Alla fine è arrivato anche il sì di Silvio Berlusconi: l’Italicum riceve il via libera ma solo per l’elezione della Camera. Per quel che riguarda il Senato, eventualmente si voterebbe con la legge elettorale uscita dalla sentenza della Corte Costituzionale. Il che significa che, fino a quando non ci sarà la riforma di Palazzo Madama, esisterebbero due sistemi di voto distinti per le due camere. E di conseguenza le urne si allontanano. Il presidente di Forza Italia, in una nota scrive: “Prendiamo atto con grave disappunto della difficoltà del presidente del Consiglio di garantire il sostegno della sua maggioranza agli accordi pubblicamente realizzati. Come ulteriore atto di collaborazione, nell’interesse del paese, a un percorso riformatore verso un limpido bipolarismo e un ammodernamento dell’assetto istituzionale, manifestiamo la nostra disponibilità ad una soluzione ragionevole che, nel disegnare la nuova legge elettorale, ne limiti l’efficacia alla sola Camera dei deputati, accettando lo spirito dell’emendamento 2.3”. Lorenzo Guerini, portavoce della segreteria nazionale del Pd, ha detto: “Positivo che abbiamo trovato l’accordo sulla legge elettorale, segno che il cammino delle riforme può proseguire”. E ancora: “Siamo determinati a portare avanti questa battaglia per il cambiamento. È un’occasione che non possiamo permetterci di perdere per il bene del paese”. Il presidente del Consiglio, da Tunisi, ha assicurato che non si voterà più per il Senato. “Credo che sia importante che ci sia un vincitore certo, e questo è garantito dall’ Italicum”, ha detto in conferenza stampa. “Il fatto che il Senato abbia o meno una propria legge elettorale è secondario, perchè il Senato verrà abolito”.
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Non si voterà più per il Senato: arriva il sì di Berlusconi alla legge elettorale
Pubblicato da tdy22 in marzo 4, 2014
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Si guarda nella stessa direzione per l’Italicum… tra 12 mesi?
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi avrebbe avanzato, tramite Verdini e Gianni Letta, un’offerta a Silvio Berluscuni: ok l’Italicum ma con un emendamento che ne posticiperebbe l’entrata in vigore di 12 mesi. Secondo fonti di Palazzo Grazioli, quindi, si sarebbe infine raggiunta l’intesa con Forza Italia: via libera di massima all’Italicum, anche se resterebbero forti criticità per i vertici azzurri sulle nuove modifiche. Questo, dunque, il risultato del vertice convocato nella sua residenza romana da Silvio Berlusconi. In un primo momento la proposta di Renzi non era stata gradita da Berlusconi, tanto che Toti, suo consigliere politico, aveva detto ieri: “Noi stiamo ai fatti e ai patti: Renzi aveva detto che la legge elettorale sarebbe stata la sua prima riforma già nel mese di febbraio. Febbraio è finito, siamo al 4 di marzo. A questo punto, la riforma così come è stata sottoscritta deve essere approvata. E subito, senza ulteriori tentennamenti. Piccoli correttivi sono possibili, ma certo non provvedimenti che snaturino il senso dell’accordo siglato da Berlusconi e Renzi”. A quel punto, l’ex premier ha riunito il suo stato maggiore e, stando a quanto riferito, Verdini starebbe cercando di arrivare a una mediazione che ‘salvi’ la tela dell’accordo che lui stesso ha tessuto. Scrive Repubblica: Una delle ipotesi allo studio è che Forza Italia accetti la clausola dei 12 mesi a patto che il testo dell’Italicum non subisca ulteriori modifiche, e cioè che venga votato nella formulazione approdata in aula.
Per le 16 è convocato il ‘comitato dei nove’ che ha il compito di esaminare i nuovi emendamenti all’Italicum presentati ieri. Successivamente il provvedimento dovrebbe essere esaminato dall’aula ma non sono esclusi slittamenti ai prossimi giorni.
Stamani, intanto, Renzi aveva dato il via alla giornata diffondendo ottimismo sulla legge elettorale. Su Twitter il presidente del Consiglio aveva risposto alle domande – formulate in una chiave cinematografica dettata dal trionfo italiano agli Oscar – del direttore di Vanity Fair, Luca Dini. Il quesito chiave: Forza Italia frena sulla riforma del Senato vincolata alla legge elettorale: “Io ti salverò o Irreversible?”, aveva chiesto il direttore di Vanity Fair ponendo come opzioni di risposta i titoli delle due celebri pellicole. “Irreversible”, era stata la risposta del premier che poi aveva sottolineato: “Ce la facciamo, la portiamo a casa. E sarà una vera rivoluzione” per il Paese.
Alla domanda se il rapporto tra Alfano e Berlusconi fosse paragonabile al film “Quasi amici” o a “12 anni schiavo”, il premier aveva replicato: “Questa è cattiva, direttore. Diciamo quasi amici dai. Stesso giochino sulla difficile situazione del bilancio di Roma. Cosa descrive meglio la situazione: “Prendi i soldi e scappa” o “Roma città aperta”?, aveva chiesto ancora il giornalista. “Roma città aperta – era stata la risposta – nel senso di trasparenza e responsabilità in questa città così straordinaria”.
Da Nuovo centrodestra, tuttavia, sempre stamani era giunto l’avvertimento di Gaetano Quagliariello: una replica a Luigi Zanda che di fatto è suonato come un monito indiretto a Renzi: “Non vi è dubbio che per fare le riforme si debba andare oltre la maggioranza. Ma non è possibile per fare le riforme creare un’altra maggioranza contro la propria maggioranza”.
La replica era arrivata da Lorenzo Guerini, portavoce della segreteria del Pd: “L’accordo che abbiamo realizzato queste settimane è un accordo il cui impianto è ancora valido, necessita di alcuni aggiustamenti” tra cui “ci possono essere anche particolari interventi che tengono insieme il processo di riforma costituzionale con la riforma della legge elettorale”. Certo è “che gli aggiustamenti possono essere fatti” soltanto “con l’accordo di tutti i contratenti compresa Forza Italia”.
L’operazione appare dunque complicata. Sul tavolo, inoltre, restano sempre due emendamenti che risultano indigesti a Forza Italia: il lodo Lauricella, che prevede il collegamento diretto tra l’entrata in vigore della riforma e la cancellazione del Senato. E la proposta del deputato Pd Alfredo D’Attorre che punta a togliere il Senato dalla legge elettorale (con la conseguenza, in caso di un voto anticipato, di un ritorno alle urne con sistemi elettorali differenti).
Pubblicato da tdy22 in marzo 4, 2014
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Che fine ha fatto l’accordo sull’Italicum?
Proseguono le trattative sulla legge elettorale ma un punto sembra chiaro: non c’è più l’accordo sull’Italicum inteso come quello che era stato siglato tra Renzi e Berlusconi prima delle dimissioni di Enrico Letta. Proprio per questo motivo il neo premier ha preferito rinviare la riunione, prevista per la serata di lunedì, del gruppo Pd: non ha molto da dire. Vuole però offrire un’infusione di ottimismo: “Siamo alla stretta finale, l’accordo è vicino. Ma bisogna superare varie difficoltà”. Si avvicina il momento della discussione in aula, ma le difficoltà non sono di quelle d’immediata soluzione. Spiega l’Huffington Post:
Il problema – e non è un dettaglio – è che le difficoltà, alla vigilia della discussione in Aula, non sono banali. E l’accordo è affidato ai più classici consigli che porta la notte. E allora conviene provare a fissare qualche punto fisso nel labirinto per ricostruire il complesso negoziato. Ad esempio partire da quando, nel corso di una serie di telefonate dirette tra Renzi e Verdini, si capisce che con la formazione del governo tutto è cambiato. Il plenipotenziario di Berlusconi si dice disposto ad aggiustamenti piccoli perché, come ama dire, i numeri sono “birichini” e tutto dipende da come “li incolonni”, ma questo è il massimo del gioco possibile. Bene dunque a ragionare di algoritmi, per risolvere quelle criticità che il professor D’Alimonte ha illustrato al Corriere. Epperò Forza Italia non può accettare né il famoso emendamento Lauricella, né l’emendamento D’Attorre, ovvero: applicare l’Italicum solo per la Camera dei deputati, ma non per il Senato, dove resterebbe in vigore il Consultellum (la legge uscita dalla Consulta).
Per evitare l’emicrania diciamola semplice: sia l’uno che l’altro rappresentano dei deterrenti rispetto alla prospettiva del voto anticipato e legano la legge elettorale alle riforme istituzionali. Detto ancora più direttamente: si vota nel 2018 quando Silvio Berlusconi avrà 81 primavere. Si capisce allora il no, senza se e senza ma di Verdini. E pure il malumore del Cavaliere, in costante contatto telefonico da Arcore affiancato da Giovanni Toti. Insomma, spiega con Renato Brunetta, col Lauricella o affini “salta tutto”. Legge elettorale e riforme devono andare “parallelamente”.
Il problema è che Renzi, critico col Lauricella ai tempi in cui al governo c’era Letta, stavolta cerca una mediazione. Riforme e legge elettorale vanno collegate. Un azzurro di rango spiega: “Renzi ha fatto la politica dei due forni. Prima ha fatto l’accordo con noi sulla legge elettorale, poi con Alfano sul governo dando garanzie sui tempi lunghi. Ora si è incartato”. Il sospetto del Cavaliere però è che il tempo sia foriero di brutte sorprese. E cioè che l’Italicum o si approva adesso o non si approva più: “Il vero obiettivo di Alfano e sinistra Pd – prosegue l’azzurro di rango – è prima prendere tempo, poi cambiare l’Italicum. A quel punto Renzi è incastrato”.
È un sospetto che alberga anche nei pensieri del premier. Il quale sta cercando una mediazione, una sorta di “lodo Renzi. Una mediazione che consenta di non rompere con Forza Italia e, al tempo stesso, di non far saltare il governo. Tra la l’Italicum subito e l’emendamento Lauricella, l’idea è fissare un tempo “determinato” per le riforme. Un Lauricella a tempo, in sostanza: riforme istituzionali e legge elettorale vanno legate ma va fissato un tempo per non arrivare al 2108. Un anno, due. Una qualunque scadenze. Alfano all’inizio ha detto di no. La trattativa è lunga…
Pubblicato da tdy22 in marzo 3, 2014
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“In Italia è in corso un colpo di Stato. Dimettiti” così Grillo alla Boldrini
L’ennesimo duro attacco di Beppe Grillo arriva dal suo blog e stavolta il Semplice Portavoce del M5S si scagli contro la riforma elettorale, la ‘ghigliottina’ decisa dalla presidente Laura Boldrini e il decreto Imu-Bankitalia. Parole dure quelle di Grillo che si rivolgono proprio al Presidente della Camera: «In Italia è in corso, ora, un colpo di Stato. Non puoi più far finta di nulla», poi l’ex-comico ha aggiunto anche che secondo lui questa «è la fine della democrazia» e ha invitato Laura Boldrini a dimettersi.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 4, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/02/04/in-italia-e-in-corso-un-colpo-di-stato-dimettiti-cosi-grillo-alla-boldrini/
Avanti con l’Italicum… e con i franchi tiratori
Le pregiudiziali di costituzionalità delle opposizioni, così come quelle di merito, sono state respinte dall’aula della Camera e per questo la legge elettorale non tornerà in commissione. I sì sono stati 154, 351 i no. Cinque deputati si sono astenuti. Ma in occasione del voto è stata evidenziata la presenza di una ventina di “franchi tiratori” che hanno votato in dissenso con i colleghi, contro il progetto di legge. Soddisfatto Renzi: “Bene, abbiamo tenuto, ora avanti, si fa”. A seguito della bocciatura del rinvio in commissione della legge elettorale, il Movimento 5 Stelle ha abbandonato l’aula e spiega Giuseppe Brescia: “Non saremo mai complici di questo ennesimo scempio e abbandoniamo immediatamente l’Aula”. Si è detta “dispiaciuto” la presidente Boldrini: “Questa vostra decisione mi dispiace. Qui tutti possono dibattere ed esprimere il proprio pensiero”, ha osservato. Brescia, prima di annunciare l’uscita dall’Aula dei componenti del suo gruppo, aveva accusato i colleghi del Pd e di FI di essere “telecomandati dall’esterno”.La Camera ha respinto, stavolta a scrutinio palese, anche la pregiudiziale di merito presentata da M5S sulla riforma della legge elettorale. Il documento è stato bocciato dall’Assemblea con 377 sì e 120 no: numeri diversi per una ventina di voti rispetto a quelli riportati a scrutinio segreto sulle pregiudiziali di costituzionalità. Nel voto segreto sulle pregiudiziali di costituzionalità contro la legge elettorale sono spuntati dunque una ventina di franchi tiratori in Aula alla Camera. Tabulati alla mano, sono tra i 21 e i 30 i deputati che, nel segreto dell’urna, hanno votato per bocciare la legge elettorale, in dissenso dal loro gruppo.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 31, 2014
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Il trucco dell’Italicum per non far eleggere le donne!
Esiste un trucco? C’è chi sostiene che la nuova legge elettorale, rivista e corretta, che sta per passare in Parlamento nasconderebbe una trappola che porterebbe un massiccio numero di uomini alla Camera e al Senato, cancellando di fatto le quote rosa che non sarebbero state garantite. C’è anche chi dice che è solo uno stuolo di donne che vuole ancora una volta demolire il lavoro fatto per garantire invece un posto in parlamento proprio al gentil sesso, ma volendo il trucco c’è e si vede anche chiaramente come spiega una petizione lanciata nei giorni scorsi sul sito Change.org da un gruppo trasversale di donne: politiche, attiviste, imprenditrici, donne comuni.
I media non hanno rilevato infatti che l’Italicum, partorito da Renzi e Berlusconi, stabilisce sì l’obbligo di garantire uguale rappresentanza di uomini e donne nelle liste, ma prevede solo un’alternanza binaria. Che significa? In parole povere la legge obbliga a non avere più di due candidati di fila dello stesso sesso. Quindi se i capolista dovessero essere due uomini, al terzo posto ci dovrebbe essere una donna… peccato che ad essere eletti nella maggior parte dei collegi sono i primi due, il terzo spesso non riesce ad approdare in Parlamento. Perché quindi non si è pensato di introdurre una norma che garantisse un’alternanza uomo-donna tra i capolista? Perché si è scelta una formula binaria e non un’alternanza 1 a 1? E se c’è chi risponde che i primi due nomi potrebbero essere due donne, viene largamente smentito dall’andamento delle ultime elezioni… speriamo che questo “trucco” non vada davvero a scapito delle donne, anche se il rischio resta elevato! Questa è l’ultima ciliegina sulla torta?
Pubblicato da tdy22 in gennaio 30, 2014
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Aut-Aut di Renzi: “Se non si fa la riforma andiamo subito a votare”
Matteo Renzi ha le idee chiare e non esita a esprimerle. Senza far giri di parole, il segretario del Pd spiega al Messaggero che se le Camere votano la legge elettorale “hanno l’opportunità di riscattarsi dalla brutta pagina dell’elezione del presidente della Repubblica”, avviano una “stagione costituente” e si può arrivare con la legislatura “perfino al 2018”. Se invece affossano la riforma, sfruttando il voto segreto, “andiamo subito a votare con la legge proporzionale” che ci ha lasciato la Consulta, perché sarebbe la conferma che il Parlamento è “inaffidabile”. Per quel che riguarda possibili modifiche, spiega che i margini “ci sono sempre se c’è l’accordo dei contraenti. Per esempio sarebbe intelligente alzare la soglia minima di raggiungimento del premio portandolo dal 35 al 38 per cento. Ne stiamo parlando già da qualche giorno con Forza Italia e Ncd e consentirebbe di ridurre l’entità del premio di maggioranza al 15 per cento”, dice Renzi. “Ogni legge è migliorabile, ma contesto il metodo di coloro che parlano di preferenze per portare a casa altro”. Il sindaco fiorentino critica l’appello, pubblicato sul Manifesto, di 29 costituzionalisti, i quali “sostengono che la proposta di riforma va bene a patto che si levi il premio di maggioranza, si introducano le preferenze e si tolga lo sbarramento. In Italia questa legge c’è già stata ed è quella della prima Repubblica. Ci farebbe tornare al pentapartito”. E ancora spiega che la legge elettorale “è solo il primo passo per un grande cambiamento. Ci sono le riforme istituzionali e le riforme del welfare e del lavoro. Approvare una legge così, anche a livello di credibilità internazionale, vale più di una finanziaria”. Renzi rileva quindi la presenza, nel Pd, di “una parte che dice ‘siccome piace a Berlusconi, questa riforma non si deve fare’. È un atteggiamento che denota una sudditanza culturale e psicologica”. Ma non si scorda neanche di rispondere a Vendola che lo accusa di aver fatto rientrare in gioco Berlusconi, che per Renzi “c’è e ci sarà finché milioni di italiani lo voteranno. A Vendola chiedo invece di sapere se vuol stare con noi o no”. Su Alfano, “lui con Berlusconi c’è stato benissimo per vent’anni e ci sta ora in tutte le campagne amministrative delle prossime settimane. Se vuole sganciarsi da Berlusconi abbia il coraggio di dirlo”. In merito a cosa succederà nel governo dopo le dimissioni di Nunzia De Girolamo, “non so. Io mi occupo di riforme, di lavoro, di tagli ai costi della politica. Il governo e i ministri – osserva Renzi – sono un problema di Letta”.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 27, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/01/27/aut-aut-di-renzi-se-non-si-fa-la-riforma-andiamo-subito-a-votare/
Le verità di Brunetta sull’accordo Renzi-Berlusconi
Renato Brunetta, ospite alla trasmissione In Mezz’ora, parlando dei lavori della Commissione Affari Costituzionali della Camera, dove domani, entro le 12, arriveranno gli emendamenti al testo base sulla riforma del voto, ha spiegato che se domani il testo base sulla legge elettorale dovesse essere cambiato in prima commissione alla Camera, allora salterà tutto l’accordo. “Credo che si arriverà a una soluzione”. E se così non dovesse essere – ha aggiunto il capogruppo di Forza Italia alla Camera – “allora si cadrà già domani sera”. E ancora, riguardo la possibilità del voto anticipato, “Se si carica la pistola, la pistola spara”. Se l’Italicum si farà, insomma, il voto anticipato è per Forza Italia il naturale proseguimento dei fatti. Il capogruppo di FI alla Camera ha spiegato poi che, secondo lui, c’era già un accordo Berlusconi-Renzi sullo spagnolo puro, due giorni prima dell’accordo ufficiale. “Poi entrambi hanno pensato che era eccessivo rispetto al quadro politico di oggi, ed è venuto fuori questo compromesso. È già un compromesso, non si cambia più”. Secondo Brunetta, “Berlusconi è risorto proprio quando lo davano per morto. Qualcun altro ha avuto questa stessa sorte, il parallelo non è poi così male”. Per Brunetta, il Cavaliere “ha una caratteristica, dà il meglio di sé quando è in difficoltà, quando stravince rischia di fare errori. Lo ha dimostrato anche negli ultimi 15-20 giorni, è al centro del dibattito e dell’arena politica. E da 15-20 giorni il presidente Napolitano tace”. Alla domanda su chi abbia fatto risorgere Berlusconi, il capogruppo risponde così: “Il voto di dieci milioni di italiani”. E poi ha proposto un parallelo tra i due ex premier: “Berlusconi è un leader vero, mentre Monti ha dimostrato un professore bravino prestato alla politica”. Per quel che riguarda ancora l’incontro Renzi-Berlusconi al Nazareno: “Che effetto ci ha fatto la foto di Berlusconi nella sede del Pd? Una grande soddisfazione la prova che nel Pd c’era qualcuno che si comportava da leader democratico e non il paonazzo Epifani, segretario pro tempore, che dopo la sentenza Cassazione ha parlato della decadenza di Berlusconi”. Secondo Brunetta, “in comune Berlusconi e Renzi hanno grande senso politico, senso della politica, ma hanno formazione cultura e sensibilità completamente diverse: hanno in comune il cinismo, la politique d’abord, cioè conta solo al politica. Craxi avrebbe fatto la stessa cosa di Renzi che ha invitato Berlusconi nella sede del suo partito: riconoscere chi ha i voti e la leadership”.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 26, 2014
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Arriva “l’Alfano Dance”: il remix di Angelino
L’incontro tra Silvio Berlusconi e il segretario dem Matteo Renzi ha avuto come conseguenza, tra le altre, uno sfogo del vicepremier Angelino Alfano che ha tuonato dal palco: “Il Partito Democratico non è più il partito dei Carnefici!” E proprio da queste parole ha preso spunto il dj Claudio Cannizzaro di Tutti pazzi per Rds che non si è lasciato sfuggire l’occasione di creare un video rap su misura. Il video, che mette in musica le parole di Alfano e le accosta allo sketch della Smorfia, con Massimo Troisi nei panni della Madonna e Lello Arena in versione arcangelo Gabriele, che gridava: “Annunciazione Annunciazione”, è diventato virale in pochissimo tempo. Ecco il nuovo tormentone dance:
Pubblicato da tdy22 in gennaio 21, 2014
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Dopo la direzione… le voci di dimissioni di Cuperlo
Ha presentato il suo “Italicum” alla direzione nazionale del Pd il segretario Matteo Renzi, ma forse non si aspettava che la situazione prendesse una simile piega. Il sindaco fiorentino vuole le preferenze nel sistema di voto e, si sapeva, non ci va leggero con chi gli fa storie per questo motivo. Il dibattito oggi è durato circa quattro ore e si toglie i sassolini. L’idea era di non far nomi, con i suoi che già nel pomeriggio dicevano: “Chiedono le preferenze ma poi alcuni di loro sono arrivati in Parlamento senza passare dalle primarie…”. Il nome di riferimento era noto e alla fine è stato fatto, proprio da Renzi: “Gianni, avrei voluto sentirti parlare di preferenze quando vi siete candidati senza fare le primarie – ha attaccato Renzi – se me lo dice Fassina che ha preso 12 mila preferenze ok, ma non chi è entrato con il listino, non è accettabile aprire il tema della preferenza in modo strumentale adesso, non lo accetto”. E poi: “Se vuole Cuperlo può replicare, è giusto…”. Ma non fa nemmeno in tempo a finire la frase, si gira e non lo vede più al tavolo della presidenza. Ne prende atto: “Andato via, mi dispiace per lui…”. Alla fine, alla votazione, l’Italicum è passato con solo 34 astensioni della minoranza, che decide quindi di non esprimersi in materia contraria sulla relazione del segretario pensando di compiere un gesto di pacificazione. Ma, come spiega l’Huffington Post, è andato in fumo. Se non sul voto, il dramma si apre sul caso Cuperlo. Che scoppia subito in sala. Non appena terminata la direzione, i bersaniani Alfredo D’Attorre e Davide Zoggia, lo stesso Guglielmo Epifani, la lettiana Paola De Micheli, il ministro Andrea Orlando conferiscono con il renziano Luca Lotti. Poi vanno da Cuperlo, parlano fitto fitto e decidono di riunirsi come minoranza. Stefano Fassina pensa sia bene compiere il passo fino in fondo: dimissioni dalla presidenza dell’assemblea Pd. La senatrice Di Giorgi invoca: “Cuperlo lasci la presidenza del Pd. Il livore e l’astio che hanno caratterizzato il suo intervento contro il segretario Matteo Renzi rendono evidente che non è in grado di garantire la terzietà richiesta da un ruolo di garanzia, come quello che ricopre”. Sfogo isolato. Davide Faraone è più morbido, anche se non chiede a Cuperlo un passo indietro: “Mi dispiace che non si sia trovato d’accordo con le nostre posizioni. Spero che si possa recuperare strada facendo, lungo il percorso che abbiamo avviato. C’è una grande convergenza tra le forze politiche del Paese e spero che anche nel partito si possa ritrovare unità su questi temi perché altrimenti sarebbe un peccato: in pochissimo tempo stiamo riuscendo in quello in cui tutti hanno fallito negli ultimi trent’anni”.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 20, 2014
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Renzi e Berlusconi… e una foto del Che con Castro con loro
Si è parlato tanto del fatto che Silvio Berlusconi si sia incontrato con il segretario del Pd Matteo Renzi nella sede di via del Nazzareno. Quello che è passato sottovoce è il fatto che il sindaco fiorentino ha avuto solo il tempo di appendere quattro foto: una di queste è lo scatto di Alberto Korda che ritrae Ernesto Che Guevara e Fidel Castro mentre giocano a golf. E proprio sotto questa foto ha preso parte il neosegretario durante l’incontro di sabato. L’immagine risale al 1961 ed è frutto di una sfida lanciata da Castro. “Posso battere Kennedy a golf” disse il Líder máximo La sfida però fu lanciata solo come “strategia mediatica”: tra Kennedy e Castro infatti, non ci fu nessuna partita.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 20, 2014
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Fassina e la vergogna per quell’incontro tra Renzi e Berlusconi
L’ex viceministro Stefano Fassina, a “L’intervista di Maria Latella” su Sky Tg24, ha commentato quanto è accaduto ieri alla sede del Pd: “Mi sono vergognato, l’incontro con Silvio Berlusconi non andava fatto ed è stato un errore politico”. Fassina sottolinea inoltre come sia “preoccupante” la “profonda sintonia” trovata da Renzi con illeader di Forza Italia. Per quel che riguarda l’accordo su un presunto modello ispanico come sistema elettorale, l’esponente della minoranza Pd dice: “È un Porcellum truccato con le liste bloccate. È meglio il doppio turno”. Poi fa una proposta: “Bisognerebbe sentire online il parere degli iscritti al Pd sulla riforma della legge elettorale”. E continua: “Andava coinvolta Forza Italia per la legge elettorale, ma quel partito ha dei capigruppo. Abbiamo votato per l’interdizione politica di Berlusconi dopo la condanna definitiva, da ieri pomeriggio la legge è un po’ meno uguale per tutti. Così diamo ossigeno a quella destra che ha scelto gli interessi personali di Berlusconi prima di quelli del Paese”. Ha quindi spiegato: “Non farò alcuna scissione, il Pd è il mio partito e ci credo, con Cuperlo abbiamo fatto un bel cammino e continueremo a farlo”. “Sono abituato ad andare controcorrente. Quando dicevo che la lettera della Bce non andava bene, alcuni di quelli che ora dicono di sforare il 3% dicevano che dovevo andare via dal partito…, ricorda, “bisogna avere pazienza. C’è un circuito politico-mediatico molto segnato da conformismo, poi di fronte alla realtà si cambiano posizioni”.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 19, 2014
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Renzi: “Letta ha chiamato lo zio Gianni per sapere dell’incontro”
E’ La Stampa che riprende un commento sarcastico di Matteo Renzi dopo l’incontro con Silvio Berlusconi: ha detto il segretario dem che Enrico Letta “per sapere com’era andato l’incontro con Berlusconi e cosa avevamo deciso, ieri ha dovuto chiamare lo zio…”. E spiega: “Letta dovrebbe ringraziarmi, invece dice che è merito suo”.
Soddisfatto, dunque: ma solo parzialmente e – come si usa dire in questi casi – con molti sassolini da togliersi dalle scarpe. Il primo riguarda Enrico Letta col quale – nonostante gli sforzi reciproci – proprio non riesce a trovare una sintonia : “Se va in porto l’intesa – dice Renzi – il suo governo è salvo. Dovrebbe ringraziarmi, e invece va mettendo in giro la voce che se si troverà un’intesa su una nuova legge elettorale è per merito suo, per la sua mediazione. Ma credo che tutti abbiano capito che lui non c’entra niente col lavoro che stiamo facendo. Per sapere com’era andato l’incontro con Berlusconi e cosa avevamo deciso, ieri ha dovuto chiamare lo zio…”.
Ma il sindaco fiorentino pensa anche alla minoranza del suo partito, che nei giorni scorsi aveva alzato la voce contro la sua iniziativa di incontrare il Cavaliere.
Il secondo sassolino, invece, riguarda il Pd. “Lunedì – continua Renzi – faremo la direzione e vedremo che cosa accadrà. Il modello al quale stiamo lavorando mi pare possa funzionare, ma ciò nonostante sono sicuro che in molti voteranno contro. Diranno che il sistema che il Pd preferisce è il doppio turno… Anche a me sarebbe piaciuto il doppio turno, ma non ci sono i numeri per approvarlo, e bisogna farsene una ragione”.
Il segretario, insomma, teme un’altra direzione tesa e nervosa quanto quella di qualche giorno fa. Immagina già bersaniani e dalemiani in campo contro di lui. Del resto, lo scontro per le primarie è stato durissimo, e troppe ferite sanguinano ancora “Fa niente, faremo i conti anche con loro. Intanto, però, ho fatto sapere a Bersani che se ha voglia e se la sente, oggi vado a Parma a trovarlo in ospedale per raccontargli a che punto della faccenda siamo arrivati e come pensiamo si potrebbe chiudere. Aspetto solo di sapere da Vasco Errari se Pier Luigi ne ha voglia e se la sente…”.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 19, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/01/19/renzi-letta-ha-chiamato-lo-zio-gianni-per-sapere-dellincontro/
I punti dell’accordo Renzi-Berlusconi
Al termine del discusso incontro alla sede del Pd tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi, il premier Letta ha commentato: “L’incontro di oggi pare andare nella buona direzione”. “Siamo infatti da tempo convinti della necessità di una riforma costituzionale e della legge elettorale che tenga insieme le forze di maggioranza e i principali partiti dell’opposizione”, avrebbe detto il premier. Il vice premier Alfano, ha affermato invece: “Si scordino di fare la legge elettorale senza di noi. Non possono farla e non la faranno”. Ma ha aggiunto “si scordino anche di farla contro di noi”. “E’ inutile che ci inducano, per legge, a ‘tornare all’ovile’ perché noi non torniamo indietro! Per noi la scelta è compiuta”, ha rincarato. Nel dettaglio Alfano dice che “se l’accordo tra Renzi e Berlusconi è su liste bloccate lo dicano chiaramente senza girarci intorno, noi siamo contro il Parlamento dei nominati non ci propongano liste bloccate piccole o grandi”. Ncd è a favore “di uno sbarramento vero che consenta di eliminare il ricatto dei partitini, siamo per l’indicazione diretta del capo dell’esecutivo da parte di una coalizione prima delle elezioni. E vogliamo delle coalizioni e non solo due partiti che sono contro la storia italiana”. Il vicepremier, poi, annuncia nuovi incontri col Pd: “Con Renzi siamo stati in contatto nei giorni scorsi e ci risentiremo nei prossimi giorni, anche perché fare la legge elettorale senza di noi mi pare difficile che gli riesca”. Ma quali sono i punti dell’accordo sulle riforme raggiunto dal segretario del Pd Matteo Renzi e il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi? Questi in breve:
-Proporzionale con sbarramento: La distribuzione dei seggi avverà a livello nazionale in base ad un sistema proporzionale. Lo sbarramento sarù del 5% per i partiti che facciano parte di una coalizione e dell’8% per i partiti che correranno da soli.
– Premio di maggioranza: Verrà assicurato un premio di maggioranza per la coalizione che raggiungerà almeno il 35% dei voti. Il premio consisterebbe in un 20% dei seggi. Se nessuna coalizione dovesse raggiungere il 35% i voti verrebbero ripartiti propozionalmente in base ai risultati di ciascuna coalizione e di ciascun partito.
-Liste bloccate corte: Non ci saranno preferenze da esprimere, restano dunque le liste bloccate ma i nomi a differenza dell’attuale sistema saranno pochi. Le circoscrizioni elettorali saranno su base provicinale.
-Abolizione del Senato: Riforma del Titolo V della Costituzione e fine del bicameralismo perfetto. Il Senato non sarà più elettivo ma composto da sindaci, presidenti di Regione e rappresentati delle autonomie locali.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 19, 2014
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L’incontro al Nazareno: “Profonda sintonia”
Matteo Renzi, dopo l’incontro con Silvio Berlusconi, durato circa due ore e mezza, ha detto: “C’è una profonda sintonia su un modello di legge elettorale che favorisca il bipolarismo, la governabilità e che elimini il potere di ricatto dei partiti più piccoli”. E aggiunge: “Su questo tema abbiamo condiviso l’apertura ad altre forze politiche di scrivere questo testo di legge che per quanto ci riguarda, se nelle prossime ore saranno verificati tutti i dettagli, presenteremo il tutto alla direzione del Pd affinché voti lunedì alle 16”. Il segretario del Pd ha spiegato che con Forza Italia c’è sintonia sulla riforma del Titolo V della Costituzione: “Abbiamo condiviso le modalità tecniche che saranno presentate nei prossimi giorni e che vanno nell’ottica della semplificazione e del risparmio”. E spiega anche l’intesa sulla “trasformazione del Senato in Camera delle autonomie”, prevedendo che “non voti la fiducia” e che “non ci sia indennità ed elezione diretta per i senatori”. Berlusconi ha invece commentato: “L’accordo con Renzi prevede una nuova legge elettorale che porti al consolidamento dei grandi partiti in un’ottica di semplificazione dello scenario politico”. E spiega: “Insieme, abbiamo auspicato che tutte le forze politiche possano dare il loro fattivo contributo in parlamento alla rapida approvazione della legge, che speriamo possa essere largamente condivisa”. “Durante il nostro colloquio – aggiunge il Cavaliere -, pur ribadendo le critiche di Forza Italia all’azione dell’esecutivo, e auspicando di poter al più presto ridare la parola ai cittadini, ho garantito al segretario Renzi che Forza Italia appoggerà in Parlamento le riforme volte a semplificare l’assetto istituzionale del paese, e, in particolare, quelle relative alla trasformazione del Senato e alla modifica del titolo quinto della Costituzione”.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 18, 2014
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Due ore e mezza: si è concluso il faccia a faccia Renzi-Berlusconi
Quasi due ore e mezza: tanto è durato l’incontro tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi, con il leader di Forza Italia che per la prima volta ha varcato le porte del Nazareno. L’incontro con Renzi sulla riforma della legge elettorale si è svolto nella stanza in cui campeggia il quadro che ritrae Fidel Castro e Che Guevara. A quanto si apprende, il primo a prendere la parola è stato il padrone di casa, che ha illustrato a Berlusconi la propria visione. Secondo fonti di maggioranza, il modello che Renzi ha proposto a tutti i suoi interlocutori, e di cui in questo momento sta discutendo con l’ex premier, è il modello spagnolo ‘made in Italy’ con due tipi di soglie, al 4-5% e all’8% a seconda che ci sia o meno un apparentamento. Resta da capire se Berlusconi darà il via libera in mancanza di un assenso del Pd sull’election day. Renzi ha detto infatti di non essere disponibile a subire ricatti. Già attorno alle 17 era tutto pronto a via Sant’Andrea delle Fratte per l’uscita di Berlusconi dalla sede nazionale del Pd, con le forze dell’ordine che hanno ridisposto le camionette blindate come a formare una ‘corsia protetta’ che permetta alle auto del Cavaliere di rimanere a distanza dai manifestanti. Al suo arrivo, infatti, l’auto di Berlusconi era stata raggiunta da alcune uova. La polizia ha dunque fatto abbassare le saracinesce dei negozi che danno sul largo all’incrocio con via Capo le Case. I mezzi di polizia e carabinieri si sono dunque disposti parallelamente alla facciata della chiesa di Sant’Andrea delle Fratte e cordoni di uomini stanno isolando l’area. Alcuni manifestanti espongono cartelli con l’effige di Berlusconi dietro le sbarre, con la scritta “Berlusconi così”. rimasto aperto invece il portone dell’antica chiesa, da cui si affacciano dei religiosi. Al colloquio hanno partecipato anche Gianni Letta e Lorenzo Guerini.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 18, 2014
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Berlusconi arriva al Nazareno… e gli lanciano contro le uova
E’ iniziato l’incontro nella sede romana del Pd in via del Nazareno tra il segretario dem Matteo Renzi e il leader di Forza Italia. Berlusconi è arrivato nella sede del Pd da un ingresso secondario. Prima del suo ingresso, un gruppo di persone ha lanciato uova sulla sua auto. Alcuni manifestanti del Popolo Viola, capeggiati da Gianfranco Mascia, hanno inoltre gridato ‘Vergogna! Vergogna!’.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 18, 2014
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Berlusconi, Renzi e “l’unica cosa in comune: l’intelligenza”. Parla Briatore
Si terrà questo pomeriggio, alle 16, l’incontro al Nazareno tra il segretario del Pd Matteo Renzi e il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi. E mentre da più parti arrivano voci contrarie a questo faccia a faccia, arrivano le parole di Flavio Briatore. Intervistato da Repubblica, afferma: “Chi dice che Renzi e Berlusconi hanno lo stesso stile, o addirittura che Renzi abbia studiato da Berlusconi, dice una sciocchezza enorme. Sono due persone completamente diverse, con due storie diverse, che hanno in comune un’unica cosa: l’intelligenza”. Per l’imprenditore “la mossa di Renzi di andare a parlare a Berlusconi è ottima” e “non si capisce perchè” nel Pd la cosa sia controversa, visto che “Bersani non l’ha fatto e ha perso l’occasione della vita dopo le elezioni”. Briatore dice di essere amico di entrambi e si mostra bipartisan. “Renzi è più attuale, direi casual chic. Berlusconi è più classico. Però l’arrivo di Matteo ha costretto Silvio a rivedersi stilisticamente, adesso ha cominciato ad abbinare giacca e lupetto… L’altra grande differenza è l’età. E su questo Renzi ha un grande vantaggio, ha un futuro enorme. Solo che deve stare attento, perchè in Italia succede sempre così: promettono bene poi quando arrivano al potere non succede mai niente. Prendete Letta: è un bravo ragazzo, ma non incide, non comanda, non fa le cose”. D’altra parte, secondo Briatore, “la verità è che in Italia dopo Mussolini a nessuno è stato più permesso di governare. A nessuno tranne che alla burocrazia”. E le cose in comune tra Berlusconi e Renzi? “La capacità di attirare consensi enormi, e il carisma”. Se poi si parla d’intenzioni di vot: “Uno lo conosco da anni; l’altro è l’uomo del futuro. Non so… Dovrei vedere i programmi”, sottolinea l’imprenditore, che invece su una cosa non ha dubbi: a “The Apprentice”, il suo talent show per aspiranti manager, Renzi e Berlusconi se la caverebbero “alla grande”, mentre “Letta non arriverebbe nemmeno in finale”. E ancora prosegue, appoggiando il faccia a faccia al Nazareno: “L’incontro tra due persone intelligenti è sempre una cosa positiva. Magari può nascerne qualcosa di buono. In Italia non succede mai niente. Sono tornato oggi dopo due mesi, e l’unica novità è questo incontro qui”.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 18, 2014
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“Se Letta si logora non è colpa mia”: così Renzi
La Stampa aveva pubblicato un editoriale di Luca Ricolfi in cui la segreteria di Renzi era stata paragonata a Qui Quo Qua. Ora il neosegretario del Pd ha risposto con una lettera in cui si legge. “Non riusciamo a a capire come come si possa ancora insistere con la tiritera: ‘Vuole solo logorare Letta’. Il primo ministro è il capo del governo. Se si logora, si logora per le cose che fa. O che non fa. Non per il tentativo di altri di realizzare finalmente le riforme attese da vent’anni”. Dopo di che, una nuova stoccata al premier: “Se facciamo la legge elettorale, lo facciamo per dare una speranza agli italiani, non per logorare. Se Letta si logora, è perché governa male, non perché c’è un nuovo segretario del Pd. Da parte mia mi sento obbligato a dare una mano perché Letta governi bene: gioco nella stessa squadra. E non per lui o per me, ma perché è la cosa giusta per l’Italia”. E riguardo i tre nipoti di Paperino, “sono disegnati come molto antipatici”, scrive Renzi, “ma – almeno nella rappresentazione disneyana – qualche problema lo risolvono. Zio Paperino è più simpatico ma non ne azzecca una. E soprattutto l’attuale classe dirigente somiglia molto a Paperoga: dove tocca, sbaglia. Persino volenterosa, intendiamoci. Ma rompe e non paga. E accade da troppi anni”. E prosegue: “Se fino ad oggi si sono perse occasioni su occasioni – scrive il segretario – è difficile dare la colpa a chi non c’era. “Presentando il JobsAct ho cercato di sottrarre ai soli addetti ai lavori la discussione sull’occupazione, per caricarla sulle spalle del Pd, il primo partito del Paese. Non si tratta infatti di materia semplicemente giuslavoristica, ma della principale sfida politica per una classe dirigente che finge di non vedere come la disoccupazione giovanile al 42% sia una sconfitta terribile per l’Italia”. Per quel che riguarda la sua segreteria, il sindaco fiorentino ammette che la squadra “ha molti limiti, certo. Ma siamo volenterosi, pieni di passione, ricchi di grinta e soprattutto desiderosi di mostrare come le cose – volendo – si possono fare”.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 15, 2014
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La sentenza della Corte Costituzionale: quello che resta del porcellum
Quattro ore di camera di consiglio, tanto è servito ai 15 giudici della Corte Costituzionale per approvare il testo della legge elettorale uscita dopo la bocciatura del porcellum. Il plenum ha firmato le motivazioni della sentenza del 4 dicembre 2013 sulla legge elettorale. Dopo la sentenza sull’illegittimità del Porcellum quello che resta della legge elettorale, come spiega la Consulta, è un meccanismo “proporzionale”, “depurato dell’attribuzione del premio di maggioranza” con la possibilità di esprimere una preferenza. “La normativa che rimane in vigore – si legge nella sentenza depositata – stabilisce un meccanismo di trasformazione dei voti in seggi che consente l’attribuzione di tutti i seggi, in relazione a circoscrizioni elettorali che rimangono immutate, sia per la Camera che per il Senato”. Ancora, nelle motivazioni della sentenza sulla legge elettorale si legge che il premio di maggioranza previsto dal Porcellum “è foriero si una eccessiva sovra-rappresentazione” e può produrre “una distorsione”, perchè non impone “il raggiungimento di una soglia minima di voti alla lista”. I giudici evidenziano inoltre che “Per quanto riguarda la possibilità per l’elettore di esprimere un voto di preferenza – evidenziano i giudici -, eventuali apparenti inconvenienti, che comunque non incidono sull’operatività del sistema elettorale”, “possono essere risolti mediante l’impiego degli ordinari criteri d’interpretazione” e “mediante interventi normativi secondari”. Ancora, nelle motivazioni si sottolinea che le liste bloccate lunghe previste dal Porcellum “rendono la disciplina in esame non comparabile né con altri sistemi caratterizzati da liste bloccate solo per parte dei seggi, né con altri” che prevedono un “numero dei candidati talmente esiguo da garantire l’effettiva conoscibilità degli stessi”. Per la Corte Costituzionale prevale la continuità degli organi di Stato : “Il principio fondamentale della continuità dello Stato”, “non è un’astrazione e dunque si realizza in concreto attraverso la continuità in particolare dei suoi organi costituzionali: di tutti gli organi costituzionali, a cominciare dal Parlamento” e tale principio prevale. “Le Camere sono organi costituzionalmente necessari ed indefettibili e non possono in alcun momento cessare di esistere o perdere la capacità di deliberare”. “È evidente – sottolinea la Consulta – che la decisione che si assume, di annullamento delle norme censurate, avendo modificato in parte la normativa che disciplina le elezioni per la Camera e per il Senato, produrrà i suoi effetti esclusivamente in occasione di una nuova consultazione elettorale”.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 14, 2014
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Il Ncd e l’alt su unioni civili e abolizione Bossi-Fini: “ci sono altre urgenze”
Ispanico, mattarellum e sindaco d’Italia. Sono i tre modelli di legge elettorale proposti da Matteo Renzi, uno dei quali potrebbe trovare l’appoggio di Angelino Alfano. Ma il leader del Nuovo Centrodestra non ha intenzione di cedere per quel che riguarda i diritti civili, a partire da unioni gay e immigrazione. Lo spiga, in un’intervista a Libero, il presidente della Commissione Agricoltura del Senato Roberto Formigoni, minacciando una crisi di governo. “Su gay e immigrati non si tratta”. Sul tema delle unioni civili tra persone dello stesso sesso “non si discute […], Renzi non faccia l’arrogante, altrimenti ne trarremo le debite conseguenze”. E ancora: “La nostra posizione è diametralmente opposta”, aggiunge. “Invito Renzi a ragionare sul fatto che questa non è né una riforma economica né una riforma istituzionale. Quella attuale poi è una maggioranza provvisoria e Renzi lo sa bene. Per questo noi dell’Ncd proponiamo una moratoria su questo tema fino al 2015”. Nessuna svolta in tema di diritti civili fino alle prossime elezioni quindi, è questa la volontà del Ncd. “Solo allora, a elezioni avvenute, il vincitore prenderà la decisione che riterrà opportuno prendere. Ma in questo Parlamento dove nessuno schieramento può dirsi vincitore sarebbe un’inutile forzatura”. La paura, del resto, è che il Pd e il M5S si alleino grazie ad accordi chiari su temi specifici, come la trasformazione del Senato in Camera degli enti locali per arrivare a una riforma dell’immigrazione. “Per questo invitiamo Renzi a ragionare sulla sua agenda di governo”. Anche il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi frena sulle unioni civili: “Una modifica del codice civile non ci vede contrari, però nell’agenda di questo paese in crisi vengono prima altre cose”. E lo stesso dicasi per l’abolizione della legge Bossi-Fini. Al riguardo, Formigoni chiede: “Chi dice agli italiani che in un momento in cui non c’è lavoro per loro il governo apre le porte a tutti?”.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 3, 2014
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Berlusconi e l’impeachment per Napolitano: “la misura è colma”
Non sono andate giù a Silvio Berlusconi, come riporta Repubblica, le parole pronunciate ieri da Giorgio Napolitano in occasione del tradizionale saluto alle cariche dello Stato da parte del Presidente della Repubblica e ora “La misura è colma”. Il leader di Forza Italia ha commentato: “È arrivato a dire che la legge elettorale va discussa anzitutto nella maggioranza, ormai è tutto fuorché un presidente di garanzia”. Nè lui nè Grillo si sono presentati allo scambio di auguri al Colle ma Berlusconi, chiuso nel salotto di Arcore prima di vedere la partita del Milan, ha vissuto l’uscita di Napolitano come una sorta di attacco personale. Che è bastato non solo per rovinargli il prepartita ma anche il compleanno del cane Dudù. Ma soprattutto lo ha considerato l’atto finale che porterà il suo partito ad appoggiare la messa in stato d’accusa del presidente della Repubblica. Ecco quindi che il tanto invocato impeachment, che Grillo richiede da tempo, diventa anche per Berlusconi un’idea forte. “Vorrebbe impedirmi anche la difesa, secondo lui dovrei subire e basta?” ribatte alle accuse del Colle che lo diffida ad usare il termine “golpe”. Per il Cavaliere – che ha evitato per ora commenti ufficiali – sono la conferma che è stato il Quirinale “il regista” delle operazioni con le quali “hanno tramato” per farlo fuori.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 17, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/12/17/berlusconi-e-limpeachment-per-napolitano-la-misura-e-colma/
Etichetta vs impeachment: la grillina con l’auto blu per far gli auguri a Napolitano
Non importa che Grillo urli a gran voce, con i pentastellati che gli fanno eco, l’impeachment di Napolitano: la senatrice grillina Laura Bottici, eletta Questore del Senato a marzo, ha ritenuto più importante l’etichetta istituzionale e non ha mancato di presenziare alla consueta cerimonia al Quirinale per lo scambio degli auguri di Natale e Capodanno con le alta cariche dello Stato. Ma si è spinta oltre, almeno stando a quanto riferiscono testimoni e riporta l’Huffington Post: forse per non fare tardi, la senatrice è salita al Colle con l’auto blu, la stessa che fino a pochi mesi fa era il simbolo della casta da abbattere.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 17, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/12/17/etichetta-vs-impeachment-la-grillina-con-lauto-blu-per-far-gli-auguri-a-napolitano/
Cerimonia di auguri al Colle: i molti moniti del Presidente
Si è tenuto il tradizionale saluto alle cariche dello Stato da parte del Presidente della Repubblica, oggi, occasione della quale Giorgio Napolitano ha approfittato per rivolgere uno “schietto appello” a Forza Italia affinché non lasci il tavolo delle riforme. L’auspicio del Capo dello Stato è che “il distacco dalla maggioranza non comporti l’abbandono del disegno di riforme costituzionali”. Rivolgendosi poi a tutte le forze dell’opposizione, Napolitano ha ribadito l’assoluta importanza di un accordo su una nuova legge elettorale. E sempre all’indirizzo di Berlusconi ha aggiunto: nessuno è “autorizzato ad evocare immaginari colpi di Stato a cui non saremmo estranei”. Per quel che riguarda le elezioni anticipate, Napolitano ne nega la possibilità: “Mancare anche questo obiettivo delle riforme sarebbe fatale per il progresso della Nazione”. Parlando della situazione politica, Napolitano ha detto che “non c’è dubbio che l’Italia abbia conosciuto mutamenti incalzanti sulla scena politica ancora lontani dall’assestamento e con incognite ancora non decifrabili”. Nonostante ciò “è importante che l’Italia continui a essere governata nel 2014. L’Europa ci guarda” e bisogna nutrire la stabilità “piuttosto che l’aspettativa di nuove elezioni anticipate dall’esito più che dubbio”. Per quel che riguarda la fine del bicameralismo, ha sottolineato come ormai sia vitale: “Le sorti del governo poggiano sulle sue forze e sono legate al rapporto di fiducia con la sua maggioranza. Le Assemblee sono il pilastro della nostra democrazia e spero che possa affermarsi in ogni momento un clima di civile confronto ed impegno nei confronti dei diritti delle forze che vi sono rappresentate nell’affermazione delle regole che si si sono date. Il superamento del bicameralismo paritario, dello snellimento del Parlamento, della semplificazione del processo legislativo” sono “ormai questioni vitali per la funzionalità e il prestigio del nostro sistema democratico”. Ma non poteva mancare il tema della crisi, che mina la coesione sociale: “Nel 2014 c’è un rischio diffuso di tensioni e scosse sociali: un rischio che deve essere tenuto ben presente e fronteggiato in Italia”, ha sottolineato. Occorre dunque, ha aggiunto, prestare “massima attenzione a coloro che vivono nel disagio”. Napolitano ha quindi parlato dei “limiti” temporali del suo mandato presidenziale. “Io doverosamente non mancherò – ha spiegato – di rendere nota ogni mia ulteriore valutazione della sostenibilità, in termini istituzionali e personali, dell’alto e gravoso incarico affidatomi”.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 16, 2013
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Renzi tra la “diffidenza decrescente” con Napolitano e la “partita a scacchi”
Tra Matteo Renzi e Giorgio Napolitano corre una “diffidenza decrescente”, come spiega il neo segretario del Pd, colpito dall’incontro con il Capo dello Stato. “Un’ora faccia a faccia. Incontro serio, buono, importante”. La differenza tra i due è di cinquant’anni, con tutto quello che ne deriva. Come spiega La Stampa: “due mondi sideralmente distanti, in mezzo una guerra, la ricostruzione, l’Italia che si rimette in piedi. Eppure, un punto d’incontro lo si trova: il Paese va salvato di nuovo e, per farlo, servono riforme e stabilità.” I due si ritrovano proprio su questo punto. E intanto Renzi non rinuncia alle sue convinzioni: ” Credo che Napolitano vorrebbe che il governo andasse avanti, molto avanti, altro che 2015… Io non dico di no, però insisto: stabilità non può voler dire l’attuale immobilismo”. Il sindaco di Firenze si dimostra comunque soddisfatto delle sue prime ore da segretario. ” Il Presidente ha apprezzato, credo, il fatto che io non intenda imporre miei modelli in materia di legge elettorale – dice -. Ma contemporaneamente, ha chiaro che il Pd non mollerà sulla necessità di fare una riforma. Quel che mi pare di poter dire, al di là dell’incontro, è che molte cose sono già cambiate in appena tre giorni. Mi sembra si vada affermando – conclude soddisfatto – l’idea che la riforma vada fatta in tempi molto brevi, e credo sia ormai deciso che se ne occuperà la Camera: per cui Giachetti può interrompere il suo digiuno. E questa è quella che si può chiamare una buona notizia”. Con Napolitano tutto bene quindi, così come sulla via della riforma della legge elettorale, lungo la quale, tuttavia, si muove con “crescente diffidenza”. “Temo che Angelino Alfano voglia perder tempo e menare il can per l’aia. Io con lui parlerò, figurarsi, ma non mi lascerò incantare e nemmeno rallentare: ho una mia exit strategy, un canale aperto anche con Berlusconi e Grillo, che la riforma adesso la vogliono davvero. E se il Nuovo centrodestra divaga, vuol dire che lavoreremo con qualcun altro”. Per quel che riguarda il leader del M5s, del resto, l’avversione è reciproca. Il segretario del Pd non ha affatto gradito, per esempio, l’ultima uscita del leader Cinque Stelle che lo ha sfidato a rinunciare al finanziamento pubblico, come ha già fatto il suo movimento. Renzi gli ha prima replicato con un tweet: “Caro Grillo ti rispondo nei prossimi giorni con una sorpresina che ti sto preparando”. E la “sorpresina” sembra essere già pronta: “Credo proprio che gli risponderò da Milano, all’Assemblea nazionale -dice -. Mi chiede di firmare una lettera di rinuncia al finanziamento pubblico? Troppo semplice. Facciamo le cose per bene: firmi lui una lettera nella quale dice sì ad una legge elettorale maggioritaria, alla riforma del Titolo V, all’abolizione del Senato e del finanziamento pubblico ai partiti. Vediamo se è pronto. Ma quel che è più importante è che deve mettersi in testa anche lui che l’agenda delle cose da fare la detta il Pd, e che non staremo più a rincorrere né lui né altri”. Soddisfatto della segreteria che ha impostato, resta però ancora il nodo Cuperlo e il neosegretario attende di sapere se ci stia davvero ripensando e alla fine accetterà la carica di Presidente dell’Assemblea nazionale. “So che ci ragiona – dice Renzi -. Sul momento mi aveva detto di no, ma nella sua componente si è aperta una complicata discussione e alla fine – io lo spero – potrebbe ripensarci. Comunque sia, non è che accetterò qualunque nome mi verrà proposto. So che D’Alema è furioso, per esempio, perchè ho annunciato che non lo ricandiderò alle Europee. Ma si volta pagina, e non sono preoccupato: anche in Direzione, su 120 membri una ottantina almeno è in maggioranza con me”. I campi sui quali si muove, insomma, sono molti e il livello è più alto: ” Fino a ieri, parliamoci chiaro, giocavo a tennis: cioè, buttavo la palla dall’altra parte del campo. Adesso è una partita a scacchi. Difficile. E se sbagli una mossa…”. Proprio questo è il problema, come sanno i suoi predecessori, solo per far due nomi, Veltroni e Bersani, che non possono che confermarlo.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 12, 2013
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Carioti su Libero: “Spunta il pattarellum Berlusconi-Renzi”
Il Porcellum è incostituzionale secondo i giudici della Corte Costituzionale e ora Matteo Renzi sarebbe pronto a trattare con Forza Italia e Movimento 5 Stelle per la nuova norma elettorale, con un accordo che potrebbe arrivare con il ritorno al Mattarellum. Come scrive, su Libero, Fausto Carioti:
«Alcuni dirigenti di Forza Italia vogliono imitare Ribbentrop e il suo patto con Molotov». A denunciare l’accordo scellerato è Fabrizio Cicchitto, non a caso esponente del Nuovo centro destra, cioè del partito destinato a fare la parte della Polonia tra la Germania di Silvio Berlusconi e l’Urss di Beppe Grillo. In realtà gli accordi che rischiano di schiacciare chi si frappone ai progetti di espansione delle grandi potenze sono due: accanto all’intesa di fatto già creata in Parlamento da forzisti e grillini, uniti nel dichiarare illegittima la legislatura (e presto vedremo se uniti pure nel chiedere l’impeachment di Giorgio Napolitano), insomma per far saltare lo scenario esistente, c’è quella per costruire i nuovi assetti.
Qui il ruolo del plenipotenziario sovietico dovrebbe essere ricoperto da Matteo Renzi, in procinto di prendere le redini del Pd. Con Grillo possibile terzo convitato: proprio ieri sera, il sindaco di Firenze si è detto pronto a trattare sulla nuova legge elettorale sia col Cavaliere che con l’ex comico. Renzi è rimasto mortificato dalla decisione della Consulta, che ha ucciso il Porcellum non per reintrodurre il Mattarellum, come sperava lui, ma per creare un proporzionale che, se messo alla prova, imporrebbe la prosecuzione delle larghe intese. Un colpo basso alle ambizioni di Renzi, che sogna di governare con una solida maggioranza.
Ma il sindaco appare già in fase di recupero e presto avrà due opzioni tra le quali scegliere: scrivere una nuova legge elettorale assieme agli altri partiti della maggioranza, e cioè tenere conto delle necessità degli alfaniani e del ruolo di mediazione di Letta, oppure stringere un accordo per una legge elettorale su misura per i grandi, cioè per il Pd, Forza Italia e – se ci stanno – i pentastellati. Con gli altri liberi di fare il ruolo dei cespugli. È probabile che inizi dalla prima strada; di sicuro, se vedrà che non porta dove vuole lui, si sposterà sulla seconda. E se questo dividerà la coalizione di governo e metterà in crisi le larghe intese, Renzi saprà farsene una ragione (…)
Pubblicato da tdy22 in dicembre 7, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/12/07/carioti-su-libero-spunta-il-pattarellum-berlusconi-renzi/
Dopo la decisione della Consulta sul Porcellum, bagarre in Aula
Il Porcellum è incostituzionale, secondo quanto stabilito ieri dalla Consulta, e oggi è bagarre alla Camera. Alla ripresa dei lavori, da più parti si sono levate voci sulla reale legittimazione del Parlamento, a seguito della sanzione sulla legge elettorale. Laura Boldrini ha chiarito che “la Camera è pienamente legittima a legittimata a operare” ma il pentastellato Tofalo denuncia “siamo tutti illegittimi” e il clima si surriscalda ulteriormente dopo la lite di ieri in Aula tra Pd e M5s, con i grillini che avevano occupato i banchi del governo. Intanto è stata respinta la richiesta di M5S di convocare immediatamente una conferenza dei capigruppo per mettere in calendario la riforma della legge elettorale. Dopo il voto, tutti i deputati M5S hanno abbandonato l’aula per protesta. E nel frattempo è apparso un post su Facebook a opera di Angelo Tofalo: “Li abbiamo circondanti! L’aula doveva iniziare alle 10 ma ancora nulla… stiamo attendendo la Boldrini. C’e’ un’area surreale! Un silenzio rumorosissimo. Oggi il parlamento incostituzionale ed illegittimo sarà infuocato. Noi lo avevamo sempre detto, siamo entrati qui con la valigia di cartone e non l’abbiamo mai disfatta, pronti a tornare a casa. Che la facciano subito anche loro oppure che si preparino a prendere gli elicotteri. Li abbiamo circondati e forse i topolini lo stanno finalmente realizzando. Oggi più che mai stateci accanto. Le minacce e le aggressioni già avute non ci fanno che pensare il peggio… saremo tranquilli come sempre, diremo tutto in maniera non violenta, siamo super democratici ma non moderati, non fessi. Li abbiamo circondati”.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 5, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/12/05/dopo-la-decisione-della-consulta-sul-porcellum-bagarre-in-aula/
Il Porcellum è incostituzionale… forse ora si farà al forno?
È appena terminata la camera di consiglio dei giudici della Corte Costituzionale sulla legge elettorale e la Consulta ha bocciato la legge elettorale, il Porcellum. L’attuale legge elettorale vigente è stata definita “incostituzionale” per “il premio di maggioranza e la mancanza delle preferenze”. I giudici si sono pronunciati sui profili di incostituzionalità del cosiddetto Porcellum. Il ricorso era stato presentato da 27 cittadini contro il Porcellum con l’accusa di «violare il diritto di scelta degli elettori e di conseguenza la Costituzione» per allungare i tempi.
La decisione consiste nel cancellare il premio di maggioranza, considerato abnorme, e nell’inserire una preferenza simbolica laddove la legge non le prevedeva.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 4, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/12/04/il-porcellum-e-incostituzionale-forse-ora-si-fara-al-forno/
Il porcellum arriva in Consulta
La discussione della Corte Costituzionale sulla questione di costituzionalità sollevata sulla legge elettorale inizierà domattina alle 9.30. Lo si apprende da fonti della Corte.
Sembra che la Consulta volesse far slittare la decisione a gennaio, ma è stato lo stesso Presidente del Senato Grasso ad affermare
«I gruppi parlamentari non riescono a trovare un accordo politico, dimostrando di non sentire la marea montante di una rabbia che si riverserà, più forte di prima, contro tutti i partiti». E poi avanza la proposta: «Se lo stallo dovesse continuare, nonostante i recenti sviluppi politici, non esiterò un attimo a sostenere il trasferimento di questo tema alla Camera dei Deputati».
A fargli eco anche Matteo Renzi che su Twitter scrive: «La Corte Costituzionale ha deciso che deciderà se decidere il 14 gennaio. In attesa che decidano loro, ci diamo una smossa noi?».
I responsi della Corte Costituzionale hanno «la velocità di un gasteropodo quando si tratta dei privilegi dei partiti, come è avvenuto per il Lodo Alfano e per la legge elettorale Porcellum», scrive Beppe Grillo sul suo blog dove se la prende però con i rimborsi elettorali e dove sollecita una rapida risposta sulla questione di legittimità costituzionale sollevata dal procuratore De Dominicis.
Poi attacca i giudici: «Il popolo conta più di 15 persone dell’età media di 75 anni».
Quali sono le conseguenze della decisione che prenderà la Consulta? Queste le ipotesi de La Stampa:
Ipotesi numero 1: la Corte respinge il ricorso. Grande soddisfazione del “Porcellum”, che si salva dal secondo assalto (il primo fu quasi due anni fa, con il referendum dipietrista bocciato proprio dalla Consulta). Ciò non renderebbe l’attuale legge inattaccabile; di sicuro, resterebbe viva la contestazione nei confronti delle liste bloccate, che producono un Parlamento di “nominati”. Sul premio di maggioranza continuerebbe a pesare un forte sospetto di incostituzionalità. Ma da Grillo, da Berlusconi e dallo stesso Renzi, lo stop della Consulta al ricorso verrebbe accolto come un disco verde alle elezioni da celebrare proprio con il “Porcellum”. Magari già nella prossima primavera. Rendendo davvero sovrumani gli sforzi di Napolitano e di Letta.
Ipotesi numero 2: la Corte giudica ammissibile il ricorso. Ciò non significa che lo approverà. In teoria, potrebbe venire bocciato. Però nessuno può avere la certezza di quanto verrà deciso, forse nemmeno gli stessi giudici. L’impressione di chi se ne intende è che dalla Consulta ci si possa attendere davvero di tutto, compreso un annullamento in radice della legge attuale, troppo storta per poter essere raddrizzata, e una “reviviscenza” del “Mattarellum”, vale a dire del sistema in parte maggioritario e in parte proporzionale che fu in vigore fino al 2005.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 3, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/12/03/il-porcellum-arriva-in-consulta/
Slitta ancora la legge elettorale… blindato il Porcellum?
Ennesimo rinvio, ormai nessun italiano spera più che il Porcellum si possa cambiare. Poi verrà Natale, poi Pasqua, poi Ferragosto e chissà in quale anno si potrà dire addio al Porcellum. L’esame della riforma della legge elettorale da parte della commissione Affari Costituzionali del Senato finisce anche questa volta, infatti è terminato con un nulla di fatto. L’ufficio di presidenza ha deciso, a maggioranza, che la commissione si riunirà la settimana prossima, giovedì 28 novembre, il giorno dopo la prevista votazione d’aula sulla decadenza di Silvio Berlusconi da senatore.
“Non ci resta che attendere il 3 dicembre, la decisione della Corte costituzionale” spiega il professor D’Alimonte in un’intervista a Italia Oggi. Questo in poche parole significa che non il tempo per cambiare il porcellum è scaduto. “Al parlamento – spiega ancora D’Alimonte – non resterà che adeguarsi alla pronunciamento della Consulta”.
Roberto Giachetti, al 45 esimo giorno di sciopero della fame contro la legge porcata, attacca: “Tutti fischiettano – prosegue Giachetti – e fanno finta di nulla aspettando solo lo schianto”. E poi fa appello ai presidenti di Camera e Senato: “Come possono accettare una situazione del genere, hanno il dovere di difendere le istituzioni”.
Sembra proprio che il Porcellum sia stato blindato!
Pubblicato da tdy22 in novembre 20, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/11/20/slitta-ancora-la-legge-elettorale-blindato-il-porcellum/
“Mangiamoci il Porcellum”
Roberto Giachetti, deputato del Pd da quasi un mese in sciopero della fame contro l’immobilismo sulla riforma della legge elettorale e questa mattina alle nove di mattina, sull’assolata piazza del Pantheon a Roma è stata Scelta Civica ad inaugurare le manifetazioni del No Porcellum day con una colazione a base di maialino sardo e pane carasau tutto irrorato da un po’ di vino. Tanti curiosi e molti turisti hanno guardato con aria divertita la protesta e si sono uniti afferrando un pezzo di carne. All’ora di pranzo la protesta si sposterà a Eataly, a Roma, saranno proiettati dei video sul Porcellum, e il vicepresidente della Camera aprirà un microfono a tutti quelli che vorranno esprimere la loro opinione sull’attuale legge elettorale. Sempre a Eataly sarà distribuita anche porchetta gratis, al motto ‘Mangiamoci il Porcellum’ e anche il patron, Oscar Farinetti, aderirà alla protesta digiunando nella giornata odierna.
Anche il segretario democratico, Guglielmo Epifani, ha spinto sull’acceleratore: “Il Porcellum va cambiato – ha spiegato intervenendo ad Agorà – ma per avere una legge che assicuri governabilità. Il doppio turno è lo strumento migliore per garantire la governabilità”.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 31, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/10/31/mangiamoci-il-porcellum/
L’ultimo sgambetto a Renzi viene da D’Alema?
In caso di elezioni a febbraio il Pd dovrebbe scegliere solo un candidato Premier e non un nuovo segretario. Questo è il pensiero di Massimo D’Alema al TgCom24 “Dipende molto dai tempi del processo politico ed elettorale” ma se si va al voto “tra fine febbraio e primi di marzo temo che a dicembre si dovrebbero fare le primarie per il premier”.
Secondo D’Alema anche Enrico Letta potrebbe essere della partita: “Certo, nel pd ci sono diverse personalità che potrebbero essere buoni candidati premier. Non mi limiterei neanche a questi due (Renzi e Letta, ndr), ci saranno le primarie. Siamo un partito democratico, una coalizione, perché se andiamo alle elezioni dovremo lavorare per una coalizione ampia per dare una base forte di governabilità al paese”.
L’ex leader Ds chiude poi le porte ad un Letta bis con un orizzonte politico lungo, retto su pochi transfughi Pdl. “O Berlusconi cambia posizione, cosa che a me sembra francamente questa volta improbabile…”, Oppure in caso di appoggio esterno “è un’altra cosa, significa un governo di breve durata che vota la legge di stabilità, che cambia la legge elettorale – cosa che è assolutamente necessaria – e poi porta il paese alle elezioni”.
L’unica altra possibilità è un “fatto politico nuovo”, ovvero la nascita di un partito di moderati da una costola del pdl: “i giornali parlando dei dissidenti… Se si manifesta un fatto politico molto rilevante, se cioè una parte rilevante di Pdl dovesse distaccarsi da Berlusconi, dalle posizioni estremistiche che oggi prevalgono e fare una scelta europea, allora questo dovrebbe essere considerato, perché potrebbe configurare uno scenario politico nuovo. Un’alleanza politica che non sarebbe più quella delle larghe intese con Berlusconi ma una cosa nuova”.
Al contrario, “ma se contiamo di poter sopravvivere contando sul voto di qualche dissidente, sinceramente non credo che una prospettiva di questo genere sarebbe plausibile. O matura uno scenario politico nuovo, che effettivamente possa far pensare ad un rilancio politico, oppure due priorità: legge di stabilità e nuova legge elettorale e dopodiché si va al voto. Non sono un fan di elezioni anticipate, ma a volte sono una via d’uscita democratica”.
Pubblicato da tdy22 in settembre 30, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/09/30/lultimo-sgambetto-a-renzi-viene-da-dalema/
“E’ troppo tardi”, la sintesi di Franceschini sull’Iva… e sull’Italia?
“E’ troppo tardi a questo punto”, lo ammette il ministro per i Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini chiamato a rilasciare una dichiarazione sull’aumento Iva. Sembra che però la frase possa essere anche una sintesi perfetta del momento drammatico che sta vivendo politicamente, e di conseguenza, anche economicamente lo Stivale.
Poi precisa i quattro punti che il Pd vuole condividere con il Pdl:
- “legge di stabilità coraggiosa”,
- “separazione delle vicende della Giunta da quelle Governo”,
- nuova legge elettorale
- “un programma che dichiaratamente arrivi al 2015, almeno per riuscire a superare il bicameralismo”.
“Si vada avanti per cambiare, non per campare”, ha poi aggiunto il ministro per i Rapporti con il Parlamento.
Ai microfoni di Sky Tg24, sempre Franceschini ha puntato il dito contro il Pdl che annunciando le dimissioni di massa ha fatto una scelta sciagurata e ora non ci sono, secondo il ministro, i tempi tecnici per evitare l’aumento Iva, neppure se si “anticipasse il voto a lunedì”.
Immediata la replica del capogruppo alla Camera del Pdl ( o Forza Italia secondo la “nuova” denominazione) Renato Brunetta: “se vogliono essere un prendere o lasciare, un gioco per far aumentare l’Iva e ripristinare l’Imu dando la colpa al Popolo della Libertà, noi non ci stiamo”.
Uno spiraglio di ottimismo invece arriva da Alberto Giorgetti, sottosegretario al ministero dell’Economia, che ha spiegato all’Adnkronos che “in linea teorica si può ancora fare”, anche se “i tempi sono strettissimi”. Ha anche detto che “questo rinvio rappresenta un grave problema perché il rischio è di danneggiare le prospettive di ripresa. L’aumento dell’Iva è una gabella che blocca la crescita e mi auguro che possa essere scongiurato”.
Pubblicato da tdy22 in settembre 28, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/09/28/e-troppo-tardi-la-sintesi-di-franceschini-sulliva-e-sullitalia/
La politica tedesca vista da Travaglio e l’attacco ai giornalisti
“Riotten und Battisten”, questo il titolo dell’editoriale di Marco Travaglio sulle pagine del Fatto Quotidiano. Un attacco diretto ai giornalisti, alla legge elettorale, ma soprattutto a quella correttezza e trasparenza che l’Italia sembra aver sotterrato decenni fa:
“C’è una sola categoria che, sulle elezioni tedesche, riesce a essere più ridicola dei politici: i giornalisti. Siccome la legge elettorale tedesca è davvero democratica, dunque non prevede mostruosi premi di maggioranza come il Porcellum, alla Merkel non basta aver ottenuto il maggior trionfo dai tempi di Adenauer: mancandole un pugno di seggi, deve coalizzarsi coi Verdi o coi Socialdemocratici. Dunque, secondo i trombettieri italioti dell’inciucio – gli stessi che per vent’anni l’hanno menata con la “religione del maggioritario” (…) – questa sarebbe la prova che le larghe intese sono cosa buona e giusta in tutta Europa, e dunque in Italia.
Ma i fautori di questa presunta “lezione tedesca” fingono di ignorare chi sono i protagonisti delle grandi coalizioni in Germania e altrove: partiti normali, guidati da politici normali, che prendono un sacco di voti e poi mettono insieme i punti comuni dei loro programmi in ampie discussioni, alla luce del sole, sotto gli occhi degli elettori. (…)
In Italia le larghe intese le han fatte due partiti che hanno sgovernato l’Italia per 20 anni e infatti hanno perso le elezioni (-10 milioni di voti) per emarginare il M5S che le aveva vinte (8,5 milioni da zero). Due partiti che in campagna elettorale si erano giurati eterna ostilità. Poi, dopo due mesi di melina, hanno rieletto un capo dello Stato di 88 anni che ha accolto in un nanosecondo la proposta di restare per altri 7, dopo aver giurato fino al giorno prima che non l’avrebbe mai fatto. Costui ha riunito in mezza giornata le delegazioni dei partiti, comunicando loro chi doveva entrare nel governo e chi no, dopo aver già fatto scrivere un programma fumoso da dieci presunti “saggi” amici suoi. L’indomani ha comunicato il nome del premier: il vicesegretario Pd, casualmente nipote del braccio destro del boss Pdl. (…)
Anche perché il Pd è un partito nato morto che passa il tempo a discutere di cose incomprensibili anche a un bravo psichiatra. E il Pdl è proprietà di un pregiudicato che ha altro a cui pensare: i disastri delle sue aziende e come non finire in galera e conservare l’impunità (detta “agibilità” o “pacificazione”). Ma di tutto questo i giornaloni non parlano. Pigi Battista si illumina dinanzi alla Germania, che fa le grandi coalizioni senza chiamarle “inciuci”: forse perché inciuci non sono, mentre da noi sì. In Germania, se un politico finisce sotto inchiesta o in uno scandalo, anche per una fesseria, si dimette (…)
In Italia ancora ieri il direttore del Sole 24 Ore Roberto Napoletano sosteneva che la “malattia italiana” sono “vent’anni di conflitti fra poteri” (cioè fra un imputato e i suoi giudici). E Gianni Riotta, su La Stampa, sosteneva che i mali dell’Italia non sono i partiti che l’han rapinata per vent’anni, ma una fantomatica “sinistra populista” e un’immaginaria tentazione di “maggioranze rosse” e additava i nemici dell’euro sul “blog 5Stelle di Grillo”, come se la guerra all’Europa non l’avessero fatta per anni B. e la Lega. Il vero spread fra Germania e Italia è tutto qui: noi abbiamo i Napoletano, i Battista, i Riotta e i tedeschi no.”
Pubblicato da tdy22 in settembre 25, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/09/25/la-politica-tedesca-vista-da-travaglio-e-lattacco-ai-giornalisti/
“Una iattura non poter battere Berlusconi alle elezioni”: così Renzi
E’ intervenuto alla trasmissione Omnibus, questa mattina, il sindaco fiorentino Matteo Renzi, dove ha detto che “il governo Letta-Alfano è un governo di larghe intese, ha senso se fa le cose e non se le rinvia. Deve fare le cose nell’interesse del Paese e non dei singoli partiti”. Parlando della situazione interna al Pd, Renzi ha attaccato: “l’unico obiettivo di un gruppo dirigente rancoroso è quello di rinviare il Congresso”. Ma il primo cittadino ha anche risposto a domande sulla sua “fretta” di andare a elezioni anticipate: “Io ho la fretta degli italiani: una famiglia che va in banca non riceve ancora i soldi; un professore che ha vinto il concorso e sta a casa ha fretta che si faccia la riforma della scuola. Io ho fretta non di far cadere il governo ma di far lavorare il governo”. E ribadito: “In un Paese civile si fa il governo di larghe intese per fare le cose. Quando i tedeschi hanno fatto le larghe intese hanno fatto le cose, non ‘una a te ed una a me’, non hanno messo le bandierine per i partiti”. Concludendo, “Tifo per Letta ma non si può impedire di dire la verità: il governo faccia gli interessi degli italiani”. Matteo Renzi ha parlato anche di Berlsuconi, affermando che considera “una iattura non poter battere Berlusconi alle elezioni”, visto che non potrà “ragionevolmente Berlusconi non potrà candidarsi”. Secondo il democratico, infatti, “Berlusconi ha perso una grandissima occasione perché quando governava aveva una maggioranza di oltre 100 deputati e poteva fare la rivoluzione liberale. Invece ha preferito difendere lo status quo”. “Mi dispiace che non si possa candidare perché mi sarebbe piaciuto batterlo. Durante la campagna elettorale gli avrei detto: ‘Ma che hai un fratello gemello che ha governato in questi venti anni?'”, ha concluso invitando comunque a “rispettare” il candidato leader del centrodestra che verrà scelto. Il sindaco ha anche commentato l’ipotesi di tornare al voto: “L’interesse dell’Italia non sono nuove elezioni; lo divengono se sono l’alternativa a non far niente”. Renzi ha quindi esortato l’esecutivo “a non inseguire le bandierine di Brunetta e Schifani ma a fare le cose nell’interesse del Paese”.
Pubblicato da tdy22 in settembre 23, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/09/23/una-iattura-non-poter-battere-berlusconi-alle-elezioni-cosi-renzi/
Emergenza Legge Elettorale: voto i primi di ottobre
E’ stato il Pd ad avanzare la procedura d’urgenza per la legge elettorale che è stata oggi approvata all’unanimità e approderà a settembre alla camera per poi essere approvata entro i primi di ottobre. La procedura giunge durante l’attesa dell’ormai imminente decisione della Cassazione sulla condanna a 4 anni di carcere ed a 5 di interdizione dai pubblici uffici per Silvio Berlusconi mentre si avvicina anche il congresso democratico per la successione di Guglielmo Epifani. Cambio di direzione dei democrati quindi, che chiedono modifiche immediate al’ Porcellum dopo aver sostenuto la linea della subordinazione della nuova legge elettorale, solo al termine del percorso di riforme istituzionali disegnato da Enrico Letta. Quello che ancora è da chiarire è il significato di “stato di necessità” e quale sia il modello che la maggioranza è intenzionata a discutere. Da più parti sono giunte voci di “soddisfazione” per l’unanimità riscontrata tra i capigruppo. Dario Franceschini, ministro per i Rapporti con il Parlamento, ha spiegato ai cronisti: “In questo modo sarà possibile arrivare al voto per gli inizi di ottobre”. Il governo ha accolto con soddisfazione l’inserimento dei provvedimenti nel calendario di agosto alla Camera.
Pubblicato da tdy22 in luglio 31, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/07/31/emergenza-legge-elettorale-voto-i-primi-di-ottobre/
Giovani imprenditori pronti alla rivolta?
“Non è tollerabile che chi fa impresa alla luce del sole paghi tasse fino al 70%. Lo ripeto, abbiamo raggiunto livelli di confisca”. È il leader dei giovani imprenditori di Confindustria, Jacopo Morelli, a tornare a denunciare così l’insostenibilita’ del peso fiscale per gli imprenditori e, poco dopo, al convegno di S. Margherita Ligure, ricorda la necessità di non tirarsi indietro: “tocca a noi, scateniamoci”. Ma ha anche cercato d’infondere nuovo coraggio: “Dobbiamo cambiare la nostra cultura sapere che l’errore non è nel fallimento ma in uno scopo meschino. Insieme dobbiamo riuscire a costruire un sistema in cui non valga più la regola `se vinciamo vince l’Italia, se perdiamo, perdiamo da soli”. Quanto alle risorse “ci sono. Ma non dobbiamo disperderle. Dobbiamo rimetterle in circolo e rimuovere quei vincoli che ci frenano e creano divisione”. E ha concluso: “Noi siamo qui per dire che è tempo di `scatenarci´: ovvero di liberarci da quegli anelli che strozzano l’Italia”. Insomma, all’Italia serve una visione per il futuro, in casono contrario il rischio è alto: “La rivolta”. “Senza prospettive per il futuro – avverte – l’unica prospettiva diventa la rivolta. Le istituzioni democratiche vengono contestate e possono arrivare alla dissoluzione, quando non riescono a dare risposte concrete ai bisogi economici e sociali”. I giovani di Condinfustria invitano il nuovo governo “a dare un progetto concreto di futuro, a disegnare l’Italia che sarà tra 10 anni”. “La capacità di visione per un leader è essenziale” dice ancora Morelli: “Non un governo che faccia miracoli ma che agisca sulla competitività del Paese. Miracoli no, statisti sì”. Morelli ha aggiunto che “In Parlamento non vogliamo delinquenti, ma neanche improvvisati”, illustrando le tesi e insistendo sulla necessità di una nuova legge elettorale, che «un anno fa, da questo palco, fu promessa, in poche settimane. Ad oggi nessuno ha potuto, o meglio voluto, cambiarla”. Ma “cambiare sistema di voto ha non solo ragioni democratiche ma anche economiche”.
Pubblicato da tdy22 in giugno 7, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/06/07/giovani-imprenditori-pronti-alla-rivolta/
Il mattarellum che potrebbe “spalmare” ulteriormente il Pd… la mozione Giacchetti
29 maggio: giornata simbolo dell’inizio del cammino delle riforme istituzionali. Il piano era questo. Peccato che sia lo stesso Pd, o meglio parte del Pd, a mettere i bastoni tra le ruote del governo di larghe intese. L’ex radicale, ora renziano, Roberto Giachetti, che in passato si era già reso protagonista di battaglie estreme sulla legge elettorale, ha raccolto un centinaio di firme (tra Pd e Sel) intorno ad una mozione parlamentare che chiede il ripristino del vecchio sistema: il Mattarellum, fumo negli occhi per il Pdl. Una pistola carica, che rischia di far saltare il delicato equilibrio (che non tutti apprezzano, soprattutto tra l’elettorato) raggiunto con il Cavaliere sulle riforme, vale a dire i ritocchi al Porcellum. Ma è proprio questo che, come reazione, ha fatto scattare l’iniziativa di Giachetti, firmata in blocco dai renziani, nonché da Sinistra e libertà e da chi nel Pd vive il ritorno al proporzionale come una specie di incubo, ossia Renzi. Il governo, a questo punto, ribatte lasciando trapelare l’intenzione di sfilarsi dal tema legge elettorale e demandarlo alle Camere. Però lo scontro in casa Pd trae nuova energia dalla questione. Agitazione quindi tra i parlamentari dem al diffondersi della voce che E’ solo una mozione, non una legge, ma potrebbe provocare la definitiva esplosione. Il fallimento delle amministrative, inoltre, sembra dare una spinta definitiva verso questa possibilità: “Il 50 per cento di astensione a Roma è un segnale – si sfoga una deputata renziana – chi non ha votato ci chiede di fare qualcosa, non ci chiede di approvare una mozione che non dice e non decide nulla sulle riforme, come quella elaborata da Pd e Pdl”. Ed è dall’incostistenza delle larghe intese che si trova energia per andare avanti. “La mozione Pd-Pdl è acqua fresca”, afferma un altro renziano. “Hanno anche cancellato la data del 30 luglio entro la quale approvare le modifiche al Porcellum!”. Intanto si cerca di convincere al dietrofront Giacchetti, ma è lui stesso ad affermare che non ritira “niente”. Intanto arriva un nuovo monito da Renzi: “Il governo sarà forte se farà le cose, se è un governo che chiacchiera e vivacchia trascinerà l’Italia in basso”. Quanto al Pd e il test amministrative: “Dovevano dimezzare i parlamentari e hanno dimezzato i voti…”. Ma cosa temono i firmatari della mozione? Che ci si limiti ad un semplice restyling del Porcellum, con conseguente ritorno al proporzionale e alle ‘larghe intese per legge’, in caso ancora una volta non ci fosse un netto vincitore alle elezioni. E dunque addio sogni di premiership per il sindaco di Firenze che però, almeno per quanto riguarda questa mozione, ha diversi appoggi all’interno del suo partito.
Pubblicato da tdy22 in Maggio 29, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/05/29/il-mattarellum-che-potrebbe-spalmare-ulteriormente-il-pd-la-mozione-giacchetti/
Berlusconi: se il PD voleva correre da solo, perchè non l’ha fatto?
Dopo le recenti proposte dei democratici in materia di legge elettorale, Berlusconi ribatte colpo su colpo: “Sono dei geni perché vogliono eliminare in un solo colpo Grillo e il sottoscritto. Così correrebbero da soli, ma perché non l’hanno fatto prima?”. Ne approfitta anche per un suo personale spot a favore del governo: “il centrodestra continuerà a dare il suo sostegno più forte e leale al governo. Approfittiamo dell’occasione che abbiamo”. Del resto per lui “Questo governo viene fuori da un’occasione storica ed epocale, per la prima volta dal 1947 a oggi, il centrodestra ed il centrosinistra hanno un accordo e una maggioranza che in Parlamento può approvare di tutto ed un governo che può operare per il bene del Paese. Si può mettere fine alla guerra fredda e civile e alla contrapposizione dura tra la sinistra e la destra”.A Studio Aperto, il Cav ha anche tenuto a specificare la sua posizione di forza: “Sono venute fuori delle ipotesi divertenti mi sembra che qualcuno abbia portato avanti l’ipotesi di ineleggibilità del sottoscritto dopo 20 anni di voti di milioni di italiani e dopo tanti parlamenti che hanno approvato la mia eleggibilità”. Sullo stesso tono prosegue con il suo programma: “A Giugno deve esserci anche un dl con tutte le misure che sono indispensabili per riavviare lo sviluppo come l’azzeramento tasse, assunzioni giovani, cambiamento dei poteri di Equitalia e sono il non aumento iva oltre alla sburocratizzazione dello Stato”. Come sempre, non manca l’accento sulla questione a lui più cara, il cavallo di battaglia delle scorse elezioni: “Il nostro non è un puntiglio o un ossessione, ma una delle tante misure che il governo deve attuare per rilanciare lo sviluppo e la crescita. Questa è una prima mossa del governo, è solo un’anticipazione ma i primi di giugno ci sarà l’abrogazione dell’Imu per il futuro”.
Pubblicato da tdy22 in Maggio 21, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/05/21/berlusconi-se-il-pd-voleva-correre-da-solo-perche-non-lha-fatto/
La nostra legge elettorale è incostituzionale?
Ci sono motivi sollevati dall’avvocato Aldo Bozzi sulla legge elettorale vigente, cosiddetta “Porcellum”, che la Corte di Cassazione ha ritenuto “rilevanti e non manifestamente infondate”, per cui ha disposto “l’immediata trasmissione degli atti alla Corte costituzionale”.
I dubbi sollevati sono stati : l’assenza di soglia oltre la quale scatta il consistente premio di maggioranza che consente di raggiungere il 55% dei deputati della Camera; la mancanza delle preferenze; la discrasia tra Camera e Senato e “l’illegittimità di due quozienti differenti per l’attribuzione dei seggi”, l’impossibilità di scegliere i candidati.
Viviamo quindi da 8 anni con una legge che è incostituzionale e abbiamo un Parlamento e un Governo eletto con una legge che viola i principi fondamentali della nostra Carta? LaCorte costituzionale sarà chiamata ad esprimersi sul Porcellum e la decisione potrebbe avere diversi risvolti politici.
Pubblicato da tdy22 in Maggio 17, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/05/17/la-nostra-legge-elettorale-e-incostituzionale/
Pizzarotti apre al pd… ma è una mannaia!
C’è un solo modo per avvicinarsi al Movimento 5 Stelle, che è cosa diversa dal fare un’alleanza: leggere il programma e sottoscriverne i punti principali. Nuova legge elettorale con preferenze e divieto di candidatura dei condannati, lotta serrata e senza sconti al conflitto d’interesse e riduzione tassativa dei costi della politica. Non ci sono grandi discussioni da portare avanti, non c’è incertezza nelle nostre scelte: tutto è chiaro e fin troppo semplice. Si tratta soltanto di capire cosa vuole fare, e in che modo, il Partito Democratico, perché è dalle decisioni che prenderà la dimostrazione di quanto questa classe dirigente abbia realmente intenzione di lasciarsi alle spalle la sua ventennale stagione conservatrice. Il cambiamento è radicale per definizione. Allora si cominci subito con un atto di forte discontinuità col passato: si rinunci ai rimborsi elettorali, lasciando decine di milioni di euro nelle casse dello Stato, in un momento di profonda difficoltà economica.
Dal nostro punto di vista non c’è nessun tentennamento sulle posizioni da prendere, non faremo accordi a scatola chiusa, non daremo fiducie in bianco, non ci faremo bastare le promesse prive di ogni garanzia. Insomma, non ci appartiene niente di tutto quello che ha fatto parte dell’azione politica della Seconda Repubblica. Dicano allora cosa intendano fare, perché il Movimento non voterà la Fiducia a prescindere dalla proposta. Sarà come abbiamo sempre sostenuto: è sulle idee, e non sulle ideologie, che ci piace il confronto, indipendentemente dal colore politico di chi le propone.
Così Pizzarotti apre la strada al Pd.
Pubblicato da tdy22 in marzo 1, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/03/01/pizzarotti-pd-m5s/
Legge elettorale. Cicchitto: sarebbe possibile votarla in extremis.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 10, 2012
https://tuttacronaca.wordpress.com/2012/12/10/legge-elettorale-cicchitto-sarebbe-possibile-votarla-in-extremis/
Monti: la politica del mio governo non è recessiva
Pubblicato da tdy22 in dicembre 1, 2012
https://tuttacronaca.wordpress.com/2012/12/01/monti-la-politica-del-mio-governo-non-e-recessiva/
Monti: quando sarà possibile abbasseremo le tasse
Quando sarà possibile le pagheremo?
Quando sarà possibile rivedrete la legge elettorale?
Quando sarà possibile togliere il finanziamento ai partiti?
Quando sarà possibile non farete morire le persone di diossina?
Benvenuti in Italia… si fa tutto quando sarà possibile!
Pubblicato da tdy22 in dicembre 1, 2012
https://tuttacronaca.wordpress.com/2012/12/01/monti-quando-sara-possibile-abbasseremo-le-tasse/
L. Elettorale: salta l’intesa, Berlusconi si vuole scegliere i candidati
Pubblicato da tdy22 in dicembre 1, 2012
https://tuttacronaca.wordpress.com/2012/12/01/l-elettorale-salta-lintesa-berlusconi-si-vuole-scegliere-i-candidati/
Schifani: “per la L. Elettorale si sta trovando un’intesa”
Un’intesa o un inciucio? Benevnuti in Italia!
Pubblicato da tdy22 in novembre 29, 2012
https://tuttacronaca.wordpress.com/2012/11/29/schifani-per-la-l-elettorale-si-sta-trovando-unintesa/
Legge elettorale: lavori in corso! Arriva in aula il 5 dicembre.
Pubblicato da tdy22 in novembre 27, 2012
https://tuttacronaca.wordpress.com/2012/11/27/legge-elettorale-lavori-in-corso-arriva-in-aula-il-5-dicembre/
Poesie e racconti: i colori della fantasia
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