
C’è un solo modo per avvicinarsi al Movimento 5 Stelle, che è cosa diversa dal fare un’alleanza: leggere il programma e sottoscriverne i punti principali. Nuova legge elettorale con preferenze e divieto di candidatura dei condannati, lotta serrata e senza sconti al conflitto d’interesse e riduzione tassativa dei costi della politica. Non ci sono grandi discussioni da portare avanti, non c’è incertezza nelle nostre scelte: tutto è chiaro e fin troppo semplice. Si tratta soltanto di capire cosa vuole fare, e in che modo, il Partito Democratico, perché è dalle decisioni che prenderà la dimostrazione di quanto questa classe dirigente abbia realmente intenzione di lasciarsi alle spalle la sua ventennale stagione conservatrice. Il cambiamento è radicale per definizione. Allora si cominci subito con un atto di forte discontinuità col passato: si rinunci ai rimborsi elettorali, lasciando decine di milioni di euro nelle casse dello Stato, in un momento di profonda difficoltà economica.
Dal nostro punto di vista non c’è nessun tentennamento sulle posizioni da prendere, non faremo accordi a scatola chiusa, non daremo fiducie in bianco, non ci faremo bastare le promesse prive di ogni garanzia. Insomma, non ci appartiene niente di tutto quello che ha fatto parte dell’azione politica della Seconda Repubblica. Dicano allora cosa intendano fare, perché il Movimento non voterà la Fiducia a prescindere dalla proposta. Sarà come abbiamo sempre sostenuto: è sulle idee, e non sulle ideologie, che ci piace il confronto, indipendentemente dal colore politico di chi le propone.
Così Pizzarotti apre la strada al Pd.
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