
Chissà se voi ci credete, ma alcune malattie non vengono a caso. L’uveite di Berlusconi probabilmente è una di queste. Una malattia per non vedere davanti a lui il baratro che pian piano si sta delineando e al quale risponde con un urlo di guerra disperato:
“Se la sinistra si sceglierà anche il presidente della Repubblica daremo battaglia in parlamento e nelle piazze”.Queste le parole del Cavaliere alla prima riunione con i suoi parlamentari. Parole da campagna elettorale, ma di quelle già perse in partenza. Una riunione programmata per scappare al Tribunale di Milano e poter chiedere un legittimo impedimento per eleggere Renato Brunetta capogruppo alla Camera e Schifani in Senato. Ma quale sono le nuove regole che detta Berlusconi? La prima è sempre quella più nota e va avanti da anni ” All’interno della magistratura – scandisce il Cavaliere – c’è una parte che ha formato una specie di associazione a delinquere che usa il potere giudiziario a fini politici: è una magistratocrazia”. Il copione è quello di un film già visto o di un disco degli anni passati, di quella musica commerciale, che passata la stagione estiva, cade nel dimenticatoio per sempre. Ma qualcosa cambia e la riunione diventa comizio: “Vogliono distruggermi dal punto di vista giudiziario, politico, economico” grida un Berlusconi terrorizzato. Sembra quasi un “cattivo” dei fumetti giunto alla scena finale.
La grande paura del Cavaliere è che ciò che qualche giorno fa appariva scontato ora non lo è più. Perché ormai è chiaro che Bersani otterrà l’incarico da Napolitano, e che tenterà di fare un governo giocando a sparigliare con altri nomi alla Grasso e alla Boldrini, capaci di sedurre le truppe grilline, e di incassare un appoggio da tutto il partito del “non voto”, dai montiani alla Lega che sta mandando segnali in questa direzione. Ed è anche chiaro che se nell’impresa non ci riuscirà il segretario del Pd, allora proprio Bersani potrebbe indicare per palazzo Chigi un candidato per raggiungere lo stesso obiettivo. Che appare molto meno velleitario di qualche giorno fa. Ecco la grande paura del Caimano: “Alla fine i grillini daranno il loro sostegno a un governo Bersani per farmi fuori da ogni gioco”. Paura rafforzata anche dagli ami programmatici che il segretario del Pd sta mostrando ai parlamentari Cinque Stelle, come la legge sul conflitto di interessi: “Non mi riguarda”, dice ai suoi il Cavaliere. Che però è consapevole di quanto sia attraente la “mossa” di Bersani.
Insomma, qualcosa si sta muovendo. Negli ultimi giorni i fedelissimi del Capo hanno messo sotto osservazione le truppe grilline: monitorati i curriculum, preparate una serie di schede personali sui singoli parlamentari, accese le antenne sul territorio per prendere informazioni sui nuovi eletti. Il risultato è da allarme rosso: “Molti di loro – dicono nella war room di palazzo Grazioli – sono di sinistra o comunque sensibili alle sirene della sinistra”.
C’è di più. Berlusconi, forse memore dei suoi metodi ai tempi dell’operazione “Responsabili” – la famosa compravendita di parlamentari – e forse usati anche prima – ai tempi di De Gregorio – secondo la tesi della procura di Napoli, si dice certo che Bersani abbia chiesto al suo stato maggiore di “adottare” i grillini: “Li stanno contattando uno a uno – dice un fedelissimo – promettendo seggi sicuri in cambio della fiducia al governo Bersani”. Alla lunga potrebbero cedere alle lusinghe perché la miscela di “odio” verso il Caimano e promessa di un seggio sicuro che consenta una vita comoda e pure la libertà rispetto alla Casaleggio associati è una bella tentazione anche per i duri e puri.
Soprattutto questo consente di realizzare la Piazzale Loreto perfetta. Con le procure che abbattono il Cavaliere a colpi di condanne – Ruby, Mediaset, Napoli, dove il gip domani si pronuncerà sul giudizio immediato – e di interdizione dai pubblici uffici. Con l’ex premier che diventa ineleggibile, e la cui candidatura decade a fine anno. E con un nuovo capo dello Stato – che è anche capo del Csm – “nemico” e garante dell’operazione. Ecco, c’è un unico modo per resistere a questo scenario da incubo.Conquistare le urne, urlando al golpe, andare in piazza in nome della grande persecuzione, indicare Bersani come un bugiardo che ha detto che “se avesse vinto col 51 si sarebbe comportato come uno che ha preso il 49 per cento” e invece si sta comportando “come uno che ha il 100 per cento, anche se ha preso meno del trenta”.
Non è un caso che in questo clima il Cavaliere ha pure rispolverato la denuncia di “brogli”, senza i quali “il centrodestra avrebbe vinto di 800mila voti”. E ha iniziato a studiare i primi report sugli umori del paese e sulla forza di Grillo: “Ho pensato molto – ha spiegato ai suoi – al successo di Grillo. Ha portato avanti un sogno rivoluzionario. Noi adesso dobbiamo inventarci qualcosa senza abiurare, da persone responsabili quali siamo, alle cose concrete. Dobbiamo presentarci come un sogno”.
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