Le verità di Brunetta sull’accordo Renzi-Berlusconi

brunetta-annunziata-tuttacronacaRenato Brunetta, ospite alla trasmissione In Mezz’ora, parlando dei lavori della Commissione Affari Costituzionali della Camera, dove domani, entro le 12, arriveranno gli emendamenti al testo base sulla riforma del voto, ha spiegato che se domani il testo base sulla legge elettorale dovesse essere cambiato in prima commissione alla Camera, allora salterà tutto l’accordo. “Credo che si arriverà a una soluzione”. E se così non dovesse essere – ha aggiunto il capogruppo di Forza Italia alla Camera – “allora si cadrà già domani sera”. E ancora, riguardo la possibilità del voto anticipato, “Se si carica la pistola, la pistola spara”. Se l’Italicum si farà, insomma, il voto anticipato è per Forza Italia il naturale proseguimento dei fatti. Il capogruppo di FI alla Camera ha spiegato poi che, secondo lui, c’era già un accordo Berlusconi-Renzi sullo spagnolo puro, due giorni prima dell’accordo ufficiale. “Poi entrambi hanno pensato che era eccessivo rispetto al quadro politico di oggi, ed è venuto fuori questo compromesso. È già un compromesso, non si cambia più”. Secondo Brunetta, “Berlusconi è risorto proprio quando lo davano per morto. Qualcun altro ha avuto questa stessa sorte, il parallelo non è poi così male”. Per Brunetta, il Cavaliere “ha una caratteristica, dà il meglio di sé quando è in difficoltà, quando stravince rischia di fare errori. Lo ha dimostrato anche negli ultimi 15-20 giorni, è al centro del dibattito e dell’arena politica. E da 15-20 giorni il presidente Napolitano tace”. Alla domanda su chi abbia fatto risorgere Berlusconi, il capogruppo risponde così: “Il voto di dieci milioni di italiani”. E poi ha proposto un parallelo tra i due ex premier: “Berlusconi è un leader vero, mentre Monti ha dimostrato un professore bravino prestato alla politica”. Per quel che riguarda ancora l’incontro Renzi-Berlusconi al Nazareno: “Che effetto ci ha fatto la foto di Berlusconi nella sede del Pd? Una grande soddisfazione la prova che nel Pd c’era qualcuno che si comportava da leader democratico e non il paonazzo Epifani, segretario pro tempore, che dopo la sentenza Cassazione ha parlato della decadenza di Berlusconi”. Secondo Brunetta, “in comune Berlusconi e Renzi hanno grande senso politico, senso della politica, ma hanno formazione cultura e sensibilità completamente diverse: hanno in comune il cinismo, la politique d’abord, cioè conta solo al politica. Craxi avrebbe fatto la stessa cosa di Renzi che ha invitato Berlusconi nella sede del suo partito: riconoscere chi ha i voti e la leadership”.

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Il Professore fa tremare la terra sotto i piedi di Letta?

monti-letta-tuttacronacaForse con l’incognita della Legge di Stabilità, che non molti gradiscono, per qualche giorno le dinamiche politiche vertono più sul comprendere il significato di Trise, Tari e Tasi e sul parare gli attacchi che arrivano sia da dentro il palazzo che da fuori. E in mezzo a questo fuoco incrociato potrebbe essere passata in secondo piano la mossa di Monti, che ieri è intervenuto alla trasmissione In Mezz’ora. L’ex presidente di Scelta Civica non ha parlato dei guai del suo ex gruppo e neanche della presunta bontà di questa nuova Legge. Ha mirato al centro della questione denunciando il fatto che il governo è appeso alle sorti di Berlusconi, con uno “scambio” tra Legge di Stabilità e decadenza. Parole che probabilmente hanno colpito forte il Premier, visto che da Palazzo Chigi arriva solo un “La questione non lo turba”. Troppo netta la sentenza per non destare sospetti. E la prima domanda che ci si pone è cosa accadrà domani, visto che per domani era previsto un incontro tra i due. Sempre da Palazzo Chigi spiegano: “E’ fissato col presidente di Scelta civica quindi non sappiamo se viene lui”.

Da quello che è trapelato, il Premier l’ha presa male, anche perchè sa che Monti è rivestito dall’aura di interlocutore affidabile in svariati ambienti: serve la sua parola perchè vi sia un attestato di serietà, di legittimazione. E non è solo questo il problema: in molti nel Pd condividono proprio la lettura del Professore. Dice Dario Nardella, fedelissimo di Renzi: “Le larghe intese garantiscono grandi numeri ma con i grandi numeri devi fare grandi cose. Di fronte alla legge di stabilità questo concetto vale ancora di più. Al momento questa legge che parte da buoni intenzioni non è certo la legge della svolta”. E c’è un motivo se per dirla con Monti è “inginocchiata” al Cavaliere. Prosegue il dem: “L’impronta di Berlusconi è ovunque. Berlusconi ha sequestrato il dibattito politico”. Così, mentre si avvicinano le elezioni per il Segretario del Partito democratico, Letta non può non sentire la terra tremare forte sotto i suoi piedi. Perchè l’influenza di Berlusconi è forte e trapela e con tutte le fibrillazioni che caratterizzano Camera e Senato ad ogni incontro, solo Letta continua a pensare che “va tutto bene”. Parole che, ormai, sembrano dedicate a lisciare il pelo a chi prova a manifestare qualche dubbio…

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La “Mezz’ora” di Monti e l’attacco alla Stabilità di Letta: Governo del disfare

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Prima le dimissioni, poi il silenzio e ora Mario Monti cerca di raccontarsi in “Mezz’ora” da Lucia Annunziata. L’ex leader di Scelta Civica non ha solo attaccato, nei giorni scorsi Mauro e Casini, ma l’intero sistema politico italiano che, secondo il Professore, sta lentamente inginocchiandosi al Pdl e alle scelte economiche che il centrodestra italiano impone.

“Mi sono dimesso da Scelta civica – ha ribadito oggi – perché Mauro e Casini hanno criticato me e il partito sulla base di due argomenti con un secondo fine. Uno il Ppe, l’altro è che la mia linea celerebbe dei trabocchetti, disturberebbe il manovratore”.

Poi ha attaccato il governo: “Sull’Imu Letta si è inginocchiato davanti al Pdl, non potendo fare manovra incisiva sul cuneo fiscale e sull’Iva. Io ho dovuto praticare massicce dosi di austerità. A fine 2011 situazione di grave crisi finanziaria. Serviva austerità per evitare che l’Italia finisse come la Grecia e un governo coloniale della Troika. Letta fa bene a mantenere i conti a posto, ma serve la crescita, e per questo servono le riforme. Questo governo, nato come il governo del fare, sta diventando il governo del disfare”.

Sulla decadenza del Cav: “Io voterò in base alla relazione della Giunta. Per me è voto sull’applicazione di una legge mai prima contestata. Non un giudizio sulla persona. Alcuni degli 11 che hanno firmato mi hanno detto di loro iniziativa che voteranno per la decadenza e non vogliono un gruppo dell’Udc”.

Poi torna a ripetere che non era nei scuoi progetti diventare Primo Ministro: “Non avevo immaginato di governare l’Italia. Mi sono sempre battuto tenacemente perché cambi la cultura della politica italiana. I contenuti prevalgano sulle formule e sui posizionamenti. Sc ha avuto il voto di 3 milioni di italiani, desidero dire loro che il mio impegno politico non finisce. Credo che anche l’impegno di Scelta Civica non finirà. Le mie dimissioni sono state necessarie perché non finisse nella polvere questa operazione poco trasparente e poco corretta”.

Monti si dichiara di essere rimasto anche sorpreso quando ha appreso che Mario Mauro era stato invitato a pranzo dal Cavaliere  “Non ne sapevo nulla, immagino che abbiano trattato solo di materie di competenze del ministero della Difesa, per questo non ho criticato Mauro di non avermi avvertito”.

Ma c’è spazio anche per il cagnolino che la Bignardi gli regalò in trasmissione che ora definisce “un’operazione poco corretta” sulla quale molti hanno speculato.

Un Mario Monti che torna a parlare in tv e a dare la sua personale visione su scelte che non condivide e su nemici del passato e del presente, che lo hanno osannato e denigrato, messo in prima linea e poi in un angolo, assecondato e contraddetto, ma di fatto hanno minato la sua immagine emarginandolo dalle decisioni.

Chi è fascista?

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Lucia Annunziata nel suo editoriale sull’Huffington Post scrive “Non infierirò sul destino di Berlusconi”. Il motivo è profondo e trova le sue radici in quell’atteggiamento che la giornalista definisce da “fascistello”. Con tale termine l’Annunziata punta il dito contro chi “ci induce a sfoggiare i muscoli, a esercitarci contro quelli più deboli di noi – i vecchi, gli stupidi, i brutti, i poveri, i neri, le donne, i gay… la lista è infinita”.

E possiamo condividere il senso profondamente civico della frase, in fondo infierire su un uomo e sul suo declino è sempre un segno di arcaico e inutile machismo. Oggi però sorge il problema, che su posizioni come quelle dell’Annunziata o a esse simili, si sta costruendo la figura del personaggio-vittima che sta sostituendo il pregiudicato Berlusconi.  Dobbiamo, dunque, bilanciare il giudizio, anche per rispetto a quanti non sono “fascistelli” ma invece sono state “vittime di una politica scellerata”: cioè le generazioni bruciate. I quarantacinquenni e i trentenni senza lavoro, l’immagine della donna mercificata fra la pubblicità e gli spettacoli di intrattenimento, la mancanza di etica civica, le lacune nelle politiche per gay e coppie di fatto, l’eutanasia, etc…

Ancora l’Annunziata scrive:

“Il fascista più fascista di tutti è a mio parere quella pulsione interiore che ci fa infierire sui nemici vinti. Credo di non avere bisogno di patenti per dimostrare da che parte sono stata in questi venti anni, ma davanti alla conclusione giudiziaria e politica di questo periodo non mi metterò fra chi affonda la lama dell’insulto, della soddisfazione, e ancor meno della volgarità,contro Silvio Berlusconi. Non trarrò piacere dalla condanna di nessuno”.

Non vogliamo infierire quindi, ma non dobbiamo permettere la strumentalizzazione che si può fare del nostro senso etico nel momento in cui non sferriamo l’ultimo colpo fatale… Non dobbiamo permettere che il Cavaliere diventi vittima, ma che sia, lui come altri, solo il soggetto di una condanna per un reato che la magistratura ha ritenuto di dover punire. Per questo, in nome di quanti invece vittime sono, la decadenza dalla carica di Senatore è un atto dovuto. E’ giusto ricordare che avendo completamente ignorato quelle che erano politiche del lavoro o diritti sociali abbiamo costretto una generazione a rimandare forse per sempre la possibilità di costruirsi un avvenire o una famiglia e abbiamo invece favorito un’emigrazione disperata portando via dall’Italia risorse e intelligenza.

Schifani dall’Annunziata: mezz’ora tra crisi politica e grazia a B.

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L’intervista di Schifani alla trasmissione 1/2 diretta da Lucia Annunziata è stata chiarificatrice di molte posizioni del Pdl e della crisi che serpeggia nel governo Letta e che potrebbe portare alla frattura delle larghe intese.

“Sono pessimista sul destino del governo”, ha detto Schifani, augurandosi però che una crisi “non avvenga”, così ha esordito l’ex Presidente del Senato che poi ha aggiunto “È evidente che si vuole arrivare a una rottura e che il Pd vuole andare a votare”.

Parlando della Giunta, Schifani ha sottolineato che “Questo calendario dei lavori, queste modalità, questo clima, creano le condizioni per l’invivibilità della coalizione e per la crisi di governo” e ha aggiunto “Mi auguro che fino a mercoledì vengano recepite le nostre osservazioni, non chiediamo di non applicare la norma, ma chiediamo una norma interpretativa attraverso un ricorso alla Corte Costituzionale o alle corti europee, non facciamo melina, nè ostruzionismo. Abbiamo subito un calendario con sedute notturne, come se si dovesse espellere un delinquente”.

Invece si tratta solo di un pregiudicato.

Sempre secondo l’ex presidente del Senato, il ritiro dei ministri Pdl dal governo Letta: “Non è nell’agenda immediata. E’ evidente che si vive momento per momento e ci auguriamo di arrivare a respirare un clima di maggior responsabilità”, ha detto Schifani a proposito dell’eventuale ritiro dei ministri Pdl dal Governo. “Al ritiro dei ministri ancora non ci siamo”, ha detto. “Non mi piace la politica delle minacce. La mia esperienza mi porta a fare delle riflessioni. L’atteggiamento del Pd è inspiegabile se non in funzione di un preciso disegno che sarebbe contro l’interesse del Paese. Le elezioni porterebbero il Paese al baratro.” e poi ha sottolineato che “È chiaro che Berlusconi non tornerà in Parlamento”, riferendosi all’interdizione dei pubblici uffici e all’applicazione della legge Severino. “In ogni caso, non siamo preoccupati per la sua agibilità politica”.

Quanto al voto segreto della Giunta, Schifani ha detto “Noi siamo per il voto segreto” semplicemente perché “c’è un regolamento” che dice che in questi casi si voti così, “siamo contrari a blitz” per cambiarlo.

Sulla grazia da chiedere al Presidente della Repubblica, Schifani ha dichiarato che “Sono fatti esclusivamente personali e non politici che attengono alla sfera personale del cittadino Silvio Berlusconi. Sta riflettendo giustamente nell’ambito della propria famiglia. È una faccenda troppo delicata perché noi dirigenti si possa fare una riflessione”.

Mentre sul memoriale di Lavitola, il parlamentare del Pdl ha concluso “Non ne sappiamo nulla”.

In mezz’ora e Che tempo che fa: nella prossima stagione più spazio al Pdl

annunziata-alfano-tuttacronacaL’Agicom ha ordinato alla Rai di far sì che, nel ciclo 2013-1024, i programmi “In mezz’ora” di Lucia Annunziata e “Che tempo che fa” di Fabio Fazio garantiscano “una maggiore presenza di esponenti del Pdl”. Lo scopo è riequilibrare le presenze politiche nei talk show e garantire la par condicio. L’autorità ha diffuso il seguente comunicato: “Il Consiglio dell’Agcom, all’esito dell’istruttoria avviata per verificare il rispetto dei principi di parità di accesso e pluralismo politico nei programmi “In mezz’ora”, “Che tempo che fa” e “Ballarò” nel ciclo di programmazione 2012-2013, ha ordinato alla Rai di riequilibrare, garantendo una maggiore presenza di esponenti del Pdl nei programmi “In mezz’ora” e “Che tempo che fa” previsti per il prossimo ciclo 2013-2014. Il programma “Ballarò” è stato invece giudicato non lesivo dei principi di pluralismo e quindi non oggetto di intervento”.

In attesa del piano per i giovani… si diventa vecchi?

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Enrico Letta tocca diversi temi nell’intervista di “In mezz’ora” con Lucia Annunziata. Oltre al blocco dell’aumento dell’Iva e alla rimodulazione dell’Imu, c’è il pacchetto lavoro per i giovani.

 “Mercoledì presenteremo il piano nazionale per l’occupazione giovanile” destinato soprattutto ai giovani del Sud, ma non solo, ha annunciato Letta che poi però preferisce non sbilanciarsi sull’entità delle risorse da mettere in campo.

Si articola in due fasi il pacchetto di riforme per il lavoro:

Il primo è  finanziato in gran parte con una riallocazione dei fondi strutturali europei, destinati in particolare ai giovani del Sud. Con il quale però poco si potrà fare visto che le risorse a disposizioni sono veramente troppo esili rispetto al problema della disoccupazione italiana in alcune regioni del centro-sud. Mentre tutto il resto sarà rinviato all’esito del Consiglio Europeo di fine giugno, da cui il premier spera di potere strappare un piano che coinvolga tutto il continente.

In attesa del piano per i giovani… si diventa vecchi?

L’Annunziata querela Grillo

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Lucia Annunziata querelerà Beppe Grillo e lo annuncia con una nota che la stessa giornalista ha inviato all’Ansa.

Beppe Grillo continua la sua personalissima campagna di demonizzazione dei giornalisti confondendo e sovrapponendo, non so quanto non volutamente, informazioni che non stanno insieme tra loro.

Per quanto riguarda il mio caso personale ha sostenuto cose non vere: che io sia stata contemporaneamente direttore del Tg3 e collaboratrice dell’Eni. Sono stata direttore del Tg3 dal 1996 al 1998, mentre la mia collaborazione con l’Eni e’ cominciata nel 2008 e finita nel maggio del 2012. Se non mi crede prenda pure le mie dichiarazioni dei redditi e verifichi.

Quanto alla mia collaborazione con l’Eni è vero, sono colpevole: colpevole di aver partecipato alla stesura di un testo teatrale per il Piccolo di Milano andato in scena nell’anniversario della morte di Enrico Mattei. Il mio coinvolgimento nel testo riguardava l’analisi della celebre polemica Montanelli-Mattei avvenuta sulle pagine del Corriere della sera. Sono poi anche colpevole di aver coordinato il comitato scientifico di Oil, una ‘rivista clandestina sovversiva’ su politica estera e petrolio, in collaborazione con due societa’ carbonare, rivoluzionare e sconosciute come Foreign Policy e The Washington Post.

Fico scende in campo e va dall’Annunziata!

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Aria nuova in casa M5S e lo si vede subito con la partecipazione di Roberto Fico del MoVimento 5 Stelle alla trasmissione “1/2 ora” di Lucia Annunziata. Accantonata la tecnica da parte dei pentastellati del “no” ai giornalisti e alla tv, ecco una delle prime interviste rilasciate proprio dai parlamentari aderenti al Movimento. E’ lo stesso Fico a spiegare le motivazioni: “Noi non ci siamo mai sottratti alla tv, abbiamo soltanto disertato il talk show. Vogliamo far arrivare ai nostri cittadini le nostre proposte di legge”.

Ma chi prima aveva provato ad apparire in tv è stato immediatamente espulso “Chi non si trova nel percorso deve trarne le conseguenze”, quindi ci sono in vista altre espulsioni? C’è chi è arrivato a individuarne sino a 40, ma Fico ribatte “No, sono cifre assurde. Abbiamo dibattiti aspri, ma si tratta comunque di discussioni costruttive”.

Ma per quanto riguarda la Rai? “Dobbiamo lanciare la Rai nel nuovo millennio”, conclude Fico.

Renzi e la situazione in cui versa al momento l’Italia

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Lucia Annunziata, nella trasmissione In Mezz’ora, ha intervistato il sindaco di Firenze Matteo Renzi, collegato dal Salone del Libro di Torino ed ha presentato la sua opera, Oltre la rottamazione, una specie di “memoriale” su quello che è successo nell’ultimo periodo. Renzi ribadisce che forse il termine “rottamazione” non è riuscito ad incanalare bene il suo messaggio.

Riguardo al centrosinistra, ha sbagliato campagna elettorale ed ora bisogna ripartire. Renzi aggiunge poi che il governo Letta “non è uno yogurt che bisogna vedere quando scade”: se riduce numero di politici in senato, elimina il finanziamento pubblico, modifica la legge su lavoro e burocrazia, allora “può durare un anno in più” rispetto ai 18 mesi che lo stesso Letta si è dato.

Riguardo all’Imu: “è una gigantesca battaglia elettorale grazie alla quale Berlusconi ha fatto capire che lui è contro questa tassa” che però è stata proposta dal suo stesso governo.

Renzi fa notare che, non avendo voluto prendere i voti dei “delusi del centrodestra” si sono presi i ministri del centrodestra, trovandosi così nella necessità di formare un governo di larghe intese. Se questo è un governo di necessità, non ideale e che ha abolito la “pratica buona” di politica, ossia un classico bipolarismo, perchè dovrebbe durare? Innanzitutto per riformare la legge elettorale ma anche per occuparsi anche dei posti di lavoro, soprattutto per la “jobless generation”. Renzi ha ancora in testa il “mattarellum” come sostituzione al “porcellum”. Il sindaco si reputa quindi favorevole al semi-presidenzialismo.

Riguardo alla manifestazione di Brescia: “un errore clamoroso” che dimostra l’impossibilità di un governo di larghe intese.

Vista la situazione attuale, “c’è da lanciare una grande scommessa sul voto dei 5 Stelle”: se s’incrocia il pensiero dei pentastellati, come riguardo al finanziamento ai partiti, perchè no?

Ma perchè Berlusconi non ha voluto Renzi come premier ed ha accettato Letta? Il sindaco non vuole fare l’interprete del pensiero del Cavaliere ma ringrazia Veltroni per la fiducia visto che, da un’agenzia, si viene a sapere che l’ex sindaco romano lo ritiene la miglior scelta possibile come prossimo candidato. L’intervistato aggiunge una battuta: “figuriamoci gli altri!”.

Ma Renzi ha paura di perdere il posto di sindaco a Firenze? In realtà… l’unico che ha paura di perdere è quello della Fiorentina in Champions, per il resto… decideranno i cittadini!

Condannata Annamaria Fiorillo, la pm che affidò Ruby alla Minetti

Fiorillo Anna Maria- processo ruby-tuttacronaca

“L’avevo messa in conto, ma tornando indietro rifarei cio’ che ho fatto”. Cosi’ il pm per i minorenni di Milano, Annamaria Fiorillo, ha commentato la sentenza di ‘condanna’ disciplinare pronunciata dal Csm nei suoi confronti. Il magistrato ha anche detto che “sicuramente” presentera’ ricorso alle sezioni unite civili della Cassazione contro la sanzione che le e’ stata inflitta. La condanna è avvenuta per violazione della privacy avendo la Fiorillo anche parlato del caso alla trasmissione televisiva 1/2 dell’Annunziata, correggendo quanto affermato dall’allora ministro Roberto Maroni riguardo l’affido a Nicole Minetti di Ruby Rubacuori.

Dopo 8 punti Pd, 8 proposte PdL, agenda Monti… ora arriva la “memoria” di Barca!

fabrizio barca - tuttacronaca

Fabrizio Barca, intervenuto alla trasmissione In mezz’ora di Lucia Annunziata, ha annunciato la sua volontà di entrare a far parte della dirigenza del Pd: “Non ambisco a fare il segretario del Pd, ambisco essere parte del gruppo dirigente”. E già si è messo all’opera al riguardo. La settimana prossima, infatti, presenterà la sua agenda: la sua “memoria”. “Il Pd, la sinistra e Sel hanno bisogno di fare squadra, non ovviamente a costo di un compromesso, non se non c’è un ‘sentimento’ di squadra”, ha spiegato, aggiungendo che è necessario superare l’idea tecnocratica, ossia il “pensare che ‘il cosa fare’ lo sappiano 15-20 persone” così come va lasciata alle spalle la convinzione “secondo la quale ‘ormai siamo in un mondo in cui tutti sanno cosa fare e veniamo convocati tutti davanti al computer e basta fare un referendum’. Si tratta di due visioni sbagliate”. L’intervista di Barca, arrivata in un momento delicato per un Pd scisso tra il rifiuto e la volontà di aprire al PdL, è servita al ministro per la Coesione territoriale per ribadire il suo punto di vista circa la centralità dei partiti.  “Le parti economiche sono importantissime, ma il partito è il crogiolo dove i bisogni delle persone, e soprattutto le soluzioni, arrivano a una decisione”. “Ad una macchina dello Stato riformata deve corrispondere un sistema dei partiti che funzioni bene”.

DITE NO AL GHETTO DEI GAY!

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I gay di San Pietroburgo possono manifestare, ma lontano dalle vie del centro. Più precisamente, in un piccolo villaggio della periferia. È la decisione del sindaco della città russa che per due volte ha negato il permesso alle associazioni omosessuali che avevano chiesto di manifestare lo scorso weekend contro la legge in via di approvazione alla Duma, il parlamento russo, che vuole vietare la “propaganda gay” in pubblico con la scusa di proteggere i bambini dai “comportamenti devianti”.Secondo la giunta di San Pietroburgo, gli attivisti potrebbero utilizzare un’area riservata appositamente per le proteste a Novoselki Vyborg, paesino-satellite raggiungibile soltanto in treno.

Si tratta dell’ennesimo sopruso delle istituzioni russe a danno della comunità lgtbq, mobilitata contro una normativa che dovrebbe entrare in vigore a fine maggio e che consegnerà la Russia all’oscurantismo medievale contro i gay a vent’anni dalla depenalizzazione dell’omosessualità,avvenuta nel 1993. Sarà infatti vietato parlare di omosessualità in pubblico, dunque saranno bandite proteste, articoli di giornale, dibattiti, convegni. Un noto presentatore tv, Anton Krasovski, caporedattore di una emittente del Cremlino, a fine gennaio ha voluto sfidare il governo annunciando pubblicamente di essere gay davanti alle telecamere. È stato licenziato. In una intervista al Los Angeles Times ha però puntato il dito contro le associazioni omosessuali del suo Paese: «Non vedo nessun Harvey Milk russo. La comunità gay è troppo tranquilla, non hanno il coraggio di lottare per i propri diritti in una nazione dove è più appropriato e onorevole essere un ladro che essere gay».

In realtà uno dei leader della minoranza omosessuale, Nikolai Alekseev, nei giorni scorsi ha chiesto l’aiuto del Consiglio d’Europa affinché vigili sull’applicazione delle sentenze della Corte di Strasburgo, che nel 2010 aveva condannato la Russia poiché Mosca non aveva dato il permesso allo svolgimento del Gay pride nel 2006, 2007 e 2009. Molte associazioni si stanno muovendo a livello internazionale per fare pressione sul Cremlino. In Italia i consigli comunali di Venezia e Milano hanno sospeso il gemellaggio e i rapporti con San Pietroburgo per protesta contro la legge omofoba in discussione al Parlamento russo. Equality Italia, associazione in difesa dei diritti umani, ha promosso una petizione al governo italiano perché chieda alla Federazione russa di ritirare la normativa anti-gay. Tra gli altri finora hanno aderito Lucia Annunziata, Natalia Aspesi, Stefano Rodotà, Ritanna Armeni, Alessandro Gassman, Anna Paola Concia, Aldo Nove, Michela Murgia, le associazioni lgbtq e molti esponenti politici locali.

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