Riforma del Senato: sarà composto da 150 membri

riforma-senato-tuttacronacaE’ il segretario dem Matteo Renzi a riferire che c’è una prima bozza di accordo, tra i principali partiti, per la riforma del Senato. Il sindaco fiorentino spiega che sarà composto da “150 persone, di cui 108 sindaci di comuni capoluogo, 21 presidenti di Regione e 21 esponenti della società civile”. E ha aggiunto che siamo di fronte a una “straordinaria occasione per le riforme. Non basta più accarezzare i problemi, è finito il tempo”. Ancora, il segretario del Pd ha spiegato che il Senato non sarà elettivo e sarà senza indennità. Gli esponenti della società civile “saranno scelti temporaneamente dal Presidente della Repubblica per un mandato”. Il nuovo Senato, ha aggiunto, “non vota il bilancio, non dà la fiducia, ma concorre all’elezione del Capo dello Stato e contribuisce all’elezione dei rappresentanti degli organi europei”. Per quel che riguarda la riforma delle Province, invece, Renzi ha ammesso che “non c’è l’accordo di tutti i partiti”. Ma, ha specificato, “è possibile che avremo in queste ore la svolta in Senato”. “Noi – ha sottolineato – vogliamo che il 25 maggio non si voti per le Province”. “La riforma consentirà di avere Province di secondo livello – ha concluso – con i sindaci protagonisti”.

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Sorpresa al Napoli, raggiunto l’accordo nella notte

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E’ stato raggiunto nella notte l’accordo con il Napoli per acquistare dal Saint-Etienne per circa 5 milioni di euro il terzino sinistro Faouzi Ghoulam. Il giocatore in partenza per l’Italia, dove si sottoporrà alle visite mediche di rito e firmerà un contratto fino a giugno 2018. Al suo posto il Saint-Etienne vuole riportare in patria il francese Benoit Tremoulinas, attualmente in forza al club ucraino della Dinamo Kiev. A questo punto può riaprirsi la pista che porta Armero al Milan.

Le verità di Brunetta sull’accordo Renzi-Berlusconi

brunetta-annunziata-tuttacronacaRenato Brunetta, ospite alla trasmissione In Mezz’ora, parlando dei lavori della Commissione Affari Costituzionali della Camera, dove domani, entro le 12, arriveranno gli emendamenti al testo base sulla riforma del voto, ha spiegato che se domani il testo base sulla legge elettorale dovesse essere cambiato in prima commissione alla Camera, allora salterà tutto l’accordo. “Credo che si arriverà a una soluzione”. E se così non dovesse essere – ha aggiunto il capogruppo di Forza Italia alla Camera – “allora si cadrà già domani sera”. E ancora, riguardo la possibilità del voto anticipato, “Se si carica la pistola, la pistola spara”. Se l’Italicum si farà, insomma, il voto anticipato è per Forza Italia il naturale proseguimento dei fatti. Il capogruppo di FI alla Camera ha spiegato poi che, secondo lui, c’era già un accordo Berlusconi-Renzi sullo spagnolo puro, due giorni prima dell’accordo ufficiale. “Poi entrambi hanno pensato che era eccessivo rispetto al quadro politico di oggi, ed è venuto fuori questo compromesso. È già un compromesso, non si cambia più”. Secondo Brunetta, “Berlusconi è risorto proprio quando lo davano per morto. Qualcun altro ha avuto questa stessa sorte, il parallelo non è poi così male”. Per Brunetta, il Cavaliere “ha una caratteristica, dà il meglio di sé quando è in difficoltà, quando stravince rischia di fare errori. Lo ha dimostrato anche negli ultimi 15-20 giorni, è al centro del dibattito e dell’arena politica. E da 15-20 giorni il presidente Napolitano tace”. Alla domanda su chi abbia fatto risorgere Berlusconi, il capogruppo risponde così: “Il voto di dieci milioni di italiani”. E poi ha proposto un parallelo tra i due ex premier: “Berlusconi è un leader vero, mentre Monti ha dimostrato un professore bravino prestato alla politica”. Per quel che riguarda ancora l’incontro Renzi-Berlusconi al Nazareno: “Che effetto ci ha fatto la foto di Berlusconi nella sede del Pd? Una grande soddisfazione la prova che nel Pd c’era qualcuno che si comportava da leader democratico e non il paonazzo Epifani, segretario pro tempore, che dopo la sentenza Cassazione ha parlato della decadenza di Berlusconi”. Secondo Brunetta, “in comune Berlusconi e Renzi hanno grande senso politico, senso della politica, ma hanno formazione cultura e sensibilità completamente diverse: hanno in comune il cinismo, la politique d’abord, cioè conta solo al politica. Craxi avrebbe fatto la stessa cosa di Renzi che ha invitato Berlusconi nella sede del suo partito: riconoscere chi ha i voti e la leadership”.

Gli Agnelli proprietari di Chrysler: raggiunto l’accordo con Veba

Fiat-Chrysler-tuttacronacaSergio Marchionne e il fondo Veba hanno raggiunto l’intesa: il fondo otterrà 3,65 miliardi di dollari per cedere a Torino il 41,5 per cento della Chrysler, accordo che rende gli Agnelli i proprietari dell’intera casa automobilistica di Detroit. Marchionne commenta: “Un accordo importante di quelli che rimarranno nei libri di storia”.  Come spiega Repubblica, l’accordo prevede che Fiat paghi 1,75 miliardi di dollari cash. Altri 1,9 miliardi di dollari arriveranno sotto forma di un dividendo straordinario Chrysler istituito con l’accordo. Torino rinuncia alla sua quota di quel dividendo, pari a 1,1 miliardi mentre i restanti 800 milioni spettano a Veba come secondo socio della casa di Detroit. Fiat non avrà bisogno dunque di varare alcun aumento di capitale per arrivare al 100 per cento di Chrysler. A questo punto è ovviamente inutile la prevista quotazione in Borsa di Chrysler. Inizialmente le banche avevano ipotizzato un prezzo di 4,2 miliardi di dollari mentre il fondo assistenziale del sindacato ne aveva chiesti 5. Fiat spende tra azioni e cash un totale di 2,9 miliardi di dollari ai quali si aggiungono gli 800 di cash pagati dall’inizio dell’alleanza. In tutto il Lingotto spende meno di 4 miliardi per ottenere il 100 per cento di un’azienda che nel 98 i tedeschi di Daimler avevano pagato 36 miliardi di dollari. John Elkann ha mostrato una grande soddisfazione: “Aspetto questo giorno sin dal primo momento, sin da quando nel 2009 siamo stati scelti per contribuire alla ricostruzione di Chrysler”, ha commentato il presidente di Fiat. “Il lavoro, l’impegno e i risultati raggiunti da Chrysler negli ultimi quattro anni e mezzo sono qualcosa di eccezionale”. Marchionne ha inoltre sottolineato che l’acquisto “ci permetterà di realizzare pienamente la nostra visione di creare un costruttore di auto globale con un bagaglio di esperienze, punti di vista e competenze unico al mondo”. E ancora: “Nella vita di ogni grande organizzazione e delle sue persone ci sono momenti importanti, che finiscono nei libri di storia. L’accordo appena raggiunto con Veba è senza dubbio uno di questi momenti per Fiat e per Chrysler. Sarò per sempre grato al team di leadership per il sostegno e per il loro incessante impegno nel realizzare il progetto di integrazione che oggi assume la sua forma definitiva”.

Indesit. l’accordo c’è, ma grava sulle finanze pubbliche

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Accordo tra Indesit e sindacati sul piano di riassetto in Italia che con l’ultima stesura «scongiura definitivamente ogni ipotesi di licenziamenti attraverso un adeguato utilizzo degli ammortizzatori sociali» nei cinque anni 2014-2018. Sì di Fim, Uilm e Ugl. non ha firmato la Fiom, si attende ora il referendum nelle fabbriche.

In Indesit salta tutto e si va in mobilità

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Sembrava raggiunto l’accordo tra  Indesit Company e le parti sociali e invece nonostante  il sacrificio chiesto ai lavoratori  che avrebbero dovuto rinunciare a parte dello stipendio per attivare le misure straordinarie previste, e continuare a lavorare tutti, alla fine invece è saltata anche quest’ultima speranza.

Il braccio di ferro che va avanti dalla scorsa primavera ieri sembrava sulla buona strada: solo la Fiom non aveva sciolto le sue riserve, ma poi nella nottata le posizioni si sono irrigidite, e non è più stato possibile trovare un accordo. Anzi la Indesit ha risposto aprendo la procedura della mobilità, che è l’anticamera dei licenziamenti individuali. “Non ci sono altre soluzioni per chi ha cuore il bene della Indesit – spiega l’amministratore delegato del gruppo di elettrodomestici Marco Milani – ma abbiamo a cuore anche tutte le persone che per l’azienda lavorano, e siccome una soluzione alternativa ai licenziamenti esiste, mi auguro che presto si possa trovare un  accordo con tutte le parti sociali”.

Dalla richiesta della mobilità, passeranno 75 giorni prima che si passi alla fase successiva e ieri anche le parti sociali, tornavano a essere possibiliste. “ Bisogna recuperare il buonsenso e lavorare affinché venga riaperto il confronto su Indesit” ha detto il segretario nazionale della Fim Cisl, Anna Trovò. “Nella trattativa – ha aggiunto – importanti novità sulle quali l’azienda si era resa disponibile a trattare” a partire da missioni produttive esclusive e specializzate sulle produzioni di gamma alta per gli stabilimenti italiani e contratti di solidarietà. Un accordo condiviso che confermi le fabbriche italiane e gli organici mantenendo i livelli occupazionali rimane per la Fim “un obiettivo alla portata delle parti” nonostante l’interruzione del negoziato e l’apertura della procedura di mobilità per 1400 lavoratori da parte della Indesit sia “un atto di rottura unilaterale pesante per il suo significato ed esplosivo per i suoi effetti se dovesse essere portato a termine”.

L’accordo con la Svizzera ci sarebbe: 12% e perdita di anonimato!

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Sembra che l’accordo ci possa essere per i conti in Svizzera per i quali potrebbe essere richiesto un prelievo del 12% e la perdita dell’anonimato. Così si metterebbe fine alla “fuga” di denaro oltre confine. Questa operazione potrebbe portare nelle casse del fisco 5 miliardi il primo anno e circa 300 milioni ogni anno quando l’accordo sarà a regime… ma forse per l’epoca i presunti evasori avranno sicuramente trovato una nuova via. L’aliquota del 12% sembra tuttavia un bel regalo visto che in Austria o in gran Bretagna le sanzioni sono ben più elevate. Ci sarebbe poi la clausola di perdere l’anonimato e non solo per chi effettivamente avesse il conto intestato, ma anche per chi l’espatrio di denaro all’estero lo ha reso possibile, quindi in prima linea ci sarebbero anche i commercialisti.

Come giustificare però un prelievo così basso agli occhi di chi è sempre stato onesto?

“L’agenzia delle Entrate e il governo sono nella fase finale di preparazione delle misure per il rientro dei capitali –scrive Federico Fubini su Repubblica -, ma non sarà uno scudo fiscale: non è prevista tutela dell’anonimato degli italiani che fino ad ora hanno nascosto i loro soldi in Svizzera. Formalmente non sarà neppure un condono, ma una sanzione (ridotta) dopo una ‘dichiarazione volontaria’ di chi fino ad oggi ha tenuto dei fondi in un paese che tutela il segreto bancario. Di certo però, come le varie misure di scudo, anche questa è destinata a sollevare problemi di equità: in cambio delle informazioni su se stessi e coloro che aiutano gli italiani ad evadere all’estero, chi ha evitato di pagare le tasse finora se la caverà con multe relativamente basse. (…) Marco Cerrato, un avvocato tributarista socio dello studio milanese Maisto e Associati, si aspetta soprattutto ‘trasparenza’: i funzionari del fisco, prevede, ‘vorranno conoscere i meccanismi della fuoriuscita di capitali e i fiduciari che hanno organizzato le strutture off-shore’. È una modalità del diritto civile simile a quella dei collaboratori di giustizia, con sconti sulle sanzioni per chi implica altre persone. Per chi ottiene gli sconti, si tratterà di pagare le imposte sui redditi da capitale degli ultimi quattro/dieci anni (secondo le posizioni) più una sanzione del 9% del patrimonio fiscalmente rimpatriato. È probabile che il prelievo finale sarà appunto del 12%, con fluttuazioni fra il 10% e il 15% in base ai singoli casi. Nell’ultimo scudo di Giulio Tremonti era stato fra il 5% e il 7%. Negli accordi appena conclusi dalla Svizzera con Gran Bretagna, Austria e Germania invece il prelievo fluttua fra il 15 e il 25% del capitale detenuto all’estero, benché in quel caso il contribuente resti anonimo e non c’è quella che di fatto è la delazione al fisco del consulente che lo ha fatto evadere”.

Risarcimento per i familiari di Cucchi fissato a un 1 milione e 340mila euro

cucchi-risarcimento-tuttacronacaE’ stata ufficializzata la cifra che l’ospedale Pertini di Roma corrisponderà ai familiari di Stefano Cucchi come risarcimento a seguito della morte del giovane, avvenuta quattro anni fa, nella loro struttura. La somma ammonta a un milione e 340mila euro. Ora che è stata trovata un’intesa, i parenti di Cucchi non saranno presenti come parte civile nei confronti dei medici  e degli infermieri al processo d’appello. Fabio Anselmo, legale della famiglia, ha commentato: “Il risarcimento è limitato esclusivamente alla responsabilità sanitaria. L’obiettivo della famiglia è quello di avere giustizia non a metà, ma a 360 gradi. Per questo, andremo in appello anche e soprattutto sulla posizione degli agenti per i quali con soddisfazione la Procura generale ha chiesto alla Corte d’assise d’appello un giudizio completo e non limitato”. Il riferimento è al fatto che, a fronte della condanna dei sanitari, è stata emessa una sentenza di assoluzione nei confronti dei tre agenti della polizia penitenziaria. Oltre ai pm, anche la procura generale ha proposto appello contro la sentenza con la quale il 5 giugno la Corte d’assise di Roma ha condannato per omicidio colposo 5 dei 6 medici imputati, mentre il sesto ha subito una condanna per falso ideologico. In quell’occasione, anche tre infermieri sono stati assolti.

Deflagrazione sull’accordo di libero scambio. Il Datagate colpisce ancora!

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La deflagrazione della bomba innescata dal Datagate non ha tardato ad arrivare e ora ha colpito anche l’accordo di libero scambio tra Ue e Stati Uniti che rischia di saltare. La tensione è forte nelle parole del presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz: «Penso che dobbiamo sospendere ora i negoziati». «Ci sono alcuni standard e criteri – ha aggiunto – che si devono rispettare, altrimenti non ha alcun senso parlarci l’un l’altro».

I familiari di Stefano Cucchi trovano l’accordo per il risarcimento con l’ospedale

stefano-cucchi-tuttacronacaMorì mentre si trovava ricoverato all’Ospedale Sandro Pertini di Roma il geometra romano Stefano Cucchi, a una settimana dal suo arresto per droga. Ora Fabio Anselmo, legale della famiglia Cucchi, ha formalizzato con gli avvocati della struttura sanitaria l’accordo per il risarcimento danni. Si mantiene il riserbo per le cifre, in attesa che vengano definiti gli ultimi dettagli. Stando a quanto si è appreso, le ultime firme saranno apposte al più tardi fra due giorni. Il risarcimento porterà a una sorta di “contrazione” degli atti d’appello e verrà a mancare la parte civile nei confronti dei medici mentre i genitori, la sorella e i nipoti di Stefano Cucchi appellerano la parte della sentenza con la quale la III Corte d’assise di Roma assolse gli agenti della polizia penitenziaria. L’accusa sosteneva che il giovane era stato “pestato” mentre si trovava in attesa dell’udienza di convalida del suo arresto, nelle celle di sicurezza della Città giudiziaria di Roma. In seguito, era stato abbandonato a se stesso dai medici del Pertini. Secondo la sentenza di primo grado, però, morì per malnutrizione.

Air France non atterra ad Alitalia: ora sono 1000 gli esuberi

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Il piano per Alitalia si farà, ma non con Air France. La compagnia francese infatti non è convinta e soprattutto non ha sicurezze per investire in Italia, nonostante Letta continui a confermare che la stabilità politica è necessaria anche per infondere fiducia negli investitori esteri… quale migliore occasione? Alitalia poteva davvero rappresentare un esempio in tal senso, ma invece Air France si defila e resta solo il piano delle poste. Ritornano quindi di triste attualità anche gli esuberi che si stima possano essere circa 1000. Cosa ha fatto allontanare Air France? Prima di tutto le banche, non è infatti chiaro se parteciperanno o escuteranno i debiti. L’ad Gabriele Del Torchio e il nuovo partner Poste stanno definendo un loro piano industriale: saranno davvero solo 1000 gli esuberi?

Naturalmente sono a rischio anche i circa 2mila contratti a termine. Tutto ora ruota intorno alla capacità di Alitalia di reagire alla crisi, aumentando il fatturato in tempi rapidi… cioè quello che già si era auspicato con il precedente salvataggio. Come spiega Il Messaggero: 

Proprio a questo scopo la compagnia ha lanciato ieri un serie di proposte commerciale per attirare nuovi viaggiatori, le famiglie in particolare, con biglietti a prezzi ridotti che partono da 99 euro.

Air France-Klm passerà dal 25% all’11% come riporta il quotidiano francese Les Echos. Sull’altro versante, quello europeo, aperto da British che ha puntato il dito contro Alitalia parlando di un vero e proprio aiuto di Stato e di fatto catalizzando gli occhi dell’Europa sull’operazione di Poste Italiane nella sottoscrizione delle quote, ora l’Italia si giustifica  parlando di “passo transitorio” come ribadito dallo stesso Fassina. 

La compagnia di bandiera italiana incassa i 130 milioni di euro da banche e soci, ma secondo il quotidiano francese il valore di Alitalia si aggirerebbe intorno ai 30 milioni di euro. Forse è sottostimato dai francesi, ma la stessa assemblea dei soci aveva stimato il valore della compagnia intorno ai 50 milioni. Proprio per questo motivo l’Air France avrebbe fatto il decisivo passo indietro e decidere di non sborsazre la quota di 75% dell’aumento di capitale e di fatto andando in minoranza passando all’11%.  Uno scenario, questo, che per i francesi non comporterebbe grandi cambiamenti. Allo scadere del vincolo di ‘lock up’ (il 28 ottobre), il gruppo franco-olandese perderà il proprio diritto di veto e non potrà più opporsi all’ingresso di un investitore straniero, ma a Parigi – scrive Les Echos – restano persuasi che tutti gli operatori esteri potenzialmente interessati (Aeroflot, Etihad, Lufthansa o Air China) abbiano gettato la spugna. Una fonte di Air France, però, non conferma e non fa commenti.

 

Si alza ancora il prezzo del latte, nuovo record a 51,55 cent al litro

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Lo denuncia la Coldiretti che rileva un aumento del latte del +25% rispetto allo scorso anno che arriva a toccare i 51,55 centesimi al litro.

“Le quotazioni continuano dunque a crescere e – ha affermato la Coldiretti – arriva a circa 100 milioni di euro il valore della speculazione che le industrie possono realizzare sottopagando il latte agli allevatori ad appena 42 centesimi al litro, secondo l’ultimo accordo siglato con alcune organizzazioni di settore per il semestre agosto 2013 – gennaio 2014 in Lombardia, dove si produce il 40 per cento del latte italiano”.

La Coldiretti quell’accordo non lo ha mai firmato e ha sottolineato che è proprio questo che “sta costando caro agli allevatori costretti ad affrontare un aumento stellare dei costi energetici e dell’alimentazione del bestiame che ha fatto chiudere le stalle. Con questi prezzi alle industrie conviene comprare il latte italiano sulla base dell’accordo a 42 centesimi al litro, visto che costa meno. Poi c’è anche chi lo rivende, lucrando sulla differenza di quasi 10 centesimi al litro con le quotazioni dello spot. E’ un fiume di soldi nelle tasche di pochi, mentre gli allevamenti resistono a fatica e diversi chiudono”.

Come poi rilevato dall’Ansa su dati Agea: “Dall’inizio della crisi nel 2007 ad oggi in Italia hanno cessato l’attività oltre seimila allevamenti con la produzione di latte che nei circa 38mila allevamenti rimasti nei primi sei mesi del 2013 si è ridotta in media di oltre il 3% rispetto allo scorso anno, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Agea, ma è possibile che il deficit possa ulteriormente aggravarsi. Il taglio della produzione – conclude la Coldiretti – è stato del 2,45%, in Lombardia, 2,15% in Emilia Romagna, del 2,73% in Piemonte, del 5,86% in Friuli, del 4,70 in Veneto, del 7,86% nel Lazio, del 5,40% in Puglia, del 4,89% in Campania e del -4,76% in Sardegna, con il record negativo fatto segnare nelle Marche (-10,32%)”

Sembra proprio che l’Italia stia in un collo di bottiglia!

#vogliamolaGinnasticainTV , ma la Rai non trova l’accordo

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Da qualche giorno su Twitter gira l’hashtag #vogliamolaGinnasticainTV, ma nonostante gli italiani chiedano di poter vedere gli esercizi della squadra azzurra alle Olimpiadi di Rio sembra proprio che la richiesta non possa trovare una soluzione positiva. Rai e FGI (Federazione Ginnastica d’Italia) non hanno trovato l’accordo sui diritti televisivi per la trasmissione di tutte le gare iridate da qui al 2016, Olimpiadi comprese.  Una notizia che è arrivata come una doccia fredda non soltanto per i tanti appassionati, ma anche per gli stessi atleti di questo sport che, in questi ultimi anni, cominciava a godere di un po’ più di visibilità anche sul piccolo schermo anche grazie al successo del docu-reality di MTV, Ginnaste – Vite Parallele, che racconta la vita dei giovani atleti della Nazionale di ginnastica artistica.

La notizia, tra l’altro, arriva a pochissimi giorni dall’inizio dei Mondiali di Ginnastica Ritmica di Kiev, dove le nostre atlete – che da tre anni detengono il titolo mondiale – cercheranno di difendere anche quest’anno il gradino più alto del podio.  L’offerta di Rai, l’unica presentata, è stata ritenuta troppo bassa dalla Federazione Internazionale. “Abbiamo atteso, compreso. Il mercato ha le sue regole e se la domanda non incontra l’offerta, che cosa possiamo fare? – ha commentato Riccardo Agabio, presidente della FGI – A rimetterci però sono sempre i più deboli, le atlete che portano in alto il nome del nostro Paese nel Mondo e i tanti, tantissimi appassionati e praticanti della Ginnastica, che pagano il canone esattamente quanto quelli degli altri sport”.

L’Inter passa in mano a Thohir: l’ufficialità a settembre

tohir-inter-tuttacronacaSono stati chiariti anche gli ultimi dettagli che rimanevano in sospeso, come la ripartizione dei debiti e il futuro assetto societario e ora, dopo la missione indonesiana di Angelo Mario Moratti, non resta che attendere il 3 settembre, a mercato chiudo, per la retifica dell’accordo più importante della storia dell’Inter. Erick Thohir, il magnate indonesiano, con una società veicolo costituita con il connazionale Roeslani, acquisirà i due terzi delle azioni nerazzurre per 350 milioni. In pratica, dinverà il nuovo proprietario del club nerazzurro mentre Moratti rimarrà socio di minoranza del Biscione, come garante dell’operazione, con il figlio Angelo Mario che diventerà probabilmente il nuovo vice-presidente esecutivo. Ma nel frattempo si è fatto un passo anche a livello di mercato: è arrivato l’ok di Thohir per l’acquisto di Saphir Taider, che Mazzarri chiedeva per rinforzare il centrocampo. Potrebbe essere questo l’ultimo acquisto in casa nerazzurra, sempre che non arrivi qualche “saldo” all’ultimo… categoria in cui difficilmente si potrebbe collocare Eto’o.

Fino a 50mila euro a chi lascia “di sua volontà”: raggiunto l’accordo a Geox

geox-incentivi-tuttacronacaTrovato l’accordo tra i vertici della Geox e i sindacati: ” Ai lavoratori cassintegrati e in contratto di solidarietà che, al termine dei due anni di ammortizzatore sociale, accetteranno di accedere volontariamente alla mobilità andranno dai 30 ai 50mila euro, a seconda dell’inquadramento attuale.” E’ questo il risultato finale dopo che, la settimana scorsa, era stato raggiunto l’accordo che definiva il numero del personale in esubero: 71 su 560 addetti. Per 44 di loro sarà chiesto un periodo di 12 + 12 mesi di cassa integrazione straordinaria, mentre per gli altri 27 sarà adottato il criterio dei contratti di solidarietà. L’intesa raggiunta prevede che, per i primi, il trattamento di Cigs venga integrato dall’azienda di Montebelluna fino al raggiungimento del 75% della retribuzione lorda (circa l’83% della busta paga netta, data la diversa tassazione alla quale sono soggette le somme dedicate ad incentivo). Trascorsi i due anni tutti loro, se accetteranno la mobilità e quindi non impugneranno il licenziamento, avranno diritto a riscuotere una somma compresa fra i 30mila euro (fino al quarto livello) ed i 50mila euro (settimo livello e quadri). Il colosso veneto si è anche reso disponibile al finanziamento di corsi di formazione a vantaggio dei dipendenti in Cigs e finalizzati ad un’eventuale ricollocazione interna o, attraverso agenzie specializzate, in mansioni richieste dal mercato del lavoro esterno. “Si tratta – hanno commentato le organizzazioni sindacali – delle condizioni incentivanti più alte mai conseguite per questa categoria”.

Topolino “trasloca” da Disney Publishing a Panini

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La Panini mette a segno un colpaccio e sigla un accordo preliminare per per rilevare la divisione periodici della Disney (Disney Publishing), che pubblica Topolino e altre riviste per bambini come Bambi, Winnie the Pooh e Witch. L’operazione è davvero di grande impatto e riguarderà circa 22 dipendenti della Disney Publishing, metà dei quali giornalisti e metà poligrafici, pari a circa un decimo del totale della Disney Italia. Sembrerebbe che nell’accordo sia prevista anche la possibilità di trasferire le attività nella sede di Modena.

Sindacati e Confindustria hanno siglato l’accordo sulla rappresentanza

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Dopo quattro ore di confronto, i leader dei sindacati, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti ed il presidente degli industriali, Giorgio Squinzi, hanno siglato l’intesa: Cgil, Cisl e Uil e Confindustria sono quindi riusciti a raggiungere l’accordo sulla rappresentanza e la democrazia sindacale. La leader della Cigl, Susanna Camusso, ha dichiarato: “E’ un accordo storico che mette fine a una lunga stagione di divisioni e definisce le regole”. Anche il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, ha sottolineato il fatto che si tratti di un accordo storico prima di sottolineare: “Dopo 60 anni raggiungiamo le regole per la rappresentanza, che ci permette di avere contratti nazionali pienamente esigibili”. Il leader della Uil, Luigi Angeletti ha notato che “E’ un accordo importante che regolerà i rapporti, le relazioni industriali in modo più chiaro e trasparente. La dimostrazione che le parti sociali sono capaci di autoregolarsi”. Reazione positiva anche da parte del premier Letta: “Una bella notizia l’accordo appena firmato Confindustria-sindacati: e’ il momento di unire, non di dividere per combattere la disoccupazione”.

Neymar vola al Barcellona!

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Neymar, il giovane astro nascente del calcio brasiliano, ha già firmato un accordo privato con il Barcellona che, a sua volta, ha versato 10 milioni dei 45 pattuiti. Neymar vestirà la maglia blaugrana nel 2014; in caso di rescissione dell’accordo è prevista una penale di 80 milioni.  L’interessamento del Barca per il ventunenne attaccante del Santos era noto e lo aveva manifestato lo stesso presidente della società catalana, Sandro Rosell, il quale aveva detto che l’asso brasiliano faceva parte della lista di possibili ingaggi. Invece il 21 novembre l’accordo era già stato sottoscritto. Secondo il quotidiano, l’accordo tra Barcellona e Neymar non influirebbe in alcun caso su quello che il calciatore ha con il suo club attuale.

Nella notte Anastasiades strappa l’accordo alla troika!

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Dopo le parole dure di ieri sera del Presidente cipriota Anastasiades che aveva senza timore accusato la troika di non voler trovare un accordo e aveva denunciato l’ostruzionismo dichiarando: “Volete costringermi alle dimissioni? Vi propongo una cosa e la rigettate, ve ne propongo un’altra e la rigettate, che volete che faccia? Se volete le mie dimissioni, ditelo”,  durante la notte l’Eurogruppo ha dato l’ok al piano di salvataggio di Cipro. Cosa prevede l’accordo?

La Laiki Bank sarà chiusa attraverso un processo controllato e i suoi asset finiranno in una ‘good bank’ e in una ‘bad bank’. Per i depositi sotto i 100mila euro scatterà la garanzia europea, quindi saranno salvi. Inoltre, non ci sarà alcuna tassa o prelievo sui depositi, ma un’altra forma di ‘bail-in’: si congelano cioé i depositi sopra i 100mila euro, che verranno poi convertiti probabilmente con obbligazioni dello Stato.

“L’accordo raggiunto mette fine alle incertezze su Cipro e sulla zona euro”, ha detto il presidente dell’eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, spiegando che “l’intesa evita la tassa e ristruttura profondamente il settore bancario di Cipro”. “Il programma contiene un approccio deciso per affrontare gli squilibri del settore finanziario. Ci sarà un’appropriata riduzione, con il settore bancario che raggiungerà la media europea nel 2018. Inoltre, Cipro s’impegna ad un programma di consolidamento dei conti, riforme e privatizzazioni”, ha detto Dijsselbloem. Le misure previste dall’accordo si limiteranno solo alle due banche maggiormente problematiche, cioé Laiki e Bank of Cyprus. La Laiki sarà risolta subito, in una bad bank e in una good bank, e quindi scomparirà. Gli asset buoni finiranno nella Bank of Cyprus, così come la liquidità d’emergenza della Bce (Ela), che deve essere restituita. Tutte le altre non saranno toccate. I depositi sotto i 100mila euro della Laiki saranno garantiti, quelli sopra i 100mila subiranno delle perdite che saranno decise durante il processo di liquidazione. Anche la Bank of Cyprus subirà delle perdite, ma non sarà l’Eurogruppo a stabilirlo, bensì lo farà nelle prossime settimane la troika, assieme alle autorità cipriote.

Il direttore del Fmi Christine Lagarde raccomanderà al Fmi di partecipare al piano di salvataggio di Cipro: lo ha detto Lagarde al termine dell’eurogruppo, spiegando come l’intesa raggiunta sia “buona”, perché “protegge i depositi sotto i 100mila euro, limita le misure alle due banche maggiormente problematiche e divide il peso tra Ue e Cipro in modo equo”.

L’accordo per il salvataggio di Cipro mette di buonumore le Borse europee e in rialzo appaiono anche i futures americani. In evidenza Vodafone (+2,3%) dopo le indiscrezioni su contatti per la cessione della sua quota nella joint venture con Verizon Communications per 135 miliardi di dollari. Bene Londra (+0,64%), Parigi (+1,4%), Francoforte (+1,07%) e Madrid (+1%). Milano (+0,6%) decelera ma si mantiene in linea con gli altri listini.

Nessun accordo… l’AMERICA TREMA!

Obama si presenta al popolo sconfitto… nessun accordo ancora e mancano poche ore al tracollo!

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Non c’è ancora accordo negli Stati Uniti per evitare il “sequester” e i tagli automatici alla spesa per 85 miliardi di dollari potrebbero scattare oggi. Le trattative a Washington finora sono fallite.

Oggi il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha incontrato i leader del Congresso per tentare di trovare all’ultimo un compromesso che scongiuri un nuovo colpo all’economia americana. Alle 17.35 ora italiana Obama si è presentato per rilasciare una dichiarazione dai toni durissimi: i tagli automatici alla spesa avranno un «effetto domino» sull’economia e porteranno alla perdita di 750.000 posti di lavoro.

«Serve un compromesso, Il deficit e il debito vanno risanati con un approccio bilanciato», ha affermato il presidente Usa. Poi l’appello: «I tagli automatici alla spesa non sono necessari», serve «responsabilità». Di parere opposto lo speaker della Camera, John Boehner che, al termine dell’incontro alla Casa Bianca, ha ribadito la linea dei repubblicani: «Il problema non sono le maggiori entrate ma la spesa».

I tagli colpiranno tutti i pubblici servizi e in particolare i programmi sociali, la spesa per l’educazione, i fondi per la ricerca e i salari. Il Fondo Monetario Internazionale ha già messo in guardia gli Usa: se non non eviteranno il “sequester” l’istituto di Washington è pronto a rivedere al ribasso le stime sulla crescita statunitense e globale. In particolare la revisione del Pil americano sarebbe di almeno 0,5% rispetto all’attuale +2% per l’anno corrente. Se non sarà raggiunto un compromesso i tagli scatteranno alla mezzanotte di oggi (23,59 orario di Washington, le sei di sabato mattina in Italia). La Casa Bianca ha fatto sapere che spariranno 70.000 posti negli asili nido, 14.000 insegnanti perderanno il posto e sarà tolta l’assistenza a 600.000 donne e famiglie povere.

La Roma… è quasi araba!

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Americani e arabi sotto la stessa bandiera, quella della Roma. E’ il progetto che il presidente James Pallotta ha intenzione di portare a termine per rendere ancor più competitivo il progetto giallorosso. Il businessman di Boston ha già individuato il socio ideale per realizzare la partnership: si tratta dello Sceicco Adnan Adel Aref al Qaddumi al Shtewi, uomo d’affari nato a Nablus nel 1959 che da 25 anni si divide tra la Capitale e l’Umbria. Le parti, dopo essersi incontrate anche di persona nell’ultimo soggiorno a Roma di Pallotta prima di Natale, hanno deciso di siglare un accordo preliminare per l’ingresso dello Sceicco.

Storace – Radicali: quale scandalo? solo un errore! Così Emma Bonino

UN ERRORE DA NULLA!

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Leggi gli articoli precedenti.

L’accordo Pannella – Storace va in frantumi

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Intanto sale a 107 il numero delle vittime, mentre l’Unicef informa che sono 20 i bambini uccisi e almeno 250 quelli rimasti feriti.

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