Crocetta liquida Battiato!

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Il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta, ha deciso di revocare l’incarico di assessore al Turismo al cantautore Franco Battiato che ieri a Bruxelles aveva defininto “t…” le parlamentari italiane. Crocetta ha deciso di revocare l’incarico anche al fisico Antonino Zichichi, al quale aveva assegnato la delega ai Beni culturali. Il governatore siciliano ha inviato le scuse del suo governo “per le affermazioni, certamente non istituzionali ed offensive” di Battiato. “Quando si sta nelle istituzioni – ha detto Crocetta – si rispettano e si rispetta la dignità delle istituzioni medesime e, nel caso di Battiato sicuramente si è andati ben oltre e si è violato il principio della sacralità delle stesse. Siamo orgogliosi di appartenere al popolo italiano e di avere un Parlamento – prosegue Crocetta – l’espressione della sovranità del popolo e della partecipazione dei cittadini alla vita democratica. Quando si offende il Parlamento, si offende tutto il popolo italiano e ciò non è consentito a nessun componente delle istituzioni”.

“Mi dispiace veramente molto, sono addolorato. Il Parlamento in questo momento -continua il presidente- è rappresentato da figure come Laura Boldrini e Piero Grasso, impegnati nel profondo per rinnovare il Paese e all’interno del Parlamento ci sono uomini

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“SITUAZIONE DRAMMATICA”, così Bersani sulla crisi… Non c’è via d’uscita!

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“La verità è che c’è una situazione drammatica”. Lo dice riferendosi alla crisi il leader del Pd Pier Luigi Bersani parlando con i cronisti in una pausa delle sue consultazioni che sono ricominciate con i sindacati Cgil, Cisl, Uil e Ugl. “Avete visto quello che ha detto Confindustria?”, ha aggiunto il presidente preincaricato da Napolitano spiegando che anche da parte dei sindacati è stata manifestata la stessa preoccupazione. Dunque, secondo il segretario la crisi non è “ancora davanti” e per questo serve un governo: “Anzi – sorride – servirebbe un governo che fa miracoli”.

Togliere l’Imu sulla prima casa fino a mille euro, taglio dei costi della politica, un governo a tutti i costi. Queste le richieste avanzate dai sindacati al presidente “pre-incaricato”. Il programma prevede che il leader del centrosinistra incontri alle 12 Rete Imprese Italia, alle 13 rappresentanti del mondo ambientalista, alle 15 don Luigi Ciotti, alle 15,30 esponenti del Forum dei giovani; alle 16 rappresentanti del Movimento europeo e del Movimento federalista europeo.

“Abbiamo chiesto – ha dichiarato Susanna Camusso – di togliere il pagamento dell’Imu sulla prima casa fino a mille euro”. Camusso ha anche detto che le prossime scadenze estive tra Tares, Imu e aumento Iva sono “una miccia che va disinnescata”. La situazione è “drammatica”, ha aggiuntoLuigi Angeletti. “Le affermazioni del presidente incaricato – spiega il segretario della Uil –  cci hanno confortato, condividendo la necessità di dare questi segnali in modo radicale”. “Siamo contrarissimi – afferma Raffaele Bonanni – a che si torni a votare. L’Italia rischia di finire come Weimar per i gravi pregiudizi alla stabilità democratici. Si estenderebbe il populismo che porta solo atteggiamenti autoritari. Per questo bisogna fare un governo, farlo a tutti costi. Non capiamo le differenziazioni a non volersi alleare. La situazione è drammatica e la politica è l’arte dell’accordo. E’ quello che fa una classe politica avveduta”.

Tanti auguri a Bersani, ma resto a Firenze… Renzi diserta la Direzione Pd!

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Matteo Renzi non parteciperà alla direzione del Partito Democratico in programma oggi. Lo ha annunciato questa mattina ai microfoni di Radio Toscana. “”No, per un motivo molto semplice: è stata convocata all’ultimo momento, e io sto a Firenze a fare il sindaco”, ha spiegato.

Renzi ha poi ribadito la massima fiducia nel tentativo che il segretario Pier Luigi Bersani sta conducendo in questi giorni di mettere insieme una maggioranza in grado di ottenere una fiducia in Parlamento, dopo che ieri il responsabile economico del partito Stefano Fassina aveva puntato il dito – senza nominare i renziani – contro chi si stava adoperando per sabotare il piano dell’ex ministro dello Sviluppo Economico. “Bersani sta provando a formare un governo e io spero che, per il bene dell’Italia, ce la faccia”, ha detto. “La mia serietà e la mia lealtà sono fuori discussione”.

Il terrore corre sul filo per il Pd… e arriva la telefonata Bersani-Renzi

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Fassina attacca, i renziani rispondono: ma Bersani e il sindaco di Firenze chiudono qualunque tipo di polemica con una telefonata in serata. Sembra anche che Renzi e Bersani si siano fatti quattro risate al telefono, anche se le idee continuano a essere distanti. Ma suona come una sottile linea di demarcazione con tanto di allarme che può scattare in qualsiasi istante la frase del sindaco di Firenze che ammette  “Nessun complotto. Io non danneggio il Segretario Pd”. Questo sembra essere solo un assaggio di quello che domani avverrà nella riunione della direzione del partito prevista per le 19.

La ballata di Battiato contro M5S!

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In attesa del concerto di Parigi, Franco Battiato punge il leader del Movimento 5 Stelle: «Grillo sta esagerando». Stasera si esibirà in un attesissimo concerto all’Olympia, storico teatro della capitale e tempio della musica francese, per una tappa del tour europeo di ‘Apriti sesamo’ il suo 28/o album uscito lo scorso 23 ottobre per Universal. «In questo momento l’Italia è veramente un paese dilaniato», dice il cantautore siciliano che dal 2012 è anche assessore al Turismo e allo Spettacolo della giunta Crocetta in Sicilia. «In Sicilia ero sicuro che la coabitazione con il Movimento 5 Stelle avrebbe funzionato e infatti sta andando benissimo. Per quanto riguarda la formazione del governo invece non lo so, non credo che si riandrà alle urne, o almeno me lo auguro. È chiaro che Grillo sta un pò esagerando. A volte sembra che stia per cedere un minimo ma poi le frasi sono sempre quelle». «È certo che la destra italiana è una cosa che non appartiene agli esseri umani». Secondo Battiato, Gianroberto Casaleggio è come il cardinale Richelieu «perchè sta dietro le quinte, è uno che manovra». «Sono entrato in politica per la mia terra – conclude -. Non sono un politico e non mi credo nemmeno assessore, sono uno che mette la sua credibilità al servizio della propria terra». Ma anche Battiato sembra aggiungersi alla lunga lista di coloro che sono bravi a demolire e accentuare le distanze tra le forze politiche, ma totalmente incapaci a dare un’idea per risolvere la situazione… almeno provare ad aprire un dialogo, visto che in Sicilia è stato possibile collaborare insieme.

Facebook diventa il ring di Fassina con i renziani! Trema il Pd.

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Bersani non vuole le larghe intese e preferisce invece la Lega (dopo aver corteggiato inutilmente il M5S). Questa linea apre il dibattito interno al Pd dove alcuni esponenti di primo piano giudicano quella del segretario una missione impossibile. Tanto da indurre Stefano Fassina, responsabile economico del partito, ad intervenire sul suo profilo Facebook: “E’ grave che, in ore decisive per la costruzione di un governo adeguato alle sfide di fronte all’Italia, una parte del Pd intervenga per indebolire il tentativo del Presidente incaricato Bersani prospettando una possibile maggioranza con il Pdl per un dovere del presidente. I cittadini italiani alle elezioni hanno chiesto inequivocabilmente cambiamento, sia sul terreno dell’etica pubblica sia sul terreno della politica economica”.

Quindi Fassina attacca il Pdl: “Un partito guidato da chi per venti anni ha praticato un uso proprietario e personalistico delle istituzioni e delle risorse pubbliche e ha portato l’Italia sull’orlo del baratro non può essere interlocutore di un governo di cambiamento. Oggi, senso di responsabilità vuol dire cambiamento. Qualunque compagine governativa, in qualunque forma presentata, sarebbe impossibilitata dal sostegno del Pdl a realizzare il cambiamento. Non sarebbe tanto un problema del Pd. Sarebbe un danno enorme per la residua credibilità delle istituzioni democratiche perchè non si riuscirebbero a affrontare le emergenze politiche e economiche. Gli obiettivi di parte, di una parte del Pd, almeno in una fase così delicata, non dovrebbero essere anteposti all’interesse del Paese. Indebolire il tentativo di Bersani vuol dire avvicinare le elezioni”.

Pronta la risposta della deputata Pd Simona Bonafè, una delle più strette collaboratrici di Matteo Renzi: “Non so a chi si riferisca Fassina. La strada che ha intrapreso Bersani è in salita e lo sapevamo anche prima del mandato esplorativo. E’ difficile ma legittimo il tentativo di Bersani e speriamo vivamente che vada a buon fine. Prima è, meglio è per il Paese. Io qualche perplessità ce l’ho e se il tentativo di Bersani dovesse fallire allora tutto si rimanderebbe a Napolitano. Se tornare alle elezioni lo deciderà il Presidente della Repubblica, ma dobbiamo usciere dallo stallo il più presto possibile. Io non sono pregiudizialmente ostile. Sul rapporto con i parlamentari del M5S ha aggiunto:  Non ho ancora avuto l’occasione di confrontarmi con i colleghi del M5S, certo è che se le loro proposte sono No Tav e referendum sull’euro, allora non ci siamo”.

“Siamo vicini alla fine!” così il presidente di Confindustria, Squinzi

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“Non c’è rimasto tempo, siamo vicinissimi alla fine”. Così Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria, al termine dell’incontro con Pier Luigi Bersani, parlando della situazione delle imprese e chiedendo al più presto un “governo stabile in grado di governare e che faccia appello a tutti gli uomini di buona volontà”.

Bersani vede verde… Lega mon amour!

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Uno strano clima di attesa e di calma apparente accompagna le consultazioni del premier incaricato Pierluigi Bersani. Lui stesso non sembra aver voglia di accelerare: i colloqui con le forze politiche inizieranno non prima di martedì, la risalita al Colle per riferire l’esito delle consultazioni non avverrà prima di giovedì. L’eventuale arrivo in Parlamento con la richiesta di fiducia non potrà che scavallare le festività pasquali. Un ‘andamento lento’ che il segretario del Pd ha probabilmente studiato strategicamente. Lui si mostra ottimista, convinto che non sia pura utopia il suo obiettivo di ottenere la fiducia dal Parlamento.

l piano ormai è chiaro: ottenere un aiuto dalla Lega per raggiungere i numeri in aula e lasciare la porta aperta al Pdl, magari non per formare il nuovo governo ma per decidere il successore di Napolitano al Quirinale e per avviare una sorta di ‘bicamerale bis’ finalizzata a dar vita insieme alle riforme istituzionali. Gli stessi toni alti usati da Berlusconi nella manifestazione di piazza del Popolo sono interpretati più come un modo di mostrare i muscoli che di sbattere la porta in faccia al dialogo con i democratici. Il segretario del Pd del resto sembra aver abbandonato la strada dell’insistente corteggiamento al M5s, che nel suo stesso partito incontra molte resistenze, prima di tutto fra i renziani. In ogni caso in molti già si chiedono cosa accadrà se Bersani dovesse fallire.

Beppe Grillo attacca il Pd… Boldrini e Grasso nel mirino… ma chi li ha votati?

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Grillo prova a riprendersi l’elettorato che ha perso con il passo falso dell’elezione al Senato di Pietro Grasso. Lo fa attaccando le due cariche più importanti del Paese dopo il Presidente della Repubblica e dopo il Presidente del Consiglio. Lo fa con un blog che, se anche non riporta la  sua firma, ha il suo stile.

«Laura Boldrini e Piero Grasso sono celebrati dai giornaloni e dai partiti come le effigi del cambiamento, il segno del rinnovamento, l’espressione della società civile. In realtà sono la più moderna manifestazione della partitocrazia. Foglie di fico: brave persone accuratamente selezionate per coprire personaggi che sanno benissimo di essere impresentabili, ma che in questo modo continuano a sopravvivere. Nè la Boldrini, nè Grasso hanno partecipato alle Buffonarie del pdmenoelle, ma sono stati nominati e inseriti nelle liste direttamente dai rispettivi capi Vendola e Bersani. Nè la Boldrini nè Grasso sono stati democraticamente scelti per il loro attuale ruolo istituzionale attraverso votazione del gruppo parlamentare di appartenenza, come avvenuto per i candidati presidenti del M5S, ma ri-nominati da Bersani. Nella democrazia bersaniana non servono votazioni, basta nominare le persone giuste e farle ratificare dall’assemblea per acclamazione. Porcellum style. ‘L’assemblea ha accolto la proposta con degli applausi all’annuncio dei nomì. Togliattiane reminiscenze»

E se tutto quello che dice può essere condivisibile o meno, resta una grande e unica domanda… Ma Pietro Grasso è stato eletto grazie ai voti dei grillini! Ora la polemica è sterile, bisognava fermare la compravendita dei parlamentari del M5S molto tempo fa… non è un post che può cambiare le istituzioni elette .

10 euro per i figuranti! Pagati per far spettacolo a Piazza del Popolo

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Come se fosse una trasmissione di Maria De Filippi! Donne sui 50 anni e oltre che con golfini, stivali, capelli cotonati invadono Piazza del Popolo per inneggiare a Silvio Berlusconi. Armando è il capo claque, si occupa di guidare il folto pubblico riunitosi davanti al teatro Brancaccio per poi essere “scodellato”  sul set! Oggi non si gira però una fiction e non c’è in programma nessuna scena d’azione dell’ultimo film di spionaggio… oggi il set è la politica italiana e la star d’eccezione di chiama Berlusconi!

Armando, in total black e cravatta rossa lucida, invece, lavora per “Abavideo provini tv”, società che fa casting per film e pubblicità, e sceglie anche il pubblico per trasmissioni tv. Venire arruolati come fan a pagamento di Berlusconi non è difficile. Certo, non si diventa ricchi: 10 euro la paga per restare un paio d’ore davanti al palco. “Una miseria”, si lascia scappare uno dei figuranti, “ma ho una pensione da schifo e devo arrotondare”. Armando ha una lista con le presenze dentro una cartellina col logo del programma “Così è la vita”. Ma basta dire “un’amica mi ha detto di venire al posto suo perché sta male”, che subito lui ti accoglie a braccia aperte. Prende nome e cognome e via, “Sei dei nostri”. Il lavoro da fare è semplice. “Hai mai partecipato a un programma? – chiede il capo claque – No? Vabbé, non ti preoccupare, oggi stai un po’ lì in piazza in mezzo alla gente e poi te ne vai. Ma se hai voglia in futuro di partecipare a dei provini, cerca il sito e iscriviti”. Lui, il “reclutatore”, da Silvio non viene: “Non ci penso nemmeno”. E quando il pullman arriva, saluta il “gruppo vacanze Piemonte” con un elegantissimo “Mi raccomando, non pomiciate!”.

Sul bus l’atmosfera è quella delle gite di scuola ai tempi delle medie, anche se la comitiva è un po’ agée. Una signora con i capelli rossi si mette il rossetto. “Attenzione che Berlusconi è sensibile alle donne”, le fa il passeggero seduto al suo fianco. Risposta: “Vorrà dire che lo bacerò in bocca, chiaramente, dietro lauto compenso”. Ilarità generale, commenti salaci. “Attenta però che quello c’ha la dentiera”, grida uno dagli ultimi posti. Del resto, si sa, in fondo al pullman si siedono sempre quelli più indisciplinati. Nessuno però canta, come accade in ogni gita che si rispetti. E quando arriva la proposta “Ora tutti insieme intoniamo “E Silvio c’è””, si ride di nuovo.

Mancano dieci minuti alle tre. Il pullman, che si è unito ad altri tre bus al Circo Massimo con 150 persone a bordo raccolte a Testaccio, Tiburtina e piazza Bologna, scarica l’allegra brigata a un chilometro da piazzale Flaminio. “Ma che sono matti? C’è un sacco di strada da fare”, grida una donna con le caviglie già gonfie. Qualcuno si mette ad aspettare l’autobus. “A furbi, non tornate a casa”. Gli altri, accompagnati da un tutor in tuta azzurra della nazionale di calcio, conduce tutti a piazza del Popolo. Berlusconi ancora non c’è. La piazza è già gremita. E sulle note di “Azzurro” di Celentano stavolta anche le comparse cominciano a cantare.

Bufera nel M5S: il “dottore” dice che il vaccino rende gay!

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Brutta grana per il M5S! Gian Paolo Vanoli, grillino, che rivendica di essere il referente del Movimento 5 Stelle su Ambiente e Salute di Milano, il cui nome compare anche sul sito del Movimento, ha fatto veramente delle dichiarazioni shock!

In queste ore il “Movimento 5 stelle” di Beppe Grillo sta affrontando il ciclone Gian Paolo Vanoli, che con le sue dichiarazioni a dir poco shock, sta sucitando un bel po’ di polemiche.

Quando il vaccino viene introdotto nel bambino, questo poi cresce e cerca di trovare una propria personalità, e se questa viene inibita dal mercurio o dalle sostanze vaccinali che si introducono nel cervello diventa gay” e già questa affermazione poteva bastare per scatenare il web, ma l’arzillo Vanoli non si è fermato davanti a nulla e ha proseguito con “Bere la propria urina cura tutto, anche il cancro. Così alla mia moglie di 70 anni sono tornate le mestruazioni. Bisogna bere la seconda urina della giornata, non la prima. Un bicchiere al giorno”.

Che fare? Negare immediatamente che Vanoli faccia marte del Team M5S!  Ma guardando bene in rete si scopre anche che il “dottore” da diversi mesi è nel meet-up regionale del M5S, quindi poi così estraneo non lo è affatto!

Una pecora nera può capitare… ma qui stiamo di fronte a una pecora pazza da legare che si vanta anche di una laurea in medicina presa negli States (ci ricorda qualcuno?)!

L’incontro: Bersani e Saviano.

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Nel quadro degli incontri per definire la squadra e il programma di governo, Bersani ha incontrato nel pomeriggio lo scrittore anti Camorra Roberto Saviano ed ha garantito che, se il suo governo si farà, si faranno «subito misure per la legalità». Con Saviano ha affrontato temi incombenti come la lotta alla grande criminalità, troppo oscurati nel dibattito pubblico, si legge in una nota diffusa dal Pd. «Un incontro assolutamente prezioso e illuminante – afferma il segretario Pd nel comunicato – che mi ha offerto un vero contributo per un immediato programma di interventi sui temi della lotta alle mafie. Voglio aggiungere che ritengo una vergogna per il nostro Paese che un protagonista della battaglia civica e della legalità debba vivere e spostarsi per ragioni di sicurezza, costantemente scortato da carabinieri. È tempo che le coscienze anche del nostro Paese e in primo luogo le istituzioni – conclude Bersani – si ribellino a questo stato di cose».

I decreti dell’ultima ora… per sistemare amici, conoscenti e casta?

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E’ un governo tecnico specializzato in decreti dell’ultima ora. Nonostante sia ormai esangue l’esecutivo Monti non smette di dispensare ed erogare soldi! Dopo il decreto di dicembre che innalzava le tasse aeroportuali, ora arriva quello del ministro Corrado Passera, con 80 milioni di euro che entreranno nelle casse di alcune Autorità Portuali. Ma se pensate veramente che sia l’ultimo scandalo, vi sbagliate, perché non più tardi di dicembre scorso la bagarre era scoppiata sull’assegnazione di 100 milioni per lo sviluppo del Porto offshore di Venezia. Ora invece la “torta” spetta a Genova, Savona, Civitavecchia, Gioia Tauro e Cagliari. Naturalmente sia a Venezia sia nel recente caso nessuna strategia è alla base dell’erogazione e non vi è stata nessuna spiegazione a correlare l’urgenza del decreto.

Le birrette di Bersani!

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Una birra come premio al termine del primo giorno di consultazioni. Il segretario del Pd Pierluigi Bersani si è “rifugiato” di nuovo all’Open Baladin, locale al centro di Roma vicino al ministero della Giustizia, con i suoi due uomini della scorta, per concedersi la sua amata “birretta” e patatine. Il locale è lo stesso dell’ormai famosa “birra del discorso”. Bersani, infatti, era già stato sorpreso in compagnia del boccale a gennaio, mentre – in completa solitudine – era intento a scrivere il discorso per l’Assemblea Nazionale del Partito Democratico.

ECCO COSA FANNO I PARLAMENTARI IN AULA! Scandaloso.

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Tecnologia al servizio dei parlamentari. Durante le sedute alla Camera alcuni onorevoli sono stati pizzicati dagli attenti colleghi grillini mentre controllavano sui loro tablet faccende diverse da quelle prettamente legate al Paese. In particolare sul profilo twitter del M5S Roma sono apparse due foto: nella prima un parlamentare è intento a guardare un generoso “lato B”, in una seconda immagine un altro gioca al solitario.

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Nuda a piazza del Popolo… PROTESTA STAMINALI!

Piazza del Popolo. Per Tagliapietra Vincenzo Livieri/Ag. Toiati

Mentre piazza del Popolo si svuotava dopo aver ascoltato Silvio Berlusconi dal palco della manifestazione indetta dal Pdl, le telecamere di SkyTg 24 si sono posate su una donna a seno nudo in segno di protesta. Da Sky hanno pensato a un’attivista del gruppo Femen, note per usare il loro corpo a fini dimostrativi, ma le scritte che aveva addosso la bionda ripresa a piazza del Popolo sembravano richiamare l’attenzione piuttosto sulle cure a base di cellule staminali. La ragazza non ha opposto resistenza né gridato quando le forze dell’ordine si avvicinano. La donna è stata prontamente coperta con il primo panno: una bandiera tricolore.

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Vai alla manifestazione del Pdl? La metrò è gratis, scoppia la rissa!

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Per i passeggeri diretti in piazza del Popolo per assistere alla manifestazione indetta dal Pdl la metropolitana di Roma è gratis. Questo grazie ad un forfait che il Pdl si è impegnato a versare ad Atac. «Siamo arrivati qui senza pagare la metropolitana», dicono alcune signore. E altri in piazza confermano. Dunque grazie al conto pagato dal Pdl l’azienda di trasporto di Roma ha provveduto ad aprire i tornelli in tre Stazioni della linea A (Anagnina Cinecittà e Subaugusta) e tre della B (Eur Palasport Santa Maria del Soccorso e Pietralata) per permettere il passaggio dei manifestanti. Stessa cosa accadrà per il deflusso in altre tre fermate della A (Spagna Barberini Lepanto).
La misura ha innescato anche liti e tensione in alcune fermate metro dove invece cittadini e turisti pagano il biglietto.

Il ping pong dei B.B.!

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Berlusconi e Bersani ovvero i B.B. stanno giocandosi la partita fino all’ultimo insulto. Contravvenendo al consiglio del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano Bersani ha deciso di scagliarsi con forza contro Berlusconi: ”Non mi parli di concordia chi, cinque mesi prima, ha lasciato il cerino ad altri e si e’ messo in libertà in campagna elettorale. Ma uno spazio di discussione sui temi istituzionali c’è”. Insomma una sorta di Dittatura dell’ascolto, Bersani ancora la può considerare… ma sempre e soltanto con le sue idee.

Secca la risposta di Berlusconi che rimanda la palla direttamente al leader del Pd ”Il capo dello Stato deve essere un moderato del centrodestra, dieci milioni di italiani non possono essere esclusi dalle più alte cariche. Bersani non puo’ deciderlo con Vendola e Monti; e magari invitando Romano Prodi”. Un Berlusconi tonico, rigenerato pronto a cacciar la lepre, da mettere al Colle, visto che il giaguaro non può essere smacchiato.

E se oggi per Bersani è stata la giornata dei Comuni, domani ci sarà quella dell’agricoltura!

Infatti nella gioranata di domenica il segretario del Pd incontrerà la Confederazione italiana agricoltori, la Coldiretti e la Confagricoltura. Nel pomerigio tocca poi a Confindustria e alla Alleanza Cooperative Italiane. Lunedì è previsto il faccia a faccia con i sindacati e la Rete Imprese Italia. A seguire Bersani vedrà le rappresentanze dei gruppi parlamentari e delle forze politiche. Per il tardo pomeriggio di lunedì, dopo le ore 19 e al termine delle consultazioni, è convocata la direzione del Partito Democratico.

Ma a mettere in discussione i piani di Bersani c’è anche l’M5S. Ma anche per loro Pier Luigi non ha peli sulla lingua (anche perchè bruciati dal sigaro):  ”Non c’e’ bisogno che M5s mi attacchi, si assumano proprie responsabilita’, in altri passaggi si e’ visto che noi non siamo in coda ma in testa all’esigenza di cambiamento, se altri si sottraggono si assumono la responsabilita”’

Ma quale missione impossibile… è solo Bersani non Cruise!

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“Missione impossibile? Non c’é niente di impossibile”, ha detto Bersani, lasciando Montecitorio, dopo il primo giro di consultazioni riferendosi alla tenuta del suo governo.
Pier Luigi Bersani, dopo il primo giro di consultazioni, indica la strada “di un doppio registro”: da una parte un programma di riforme di governo e dall’altro un confronto sui temi istituzionali “rendendo esigibili davvero alcune riforme di cui si parla da 15 anni senza averle fatte” e nel secondo campo “si può trovare un equilibrio di responsabilità. Dal presidente Napolitano c’é stata una corretta distinzione tra i due registri (la maggioranza di governo e le riforme istituzionali,ndr), io mi muovo in quel solco. Sono serio perché il Paese ha dei problemi, ma di mio sono sereno, ho sonni tranquilli; sono serio e preoccupato per il Paese. Non stessero a preoccuparsi per la mia psicologia, che è a posto, ma della loro’.

Berlusconi ribattezza piazza del Popolo!

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“Da oggi la chiameremo piazza del Popolo della Libertà”. Così ha esordito Silvio Berlusconi, appena salito sul palco di piazza del Popolo a Roma dove è in corso la manifestazione “Tutti con Silvio per un’Italia nuova”. “Ci avevano dati per agonizzanti e invece eccoci qui – ha quindi detto il leader del Pdl-. Siamo pronti a una nuova campagna elettorale, per vincere davvero e alla grande”.

”Siamo maggioranza del Paese”, ha affermato. ”A Pierluigi Bersani è stato dato un incarico precario”. ”Monti è sempre stato supino alla Germania ora anche all’India”, ha aggiunto Berlusconi, e facendo riferimento alla vicenda ha aggiunto che un Paese ”non dovrebbe mai lasciare soli i propri uomini”. Un ”abbraccio” ai due marò Latorre e Girone è stato quindi indirizzato, dal palco di piazza del popolo. La folla ha applaudito calorosamente.

Ecco la reazione dallo spazio… è sconvolto anche il capitano Jean-Luc Picard!

Ma quanto ci speculano sull’Italia?

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Come abbiamo fatto a diventare così importanti? nonostante le prospettive di crescita siano migliorate a livello globale, l’Fmi afferma che l’incertezza conseguente alle elezioni in Italia mette a rischio l’intera economia dell’Ue che potrebbe ripercuotersi (insieme alla politica di bilancio Usa) a livello mondiale. Il Fondo Monetario Internazionale dice in pratica che il nostro “villaggetto Italia” con la sua problematica di reperire una maggioranza certa e formare un governo potrebbe far collassare l’intero sistema economico mondiale. Siamo un bel po’ forte! Anzi siamo FIGHISSIMI! Noi, visti sempre un po’ come i “furbetti” della parocchietta, mandolini e pizza, corrotti fino al midollo, fino a quella vertebra dell’Mps connessa indissolubilmente ai partiti… noi quel popolo di navigatori, poeti e malandrini, possiamo mettere a rischio non solo l’euro, ma tutto il sistema finanziario del globo. E pretendono pure che noi ci crediamo!

Nella prospettiva dell’economia globale, spiegano gli economisti di Washington, “sono emersi nuovi rischi e i vecchi pericoli rimangono”. In particolare, “nel breve periodo, i rischi chiave – spiega il Fmi – sono correlati agli sviluppi nell’area dell’euro, inclusa l’incertezza legata al risultato delle elezioni in Italia, e alla politica di bilancio americana”.
Il problema forse è assai più complesso. L’America perde terreno sulla China e ha bisogno di nuovi “territori di conquista”, l’Eu fa paura e cerca in tutti i modi di spezzare i legami tra le nazioni. E se c’è la Merkel che spinta anche dal suo entourage vorrebbe vedere morti tutti i ciprioti, impiccati i greci e incornati gli spagnoli e fa una politica spietata come una corrida ai danni di tutti i Paesi del Mediterraneo che furono i primi a intervenire in sostegno della Germania quando ci fu la riunificazione dopo la caduta del muro di Berlino, dall’altra ci sono gli States che cercano il loro spazio. In tutto questo affogano le famiglie, si suicidano gli imprenditori, speculano i cinesi.
Tra lo spread che sale e scende pilotato dall’alta finanza, tra un Monti in ginocchio davanti alla sua eroina Angela (più musa di Beatrice per Dante) e un Bersani attonito che riceve il mandato e con il fardello sulle spalle è pronto a instaurare una oligarchia piuttosto che cedere lo scettro a un Renzi che avanza di giorno in giorno nei consensi popolari… noi diventiamo i veri attori dell’Economia Mondiale!
E FORZA ITALIA non si può neppure dire!

Renzi pensa alla prossima legislatura… questa muore in fretta!

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Se Bersani dovesse fallire nel tentativo di formare un governo e non decollasse nemmeno un esecutivo a guida tecnica si tornerebbe inevitabilmente a votare, e se il Pd con la «scusa» del poco tempo, decidesse di presentarsi al voto senza il «bagno popolare» delle primarie «a quel punto non starei a guardare». Sarebbe questo il ragionamento che Matteo Renzi starebbe affidando in questi giorni ai suoi interlocutori, convinto comunque che in caso di elezioni anticipate Bersani accetterebbe la sfida. Altrimenti a quel punto ci potrebbe essere il ‘piano B’ di lavorare a una nuova «Cosa progressista», capace di recuperare voti sia dai Cinque Stelle sia dal centrodestra, con al centro il lavoro. Ma intanto il sindaco di Firenze sta lavorando ad un «innovativo Job act» che sarà presentato ai primi di maggio, un piano del lavoro al quale «stanno lavorando imprenditori, docenti e manager». E immaginando una campagna elettorale ideale, Renzi avrebbe spiegato ai suoi che è sbagliato affrontarla senza una squadra di governo decisa prima e che invece ogni dossier del programma dovrebbe essere presentato in una apposita convention dal ministro incaricato.

Cercasi ministri disperatamente… addio gioventù!

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Cercasi ministri disperatamente! Bersani deve trovare un esecutivo inattaccabili così dovrà rinunciare, ammesso che ci abbia mai pensato, a mettere nuove leve nei punti cardini del governo. Perdono quota i nomi di Alessia Mosca, Paola De Micheli, Francesco Boccia, MIguel Gotor, Andrea Orlando che potrebbero solo ricoprire posti da viceministro o sottosegretario.

Stando alle prime indiscrezioni, si parla di Anna Maria Cancellieri confermata agli Interni, Bombassei allo Sviluppo, Padoan o Saccomanni all’Economia e la giornalista Gabanelli con un ruolo da definire. E si punta anche su Mario Monti agli Esteri.

La squadra prenderà la forma di quello che nel Pd chiamano il “governo civico”. Oltre ai nomi già citati potrebbero farne parte l’imprenditore Oscar Farinetti, inventore di Eataly, l’ex direttore di Confindustria Giampaolo Galli e il giurista Stefano Rodotà. A contendersi il ministero degli Esteri potrebbero invece esserci il direttore di Bankitalia Fabrizio Saccomanni e il patron di Brembo Alberto Bombassei.

Tra i nomi che circolano sui quotidiani c’è anche quello di Valerio Onida, presidente emerito della Corte costituzionale, a lui Bersani vorrebbe affidare la Giustizia. Nella stessa ricostruzione si parla anche della Cancellieri, riconfermata agli Interni.

Ci sono altri nomi cari ai centristi che a largo del Nazzareno stanno valutando. Tra questi, per la Cultura, i montiani avrebbero infatti avanzato la candidatura di Ilaria Borletti Buitoni, ex presidente del Fai. Si parla delle Pari opportunità per la filosofa Michela Marzano e dell’Istruzione per la democratica Maria Chiara Carrozza, ex direttore della Scuola di Sant’Anna di Pisa.

 Vecchie facce, vecchia politica… Parte da qui il rinnovamento?

Berlusconi alza la posta in gioco… senza Pdl niente governo!

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“Senza un coinvolgimento del Pdl non ci sarà un governo e Bersani dovrà tornare dal presidente della Repubblica ammettendo di non essere riuscito nel suo intento”. Berlusconi ora può giocare davvero la sua partita perché Bersani è solo con la sua testardaggine, senza i numeri necessari per approvare il governo anche al Senato! “Se Bersani insiste sulla strada sbagliata e non ci sarà un governo, sarebbe un salto nel buio”, così Berlusconi al Tg5.

Come un giocatore di poker che sente di avere il punto, il Cavaliere rilancia e vuole vedere le carte dell’avversario. Sente che il leader del Pd è in angolo, e allora se la trattativa deve partire, deve essere alla luce del sole. Né bastano i timidi segnali di apertura lanciati dal segretario del Pd sulle riforme. Se lo schema prevede un dialogo sulle riforme costituzionali e sulla legge elettorale col Pdl, ma non sul governo, allora è finito prima di iniziare. Le condizioni per un’intesa sono state consegnate dagli ambasciatori del Cavaliere a Bersani. E riguardano non solo un’agenda di governo che non contempli il conflitto di interesse, e nessuna legge anticorruzione. I punti dirimenti sono un “Quirinale di garanzia” e misure che garantiscano una tregua sui guai giudiziari, come l’amnistia che, di fatto, rappresenta una salva Ruby mascherata.

Per questo il Cavaliere si dice pronto alle larghe intese, anche con Bersani a palazzo Chigi. Arriva a dire – in un’intervista al Tg2 – che gli “otto punti del programma di Bersani sono sovrapponibili” a quelli del Pdl. Una strategia precisa: è il leader del Pd che deve dire di no, assumendosi la responsabilità di fronte al paese e al capo dello Stato. Già, il capo dello Stato. È attorno a Giorgio Napolitano che ruotano le mosse del Cavaliere. Ormai, ragionano nella war room del Cavaliere, Napolitano è entrato in campo: “Ha commissariato Bersani” dicono nell’inner circle. Non è un mistero che da tempo l’ex premier nutra piena fiducia nel capo dello Stato. Non solo una figura di garanzia, ma è l’unico in grado di far “ragionare” i suoi ex compagni di partito. È Napolitano l’interlocutore vero, più che Bersani. Non è un caso che nell’intervista alTg5 il Cavaliere pronunci parole intrise di miele: “Abbiamo fiducia nella saggezza e nell’equilibrio del presidente Napolitano che dando l’incarico ha agito nel rispetto della Costituzione, che impone un percorso molto stretto”.

C’è molto di più di un apprezzamento per il ruolo di garanzia dell’inquilino del Quirinale. In questo momento, per tutto lo stato maggiore del Pdl, c’è una piena “sintonia politica” tra priorità del Quirinale e strategia del Pdl. Perché il capo dello Stato, parlando dopo l’incontro col segretario del Pd, ha sottolineato come l’Italia ha bisogno di un governo forte, non di un governicchio, si è rammaricato – almeno questa è l’interpretazione nell’inner circle del Cavaliere – per le difficoltà di realizzare larghe intese, e ha invitato tutti a fare presto. E soprattutto non ha dato a Bersani un incarico pieno ma solo il mandato a verificare se ha i numeri per formare un governo, e a riferire al temine del “giro”: se, come pare, non ci sono, addio incarico. Per questo i big del Pdl, convinti che Bersani non aprirà al Cavaliere, in una raffica di dichiarazioni provano ad allargare la falla tra il leader del Pd e il Colle: “Forse – dice il capogruppo Renato Brunetta – il leader del Pd non ha capito bene le parole di Napolitano. Gliele ricordiamo noi: bisogna far presto, serve un governo nella pienezza dei poteri”.

Per Berlusconi, il tentativo del leader del Pd è destinato a franare entro mercoledì, giorno in cui è previsto il prossimo incontro con Napolitano. E, a quel punto, si inizia a ragionare seriamente di un governo del presidente, col segretario del Pd che ha certificato la sua impotenza. E il Pdl che ha aumentato il suo peso contrattuale: “Noi – dicono nella cerchia ristretta del Capo – la nostra parte la stiamo facendo egregiamente. Comunque vada, stiamo mostrando responsabilità”. Proprio in quest’ottica, è stato messo il silenziatore ai toni della manifestazione di piazza del Popolo. Il discorso di Berlusconi è stato scritto dalle colombe, ed è assolutamente mite, privo di accenni polemici e pieno di buone intenzioni. E tutti i suoi lo stanno calorosamente invitando a non andare a braccio.

La 17/a legislatura inizia con un “duello”!

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Grasso ha accettato l’invito di Corrado Formigli, giornalista e conduttore di Piazza Pulita, per il confronto lunedì su La7, ma Travaglio ha proposto che si faccia a Servizio Pubblico: “Pare che finalmente potrò confrontarmi con Pietro Grasso – scrive su facebook il vice direttore del Fatto Quotidiano -. Sono anni che aspetto, da quando raccontai le sue gesta palermitane nel libro ‘Intoccabili’ scritto con Saverio Lodato. Gesta che ieri sera da Santoro ho potuto soltanto accennare per assaggi. Appena lo saprò, vi comunicherò data e ora del ‘duello’. Che naturalmente non potrà essere in un altro talk diverso da Servizio Pubblico (tipo Piazza Pulita che si è subito proposta). Sarebbe come se un giornale scrivesse una cosa e la rettifica uscisse da un’altra parte”. L’ideale, secondo Travaglio, “sarebbe un format con un vero faccia a faccia, come ha chiesto Grasso, senza inutili disturbi né pollai. Oppure un duello allargato a qualche testimone dei fatti. Alla Procura di Palermo c’è la fila dei pm che non vedono l’ora di raccontare le imprese del loro ex capo…”.

Nel dibattito, poi, è intervenuto anche Santoro: ”Il Presidente Grasso potrà esprimersi come vuole aPiazza Pulita e Marco Travaglio potrà continuare a farlo su Servizio Pubblico, ma, anche nel rispetto delle norme sul diritto di rettifica, un confronto tra i due potrà avvenire solo nella nostra trasmissione o in uno speciale creato per l’occasione con la nostra collaborazione”.  Sulla richiesta di Grasso di procedere nel più breve tempo possibile perché “queste cose vanno fatte a caldo”, il conduttore ha spiegato: “Ho contattato il direttore di rete e il direttore del Tg di La7 per avere la possibilità di realizzare uno speciale ad hoc sabato o domenica, ma il presidente ha fatto sapere di essere impegnato fino a lunedì”. E ha concluso: “Ricordiamo che per una situazione simile Roberto Maroni, allora ministro dell’Interno, decise di partecipare alla trasmissione Vieni via con me in polemica con Roberto Saviano”.

Duelli, accuse, infamie e politici che nessuno può contraddire. Si va dal leader del Pd che appena ricevuto il mandato a formare un governo, cioè a mettersi al servizio del popolo, esclama “esploro le opinioni degli altri partiti, ma lo faccio con idee mie”, che suona come “vi ascolto per grazia ricevuta e fuori dai piedi”, per seguitare con Grasso che sfida a duello e detta le leggi al pari di un “Re” oltraggiato con arroganza e presunzione. Non c’è stata ancora una parola di rispetto nel pd per le opinioni altrui, la verità è solo seguire le “bersaniane idee” o il “Grasso-pensiero” … il resto fra un po’ sarà al bando!

Benvenuti in Italia!

Inizia la “dittattura” Bersani… confronto con tutti, ma idee mie!

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“Incontrerò le forze parlamentari e politiche con idee chiare, poche parole e intenzioni precise su percorsi di riforma. Ci andrò con le mie idee. Mi metterò al lavoro certamente con un primo necessario riferimento alle forze parlamentari che chiederò di incontrare senza dimenticare il dialogo, il colloquio con i soggetti sociali. Inizierò da subito”. Lo ha detto Pier Luigi Bersani dopo l’incarico affidatogli da Napolitano.

A BERSANI L’INCARICO, senza condizioni!

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Napolitano: “Si apre oggi una fase decisiva per dare all’Italia un nuovo governo sulla base elettorale! …Non è ancora trascorso un mese e solo da una settimana si sono insediate le nuove Camere. A chi se la prende con l’Italia per i ritardi ricordo che in Israele 55 giorni e in Olanda 54 giorni. La stabilità del governo è per l’Italia al pari della stabilità economica. Dalle consultazioni che ho condotto con tutte le forze politiche ho riscontrato la volontà di portare avanti una responsabilità verso il popolo. Non è da trascurare il malumore che si è generato con il voto. Le riforme vanno fatte ma non spetta a me di fare delle piattaforme programmatiche. L’esigenza di un governo di vasta unione come prospettato da Berlusconi sarebbe stata un alternativa, ma purtroppo troppe sono state le leggi che dovevano essere riformate e sono statet disattese. Ho riscontrato anche troppi contrasti di cui non posso non tenere conto. Resta lo spirito di una grande coalizione, ma facciamo nascere prima un governo. Sono giunto alla conclusione che l’incarico di governo va a Bersani, leader della coalizione di sinistra, ed egli mi riferirà sull’esito della verifica compiuta appena possibile”.

Bersani: ” Ricercherò anche quella ponderazione a cui il Presidente della Repubblica ha fatto riferimento. Io mi metterò a lavoro per una riforma e per un cambiamento radicale della situazione politica”.

Il mandato a Bersani è quindi un mandato pieno con l’opportunità di formare una coalizione per un governo che possa mettere in atto le riforme e una legge elettorale che cancelli quella attualmente in atto. Per il resto il Presidente ha voluto mandare un messaggio forte verso l’Europa ricordando che i tempi di formazione del governo non sono assolutamente stati lunghi e soprattutto a richiamato gli altri Stati a non irridere verso l’Italia e le sue forme di garanzia sancite nella Costituzione dello Stato. Per le larghe intese il Presidente non ha riscontrato la possibilità di un governo di larghe intese, ma auspica che lo spirito si possa ritrovare in alcuni aspetti e punti che saranno prospettati dal Gorverno al Parlamento.

Grillo contro Renzi “è un cartone animato”… E lui è un comico?

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Il sondaggio Swg affida la palma d’oro della fiducia a Matteo Renzi. Nel sondaggio il sindaco di Firenze non ha rivali, gli italiani  sono con lui… forse un po’ troppo tardi! E il politico che manovra le sorti del paese da fuori il Parlamento che fa? Insulta! Non sapendo più dove trovare l’approvazione, dopo il brutto scivolone dell’approvazione di Grasso al Senato, l’M5S non può far altro che attaccare… nel mirino c’è Matteo Renzi.

Il comico genovese se l’è presa con il sindaco di Firenze durante un’intervista alla tv turca Trt registrata per la verità qualche giorno fa. “Renzi? – dice il leader del M5s – È un cartone animato e lo chiamano Copia-e-disincolla. Lui copia e dice: se noi facciamo le cose che fa Grillo, Grillo non esisterebbe…”. Così Grillo replica alla giornalista che gli chiede se il M5S avrebbe avuto lo stesso successo se Renzi avesse guidato il Pd alle elezioni.

Ma Grillo non era il comico di indiscusso intrattenimento dal pensiero cristallino e dalla battuta pronta? Come mai le sue battute non fanno più ridere? Renzi è un cartone animato o il copia e disincolla sono solo offese sterili… Forza Beppe, puoi fare di meglio che insultare chi ti ha superato! 

Ma l’invettiva del “comico” prosegue e si scaglia contro il segretario della Lega Nord, secondo il quale il fenomeno grillino non durerà più di due anni. “Maroni? È un rappresentante della L’Oreal, di profumi, di sciampi..Ma dai!”, taglia corto il leader del M5S.

Grillo spera di evitare il ritorno a breve alle urne. “Spero di no.. ci sarà un accordo sicuramente tra di loro. Quella che fanno Pd e Pdl è sola una manfrina. Ma ora devono fare un accordo alla luce del sole”. Per il leader del M5s, d’altra parte, se Pd-Pdl “l’accordo lo fanno sono morti politicamente”. Per questo “dicono: ‘siamo costretti a farlo’, dando la responsabilità a noi”.

Se torniamo alle urne sicuramente i 3% persi si faranno sentire sul risultato finale del M5S!

L’uomo chiave è Renzi, ma alle 17.00 sale Bersani per l’incarico!

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Alle 17.00 Bersani al Colle, ma chi è il leader nei sondaggi?

Chi dà più fiducia agli italiani? MATTEO RENZI! Con il suo 49% è il leader politico più votato del sondaggio dell’istituto Swg. Segue a ruota Beppe Grillo con il suo 36% e arriva solo terzo Bersani con uno scarso 32%. Per gli altri c’è l’oblio. A iniziare dal governatore della Puglia Nichi Vendola che si ferma al 26% e Silvio Berlusconi al 24%.  Ancora peggio Angelino Alfano e Roberto Maroni che fanno segnare un vergognoso 21%, ma peggio di loro sta Mario Monti con il 20%. Il professore questa volta è bocciato dai “suoi allievi”… forse è troppo “elevata” la sua cultura, ma poco pratica e ancor meno convincente. Giorgio Napolitano, proprio per il suo ruolo super partes (o almeno così dovrebbe essere), conquista il 52%.

Emerge anche che il governo Bersani, sempre secondo il sondaggio, non riuscirà mai a ottenere la fiducia in entrambi i rami del Parlamento e che quindi è solo una mera perdita di tempo.

Chi ci ha rimesso di più? L’M5S con l’elezione di Grasso. Un capitombolo che gli è costato 3 punti percentuali e potrebbe aver ripercussioni anche future per gli elettori che si sono visti traditi e non rappresentati.

L.STABILITA':BERSANI,NORME SCUOLA COSI' INVOTABILI

Chiamato Napolitano come test al processo Borsellino!

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L’avvocato Fabio Repici, legale di Salvatore Borsellino, il fratello del giudice ucciso dalla mafia, ha chiesto la citazione come testimone al nuovo processo che si e’ aperto oggi a Caltanissetta per la strage di Via D’Amelio del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Spetta ora alla Corte d’Assise decidere se ammetterlo. Il Capo dello Stato all’ epoca dell’eccidio, era presidente della Camera; proprio per questo suo ruolo e’ legata la richiesta avanzata dal legale.

Si delinea il mandato a Bersani e Crimi lancia la sfida…

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Vito Crimi, capogruppo del M5S al Senato, è certo che Pier Luigi Bersani non accetterà mai l’invito del Movimento a rinunciare ai rimborsi elettorali. “Non lo farà mai. Nel caso lo facesse sarebbe il primo atto di un cambiamento vero, reale, provato. Faccia questo gesto e poi ne riparliamo” ha detto infatti il grillino, sottolineando inoltre il netto rifiuto a “fiducia in bianco a gente come Bersani”.

Il Papa, la povertà e Confindustria… declino prossimo venturo?

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Nel giorno che il Papa incontra gli ambasciatori e il mondo riceve “idealmente l’abbraccio del Papa” che pone l’attenzione sulla povertà e sulla necessità di lottare contro di essa, escono anche i dati di confindustria e l’allarme diventa proprio l’indigenza. La crisi dilaga, il governo stenta a costituirsi, le istituzioni sono fragili, il neoeletto Presidente del Senato urla nelle televisioni, la sua rabbia e appare come un dittatore che si sente contestato, facendo ancor di più emergere l’umana fragilità che male si adatta con una carica politica… in tutto questo la Chiesa cerca di nuovo la luce, persa nei meandri sotterranei della pedofilia, degli affari di stato e di una Curia troppo attenta al potere temporale per occuparsi di curare le anime. Povertà quindi al centro di una giornata in cui Cipro affonda sotto il secco “No” della Russia, Napolitano è chiamato a dare un incarico con molti dubbi e poche certezze e il disagio dei mezzi di trasporto fermi nelle principali città italiane. Una sottile linea rossa che indica lo strangolamento progressivo dei popoli, la chiusura mentale dei politici e una disattenzione ai temi sociali da parte dell’Ue. Benvenuti nella “primavera mondiale del declino prossimo venturo!”

 

Ecco Bersani dopo la consultazione… accetta le domande dei giornalisti!

ELEZIONI: BERSANI, PRENDO UN IMPEGNO A VINCERE

Abbiamo consegnato al PdR le nostre riflessioni che partono da quello che dice il Paese, è un esigenza di governo, ma anche di cambiamento. Penso che la parola cambiamento possa essere qualificata con una attenzione ai temi sociali, alla moralizzazione della vita politica e passi seri sulle riforme costituzionali. Noi ci mettiamo al servizio del nostro Paese e dell’Europa essendo noi il primo partito e la prima coalizione del Paese. Abbiamo dato una proposta con due versanti per un governo che dia l’avvio sul cambiamento della legislatura. Il primo versante con l’investimento nei comuni, ecologia, regole sul lavoro per aumentare l’occupazione. Per quanto riguarda la politica ci deve essere una moralizzazione con delle “regole”. L’altro versante è quello della Costituzione, quindi Camera delle Autonomie e riduzione dei parlamentari.

Dobbiamo partire dalla richiesta degli italiani, perché non ci può essere altra strada e questo è un tema chiaro e inscindibile.

Io non ho piani B e non ho piani A. Noi abbiamo detto cosa può essere utile. Noi ci rivolgiamo a tutto il parlamento, i temi richiedono la cooperazione di tutti! Sui punti di Grillo… Noi abbiamo i “Nostri”!  

Grasso si dimezza lo stipendi e la sua scorta! Risparmio 111,960 euro.

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Ha dimezzato il suo stipendio, così come i membri della scorta, e ha rinunciato agli appartamenti romani il presidente del Senato Piero Grasso che lo ha annunciato in una nota. «Fatte salve le indennità irrinunciabili, ho deciso di tagliare tutto il resto (diaria, rimborso spese generali e rimborso spese per l’esercizio del mandato)» dello stipendio, ha scritto. «Per la scorta, che per me a partire dal maxiprocesso non è stata un privilegio ma una dolorosa necessità, ho stabilito di dimezzare quella prevista dal Ministero dell’Interno per il Presidente del Senato».
A seguito dei tagli decisi, il compenso mensile netto del presidente del senato passerà da 18.600 a 9mila euro netti. Su base annua, riferisce ancora Grasso, ci sarà un risparmio di 111.960 euro su 223.169,76.
«Si deve partire dando l’esempio: mi auspico che lo stesso metro possa essere adottato da tutti i componenti dell’Ufficio di Presidenza di un Senato che intendo convocare dal lunedì al venerdì. Stamattina leggendo i giornali ho visto che a seguito dei tagli annunciati alle spese del Parlamento si è scatenata una rincorsa di cifre: tante e tutte diverse. Nel mio primo discorso da Presidente ho auspicato che il Senato divenisse una ‘casa di vetro’», scrive il presidente del Senato in una nota.

Grasso per il web… ma è solo apparenza, poi c’è la “casta” in Parlamento!

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Il web e’ per il neo presidente del Senato Pietro Grasso ”uno strumento indispensabile. Ho sfruttato anch’io Internet per la condivisione dei commenti dei cittadini su una proposta di legge, la mia prima presentata subito, il primo giorno da senatore. Mi sono adeguato a questo metodo. Non ho alcuna difficolta’ ad aprirmi al confronto, purche’ poi le decisioni vengano prese non certo via Internet ma in Parlamento”. Non si tratta di adeguarsi, ma di ascoltare il parere dei cittadini e trasformare i loro desideri in legge, che non resti sterile, ma che sia applicata! Adeguarsi per Grasso significa solo fare una promozione personale attraverso il web? Far finta di innovare e non cambiare nulla? Restare nella “casta” senza voler capire che ascoltare i bisogni è l’unico modo per far riavviare il motore all’Italia… Grasso pensa di fare lo “pseudo-moderno” lasciando poi le cose come stanno?

Grasso “sono pronto per il mio paese!”, anche come Premier!

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“Per l’Italia sono a pronto a tutto. Sono qui per dovere di ospitalità. Ho visto Napolitano molto bene”. Così Pietro Grasso presidente del senato, lasciando palazzo Giustiniani dove si è svolto l’incontro tra Giorgio Napolitano e Carlo Azeglio Ciampi nell’ambito delle consultazioni, a chi gli chiedeva circa le ipotesi di un mandato esplorativo da premier.

Ma Grillo ha già detto il suo secco “NO!”.

Berlusconi nel dopo Napolitano!

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Berlusconi ha proposto un piano di ripresa economica partendo dai pagamenti della P.A. alle imprese. Inoltre si è opposto a un governo formato partendo dal M5S e si dice aperto a votare un esecutivo formato da una larga coalizione. Inoltre il leader del Pdl ha detto, unificando la sua dichiarazione a tutte le altre forze politiche, che in questo momento ogni partito ha una responsabilità nei confronti dei cittadini italiani. L’intervento e la consultazione quindi, nel caso della destra, è partita dal rilancio delle imprese e ha aperto a un programma da condividersi con altre forze politiche, estromettendo però il partito di Grillo.

Grillo dopo l’incontro con Napolitano!

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Parlano Roberta Lombardi e Vito Crimi sui 20 punti dopo aver chiesto al Presidente un incarico per M5S perché partito con più voti in assoluto senza una coalizione!

Chiesto un mandato pieno, anche perchè non si sentono rappresentati in Parlamento, visto l’assegnazione di Camera e Senato data, tra le polemiche e il mercanteggiamento al Pd! Nei 20 punti vi è la riduzione dei costi della politica, un’unica rete televisiva statale indipendente dai partiti e senza messaggi promozionali, l’abolizione di Equitalia e l’impignorabilità della prima casa!

Un giorno in più… per Napolitano!

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Molto probabilmente Giorgio Napolitano si prenderà una giornata di riflessione, al termine delle consultazioni dei partiti al Quirinale sul nuovo governo. Il presidente della Repubblica potrebbe non esprimersi subito dopo l’ultimo incontro in programma, quello con Pier Luigi Bersani e la delegazione del Pd, giovedì sera, bensì potrebbe annunciare la sua decisione venerdì sera o anche sabato mattina. Tutto dipenderà dalla giornata di giovedì, quando al Colle saliranno nell’ordine Beppe Grillo e i capigruppo cinque stelle, il Pdl e la Lega e infine il Pd, appunto.

Cado dalle nuvole… ristorante di lusso a €15: Adriano Zaccagnini, M5S

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E dopo ” A MIA INSAPUTA” c’è il “CADO DALLE NUVOLE!”, Adriano Zaccagnini, deputato M5S… lo chiamiamo BELLO ADDORMENTATO NEL BOSCO?

«Ho commesso un grave errore e sono disposto a restituire la parte eccedente del conto, che non ho pagato». Il deputato del Movimento 5 Stelle, chiede scusa ai cittadini e ai militanti, indignati dopo la pubblicazione della foto con alcuni eletti 5 Stelle a pranzo nel ristorante della Camera. Zaccagnini spiega ai cronisti che non sapeva «che in quel ristorante di lusso la quota a carico del deputato è di 15 euro e il resto del conto, probabilmente 80-90 euro, è a carico dei contribuenti. Ammetto il mio errore – aggiunge – e sono pronto a restituire la parte eccedente del conto. In totale sono stato a mangiare lì tre volte, a 15 euro a pasto, quello che manca lo restituirò di tasca mia. Pensavo che in quel ristorante si risparmiasse in confronto a un locale del centro di Roma»

“Disgustato”, Mario Monti con i suoi deputati!

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“Disgustato”. Avrebbe usato parole forti Mario Monti per espremire la sua amarezza nei confronti delle critiche piovutegli addosso dall’interno della sua stessa formazione politica. Secondo quanto riferito da diversi presenti nel corso di una riunione con i deputati, è stato il presidente del Consiglio in prima persona a dar conto della propria amarezza per quanto letto su alcuni organi di stampa. I giornalisti colorano, sarebbe stato il senso del ragionamento del premier, ma è evidente che qualcuno fornisce loro validi spunti. Monti avrebbe però ritrovato lo spunto per il suo stile lievemente ironico.

“So di essere considerato in via d’estinzione, ma non vorrei essere estinto da chi ho contribuito a portare qui”, avrebbe sottolineato, aggiungendo che “alcune dichiarazioni che ho letto sui miei supposti interessi personali sono disgustose” e di aver persino pensato di disertare l’incontro.

Il vertice, oltre che allo sfogo del Professore, è servito a mettere a punto la posizione dei centristi nel proseguio della difficile fase politica. Puntuale il messaggio sull’atteggiamento da tenere nei confronti dei democratici: “Il Pd non dia nulla per scontato, nessuno ha intenzione di schiacciarsi sul Partito democratico, ma è chiaro che in questo momento serve stabilità e governabilità”.

Monti dal canto suo continua infatti ad auspicare un governo del presidente, l’unico in grado scongiurare allo stesso tempo “qualsiasi deriva massimalista che possa essere rappresentata da un esecutivo a trazione Pd-M5S o Pd-Sel”, ma anche “un governo con un Pdl interamente impegnato ad occuparsi dei guai giudiziari del suo leader”. Il tema giustizia va affrontato, ha sottolineato il Professore, ma guardando all’interesse collettivo, non certo dei singoli, e portare così a compimento la tanto attesa riforma della giustizia.

Monti disgustato? Forse avrà capito cosa provano gli italiani strangolati dalla sua politica!

Pronta la proposta del Pd sui diritti… Cittadinanza e gay al centro!

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In un Italia che ormai è allo stremo il Pd presenta la sua proposta sui diritti, il lavoro secondo il partito democratico può aspettare? E se possiamo applaudire molto tiepidamente sulla proposta per il riconoscimento dei diritti civili ai gay, che potranno ereditare e percepire la pensione del coniuge dopo il decesso, sicuramente si rimane interdetti quando il Pd nega la possibilità di avere figli, non solo quelli naturali, ma anche quelli adottati. Quindi famiglia di serie B? Oppure il pensiero è che i figli stanno meglio con i genitori sull’orlo di una crisi di nervi, ma l’importante è che siano uomo-donna? Perché una coppia etero dovrebbe saper come educare un figlio meglio di una coppia omo? Da quale fondamento scientifico nasce questa convinzione e su quali basi viene esercitata?

Ma se la proposta sugli omosessuali sicuramente non convince e apre il dibattito su questa proposta che sembra modellata per non dare fastidio alla chiesa e per relegare le famiglie gay in una posizione di sudditanza rispetto ai pieni diritti di cui possono godere le coppie etero, c’è qualcosa di ben più grave nelle proposte del Pd. Cittadinanza per chi nasce in Italia da stranieri residenti da almeno 5 anni e richiesta di cittadinanza anche per chi non è nato in Italia ma vi è cresciuto nel nostro Paese, il che sarebbe un atto dovuto in un Paese che non stesse soffrendo in cui le famiglie hanno costante bisogno di aiuti dallo Stato. Riconoscere la cittadinanza è un gesto che pur volendo dal profondo del cuore in questo momento non possiamo permetterci… aumenteremmo solamente la lotta fra i disperati, alimentando l’odio razziale che prepotentemente già sta emergendo in questa nazione. Spesso è il disastro economico a incitare gli animi e a scatenare la rabbia dei deboli sui più deboli, dei poveri sui più poveri, degli emarginati che si sentono costantemente minacciati dall’esercito di migranti che tentano una vita che i loro Paesi gli hanno negato. Sarebbe giusto e umano concederla, ma è disumano e ingiusto farlo in questo momento… anche perchè c’è il sospetto  che tutte queste cittadinanze concesse vadano poi a impinguare le urne del prossimo parlamento. Non sempre quello che è giusto è possibile! Perchè non chiedere all’UE per tutti una cittadinanza europea?

La bibita killer!

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Le bibite  zuccherate a base di soda, le bevande sportive o energy drink e i succhi di frutta dolci sono responsabili ogni anno nel mondo della morte di 180.000 persone, 500 al giorno. A stimarlo è una ricerca presenta dall’Harvard School of Public Health di Boston alla conferenza annuale dell’American Heart Association dedicata alla nutrizione e alle malattie metaboliche. “Questa tipologia di prodotti consumati in tutto il mondo contribuiscono all’eccesso di peso, una delle cause dell’aumento del rischio di sviluppare patologie croniche come il diabete, le malattie cardiovascolari e alcuni tipi di cancro”, spiegano i ricercatori della Harvard School of Public Health di Boston.

Lo studio, esaminando precedenti ricerche, ha collegato l’assunzione di bevande zuccherate a 133.000 decessi per diabete, 44.000 per malattie cardiovascolari e 6.000 per le neoplasie. Il 78% di queste morti sono avvenute in Paesi dove la popolazione ha redditi medio-bassi, piuttosto che in quelli più ricchi. “La nostra ricerca – avvertono gli scienziati – mostra che negli Stati Uniti, circa 25.000 decessi nel 2010 sono collegati a questo tipo di bevande zuccherate”. L’American Heart Association raccomanda di consumare non più di 450 calorie a settimana provenienti dalle bevande zuccherate, sulla base però di una dieta di 2.000 calorie.

I ricercatori hanno calcolato i quantitativi di zucchero e dolcificanti assunti dalla popolazione mondiale grazie alle bibite. Raggruppando i risultati per età e sesso, ma anche effetti sull’obesità e il diabete, e decessi correlati. Ebbene su nove regioni del pianeta nel 2010 la zona America Latina-Caraibi ha registrato il maggior numero di morti per diabete (38.000) legato proprio al consumo di bevande zuccherate. Mentre l’Asia ha il maggior numero di decessi per patologie cardiovascolari (11.000). Tra i 15 Paesi più popolosi del mondo, il Messico ha il più alto consumo pro-capite di bevande zuccherate e il tasso più alto di decessi: 318 morti per milione di adulti legate all’assunzione di bevande dolci. Mentre il Giappone, uno dei Paesi con il più basso consumo pro-capite di bevande zuccherate del mondo, ha anche fatto registrare il più basso tasso di mortalità associato con il consumo di queste bibite: circa 10 decessi per milione di adulti.

Un problema quello delle bevande zuccherate che risulta dannoso soprattutto per i bambini. Fra i ragazzini che le consumano, le bibite di questo tipo sono la prima causa di un apporto calorico troppo alto. A dirlo uno studio della University of North Carolina di Chapel Hill pubblicato sull’American Journal of Preventive Medicine. Inoltre, il consumo di bibite come la soda dolcificata, i drink alla frutta e gli energy drink, e’ associato anche con un piu’ alto consumo di cibi poco sani. Gli scienziati hanno esaminato i dati provenienti dal 2003-2010 What We Eat in America e daiNational Health and Nutrition Examination Surveys: i ricercatori hanno esaminato campioni provenienti da 10.955 bambini fra i 2 e gli 8 anni. Le bibite zuccherate sono le principali cause del maggior apporto calorico fra i bambini di 1-5 anni e quelli fra 6 e 11 anni.
Negli Stati Uniti il consumo di bevande zuccherate è molto diffusa. E’ recente l’ultima notizia nel braccio di ferro fra autorità e produttori sul consumo di questi prodotti. Pochi giorni fa è stato infatti bloccato a poche ore dalla sua entrata in vigore, lo stop alla vendita di bibite ad alto contenuto zuccherino in contenitori più grandi di 16 once (poco meno di mezzo litro) nella città di New York. A deciderlo è stato il giudice della corte suprema a Manhattan Milton Tingling  Junior, che ha revocato il divieto voluto dal sindaco della città Michael Bloomberg. Il primo cittadino ha annunciato che presenterà ricorso.

Alemanno e la sua “svolta” a sinistra!

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In politica davvero non si capisce più nulla… l’ondata di rinnovamento c’è nella testa di quasi tutti i politici italiani, ora bisogna capire se è “cambiamento pratico” o “follia demenziale”!

Alemanno svolta a sinistra e apre a Bersani “Dal mio punto di vista, può uscire fuori anche un governo politico, perché abbiamo visto con il governo tecnico che non basta mettere insieme i tecnici per uscire fuori da una situazione, e può essere anche un Governo Bersani. Purché abbia estrema chiarezza sul tema della legge elettorale e su come affrontare la crisi economica”.

Tagli agli stipendi… iniziano Boldrini e Grasso con il 30%

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La prima conferenza dei capigruppo della XVII legislatura si avvia all’insegna del rigore. I neo presidenti delle Camere, Laura Boldrini e Pietro Grasso, hanno annunciato una riduzione del 30% al proprio stipendio e hanno dato impulso alla pianificazione di tagli ai costi del Palazzo. Una linea evidentemente concordata dai due presidenti in un incontro avuto nel pomeriggio a Palazzo Madama, come si legge in una nota congiunta.

VENDOLA E LA COMPRAVENDITA DEI GRILLINI!

Francesco Campanella -m5s-vendola-posto-tuttacronaca

«Oggi mi ha chiamato Vendola. Mi ha fatto i complimenti per la mia scelta su Grasso e mi ha manifestato disponibilità ad accogliermi nelle fila della maggioranzaladdove Grillo mi cacciasse». Lo scrive sul proprio profilo di Facebook il senatore a cinque stelle Francesco Campanella definendo questo contatto «un avvenimento strano, oppure no. Nella loro logica – spiega – non riescono ad immaginare che un cittadino possa votare per evitare che la seconda carica dello Stato vada ad una persona inetta. Per i politici tutto è tattica, merce di scambio, gioco a scacchi. Sono offeso. Profondamente offeso».
«Offeso – sottolinea – che una scelta etica sia stata scambiata per disponibilità all’inciucio, che una scelta difficile sia equivocata, come infedeltà ai propri impegni, che un attivista 5 stelle sia scambiato per un aspirante politico di professione. Non sono in vendita. Non ho un cartellino del prezzo da cercare e quindi, signori politici astenetevi dalle brutte figure». «Noi grillini – precisa – siamo qua a Roma in servizio civile ed a tempo determinato, siamo cresciuti politicamente tra cittadini che lavorano, nel poco tempo ritagliato tra professioni e famiglia. Alla fine del mio compito io tornerò a casa ed ho bisogno di girare a testa alta tra i miei amici e i miei elettori. Quindi – conclude – la fiducia fatevela dare dal PDL che vi capisce e potrebbe vendersi, anzi, non aspetta altro».

Jessica al parlamento… famolo strano sto governo!

Gessica Rostellato -jessica-famolo strano-tuttacronaca-bindi

La neo deputata 5 Stelle Gessica Rostellato, che potremmo rinominare “Jessica al parlamento”, è da giorni sotto attacco mediatico e ha chiesto scusa su Facebook a tutte le persone che l’avevano criticata sul social network per aver rifiutato di stringere la mano a Rosy Bindi. «Chiedo scusa a tutti coloro che si sono sentiti offesi dalla mia dichiarazione. Io non intendevo essere maleducata. Purtroppo non riesco ad essere falsa e se una persona fa finta di avere piacere di conoscerti e ti fa sorrisi falsi, scusate ma non ce la faccio…. so che il mio ruolo mi chiederà di farlo, probabilmente mi dovrò abituare! Scusate ancora».

Ieri la neo-deputata Grillina aveva scritto su Fb: «Ieri sera un gruppo di noi si stava dirigendo verso l’uscita dell’aula, ci ferma la Bindi e ci dice: «Ma presentiamoci, così cominciamo a conoscerci!!!». Io ho tirato dritto e me ne sono andata ma ti pare che ti do la mano e ti dico pure «piacere»??? No guarda, forse non hai capito: NON È UN PIACERE!!!».

Il post stamani aveva 694 «mi piace», ma la maggioranza dei 1.727 commenti erano fortemente critici. Insomma “Jessica” dagli internauti era stata tacciata di arroganza e di maleducazione.

Ma la Jessica del parlamento non è la prima volta che incappa in un “incidente” mediatico. In un altro post risponde alle Iene “… Per quanto riguarda la BCE – qui si entra nel vivo delle stoccate dalla Rete – in quel momento mi sfuggiva il significato della sigla (penso possa capitare a chiunque…) infatti poi mi sono chiesta tutto il giorno come ho fatto a non riuscire a rispondere subito, ma ero di fretta, in ritardo per una riunione e avevo la testa da tutt’altra parte e in quel momento ho avuto un vuoto totale… Mi scuso con tutti quelli che non si sono sentiti rappresentati”. Più che altro con quelli che si sono sentiti rappresentati da qualcuno che ignora la Banca Centrale Europea… ma una Bce può sfuggire a tutti, tranquilla Jessica… lo famo strano sto governo?

Berlusconi terrorizzato come il “cattivo” giunto alla scena finale!

silvio berlusconi-tuttacronaca-magistratura-piazza-attacco

Chissà se voi ci credete, ma alcune malattie non vengono a caso. L’uveite di Berlusconi probabilmente è una di queste. Una malattia per non vedere davanti a lui il baratro che pian piano si sta delineando e al quale risponde con un urlo di guerra disperato:

“Se la sinistra si sceglierà anche il presidente della Repubblica daremo battaglia in parlamento e nelle piazze”.Queste le parole del Cavaliere alla prima riunione con i suoi parlamentari. Parole da campagna elettorale, ma di quelle già perse in partenza. Una riunione programmata per scappare al Tribunale di Milano e poter chiedere un legittimo impedimento per eleggere Renato Brunetta capogruppo alla Camera e Schifani in Senato.  Ma quale sono le nuove regole che detta Berlusconi? La prima è sempre quella più nota e va avanti da anni ” All’interno della magistratura – scandisce il Cavaliere – c’è una parte che ha formato una specie di associazione a delinquere che usa il potere giudiziario a fini politici: è una magistratocrazia”. Il copione è quello di un film già visto o di un disco degli anni passati, di quella musica commerciale, che passata la stagione estiva, cade nel dimenticatoio per sempre. Ma qualcosa cambia e la riunione diventa comizio: “Vogliono distruggermi dal punto di vista giudiziario, politico, economico” grida un Berlusconi terrorizzato. Sembra quasi un “cattivo” dei fumetti giunto alla scena finale.

La grande paura del Cavaliere è che ciò che qualche giorno fa appariva scontato ora non lo è più. Perché ormai è chiaro che Bersani otterrà l’incarico da Napolitano, e che tenterà di fare un governo giocando a sparigliare con altri nomi alla Grasso e alla Boldrini, capaci di sedurre le truppe grilline, e di incassare un appoggio da tutto il partito del “non voto”, dai montiani alla Lega che sta mandando segnali in questa direzione. Ed è anche chiaro che se nell’impresa non ci riuscirà il segretario del Pd, allora proprio Bersani potrebbe indicare per palazzo Chigi un candidato per raggiungere lo stesso obiettivo. Che appare molto meno velleitario di qualche giorno fa. Ecco la grande paura del Caimano: “Alla fine i grillini daranno il loro sostegno a un governo Bersani per farmi fuori da ogni gioco”. Paura rafforzata anche dagli ami programmatici che il segretario del Pd sta mostrando ai parlamentari Cinque Stelle, come la legge sul conflitto di interessi: “Non mi riguarda”, dice ai suoi il Cavaliere. Che però è consapevole di quanto sia attraente la “mossa” di Bersani.

Insomma, qualcosa si sta muovendo. Negli ultimi giorni i fedelissimi del Capo hanno messo sotto osservazione le truppe grilline: monitorati i curriculum, preparate una serie di schede personali sui singoli parlamentari, accese le antenne sul territorio per prendere informazioni sui nuovi eletti. Il risultato è da allarme rosso: “Molti di loro – dicono nella war room di palazzo Grazioli – sono di sinistra o comunque sensibili alle sirene della sinistra”.

C’è di più. Berlusconi, forse memore dei suoi metodi ai tempi dell’operazione “Responsabili” – la famosa compravendita di parlamentari – e forse usati anche prima – ai tempi di De Gregorio – secondo la tesi della procura di Napoli, si dice certo che Bersani abbia chiesto al suo stato maggiore di “adottare” i grillini: “Li stanno contattando uno a uno – dice un fedelissimo – promettendo seggi sicuri in cambio della fiducia al governo Bersani”. Alla lunga potrebbero cedere alle lusinghe perché la miscela di “odio” verso il Caimano e promessa di un seggio sicuro che consenta una vita comoda e pure la libertà rispetto alla Casaleggio associati è una bella tentazione anche per i duri e puri.

Soprattutto questo consente di realizzare la Piazzale Loreto perfetta. Con le procure che abbattono il Cavaliere a colpi di condanne – Ruby, Mediaset, Napoli, dove il gip domani si pronuncerà sul giudizio immediato – e di interdizione dai pubblici uffici. Con l’ex premier che diventa ineleggibile, e la cui candidatura decade a fine anno. E con un nuovo capo dello Stato – che è anche capo del Csm – “nemico” e garante dell’operazione. Ecco, c’è un unico modo per resistere a questo scenario da incubo.Conquistare le urne, urlando al golpe, andare in piazza in nome della grande persecuzione, indicare Bersani come un bugiardo che ha detto che “se avesse vinto col 51 si sarebbe comportato come uno che ha preso il 49 per cento” e invece si sta comportando “come uno che ha il 100 per cento, anche se ha preso meno del trenta”.

Non è un caso che in questo clima il Cavaliere ha pure rispolverato la denuncia di “brogli”, senza i quali “il centrodestra avrebbe vinto di 800mila voti”. E ha iniziato a studiare i primi report sugli umori del paese e sulla forza di Grillo: “Ho pensato molto – ha spiegato ai suoi – al successo di Grillo. Ha portato avanti un sogno rivoluzionario. Noi adesso dobbiamo inventarci qualcosa senza abiurare, da persone responsabili quali siamo, alle cose concrete. Dobbiamo presentarci come un sogno”.

Amore al parlamento… quando il gossip è politico!

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La politica non è solo litigi e compromessi, in Parlamento c’è posto anche per l’amore e la dolcezza. Fa scuola Sandro Bondi, ex ministro della cultura ed ora senatore Pdl, che è stato sorpreso in aula mentre stringe teneramente la mano alla fidanzata, anche lei senatrice, Manuela Repetti durante la prima seduta del Senato  per l’elezione del presidente.

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TRAPPOLA “GRASSO”: M5S in difficoltà… o inciucio?

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«È stata una trappola, in cui il Movimento 5 Stelle non dovrebbe cadere. Comunque, il problema non è Grasso. In gioco non c’è Grasso, ma il rispetto delle regole del M5S. Non si può disattendere un contratto. Chi lo ha firmato deve mantenere la parola per una questione di coerenza e di rispetto verso gli elettori».

«La scelta tra Schifani e Grasso era una scelta impossibile. Si trattava di decidere tra la peste bubbonica e un forte raffreddore… La coppia senatoriale è stata decisa a tavolino dal Pdl e Pdmenoelle. I due gemelli dell’inciucio sapevano perfettamente che Schifani non sarebbe stato eletto… I capricci di Monti che per ripicca aveva minacciato di votare Schifani erano una pistola scarica. I giochi – dice – erano già fatti per mettere in difficoltà il MoVimento 5 Stelle».

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