ARIA DI CRISI al Senato… Governo salvato dalla Lega che è all’opposizione

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Quella crisi di Governo scongiurata qualche settimana fa torna prepotentemente a spirare tra i banchi del Senato. Oggi è andata infatti al voto la legge costituzionale che istituisce il famoso comitato che dovrà discutere e varare la grande riforma dell’architettura dello Stato. Il super comitato evita il pantano parlamentare, ma apre anche la strada al superamento di riforme fatte dai rappresentanti dei cittadini. Chi ha votato il comitato?  E’ stato scelto nei palazzi, di fatto per blindare il governo e fare riforme senza che possa entrare in crisi l’esecutivo. Essendo una legge costituzionale e avendo bisogno di 214 voti (pari ai due terzi) il Governo Letta è salvo solo grazie ai voti della Lega, quei 16, che hanno permesso di far passare indenne la legge elettorale. Un partito, quello della Lega, che è all’opposizione e che si è dimostrato compatto, dopo l’ordine dato da Calderoli, di votare a favore della Legge. E’ stato poi lo stesso Roberto Calderoli, presidente di turno a legge l’esito della votazione:

“Favorevoli duecentodiciotto, contrari 58, astenuti 12”.

Sguardi tesi tra Quagliariello e Schifani, quando è stato chiaro che molti avevano tradito e non solo i soliti noti.

11 sono stati gli astenuti: Elisabetta Casellati, Vincenzo D’Anna, Domenico De Siano, Ciro Falanga, Pietro Iurlaro, Pietro Langella, Eva Longo, Antonio Milo, Augusto Minzolini, Nitto Palma, Domenico Scilipoti. A cui si devono aggiungere i numerosi assenti: Bondi, Bonfrisco, Ghedini, Matteoli, Mussolini, Enrico Piccinelli, Repetti, Maria Rosaria Rossi, Denis Verdini, Riccardo Villari, oltre ovviamente a Silvio Berlusconi.

Il Governo è comunque indebolito per non dire a pezzi… sono lontani quei 235 sì che avevano dati una larga maggioranza a Letta di proseguire sulla sua strada e ora le dinamiche in Aula hanno mostrato davvero di poter far crollare l’esecutivo in ogni istante. Il Pd ha dovuto anche stringere le maglie e riunire i dissidenti storici come la Puppato che hanno votato a favore:

“Niente scherzi – è il messaggio recapitato loro dal gruppo del Pd – perché i numeri sono in bilico e se si va sotto su questo rischiamo la crisi e l’incidente atomico con Napolitano”. L’unico che si è comunque astenuto del Pd è Felice Casson.

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I toni della politica che l’Italia non merita

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Tempo fa era stato Schifani ad alzare il dito medio verso gli italiani, poi di toni politicamente “sbagliati” ce ne sono stati molti. Dalle magliette ai finocchi in aula si è veramente visto di tutto. Oggi c’è stato l’ultimo “Va**a” pronunciato da Pina Picierno (Pd) che in un concitato discorso in Aula elencando le presunte parentele del M5S ha allontanato il microfono prima di pronunciare una parola che forse, in un periodo davvero drammatico della storia politica italiana, fa ancora più male ai cittadini. Sacrifici sono stati chiesti e sono stati fatti dai cittadini che continuano a dover subire la violenza verbale che si scambiano in Aula i rappresentati eletti dal popolo sovrano.

 

Schifani dall’Annunziata: mezz’ora tra crisi politica e grazia a B.

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L’intervista di Schifani alla trasmissione 1/2 diretta da Lucia Annunziata è stata chiarificatrice di molte posizioni del Pdl e della crisi che serpeggia nel governo Letta e che potrebbe portare alla frattura delle larghe intese.

“Sono pessimista sul destino del governo”, ha detto Schifani, augurandosi però che una crisi “non avvenga”, così ha esordito l’ex Presidente del Senato che poi ha aggiunto “È evidente che si vuole arrivare a una rottura e che il Pd vuole andare a votare”.

Parlando della Giunta, Schifani ha sottolineato che “Questo calendario dei lavori, queste modalità, questo clima, creano le condizioni per l’invivibilità della coalizione e per la crisi di governo” e ha aggiunto “Mi auguro che fino a mercoledì vengano recepite le nostre osservazioni, non chiediamo di non applicare la norma, ma chiediamo una norma interpretativa attraverso un ricorso alla Corte Costituzionale o alle corti europee, non facciamo melina, nè ostruzionismo. Abbiamo subito un calendario con sedute notturne, come se si dovesse espellere un delinquente”.

Invece si tratta solo di un pregiudicato.

Sempre secondo l’ex presidente del Senato, il ritiro dei ministri Pdl dal governo Letta: “Non è nell’agenda immediata. E’ evidente che si vive momento per momento e ci auguriamo di arrivare a respirare un clima di maggior responsabilità”, ha detto Schifani a proposito dell’eventuale ritiro dei ministri Pdl dal Governo. “Al ritiro dei ministri ancora non ci siamo”, ha detto. “Non mi piace la politica delle minacce. La mia esperienza mi porta a fare delle riflessioni. L’atteggiamento del Pd è inspiegabile se non in funzione di un preciso disegno che sarebbe contro l’interesse del Paese. Le elezioni porterebbero il Paese al baratro.” e poi ha sottolineato che “È chiaro che Berlusconi non tornerà in Parlamento”, riferendosi all’interdizione dei pubblici uffici e all’applicazione della legge Severino. “In ogni caso, non siamo preoccupati per la sua agibilità politica”.

Quanto al voto segreto della Giunta, Schifani ha detto “Noi siamo per il voto segreto” semplicemente perché “c’è un regolamento” che dice che in questi casi si voti così, “siamo contrari a blitz” per cambiarlo.

Sulla grazia da chiedere al Presidente della Repubblica, Schifani ha dichiarato che “Sono fatti esclusivamente personali e non politici che attengono alla sfera personale del cittadino Silvio Berlusconi. Sta riflettendo giustamente nell’ambito della propria famiglia. È una faccenda troppo delicata perché noi dirigenti si possa fare una riflessione”.

Mentre sul memoriale di Lavitola, il parlamentare del Pdl ha concluso “Non ne sappiamo nulla”.

Gli avvisi di Schifani che “gridano” all’instabilità del Governo!

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Definiamoli “avvisi” anche se quelli di Renato Schifani sembrano vere e proprie grida che minano la stabilità di governo. Il capogruppo del Pdl  al Senato, avverte il Pd in vista del voto in Giunta al Senato sulla decadenza di Silvio Berlusconi da senatore. La tenuta del governo sarebbe seriamente compromessa “se il Pd respingesse – sottolinea Schifani – le richieste del Pdl di approfondire la legge Severino sull’incandidabilità. Per noi sarebbe impossibile parlare di un percorso comune”. Il messaggio del Centrodestra è chiaro: se il Pd accelerasse a settembre sulla decadenza di Silvio Berlusconi da senatore, l’esecutivo potrebbe cadere. Al centro del dibattito c’è il decreto legislativo del 31 dicembre 2012, che dà attuazione alla legge anticorruzione (la cosiddetta legge Severino) nella parte riguardante l’etica in politica, quella in cui si stabilisce l’incandidabilità a parlamentare italiano ed europeo di chi sia stato condannato in via definitiva a pene superiori ai 2 anni di reclusione per delitti non colposi punibili nel massimo con almeno 4 anni di carcere. Ma può esistere, ci si chiede, un governo di servizio al cittadino a prescindere dall’etica politica? 

8 milioni di euro per l’ascensore abusivo del Senato

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Sembrerebbe quasi l’ultima freddura o vignetta satirica sui quotidiani e invece purtroppo dovranno essere spesi ben 8 milioni di euro dei contribuenti per eseguire i lavori di ripristino di un ascensore abusivo costruito a Palazzo Giustiniani, in un’ala attigua agli uffici di proprietà del Senato.
Il giudice ha stabilito che il ministero delle Finanze dovrà risarcire un privato cittadino. Una battaglia che è durata 20 anni con perizie, esposti e sentenze.

La famiglia Marchioni, che ha vinto la causa, è proprietaria di un’ala confinante del Palazzo monumento occupato dalle residenze e dagli studi del Senato (ora dal quello dell’ex presidente Schifani). Il cantiere è stato aperto nel 1989. Nel 1994 in un’area comune venne alzato un muro e incorporata una parte del cortile per realizzare un ascensore da cui si accede ai vari piani.
Quelle 27 tonnellate di ferro hanno reso inagibili l’appartamento al piano di sotto della famiglia Marchioni (oltre a tre locali dell’albergo Pantheon Royale Suite): un danno stimato agli 8 milioni e 365 mila euro. Il ministero dell’Economia e delle Finanze era stato condannato in via definitiva a pagare i danni.

 

Se telefonando… Veronica chiama Silvio, non gradisce Francesca

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Lo riporta Libero e altri quotidiani riprendono la notizia. Sembra quindi che Veronica Lario dopo la sentenza che ha condannato in via definitiva Silvio Berlusconi abbia deciso di alzare il telefono e fargli sentire la propria vicinanza in un momento così drammatico nella vita dell’ex premier.

“C’è in linea la signora Veronica.” Una telefonata breve racconta Libero. “E’ pur sempre il padre dei miei figli” avrebbe detto, secondo quanto riporta il Messaggero, Veronica Lario agli amici. Il gesto, come scrive Libero, è stato molto gradito, “forse un po’ meno dall’attuale fidanzata Francesca Pascale che, giorno dopo giorno, sta conquistando un posto di rilievo sempre più importante accanto al suo amato Silvio.”

Ieri sul palco di via del Plebiscito, è stata proprio Francesca Pascale, l’unica presenza ammessa accanto al protagonista assoluto della giornata. Se quindi Famiglia Cristiana abbandona il Cavaliere al suo destino, Veronica e Francesca si stringono intorno a Berlusconi…

“Io sono innocente”… anche per i cartelli!

-berlusconi-palco-tuttacronacaBerlusconi sale sul palco allestito a Roma, dove ci si interroga su chi abbia dato il permesso di montare il palco e dove sono stati segati i cartelli della segnaletica stradale, per rivolgersi ai suoi sostenitori. “Non siamo degli irresponsabili perché noi abbiamo detto che il governo deve andare avanti”, spiega. “Questa vostra vicinanza e questo vostro affetto mi ripagano di tante pene e di tanti dolori attraverso cui sono passato in questi giorni”. E ancora: “Io sono innocente, non c’è mai stata una falsa fatturazione in Mediaset”. Prosegue: “Se un mare di gente è venuto una domenica di agosto con l’asfalto rovente per dimostrarmi stima e affetto, sento il dovere di impegnarmi con ancora più entusiasmo e passione”. Lo dice chiaramente: non ha intenzione di mollare: “Sono consapevoli che la presenza di Berlusconi e Forza Italia è un argine contro un regime; è l’unico baluardo che abbiamo contro un regime illiberale e giustizialista”. “Quando è nata Forza Italia ci hanno lanciato subito contro una accusa di corruzione e hanno fatto cadere il governo eletto dagli italiani. E poi, via via, un calvario di accuse. Ho 41 processi alle spalle”. Alla conclusione : ‘Voglio farvi una promessa: io sono qui, resto qui e non mollo.” Prima di andarsene, lo ribadisce: “Negli anni che ancora mi restano continuerò a combattere la nostra battaglia per la democrazia e la libertà”.

Ma se il “mare di gente” viene conteggiato da qualcuno come 2mila persone, tra queste ci sono anche gli intrusi. In particolar modo, a un uomo, i fedeli di Berlusconi dicono: “Sei zozzo, vai via”.

Silvio abbandonato anche da “Famiglia Cristiana”

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“Dopo avergli espresso affettuosa solidarietà, fatta anche di piaggeria e sudditanza, e dopo aver elaborato il lutto, sarebbe bene che a chiedergli di fare un passo indietro, e questa volta per sempre, fossero proprio i parlamentari” di Silvio Berlusconi. Lo scrive Famiglia Cristiana attraverso un editoriale del direttore Antonio Sciortino.

E ora va in onda… la #guerracivile!

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Twitter si scatena in questa afosa giornata di agosto e la manifestazione di via del Plebiscito a Roma, in sostegno di Silvio berlusconi, si è trasformata bene presto in tormentone estivo che sta spopolando sul web sotto l’hashtag #guerracivile. Ecco alcuni screenshot dei tweet più divertenti:

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Chi ha autorizzato il palco in via del Plebiscito? Segata la segnaletica stradale

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“Il Campidoglio non ha mai autorizzato un palco per il comizio in via del Plebiscito di Silvio Berlusconi per il semplice motivo che non ha ricevuto una richiesta in proposito”. E’ quanto precisa una nota del Campidoglio. “Il Sindaco ne ha informato il Prefetto – prosegue il comunicato – Il Campidoglio è e sarà sempre disponibile a valutare ogni richiesta di occupazione di suolo pubblico, ma solo seguendo le procedure corrette e rimanendo nell’ambito della legalità, valore – conclude – a cui questa amministrazione tiene molto”.

Ma appaiono le immagini dei cartelli stradali segati in via del Plebiscito:

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Su queste immagini dura presa di posizione della presidente del I Municipo: “E’ un grave gesto di disprezzo del patrimonio pubblico – dice Sabrina Alfonsi – Abbiamo inviato una pattuglia di vigili urbani per verificare l’accaduto e ci stiamo impegnando per fare in modo che venga ripristinata la corretta segnaletica. Stiamo anche verificando se sono state fatte altre opere non autorizzate”

Libertà e legalità?

mentre ci si interrogata sulla segnaletica stradale sradicata si respira anche una tensione che attraversa i sostenitori del Pdl… Sarà davvero un successo o finirà per essere un flop? Il caldo torrido  la domenica di agosto, il luogo scelto non sembrano deporre a favore del Cavaliere… ma c’è chi rassicura “Nessun flop arriveranno 500 pullman da tutta Italia”…  non è quasi una deportazione? sic!

E’ tutto pronto… anche il Cav è tornato!

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Ieri la fuga in Sardegna oggi il rientro. Il Blitz del Cavaliere è durato poche ore nella sua residenza estiva.  Accompagnato dalla fidanzata Francesca Pascale, Berlusconi ha preso in tarda mattinata l’aero da Olbia, in Costa Smeralda, per fare rientro a Roma e non è escluso che possa prender la parola sul palco che i suoi stanno allestendo che appare un po’ sottotono nonostante gli annunci  trionfali. Anche Berlusconi in queste foto scattate al suo rientro al Roma appare un po’… sottotono!

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Alle 18 si parte da via del Plebiscito e nonostante il caldo torrido della capitale sembra proprio che anche alcuni membri dell’esecutivo abbiano deciso di farsi un bagno di folla per rinfrescarsi forse i bollenti spiriti. Nonostante l’annuncio di sabato di Maurizio Lupi che aveva escluso la partecipazione dei  ministri nelle proteste di piazza, sembra che nel partito ci sia invece chi proprio non ha voglia di mancare. Così l’affermazione del ministro dei trasporti è subito criticata dal vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri: «Posto che sarà una democratica e pacifica manifestazione di totale e convinta solidarietà a Berlusconi, trovo assolutamente sbagliata la non partecipazione di ministri e membri di Governo. Non è un buon segnale per il nostro popolo e per la pubblica opinione».

Il Financial Times senza mezze misure: “Cala il sipario sul buffone di Roma”

-1financialtimes-berlusconi-tuttacronacaNon ci va leggero il quotidiano finanziario inglese Financial Times, che nel commentare la conferma della condanna di Berlusconi nel processo Mediaset scrive: “Cala il sipario sul buffone di Roma. Dopo il verdetto, il Senato dovrebbe cacciare Berlusconi”. E ancora: “Se avesse un briciolo di onore, ora si dimetterebbe, risparmiando così ai suoi colleghi senatori l’imbarazzo di dover cacciare un ex primo ministro”.

“Si tenga fuori il Quirinale”. Letta dice stop ai ricatti

1enrico-letta-tuttacronacaAnche il premier, dopo le dichiarazioni di Berlusconi e degli esponenti del Pdl, prende la parola per chiedere che si “tenga fuori il Quirinale” dalle tensioni politiche e “si smetta di tirarlo in ballo in modo improprio e ricattatorio”. Solo fonti vicine a Enrico Letta a riferirlo, aggiungendo che intende “ascoltare con attenzione i contenuti e i toni dei discorsi di domani alla manifestazione del Pdl”. Sono invece fonti di palazzo Chigi a confermare che al momento non sono provisti incontri al Quirinale con il capo dello Stato Giorgio Napolitano, nonostate il premier abbia avuto contatti telefonici con il presidente della Repubblica, con il segretario del Pd Guglielmo Epifani e con il segretario del Pdl Angelino Alfano. Emerge inoltre che il presidente del Consiglio, nonostante l’attuale delicata situazione politica, non intende cambiare l’agenda della prossima settimana che prevede, per lunedì, un incontro con il governatore di Bankitalia Ignazio Visco e il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni al fine di fare il punto sulla situazione economica e finanziaria del Paese. Nella stessa giornata, Letta è atteso a Bolzano per un incontro istituzionale con il presidente della Provincia Autonoma di Bolzano, Luis Durwalder.

Ma siamo sicuri che tutta la destra sia con Berlusconi?

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C’è destra e destra, come da sempre ci sono spaccature insanabili a sinistra! Siamo sicuri, quindi, che tutta la destra sia solidale a Berlusconi? Che tutti gli industriali, che per anni hanno cercato di far quadrare il bilancio pagando le tasse, credendo nel marchio e considerando i dipendenti come la prima risorsa della fabbrica, si possano identificare con ciò che stanno vedendo in queste ultime ore?

Oggi assistiamo a leoni di sinistra che sbranano, senza smacchiare, i giaguari di destra, mentre nel Pdl le colombe e i falchi devono coalizzarsi e far scudo all’ex premier… ma quanti sono pronti a rimetterci le penne per il Cavaliere?

Da sempre il berlusconismo è, oltre che un’idea politica, uno stile di vita. Non condanniamo certo i vestiti alla moda, i ritocchi chirurgici, come sarebbe ingiusto schierarsi contro quei luoghi comuni che da sempre assimilano la destra di Berlusconi a feste (eleganti o non lo accerterà la magistratura)  e presunti affari collaterali alla vita politica. Ma chi può identificarsi con il gesto di Schifani ai manifestanti che protestavano per l’elezione del Presidente della Repubblica? Chi può tollerare che la politica diventi un ring? Chi può auspicarsi che una sentenza passata in giudicato venga poi ridiscussa politicamente? Quanti del Popolo delle Libertà possono o vogliono davvero identificarsi con un uomo privato della sua libertà personale?

Se poi davvero si è convinti e si vuole lottare per quello che, secondo alcuni è un “prigioniero politico”, allora questa “battaglia” la si faccia senza offesa per le istituzioni, a viso aperto, in un confronto sereno che coinvolga anche il popolo.

Il gip di Palermo ordina nuove indagini su Schifani

renato-shifani-indagini-mafia-tuttacronacaRespinta la richiesta di archiviazione dell’indagine per concorso esterno in associazione mafiosa a carico del capogruppo del Pdl al Senato, Renato Schifani, fatta dalla procura. Il gip di Palermo Piergiorgio Morosini ha inoltre ordinato ai pm di fare nuove indagini motivando l’esigenza di ulteriori approfondimenti investigativi. Il gip ha stabilito in 120 giorni il termine entro il quale i pm dovranno compierli.

Parlamento deserto… a nessuno interessa la crisi economica?

Montecitorio-tuttacronaca

Mario Monti è il grande assente con una sola partecipazione su 17, collezionando il 94,12% di assenze. A contendergli il primato c’è Silvio Berlusconi… insomma epidemia da ex premier? I più presenti risultano Pd e M5S. I capigruppo che si contengono la “medaglia delle presenze” sono Bitonci della Lega e Susta di Scelta Civica, entrambi sopra il 90% di presenze. A seguire Zanda, mentre non si fa quasi vedere Schifani (appena 52%). Invece un buon primato di presenze lo ha Vito Crimi che ha votato 12 su 17.

Promossi a pieni voti – o meglio, a piene presenze – Laura Puppato e Felice Casson per il Pd, Roberto Calderoli per la Lega Nord, Carlo Giovanardi per il Pdl e Alessandro Maran per Scelta Civica, oltre a una folta pattuglia di grillini.

Grillini che alla Camera sfiorano il 100% di presenze, nonostante le 19 assenze su 72 votazioni della capogruppo Roberta Lombardi (molte, a dire il vero, per motivi di salute), compensate da una serie di en-plein da Agostinelli a Barbanti, dal dissidente Tommaso Currò al neo capogruppo Villarosa.

Per tanti big sempre presenti durante tutte le 72 votazioni a Montecitorio, tra cuiStefania Prestigiacomo per il Pdl, Claudio Fava per Sel, Mario Catania per Scelta civica, Matteo Orfini e Ivan Scalfarotto per il Pd, ci sono anche tanti disertori. I deputati di Scelta civica sono quelli che seguono di più la scia del proprio leader e fanno segnare ben il 20% di assenze a Montecitorio.

Il peggiore in assoluto, però, è l’imprenditore Antonio Angelucci del Pdl, presente solo in un’occasione. Non stupirà che solo una, due o al massimo tre presenze sono attribuite ai ministri Bray, Carrozza e De Girolamo, quasi sempre impegnati in missioni.

Senza giustificazioni Michela Vittoria Brambilla (quasi 90% di assenze), Catia Polidori (77%), Rocco Buttiglione (61%), Pier Luigi Bersani (59%).

Si avvicinano a una soglia accettabile di partecipazione alle votazioni il neo segretario del Pd Guglielmo Epifani, Lorenzo Cesa e Ignazio La Russa (60% di presenze a testa). A Montecitorio la gara tra i capigruppo più presenti la vince nettamente Renato Brunetta, fuori dall’aula solo 9 volte su 72.

TRAPPOLA “GRASSO”: M5S in difficoltà… o inciucio?

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«È stata una trappola, in cui il Movimento 5 Stelle non dovrebbe cadere. Comunque, il problema non è Grasso. In gioco non c’è Grasso, ma il rispetto delle regole del M5S. Non si può disattendere un contratto. Chi lo ha firmato deve mantenere la parola per una questione di coerenza e di rispetto verso gli elettori».

«La scelta tra Schifani e Grasso era una scelta impossibile. Si trattava di decidere tra la peste bubbonica e un forte raffreddore… La coppia senatoriale è stata decisa a tavolino dal Pdl e Pdmenoelle. I due gemelli dell’inciucio sapevano perfettamente che Schifani non sarebbe stato eletto… I capricci di Monti che per ripicca aveva minacciato di votare Schifani erano una pistola scarica. I giochi – dice – erano già fatti per mettere in difficoltà il MoVimento 5 Stelle».

Al Senato the winner is… GRASSO!

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Al ballotaggio per la Presidenza del Senato si sono presentati Schifani e Grasso.  GRASSO ce l’ha fatta per una manciata di voti.

Si è sollevata una questione sulle schede bianche, per il numero relativo dei votanti. Il presidente del Senato ha quindi ribatito che la votazione è valida e non può essere annullata per tali schede. Si richiama la seduta del 16 aprile del 1994 in cui le schede bianche non hanno inficiato il risultato finale. Quindi la maggioranza, secondo il regolamento del Senato, non è toccata da coloro che hanno scelto di protestare non apponendo preferenze su nessuno dei due candidati. Non è stata accolta quindi la contestazione del leghista Calderoli che aveva chiesto nuove votazioni.

Prima di votare c’era stata la dichiarazione di Vito Crimi (M5S) ”Non faremo da stampella a nessuno. Il Movimento 5 Stelle ritiene di non modificare le proprie intenzioni di voto”.
Mentre Scelta Civica, tramite Andrea Olivero aveva dichiarato la sua volontà a lasciare la scheda in bianco motivando con queste parole la sua decisione ”La situazione che il Paese sta vivendo richiede che anche sugli assetti istituzionali di vertice ci sia convergenza e coesione nazionale per una coraggiosa azione riformatrice”.

Alla votazione ha partecipato anche Silvio Berlusconi accolto tra insulti e fischi.

Ballottaggio Schifani e Grasso al Senato… Lavori in corso!

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Alla camera il Pd è riuscito a dare un presidente, al Senato il voto per Grasso si è disperso. E’ questa la sintesi della situazione politica italiana. Si è toccato con mano lo stallo istituzionale che il risultato delle urne a portato al Parlamento. Se c’è una coalizione di sinistra forte alla Camera, come era già stato largamente denunciato, manca la possibilità di governare nell’altro ramod el Parlamento, ove senza un accordo non vi è possibilità alcuna di far passare una legge.

 

 

Arriva lo sconto? “Non sono 3,9 mld, ma solo 2” così Monti su MPS

DURANTE LA NOTTE IL DEBITO SI E’ ABBASSATO?

Le risorse per i ‘Monti bond’ “non sono soldi che vanno dallo Stato a Mps per restarci, ma che verranno rimborsati e con un alto tasso di interesse, e sono 2 miliardi su base netta”. Cosi’ il presidente del Consiglio, Mario Monti, parlando a ‘Radio 1’. Monti ha spiegato che dei 3,9 miliardi complessivi, 1,9 sono “rimborsi dei precedenti ‘Tremonti bond’. “I risparmiatori italiani – ha aggiunto Monti – il cui sistema nervoso e’ stato messo a dura prova” anche dai rumors e dalla “corrida elettorale”, devono “sapere che le banche italiane sono state durante tutta la crisi finanziaria tra le piu’ solide e se si parla di Mps e’ solo perche’ le autorita’ europee hanno chiesto di aumentare la capitalizzazione di Mps, e solo di Mps”.
SE LE BANCHE ITALIANE STAVANO COSI’ BENE PERCHE’ SONO STATE TUTTE RIFINANZIATE CON I SOLDI PUBBLICI DURANTE LA CRISI?

GLI ITALIANI HANNO I NERVI A PEZZI? O GLI ITALIANI SONO STANCHI DI FACCE NUOVE CON COMPORTAMENTI VECCHIO STILE?

MONTI SAREBBE IL RINNOVAMENTO? IN QUALE PARTE DEL MONDO SI SCOPRE ALL’IMPROVVISO UN VUOTO DA 2 MLD DI UNA BANCA COLLEGATA A UNA CORRENTE POLITICA?

QUESTA E’ L’IMMAGINE DELL’ITALIA! NEPPURE L’EUROPA DIFENDE GLI ITALIANI, NESSUNA INDAGINE SU MPS? 

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Rubato il tablet, in assemblea, a Romolo Semplici, socio di MPS.

Il socio Romolo Semplici interviene e denuncia: “Poco fa mi hanno rubato il tablet! Questa è l’etica che c’è nella banca».

Profumo ribatte: «Su questo la banca non c’entra, sono i soci, casomai…».

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MPS TRASCINA GIU’ IL PD. Esisteva una finanza parallela fuori dal mercato!

Ezio Mauro: “ridicolo tentativo della sinistra di crearsi una finanza parallela fuori dalle leggi del mercato, protetta da sistema politico”

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Mps. Una brutta storia italiana.

Grillo: “Bisogna identificare i responsabili del piu’ grande crac finanziario d’Italia, peggiore di quello della Parmalat. Si sono mangiati 14 miliardi di euro e i responsabili sono un partito preciso, ben definito. E poi chiedere a chi doveva controllare, come la Consob, come mai non ha controllato”.

Casini: “evidenti responsabilita’ politiche senesi”

Schifani:”Quanto e’ accaduto all’Mps e’ un episodio preoccupante. Siamo davanti ad una situazione che puo’ avere conseguenze gravissime. E’ assolutamente necessario fare immediatamente luce sulla vicenda per evitare gravi ripercussioni economiche e finanziarie”.

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Lincoln al Senato. Spielberg e il suo cast incontrano Schifani

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Schifani punta l’attenzione sul binomio corruzione e inefficienza!

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Schifani: “per la L. Elettorale si sta trovando un’intesa”

Un’intesa o un inciucio?  Benevnuti in Italia!

Ddl Sallusti: bocciata richiesta di sospensiva avanzata da Pd

Il presidente del Senato Renato Schifani: “sta diventando una telenovela”.

4 novembre: Giornata dell’unità nazionale e Forze armate

 

Il presidente della Repubblica Napolitano ha deposto una corona all’Altare della Patria in occasione dei festeggiamenti del 4 novembre, Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze armate. Con lui, i presidenti del Senato Schifani, della Camera Fini, e il ministro della Difesa Di Paola. Presenti alla cerimonia anche il prefetto di Roma Pecoraro, il questore Della Rocca, la governatrice del Lazio Polverini, il presidente della Provincia di Roma Zingaretti e il sindaco Alemanno.

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