastiche ma che esprimono solo, (forse per limitazione del mezzo) tristezza per quel clima politico davvero ridotto a mero pettegolezzo.

 

Gasparri indagato per peculato: i soldi “in prestito” dai fondi Pdl per un’assicurazione

maurizio-gasparri-tuttacronacaE’ stato notificato, dai militari del nucleo speciale di polizia valutaria della guardia di finanza, un avviso di chiusura indagini nei riguardi del senatore Maurizio Gasparri a cui viene contestato il reato di peculato, in qualità di presidente del gruppo Pdl al Senato. A firmare il provvedimento, il procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone, gli aggiunti Rossi e Caporale e i sostituti procuratori Orano e Pioletti. Nei mesi scorsi il senatore era finito nel mirino della procura capitolina per un presunto prelievo di 600mila euro dai conti del Pdl e ora rischia il processo per l’accusa di peculato. Secondo la Procura di Roma avrebbe versato tale cifra su un suo conto, per poi intestarsi una polizza sulla vita. Ancora stando a quanto sostiene l’accusa, Gasparri avrebbe il 1 febbraio di quest’anno proceduto “al riscatto anticipato della polizza e alla restituzione dei 600mila euro al gruppo Pdl al Senato, a seguito di specifiche richieste della direzione amministrativa del gruppo”. Nel capo d’imputazione si legge che la polizza è stata liquidata nel febbraio scorso “in 610.697,28 euro”. Scrivono ancora i pm che, in seguito, la somma di 600mila euro fu restituita da Gasparri in due tranche con due distinti bonifici da 300mila euro fatti il 20 febbraio e il 12 marzo scorsi. L’inchiesta dalla quale è scaturita la notifica di chiusura indagini al politico riguardava la gestione amministrativa del gruppo Pdl al senato negli ultimi due anni. Per questo troncone la Procura di Roma ha chiesto l’archiviazione per lo stesso Maurizio Gasparri e per Gaetano Quagliariello, quest’ultimo in veste di vicepresidente del gruppo Pdl al Senato. Per i pm per i fatti esaminati “non deve essere esercitata l’azione penale”. Da parte sua, Gasparri ha commentato in Twitter: “Non mi sono appropriato di nulla, ho la coscienza tranquilla, come sempre, ho operato con correttezza nell’interesse del gruppo Forza Italia”. Ha quindi offerto qualche ulteriore informazione sull’accaduto: “L’operazione mi è stata proposta dalla banca che ha i suoi uffici in Senato, ogni euro è stata utilizzato per le finalità del gruppo. Mi auguro che questa storia così sgradevole, i cui termini francamente riesce difficile capire,possa essere chiarita e definita al più presto”.

La doppia faccia di Alfano: vuole l’aiuto dell’Europa… ma anche no!

alfano-frontex-tuttacronaca“Noi abbiamo un sistema che si chiama Frontex, che è un sistema di protezione delle frontiere. Noi vogliamo vedere gli aerei e le navi che proteggono quella frontiera e lo vogliamo fare perché pensiamo che questo sia il modo migliore per evitare i morti, altrimenti noi faremo sempre degli inutili pianti sulle bare senza riuscire a fare nulla di concreto”. A dirlo era stato il ministro dell’Interno Angelino Alfano, solo alcuni giorni fa. Una frase che dovrebbe gettare un raggio d’ottimismo nella battaglia. Peccato che, a quanto pare, restano solo parole. Come quella rappresentazione di un’Italia che fa la voce grossa contro l’Europa invocando che ci si prenda carico della gestione dell’emergenza immigrazione nel Mediterraneo. Ma cosa ne pensa la Ue al riguardo? Ha ascoltato gli appelli lanciati dal governo Letta e, nel corso dell’ultimo gruppo di lavoro del Consiglio Ue sulle frontiere, l’Esecutivo di Bruxelles ha presentato una serie di proposte per riformare Frontex, l’agenzia Ue di sorveglianza alle frontiere. Una delle indicazioni era di conferire a quest’agenzia la competenza esclusiva per il coordinamento delle operazioni di ‘search and rescue’ (localizzazione e salvataggio) dei barconi dei migranti. La proposta è stata rigettata dall’Italia, nonchè da Grecia, Malta, Francia, Spagna. Ossia tutte le nazioni più interessate dagli sbarchi. Il motivo lo spiega l’Huffington Post: “A Bruxelles in pochi hanno dubbi: sulle politiche di lotta all’immigrazione clandestina ogni Stato vuole avere le mani libere e non essere soggetto a normative europee. Finora, infatti, i paesi europei hanno potuto scegliere le proprie strategie con la massima libertà, con l’unico faro di riferimento internazionale che è dato da convenzioni come quella di Ginevra. Convenzioni che è difficile fare rispettare. Diverso il discorso se da domani dovesse intervenire l’Europa, con il doppio controllo di Commissione e Corte Ue. Basti ricordare quanto successe col governo Berlusconi con i respingimenti in mare: la commissaria Malmstrom ne chiese pubblicamente lo stop, ma non poté far nulla per mancanza di poteri in merito da parte dell’Esecutivo. Poteri che ora proprio la Malmstrom rivendica, facendo seguito (ironia del caso) alla richiesta dell’Italia di un maggiore impegno Ue sul fronte immigrazione”. E se la delegazione del Pd nel Parlamento Europeo aveva chiesto che il governo appoggiasse la proposta della Commissione, da Bruxelles fanno sapere che proprio il ministro dell’Interno Alfano è stato chiaro con l’Ue nel dire che i poteri in materia di controllo delle frontiere devono restare di competenza esclusiva del nostro Paese. Salvo poi, rivolgendosi a tutti i cittadini, dire che “abbiamo un sistema che si chiama Frontex”.

Gasparri e i cialtroni che contestano Alfano

maurizio-gasparri-tuttacronacaSi sono svolti i funerali per le vittime dei naufragi di Lampedusa, oggi, ad Agrigento. E nell’occasione alcuni dei presenti hanno intonato slogan e contestato il ministro degli Interni Angelino Alfano, obbligato ad allontanarsi scortato dalla sicurezza. Al riguardo, Maurizio Gasparri, suo collega di partito e Vicepresidente del Senato, ha detto: “Alfano ha dimostrato capacità ed equilibrio insieme a tutto il Viminale e alle forze dell’ordine sia in occasione delle tragedie di Lampedusa che della manifestazione di Roma. Chi lo ha contestato è un cialtrone e un farabutto”.

Reato di clandestinità: Grillo ha bacchettato i suoi… e Dario Fo bacchetta lui

Fo-Grillo-Clandestinità-tuttacronacaLa Stampa intervista Dario Fo e il Nobel non risparmia una critica a Beppe Grillo dopo che il semplice portavoce del M5S ha sconfessato i suoi parlamentari che hanno presentato l’emendamento sul reato di clandestinità: “Ci sono rimasto male, tutti quelli di sinistra ci sono rimasti male leggendo quel post”. E spiega: “Beppe ha sbagliato e, credo, ha anche capito ieri sera tardi (nella notte di giovedì, ndr) di avere esagerato. Da quello che so se ne è reso conto, e c’è chi gliel’ha detto in modo franco”. Fo aggiunge quindi: “Io sono sempre stato chiaro e non li ho mai adulati”, anzi, “mi sono scagliato duramente verso tutti e due (Grillo e Casaleggio)” sul tema dell’immigrazione perché non considerano “tra le altre cose, il grandissimo utile che viene all’Italia dall’arrivo di questi profughi. Non è solo una questione etica, ho detto. E’ un’opportunità per noi italiani”.

I pentastellati fanno disperare Grillo? “Stop a clandestinità, non è nel programma”

beppe-grillo-reatoimmigrazione-tuttacronacaIeri i senatori del Movimento 5 Stelle Buccarella e Cioffi hanno presentato un emendamento contro l’abolizione del reato d’immigrazione clandestina, che poi è stato approvato dalla commissione giustizia al Senato. Oggi i leader del movimento, Grillo e Casaleggio, hanno pubblicato un post a doppia firma sul blog, sconfessando i due pentastellati, ricordando che il “M5S non è nato per creare dei dottor Stranamore in parlamento senza controllo”. Scrivono il semplice portavoce e il guru: “Ieri è passato l’emendamento di due portavoce senatori del MoVimento 5 Stelle sull’abolizione del reato di clandestinità. La loro posizione espressa in Commissione Giustizia è del tutto personale. Non è stata discussa in assemblea con gli altri senatori del M5S, non faceva parte del Programma votato da otto milioni e mezzo di elettori, non è mai stata sottoposta ad alcuna verifica formale all’interno. Non siamo d’accordo sia nel metodo che nel merito. Nel metodo perché un portavoce non può arrogarsi una decisione così importante su un problema molto sentito a livello sociale senza consultarsi con nessuno. Il M5S non è nato per creare dei dottor Stranamore in Parlamento senza controllo. Se durante le elezioni politiche avessimo proposto l’abolizione del reato di clandestinità, presente in Paesi molto più civili del nostro, come la Francia, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti, il M5S avrebbe ottenuto percentuali da prefisso telefonico. Sostituirsi all’opinione pubblica, alla volontà popolare è la pratica comune dei partiti che vogliono “educare” i cittadini, ma non è la nostra. Il M5S e i cittadini che ne fanno parte e che lo hanno votato sono un’unica entità. Nel merito questo emendamento è un invito agli emigranti dell’Africa e del Medio Oriente a imbarcarsi per l’Italia. Il messaggio che riceveranno sarà da loro interpretato nel modo più semplice “La clandestinità non è più un reato“. Lampedusa è al collasso e l’Italia non sta tanto bene. Quanti clandestini siamo in grado di accogliere se un italiano su otto non ha i soldi per mangiare?”. Non sono mancate le prime reazioni. A partire dal Pdl con Maurizio Gasparri, vicepresidente a Palazzo Madama, che ha commentato il post su Twitter:
gasparri-clandestinitiàAnche la Lega, attraverso il senatore Massimo Bitonci, è entrata nel merito. Riguardo alle parole di Grillo e Casaleggio, vengono bollate come una “dichiarazione molto in ritardo. In commissione è successo un fatto estremamente grave perché i proponenti dell’emendamento sono del M5S. Ora chiediamo a Grillo e a Casaleggio e agli esponenti del M5S di firmare loro il nostro emendamento che ripristina il reato di immigrazione clandestinà”.

L’Imu della discordia… 9 ipotesi e 1000 polemiche!

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Una casa è una macchina per abitare diceva Le Corbusier, in Verso una architettura, ma oggi sembra che una casa sia una risorsa indispensabile per il governo affinchè il bilancio torni a quadrare e così torna lo spettro dell’Imu sulla prima casa, naturalmente sarà solo per pochi e molto salata. Secondo Saccomanni infatti l’ipotesi di esenzione totale dell’Imu sulla prima casa “non sembra pienamente giustificabile sul piano dell’equità ed efficienza del tributo”. Invece è molto equo dire alcuni cittadini la pagano e altri no?

Arrivano 9 ipotesi, consultabili online in cui vengono anche indicati pro e contro di ogni proposta.  In sostanza si vogliono porre delle aliquote progressive in base ai componenti della famiglia e al valore dell’immobile.

In sostanza si evince dal documento che “Sotto il profilo dell’efficienza, le imposte immobiliari sono preferibili alle imposte sui fattori produttivi (lavoro e capitale) perché minimizzano l’impatto negativo delle imposte sulla crescita economica e hanno effetti meno distorsivi sull’utilizzo dei fattori produttivi e sull’accumulazione del capitale”. Sotto il profilo dell’equità si rileva come “il possesso dell’abitazione principale è uno dei fattori per la definizione della condizione economica dei contribuenti e la relativa capacità contributiva”. Quindi per cercare di intervenire sul lavoro si tartasseranno i pensionati e le famiglie che hanno voluto investire in una casa per assicurare il futuro ai propri figli. Si deprimerà ancora maggiormente il mercato immobiliare per cercare di far leva su un mondo industriale che sembra sempre più volto a cedere il passo. Tra le ultime dichiarazioni di Marchionne che affermava che in Italia non si può fare industria e la vendita di aziende rilevanti come patrimonio storico, ad esempio Loro Piana, sembra la strada davvero più ardua per cercare una ripresa aziendale. Con l’Imu sicuramente si deprimeranno anche i consumi delle famiglie italiane che saranno colpite dalla tassazione, oltre che ha creare ulteriori tensioni sociali tra chi pagherà l’odiosa tassa e chi invece ne sarà esentato.

Un documento che immediatamente scatenato le reazioni dei maggiorenti del Pdl, il primo a parlare è Maurizio Gasparri che dice: “”Basta balletti sull’ imu. Va tolta sulla prima casa o il governo rischia. Serietà e coerenza. L’imu sulla prima casa si toglie e basta”. Il capogruppo alla Camera Renato Brunetta aggiunge: “Non è più il momento delle rassegne; non è più il momento delle ipotesi. È Ormai il tempo delle proposte: chiare politicamente, responsabili finanziariamente e utili per l’economia del nostro paese. Ci auguriamo che arrivino quanto prima”.

Imu chi colpirà? Una proposta per la stangata sui villini.

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Imu così si chiama il nuovo incubo italiano. Un governo che cerca soluzioni al bilancio e che non può però rinunciare alla tassa più odiata dagli italiani (anche perché probabilmente c’è chi su questa tassa ci impiantato un’intera campagna elettorale e ha concorso a farne lo stendardo di ogni lotta). Che la tassa, così come era formulata, non potesse essere riproposta era sotto gli occhi di tutti, il problema era trovare come rideterminare l’Imu e consentire comunque un afflusso di risorse nelle casse statali. Sembra proprio che non ci possa essere nulla che garantisca allo stato in tempi brevi e con flussi certi di sostituire la tassa sulla casa. Così tra le tante ipotesi al vaglio c’è anche quella che esenterebbe i cittadini che pagano meno di 600 euro. E chi colpirà? I proprietari di villini! In questo modo nove italiani su dieci sarebbero esentati, ma ci sarebbero coloro che pagherebbero quasi il doppio. Alla prossima proposta chi sarà colpito?

Aggiornamento: 

Sembrerebbe scongiurato il pericolo di una stangata sui villini, almeno da quanto si apprende dalle fonti di palazzo Chigi. Al centro della polemica c’è il Pdl con Brunetta che sembra deciso a non voler abbandonare la lotta dietro cui si decide gran parte del futuro delle larghe intese.

«Solo con una terapia d’urto di questo tipo si può finalmente invertire la rotta», è la parola d’ordine del capogruppo del Pdl, Brunetta.

Mentre il presidente della commissione Esteri di Montecitorio, Fabrizio Cicchitto snocciola gli ultimi «dati odierni sul calo dei consumi e sul livello elevatissimo di pressione fiscale» per dimostrare ancora una volta che «c’è un problema di domanda e che in questo contesto va affrontato e risolto il problema dell’Imu».

I falchi del Pdl, per tenere alta la bandiera, non rinunciano poi ad andare all’attacco del ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, che per cancellare del tutto l’Imu dovrebbe trovare una copertura di circa 4 miliardi. Il ministro, affonda Maurizio Gasparri, è «assolutamente inadeguato al ruolo, il governo deve affrontare sfide difficili, che vanno sostenute con lealtà, e proprio per questo dico che ci vuole un ministro dell’Economia, non una figura grigia e inadeguata».

Politicamente scomodo: la Rai cancella “L’ultima parola” di Paragone

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Lunedì 24 giugno verrà presentato il prossimo palinsesto della Rai e, fa sapere Libero, non ci sarà spazio per L’ultima Parola, la trasmissione d’approfondimento politico in onda nella seconda serata del venerdì su Rai2. Sembra infatti che il suo conduttore, Gianluigi Paragone, sia “scomodo”:  “canterino e scanzonato, arrabbiato ed anti-casta, contro l’euro e contro l’Europa”. E non importa se lo share per una seconda sera era buono, meglio proporre a Paragone un programma di costume e tendenza, come starebbero valutando a viale Mazzini. Spiega ancora il quotidiano: “Magari una trasmissione musicale, assecondando così la passione per chitarre e microfono dell’ex direttore de La Padania, che nella sua L’Ultima Parola si esibiva alla chitarra elettrica (indimenticabile il giubbottino di pelle modello-Fonzie). L’idea è quella di offrire a Paragone la possibilità di raccontare storie attraverso la musica. Palese l’obiettivo: tenerlo lontano dall’informazione politica e disinnescare la sua battaglia anti-Casta. Paragone, accerchiato, raccoglie solidarietà su twitter. E risponde con un cinguettio: ‘Ringrazio per la stima che state dimostrando ancora una volta verso #ultimaparola e la sua redazione’.” Contro il conduttore, spiega Il Fatto Quotidiano, si sarebbero schierati alcuni esponenti del Pdl, tra cui Gasparri e Romani, che che avrebbero fatto pressioni sul dg di Viale Mazzini, Luigi Gubitosi. Sembra proprio che Paragone, entrato in Rai in quota Lega Nord per poi fare una “svolta grillina”, stia pagando questo suo mutamento visto come “tradimento” al Carroccio. La “pena”: la cacciata dal palinsesto del programma.

Alfano, nel “conflitto d’interessi” difendere la magistratura o Berlusconi, è confuso?

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“Non si mette in discussione il diritto sacrosanto di manifestare, ma di fronte a un sistema di attacchi contro la magistratura ci attenderemmo una reazione forte a difesa di un’istituzione dello Stato e quindi della democrazia”. Lo ha detto il presidente dell’Anm, Rodolfo Sabelli, a proposito della presenza del ministro Angelino Alfano alla manifestazione anti-toghe organizzata a Brescia dal Pdl.

Tempi duri per un ministro dell’Interno berlusconiano!

Contestazioni prima della manifestazione a Brescia: un ferito

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Mentre Alfano, “orgoglioso di partecipare” alla manifestazione di protesta contro i giudici, annuncia tramite tweet “Anch’io sarò a Brescia alle 17 a fianco del presidente Berlusconi e del sindaco Adriano Paroli” e viene assicurata anche la presenza del ministro per le Infrastrutture Lupi così come quella del ministro delle Riforme Quagliariello, sale la tensione tra centri sociali e manifestanti. Un militante del PdL, che si stava recando alla manifestazione, è stato “colpito a calci e pugni” in piazza vittoria e, quando racconta l’accaduto con il viso sanquinante, aggiunge “Se li vedo li riconosco”. Riguardo le contestazioni al PdL è poi intervenuto Gasparri, apostrofato con frasi del tenore di “fascista”, “vergogna” e l’invito “via da Brescia”, definendole ”frutto di maleducazione”, anche perché ”ci sono persone con il cervello marcio”. Il vicepresidente del Senato ha anche aggiunto ”Noi non lo faremmo mai in manifestazioni di altri”. Se Alfano si sente in dovere di replicare alle polemiche per la sua partecipazione, ”Leale al Paese, leale al governo, leale al Popolo della libertà. Per qualcuno è troppo, per me è giusto”, Gasparri, a Tgcom24, ribadisce la sua posizione: “Il fatto che una decina di persone di sinistra stiano qui ad urlare mentre la nostra gente non replica dimostra la differenza tra due popoli: il popolo del centrodestra positivo, pacifico e benpensante e una sinistra che urla e per questo perde le elezioni. Dico al Capo della polizia Marangoni di intervenire per garantire l’ordine a Brescia. Tollerare 20 persone che insultano è un atteggiamento gravissimo. Date a queste persone un’altra piazza per fare la loro manifestazioni. La nostra non è una manifestazione contro qualcuno, l’uso politico della giustizia non bloccherà un percorso che anche gli italiani stanno premiando”.

Gasparri condanna Grillo per l’attentato e Veltroni prende le difese del M5S

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«Urla, aizza, minaccia, esalta al qaeda e poi qualcuno spara. Chiare le colpe.Sappiamo chi ha incoraggiato i violenti. C’è chi ha se minato violenza, sappiamo bene chi sia, prima qualcuno delira poi arriva il disperato armato. C’è chi  ha invocato bombardamenti sui palazzi della politica poi uno va lì e spara ai carabinieri. Ci sono responsabilità evidenti. Un abbraccio ai carabinieri feriti. Avrà pure sparato un pazzo ma c’è gente che evoca violenza da troppi giorni in quelle vie di Roma».  Così il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri (Pdl), lancia accuse dai social network.
Infine, con un tweet, polemizza con Gianfranco Rotondi, suo compagno di partito, reo di aver preso le difese di Grillo affermando: «Nessuno speculi sulla vicenda di stamane con la sparatoria nei pressi di palazzo Chigi per associare il Movimento 5 stelle alla violenza. Il clima di attacco alla politica non è figlio di Grillo, al massimo ne ha tratto legittimamente vantaggio».

Secca la replica di Gasparri: «Solidarizza con i carabinieri, non con chi non lo merita».

Il Pdl si spacca quindi sulla sparatoria di Palazzo Chigi, con un Gasparri che, purtroppo, non riesce a guardare il disagio profondo che si vive in Italia. Sarebbe fin troppo facile e strumentale accusare Grillo che, al contrario, ha sempre professato la linea pacifica di protesta. La verità è che Gasparri non vuole vedere in faccia la gravissima condizione socio-economica che attanaglia il nostro Paese e si rifugia in un’accusa sterile e infondata.

Dal blog Grillo risponde seccamente:  «Ci discostiamo da questa onda che spero finisca lì perchè il nostro MoVimento non è assolutamente violento. Piena solidarietà alle forze dell’ordine e speriamo che sia un episodio isolato e rimanga tale».
Mentre in una nota congiunta i capigruppo del M5S Roberta Lombardi e Vito Crimi dichiarano «A nome di tutti i parlamentari del Movimento 5 Stelle esprimiamo la nostra ferma condanna per il folle gesto di violenza perpetrato poco fa davanti a Palazzo Chigi ed esprimiamo tutta la nostra solidarietà umana e civile ai tre Carabinieri in servizio ed al passante feriti. La democrazia non accetta violenza».

In soccorso di Grillo e dell’M5S arriva anche il Twitter di Walter Veltroni: «Ciò che è accaduto a Roma lo chiariranno gli inquirenti. Chiamare in causa, per il clima, il M5S è un errore grave e una strumentalizzazione». Lo scrive su twitter Walter Veltroni commentando la sparatoria davanti a palazzo Chigi.

Il tweet di Veltroni spazza via anche il “Chi semina vento raccoglie tempesta” di La Russa  «Abbiamo sempre sostenuto che la predicazione dell’odio e dell’abbattimento dell’avversario, che si manifesta anche col sistematico disturbo organizzato delle manifestazioni altrui a cui il centrodestra non si è mai accodato, può portare le persone psicologicamente predisposte all’uso criminale della violenza. Scontate le condanne anche sincere di ogni parte politica ma non basta per sentirsi tutti assolti. Ai feriti e all’Arma dei Carabinieri la mia totale vicinanza e solidarietà».

Quando riusciranno i nostri partiti a fare un “mea culpa” per la situazione in cui versa la popolazione italiana e smetteranno di ribalzarsi le colpe di partito in partito? Soprattutto quando smetteranno di trovare colpe  al M5S anche per una stella cadente?

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