Federica Mogherini, il nuovo ministro degli Esteri che ama BellaCiao come ninna nanna

federica_mogherini_pd-tuttacronacaEmma Bonino esce dall’esecutivo e a occupare la carica di ministro degli Esteri arriva la deputata romana del Pd Federica Mogherini. Il neoministro, eletto per la prima volta alle politiche del 2008 e rieletto alle politiche 2013, è fra i più assidui alla Camera, dal marzo 2013 ha totalizzato il 98,20% delle presenze. Laureata a La Sapienza in Scienze Politiche con una tesi di filosofia politica sul rapporto tra religione e politica nell’Islam, si è iscritta nel 1996 alla Sinistra giovanile per entrare nel 2001 nel Consiglio Nazionale dei Ds, successivamente nella Direzione Nazionale e nel Comitato Politico. Due anni dopo ha iniziato a lavorare al Dipartimento Esteri dei Ds. In particolar modo la Mogherini ha seguito i dossier relativi all’Iraq, l’Afghanistan e il processo di pace in Medio Oriente. Ha tenuto le relazioni con il Partito Socialista Europeo, l’Internazionale Socialista, ed i partiti che ne fanno parte. Ha curato in particolare i rapporti con i Democratici americani. Ancora, la Mogherini ha fatto parte dell’esecutivo Pd dalla sua nascita all’aprile 2008 e quindi da febbraio a novembre dell’anno successivo. Il 24 febbraio del 2009, inoltre, è stata nominata Responsabile nazionale Pari Opportunità nella nuova segreteria dall’allora Segretario del Pd Franceschini. Matteo Renzi, il 9 novembre dello scorso anno, l’ha nominata membro della segreteria nazionale del Partito Democratico, con il ruolo di responsabile per l’Europa. Ha un blog, BlogMog, dove scrive: “E poi, BellaCiao è la più bella ninna nanna del mondo”.

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Le strane scelte di Renzi: Andrea Orlando, da Ambiente a Giustizia…

andrea-orlando-tuttacronacaDopo ore di attesa Matteo Renzi ha reso nota la nuova lista dei ministri, riconfermando alcuni già presenti nel governo Letta. Il rinnovamento, quindi, è riuscito solo parzialmente e qualche dubbio può suscitare, come ad esempio la conferma di Angelino Alfano a ministro degli Interni nonostante lo stesso Renzi, che oggi ha sciolto la riserva, l’avesse criticato in merito alla vicenda Kazaka. Nei giorni scorsi si era anche parlato del fatto che era possibile una riconferma di Andrea Orlando al Ministero dell’Ambiente. Oggi si è scoperto che non c’è stata la riconferma ma un cambio di poltrona: il ministro del Pd va infatti a sostituire Anna Maria Cancellieri alla Giustizia. E la cosa fa riflettere. Appena qualche giorno fa, il Fatto Quotidiano parlava infatti proprio dei motivi per non confermare il ministro a causa di alcuni fatti “che hanno generato una profonda delusione nel suo operato”. La lista comprendeva cinque punti di cui il primo:

1) L’articolo 4 del decreto legge “Destinazione Italia”, già approvato alla Camera dei Deputati e in attesa di conversione al Senato, prevede, con l’aiuto economico dello Stato italiano, la bonifica di siti contaminati senza una sanzione per le aziende che hanno inquinato. Giusto spegnere i fuochi, sbagliato non punire i piromani.   

Un ministro della Giustizia, com’è stato nominato ora, che già una volta ha chiuso un occhio su chi inquina? Ma non è stato l’unico fatto che ha generato polemiche o, quantomeno, perplessità. Questi gli altri ricordati dal quotidiano:

2) Nonostante gli sforzi, Andrea Orlando ha perso in Europa un braccio di ferro decisivo con la Germania. La Merkel ha ottenuto il rinvio di 3 anni del tetto che prevedeva la limitazione dal 2020 a 95 grammi per km delle emissioni di Co2 immesse nell’atmosfera dalle auto di nuova immatricolazione. Un provvedimento atteso dai polmoni dei cittadini della Pianura Padana (l’area più inquinata d’Europa) e auspicato dalla stessa Fiat che questi target, per ragioni strutturali, li può raggiungere più facilmente rispetto ai concorrenti tedeschi.

3) Assieme al Ministro Flavio Zanonato è il responsabile del fallimento dell’industria verde in Italia, quella che produce energia pulita attraverso le rinnovabili. Per esempio, la potenza installata dell’industria eolica nel 2013 è crollata del 65% rispetto all’anno prima (fonte Anev).

4) Ha perso l’occasione ‘storica’ di impegnare le Regioni del Nord su più incisivi provvedimenti sulla qualità dell’aria. Il piano della Regione Lombardia ne è un esempio: l’esenzione del bollo per chi compra un’auto nuova è poco efficace per il raggiungimento degli ambiziosi target prefissati. Il Ministro avrebbe potuto mettere sul tavolo della trattativa con le Regioni del Nord la ricezione della direttiva Eurovignetteche prevede un sistema di tassazione progressiva degli automezzi per ridurre smog e traffico. Solo tassando i camion, infatti, le grandi industrie sceglierebbero di far viaggiare le merci che producono sulle rotaie dei treni.

5) Andrea Orlando non ha prodotto nulla di nuovo, eppure qualche idea gli era stata suggerita. Perché, per esempio non ha promosso la rimozione dell’amianto dagli immobili con la possibilità di impiantare, al loro posto, pannelli fotovoltaici detraendo del 50% i costi sostenuti? Sostituire il vecchio con il nuovo. Appunto…

A quanto pare il rottamatore vuole dare una nuova opportunità… e per il nostro stesso bene non resta che augurare ad Orlando buon lavoro!

L’Italia cambia verso? Ecco la lista dei ministri!

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Senza voce e quasi uscito da un incontro di boxe Matteo Renzi ha annunciato dopo tre ore di colloquio con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, la sua lista dei ministri:

Con il portafoglio:

Al ministero dell’Interno confermato Angelino Alfano (Ncd)
Al ministero dell’Economia Pier Carlo Padoan (Ocse, Fmi) al posto di Fabrizio Saccomanni
Al ministero della Giustizia Andrea Orlando (Pd) al posto di Anna Maria Cancellieri
Al ministero della Difesa Roberta Pinotti (Pd) al posto di Mario Mauro (Ncd)
Al ministero degli Esteri Federica Mogherini (Pd) al posto di Emma Bonino (Radicali)
Al ministero del Welfare Giuliano Poletti (Legacoop) al posto di Enrico Giovannini
Al ministero dell’Istruzione Stefania Giannini (Scelta civica) al posto di Maria Chiara Carrozza (Pd)
Al ministero della Salute confermata Beatrice Lorenzin (Ncd)
Al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti confermato Maurizio Lupi (Ncd)
Al ministero dell’Agricoltura Maurizio Martina. Nunzia De Girolamo (Ncd) si era dimessa il 26 gennaio.
Al ministero dell’Ambiente Gianluca Galletti (Udc) al posto Andrea Orlando (Pd)
Al ministero dello Sviluppo Economico Federica Guidi (giovani Confindustria) al posto di Flavio Zanonato (Pd)
Al ministero della Cultura e del Turismo Dario Franceschini (Pd) al posto di Massimo Bray (Pd)

Senza portafoglio:

Riforme costituzionali e rapporti con il Parlamento: Maria Elena Boschi

Pari opportunità: Marianna Mania

Pubblica Amministrazione: Valeria Fedeli

Ministri senza portafoglio
Al ministero delle Riforme Costituzionali e rapporti col Parlamento Maria Elena Boschi (Pd) al posto di Gaetano Quagliarello (Ncd)
Al ministero della Pubblica Amministrazione Marianna Madia al posto di Gianpiero D’Alia (Udc)
Al ministero degli Affari Regionali Maria Carmela Lanzetta al posto di Graziano Delrio (Pd)

Ministeri accorpati o soppressi:
Ministero dell’Integrazione. C’era Cécile Kyenge (Pd)
Ministero della Coesione Territoriale. C’era Carlo Trigilia
Ministero dei Rapporti col Parlamento. C’era Dario Franceschini (Pd)
Ministero degli Affari Europei. C’era Enzo Moavero Milanesi
Ministero delle Pari Opportunità e Sport. (Josefa Idem si era dimessa)

Il giuramento avverrà domani alle 11.30 al Salone delle Feste.

Un posto lo ha trovato anche Romano Prodi, che scalzato Giuliano Amato,  diventa il nuovo presidente dell’International advisory board (Iab) di Unicredit. Si tratta dell’organo che si occupa di offrire opportunità di scambio in campo politico, economico e sociale, e di riflettere sulle prospettive in Europa e nei mercati internazionali.

Intanto c’è anche chi dà l’addio su Twitter come Massimo Bray:

Arriva anche la clausola anti voto anticipato. Il premier incaricato avrebbe garantito che l’ok all’Italicum e, quindi, la sua entrata in vigore, è legata alle riforme istituzionali e, in particolare, alla riforma del Senato. Al momento non si è giunti a definire nel dettaglio lo strumento, potrebbe essere utilizzato l’emendamento presentato da Giuseppe Lauricella (Pd), che prevede l’entrata in vigore della riforma elettorale dopo il superamento del bicameralismo perfetto.

L’Italia cambia verso? Troppe conferme, molti limiti  e un governo blindato da una leggeanti voto anticipato!

La Santanché pronta a farsi suora, se Alfano…

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Daniela Santanchè, si dice pronta a farsi suora “se Alfano si sfila dal governo”, questa è l’ultima provocazione della parlamentare di Forza Italia che qualche minuto prima aveva spiegato come il suo partito sarebbe rimasto all’opposizione specificando che si sarebbe trattata di “un’opposizione patriottica.” E sul colloquio tra Renzi e Berlusconi ha dichiarato: ”Conoscendo il carattere del presidente Berlusconi e un po’ quello di Renzi, immagino che sarà stato un incontro simpatico.”

Shopping in auto blu per la Kyenge!

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Il governo è caduto, il futuro dell’Italia è incerto, Matteo Renzi fatica a trovare la sua lista di ministri e si prepara a governare con Alfano dopo che per mesi aveva chiesto a Letta come si poteva governare avendo nella maggioranza Alfano e Giovanardi…. ma c’è chi invece preferisce andare a far shopping a via del Corso a Roma in auto blu. Aurora Lussana, direttore della Padania, ha scattato una foto a Cecile Kyenge che esce da un negozio in pieno centro dove ad attenderla oltre agli uomini della scorta c’è anche l’auto blu. Il ministro dell’Integrazione si è integrato benissimo a Roma? Sembra proprio che il suo compito lo abbia assolto fino alla fine. Libero che pubblica la foto scrive:

Quegli scatti stanno facendo il giro di Facebook, scatenando un’ondata di commenti sdegnati, e anche qualcosa di più. Dietro la Kyenge-in-fuga la folla in protesta, ignara delle prodezze dell’ex ministro. Tra quelle voci c’erano anche tanti imprenditori delle zone terremotate della bassa modenese, in un anno e mezzo colpiti anche da un’alluvione e una tromba d’aria. Erano circa un migliaio, da settimane hanno annunciato la loro discesa a Roma, per chiedere una fiscalità di vantaggio per una zona funestata da tre calamità, che hanno prodotto 14 miliardi di euro di danni.

E ci racconta degli indignati per lo scatto:

Per la cronaca da quelle zone viene anche l’ex ministro Kyenge, modenese di Modena, che ha però preferito sfilare a pochi metri dagli imprenditori e sgattaiolare via con l’auto blu, dopo aver fatto spesa tra abiti e scarpe di grido. Sul web divampa l’ira. «Và a laurà» scrive uno degli indignati. «Che sofferenza vederli così impuniti e strafottenti» commenta un altro. E c’è anche chi ironizza: «Fulgido esempio di abnegazione ed attaccamento allo Stato con il solo intento di risolvere i problemi della gente».

“In fondo a sinistra”, Fassina a tutto campo su Renzi

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Due visioni della sinistra, due caratteri diversi, due approcci al pubblico dettati da elettori che hanno poco in comune se non sbarrare lo stesso simbolo sapendo già che la metà di loro sarà delusa. Chi vota Renzi può votare anche Fassina o viceversa? Dopo l’intervista rilasciata a Il Fatto Quotidiano da Fassina, il divario tra i due sembra aumentare. Fassina non ha paura a ribadire che  “Barca era il ministro dell’economia perfetto”, anche in Europa ” è un’occasione persa per Renzi se lo lascia da parte”. Nonostante lo scivolone di ieri Fassina vede in Barca davvero l’uomo che potrebbbe segnare la giusta discontinuità e portare l’Italia fuori dalla crisi: “bisogna avere discontinuità sulla politica economica, Saccomanni non potrebbe essere ministro”. Ma perchè in Direzione Fassina si è astenuto e non ha votato per Renzi? “Perché andava chiarita l’uscita di Letta” e poi aggiunge “Renzi governerà con Alfano e deve fare le riforme con Berlusconi speriamo che tenga”.

I nostri 7 giorni… in maschera!

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Quella appena trascorsa è stata la settimana del “ballo in maschera” della politica italiana. Chi poteva pensare che Letta venisse sfiduciato da suo partito che non si è fatto scrupoli a rottamare il suo Governo? Renzi, più abile del Conte Riccardo, nell’opera verdiana, è riuscito a sfilare non una donna, ma un “regno” al suo compagno di partito al quale aveva sempre giurato fedeltà e non appagato della vittoria ha anche brindato a spriz e noccioline, mentre Letta si avviava a dare le dimissioni. Neppure Shakespeare in uno dei suoi drammi sarebbe stato capace di ordire una tela così complessa e dai mille risvolti psicologici, forse davvero l’unica similitudine possibile è che Letta sia stato sacrificato proprio come Marius, la giraffa dello zoo di Copenaghen e poi sbranato dai leoni. Ma non si doveva  smacchiare il giaguaro? Come si è arrivati ad anticipare le idi di marzo a febbraio? Forse si è risaliti all’antico simbolismo del Carnevale e la carne che si è levata è stata quella di Letta? In ogni caso se Renzi pensa di poter manovrare lo scettro di Re del Carnevale si sbaglia… i giochi di Palazzo sono complicati a Roma da gestire, tanto che la sua nomina è slittata, e c’è chi ha trovato il tempo per lanciare i suoi ultimatum e alzare il tiro! Ma se Alfano ruggisce, Berlusconi indossa le vesti dell’Invincibile e sulla rete scoppia la lite attraverso i tweet al veleno! Ma se la rete divide Viareggio unisce ed ecco la sfilata alla quale non manca davvero nessuno dal sindaco di Firenze alla Merkel, da Obama a Putin! Può forse essere un simbolo che le grandi alleanze si possono ancora allargare? Dopo il no di Baricco a diventare ministro della cultura e di Farinetti che rimane saldo a Eataly, Renzi può cercare all’estero l’elenco dei Ministri?

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A carnevale ogni scherzo vale… ma i tifosi giallorossi non hanno certo gradito che il murales di Totti sia stato imbrattato, come i giovani non hanno gradito la frase di John Elkann, per fortuna che poi sia intervenuto Della Valle a prendere le difese di tutti quei disoccupati che da anni si sentono dare dei mammoni e dei nullafacenti. Sembra proprio che chi dovrebbe dare lavoro preferisce invece concedere la Cassa Integrazione, forse si pensa che davvero nessuno si accorga che in Italia vige la regola che la colpa è sempre degli altri? Perfino Seedorf arrivato in Italia ha preso il “vizietto” e ha incolpato Allegri! Davvero servirebbero i “bagni d’umiltà per tutti” a iniziare dai nostri politici. Naturalmente le eccezioni ci sono e lo ha dimostrato Letta nella sua passeggiata di sabato, il primo giorno in cui è “tornato cittadino” e, insieme al figlio, ha fatto il giro di tutto il quartiere… tanto che poi il circolo di Testaccio ha deciso di ringraziarlo con un lenzuolo! Forse a volte è necessario davvero stendere un lenzuolo per non vedere gli orrori, la sofferenza e l’incertezza… ma quel lenzuolo alla fine non sarà mai abbastanza grande a coprire i mali del mondo che invece è necessario guardare in faccia e magari cercare di sconfiggerle con degli esempi di eccellenza di cui il nostro Paese, nonostante la crisi finanziaria e di valori, è sempre un protagonista indiscusso sulla scena internazionale a iniziare dalle medaglie di Innerhofer e della Fontana a Sochi per terminare con la conquista del Bafta della Grande Bellezza di Sorrentino a Londra. E proprio grazie a questi riconoscimenti che questa sera possiamo gridarvi con entusiasmo:

GOOD NIGHT, AND GOOD LUCK!

“Grazie Enrico”: un lenzuolo davanti casa

grazie - enrico-lenzuolo-tuttacronacaE’ bastato un lenzuolo davanti all’abitazione romana di Enrico Letta realizzato dai militanti del circolo Pd di Testaccio, il quartiere dove il Premier risiede da sempre e che non ha voluto cambiare neppure quando è divenuto Presidente del COnsiglio, a far capire che il suo operato per alcuni cittadini non cadrà nel dimenticatoio. Quella scritta rossa davanti alla sua casa è la testimonianza di quanti avevano creduto in un governo stabile e in un Pd compatto. Letta e Testaccio: quella casa nell’ex quartiere popolare a ridosso del Gasometro, in quel quartiere in cui la gente è discreta e cordiale e dove la vita ruota intorno al mercato in piazza. Testaccio, quasi un paese nella Capitale.  “Abbiamo deciso, proprio durante lo svolgimento delle Primarie per il segretario regionale del Pd Lazio – spiega la segretaria del circolo Claudia Santoloce – di esprimere pubblicamente il nostro apprezzamento a Letta per l’impegno, la serietà e la coerenza dimostrate nel suo operato come Presidente del Consiglio, esponendo uno striscione di ringraziamento sotto la sua abitazione. E’ doveroso e non c’è alcuna polemica, siamo anche a fianco a Renzi”.

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Alfano e quella rabbia e quel rancore negli occhi di Berlusconi

alfano-tuttacronacaAlfano ha in mano la partita e deve giocarsela bene fino alla fine. Non sarà facile ingabbiare Renzi su alcuni punti programmatici, ma il Pd ha bisogno del Ncd così come Alfano ha bisogno di trovare una propria identità lontano dall’aurea di Berlusconi. Così il leader di Ncd non perde occasione per pungolare il Cavaliere: “Sabato scorso ho visto un Berlusconi irriconoscibile ai miei occhi, rabbia e rancore non sono stati mai connotati del Berlusconi che conoscevo”.  Parole dure, ma forse un segnale preciso che Alfano ha voluto mandare a Renzi e al Pd, “noi siamo lontani da Forza Italia”… basterà questa mossa per convincere alcuni dissidenti dei dem in Senato?

Al Colle pomodori contro Berlusconi

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Silvio Berlusconi è arrivato intorno alle 18.15 al Quirinale per essere ricevuto da Giorgio Napolitano per le consultazioni. Ad attenderlo una contestazione organizzata dal Popolo Viola con lancio di pomodori. Berlusconi salito dal Presidente a fine incontro ha dichiarato che Forza Italia sarà all’opposizione, ma rendendosi disponibile per le riforme e i provvedimenti che riterrano utili al Paese.

Alfano salva Letta?

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Alfano potrebbe ancora salvare Letta? La frase arriva come un tegola su Matteo Renzi dopo la chiusura della Direzione Pd in cui il sindaco di Firenze era riuscito a far approvare la sua linea. Alfano dichiara in conferenza stampa “NON DIAMO NULLA PER SCONTATO E NON E’ CERTO LIETO FINE TENTATIVO RENZI”. C’è ancora incertezza quindi nel nuovo centro destra a dare fiducia a Matteo Renzi come nuovo Premier? L’avvicendamento della premiership, tutta decisa nel Pd, non è piaciuta a leader del Ncd? Alfano ha anche sottolineato che “Il governo è caduto per uno scontro interno al Pd” e poi ha aggiunto: “Io – ha aggiunto – mi sento di spendere parole più generose verso questo governo di quelle spese da direzione Pd” per poi chiedere a Matteo Renzi: “un governo con grande ambizione o al voto subito: Noi siamo pronti anche al voto, forti dei sondaggi”

Poi, sempre a destra, è Paolo Romani, capogruppo di Forza Italia al Senato, ad attaccare Renzi “Chiediamo al Presidente Napolitano di prendere atto che il segretario del partito maggiormente rappresentato in Parlamento ha confermato l’intenzione di non sostenere piu’ l’attuale compagine governativa e di invitare l’attuale Presidente del Consiglio a presentarsi alle Camere. Non può essere sufficiente la riunione della direzione di un partito per interrompere la vita di un governo della Repubblica e decretarne la fine” che poi ha aggiunto “E’ buona regola istituzionale che sia il Parlamento a dare o ritirare la fiducia a un governo. Inammissibile immaginare che questa vicenda si concluda tout court con le dimissioni di Letta e l’inizio delle consultazioni con il Presidente della Repubblica per la formazione del nuovo governo, senza passaggio parlamentare”, conclude Romani.

E’ arrivata l’ora del rimpasto? Saccomanni resta, saltano 4 ministri

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La direzione nazionale del Pd di domani sarà incandescente. Queste sono le previsioni per il duro faccia a faccia che domani ci sarà al Nazareno tra Enrico Letta e Matteo Renzi. Ora il Premier dovrà far attenzione al fuoco amico, il più pericoloso. Secondo alcune indiscrezioni raccontate ad Affaritaliani.it da un parlamentare democratico molto vicino al premier, dovrebbe annunciare il suo “rimpasto”.

“Il presidente del Consiglio è pronto. Molto probabilmente nel suo intervento di domani alla Direzione Nazionale del Pd annuncerà il rimpasto di governo”, afferma il dem. Il piano di Letta prevede un accordo con Renzi sulle riforme mentre l’esecutivo proseguirà la sua strada con l’agenda politico-economica.  Il cerchio verrà chiuso con il programma per il 2014, che includerà un’accelerazione sui temi economici, del lavoro e del Welfare. Ma per ripartire con l’azione di governo il premier ha intenzione di rinnovare la squadra dei ministri. Secondo quanto racconta un parlamentare democratico a stretto contatto con Letta, le teste pronte a saltare sarebbero 3 o 4. Certamente c’è da trovare un nuovo responsabile delle Politiche Agricole, dopo le dimissioni di Nunzia De Girolamo. E in pole rimane il renziano ex prodiano Ernesto Carbone. A rischio sarebbero anche Flavio Zanonato e Cecile Kyenge.

Promozione possibile per Graziano Delrio, stimatissimo dal sindaco di Firenze. Il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni dovrebbe restare invece al suo posto. “Con l’Europa dobbiamo essere credibili in termini di riduzione del deficit e del debito e per il contenimento della spesa pubblica. Per questo motivo – spiega la fonte lettiana – e per cercare di ottenere l’uscita della spesa per gli investimenti dal patto di stabilità Ue, serve continuità”. Quindi in Via XX Settembre non dovrebbero esserci novità, se non il rimpiazzo del viceministro Stefano Fassina.

Grasso si costituisce parte civile: rivoluzione?

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Il presidente del Senato, Pietro Grasso, dopo aver ascoltato i diversi orientamenti espressi dai componenti del Consiglio di presidenza, ha dato incarico all’Avvocatura dello Stato di rappresentare il Senato della Repubblica quale parte civile nel processo sulla «compravendita di senatori» che inizierà il prossimo 11 febbraio presso il Tribunale di Napoli. “Il presidente – si legge in una nota – ha ritenuto che l’identificazione, prima da parte del Pubblico Ministero poi del Giudice, del Senato della Repubblica italiana quale ‘persona offesa’ di fatti asseritamente avvenuti all’interno del Senato, e comunque relativi alla dignità dell’Istituzione, ponga un ineludibile dovere morale di partecipazione all’accertamento della verità, in base alle regole processuali e seguendo il naturale andamento del dibattimento”.

Lo sgambetto a Berlusconi lo fa… Dudù!

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Lo sgambetto a Berlusconi lo fa… Dudù! Secondo l’agenzia parlamentare di Pasquale Laurito, il leader di Forza Italia stava giocando a palla con il cane, quando è scivolato e ha battuto una spalla sul pavimento. Ora Berlusconi sarebbe «al letto, indisposto» . Commento sarcastico di Laurito: «Dudù insomma è stato capace di fare quello che non è riuscito ad Alfano». Nelle prossime ore sicuramente si capirà l’entità dell’incidente domestico occorso al leader di Forza Italia! 

 

“In Italia è in corso un colpo di Stato. Dimettiti” così Grillo alla Boldrini

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L’ennesimo duro attacco di Beppe Grillo arriva dal suo blog e stavolta il Semplice Portavoce del M5S si scagli contro la riforma  elettorale, la ‘ghigliottina’ decisa dalla presidente Laura Boldrini e il decreto Imu-Bankitalia. Parole dure quelle di Grillo che si rivolgono proprio al Presidente della Camera: «In Italia è in corso, ora, un colpo di Stato. Non puoi più far finta di nulla», poi l’ex-comico ha aggiunto anche che secondo lui questa «è la fine della democrazia» e ha invitato Laura Boldrini a dimettersi.

#Fazioalzalatesta nasce la polemica sul web per l’intervista alla Boldrini

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Ospite da Fabio Fazio a “Che tempo che fa” questa sera c’è la Presidente della Camera Laura Boldrini,che mancava dalla trasmissione da marzo 2013, quando a pochi giorni dall’elezione, aveva accettato l’invito di Fazio. Oggi, in un clima rovente per la politica italiana, in una domenica che precede una delle settimane più difficili per il Parlamento, Laura Boldrini dopo le contestazioni in Aula e sul web da parte del M5S appare nella tv pubblica. Immediata la reazione di Grillo che chiede a Fazio con un post di fare giornalismo e lancia l’hashtag #Fazioalzalatesta.

Questo il post di Grillo sul suo Blog:

La Boldrini in questi giorni sta occupando la RAI raccontando il falso agli italiani.

Non è vero che i cittadini avrebbero pagato l’IMU se avessimo fatto decadere il decreto Bankitalia. Bastava scorporare il decreto come chiesto dal M5S. La Boldrini ha la responsabilità di non essersi imposta al governo, ai burocrati di Palazzo e ha subito la volontà dei poteri forti che hanno voluto saccheggiare7,5 miliardi di euro dalle riserve della Banca d’Italia – soldi di tutti i cittadini – regalandoli a banche private e assicurazioni.

La Boldrini mente in tv e a Montecitorio sulla ghigliottina: è uno strumentonon previsto né dal Regolamento né dalla Costituzione.

Oggi, dopo aver imposto un suo intervento su Rai 1 nella trasmissione dove interveniva la deputata M5S Loredana Lupo, sarà ospite di Fabio Fazio.

E’ capitato già in passato di fronte alle bugie di Letta che Fazio abbia detto di non poter sapere tutto quello che accade in parlamento.

Ci teniamo quindi a informare Fazio.

La Boldrini ripeterà – mentendo agli italiani – che la ghigliottina è democratica e il m5s antidemocratico. Ricordiamo a Fazio cosa disse nel 2009 sulla ghigliottina il capogruppo del Pd alla Camera:http://www.beppegrillo.it/2014/02/la_coerenza_pd_nel_2009_era_contro_la_ghigliottina.html

Può Fazio fare informazione pubblica e imparziale e chiedere conto alla boldrini di questa incoerenza a distanza di pochi anni?

Può Fazio fare informazione pubblica e imparziale e chiedere in quale articolo del Regolamento della Camera e della Costituzione è prevista la ghigliottina? Può chiedere conto alla Boldrini dell’assenza di solidarietà alla portavoce Loredana Lupo aggredita in Aula e quali provvedimenti intende prendere nei confronti del suo aggressore?

Può Fazio fare informazione pubblica e imparziale e chiedere conto alla Boldrini delle sue parole eversive contro l’opposizione che invece dovrebbe tutelare in qualità di presidente della camera?

Può Fazio fare informazione pubblica e imparziale e chiedere conto alla Boldrini della sua responsabilità nel passaggio del decreto legge contro la Costituzione e ai danni degli italiani?

Può Fazio fare informazione pubblica e imparziale e chiedere conto alla boldrini della sua volontà di cambiare il regolamento della Camera per zittire definitivamente le opposizioni?

Può Fazio fare informazione pubblica e imparziale e chiedere conto alla Boldrini della presenza inusitata e incontrollata di lobbisti alla Camera che influenzano e manipolano i deputati del pd come nel caso Sorgenia e Tivelli?

Può Fazio fare informazione pubblica e imparziale e chiedere conto alla boldrini delle irregolarità avvenute in Commissione affari costituzionali prima del passaggio in Aula della legge elettorale firmata Renzi-Berlusconi?

Può Fazio oggi distinguersi nel panorama della stampa italiana e guadagnarsi il suo stipendio milionario pagato dai cittadini?

Immediata la reazione dei simpatizzanti M5S e scoppia la polemica in rete!

 

Quella telefonata tra Alfano e i Ligresti!

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Quanto erano calde le linee telefoniche dei Ligresti? Sembrerebbe quasi un centralino telefonico che una normale utenza quella dei proprietari Fonsai, visto che ora spunta anche una telefonata tra Alfano  e Salvatore Ligresti. La telefonata, di circa 2 minuti e mezzo, risalirebbe al 28 maggio 2011 quando Alfano era  ministro della Giustizia nel governo Berlusconi. Sccrive La Repubblica:

La conversazione è stata depositata con l’atto di nuova chiusura dell’indagine del pm Luigi Orsi con al centro Premafin, la società attraverso la quale la famiglia Ligresti esercitava il controllo sulla compagnia assicurativa, e sui trust esteri che ne detenevano alcuni pacchetti azionari. Nel breve colloquio, i due si accordano per vedersi a cena e parlare di una casa che il costruttore dovrebbe dare in affitto a Roma a un collaboratore dell’allora Guardasigilli. Secondo il testo, alla cena avrebbero partecipato il ministro, sua moglie e un loro amico, insieme a Salvatore Ligresti, il figlio Gioacchino Paolo e una delle figlie.

Nel corso della telefonata, Alfano chiede a Ligresti chi sarà presente alla cena e l’ingegnere risponde: “C’è mio figlio, mia figlia, mia moglie non c’è perchè è dovuta rimanere a Milano”. A questo punto Alfano replica dicendo: “se vuole che io venga da solo, se no io sono con mia moglie e con un amico”. L’immobiliarista ribatte al ministro dicendo che ha “fatto fare un tavolo grande, quindi più siete, meglio è”. Il ministro Alfano chiede allora se “suo figlio non doveva uscire con la Geronzi, con Mezzaroma e tutti gli altri” e Ligresti aggiunge che “anche se non c’è, non è un problema, poi verranno dopo”.

I due si danno appuntamento per le nove in un albergo a Roma (l’Hotel Villa Pamphili) e l’ingegnere di Paternò insiste sul fatto che se il ministro vuole portare degli amici il posto c’è, facendo riferimento ai “vostri amici, quelli lì che devono venire” e Alfano ribatte che “quelli ancora a Milano sono, se lei non gli dà la casa non possono venire qua”. La telefonata non è considerata in alcun modo penalmente rilevante, inoltre, come era già emerso, Alfano abita a roma in una palazzina che era di proprietà di Fondiaria-Sai, poi passata sotto il controllo di Unipol.

Quel Governo che non tiene più: sul caso kazako Alfano sapeva

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La Repubblica ha riportato:

Secondo l’ex capo di gabinetto, il ministro Alfano sapeva che i kazaki erano alla ricerca del dissidente Mukhtar Ablyazov, marito di Alma Shalabayeva oggi detenuto in Francia. Questo perché fu proprio il ministro a chiedere al prefetto e capo di Gabinetto Procaccini di incontrare l’ambasciatore kazako, riferendo poi ad Alfano che i kazaki avevano necessità di rintracciare Ablyazov, definito “pericoloso latitante” segnalato a Roma.

Come riporta l’Huffington post:

Rispondendo alle domande del magistrato, l’ex capo di gabinetto di Alfano ha anche spiegato perché non aveva mai rappresentato per iscritto, nelle relazioni di servizio, il suo operato nel caso Shalabayeva: “Nessuno me lo ha mai chiesto”, si è giustificato il prefetto in pensione. Il pm Albamonte, che ha già ascoltato, sempre come persone informate sui fatti, altri funzionari e dirigenti che hanno avuto un ruolo nella vicenda,dopo essere stati coinvolti dall’autorità kazake nel blitz eseguito nella villa di Casal Palocco, proseguirà la sua istruttoria con altre audizioni. Per fine gennaio, salvo slittamenti, potrebbe svolgersi quella di Alma Shalabayeva che sarà sentita nella doppia veste di indagata e parte offesa, e quindi in presenza di un avvocato.

 

Sollevato l’avviso di restrizione: Alma Shalabayeva può lasciare il Kazakistan

Alma-Shalabayeva-tuttacronacaAlma Shalabayeva e la figlia Aula erano state espulse dall’Italia lo scorso 31 maggio. Ora la moglie dell’ex banchiere e dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, può lasciare il Kazakistan. E’ infatti stato sollevato, con il pagamento della cauzione, l’avviso di restrizione imposto precedentemente. Lo ha riferito il portavoce del ministero degli Esteri, secondo quanto scrive l’agenzia di stampa russa Rapsi, specializzata in argomenti giuridici. A novembre, l’Ufficio del procuratore generale del Kazakistan ha riferito che la donna aveva fatto appello alle autorità per ottenere il permesso di lasciare il Paese. A luglio, ricorda Rapsi, il Kazakistan aveva emesso una pena non detentiva nei confronti della Shalabayeva perchè in possesso di un passaporto falso.

L’emendamento sul gioco d’azzardo… e gli uomini di Alfano che ci stanno dietro

angelino_alfano-tuttacronacaIl ministero dell’Economia ha stimato una perdita di un miliardo di euro, praticamente la metà del gettito dell’Imu sulla prima casa, sugli incassi dalle  slot machines e dalle videolottery, che già quest’anno è passato dagli 8,1 miliardi del 2012 a 7,9. Federica Chiavaroli, la senatrice del Ncd che avrebbe dovuto fare il discorso di rottura qualora Berlusconi il 2 ottobre non avesse confermato la fiducia a Letta, ha presentato l’emendamento su cui si è incartato il governo. Un codicillo, approvato al Senato, che prevede la riduzione dei trasferimenti a Regioni e Enti locali che emanano norme contro la proliferazione delle macchinette. Ma non è detto. Come scrive il Fatto Quotidiano, infatti, la filiera che ha portato alla scrittura dell’emendamento è tutta politica nonchè interna agli uomini di Angelino Alfano. Un ruolo l’avrebbero avuto Claudio Azzollini, “presidente della commissione Bilancio e indagato per truffa e associazione a delinquere per i lavori nel porto di Molfetta” e Alberto Giorgetti, sottosegretario all’Economia. È la senatrice stessa, parlando a Repubblica, a confermare l’interconnessione: “L’emendamento me l’ha suggerito Giorgetti in Commissione. Aveva fatto presente che l’agenzia dei Monopoli segnalava questo problema: lo stato dà le concessioni per i giochi e poi i comuni le bloccano. Dove prendere i 9 miliardi che l’intero comparto giochi frutta all’anno all’erario se poi i sindaci si mettono di traverso?”. Ma come sottolinea anche l’Huffington Post, Giorgetti non è nuovo a questo tipo di polemiche. Noto per la sua mano morbida, aveva la delega al gioco anche quando ricopriva il medesimo incarico nel governo Berlusconi, quota An. Scrive il Fatto: “Sotto la sua supervisione presero piede le videolottery, i win for life, i bingo online. Nel marzo scorso, a Rimini, alla fiera degli apparecchi da gioco si spellarono le mani per lui: ‘I numeri della ludopatia sono sovrastimati rispetto alla realtà, state subendo una denigrazione e una demonizzazione senza precedenti'”. Ancora, Il quotidiano diretto da Antonio Padellaro ricorda il caso di Raffaele Lauro, che, dopo aver condotto in solitaria una battaglia sul tema venne convocato da Gaetano Quagliariello, attuale ministro Ncd: “Berlusconi vuole parlarti a quattr’occhi”. Il Cavaliere non chiamò, e Lauro chiese spiegazioni al collega: “Il problema sono le tue iniziative sul gioco d’azzardo. Alcune società minacciano di non fare pubblicità su Mediaset”. Morale: Lauro non venne ricandidato, e tuonò: “Sono stato escluso con metodi da gangster. Hanno vinto le mafie del gioco”. La reazione di oggi di Chiavaroli è tentare di minimizzare. “Non ho idea di chi siano le lobby del gioco d’azzardo. È semplicemente prevalsa la responsabilità di governo, il senso di dovere verso i bilanci dello stato. Forse non si sa che gli emendamenti di questi tempi trovano copertura grazie a tre voci: gioco, fumo alcol”. Niente “mafie delle slot”, dunque: “Sono per la famiglia, l’ho fatto per l’erario”.

Fiaccole a Colle Oppio, a Roma si sfila contro il degrado

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Si sfila contro «il degrado del Parco di Colle Oppio». È l’iniziativa che si è svolta questa sera nella zona del parco, a cui hanno preso parte, oltre ad abitanti della zona, anche Federico Mollicone, dirigente nazionale di Fratelli d’Italia. «Vi hanno partecipato centinaia di residenti – riferisce -, contro il degrado e l’insicurezza del parco». In una locandina di annuncio dell’evento, sottoscritta da diverse associazioni e comitati si legge: «Il problema del Parco di Colle Oppio è anche la sua generale riqualificazione. Quali progetti sono previsti?».

In una nota congiunta con il vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera Fabio Rampelli, Mollicone scrive: «Da mesi il parco di Colle Oppio a Roma vive una situazione di degrado senza precedenti: una tendopoli a cielo aperto nel quale più di 100 immigrati bivaccano all’interno di un’area di alto pregio architettonico e paesaggistico. Uno scempio a due passi dal Colosseo e nella totale indifferenza del ministro dell’Integrazione Kyenge e del sindaco di Roma Marino, che oltre a solidarizzare fintamente, lasciano circa 80 richiedenti asilo politico, quasi tutti di origine africana, in un’area archeologica e nemmeno espellono i clandestini. Kyenge e Marino non hanno alzato un dito per trasferire in adeguati centri d’accoglienza queste persone, molte delle quali accampate in rifugi di fortuna e in condizioni di estrema precarietà soprattutto in questi giorni di grande freddo. Tale stato di abbandono del parco provoca non solo problemi di igiene e di sicurezza, ma anche di tensione sociale visto che alcuni immigrati godono peraltro dello status di rifugiati politici».

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«Oltre ad esprimere vicinanza e solidarietà ai residenti annunciamo la partecipazione alla fiaccolata di questa sera contro il degrado – concludono -. Fratelli d’Italia presenterà un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno Alfano e al ministro dell’Integrazione Kyenge per chiedere il ripristino della legalità all’interno dell’area, l’espulsione dei clandestini e il trasferimento degli immigrati in centri di accoglienza».

I deputati Pd annunciano denunce nei confronti di Grillo

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Grillo potrebbe essere denunciato da alcuni deputati Pd per  “istigazione dei militari alla disobbedienza” a seguito della lettera in cui il Semplice Portavoce del M5S invitava le  forze dell’ordine in servizio durante le manifestazioni dei forconi ad unirsi ai manifestanti. “Nelle prossime ore presenteremo una denuncia formale alla Procura della Repubblica al fine di accertare se vi siano gli estremi di reato nella lettera aperta inviata da Beppe Grillo ai responsabili delle forze dell’ordine” .

Quella fiducia nell’inverno caldo… con i Forconi alle porte di Roma!

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“Sono qui a chiedere la fiducia per un nuovo inizio”, con queste parole, ben scandite, inizia il discorso di fiducia al Parlamento di Enrico Letta, a Roma. A Torino invece, qualche ora prima, grazie a un blitz della polizia, i trasportatori avevano consegnato la merce, i Forconi erano stati aggirati. Come in uno split screen da una parte scorrono le parole del Premier e dall’altra ci sono gli scontri in piazza. C’è chi s’interroga e si chiede come possa un governo “tecnico”, fortemente voluto da Napolitano e un Parlamento votato con una legge riconosciuta incostituzionale dalla Consulta chiedere la fiducia… Come fanno gli atti emanati da un organo eletto con una modalità incostituzionale essere legittimi?  I giuristi l’hanno spiegato… Distruggere gli effetti prodotti da una  norma, di qualunque rango essa sia, dichiarata illegittima o incostituzionale,  sarebbe pericoloso per l’intero ordine sociale e  potrebbe ledere diritti acquisiti  mentre era in vigore… Eppure basta andare in giro o aprire un social per vedere in quanti pensano che la fiducia si debba chiedere se c’è un “nuovo inizio”. Ma se è un inizio, sarebbe anche insito nel termine che è nuovo… ma in Italia occorre far chiarezza!

“E’ vero l’Italia è oggi una società fragile, stordita dalla crisi. E’ però nello stesso tempo una società pronta, dopo tanti sacrifici, a ripartire. E’ un dovere anche generazionale aiutarla a ripartire”, parole di speranza da parte del Premier che parla di ripartenza… ma le industrie chiudono, il cuneo fiscale è quasi inesistente ed è pronta la stangata nel prossimo anno della Iuc (altro modo di chiamare l’Imu). Ma non bisogna essere pessimisti e pensare a un nuovo inizio!

Questo il video per spiegare il nuovo inizio?

D’altra parte come dice Letta “le istituzioni esigono sempre rispetto e a maggior ragione in un tempo amaro in cui si tenta di immiserire questa aula con azioni e parole illegittime che avallano la violenza, mette all’indice i giornalisti e vuole fare macerie della democrazia rappresentativa”. Un attacco quindi duro e diretto a Grillo e al suo Movimento, che tuttavia basa le sue rivendicazioni su una sentenza della Consulta.

Altra questione spinosa dopo quella della legge elettorale, è sicuramente quella della decadenza su cui il Presidente del Consiglio non ha dubbi “nella questione giudiziaria di Berlusconi non sono entrato e non entro oggi” e poi nasce un nuovo Patto con gli Italiani… ” impegno 2014″, una nuova agenda, forse dettata e copiata a tratti da quella di Renzi, un block notes di appuntamenti e tappe che dovrebbero portare alle riforme, “Per le riforme dobbiamo muoverci nella procedura della revisione dell’articolo 138, e dobbiamo porci quattro obiettivi: riduzione del numero dei parlamentari; abolizione delle Province dalla Costituzione; fine del bicameralismo perfetto, con un’unica Camera che dia la fiducia e faccia le leggi, e l’altra che esprima le autonomie; una riforma del titolo V della Costituzione, chiarendo al massimo le responsabilità di governo”… anche se per il momento l’unica legge a cui si tende è quella dell’amnistia e dell’indulto: “siamo la patria di cesare Beccaria e Dobbiamo dimostrarlo”. Poi un esempio davanti agli occhi ora Letta lo ha L’anno prossimo studieremo “la Partecipazione dei lavoratori all’azionariato con una rappresentanza negli organi societari, ne parleremo insieme” con azienda e sindacati, ed “è il tentativo” di “sperimentare” quanto fatto in Germania. Ma mentre sperimentiamo, tanto il tempo ce lo abbiamo, Letta fa anche il “buon padre di famiglia” e ridurrà le bollette dell’energia elettrica “venerdì nel piano destinazione Italia che avrà il via libera del Consiglio dei ministri “interverremo sul costo dell’energia” con “una riduzione di 600 milioni sulle bollette”, una riduzione “che si somma a quella già prevista dal decreto Fare”.

Naturalmente arriva il bastone e la carota anche sull’Europa perché Letta sottolinea “vorrei tracciassimo una linea, di qua chi ama l’Europa e sa che senza l’Ue ripiombiamo nel medioevo. Di là chi vuole bloccare l’Europa e si scaglia contro i suoi limiti” e poi aggiunge “L’italia deve avere conti in ordine, come oggi accade. E lo ricordiamo a tutti anche ad alcuni tecnocrati di Bruxelles”.

Intanto i Forconi preparano la loro azione eclatante, mentre la politica parla d’Europa e la nuova agenda, spinta dal segretario Renzi, si ridisegna per cercare di creare una nuova, l’ennesima, larga intesa che sostenga un governo “tecnico-politico-presidenziale”

Balla Renzi a Ballarò e apre a Grillo sul Senato!

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“Grillo ha 160 deputati, se votano la proposta del Pd sul Senato si fa. Questo senso di urgenza Grillo non lo butti via, provi a cambiare le cose senza pensare che basta un post”. Questo è l’incipit dell’intervista a ‘Ballarò’ di Matteo Renzi. Poi altri temi caldi del momento sono le elezioni politiche e il governo.  “La legge elettorale si fa con tutti. Non solo con la maggioranza”, dice Renzi. Ma Letta è d’accordo? “Siamo d’accordo tutti che la legge elettorale si tolga dal Senato, dove l’hanno messa lì, aspettando che cresca. Come la pasta della pizza”, aggiunge. Renzi poi spiega che Sulla Porcellum la Consulta si è espressa “non so con quale razionalità”, perché il ricorso a suo avviso andava respinto ma “comunque le sentenze si rispettano” e sull’esecutivo il sindaco di Firenze è chiaro “Enrico Letta è il primo ministro di questo paese che deve, nel giro di un anno, fare le cose che ci siamo detti di fare. Ha un’occasione straordinaria”. Ma per le Europee ci sarà di nuovo il gioco delle poltrone e D’Alema e la Bindi saranno candidati? “No, non credo proprio – spiega -Renzi -. Alle Europee mandiamoci qualcuno che poi resta lì”, quelli “interessati all’Europa e non ai giochini italiani”.

Beppe Grillo e il movimento dei forconi. Quanto chiesto a Grillo alle forze dell’ordine dopo il loro atteggiamento verso i forconi è “demagogico e strumentale” da parte di qualcuno che “invitava i militanti no Tav a picchiare i poliziotti”. “In piazza – continua – ci sono persone molto diverse. È un movimento composito che va guardato con molta attenzione”. E aggiunge: “Tra quelle persone ce ne sono alcune veramente in difficoltà”.

E sulla Cancellieri c’ è la stoccata. Domani le peserà che il Pd rinnovi la fiducia al ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri? “Credo – afferma Renzi – che sia costata l’altra volta, credo sia stato un errore tenerla lì. E’ una persona per bene, ma ha dato l’idea che la legge non è uguale per tutti”. Il leader democrat spiega: “Non mi hanno eletto per cambiare il ministro della Giustizia ma per cambiare il Paese. Vorrei riaprire il dossier Alitalia, il dossier Telecom ma non sono qui per prendermi una rivincita”.

Berlusconi. “Berlusconi mi ha chiamato all’una di notte. Mi ha fatto molto piacere ricevere la telefonata di tutti i leader politici. Lui mi ha detto: ‘finalmente farai un grande partito socialdemocratico’. Gli ho risposto di fare anche lui le primarie nel centrodestra”.

Bersani. “Bersani – dice Renzi – mi ha mandato un messaggio molto carino: ora tocca a te. Gli ho risposto mi piacerebbe vederti. Lui mi ha detto, prima dormi. Sa che in questi giorni è un frullatore”.

Le minacce dei Forconi al governo Letta: “azione eclatante, se passa la fiducia”

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«Oggi decideremo come portare avanti la nostra mobilitazione. Se i politici non andranno a casa e domani sarà votata la fiducia al governo Letta, ci sarà un’azione eclatante non violenta a Roma e forse in altre città: non ci arrendiamo». A dirlo è uno dei coordinatori del movimento «9 dicembre», così Danilo Calvani, che guida la protesta del movimento dei Forconi. Così alle 16 si è deciso di tenuta una riunione al Viminale al quale hanno partecipato i vertici delle forze dell’ordine e il ministro dell’Interno Alfano per fare il punto della situazione sulla mobilitazione dei Forconi che pian piano si sta allargando in tutta Italia.

Torino è la zona più calda. nelle ultime ore proprio nel capoluogo piemontese il traffico è andato in tilt per la protesta che si è svolta a Corso Francia una delle principali arterie della città che arriva in piazza Statuto. E proprio nella zona di piazza Statuto c’è un blocco del traffico ad opera dei giovani “Forconi”, monitorati da Polizia e Vigili. In mattinata i manifestanti hanno percorso una parte dell’adiacente via San Donato, costringendo con maniere spicce e minacce gli esercenti ad abbassare la serranda.   

Intanto il Coordinamento 9 dicembre, che ha organizzato la mobilitazione nel capoluogo piemontese, ha annunciato che la Questura, dopo la guerriglia urbana scatenatasi ieri «ha revocato il permesso per i presidi di Piazza Derna, Piazza Pitagora e Piazza Castello» a Torino, quindi «ogni presidio presente in città è del tutto spontaneo ed auto organizzato da gruppi indipendenti di cittadini torinesi» ha precisato una nota del movimento. Nel messaggio diffuso dai Forconi torinesi si condannano le violenze di ieri e si parla di pacifica protesta. Domani alle 18.30 in piazza Castello, ci sarà un comizio di Danilo Calvani, «uno degli ispiratori di questo movimento» si legge nella nota diffusa. Intanto anche i punti vendita della grande distribuzione sono entrati nel mirino dei forconi. Sedicenti manifestanti hanno istituito forme di picchettaggio davanti ai supermercati torinesi e della prima cintura, impedendo ai clienti di entrare. Al Pam e all’Esselunga di Corso Traiano sono intervenuti i Carabinieri, ma si sono registrati problemi anche al centro commerciale Le Gru di Grugliasco (Torino). Mentre altri grandi supermercati alle porte di Torino hanno scelto di chiudere.

Non molto migliore la situazione a Milano a piazzale Loreto. Qui la viabilità è stata bloccata la viabilità e i manifestanti ogni tanto fanno passare alcune macchine. A presidiare la zona forze di Polizia e Guardia di Finanza. «Bloccheremo piazzale Loreto fino alle 22 di questa sera – ha spiegato uno sei leader del movimento, Chowbe De Leo, tecnico informatico di Milano – vogliamo gridare che ne abbiamo piene le scatole della politica». Presidi e proteste anche fuori dall’aeroporto di Orio al Serio a Bergamo e a Brescia.«Non possiamo protestare con i nostri camion, perché altrimenti la polizia ci sequestra i mezzi e ci impedisce di usarli, perciò abbiamo dovuto fare dei presidi», ha spiegato Sandro Norcini, responsabile di Trasporto Unito della Lombardia, movimento che fa parte del comitato 9 dicembre, che questa mattina si trova a Rho. Disagi stamani anche a Bergamo: alcuni manifestanti hanno rallentato il traffico lungo l’Asse interurbano del capoluogo, all’altezza di Orio al Serio. Lungo la circonvallazione si sono registrate in mattinata lunghe code, costringendo molti automobilisti a imboccare strade alternative. Presenti tra i manifestanti numerosi camionisti che hanno distribuito dei volantini. Disagi anche in centro a Bergamo, dove alcune auto sono state fatte marciare a velocità ridotta, creando incolonnamenti. 

Seconda giornata di blocchi anche a Imperia:  dalle 8.25 circa un gruppo di manifestanti ha bloccato l’accesso allo svincolo di Imperia Est dell’Autostrada dei Fiori, così come già avvenuto nel primo pomeriggio di ieri. Blocchi si segnalano anche in vari punti della città ligure. A Savona è stato sgomberato il presidio sulla via Aurelia, nei pressi della Torretta: le forze dell’ordine, questa mattina all’alba, sono intervenute facendo allontanare i manifestanti che bloccavano il traffico. «La manifestazione ha trasceso i limiti della libertà di protesta – ha detto il prefetto savonese, Gerardina Basilicata – interferendo con la vita dei cittadini. È durata troppo a lungo e ha avuto forme intollerabili». A Genova, infine, i manifestanti si stanno concentrando in zona Corvetto ed è possibile un nuovo corteo nelle vie della città. Il leader dei Forconi Danilo Calvani dovrebbe arrivare domani pomeriggio in piazza De Ferrari a Genova per organizzare la “marcia su Roma” contro il governo Letta e contro la classe politica italiana. «Calvani ci darà le direttive di come comportarci fino al giorno in cui si andrà a Roma, tutti presenti! – spiega un comunicato del movimento genovese – Mandiamo a casa i parassiti!».

Tutto è pronto per l’arrivo a Roma dei Forconi. Domani la Capitale potrebbe essere interessata dai manifestanti che stanno scendendo da Torino per protestare davanti ai palazzi del potere. Poco probabile che arrivino vicino agli obiettivi sensibili ma è già presente una buona partecipazione al  presidio che il  Movimento  ha a Piazzale dei partigiani. Inoltre in  zona Ostiense prosegue l’assembramento di manifestanti.  

In Puglia si registrano momenti di protesta di alcuni autotrasportatori e del cosiddetto movimento dei Forconi, con alcuni presidi stradali che stanno causando qualche disagio alla viabilità. In particolare sulla tangenziale di Bari, in direzione sud, si segnala una coda di circa 2 km di camion e tir. Anche a Foggia, sulla statale 16, sono segnalati due presidi di manifestanti su entrambi i sensi di marcia, mentre sulla strada provinciale 231, nei pressi di Corato (Ba), stazionano decine di autotreni con il conseguente rallentamento della circolazione.

Traffico in tilt a Palermo per la protesta dei Forconi. Paralizzata la circolazione stradale in piazza Indipendenza, dove un gruppo di manifestanti sta protestando davanti Palazzo d’Orleans, sede della Presidenza della Regione nel capoluogo siciliano. I Forconi urlano cori contro la politica e «lo Stato da cui arrivano solo tasse». Difficoltà anche in via Ernesto Basile, per il volantinaggio di alcuni manifestanti.

Non è finita la protesta dei «forconi» sardi: questa mattina una nutrita delegazione di anti Equitalia si è presentata alla sede della Agenzia delle Entrate a Cagliari. Ma questa volta senza simboli e striscioni: semplicemente per chiedere atti e documenti agli sportelli. «Vogliamo chiarire – spiega Vincenzo Bodano, del Movimento per la gente anti Equitalia – alcuni aspetti che saranno poi oggetto di una nostra comunicazione: vogliamo avere tutte le carte in mano. Tutto questo in maniera assolutamente pacifica». Una sorta di coda della protesta di ieri mattina con il presidio all’Agenzia e i blocchi e i rallentamenti in via Vesalio e nelle statali 130 e 131. Il movimento sardo si muove insieme a quello nazionale: nei prossimi giorni potrebbero essere organizzate nuove azioni di protesta.

Dichiarazione dei redditi, medicinale o…? Le interpretazioni del logo del NCD

simbolo-ncd-tuttacronacaAngelino Alfano ha presentato il simbolo del Nuovo Centrodestra… e la cosa non poteva certo passare inosservata al popolo della rete, per definizione mai eccessivamente tenero. Le diverse interpretazioni del logo, un quadrato blu con le tre lettere dell’acronimo, chi ha visto il simbolo di una casa farmaceutica e chi si è immedesimato nella sofferenza di un grafico. Per un’idea più chiara dell’umore in Twitter… eccone alcuni tra i più incisivi:

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Ecco il simbolo di Nuovo Centrodestra… quasi inesistente?

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Davvero un simbolo! Qualcosa che non si può dimenticare quello del Nuovo Centrodestra  presentato nel pomeriggio del 5 dicembre è di una semplicità sconvolgente. Un quadrato blu su fondo bianco con la sigla Ncd.

“Il colore blu – ha spiegato il vice premier – a simboleggiare la serenità che serve oggi all’Italia, il quadrato, con tutti gli angoli e i lati uguali, a rappresentare l’uguaglianza”. 

Torna l’incubo? “La mafia potrebbe riprendere le stragi”, così Alfano

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Torna l’incubo? Alfano non esclude che la mafia potrebbe riprendere la strategia del terrore e tornare a mettere bombe sul territorio nazionale. Il ministro dell’Interno ha affermato:

“Non possiamo escludere la tentazione di una ripresa della strategia stragista dopo tanti anni di silenzio, ma lo stato sarà pronto a reagire”.

E poi a conclusione del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica che si è tenuto oggi a Palermo ha concluso:

“Abbiamo deciso un ulteriore rafforzamento dei dispositivi di sicurezza personale dei magistrati esposti e messo a loro disposizione ogni risorsa necessaria”. In particolare, Alfano ha fatto riferimento ai magistrati che coordinano l’inchiesta sulla trattativa Stato-mafia. “Sono stati oggetto di numerose minacce – e  ha, poi, spiegato – per questo io oggi sono venuto a dire che lo Stato è dalla loro parte e metterà ogni mezzo a disposizione per la loro protezione”.

Alfano ha poi fatto cenno ai magistrati che si occupano delle misure di prevenzione, anche loro “particolare bersaglio di intimidazioni. Abbiamo nei loro confronti una particolare attenzione: vengono sfidati dalla mafia per i risultati raggiunti”.

Come un rombo di moto: i nostri 7 giorni

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Un rombo di moto, qualche giro e una vita che si spezza a soli 45 anni. Romboni è morto ricordando Simoncelli e dalla pista della Malesia al Sagittario di Latina il dramma si ripete. Un dramma che conosce bene anche Alessia Polita, rimasta paralizzata a seguito di una caduta e che ancora lotta per aver riconosciuti i suoi diritti e quelli di tanti altri piloti. Purtroppo in questa settimana Romboni non è stato l’unico a perdere la vita su una pista, l’ultima notte è stata fatale anche per Paul Walker, uno dei protagonisti di Fast and Furious che ha trovato la morte a bordo di un’auto guidata da un suo amico. Ma questa è stata anche la settimana in cui ha commosso Anna Marchesini con la sua partecipazione a Che Tempo Che Fa. L’attrice nonostante la malattia non ha perso il suo  sorriso e la sua forza di vivere. Incidenti, dramma ed asfalto… Se lo sport piange i suoi campioni e il cinema è in lutto per i suoi eroi, la politica promette guerre… Renzi, Alfano e chi più ne ha ne metta. Ormai la politica davvero ha mostrato il suo lato debole e l’Italia  sembra incarnare davvero la sua spada di Damocle. Nell’ultima settimana la lama è ricaduta sui pensionati, ma ora è pronta a colpire nuove categorie…

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Intanto continuano però gli scandali della politica  mentre il cane dei Griffin muore e ilmaltempo flagella l’Italia, Conte sogna, la Cremaschi fa l’ennesimo pronostico sexy e nel Napoletano c’è il bar che rilascia scontrini anti juventini. Il Milan  torna a vincere, Balotelli fa scintille e le primarie si avvicinano. L’Italia continua a stare in difficoltà, la comunità cinese si stringe intorno al dramma di Prato e quell’economia che dovrebbe essere in fase di ripresa stenta a decollare. Renzi tuona e Alfano risponde. Civati sogna la segreteria e parla di “Recuperlo”. Questa però oltre che essere stata la campagna in cui Civati ha mostrato le unghie è stata anche quella in cui il Caimano è  decaduto… ora gli orizzonti sono diversi e ogni attimo può essere quello fatale a far crollare il governo Letta. Ma quanto costa al popolo italiano al decadenza? Sicuramente la buonuscita e i vitalizi? Ma i soldi del vitalizio eviteranno al Cavaliere l’umiliazione dello sfratto? Sono molti gli interrogati della settimana, ma noi auguriamo a tutti un inizio di settimana sereno, lontano da quei problemi che purtroppo non possono essere risolti dai cittadini, ma solo subiti… e quindi a voi tutti: 

GOOD NIGHT, AND GOOD LUCK!

Si dimette il sindaco di Anagni, la frattura del centro-destra portala bufera nei comuni

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Carlo Noto, sindaco di Anagni si è dimesso dall’incarico e la decisione è stato ufficializzata nel pomeriggio di oggi, dopo che il Consiglio comunale, che si era svolto sabato 30 novembre, non aveva approvato il bilancio di previsione: 10 erano stati i voti contrari contro i 9 favorevoli. La maggioranza di centrodestra, che dal 2009 governava la città dei Papi, si è sfaldata nelle ultime settimane e ora a Palazzo d’Iseo è crisi politica. La frattura avvenuta a Roma tra Berlusconi e Alfano ha ripercussioni anche nei comuni dove il centro-destra non è più compatto.

 

E’ iniziata la guerra a Renzi? Letta sceglierà il Governo o il partito?

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Se Renzi è diretto, Alfano accelera e risponde a chiare note alla provocazione dei tre punti del candidato favorito alle primarie. il leader del Nuovo centrodestra ha infatti ribattuto al sindaco di Firenze affermando:

“Se Renzi ha l’obiettivo, dopo essersi seduto nella sedia di segretario del Pd, di prendere la sedia di Enrico Letta, è sufficiente che lo dica con chiarezza senza bisogno di fare come la vecchia politica, di girarci attorno” e poi ha sottolineato, “Renzi sa che ad una settimana dalle primarie deve spararla grossa per arrivare primo per quantità di voti e di votanti. Per fortuna le primarie si stanno concludendo, visto che se ne parla da sei mesi. Finalmente dopo si potrà parlare dei problemi dell’Italia”.

Renzi e i suoi 3 punti, o cade la maggioranza

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Renzi parla da giorni già da segretario del Pd e detta le condizioni per mantenere il Governo in piedi ”Letta deve sapere che il suo esecutivo ora è incentrato sul Pd. Ha cambiato forma, le larghe intese originarie non ci sono più. Il Pd ha 300 deputati e Alfano ne ha 30. Il governo sta in piedi grazie a noi. Alfano dice che può far cadere Letta. Bene, così si va subito al voto. Io non ho paura. Lui sì. Perché sa che Berlusconi lo asfalta”. Per Matteo Renzi, chi vince le primarie del Pd ”impone la linea. Saremo leali ma conseguenti”.

Al premier Enrico Letta, spiega in un’intervista a La Repubblica, ”offro una disponibilità vera, un patto di un anno. E quindi proporremo tre punti che noi consideriamo ineludibili”, e cioè riforme, lavoro ed Europa. E se l’esecutivo non realizzerà questi obiettivi, il Pd ”separerà il suo destino da quello della maggioranza”.

”Il primo punto che porremo saranno le regole del gioco. Si mandino in pensione i saggi che vanno in ritiro a Francavilla e la proposta di modifica dell’articolo 138”, afferma Renzi, che rilancia la Camera delle autonomie locali e sostiene l’ abolizione di ”enti inutili come il Cnel” e la riforma del Titolo V della Costituzione. Quanto alla legge elettorale, ”va bene qualsiasi riforma, purché si faccia e purché garantisca il bipolarismo e la governabilità”.

Il secondo punto è l’economia, partendo dal ”Job act: semplificazione delle regole nel lavoro, garanzie a chi non ne ha”, dichiara Renzi, secondo cui la patrimoniale ”ora sarebbe un errore politico”.

Il terzo punto è ”l’anima del Paese. Letta vuole gestire il semestre europeo, allora si diano contenuti. Spendiamo meglio i fondi comunitari. Investiamo anche su scuola, immigrazione e diritti”, prosegue il sindaco di Firenze. Sulla fedeltà dei democratici in Parlamento alla linea del Pd, ”le cose da fare le decideranno gli italiani che parteciperanno alle primarie. Difficilmente qualcuno si tirerà indietro. Ma se c’è chi punta a spaccare il gruppo – avverte Renzi – sappia che la conseguenza saranno le elezioni anticipate”, per le quali serve ”un Pd forte”. Quanto al Presidente Giorgio Napolitano, ”il capo dello Stato fa bene il suo ruolo. Ma nel rispetto dei ruoli, mi limito a far presente che un Pd forte fa bene anche alle istituzioni”.

Ma quale verifica, solo un passaggio parlamentare!

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Nessuna verifica ovvero nessun rimpasto solo un voto di fiducia che rafforzi la nuova maggioranza. Un Governo che partito con le larghe intese, senza Berlusconi e Bersani che erano stati i protagonisti delle ultime elezioni, assemblato invece su Letta e Alfano e che ora corre con una maggioranza ben diversa da quella iniziale, secondo il Colle non ha bisogno di verifiche. Poco importa se Berlusconi e la sua Forza Italia siano passati all’opposizione e le riforme appaiono chimere. Il chiarimento su ciò che il Presidente chiede al Governo è arrivato attraverso una nota diffusa dall’ufficio stampa del Quirinale:

”Il Presidente Napolitano non ha mai parlato in questi giorni di ‘verifica’, bensì di un passaggio parlamentare che segni discontinuità, cioè di una nuova investitura del governo da parte del Parlamento”.

 

Via la Trise e arriva la Iuc!!! Cambia di nuovo il nome dell’imposta sulla casa

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Forse l’intesa c’è sull’imposta per la casa, ma non si chiamerà più Trise bensì Iuc: imposta unica comunale. Così vengono stanziati 500 milioni di euro in più in favore dei comuni a destinare alle detrazioni per le famiglie con redditi bassi. L’intesa sarà sintetizzata in un emendamento dei relatori al ddl stabilità. Il Governo per non perdere tempo poi porrà la fiducia come già era stato ampiamente ipotizzato. Dario Franceschini, ministro per i Rapporti con il parlamento e per il Coordinamento dell’attività di Governo, ha affermato: “Rispetteremo totalmente il lavoro del Parlamento ponendola sul testo che la Commissione bilancio sta ultimando. La fiducia è però necessaria non soltanto per garantire i tempi di approvazione ma anche per verificare politicamente, con chiarezza e senza ambiguità, nel luogo proprio e sull’atto piu importante, il rapporto fiduciario tra governo e maggioranza parlamentare”. Di fatto, si tratterà del primo test per il centrodestra reduce dal divorzio di Alfano e Berlusconi: una conta vera a propria in Aula dei lealisti al governo Letta e di chi invece resta sulla linea del ri-fondatore di Forza Italia, i cui toni verso il governo – e il Quirinale – si sono sempre più inaspriti.

Secondo il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giovanni Legnini, il voto di fiducia potrebbe arrivare già domani. “Il governo è convinto che la Commissione Bilancio del Senato possa chiudere nella notte” i lavori sul ddl, consentendo all’esecutivo di andare in aula, “porre la fiducia domani mattina e andare al voto domani sera” al Senato.

 

Aprire per credere: i nostri 7 giorni!

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A volte serve davvero “aprire”, per vedere l’altra fetta di realtà! Così questa settimana ci siamo soffermati a vedere l’altra parte della destra, quella degli alfaniani che si sono staccati da Berlusconi, in odor di decadenza, e che ora sono pronti a sostenere a spada tratta l’esecutivo Letta senza se e senza ma. Invece i dubbi restano ai pensionati, che hanno passato l’ennesima settimana con il fiato sospeso e la mannaia sul collo. Un po’ come accade ad Allegri ultimamente, che sente la panchina tremare e le vittorie volar via.  E di vento ce ne è stato molto questa settimana, tra i tweet di Balotelli con il presunto annuncio di divorzio dal Milan a quel post che ha rivelato la misteriosa FF di Mentana. La “grana” peggiore è approdata con le polemiche che hanno travolto la Clerici e i programmi di cucina andati in onda nonostante il lutto nazionale per la Sardegna messa in ginocchio da Cleopatra. E mentre la Sardegna piange crolli e alluvioni non risparmiano il resto d’Italia. Ma il passaggio di Cleopatra ci ha fatto riflettere… Se servisse davvero una Regina?  Forse l’Italia non è matura per una democrazia? Forse lo era e non lo è più? Mentre gli italiani s’interrogano per ben due volte alla commissione bilancio la maggioranza va sotto e soccombe… Ma se al centro si naviga con difficoltà, nell’Aula Giulio Cesare al Campidoglio volano gomitate e s’interrompe la seduta. L’opera d’altra parte era già in sciopero

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Si continua a scavare nella vicenda Ruby e le “antiche” deposizioni sono fette amare anche per Belen che minaccia querele. Ma se c’è chi vuole spalancare le Aule del tribunale, c’è chi invece si appella ad aprire la cella del carcere: è la mamma di Corona, che spera che il suo appello possa essere ascoltato, da chi ha già spalancato le porte ad altri detenuti che versavano in gravi condizioni di salute. A volte una parola può davvero spalancarti strade insospettabili… Come l’ironia, quella che ci ha commosso della Marchesini che, seppur malata, a Che Tempo Che Fa, ha saputo comunque strapparci un sorriso e aprirci nuovi orizzonti. Resta quel dolce amaro, quella velata malinconia che però viene vinta dalla forza travolgente di chi, nonostante i problemi di salute, sa rispondere alla malattia con la vitalità. Gli italiani invece sono preoccupati e rassegnati… Già pronti a festeggiare l’ennesimo Natale di crisi e a preoccuparsi di quale fetta indigesta toccherà mandar giù il prossimo anno. Quale ennesimo boccone amaro dovranno ingoiare? Meglio festeggiare con una crosta di grana e non pensare… intanto esercitiamoci a urlare!

GOOD NIGHT, AND GOOD LUCK!

Non ci sono gli estremi per la grazia a Berlusconi

berlusconi-grazia-tuttacronacaE’ l’ufficio stampa del Quirinale a precisare che non ci sono le condizioni per un intervento di grazia per Silvio Berlusconi. E definisce inoltre di “estrema gravità i giudizi e i propositi” espressi ieri dal leader di Forza Italia. Il Colle prosegue quindi sottolinando come le parole di Berlusconi siano “prive di ogni misura nei contenuti e nei toni”.

“Noi abbiamo fatto una scelta diversa”, così Alfano sulla manifestazione del 27

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Parole nette quelle di Alfano, a proposito della protesta prevista per il 27 novembre in occasione del voto sulla  decadenza di Silvio berlusconi da senatore. Il vicepremier a ‘L’arena’, ribadisce infatti  “Non partecipiamo alla manifestazione. Guardiamo al futuro e non siamo coinvolti”. ‘ a proposito della protesta prevista per il 27 novembre in occasione del voto sulla  decadenza di Silvio berlusconi da senatore. “Penso che un uomo con la carriera e la biografia di Silvio Berlusconi meriterebbe di non essere sottoposto ai servizi sociali e meriterebbe la grazia”, anche se non l’ha richiesta, ha aggiunto il vice premier Alfano, precisando poi di non volersi addentrare nelle “procedure” che attengono al Colle.

Alfano tiene a rimarcare di avere ancora buoni rapporti con il Cavaliere. Con Berlusconi “capita di sentirsi. Il rapporto personale e anche politico all’interno della coalizione prosegue, quello che ci ha diviso è il giudizio sulla tenuta del governo dopo la decadenza e anche la visione, con il prevalere di una linea estremista nel partito”. “E’ la linea che consideriamo sbagliata di fare cascare tutto e mettere gli interessi del Paese dopo l’egoismo di partito. C’è accanto a Berlusconi chi lo spinge in una direzione estrema”, ha aggiunto il vice premier nel suo intervento.

Uno stop alla possibilità di rivedere la data, prevista per il 27, per il voto di decadenza è arrivato oggi Dario Stefano, presidente della Giunta per le elezioni del Senato. “Il provvedimento sulla mancata convalida dell’elezione di Berlusconi è uno dei pochi provvedimenti che possono essere affrontati dall’Aula del Senato anche in sessione di bilancio. Tecnicamente, non c’è alcun elemento che porti a riconsiderare la data – ha detto Stefano, intervistato dal Quotidiano di Puglia  – . Essendo uno Stato di diritto dobbiamo applicare la legge che è in vigore e che peraltro pone anche il tema della tempistica. Penso al famoso avverbio ‘immediatamente’ della legge Severino, che indica una strada”.

Pensionati di serie A e B, fino a 2000 la rivalutazione piena, gli altri lacrime e sangue?

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Aver pagato più contributi allo Stato e aver ricoperto incarichi di responsabilità non viene premiato in Italia, la demagogia e il populismo vince e l’Alf-etta è d’accordo su tagli e contributi per le cosiddette pensioni d’oro e d’argento. Il contributo di solidarietà, su cui vi era stata anche una sentenza della Corte di Cassazione che aveva ripristinato il diritto alla pensione piena, verrà applicato ugualmente. La magistratura ignorata? No, solo aggirata! Si partirà dai 90mila euro annui lordi con una con un contributo del 5%, per chi ha invece una pensione da 21 a trenta volte il minimo cioè circa 193.000 euro lordi l’anno sarà del 10%, dopo di che sarà del 15%”. Chi usa la maschera di Amato, il pensionato più discusso d’Italia per muovere il movimento contro i pensionati che hanno contribuito per anni alla vita del Paese. Chi ha lavorato 40 anni ora si vede decurtato il proprio diritto acquisito. Invece ancora una volta verranno premiati coloro, e non sono pochi come si ritiene, che pur avendo eluso le tasse durante la loro vita, oggi hanno una pensione che sarà anche rivalutata! Come fanno notare i giornali specializzati come il Sole 24 Ore o il Messaggero:

La mossa, oltre che incostituzionale, è anche bassamente demagogica e dimostra che anche Alfano e i suoi si sono piegati al partito dell’odio e dell’invidia.
La foglia di fico è che il prelievo forzoso dalle tasche dei pensionati che hanno pagato di più servirà in minima parte a finanziare  la rivalutazione delle pensioni più basse:
“ Per il 2014 la rivalutazione degli assegni pensionistici sarà al 100% per i trattamenti fino a 4 volte il minimo (1.982 euro al mese). Nel biennio 2015-2016 si ritorna alla formulazione varata dal governo”.
Il Sole 24 Ore precisa:
“La rivalutazione piena (100% dell’inflazione calcolata sul’indice Ipca) delle pensioni sale fino agli assegni pari a quattro volte il minimo Inps, vale a dire 1.924 euro lordi mensili. L’emendamento depositato ieri sera dai due relatori risolve così, con un allargamento della parte bassa della platea dei pensionati, la querelle che s’era aperta subito dopo la presentazione del Dl di stabilità da parte del Governo, con l’esclusione dall’indicizzazione della quota degli assegni superiore a sei volte il minimo.
Il testo originario prevedeva la rivalutazione piena dei trattamenti pensionistici fino a tre volte il minimo (per il 2013 pari a 1.443 euro); limitata al 90% per gli assegni di importo superiore a tre volte ma inferiore o pari a quattro volte; pari al 75% per gli importi superiori a quattro volte ma inferiori o pari a cinque volte il minimo e pari al 50% per le pensioni di importo superiore a 2.405 euro.
“Ora la rivalutazione del 100% sale di un gradino e vale, per il prossimo triennio, anche per gli assegni superiori al minimo fino a quattro volte.
“L’emendamento corregge anche le soglie per il contributo di solidarietà sulle pensioni di importo elevato, prelievo che per altro non garantirà più uno sconto fiscale. Il prelievo del 5% scatterà sulla parte di assegno previdenziale superiore a 14 volte il minimo (6.734 euro lordi mensili, circa 90-91mila euro lordi annui) e fino a 20 volte il minimo (9.620 euro al mese), salirà al 10% per la parte di assegno che eccede tra le venti e le trenta volte il minimo Inps (da 9.620 a 13.949 euro), e arriva al 15% per la parte di pensione che eccede quest’ultima soglia, vale a dire oltre i 14.430 euro lordi mensili.
“Guardando alla classi d’importo delle pensioni pagate lo scorso anno la platea delle pensioni alte toccate dal contributo di solidarietà sale di molto rispetto allo schema che aveva presentato il Governo. Quest’ultimo prevedeva il prelievo del 5% sopra i 150 mila euro lordi annuo, 10% sopra i 200mila euro e 15% per le fasce oltre i 250mila euro. Ora l’asticella scende attorno a quota 90mila euro lordi annui, il che significa che si passa da una platea di 3.675 pensioni vigenti (dati Inps 2012) a 37.703, vale a dire 34.028 assegni in più sui quali si eserciterà il piccolo prelievo di solidarietà da destinare alle gestioni previdenziali obbligatorie. Per memoria vale ricordare che l’anno scorso le pensioni fino a tre volte il minimo Inps erano 19,3 milioni, su un totale di 23,4 milioni di assegni”.
Sul Sole 24 ore si legge anche che:
“tra le novità approvate quella più rilevante, dunque, è la riscrittura della curva Irpef con l’aumento delle detrazioni fino a 35mila euro di reddito. La riduzione della platea, inizialmente fissata dal Governo a 55mila euro di reddito, come ha spiegato la senatrice Ghedini, premia con aumenti fino a 225 euro all’anno le fasce di reddito tra 15mila e 18mila euro. Un mini-taglio al cuneo anche nel commercio: si prevede la riduzione dal 2,44 al 2,40% dell’aliquota sui contributi dovuti dai datori di lavoro per le indennità di malattia. C’è poi il ritocco sulle indicizzazioni delle pensioni e il contributo di solidarietà”.

L’Italia ha bisogno di populismo e demagogia o di lavoro e ripresa?

Il paragone di Sallusti: Berlusconi come Kennedy

berlusconi-kennedy-tuttacronacaAlessandro Sallusti, direttore de Il Giornale, in occasione del cinquantenario della morte di JFK ha redatto un editoriale nel quale paragona il mitico presidente americano a Silvio Berlusconi, che arriva il giorno dopo la pubblicazione delle motivazioni della sentenza Ruby.

La coincidenza mediatica Kennedy-Berlusconi cade a proposito. Perché i due hanno più di un punto in comune. Entrambi ricchi, molto ricchi, hanno usato la loro ricchezza per farsi largo in politica. Entrambi , alla loro discesa in campo, si sono imposti a sorpresa su rivali favoriti. Entrambi hanno regalato un sogno al loro Paese senza riuscire a realizzarlo (nel caso di Kennedy per sopravvenuto omicidio, in quello di Berlusconi perché siamo in Italia). Tutti e due hanno cambiato profondamente e in modo irreversibile il costume della politica. E, non ultimo, entrambi avevano una passione irrefrenabile per le belle donne.

Il compagno della Santanchè, quindi, passa a citare un racconto pubblicato dal “Corriere della sera” sul presidente americano:

Dicono che la sua vita sia stata costellata da una sequenza ininterrotta di incontri occasionali con giovani donne di ogni ceto sociale. Tutte bellissime, tutte innamorate. Erano stagiste della Casa Bianca, attrici, cantanti, prostitute, signore del jet set, giornaliste, segretarie, amanti di boss della mafia… Arrivavano di notte alla Casa Bianca nascoste dentro il bagagliaio di un’auto e il presidente le intratteneva nel suo ufficio. Queste consegne a domicilio venivano rispedite al mittente nel giro di pochi minuti…”.

E trae la sua conclusione:

L’ipocrisia è che tanta benevolenza è solo per chi è di sinistra, zona dove puttane e puttanieri non mancano, ma lì, e solo lì, fanno tanto chic.

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‘Estremisti’ vs ‘diversamente berlusconiani’: scontri in centrodestra

decadenza-scontri-tuttacronacaScambio di accuse tra gli ex compagni di partito Angelino Alfano e Daniela Santanchè oggi, con il vicepremier che rivolge un “Violentate Berlsuconi” agli ‘estremisti’ di Forza Italia ricevendo in risposta dalla Pitonessa un “Sei come i terroristi, spari alle spalle”.Più sarcastico Raffaele Fitto:

“Nell’elevato e nobile discorso di oggi dell’onorevole Alfano, c’è solo una parte pleonastica e davvero non necessaria: quella in cui l’onorevole Alfano ribadisce il suo affetto e la sua vicinanza verso il presidente Berlusconi. Che bisogno c’era di ripeterlo? Ormai tutta l’Italia ha potuto conoscere e apprezzare la lealtà, la correttezza e soprattutto la grande riconoscenza dell’onorevole Alfano verso il suo benefattore”

E mentre berlusconiani doc e diversamente berlusconiani si attaccano, Berlusconi fa inviare una mail ai forzisti: il giorno del voto sulla decadenza, il 27 novembre, dovranno tutti scendere in piazza davanti a palazzo Grazioli, a via del Plebiscito. Il ‘format’ della manifestazione non è ancora stato stabilito e l’orario potrebbe slittare: dipende infatti dalla decisione di scendere in piazza in contemporanea con il voto di Palazzo Madama sulla decadenza. Soltanto lunedì, dunque, quando la capigruppo calendarizzerà il voto, si saprà qualcosa di più. Al momento, l’orario indicativo è tra le 14 e le 17 di mercoledì. Non è da escludere che parte dei manifestanti si sposti da via del Plebiscito a Palazzo Madama: dipende se Berlusconi si recherà o meno in Aula per il voto. Lo scopo, infatti, è far sentire la loro vicinanza al leader ma non solo: anche contrapporsi a eventuali manifestanti anti-Cav che si presentino davanti al Senato. Ma c’è chi non approva l’iniziativa e chiede di vietare manifestazioni. Lo fa il Pd, ufficialmente perché “zona inadatta” che finirebbe per paralizzare il traffico nella capitale. Il tutto si configura come un nuovo problema per Ignazio Marino.

In quanti amano Berlusconi?

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«A Berlusconi dico che che qui c’è gente che gli vuole bene ma si era stancata dell’idea che il nostro movimento finisse in mano a radicali ed estremisti e che non accettava che la capacità di sintesi e grande equilibrio del nostro presidente venisse violentata ogni giorno», queste le parole del vicepresidente Angelino Alfano che ha poi aggiunto:

«Non ci siamo staccati dal centrodestra, ma non aderiamo a Forza Italia che non è più quella che abbiamo conosciuto nel ’94», ha insistito Alfano, che ha poi aggiunto: «Il Nuovo Centrodestra sarà il valore aggiunto che farà vincere la coalizione alternativa alla sinistra» e poi ha precisato «Ogni giorno ci attaccano» da Forza Italia. «Ma a loro dico: state sereni, perché in tanti stanno aderendo al nuovo centrodestra, anche dal partito del non voto», Alfano ha continuato  «Partiamo con l’abbrivio di sondaggi entusiasmanti: non abbiamo ancora una sede e un simbolo ma milioni di italiani hanno già detto di essere pronti a votare per noi» per poi sottolineare  «Confesso la mia grande emozione, gioia e ammirazione di essere il socio fondatore del più grande partito del centrodestra in Italia», e concludere parlando della «ambizione grande di far tornare a vincer e il centrodestra con i nostri principi, valori e programmi».

Nei grandi programmi di Alfano vi sarebbe anche la volontà di aprire, prima di Natale, almeno un circolo in ciascuno degli 8100 Comuni italiani.

Berlusconi ha pronto “un colpo segreto”

Silvio_Berlusconi-tuttacronacaSilvio Berlusconi ha rilasciato un’intervista esclusiva ad Alessandro Barbano, direttore de Il Mattino e, a pochi giorni dal verdetto sulla decadenza in Senato, afferma: “Non mi dimetto prima, non ci penso nemmeno. Aspetterò che votino. Che si assumano la responsabilità di una cosa di cui si dovranno vergognare per sempre”Alla domanda se sia intenzionato a Sfidare Matteo Renzi: “Questo dipenderà dalla decadenza. O forse dalla revisione”, sottolinea. Ma l’ex premier spiega anche di aver pronto “un colpo segreto”, che non sarà la figlia Marina. “Non voglio assolutamente che mia figlia entri in politica. Non voglio che, in un Paese in cui la magistratura è diventata un contropotere dello Stato, lei subisca ciò che ho subito io”. E riguardo il voto anticipato: “Perchè mai si dovrebbe tornare al voto? Il governo non ha forse raggiunto una maggioranza in grado di reggere, anche se noi passeremo all’opposizione?”, e aggiunge: “A meno che non prevalgano nel Pd volontà di fa cadere il governo…”. “L’ ho detto e lo confermo. Il voto di decadenza è il punto di non ritorno oltre il quale ci regoleremo soltanto in base all’esame dei contenuti della finanziaria”. Vuol dire che non la voterete? “Vuol dire che non la conosco. E come me neanche gli italiani. Spero che almeno nelle prossime ore i nostri senatori possano studiarla”.  La scissione Pdl-Fi. Sulla scissione Pdl.Fi, afferma quindi: “Nessuna frattura è insuperabile. Se dovessero capire di aver commesso un errore, noi saremmo tutti lieti di un ritorno all’unità”, dice inoltre a proposito di Angelino Alfano e del Nuovo centro destra. Stando ai sondaggi, spiega, l’elettorato non ha compreso la scissione. “Gli ultimi sono di due giorni fa, e dimostrano che anche il nostro elettorato fa fatica a comprenderne le ragioni, se è vero e non ho motivo di dubitare di Euromedia che Forza Italia è al 20,1 per cento e la nuova formazione al 3,6”.  Riguardo l’agibilità politica. “Sfido chiunque a dire che in questi mesi di coabitazione non abbiamo dimostrato un atteggiamento di sincera apertura e prudenza. Che cosa ce n’è venuto? La decadenza”, dice il Cavaliere che spiega: nell’esperienza delle larghe intese “abbiamo dato molto e non abbiamo ricevuto in cambio nulla”. Quello che si sarebbe aspettato, invece, era “Un riconoscimento del mio ruolo e un’agibilità politica che ogni cittadino di buon senso e di buona fede concederebbe a un alleato”.

E se lo strappo nella destra italiana fosse stato pilotato?

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Alfano è al centro di un progetto più ampio? Forse ora Alfano può davvero gestire da solo le proprie relazioni, i propri contatti come ritiene più opportuno, può in sostanza decidere senza dover chiedere. E’ quindi sorretto da una serie di persone che ricoprono cariche importanti e che hanno scelto di sostenere l’ex delfino di Berlusconi piuttosto che il Cavaliere pregiudicato?  Ecco cosa scrive Marco Ajello su Il Messaggero:

Il salvataggio Alitalia, per esempio, è stata un’operazione condotta dal ministro Lupi e ha fatto emergere una consonanza tra il leader del Nuovo Centrodestra e Massimo Sarmi, il quale dalle Poste e non solo è uno dei player della nostra economia. Un potere forte? Chissà che cosa significa più questa espressione. E comunque, spiega l’ex sottosegretario all’economia, e senatore alfaneo di Calabria, Antonio Gentile: «Ora dobbiamo pensare a come costruire una rete finanziaria che ci sostenga e soprattutto che sostenga il Paese».

Nel mondo bancario milanese, figura Salvatore Mancuso, vice-presidente di Alitalia e fratello di Bruno Mancuso, senatore passato nel nuovo gruppo post-berlusconiano. In questi giorni, lui e Alfano si sono visti più volte. E i discorsi sono stati di questo tipo: «Siete l’unica speranza per i moderati», ha osservato l’amico banchiere al nuovo leader. Il sodalizio tra Banca Intesa e il Meeting di Rimini (Cl è quasi tutta per Alfano) può rappresentare un altro punto di riferimento per il partito che nascerà. Il berlusconismo aziendale, da Confalonieri a Doris e a Marina Berlusconi, è naturaliter colomba e la sintonia con Alfano – se non altro per l’interesse a far marciare il sistema Italia che conviene alle imprese – difficilmente subirà una battuta d’arresto.

Ed eccoci al Colle. Un settore che Berlusconi ha delegato a Gianni Letta e che Alfano invece cura personalmente e attraverso la consuetudine di rapporto che due ministri – Lorenzin e Quagliariello – intrattengono con Napolitano. E in buona misura, insomma, la costruzione di una strategia di comando e del profilo di Alfano come guida del nuovo centrodestra «inclusivo» è l’opposto della politica isolazionista di Berlusconi rispetto a mondi esterni al proprio e della sua tendenza – acuitasi nella fase del crepuscolo – a isolare la propria leadership rispetto al concerto degli altri poteri e del generale contesto istituzionale.

Il link con il Vaticano, che con il berlusconismo ha chiuso da tempo, è esemplificato da questa scenetta. Alfano, dieci giorni fa, è riunito a Palazzo Chigi con i ministri suoi sodali, più Cicchitto, Sacconi, Gentile, Scopelliti. Arriva durante il summit una telefonata di Ruini e il cardinale più politico che c’è dice ad Alfano: «Onorevole, il progetto che state elaborando è interessantissimo. Andate avanti». Appena finisce la telefonata, Angelino si rivolge scherzosamente a Quagliariello: «Sei tu che gli hai detto di chiamarmi, eh?». «Ma nooo», sorride il Quaglia. Che insieme a Sacconi, a Lupi e alla deputata Roccella tiene i rapporti con Oltretevere, curati anche personalmente dall’ex segretario del Pdl.

(…) C’è il Pdl nel Ppe, ora Forza Italia vuole chiedere l’iscrizione ma tra i popolari europei – da sempre vogliosi di un centrodestra italiano alternativo alla sinistra ma affidabile, cioè non populista – ci sono forti resistenze a dargliela. La rete europea è stata disponibile con Casini e con Monti, così come lo è con Alfano – il quale intrattiene ottimi rapporti con big del calibro del presidente pro tempore del Ppe, Joseph Daul, con Jean Claude Junker, con Michel Barnier candidato alla presidenza della Commissione Ue – e l’altro giorno Hans-Gert Poettering ha incontrato riservatamente, e separatamente, sia Angelino sia Mario Mauro.

La rete global per le grandi strategie e insieme la rete local per la raccolta di consensi sul territorio. Quattro senatori dotati di buon bottino elettorale – dal laziale Fazzone al veneto Marin e si parla anche dei sudisti Milo e Cardillo – starebbero passando nelle fila di Angelino. I cui sherpa sono convinti che dopo la decadenza del Cavaliere potranno arrivare a 50 i senatori alfanei. Sparsi nei territori, ci sono alcuni uomini chiave per il network da Italia profonda: Schifani e Castiglione in Sicilia, Scopelliti e Gentile in Calabria, Viceconte in Basilicata, Azzollini e Cassano in Puglia, Lupi e Formigoni in Lombardia, Piccone e Quagliariello in Abruzzo. (…)

L’altra scissione… Scelta Civica chiede il rimpasto

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Se la scissione Berlusconi – Alfano ha creato ansia nella maggioranza ora arriva l’ennesimo colpo: la richiesta di rimpasto da parte di Scelta Civica e la rimozione di Mario Mauro che non rappresenta più il movimento. Scelta Civica è chiara nelle sue richieste o rimpasto o non si sosterrà più l’esecutivo perché in questo momento tra i suoi rappresentanti, la forza politica guidata dal nuovo coordinatore  Stefania Giannini, può annoverare solo un sottosegretario (Ilaria Borletti Buitoni, alla Cultura) e un vice ministro (Carlo Calenda, allo Sviluppo economico).

“Se quanto successo ieri con l’abbandono dell’Assemblea si traduce in operazione politica – dice la senatrice montiana, Giannini approdata in Parlamento da rettore dell’Università per stranieri di Perugia – è evidente che tra i primi punti in agenda da affrontare con il Premier Letta ci sarà il fatto che un ministro autorevolmente rappresenta un’altra forza politica e allora noi chiederemo di far contare il nostro peso”.

Berlusconi e la frattura con il braccio destro… all’estero si racconta la scissione

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Berlusconi e la frattura con il suo braccio destro Alfano si racconta così:

«Un Berlusconi indebolito rilancia Forza Italia», titola il FINANCIAL TIMES evidenziando come ora «al centrodestra manchino i numeri per far cadere il governo Letta». E il foglio della City riporta anche alcune ipotesi emerse durante la convention di Fi sul futuro dell’esecutivo: «Alcuni sono convinti che l’Italia andrà al voto in primavera, altri credono che Letta potrebbe lottare fino al 2015. Altri ancora ammettono che, al momento, il governo Letta ne sia uscito più forte». Più netti i commenti della stampa tedesca.

«La defezione dell’alleato di lungo corso spacca il centrodestra in Italia» titola il NEW YORK TIMES osservando come «la rottura del Pdl di Berlusconi segni un nuovo, sebbene incerto, capitolo nella politica italiana» nel quale «secondo alcuni analisti crescerà il livello del populismo antigovernativo».

«Berlusconi resuscita il vecchio partito», è il titolo della britannica BBC che sottolinea tuttavia come, con la scissione del Pdl, il Cavaliere resti «in stallo».

«Il partito di Berlusconi si disintegra», titola DER SPIEGEL, mentre BILD in un occhiello scritto in italiano si chiede «Ciao Cavaliere?», per poi titolare «Si sbriciola il partito di Berlusconi».

Per DIE WELT, «nella sua lotta per la sopravvivenza politica, Berlusconi ha spaccato il suo partito» e con Fi «ha allineato un partito su se stesso».

Il SUDDEUTSCHE ZEITUNG sottolinea come il centrodestra di Berlusconi sia «a pezzi» e «il potere dell’ex premier ne ha sofferto».

In Francia LE MONDE fa una riflessione più generale e in un articolo intitolato «In ordine sparso la destra italiana prepara il dopo-Berlusconi» ripercorre le fratture intercorse dal 2009 a oggi all’interno del centrodestra.

Lo spagnolo EL PAIS invece scrive come «il giorno scelto da Berlusconi per rifondare Forza Italia sia stato anche quello del gran tradimento del suo delfino, Angelino Alfano». E la scissione del Pdl con il contestuale rilancio di Fi irrompe anche sulla stampa americana.

La frattura c’è stata e nel complesso si parla di indebolimento del centrodestra e del dopo Berlusconi… ma forse per le analisi è ancora presto o forse troppo tardi!

Consiglio Nazionale, la festa diventa un funerale?

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Consiglio Nazionale lugubre? Silvio Berlusconi entra in sala salutato da parlamentari e membri del Consiglio, in un clima di surreale festa, con tanto di inno seguito dal Cavaliere con la mano sul cuore. Uno strappo che si cerca ancora di non evidenziare, di raccontare che in fondo il gruppo “Nuovo Centrodestra” creato da Alfano, sarà in coalizione insieme a Forza Italia, che quindi quella ferita è superficiale. Ma nelle prime parole di Berlusconi trapela, invece, tutta la preoccupazione per “l’amputazione” subita:

“Potete immaginare, visto che la missione dal 94 ad oggi era quella di unire, il dolore con cui ho appreso la comunicazione e questa notte non ho dormito”. 

“Sono successe alcune cose che ci hanno spinto nella direzione di Forza Italia: nel 2007 avevamo deciso di adottare il nome del Pdl perché si era tentato di mettere insieme tutte le formazioni politiche che costituivano il centrodestra. Nel tempo alcuni sono venuti a mancare e abbiamo ritenuto che non fosse più il caso di avere un nome nuovo e non il nome con cui eravamo partiti, anche perché eravamo rimasti ancora noi, quelli del ’94″.

“Cos’è successo? Ci sono state delle differenze non su programmi e valori, ma delle distanze tra singole persone, si è creata un’atmosfera grigia si sono ricorse le agenzie dell’uno e dell’altro schieramento, si è formata una situazione che non rendeva, a loro giudizio, di poter continuare pacificamente in un lavoro comune, ho passato del tempo per evitare questo. Eravamo arrivati ad accordo, ma hanno chiesto ieri sera la convocazione dell’ufficio di presidenza. Abbiamo opposto due ragionamenti, il primo che ci volevano 24 ore di anticipo per la presenza di tutti i componenti, per le modifiche da aggiungere non c’era bisogno di un passaggio all’ufficio di presidenza, ma farlo conoscere al Cn”.

“…la divisione che si è verificata ieri va contro la visione di unire tutti i moderati che se stessero insieme sarebbero la maggioranza degli elettori”.

“E’ molto difficile essere alleati in Parlamento e sedere allo stesso tavolo in Cdm con chi vuole uccidere politicamente il leader di un partito”.

“Alla Merkel e Sarkozy dava fastidio questo signore che era seduto al tavolo dei capi di stato e governo e aveva l’esperienza e la voglia di dire no a molte delle loro proposte che apparivano a me insensate”.

“Non possiamo pensare che una legge di stabilità come quella di adesso possa portare qualche pur minimo risultato, dobbiamo considerare la situazione globale in Ue a partire da un cambiamento della politica imposta a tutti dalla Germania e di cui beneficia solo Berlino”.

“Il signor Monti che ha fatto una politica in ginocchio rispetto alla Germania ha fatto approvare la tobin tax, siamo stati credo gli unici ad approvarla, noi dovevamo dire di no, ma facevamo cadere il governo. Ci siamo ripromessi di eliminarla nel caso di vittoria”.

“Se il prossimo governo sarà di larghe intese Pd-5Stelle, io credo che molti di noi non resteranno a vivere in Italia. Saranno costretti ad espatriare. E allora c’è una soluzione e una sola: unire tutti i moderati e farli votare per FI”.

“Abbiamo una magistratura che, unica nei Paesi civili, è incontrollabile, irresponsabile e se sbaglia fruisce di un’assoluta impunità. I giudici  si giudicano tra di loro in virtù di un privilegio medievale che dà alla magistratura la possibilità di giudicarsi tra i componenti della stessa casta”

Svolta sul caso Shalabayeva: la perizia rischia di accusare il Viminale

alma-shalabayeva-tuttacronacaSi compone di sette pagine il documento che, come spiega il Messaggero, rischia di mettere definitivamente sotto accusa il comportamento della Questura di Roma e del Viminale nel caso del rimpatrio di Alma Shalabayeva, moglie del dissidente e banchiere kazako Mukhtar Ablyazov. Si tratta di una perizia di parte ordinata dagli avvocati della figlia maggiore della donna che conferma punto per punto il sospetto che era circolato fin dalla scorsa estate:

per «creare» il documento valido per l’espatrio a nome della figlia di Alma, la piccola Alua di appena sei anni, gli uomini dell’ambasciata avrebbero utilizzato la fotografia presente nel passaporto centrafricano che Alma Shalabayeva ha consegnato agli uomini della Polizia al momento della perquisizione e del fermo che in poche ore l’ha portata prima nel Cie di Ponte Galeria e quindi sull’aereo diretto in Kazakistan. Insomma, qualcuno all’interno delle nostre forze dell’ordine avrebbe passato il documento all’ambasciata kazaka che avrebbe quindi elaborato un documento solo apparentemente proveniente dall’Asia centrale.

La perizia è stata firmata da un esperto di grafica in tre dimensioni, Fabio Pisterzi, che spiega che l’elaborazione fatta sulla foto della bambina è in realtà molto semplice: “Con uno scanner è possibile riprodurre l’immagine ed eliminare gli elementi sovraimpressi”, scrive rispondendo al quesito se le foto siano identiche e se “quindi derivino dal medesimo scatto”. Dunque una elaborazione semplice, di copiatura e aggiustamento. “La parte interessata”, il volto, è stata “ritagliata” mentre il vestito è stato sovraimpresso e questo fa sì che, al posto del collo della piccolina c’è il collo di un’altra persona. La relazione viene quindi conclusa specificando che “l’elaborazione è stata fatta utilizzando il programma Photoshop”. La perizia è stata conclusa lo scorso 4 ottobre e finirà in mano al pm Eugenio Albamonte. Ma, spiega ancora il Messaggero, “l’atto di accusa è rivolto anche alla Questura e al Viminale (dove si aspetta con ansia una puntata di Report dedicata al caso). Ma è anche possibile che a questo punto Astolfo Di Amato l’avvocato di Madina Ablyazova, la sorella maggiore di Alua, decida di rivolgersi anche alla procura di Perugia.”

Berlusconi vs Alfano: non si collabora con chi compie un omicidio politico

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Un’intervista che è una bufera quella rilasciata da Silvio Berlusconi all’Huffington Post e nella quale l’ex premier gela con risposte secche e perentorie le affermazioni che oggi aveva fatto Angelino Alfano in un’intervista a SkyTg24. Non ci sono più dubbi, il Cavaliere ha iniziato ad affilare le armi e manda segnali forti al vicepremier e ancora più forti all’esecutivo Letta. Ecco parte dell’intervista rilasciata da Berlusconi all’Huffington Post:

Presidente Berlusconi, non giriamoci attorno: Alfano dice che il governo andrà avanti anche dopo la decadenza. Come si porrà di fronte al voto di decadenza il prossimo 27 novembre?

Come mi pongo io? Piuttosto, voglio domandare a tutti i senatori come possono votare la mia estromissione dal Parlamento sulla base di una sentenza politica fondata sul nulla, una sentenza che ha contraddetto incredibilmente due altre sentenze della stessa Cassazione esattamente sugli stessi fatti. Sulla base di una simile sentenza si vuole far decadere il leader del centrodestra, applicando “retroattivamente” una legge costituzionalmente discutibile, calpestando lo Stato di diritto, la Costituzione e la Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Lo si vuole fare violando da un lato l’obbligo imposto dalla legge europea di rivolgersi alla Corte europea di Strasburgo ove esistano dubbi sull’interpretazione delle norme stesse, dall’altro lato si vuole anche procedere con il voto “palese” e non con il voto “segreto” previsto dal Regolamento del Senato quando si tratta di un voto su una persona come è sempre stato a partire dal Codice Albertino.

Aggiungo: come può pretendere il Partito democratico che i nostri senatori e i nostri ministri continuino a collaborare con chi, violando le leggi, compie un omicidio politico, assassina politicamente il leader dei moderati? Gli italiani hanno capito che è a dir poco sospetta questa fretta di espellermi dalle istituzioni. Ma sarà un boomerang per la sinistra. Io resterò in campo, più forte e più convinto di prima.

Contro i nemici di sempre.

Rappresento da vent’anni l’ostacolo alla loro definitiva presa del potere. Pensavano di avermi eliminato nel ‘94, poi nel ’96, nel 2006 e infine nel 2011, ma non avevano fatto i conti con gli italiani.

Presidente, stavolta però oltre alla sinistra ci sono 22-23 senatori che hanno espresso dissenso in queste settimane. E sono pronti a sostenere il governo. Ha un messaggio per loro?

Credo sempre alla buona fede di tutti. E anche a loro dico: se si contraddicono i nostri elettori, non si va da nessuna parte. Anche Fini e altri ebbero due settimane di spazio sui giornali, ma poi è finita come è finita. Ripeto: è nel loro interesse ascoltare cosa dicono i nostri elettori, per non commettere errori che li segnerebbero per tutta la vita.

Fin qui la decadenza. Parliamo della legge di stabilità. Quale è la sua opinione?

Serviva uno choc positivo, una frustata che ci aiutasse a cogliere la ripresa. E invece sono venute fuori molte misure rinunciatarie, più la sorpresa inaccettabile del ritorno mimetizzato della tassa sulla prima casa, cosa per noi assolutamente insostenibile. Ma quello che è più grave è la non comprensione di ciò che accade nel Paese. Dalla pubblicità ai consumi di energia, dalle auto agli elettrodomestici, dell’abbigliamento fino ai consumi alimentari, tutto dimostra che c’è paura e depressione. Questa manovra va cambiata profondamente, come noi ci accingiamo a fare in Parlamento.

Che obiettivi si pone per il Consiglio nazionale?

Il Pdl è nato per riunire 21 formazioni del centro destra. Ha svolto la sua funzione, ma molte formazioni se ne sono andate o sono addirittura sparite. Inoltre nella comunicazione non veniva mai usato il nome intero fatto di due bellissime parole: popolo e libertà. L’acronimo Pdl o, peggio, “la Pdl” come dicono da Roma in giù, non comunicano alcuna emozione. E in più sentiamo forte l’esigenza, dopo quello del ’94, di un nuovo appello agli uomini e alle donne che amano la libertà e che vogliono restare liberi. Forza Italia è tutto questo, ed è sempre rimasta nel nostro cuore.

Chi difende i pensionati?

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L’autunno caldo, o meglio l’inverno di fuoco. C’è chi in Italia ha iniziato a puntualizzare e a far venire al pettine i nodi, ma soprattutto le differenze tra pensioni d’oro e pensioni sudate, tra chi ha usufruito di scivoli e chi invece ha costruito anno dopo anno la propria pensione. Così Franco Abruzzo nominato presidente del “Movimento nazionale pensionati per l’Italia”, prova a chiarire il concetto:

Lo sport nazionale è quello di colpire i pensionati, che hanno costruito il loro reddito con il lavoro, mentre il Governo Letta/Alfano e il Pd afflitto da populismo e demagogia nulla dicono sullo Stato che riesce a incassare solo 69 miliardi dei 737 miliardi di tasse accertate e notificate.

L’ultima è di queste ore.

Aumenteranno benzina e gasolio perché lo Stato non è il grado neppure di farsi pagare dai bicazzieri legalizzati concessionari di slot machine il dovuto di multe su cui Enrico Letta e Fabrizio Saccomanni avevano già fatto lo sconto del 70%, accontentandosi di 233 milioni invece del miliardo e 165 milioni dovuti.

La cifra cui ha rinunciato lo Stato, oltre 900 milioni, in un colpo solo è ben superiore a qualsiasi contributo di solidarietà eppure i biscazzieri non sono contenti e vogliono lo sconto dell’80%.

Cosa fa Letta senza attributi? China la testa e sevizia i pensionati che non si sanno difendere. Altro che palle d’acciaio, qui siamo a canne al vento.

Invece serve una politica “MANETTARA” contro evasori, mafiosi e percettori di redditi clandestini, che succhiano ogni anno 500 miliardi di euro ai cittadini onesti. Gli espropri proletari sono una brutta pagina della cronaca italiana”.

Mentre il Tribunale di Palermo ha dichiarato non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale del blocco della perequazione automatica delle pensioni superiori a tre volte il minimo Inps ordinando la immediata trasmissione degli atti alla Corte Costituzionale, il Governo Letta/Alfano e il Pd si apprestano a colpire le pensioni costruite con il lavoro con un prelievo bocciato dalla Corte costituzionale, mentre nulla decidono sul fronte della battaglia contro gli evasori/ladri, contro i mafiosi e contro i percettori di redditi clandestini, una miniera calcolata dalla Banca d’Italia in almeno 500 miliardi di euro.

Il Governo e i gruppi parlamentari nulla hanno previsto sul fronte repressivo contro chi ruba al Popolo italiano. L’ultimo scandalo romano dell’Atac e il contemporaneo aumento del costo delle pensioni della casta suggeriscono una politica altamente repressiva. Servono una politica “MANETTARA” contro chi succhia miliardi di euro ai cittadini onesti e una politica di scelte concrete e di immediata efficacia in direzione del potenziamento al cubo delle attività della Direzione delle entrate, della Guardia di Finanza, dei Carabinieri e della Polizia di Stato. I gruppi parlamentari non dicono nulla sullo Stato che riesce a incassare solo 69 miliardi dei 737 miliardi di tasse accertate e notificate”.

La Corte costituzionale, con la sentenza 116/2013, ha cancellato i tagli alle pensioni sopra i 90 mila euro, perché la normativa rappresentava “un intervento impositivo irragionevole e discriminatorio ai danni di una sola categoria di cittadini (i pensionati)”. In sostanza se lo Stato ha bisogno DI RISORSE ECONOMICHE devono pagare tutti, pensionati e lavoratori attivi.

Non è più possibile mettere sotto torchio soltanto i pensionati. L’assunto è semplice e chiaro. E’ una perdita di tempo, quindi, discutere su quali e quanti tagli effettuare in danno dei pensionati. Lo Stato deve scegliere gli obiettivi per far cassa utilizzando soprattutto l’arma della confisca in tempi rapidissimi. Qualcuno dovrebbe sottolineare al Governo Letta/Alfano e al Pd:

a) che l’uguaglianza di trattamento è un valore costituzionale fondamentale tra cittadini in quiescenza e cittadini in attività;

b) che LO STATO PUO’ RECUPERARE I QUATTRINI UTILI AL RILANCIO DELL’OCCUPAZIONE E DELLO SVILUPPO COLPENDO LE MAFIE E I LADRI (=EVASORI).

I signori parlamentari del Pd non HANNO DISTINTO LE pensioni costruite con il lavoro da quelle frutto di leggi e leggine ad personas. Sparare sul mucchio è molto facile, ma non è equilibrato e giusto. Gli espropri proletari sono una brutta pagina della cronaca italiana.

Pdl alle primarie… il governo tiene ancora?

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Il Pd ha iniziato la sua campagna elettorale per le primarie ed è acceso il dibattito soprattutto tra Renzi, Cuperlo e Civati, anche se quasi tutti i sondaggi danno per vincente il sindaco di Firenze con la stessa sicurezza con la quale si riteneva che il Governo potesse arrivare tranquillamente al 2015. Ora però arriva l’affermazione di Alfano :

“La mia idea non è cambiata rispetto alla fine del 2012 quando lanciammo le primarie. Alle prossime elezioni, il nostro candidato dovrà essere scelto attraverso primarie il più aperte possibile, alle quali partecipi il più alto numero di simpatizzanti”.

E ancora il vice premier afferma nel prossimo libro che uscirà a firma di Bruno Vespa:

“A proposito della linea del partito, il nostro è stato sempre un grande movimento a guida e a prevalenza moderata. Non è un bene che finisca in mano a estremisti. Berlusconi non lo è, ma c’è il rischio che nella gestione pratica e quotidiana della comunicazione si prenda quella deriva”.

Diverso il parare di Raffaele Fitto, raccolto anch’esso nel libro di Bruno Vespa: “Io ragiono sul dopo Berlusconi il giorno in cui Berlusconi autorizzerà il ‘dopo’. Ricordiamo che lui ha fatto la campagna elettorale del 2013 dicendo che il candidato a palazzo Chigi sarebbe stato Alfano. Quindi sarà ancora una volta lui a decidere che cosa si farà”.

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