Red Light Secrets: ecco il video del museo della prostituzione

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Domani sarà ufficialmente aperto e già si prevede che ci sarà la fila per accedere al Red Light Secrets il primo museo della prostituzione. Di musei del sesso in giro per il mondo ce ne sono molti, ma certo nessuno aveva mai pensato di mostrare cosa accade in una casa chiusa o nelle “vetrine di Amsterdam”.

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Proprio nel cuore del quartiere a luci rosse della capitale dei Paesi Bassi, si potrà vedere  “la realtà dall’altra parte del vetro”. Sicuramente saranno pochi i clienti delle prostitute interessati a entrare al museo, saranno invece molti i curiosi, coloro che si sono sempre chiesti quale fosse l’accoglienza e cosa fanno le ragazze durante le loro pause lavoro. Lo scopo del museo, infatti, è assolutamente didattico, come spiega la curatrice Melcher de Wind, e i visitatori che fanno il loro ingresso devono addirittura superare l’ologramma di una ragazza che, con fare provocante, invita i passanti ad entrare.

 

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Maxi sequestro ad Ancona, cosmesi cinese e medicinali contraffatti

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Sequestrate medicine e creme made in Cina. La Guardia di finanza di Ancona ha sventato una maxi-truffa con oltre 68mila prodotti cosmetici e 46.200 confezioni di medicinali contraffatti, con tanto di bugiardini anch’essi falsi. Arrivati in Italia dai Paesi Bassi i prodotti erano destinati anche ad altri mercati europei in particolare Francia e Regno Unito. Denunciati due nigeriani, da anni residenti a Morro d’Alba (Ancona) che, grazie a una società con sede a Falconara Marittima, avevano la disponibilità di un magazzino di stoccaggio presso uno spedizioniere di Civitanova Marche, dove è stato eseguito il sequestro. Tra i prodotti sequestrati, figurano anche pomate e creme per curare dermatiti e schiarire la pelle, che saranno oggetto di analisi accurate per appurare l’eventuale presenza di sostanze tossiche, o comunque vietate, utilizzate.

“Don Chisciotte” cerca lavoro: gira l’Europa a cavallo e viene assunto!

JesúsJiménezMirón-tuttacronacaEra disposto a percorrere oltre 2mila kilometri in sella al suo cavallo Campeòn il 32enne spagnolo Jesús Jiménez Mirón, partendo dal suo paese, Gemuño, in provincia di Avila, e arrivando ad Hannover, in Germania, dove sperava di trovare lavoro. Un nuovo caso di “cervello in fuga”… su quattro zampe però! Il “Don Chisciotte di Avila”, come alcuni l’hanno ribattezzato, ha iniziato la sua avventura lo scorso 5 ottobre, con l’appoggio di alcuni conoscenti e amici, tra i quali Julián Burguillo, proprietario di una macelleria che a cadenza regolare lo “riforniva” di cibo. E proprio l’uomo ha raccontato a Efe di essere stato lui ad avere l’idea, “un po’ per scherzo un po’ sul serio”, in un periodo in cui vedeva il 32enne quasi tutti i giorni “depresso, perchè non trovava lavoro”. “Dovresti attirare l’attenzione in qualche modo per trovare un lavoro, ad esempio andare in Germania su un asino”, gli aveva detto. E Jesús l’ha preso sul serio. Così dopo poco si è ripresentato nel negozio dicendo che aveva bisogno di  “calze, stivali e delle borse per portare le cose”. Julián, a quel punto, gli ha fatto notare che aveva bisogno anche di vivande e da quel giorno non ha mai smesso di rifornirlo, parlare con lui e incoraggiarlo. Non solo, assieme a un suo collega, Rodrigo González, hanno aperto per lui una pagina Facebook, “A caballo desde España a Alemania“, attraverso la quale seguirne le imprese. E proprio qui è stata comunicata la bella notizia: l’impresa olandese Equitrainer, specializzata in installazioni ippiche, ha fatto sapere che hanno un lavoro per Jesús! Don Chisciotte 2.0 è riuscito a battere i mulini a vento della disoccupazione!

L’Onu contro Olanda: perché gli aiutanti di Babbo Natale sono neri?

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Sembra quasi che il ridicolo ormai si sia impossessato del mondo e purtroppo si sia persa la misura di cosa sia davvero discriminante e cosa invece è solo tradizione. L’Onu ha messo sotto tiro la tradizione olandese di “Sinterklass”, il Babbo Natale olandese che distribuisce i doni nei Paesi bassi durante la notte del 6 dicembre. Secondo la tradizione, San Nicola proviene dalla Spagna per dare i regali ai piccoli, con l’ausilio di alcuni aiutanti di colore. I relatori sui diritti umani scrivono di avere “ricevuto un’informativa” su questa festività “che perpetuerebbe un’immagine stereotipata del popolo africano, come cittadini di seconda classe, favorendo un senso di inferiorità nella società olandese e mescolando differenze razziali a razzismo”. Esistono due leggende riguardo al colore della pelle dello “Zwarte Piet” ovvero schiavo etiope che, dopo essere stato liberato da San Nicola, avrebbe scelto di servirlo per gratitudine.

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Come vengono accolti in Europa i clandestini? Multe, rimpatri e carcere

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Come vengono accolti in Europa i clandestini? Multe, rimpatri e carcere. Queste sono le misure previste dai Paesi dell’Unione europea, come oggi riportato in un articolo di Libero:

“Eppure basterebbe guardare un po’ al di là dei nostri confini giuridici per scoprire che in Francia, Germania, Regno Unito e Svizzera è prevista una sanzione penale specifica per chi fa ingresso illegale sul territorio nazionale e anche per chi vi soggiorna irregolarmente. Non fa eccezione il Regno del Belgio, dove la reclusione può prolungarsi fino a tre mesi ed è seguita immancabilmente dall’espulsione del colpevole. In Danimarca, invece, distinguono fra la permanenza irregolare, che rientra fra le fattispecie penali e può comportare anche la reclusione fino a sei mesi, e l’ingresso illegale, punito con una multa o una misura amministrativa”.

E la lista dei paesi europei in cui il reato rimane non è finita, spiega Morigi:

“Quanto all’Austria, lo tratta soltanto come un illecito amministrativo, ma il soggetto colto senza documenti validi oltre a beccarsi una multa da 200 a 1.500 euro, può essere detenuto per 72 ore, dopo le quali scatta il rimpatrio. Allo stesso modo, la Finlandia e i Paesi Bassi dopo la sanzione pecuniaria, prevedono l’espulsione. Anche in Portogallo seguono la stessa linea, salvo inasprire le misure con i recidivi: chi viola il divieto di reingresso rischia due anni di galera. Pur di cacciare i clandestini, la Grecia è disposta a rinunciare anche al denaro delle multe”.

Non sono escluse Irlanda e Lussemburgo:

“In Irlanda, se c’è volontarietà, si possono aprire le porte del carcere per tre anni, senza che per questo sia condonata la contravvenzione fino a 3mila euro. Nel piccolo Granducato del Lussemburgo, per contro si viene espulsi o respinti, ma si può guadagnare un soggiorno di sei mesi in prigione”.

Insomma, scrive Morigi, in tutta Europa per gli immigrati clandestini è previsto anche il carcere:

“Perfino la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo prevede un elenco esaustivo di ipotesi giustificative della detenzione, tra cui il fatto di impedire l’ingresso illegale nel territorio o di favorire l’allontanamento di una persona. E, da ultimo, nel 2011, la Corte di Giustizia europea ha chiarito che la direttiva comunitaria sui rimpatri non vieta a uno Stato membro di classificare come reato un soggiorno irregolare e di irrogare sanzioni penali per scoraggiare e reprimere la commissione di un’infrazione delle norme nazionali in materia di soggiorno né di imporre una detenzione finalizzata a determinare se il soggiorno sia regolare o meno”.

Se è vero che potremmo essere noi a dare il buon esempio è anche vero che le condizioni finanziarie e sociali del nostro Paese, purtroppo, non danno la possibilità a coloro che arrivano di costruirsi un futuro. Perché dunque strappare per una seconda volta la possibilità ai migranti di un progetto di vita? Perché lasciare queste persone all’interno di centri di prima accoglienza che sono ormai diventati centri claustrofobici e malsani?  Quando si inizierà davvero a fare una politica comunitaria di accoglienza e non di respingimento? Quando quelle multe, rimpatri e carcere si trasformeranno in Europa in speranza di una vita migliore? Vergogna? No, disperazione e impotenza di fronte ad altre Nazioni che si sono arroccate su posizioni punitive e puntano il dito contro l’Italia… poi si lavano le coscienze con un contributo insufficiente, capace solo di prolungare l’agonia di quei migranti rinchiusi nei centri sovraffollati.

Le polpette di cavallo dell’Ikea!

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C’è, non c’è, c’è di nuovo! Le polpette dell’Ikea sono sotto stretta osservazione da alcuni giorni. Test che smentiscono e affermano. Alla fine c’è la conferma definitiva: tracce di carne di cavallo sono state trovate nelle polpette Ikea. Lo ha comunicato il produttore svedese delle polpette di Ikea, secondo quanto fa sapere l’Agenzia svedese della sicurezza alimentare. I test fatti dal fornitore, Dafgaard, hanno confermato la presenza di tracce di carne equina nei prodotti.La quantità rilevata sarebbe tra 1% e il 10%.

Dopo l’esplosione dello scandalo la compagnia svedese aveva deciso di ritirare i prodotti dagli store in 25 Paesi, Polonia, Austria, Ungheria, Repubblica dominicana, Gran Bretagna, Portogallo, Finlandia, Germania, Italia, Danimarca, Paesi Bassi, Belgio, Romania, Repubblica slovacca, Repubblica ceca, Svezia, Thailandia, Spagna, Bulgaria, Grecia, Hong Kong, Francia, Cipro, Irlanda e Malaysia.

Al di là del caso Ikea, nel solo Portogallo le autorità hanno requisito 79 tonnellate di prodotti a base di manzo che contenevano carne di cavallo negli ultimi giorni e hanno deciso di aprire un’indagine penale nei confronti di cinque aziende locali. I sequestri, rende noto l’Agenzia per la sicurezza alimentare portoghese, sono stati eseguiti in compagnie che lavorano, impacchettano e distribuiscono carne alle grandi catene della vendita al dettaglio. In un comunicato sul proprio sito web, l’Agenzia rende noto inoltre di avere anche richiamato dai negozi quasi 19mila confezioni di cibi precotti come lasagne, hamburger e polpette dopo avervi trovato carne equina.

Paglia come materasso… e mucche per tappeti, ecco il country hotel!

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Hayema Heerd, Oldehove, Paesi Bassi. Hans & Wil offrono agli ospiti camere in stile fattoria. I letti sono in paglia e avrete assegnato un vero e proprio fienile in cui trascorrere la notte. In terra troverete pellicce di mucca usate come tappeti e una zanzariera vi proteggerà da insetti fastidiosi.  Vietato lamentarsi per il materasso!

 

I dolci reali dell’abdicazione. Confezionati per Beatrice d’Olanda

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Protesta sì, ma non violenta! Appello agli ecopirati di Sea Shepherd

Ogni estate australe il gruppo ambientalista Sea Shepherd combatte con ogni mezzo le navi Giapponesi che fanno la caccia alla balena. Oggi l’appello a una lotta non violenta viene da Australia, Nuova Zelanda, Usa e Paesi Bassi.

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Ad Arnhem il Nitro Circus Live: spettacolari le acrobazie degli stuntman!

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