Il Cav finisce in un panino: a Londra puoi mangiare il Berlusconi Burger!

BERLUSCONI-BURGER-tuttacronacaSi chiama Berlusconi Burger e costa sei sterline. Il panino che prende il nome dal senatore decaduto lo si trova in un camioncino-bar di Londra che lo propone come specialità. A raccontarlo è il sito drivingline.com. The Cheeky Italian “ha catturato la mia attenzione – scrive John Brooks sul sito web – in particolare il Berlusconi Burger”. Che ” fortunatamente non ha nulla a che fare con il Bunga Bunga, ha assicurato l’affascinante chef JT”. Tuttavia, la ricetta del panino intitolato all’ex primo ministro italiano e leader di Forza Italia resta un segreto, “più di quanto si possa dire delle orge del Cavaliere”, scherza Brooks.

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Lucia Annibali e l’abbraccio della folla in tribunale

lucia_annibali_tuttacronacaApplausi e un coro di “Brava Lucia!” E’ stata accolta così l’avvocatessa Annibali alla sua uscita dal tribunale di Pesaro. Sfigurata dall’acido per una vendetta dell’ex fidanzato, lei continua a metterci la faccia e oggi, con il volto in parte coperto da occhiali da sole e da un cappello, ha accennato a un saluto. Per quel che riguarda il processo ai due sicari albanesi ingaggiati dal suo ex Luca Varani, il gip ha accolto la richiesta di giudizio abbreviato, ma non condizionato, fatta dai legali degli imputati. Il prossimo appuntamento è per il 21 febbraio, quando si svolgerà il processo che si giocherà solo sulle carte finora acquisite, e non su altre perizie o consulenze. La sentenza dovrebbe essere emessa già il 22 febbraio. Francesco Coli, l’avvocato che assiste la Annibali, ha commentato ai giornalisti presenti, che la presenza della donna “testimonia che è più forte del male che le hanno fatto”, e che sicuramente la sua assistita sarà presente al processo. Durante l’udienza l’avvocato di Varani ha ribadito che l’uomo aveva solo ordinato ai due albanesi di danneggiare con l’acido l’auto della ex.

Decaduto in Senato e sfrattato da Palazzo Grazioli: i guai del Cavaliere

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Lo racconta Carlo Tecce su Il Fatto Quotidiano. Silvio Berlusconi decaduto dalla carica di senatore ora rischia anche lo sfratto da Palazzo Grazioli, infatti il Pdl, ormai partito morto e sepolto non avrebbe pagato l’affitto per sette mesi e così i proprietari, il conte Emo Capodilista e Saverio Caravita di Sirignano hanno denunciato i parlamentari per morosità.

Tecce scrive:

 Non è senatore neanche a casa sua. Il decaduto Silvio Berlusconi lo sfrattano pure dal “parlamentino” di palazzo Grazioli, un emiciclo di legno intagliato che ha ospitato memorabili conferenze stampa, riunioni plenarie e simulazioni di governo. Perché il morosità: abusivi, non pagano l’affitto da sette mesi, occupano l’aula di un finto Montecitorio, l’ex redazione del Mattinale (Primo Piano) compreso l’ufficio di Paolo Bonaiuti e spergiurano di aver disdetto il contratto. E poi il fatidico 27 novembre dopo le fatidiche 17: 42 e 30 secondi, il sofferente Berlusconi ha radunato le truppe di Forza Italia proprio nel “parlamentino”. Il tribunale civile di Roma dovrà valutare il danno.

(…) Ora va scoperto il Cavaliere parsimonioso, che non vuole saldare arretrati di un partito gestito da un tale Angelino Alfano e che la fidanzata Francesca Pascale ha iniziato al risparmio casalingo: inaccettabili i fagiolini a 80 euro per un chilogrammo. E così Berlusconi ha spedito l’architetto Gianni Gamondi in missione per le residenze più blasonate di Roma: caccia alla nuova magione, riservata, immune ai fotografi e ai giornalisti.

Berlusconi starebbe cercando una nuova sede per non mischiare più politica e vita privata, visto come sono andate a finire certe serate con i falchi a Palazzo Grazioli e Francesca Pascale che non gradiva.

Scrive ancora Tecce:

Il fidatissimo Gamondi, scultore di ville berlusconiane da Antigua a Lampedusa sino a Villa Certosa, non ha trovato il pezzo giusto più che il prezzo: adesso ha occhi solo per Palazzo Taverna. Per un po ’ di pigrizia, raccontano gli amici di Fininvest, Silvio s’è fatto sfuggire il Pecci-Blunt, il palazzo con lo sguardo al Campidoglio. Dove Denis Verdini, anni fa, riuniva avventurieri e (Marcello Dell’Utri) per cercare di condizionare la Consulta sul prezioso Lodo Alfano. Ma il Cavaliere, forse, avrà preferito ignorare quei mattoni pregiati e storici che sanno di sconfitta. Le ispezioni di Gamondi vanno avanti, piano: il decaduto non vuole abbandonare la Capitale, anche se non vuole più confondere politica e Pascale. (…) Per i servizi sociali o i domiciliari, anche su suggerimento di Francesca, Berlusconi ha indicato Roma. Il prossimo palazzo dovrà avere un cancello molto imponente, numerose entrate, più verde (chissà se sintetico) e, soprattutto, tanta erba per Dudù. Dismesso da senatore e dismesso il “parlamentino”, il Cavaliere parsimonioso ricomincia da Roma 2.

“Non chiamatemi poveretta”: parla il Cavalier Lucia

 

lucia_annibali_tuttacronacaIeri la nomina a Cavaliere della Repubblica, oggi la lettera aperta al Corriere della Sera. Lei è Lucia Annibali, l’avvocatessa sfregiata con l’acido per volere del suo ex fidanzato. Nella missiva si legge: “Per favore non dite ‘poveretta’. Sforzatevi di pensarmi come Lucia e basta, non solo e sempre come Lucia la sfigurata, appunto. È vero, è impossibile guardarmi in faccia e non vedere quello che mi hanno fatto”, ma lei vuole andare avanti, scrivere una nuova pagina della sua vita ora.  “Se potrò essere un esempio, se potrò aiutare anche soltanto una di loro a venirne fuori ne sarà valsa la pena. Oggi (ieri, ndr) ho parlato a una platea di ragazzini per la prima volta nella mia vita. La loro attenzione mi ha commosso, sentivo i loro pensieri girare attorno a me, capivo che dentro ciascuno di loro c’era una speranza per il futuro. Spero che nessuno di quei ragazzi diventi mai il problema di una donna, che nessuno scelga di non avere rispetto”, conclude.

Cavalier Lucia, l’Annibali sfregiata dall’ex viene insignita da Napolitano

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Nella Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha conferito l’Onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana a Lucia Annibali, l’avvocatessa di Pesaro sfregiata con l’acido per ordine del suo ex fidanzato.

«Sono molto, molto orgoglioso di lei, Lucia in questi mesi è sempre stata molto forte. Ora è anche ‘cavaliere’, il secondo in famiglia, anche mio padre lo era». L’avv. Luciano Annibali ha appreso da poco che sua figlia Lucia, sfregiata con l’acido dall’ex fidanzato il 16 aprile scorso a Pesaro, è stata nominata da Napolitano Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica italiana, nella Giornata contro la violenza sulle donne. «Lucia è a Parma con la madre, – spiega -: deve subire un nuovo intervento chirurgico nel centro dove è in cura, per tentare di recuperare il più possibile. L’8 novembre ha dovuto fare anche il laser, di interventi ne fa quasi uno al mese, ma è una persona forte, e la nomina l’ha resa felice».

“Noi abbiamo fatto una scelta diversa”, così Alfano sulla manifestazione del 27

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Parole nette quelle di Alfano, a proposito della protesta prevista per il 27 novembre in occasione del voto sulla  decadenza di Silvio berlusconi da senatore. Il vicepremier a ‘L’arena’, ribadisce infatti  “Non partecipiamo alla manifestazione. Guardiamo al futuro e non siamo coinvolti”. ‘ a proposito della protesta prevista per il 27 novembre in occasione del voto sulla  decadenza di Silvio berlusconi da senatore. “Penso che un uomo con la carriera e la biografia di Silvio Berlusconi meriterebbe di non essere sottoposto ai servizi sociali e meriterebbe la grazia”, anche se non l’ha richiesta, ha aggiunto il vice premier Alfano, precisando poi di non volersi addentrare nelle “procedure” che attengono al Colle.

Alfano tiene a rimarcare di avere ancora buoni rapporti con il Cavaliere. Con Berlusconi “capita di sentirsi. Il rapporto personale e anche politico all’interno della coalizione prosegue, quello che ci ha diviso è il giudizio sulla tenuta del governo dopo la decadenza e anche la visione, con il prevalere di una linea estremista nel partito”. “E’ la linea che consideriamo sbagliata di fare cascare tutto e mettere gli interessi del Paese dopo l’egoismo di partito. C’è accanto a Berlusconi chi lo spinge in una direzione estrema”, ha aggiunto il vice premier nel suo intervento.

Uno stop alla possibilità di rivedere la data, prevista per il 27, per il voto di decadenza è arrivato oggi Dario Stefano, presidente della Giunta per le elezioni del Senato. “Il provvedimento sulla mancata convalida dell’elezione di Berlusconi è uno dei pochi provvedimenti che possono essere affrontati dall’Aula del Senato anche in sessione di bilancio. Tecnicamente, non c’è alcun elemento che porti a riconsiderare la data – ha detto Stefano, intervistato dal Quotidiano di Puglia  – . Essendo uno Stato di diritto dobbiamo applicare la legge che è in vigore e che peraltro pone anche il tema della tempistica. Penso al famoso avverbio ‘immediatamente’ della legge Severino, che indica una strada”.

Il Pd mette il naso in casa Forza Italia. Imbarazzo per Alfano?

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Guglielmo Epifani esulta per la scissione in casa Forza Italia e afferma “da un certo punto di vista si fa chiarezza. Ora il governo può operare al meglio e con più efficacia “, il segretario del Pd poi aggiunge  “Non ci potranno essere spinte e ricatti se si applica la legge. Non c’è più il rischio che cada un governo se si applica solo la legge”. Forse queste parole metteranno in imbarazzo Alfano che si era comunque dichiarato leale al Cavaliere e che avrebbe portato avanti la sua battaglia per la giustizia?

Quella segnalazione al Cavaliere chiesta da Ligresti

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Al centro della vicenda ci sarebbe Giancarlo Giannini, ex presidente dell’Isvap con il mandato scaduto ed ecco quindi che Salvatore Ligresti si sarebbe attivato contattando il presidente del Consiglio, allora Silvio Berlusconi, per far ottenere a Giannini l’incarico dell’antitrust. Questo è quanto riportato dal pm di Milano Luigi Orsi nell’avviso   di chiusura indagini nei confronti di Salvatore Ligresti e Giancarlo Giannini, accusati entrambi di corruzione. Giannini, inoltre, deve rispondere anche del reato di calunnia, perché il 18 aprile 2012 ha presentato una denuncia nei confronti degli allora amministratori di fondiaria-sai, accusandoli di ostacolo all’autorità di vigilanza “sapendoli innocenti”.

Secondo quanto riporta La Stampa:

L’ ex presidente dell’Isvap eseguì nei confronti di Fonsai un controllo «tardivo e inefficiente» in cambio della promessa, da parte di Salvatore Ligresti di ottenere, una volta scaduto il suo incarico, «l’incarico di presidente dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato: promessa cui Ligresti faceva seguire contatti con il presidente del Consiglio pro tempore». È quanto si legge nel documento sulla chiusura indagine da parte del pm di Milano Luigi Orsi.

 Nel testo si legge ancora che Giannini con una denuncia in Procura a Milano nell’aprile 2012 «incolpava» del reato di ostacolo all’attività dell’organismo di vigilanza sulle assicurazioni gli allora amministratori di Fonsai «sapendoli innocenti», quando invece fu lui stesso, tra il 2002 e l’agosto del 2010, a disporre «che l’Isvap non effettuasse alcuna ispezione» sul gruppo se non «tardivamente nell’ottobre 2010».

Le ardite dichiarazioni di Razzi “io sono solo proprietà di Berlusconi”

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Antonio Razzi, senatore del Pdl, ospite  al programma di Radio2 ‘Un Giorno da Pecora’ ha fatto oggi affermazioni ardite dichiarando:

“Io non sono né falco e né colomba nel Pdl, sono solo di proprietà di Berlusconi, quello che lui mi dice io faccio. Ce ne vorrebbero altri due di Berlusconi”

In che senso dice che ci vorrebbero altri due Berlusconi?

“Siccome l’Italia è divisa tra nord, centro e sud, ci vorrebbe un Berlusconi al nord, uno al centro e uno al sud. Così sicuramente diventeremo la prima nazione al mondo, l’Italia diventerebbe il giardino del mondo”. Se il Cavaliere le chiedesse di far cadere il governo, lei cosa farebbe? “Io sto con lui”. E per Berlusconi lei farebbe qualunque cosa? “Farei qualsiasi cosa”. Si getterebbe anche sotto un treno? “Certo, perché no? Per salvare l’Italia lo farei”, ha detto il senatore a Radio2. Sarebbe anche disposto a morire per Berlusconi? “Senz’altro, se serve per il bene del Paese”. In quale modo sarebbe disposto a morire? “Un infarto, in modo veloce”. Quindi non lo tradirebbe mai? “Mai. Piuttosto che tradirlo preferirei morire”, ha concluso Razzi a ‘Un Giorno da Pecora’.

La guerra del Cavaliere non è finita, nuove battaglie?

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La guerra di Silvio Berlusconi non è finita, anzi sembra quasi che sia alle prime battaglie che sicuramente il Cavaliere ha perso, ma che ora, è pronto  a guidare in prima persona, senza lasciarsi influenzare da colombe o falchi. In un’intervista a Bruno Vespa per il suo nuovo libro, l’ex premier annuncia guerra aperta: «La partita è ben lontana dal fischio finale, perché la sentenza che mi ha condannato è fondata su delle falsità, e sarà ribaltata molto presto», ha detto Berlusconi nel libro Sale, zucchero e Caffè. «Troppi giornali – continua – hanno titolato ‘L’ira di Berlusconi’. Io posso essere preoccupato, deluso, amareggiato ma l’ira proprio non mi ha mai posseduto». Interpellato sulla decisione della giunta del Senato di far votare la sua decadenza a scrutinio palese, Berlusconi risponde: «Mi pare tutto chiaro. Come dice una vecchia canzone di De Gregori, Non c’è niente da capire. L’atteggiamento della sinistra, e non solo, è ormai sotto gli occhi di chiunque abbia anche soltanto un minimo di onestà intellettuale. Ma hanno commesso un autogol; gli italiani hanno capito che vogliono eliminarmi per sempre dalla vita politica perché mi considerano l’ultimo ostacolo alla loro definitiva presa del potere».

Il periodo no della Santanchè

santanchè-visibilia-tuttacronacaDecisamente un periodo no per la Pitonessa: si augurava la crisi di governo e invece ha incassato una “sconfitta” quando al suo partito è giunto l’ordine di votare la fiducia, dei ragazzini l’hanno insultata sotto casa, ora, come spiega un articolo a firma Marco Lillo su il Fatto, si ritrova con dei grattacapi anche nell’ambito degli affari. Visibilia, concessionaria di pubblicità di cui è amministratrice unica e azionista di controllo, non sta vivendo uno dei suoi momenti migliori. La società che vende spazi pubblicitari per il Giornale, infatti, presenta un indebitamento finanziario corrente di 12 milioni e 74mila euro, composto per 8 milioni e 325mila euro da debiti verso le banche dovuti ad anticipi fatture per altri 3 milioni e 748mila. A causa di questa non facile situazione di bilancio, le banche avevano dimezzato le linee di credito sull’anticipo delle fatture. Nel tentativo di tirarsi fuori da una simile situazione, la Santanchè ha deciso di rivolgersi all’ex marito Canio Mazzaro, proprietario della Bioera, azienda di prodotti biologici quotata in borsa. Spiega Lillo che, per convincere gli azionisti di Bioera a credere in lei, aveva promesso di incassare, con Visiblia, 5 milioni di euro all’anno con la pubblicità su 50 emittenti radio. Mazzaro ci aveva creduto e ricambiato: vende alcune quote (il 14 per cento poi diventato 9) all’ex compagna e in cambio compra il 40 per cento della Visibilia. In gergo tecnico viene definita un’operazione a parti correlate. Operazione che non aveva soddisfatto la Consob per le informazioni fornite dai due ex coniugi. E così, spiega Lillo sul Fatto, a fine settembre ci sarebbe stato un incontro tra la Pitonessa e il presidente dell’ente che vigila sulle operazioni di borsa Vegas per capirne di più: la Santanchè ha però smentito: “Tutto falso, non ci siamo mai visti”.

La Santanché contro Mattia Mor, imprenditore renziano!

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A Piazzapulita volano parole e anche pesanti tra Daniela Santanché, che si scaglia contro l’imprenditore renziano, ex partecipante al Grande Fratello e Uomini e Donne, Mattia Mor che affermava: “Io mi vergogno quando sento dire che Berlusconi è il più grande imprenditore italiano” e ricordava “Il 90 percento dell’export italiano – prosegue Mor – è fatto da piccole e medie imprese. Quando io e i miei colleghi andiamo all’estero per esportare con difficoltà dobbiamo scontare un doppio fattore che è dato dall’effetto Berlusconi. L’effetto Berlusconi altro non è che quella risatina di scherno che Merkel e Sarkozy si fecero al vertice di Cannes. Era una risata verso tutto il popolo. Il primo ministro che rappresenta l’Italia rappresenta il popolo. Quindi, quando un’azienda piccola come la mia o anche più grandi cercano di esportare, quando un giovane va a Londra per cercare lavoro dopo la laurea deve fare una doppia fatica da questo punto di vista anche per togliersi quest’aura di ridicolo che gli è messa addosso. Il bello è che la maggior parte delle volte a fare questo doppio lavoro ci riesce perché noi italiani siamo i migliori al mondo come singoli individui. Noi ce la facciamo però non grazie al Paese, ma nonostante il Paese. Nonostante Silvio Berlusconi sia il politico più conosciuto in assoluto. Quando io vado a vendere negli Stati Uniti, in Germania, in Russia, comunque mi trovo di fronte a dei partner che, se si parla di politica, sorridono. Garbatamente, ma sorridono. Questa è una cosa che va valutata bene”. “L’immoralità e l’inaffidabilità che Berlusconi ha portato nella politica – attacca ancora Mor – non sono soltanto un fatto moralista di sinistra, ma sono un danno economico per le imprese che devono esportare” “Lei non si vergogna di niente – la difesa al Cav della Santanché – No! Lei deve imparare da Berlusconi! Si sciacqui la bocca! Ha inventato la televisione commerciale!”. Secca risposta finale di Mor: “La televisione commerciale l’ha copiata dagli Stati Uniti”.

Santanchè: “Le donne devono permettersi il lusso di essere come gli uomini”

santanchè-lario-lavorare-tuttacronacaDaniela Santanchè è intervenuta ai microfoni di La Zanzara su Radio 24 dove ha parlato dell’emancipazione femminile approfittandone per schierarsi dalla parte di Berlusconi mentre parla dell’ex moglie del leader di Forza Italia: “Veronica Lario? Io preferisco pagare gli uomini e non essere pagata. Per me le donne devono lavorare e permettersi il lusso di essere come gli uomini e pagare gli alimenti”. Il riferimento è al mega assegno che il Cav deve pagare all’ex consorte, la cui cifra è stata ridotta a 1.4 milioni di euro al mese lo scorso luglio. Inizialmente la cifra era di 3 milioni. Ha continuato la Pitonessa: “Come donna preferisco pagare gli alimenti a un uomo. Dobbiamo abituarci a pensare che gli uomini non sono dei bancomat. Mi sembra chiaro che ho un concetto molto diverso dalla Lario. Questa cosa dei 46 mila euro al giorno non riesco neanche a comprenderlo, è fuori dal mondo”.

“Chi tocca Berlusconi muore”, minacce a Giarrusso

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“Chi tocca Berlusconi muore”. Il messaggio agghiacciante che ha ricevuto il senatore del M5S Mario Giarrusso, e che era indirizzato anche a tutti i colleghi che insieme a lui hanno votato la decadenza del Cavaliere nella giunta delle elezioni del Senato, è stato subito stigmatizzato con queste parole dal capogruppo del Sel al senato, Loredana De Petris: “Al Presidente Stefano, già vittima di numerose e ripetute minacce, al senatore Giarrusso e a tutti i colleghi ai quali è stata rivolta questa vigliacca intimidazione va la mia solidarietà personale e quella dei senatori e delle senatrici del partito”.

Da parte sua Mario Giarrusso ha dichiarato: “Ho contattato gli altri componenti della Giunta, ma al momento la lettera l’ho ricevuta soltanto io. Ho già sporto denuncia, il mio collaboratore in questo momento e’ dai carabinieri e appena terminata la seduta dell’Aula lo raggiungerò per firmarla. Spaventato? Assolutamente no, nella mia vita ho affrontato ben altre cose di cui aver paura”.

La missiva, che l’Huffingtonpost ha pubblicato mostra le foto degli interessati. Sotto vi si legge: “Chi vive per l’odio e pregiudizio di odio perisce”. Poi “State pronti, che da questa fine non vi salva nemmeno il padreterno” e l’inquietante foto di Benito Mussolini e Claretta Petacci appesi a testa in giù a piazzale Loreto.

“Solo” 46mila euro al giorno per Veronica Lario: dimezzato l’assegno

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Più che dimezzato l’assegno di mantenimento che Berlusconi dovrà passare all’ex moglie Veronica Lario: da 3 milioni si passa quindi a 1,4 milioni al mese. A decidere di dimezzare l’assegno è stato il Tribunale di Monza, dove è in corso la causa di divorzio avviata dal Cavaliere. In precedenza l’assegno di mantenimento invece era stato deciso dal Tribunale di Milano in base alla richiesta di “separazione consensuale”. In quell’occasione il Cavaliere aveva accusato le tre giudici della nona sezione civile di Milano essere «femministe e comuniste» aggiungendo, ospite di una trasmissione televisiva, di sperare comunque «in un accordo bonario e sensato con Veronica». Così in seguito a un incontro tra le parti alla presenza dei legali che si sarebbe svolto nella «casa coniugale» di Macherio, si sarebbe deciso che la villa andasse alla moglie e che i 3 milioni al mese diventassero “solo” 1,4, ovvero 16,8 milioni l’anno.

 

Quei servizi sociali che vanno e vengono… Le ipotesi de Il Giornale

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L’affidamento ai servizi sociali richiesto da Silvio Berlusconi potrebbe avere delle incognite lo si apprende, da Il Giornale che afferma:

L’affidamento ai servizi sociali può essere rifiutato se il condannato non dimostra di poter essere recuperato alla società, e di voler risarcire il danno compiuto violando la legge. Il problema è che Berlusconi ritiene di non avere alcun bisogno di essere rieducato, perché sostiene di non avere commesso alcun reato. E il suo dialogo con gli assistenti sociali, che i giudici invieranno a parlare con lui, rischia di diventare un surreale dialogo tra sordi.

La legge sull’ordinamento penitenziario non prevede che per ottenere l’affidamento sia necessario confessare. Ma per capire cosa si aspettino gli assistenti sociali da Berlusconi è sufficiente leggere quanto ieri sera ha dichiarato a Ballarò il capo dell’Ufficio esecuzione penale esterna – ovvero Uepe – di Roma, che si occupa di vagliare le richieste di affidamento presentate nella capitale. In realtà a esaminare la pratica Berlusconi sarà l’Uepe di Milano, la città dove la domanda verrà presentata, ma la linea è unica: «Il soggetto – ha spiegato Antonella Di Spena – deve in qualche modo far prevedere che c’è una voglia di reinserirsi nel migliore dei modi nella società», e per questo andrà valutato anche «l’atteggiamento nei confronti del reato», «l’attività riparativa, la volontà di riparare a quest’azione».

Se non è una richiesta di confessione poco ci manca. Se gli assistenti sociali dovessero dare parere negativo, il tribunale di Sorveglianza avrebbe gioco facile nel respingere la richiesta. A quel punto Berlusconi dovrebbe scontare l’anno di carcere che gli è stato inflitto per frode fiscale agli arresti domiciliari.

Chi è fascista?

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Lucia Annunziata nel suo editoriale sull’Huffington Post scrive “Non infierirò sul destino di Berlusconi”. Il motivo è profondo e trova le sue radici in quell’atteggiamento che la giornalista definisce da “fascistello”. Con tale termine l’Annunziata punta il dito contro chi “ci induce a sfoggiare i muscoli, a esercitarci contro quelli più deboli di noi – i vecchi, gli stupidi, i brutti, i poveri, i neri, le donne, i gay… la lista è infinita”.

E possiamo condividere il senso profondamente civico della frase, in fondo infierire su un uomo e sul suo declino è sempre un segno di arcaico e inutile machismo. Oggi però sorge il problema, che su posizioni come quelle dell’Annunziata o a esse simili, si sta costruendo la figura del personaggio-vittima che sta sostituendo il pregiudicato Berlusconi.  Dobbiamo, dunque, bilanciare il giudizio, anche per rispetto a quanti non sono “fascistelli” ma invece sono state “vittime di una politica scellerata”: cioè le generazioni bruciate. I quarantacinquenni e i trentenni senza lavoro, l’immagine della donna mercificata fra la pubblicità e gli spettacoli di intrattenimento, la mancanza di etica civica, le lacune nelle politiche per gay e coppie di fatto, l’eutanasia, etc…

Ancora l’Annunziata scrive:

“Il fascista più fascista di tutti è a mio parere quella pulsione interiore che ci fa infierire sui nemici vinti. Credo di non avere bisogno di patenti per dimostrare da che parte sono stata in questi venti anni, ma davanti alla conclusione giudiziaria e politica di questo periodo non mi metterò fra chi affonda la lama dell’insulto, della soddisfazione, e ancor meno della volgarità,contro Silvio Berlusconi. Non trarrò piacere dalla condanna di nessuno”.

Non vogliamo infierire quindi, ma non dobbiamo permettere la strumentalizzazione che si può fare del nostro senso etico nel momento in cui non sferriamo l’ultimo colpo fatale… Non dobbiamo permettere che il Cavaliere diventi vittima, ma che sia, lui come altri, solo il soggetto di una condanna per un reato che la magistratura ha ritenuto di dover punire. Per questo, in nome di quanti invece vittime sono, la decadenza dalla carica di Senatore è un atto dovuto. E’ giusto ricordare che avendo completamente ignorato quelle che erano politiche del lavoro o diritti sociali abbiamo costretto una generazione a rimandare forse per sempre la possibilità di costruirsi un avvenire o una famiglia e abbiamo invece favorito un’emigrazione disperata portando via dall’Italia risorse e intelligenza.

Il Cavaliere umiliato, così Berlusconi e l’Italia sui giornali stranieri

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Di sito in sito si segue anche all’estero e non solo in Europa, la crisi di Governo italiano e in particolare si tengono gli occhi puntati sulla spaccatura ormai inevitabile della destra italiana.

Ecco alcune prime pagine online

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Il trasloco del Cavaliere!

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Silvio ha forse scelto la sua “prigione”? Il Cavaliere ha trasferito la sua residenza da Arcore a Roma e negli ambienti politici si sussurra che tale trasferimento sia stato dovuto alla decisione di trascorrere il periodo degli arresti domiciliari a Roma, vicino alla sede del suo “nuovo” partito Forza Italia e a un passo dai “Palazzi del Potere”. Così la residenza abituale di Silvio Berlusconi è diventata Palazzo Grazioli. Questo secondo alcuni sarebbe stato anche dettato dalla scelta del Cavaliere di preferire i domiciliari ai servizi sociali, ma al momento sono solo ipotesi. Silvio Berlusconi ha tempo fino al 15 ottobre per decidere e comunque la residenza a Via del Plebiscito non lo obbligherebbe a trascorrere il periodo di condanna a Roma, potrebbe sempre indicare un diverso domicilio nel quale scontare la pena. Ora comunque B. è diventato romano!

Fiorello spina nel fianco del Cavaliere?

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E’ Vittorio Feltri a usare l’inchiostro come se fosse un fioretto per attaccare Fiorello che aveva diffuso nelle ore scorse  un finto videomessaggio imitando Berlusconi. Con un editoriale intitolato “Di governo e di Fiorello”, Feltri accusa il comico pubblicamente:

“Ieri sulla 7 (e ieri l’altro su Rai 1) è andato in onda un filmato in cui Fio­rello, il fenomeno, faceva il verso a Sil­vio Berlusconi in chiave satirica. In sin­tesi, una presa in giro di pessimo gu­sto. Il Cavaliere presentato come un fesso che reagiva con rabbia alla con­danna della Cassazione a versare una montagna di denaro a Carlo De Bene­detti. Di norma scherzare è lecito o ad­dirittura opportuno per sdrammatiz­zare certe situazioni. Ma sfottere un uomo in procinto di scontare una pe­na detentiva, di abbandonare la politi­ca attiva, il seggio senatoriale e a sve­narsi finanziariamente è un’operazio­ne disgustosa.
Se un tuo avversario crolla, è buona norma aiutarlo a rialzarsi; sferrargli un calcio mentre è a terra è da vigliacchi. D’altronde quando Fiorello era schiavo della droga, pieno zeppo di co­caina, e rischiava di scomparire, nes­suno di noi ha osato colpirlo alla schie­na né al petto. Siamo stati zitti speran­do che egli si riprendesse. Si è ripreso e ce ne rallegriamo. Ci aspettavamo che Fiorello si comportasse con Berlusco­ni come noi ci comportammo con lui. Con un minimo di stile.“

Crozza e la Concordia che non c’è nel videomessaggio del relitto Berlusconi!

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Crozza e la Concordia che non c’è nel videomessaggio del relitto Berlusconi! Una seconda puntata con la copertina di Crozza che come sempre tocca gli argomenti più importanti della settimana, tra le allegorie e le imitazioni c’è anche il tempo per un contratto in nero con gli italiani!

Torna Ballarò e Crozza ironizza su Berlusconi!

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Nella prima puntata della nuova stagione di Ballarò condotta da Giovanni Floris, Maurizio Crozza torna con le sue copertine e non poteva mancare in una giornata come oggi, con la Giunta riunita in queste ore che sta decidendo sulla decadenza di Silvio Berlusconi una puntata dedicata al Cavaliere:

Prima chiede la grazia e poi lo immagina ai servizi sociali:

 

La barzelletta di Arcore… alla fine Berlusconi sale sul palchetto!

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Sale o non sale questo è il dilemma…

E la realtà supera l’immaginazione. Un palco allestito. I militanti davanti alla sua villa arrivati su sollecitazione dei dirigenti del Pdl… Tutto è pronto ma Berlusconi non può scendere, glielo impediscono i legali. Interdetto? Lui chiuso in casa, i militanti che lo invocano… almeno un’apparizione? No, il Cavaliere è risoluto e ritirato nel suo privato. Poi sono   Daniela Santanchè e Michela Vittoria Brambilla a convicere l’ex Premier e lui, in barba ai suoi avvocati, accetta l’invito e arriva sul palco.

Stringe le mani, ostenta sorrisi, ma non parla. Il segnale pesa sul Popolo della Libertà tornato ad essere Forza Italia. Il leader è confuso e forse il suo popolo per la prima volta, questo pomeriggio, ha visto la debolezza di Berlusconi.

Per cosa verrà ricordata la manifestazione di oggi davanti alla villa di Berlusconi? Per la  Zanicchi che intona “prendi questa mano zingara”? Forse ci si aspettava una adesione maggiore, forse era davvero meglio non apparire piuttosto che mostrarsi muto… forse solo il tempo potrà far chiarezza su un uomo che nell’ultima settimana ha sentito tremare la terra sotto i piedi e che oggi è stato imbavagliato dai suoi avvocati per paura che potesse dire la famosa “frase di troppo”!

Davanti alla casa del Bunga Bunga si schiera l’esercito… ma Silvio non c’è!

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Sembra prprio non mancare nessuno tra i militanti di Silvio Berlusconi che oggi si sono dati appuntamento davanti alla villa di Arcore per una manifestazione contro la magistratura. Amministratori locali, dirigenti di partito e parecchi parlamentari. Sotto al palchetto sfilano i big del Pdl: Lucio Malan, Daniele Capezzone, Stefania Prestigiacomo, Daniela Santanchè, Laura Ravetto. Naturalmente in prima linea c’è anche  Volpe Pasini, l’ideologo dell’esercito di Silvio.

La prima confusione però è nelle bandiere c’è chi ancora sventola quella del Pdl e chi invece ha riesumato dall’armadio quella di Forza Italia.

Tra gli altri striscioni anche quello dell’Esercito di Silvio e poi cartelli dedicati alla pm di Milano, Ilda Boccassini, sui quali c’è scritto: “Boccassini: ai lavori socialmente utili dopo una vita per lavori inutili a carico del contribuente”.

Arriva anche Iva Zanicchi che spiega “di essere qui per solidarietà più che per Forza Italia, anche se sono d’accordissimo, ritroveremo entusiasmo”. Zanicchi, poi si è soffermata sulla recente condanna a Berlusconi per il caso Ruby dicendo che la “sentenza non mi è proprio piaciuta. Io ho grande rispetto per la magistratura, perchè posso dire che la giustizia in Italia c’è, in questo caso non tanto, mi ha abbastanza sconvolto, sulla condanna e sull’entità, è vergognosa”.

E’ stato montato anche un palchetto sul quale parlerà Silvio Berlusconi alla sua prima uscita pubblica dopo la settimana nera delle condanne inflitte al Cavaliere dalla magistratura. E per tutta la giornata le colombe del Pdl, a partire da Gianni Letta, hanno invitato Berlusconi a usare toni morbidi, nel suo intervento di fronte ai fedelissimi arrivati ad Arcore. Sia sulla magistratura sia sul governo. Chissà. Chi lo conosce bene, spiega che in questi casi non è prevedibile ciò che dirà e come misurerà le parole. E’ un dato ci fatto che, dopo aver rassicurato i ministri sul governo Letta, il Cavaliere ha dato il via libera a una manifestazione contro i giudici di fronte a casa sua.

E’ un fulmine a ciel sereno quello che investe i militanti riuniti davanti all’abitazione di Silvio Berlusconi:

“Berlusconi non parla, i legali hanno sconsigliato”. A sorpresa Mantovani sale sul paco e annuncia che il Cavaliere ha “il cuore gonfio di rabbia” ma i legali, in questa situazione delicata, gli hanno consigliato prudenza. E la folla reclama “Silvio, Silvio”. E qualcuno: “Cambia avvocato e vieni a parlare”.

I militanti si lamentano. Vogliono sentire Berlusconi. Sale sul palco la Zanicchi: “Vogliamo solo un saluto veloce, chiediamo a Berlusconi di venire a farci un saluto, anche senza parlare”

SILVIO NON C’E’!

A volte basta il pensiero, altre 1 milione e 400mila! Caso Began.

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I regali fanno piacere a tutti. A volte basta il pensiero, altre, invece, serve 1 milione e 400mila euro fatti recapitare con bonifico bancario che finirà dopo qualche giro sul conto di Sabina Began. Ora,  come si legge dall’articolo di Repubblica, le procure di Roma e Bari stanno cercando di ricostruire quell’operazione bancaria che ha sollevato tante polemiche e tanti sospetti.

 Il bonifico, secondo quanto è possibile ricostruire dall’informativa del Nucleo speciale di polizia valutaria, sarebbe stato emesso dal Cavaliere nell’ottobre del 2011. È un momento particolarmente difficile per l’Ape Regina: qualche giorno prima (il 15 settembre) aveva ricevuto un avviso di chiusura delle indagini dalla procura di Bari con l’accusa di aver procurato prostitute proprio a Berlusconi.

Oggi rischia una condanna durissima (lunedì la prossima udienza preliminare a Bari), le accuse sono pesanti e circoscritte. Ma ciò nonostante, nel pieno dello scandalo, l’attrice sembrava avere le idee chiare: «È un complotto contro Berlusconi – confessava ai giornali a ottobre del 2011 – Altro che prostitute, io ero pazza di lui. Io per amore di Silvio rifiutai George Clooney. Io ho agito con amore verso Berlusconi, l’ho amato e lo amo tuttora. Vorrei essere una geisha per il presidente »…..

“Dismisura, abuso di potere e degrado”, le cene di Arcore secondo Mora

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Non usa eufemismi Lele Mora rendendo dichiarazioni spontanee al processo “Ruby bis”. Fa il “mea culpa” e affonda il coltello su quanto secondo lui accadeva nelle serate ad Arcore nella Villa di Silvio Berlusconi. L’udienza si apre con parole dure «dismisura, abuso di potere, degrado, tre parole che ho letto sui giornali e che condivido», così definisce le “serate eleganti” dell’ex Premier. Mora ha poi letto la sua dichiarazione spontanea assistito dai suoi difensori, gli avvocati  Gianluca Maris e Nicola Avanzi, «poche parole per non violare il silenzio che mi sono imposto e che per me è l’unica condotta dignitosa» e poi ha aggiunto che durante il suo periodo di carcere, per l’accusa di bancarotta ha avuto modo di riflettere «…perché il carcere ti impone una pausa».

Si è anche scusato con i giornalisti per aver attaccato con polemiche aggressiva la stampa, per poi sottolineare il suo ruolo “passivo” nella vicenda e chiarire che «oggi non voglio più mangiare cibo avariato e lascio il compito di chiarire ai miei difensori». In particolare le sue scuse si sono rivolte al conduttore di ‘Piazza Pulita’ Corrado Formigli. «Mi vergogno – ha spiegato – di tante polemiche che ho fatto in passato contro i giornalisti e i comunisti e voglio chiedere scusa senza se e senza ma». L’ex manager dei vip ha detto di voler «uscire da questa bufera infernale che mi ha tolto la luce».
Mora ha ammesso di aver portato alcune delle ragazze ad Arcore, ma di non averle mai costrette e ha aggiunto di aver ricevuto «un prestito da Berlusconi tramite Fede con cui potevo salvare la mia società». Per i fatti di bancarotta, ha concluso, «mi sono assunto le mie responsabilità, per quelli di questo giudizio valuterete voi giudici».

Intervista shock a Lele Mora: Berlusconi buono come Wojtyla

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“Il presidente proprio non meritava una condanna così grave. E sa perché? non c’è al mondo un uomo buono come lui. Io ho frequentato Papa Wojtyla, Madre Teresa e Lady Diana e Berlusconi resta il più gentile e umano di tutti”.

Queste le sconvolgenti parole con cui inizia Lele Mora nell’intervista de “Il Fatto Quotidiano”.

Poi prosegue:

“Sono amareggiato, conosco Berlusconi dall’85, eravamo e siamo grandi amici anche se non ci sentiamo più perché i giudici lo sconsigliano. Io, come il presidente, ho sempre e solo cercato di aiutare ragazze in difficoltà”.

E sottolinea:

“È questo che l’ha fregato, la sua inequiparabile generosità”.

Nelle parole di Lele Mora sembra quasi che sia stato Silvio berlusconi ad essere molestato:

“Alcune si presentavano con la pelliccia e nulla sotto: completamente nude. Ma al presidente non piacevano queste qua. Troppo sfacciate. Lo colpisce la spontaneità”.

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Poi su Ruby non ci sono dubbi:

“Le ha dato soldi per aprire il centro estetico, l’ha fatto per pena. Sono certo che non abbiano mai fatto sesso: anche perché, dopo il suo intervento alla prostata, non tutto funziona al meglio. e poi non la poteva soffrire: puzzava di sudore, era malconcia”.

E poi non ha dubbi:

“Consiglio al presidente di continuare a lottare perché non ha fatto nulla. Venerdì, ho deciso, andrò in tribunale per le dichiarazioni spontanee”.

Ma non sarà forse controproducente che un personaggio “equivoco” come Lele Mora possa andare in Tribunale per una dichiarazione spontanea nel processo che vede imputato l’ex Premier italiano?

Brunetta non ci sta alla successione dinastica

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Renato Brunetta va contro la successione dinastica che ormai sembra quasi inevitabile. Marina Berlusconi, primogenita del Cavaliere è oggetto di un duro attacco che il capogruppo del Pdl alla camera lancia dai microfoni di 24 Mattino su Radio24. Il parlamentare si esprime senza mezzi termini contro la successione di Marina Berlusconi: “Non mi piacciono le dinastie, né quelle monarchiche né quelle democratiche. Se la dottoressa Marina Berlusconi vuole fare politica, e ne ha tutte le capacità, faccia pure. Ma non penso che sia plausibile un’investitura a carattere ereditario”. E poi aggiunge: “Dimostri le capacità in politica, come ha fatto in ambito manageriale e, se vale, acquisirà ruoli, funzioni, leadership. Io amo il merito, in democrazia è tutto. Essere leader perché si è ‘nati da’ penso sia un modo di selezionare la classe dirigente un pò obsoleto”.

Ma il dissenso del Pdl sulla figlia di Berlusconi arriva da più partiti del partito. Anche Manuela Repetti, parlamentare del popolo delle libertà e compagna di Sandro Bondi, mette le mani avanti su una possibile discesa in campo di Marina: “Non credo – dice durante la trasmissione televisiva Agorà su Raitre – che ci sia bisogno di scoraggiare l’idea di una Marina Berlusconi in politica. Al di là delle considerazioni sincere e oggettive relative alle tante qualità umane, professionali e di onestà che le riconosco, credo che lei stessa non abbia alcuna intenzione di farlo”. E conclude: “Credo che lo stesso Berlusconi, per l’affetto che ogni genitore nutre per i propri figli, non abbia tutto questo desiderio di mandare sua figlia non dico al macello, ma in politica”.

La Gelmini contro la sociologa… il risultato è devastante!

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Si è consumato l’ennesimo scontro televisivo sui comportamenti di Silvio Berlusconi, condannato dal tribunale di Milano a 7 anni di reclusione e l’interdizione dai pubblici uffici.  Questa volta a uscire danneggiata sembrerebbe proprio essere la Gelmini che durante la trasmissione di Ballarò avrebbe risposto “confusamente” alla sociologa Amanda Signorelli.

La sociologa infatti ha ribadito come Berlusconi avrebbe “sdoganato il vecchio machismo all’italiana e la prostituzione perchè attraverso tutta la sua lunga storia di uomo pubblico vi è stato un atteggiamento verso le donne di un certo tipo. Ha recuperato il vecchio machismo italiano e ha recuperato un fenomeno molto antico che è la prostituzione, dando a entrambi un tocco postomoderno. Il vecchio machismo implicava il fatto che un uomo avesse delle prestazioni sessuali di un certo livello. Quando Berlusconi negli incontri pubblici non faceva altro che osservare o valutare ad alta voce l’aspetto delle donne presenti, chiedere numeri di telefono, vantarsi delle proprie capacità in termini poco eleganti. In tutta questa situazione quale carisma propone? Non è quello del macho latino, ma dimostra che quello che conta in un uomo è la quantità bulimica di prestazioni sessuali che può pagare. Se la Gelmini andasse in giro a sentire quello che la gente dice sugli autobus o nelle università si renderebbe conto che questa è l’immagine che è stata sfornata, lui ha tanti soldi fa quello che gli pare, perchè glielo dovremmo proibire? Se qualcuno ha trasformato i suoi atteggiamenti o ambizioni sessuali in una questione pubblica, quello è stato Berlusconi stesso con tutti i suoi atteggiamenti, sollecitazioni, pretese fatte in sedi pubbliche nazionali e internazionali. Berlusconi, dal mio punto di vista prettamente culturale e che anche dal punto di vista della prostituzione ha fatto un’innovazione molto grossa: l’ha sdoganata in pieno: Berlusconi è un imprenditore e per lui tutto può essere merce, tutto si misura in valore di mercato. Per Berlusconi non c’è nulla di sbagliato nel fatto che uan donna intelligente brava e bella si metta sul mercato.”

La risposta della Gelmini non ha tardato ad arrivare: “A fronte del compiacimento che colgo in studio di fronte alle condanne di Berlusconi, figurariamoci se mi soprendo per il giudizio o per il pregiudizio nei confronti di Belusconi. Quello che mi fa più orrore nelle parole della professoressa è che quando dice che Berlusconi avrebbe sdoganato la prostituzione, automaticamente condanna al rango di prostitute donne che non conosce. Il suo giudizio morale è pesantissimo solo perché ha letto qualche intercettazione. Se si sente libera di privare della dignità e del decoro altre donne faccia pure, ma questa affermazione mi sembra abbastanza grave”

La sociologa ha quindi ribadito: “Ho precisato che non so quali erano le intenzioni Berlusconi, non so se le ragazze sono state pagate o meno. Lo sdoganamento della prostituzione lo si riconosce andando per le strade e se senti uomini e donne che parlano delle ragazze che si prostituiscono come brave ragazze. Ritengo che il modo di agire di Berlusconi abbia modellato la società”.

Anche dopo l’ulteriore spiegazione della professoressa Signorelli, la Gelmini ha continuato a confondere i termini e in breve tempo la rete a iniziato a twittare quella che per molti è stata una “figuraccia” dell’ex ministro dell’istruzione.

La cena Berlusconi-Letta… un piatto amaro per gli italiani

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La cena a Palazzo Chigi tra Silvio Berlusconi e Enrico Letta si è consumata in un clima “cordiale e positivo” alla presenza anche di Gianni Letta e di Angelino Alfano. Un incontro durato tre ore che ha riservato un piatto amaro per gli italiani. Lo stop dell’Iva ci sarà ma lo pagheremo caro. Le coperture infatti dovrebbero arrivare da un aumento selettivo delle accise sugli olii combustibili, dall’introduzione del balzello sulle sigarette elettroniche, dal taglio dei fondi per la costruzione dell’autostrada libica decisa con il trattato di amicizia e da tagli ad altri investimenti. Saccomanni tuttavia, avrebbe un asso nella manica: un possibile aumento dell’acconto Irpef di novembre. Farlo salire del 5% farebbe salire gli incassi del 2013 di un miliardo di euro circa, permettendo di rimandare l’Iva fino a dicembre. Poi verrebbe scalato nel 2014, ma sicuramente sarebbe un duro colpo per gli italiani che si troverebbero a dover anticipare le tasse dell’anno futuro… fin quando sarà possibile strangolare i cittadini?

“Berlusconi è perseguitato… dai reati”, così Crozza

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L’inizio è per la Gelmini “Come mai è venuta lei? La Carfagna aveva Pilates. Le ho dato un dispiacere?”. Ma dura poco perchè il tema caldo della serata è ben altro: “Mi sa che è finita la stagione di Silvio…l’estate 2013 se la ricorderà per un po’. Detto così sembra un film dei Vanzina… Sapore d’estate? No, sapore di sbarre”. Poi aggiunge: “Berlusconi è davvero perseguitato. Dai reati! In un anno ha preso 12 anni. La magistratura gli sta allungando la vita! Ma a Berlusconi non è venuto il dubbio che Ghedini si sia laureato al Cepu? E’ l’unico difensore che riesce a far prendere al suo assistito più anni di quelli chiesti dall’accusa!” E la Boccassini? “Non c’era alla lettura della sentenza. Vuoi mettere vederla a casa con gli amici? Con il dolby surround?”

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Poi si concentra su Brunetta, quindi passa alla Biancofiore e all’ineleggibilità di Berlusconi. Si passa al Pd: “Non commentano la sentenza, anzi, dicono che va divisa dalla politica. Eh sì, perché la concussione la faceva da chansonnier”. E sulla Idem: “Ah, si è dovuta dimettere: se sei tedesco e fai il furbetto in Italia, il Pd ti fa un culo così. Se sei brianzolo….ti fa un inciucio così”. Poi: che differenza c’è fra un f35 e il Pd? Uno si spacca non appena prende quota, l’altro è un aereo”. Ce n’è anche per Beppe Grillo: “Sono le 21.34 e Grillo non ha ancora cacciato nessuno? Ci saranno problemi con il wi.fi”

Ferrara in piazza… tra provocazione e cattivo gusto

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Il Popolo delle Libertà scende in piazza capitanato da Giuliano Ferrara che tramite i social network ha lanciato il raduno a piazza Farnese a Roma contro “il tribunale speciale del comune sentimento del pudore”. Dopo la condanna a 7 anni e l’interdizione dai pubblici uffici, il Direttore del Foglio, raduna gli elettori e manifesta al grido di “Siamo tutte p*****e”. Tra provocazione e cattivo gusto, continua l’escalation dei berlusconiani che si oppongono alla magistratura e non riconoscono il rispetto delle sentenze.

Ferrara debutta passandosi il rossetto sulle labbra e inviando un bacio dedicato a Ilda Bocassini. La folla non è molta, ma una signora lo abbraccia e bacia affermando “Giuliano sei il mejo, grazie”. I presenti lo osannano e lo ringraziano e il direttore del Foglio afferma: “Si sa a Berlusconi piacciono le donne e lui piace a loro. Ma da qua a considerare tutto questo un reato…” Parla per circa mezz’ora, ricostruendo i fatti e indignandosi, chiamando la partecipazione e mettendo le mani avanti:”Domani diranno che è stato un flop ma chissene frega”. Con lui c’è la moglie, Anselma dell’Olio, al loro un cartonato di Mubarak e del Cavaliere.

E’ arrivata anche Francesca Pascale in piazza, che dice: “Mi sento offesa dalla giustizia, Silvio è l’uomo che amo”. Poi aggiunge: “Non sono una put***a e nemmeno Ruby.”

La Santanchè dichiara: “ieri mi sono vergognata di essere italiana” e ribadisce: “non possiamo più subire queste ingiustizie, Berlusconi è stato condannato a morte.” Certo, c’è da dire che noi italiani ci vergogniamo di essere definiti all’estero come il popolo del Bunga Bunga! Sempre nel corso della manifestazione in difesa di Berlusconi ha detto: “Dobbiamo tornare in piazza, è una guerra. Stanno togliendo la libertà a Berlusconi”.

Dal canto suo, la Pascale ha dichiarato: “Questa è una sentenza vergognosa. Sono venuta in piazza perchè mi sentivo di venire. Non ho avvisato Silvio perchè mi avrebbe impedito di essere qui, sarebbe stato preoccupato per me. Penso comunque che se me l’avesse impedito sarebbe stata la prima volta che gli avrei disobbedito”.

“Ridicolo un miliardo per il lavoro, è solo un’aspirina”, ha detto Daniela Santanché in piazza. “Il governo rischia?” Le chiedono i cronisti. “Rischiano tutti i governi che non fanno” risponde lei.

Marina Berlusconi: l’erede al trono?

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Non è una novità per i salotti della finanza milanese in cui da tempo se ne parlava apertamente. La figlia prediletta e la probabile “erede al trono” potrebbe essere proprio lei: Marina Berlusconi. Non a caso quelle parole dette dopo la sentenza sembravano più da manager e da erede che da figlia:

“Quello cui abbiamo dovuto assistere è uno spettacolo assurdo che con la giustizia nulla ha a che vedere, uno spettacolo che la giustizia non si merita”

Secondo alcune indiscrezioni poi ieri ci sarebbe stata una cena a casa Arcore e il Cavaliere si sarebbe detto “non contrario” a passare di mano lo scettro proprio alla sua primogenita. Continuerà la Dinasty del Cavaliere?

Dopo la condanna in tribunale, Berlusconi assolto a Porta a Porta?

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Se il tribunale condanna, la tv assolve e così Silvio Berlusconi riceva la sua “purificazione” a Porta a Porta. Bruno Vespa accusa la magistratura e nell’attesa che oggi il Pdl ritorni a protestare in piazza, nello studio dove propio l’ex Premier firmò il “contratto con gli italiani”, va in onda la difesa a spada tratta del Cavaliere.

E proprio il conduttore ad aprire la puntata con: “Quasi nessuno immaginava una condanna così severa, compresa la richiesta della Corte di aprire un processo per falsa testimonianza contro parte dei testimoni del processo, comprese molte delle ragazze che facevano parte delle ‘serate eleganti’, deputati e collaboratori dell’ex presidente del Consiglio”, spiega. Per Vespa la “sentenza non dovrebbe avere conseguenze dirette sulla stabilità dell’esecutivo, ma segna un punto di svolta nei rapporti tra politica e magistratura”.

La puntata va avanti tra un’intervista a Daniela Santanché al garantismo di Francesco Nitto Palma, l’ex ministro nel governo Berlusconi (ora presidente della Commissione giustizia del Senato), fino ad arrivare alle teorie di Maurizio Belpietro.

La magistratura sotto processo mediatico?

Nitto Palma afferma sicuro che: “Avendo letto le carte, pensavo di dover commentare questa sera una sentenza di assoluzione, dato che non ho ritrovato alcun serio elemento probatorio per sostenere l’accusa, con riferimento al reato di concussione e prostituzione minorile”, attacca. Poi spiega come “tutti i testimoni che hanno rilasciato dichiarazioni diverse rispetto alla posizione dell’accusa” sono coinvolti ora nella trasmissione delle carte alla Procura per falsa testimonianza.

Ma se il Pdl fa quadrato come è logico ci si sarebbe aspettati ben altra reazione da Dario Nardella, giovane deputato del Pd, che invece stupisce tutti dichiarando: “Evidentemente i giudici hanno valutato le carte con questo esito”, spiega, parlando della necessitò di “rispettare le sentenze”, ma senza esprimersi in merito e ricordando come si tratti soltanto del primo grado. Non prima di spiegare come sia necessario dividere le questioni politiche dai problemi giudiziari del Cavaliere. Parole che hanno un gusto amaro, proprio perché pronunciate da un giovane democratico che ancora una volta sembra ribadire il ruolo della magistratura senza voler prendere nessun tipo di posizione e di giudizio politico ed etico. 

“Picchia duro” Maurizio Belpietro, direttore di Libero che afferma: “Una sentenza incredibile, non esiste una prova certa, i presunti concussi dicono di non essere tali, la vittima che dice di non essersi mai prostituita”, attacca. Le stesse posizioni ribadite da tempo e andate in onda nelle televisioni di famiglia nell’ “inchiesta” di Rete 4 “La guerra dei vent’anni”. Tutti si alternano a dipingere Berlusconi come il classico “perseguitato politico”.  

L’interdizione di Berlusconi si ripercuote su Mediaset, cala il titolo

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La pena accessoria della sentenza Ruby potrebbe pesare più della principale. L’interdizione legale per la durata della pena ha già avuto i suoi effetti in borsa, dove il titolo Mediaset ha chiuso in calo del 5,3& a soli 2,39 euro.

Ma cosa significa l’interdizione? Se la pena accessoria fosse confermata fino al terzo grado di giudizio le conseguenze sarebbero dirompenti per i patrimoni di Silvio Berlusconi. L’interdetto legale è una persona che ha commesso un reato la cui pena è superiore ai 5 anni di reclusione per cui il giudice decide di limitare la sua capacità di agire e soprattutto di prendere decisioni nell’ambito del proprio patrimonio. Berlusconi in sostanza sarebbe sostituito da un tutore.  Non potrebbe quindi disporre in alcun modo delle aziende di cui è socio come Mediaset e Mondadori.

La Santanché contestata dopo i 7 anni a Berlusconi

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Era andata in Aula per assistere alla sentenza del processo Ruby, ma dopo la condanna a 7 anni di Silvio Berlusconi, Daniela Santanché è stata accolta da fischi e insulti da parte dei manifestanti che hanno atteso fuori dal Palazzo di Giustizia di Milano, la paralmentare del Pdl. Alcuni hanno anche cantato “Bella Ciao”, dopo la pesante condanna ricaduta sull’ex Premier.

 

Rubygate: il Cavaliere disarcionato dalla magistratura

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Concussione per costrizione: pena 7 di reclusione. Interdetto in perpetuo dai pubblici uffici. 

Dopo una camera di consiglio infinita è arrivata la sentenza di condanna. Ora la partita si giocherà fuori dalle Aule del tribunale tra il Parlamento e i Media dove Berlusconi dovrà ancora una volta usare le sue armi da abile stratega per convincere i suoi elettori dell’errore giudiziario e della sua innocenza che è stata trasformata in colpevolezza da chi ha voluto minarlo a livello politico e internazionale. Il colpo al governo c’è anche se si cercherà in qualche modo di attutire i danni, ma sicuramente l’Italia dopo questa condanna deve temere le mosse del Cavaliere che, non avendo più nulla da perdere, può muoversi liberamente senza più nessuno scrupolo. Quale sarà il prezzo dell’Italia per la condanna a Berlusconi? Quanto peserà sul governo? Quale sarà la prossima mossa dell’ex premier? 7 anni in Tibet per Berlusconi?

Le tv pronte a cambiare palinsesto dopo sentenza Ruby?

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Fonti vicino al Cav. lo descrivono di pessimo umore e pronto al peggio «tanto già so come finisce, finisce male… Io non ho fatto nulla, niente di male, questo processo non sta nè in cielo nè in terra, ma siccome vogliono farmi fuori dalla scena politica, approfitteranno anche di questa occasione». Berlusconi, nel processo che ha frantumato la sua immagine internazionale, sembra ormai rassegnato a dover fare i conti mediaticamente e politicamente con questa condanna. Avrebbe già annunciato un suo ritorno in tv, dopo il lungo silenzio, per spiegare «come stanno le cose», la posizione sua personale e del Pdl rispetto al momento, allo stato del Paese, all’economia, al governo e magari anche alla giustizia. Difficilmente questo accadrà oggi, magari si preferirà far decantare per qualche giorno la sentenza e poi tornare a ribadire la sua versione dei fatti.

Tuttavia sembra che i palinsesti televisivi siano pronti a cambiamenti se l’ex-premier volesse fare dichiarazioni o interviste.  Le tv internazionali sono già schierate davanti al palazzo di giustizia e sperano di poter trovare l’esclusiva all’ultimo momento.

 

La Santanchè prevede: dopo la sentenza Unipol, l’esercito di Silvio insorgerà!

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Oggi è stato il giorno della sentenza Unipol, un anno per Silvio Berlusconi e questa sera Saniela Santnchè, ospite a Otto e Mezzo con Marco Travaglio, ha tenuto a ribadire la posizione sua e del partito di cui fa parte. L’accusa è per la magistratura politicizzata, perchè “il problema non e’ la tenuta del governo, il problema sono gli otto milioni di persone che hanno votato Silvio Berlusconi e che reagiranno”. Ha poi aggiunto: “Sappiamo che il popolo italiano è sostanzialmente moderato, quindi non andrà di certo a spaccare le vetrine per questo, ma probabilmente, se una cosa del genere dovesse realmente accadere, credo potrebbe rifiutarsi di rispondere allo stato, ad esempio non pagando le tasse”. C’è da chiedersi se davvero l’esercito di Silvio sia davvero così moderato, considerato che ieri il suo ispiratore, Diego Volpe Pasini, è arrivato ad affermare che “Esiste il diritto alla sberla o a tirare un calcio nel c**o”.

Unipol. Berlusconi decisivo: voleva danneggiare Fassino

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Nella vicenda dell’intercettazione Fassino-Consorte, quella della fatidica domanda “abbiamo una banca?”, il ruolo di Berlusconi fu decisivo: “Senza l’apporto in termini di concorso morale di Berlusconi, non si sarebbe realizzata la pubblicazione”. E ancora: “La qualità di capo della parte politica avversa a quella di Fassino, rende necessario il suo benestare alla pubblicazione della famosa telefonata”. E’ quanto si legge nelle motivazioni della condanna dell’ex premier a un anno di reclusione. Stando alle motivazioni, infatti, Berlusconi, la sera della vigilia di Natale del 2005, ad Arcore, ascoltò “attraverso il computer, senza alcun addormentamento”, la registrazione audio della telefonata, poi pubblicata sulle pagine del “Giornale”. Non viene quindi accettata la versione secondo la quale il leader del Pdl aveva gli occhi chiusi nel momento in cui si ascoltava la telefonata stessa. “Deve ritenersi – scrivono i giudici – che Berlusconi abbia ricevuto quella sera a casa sua, ad Arcore, la visita di Favata e Petessi (coloro i quali gli portarono materialmente il nastro registrato), insieme col fratello, essendo ben consapevole del motivo per cui si svolgeva quella visita, in parte destinata a fargli sentire la famosa telefonata, nella chiara prospettiva della sua pubblicazione, di peculiare interesse in quel periodo pre-elettorale, tenuto conto della già sottolineata portata politica di quella conversazione”. In quanto “pubblico ufficiale” e considerata la “lesività della condotta nei confronti della Pubblica amministrazione”, i giudici non hanno ritenuto di concedere le attenuanti generiche. Oltre a questo, “va considerato il periodo in cui venne effettuata la pubblicazione, a 4 mesi dalle elezioni e nel pieno delle vacanze natalizie, periodo di scarsa affluenza di notizie politiche più importanti: l’interesse politico delle intercettazioni era pertanto evidente così come la volontà di darvi risalto”. “Il ruolo precipuo del premier – proseguono i giudici – era collegato certamente alla strenua richiesta di Raffaelli di incontrarlo per potergli presentare personalmente il suo progetto e ottenere l’appoggio, atteso che, secondo quanto lui stesso ha affermato, non avrebbe ceduto la chiavetta se non in quella occasione. Inoltre la sua qualità di capo della parte politica avversa a quella di Fassino, rende logicamente necessario il suo benestare alla pubblicazione della famosa telefonata, non potendosi ritenere che, senza il suo assenso, quella telefonata, che era stata per altro a casa sua, fosse poi pubblicata, a prescindere dalle espressioni di soddisfazione riferite da Favata a Petessi all’epoca dei fatti”.

 La replica dei legali di Berlusconi, Ghedini e Longo, è stata secca: “Le motivazioni della sentenza dimostrano ancora una volta la impossibilità di celebrare dei processi a Silvio Berlusconi a Milano. Tale decisione appare ancor più straordinaria visto che a un incensurato si negano non solo le attenuanti generiche ma anche la sospensione condizionale, confermando vieppiù il pregiudizio”. Secondo gli avvocati “il Presidente Berlusconi viene condannato per concorso morale e quindi non già per aver posto in essere qualche condotta specifica ma per aver rafforzato il proposito del fratello Paolo proprietario ed editore del Giornale. Mai nessuno ha potuto prospettare alcunché in proposito e anzi colui che ha consegnato l’intercettazione ha affermato che il Presidente Berlusconi non l’ha mai ascoltata. Parimenti Paolo Berlusconi ha ripetutamente ribadito che Silvio Berlusconi mai se n’era interessato. E’ una sentenza dunque basata sull’incredibile principio del ‘cui prodest’, che non potrà che essere riformata nei gradi successivi”.

Il PdL che prova in tutti i modi a salvare Berlusconi

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Mentre i cittadini del Popolo della Libertà si organizzavano per formare “l’esercito di Silvio”, Francesco Nitto Palma ha presentato un ddl che prevede sei mesi di sospensione per i procedimenti in corso se, a causa delle dichiarazioni rese, i magistrati che lo ‘dirigono’ sono passibili di azione disciplinare da parte del Guardasigilli e del Procuratore generale della Cassazione. Stando al testo, diventerebbe illecito disciplinare per le toghe “rendere dichiarazioni che, per il contesto sociale, politico o istituzionale in cui sono rese, rivelano l’assenza dell’indipendenza, della terzietà e dell’imparzialità richieste per il corretto esercizio delle funzioni giurisdizionali”. Oltre a questo, nei tre articoli del dd, viene previsto come illecito anche “ogni altro comportamento idoneo a compromettere gravemente l’indipendenza, la terzietà e l’imparzialità del magistrato, anche sotto il profilo dell’apparenza, nel contesto sociale o nell’ufficio giudiziario in cui il magistrato esercita le proprie funzioni”. Stabilisce inoltre che tutti i procedimenti pendenti “alla data di entrata in vigore della presente legge” siano “rimessi al ministro della Giustizia e al Procuratore generale presso la Corte di Cassazione per le proprie determinazioni in ordine all’eventuale esercizio dell’azione disciplinare e restano, conseguentemente, sospesi per il periodo di sei mesi”. Secondo l’agenzia Dire, il senatore Felice Casson, Pd, sarebbe già stato nominato relatore del ddl, ma, interprellato dall’Huffington Post, afferma di “non saperne niente” aggiungendo: “Escludo di relazionare qualsiasi norma pro Berlusconi”. Considerato che Nitto Palma prende di mira le toghe politicizzate, è lo stesso Bondi, però, a schierarsi contro l’autore del ddl che rischia di “creare ulteriori problemi al presidente Silvio Berlusconi”. Il coordinatore Pdl ha infatti spiegato che “c’è qualcosa che non mi convince nella presentazione del disegno di legge sui processi presentato dal presidente della commissione Giustizia”. “Non è questa – avverte – la strada maestra per riformare la giustizia per cui esiste una sempre più estesa coscienza e condivisione”. “Semmai – è la bacchettata finale di Bondi – è la strada più facile per creare ulteriori problemi al Presidente Silvio Berlusconi”.In seguito, è arrivata una precisazione dello stesso Nitto Palama: “Nel mio ddl non c’è nessun riferimento ai processi penali in corso, è falso il blocco dei processi”. E aggiunge: “Riguarda solo i procedimenti e i trasferimenti d’ufficio dei magistrati”.

Berlusconi: se il PD voleva correre da solo, perchè non l’ha fatto?

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Dopo le recenti proposte dei democratici in materia di legge elettorale, Berlusconi ribatte colpo su colpo: “Sono dei geni perché vogliono eliminare in un solo colpo Grillo e il sottoscritto. Così correrebbero da soli, ma perché non l’hanno fatto prima?”. Ne approfitta anche per un suo personale spot a favore del governo: “il centrodestra continuerà a dare il suo sostegno più forte e leale al governo. Approfittiamo dell’occasione che abbiamo”. Del resto per lui “Questo governo viene fuori da un’occasione storica ed epocale, per la prima volta dal 1947 a oggi, il centrodestra ed il centrosinistra hanno un accordo e una maggioranza che in Parlamento può approvare di tutto ed un governo che può operare per il bene del Paese. Si può mettere fine alla guerra fredda e civile e alla contrapposizione dura tra la sinistra e la destra”.A Studio Aperto, il Cav ha anche tenuto a specificare la sua posizione di forza: “Sono venute fuori delle ipotesi divertenti mi sembra che qualcuno abbia portato avanti l’ipotesi di ineleggibilità del sottoscritto dopo 20 anni di voti di milioni di italiani e dopo tanti parlamenti che hanno approvato la mia eleggibilità”. Sullo stesso tono prosegue con il suo programma: “A Giugno deve esserci anche un dl con tutte le misure che sono indispensabili per riavviare lo sviluppo come l’azzeramento tasse, assunzioni giovani, cambiamento dei poteri di Equitalia e sono il non aumento iva oltre alla sburocratizzazione dello Stato”. Come sempre, non manca l’accento sulla questione a lui più cara, il cavallo di battaglia delle scorse elezioni: “Il nostro non è un puntiglio o un ossessione, ma una delle tante misure che il governo deve attuare per rilanciare lo sviluppo e la crescita. Questa è una prima mossa del governo, è solo un’anticipazione ma i primi di giugno ci sarà l’abrogazione dell’Imu per il futuro”.

Il Pdl in crisi peggio del Pd?

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Il presidente di una commissione alla Camera, pidiellino di ferro, in pieno anonimato si sfoga dicendo all’Huffington Post:  “Sa quale è la verità? Che noi stiamo peggio del Pd. La crisi della sinistra ha oscurato la nostra, che è più profonda, ma nelle prossime settimane questo sarà evidente. Berlusconi è appannato dai processi, il partito è in mano alle tribù, Alfano si fa gli affari suoi”.

Ma cosa macera Silvio Berlusconi? Il processo sicuramente, l’esclusione dal governo, perchè in fondo a prendere i voti erano stati lui e Bersani… ma ci sono Letta ed Alfano. I rampanti 40enni che fedeli solo a loro stessi stanno cercando pian piano di staccarsi da quei partiti ingombranti che hanno alle spalle. Letta un Pd da ricostruire e Alfano un Pdl intriso dagli scandali del Cavaliere.

“Il problema è che, nonostante quello che possiamo urlare alla luna, non si riuscirà a votare. Se noi ci liberiamo le mani, uscendo dal governo, Napolitano si dimette, ci troviamo un altro capo dello Stato alla Rodotà o Prodi, e un governo che vota l’ineleggibilità di Berlusconi mentre nelle procure passa l’interdizione”.

Un Berlusconi che ha bisogno del governo e del Pdl, ma quanto il Pdl ha bisogno del Cav.? E’ ancora dipendente perchè l’elettore di centro-destra vota la sua faccia, sposa le sue cause e s’immedesima nel suo eroe che, pur avendo fatto qualche “ragazzata di troppo”, è un punto fermo su cui poter contare. Il carisma incontestabile che ha il leader del Pdl è quel “surplus” (per usare un termine mutuato dai bilanci aziendali) al momento irrinunciabile. Se Alfano “tradisce” lo deve fare avendo alle su spalle un partito solido e capace di raccogliere consensi senza il Cav cosa che al momento sembra fantapolitica… L’indispensabile Berlusconi ha probabilmente ancora una volta vinto la sua partita e può dormire “incubi tranquilli”.

Le contestazioni a Brescia provocano un malore a Berlusconi

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‘Il comizio è un mezzo disastro, il leader è furente per “la gestione fallimentare dell’ordine pubblico””. Scrive così Carmelo Lopapa sulle pagine di Repubblica, spiegando che il Cavaliere ha anche avuto un piccolo malore causato dalla rabbia che ha fatto seguito al comizio a Brescia ed ai fischi rimediati:

Ma è anche un leggero malore, una crisi di disidratazione, a costringerlo al ritiro anticipato e poi, in serata, a disertare fino alle 23 la cena di finanziamento, alla quale i seicento ospiti (mille euro a coperto) ancora lo attendevano. Nulla di grave, né di preoccupante, dirà chi gli è stato vicino in quei momenti, ma una di quelle crisi che in passato gli ha causato dei mancamenti. Meglio evitare e riparare in un albergo fino a tardi.

E’ Alfano, a fianco di Berlusconi ma non sul palco, ad assumersi la responsabilità di “strigliare” i responsabili:

I due erano insieme ad Arcore e da lì hanno raggiunto Brescia in elicottero. Quando i tafferugli e poi le contestazioni costringono il Cavaliere a ritardare di quasi due ore l’inizio del comizio, Alfano chiama su tutte le furie il prefetto Narcisa Brassesco Pace e, soprattutto, il questore, Luigi De Matteo. Chiede conto e ragione di quanto sta avvenendo, loro assicurano di fare quel che devono e possono, il ministro li striglia, raccontano fonti Pdl.

Una lettera indirizzata a Berlusconi conteneva proiettili!

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E’ stata intercettata a Milano, al centro smistamento delle Poste, una lettera contenente oggetti simili a proiettili. La missiva, indirizzata a Silvio Berlusconi, è stata bloccata dagli addetti dell’ufficio dopo che, al controllo dei raggi x, la sagoma degli oggetti è apparsa distintamente.

Non è la prima volta che il Cavaliere riceve simili lettere. Già a gennaio del 2010 era stata recapitata, alla sede del quotidiano “Il Giornale”, una busta con dentro due proiettili accompagnati da una lettera di avvertimento rivolta all’editore, Paolo Berlusconi, e all’allora leader di Forza Italia. Il messaggio “Basta campagne antiislam vi spareremo e poi vi faremo saltare in aria come la Bhutto in Pakistan” reso noto dallo stesso giornale, aveva scatenato le manifestazioni di solidarietà da tutto il mondo politico, compreso Palazzo Chigi. All’epoca, le pallottole a salve erano “il preavviso per i fratelli Berlusconi: una per Silvio e una per il fratello, responsabili delle porcate che scrivono sul giornale e della loro politica antiislam. Alla prima occasione propizia, con o senza predellino, faremo come hanno fatto in Pakistan con la Bhutto: un colpo con pallottole vere in testa e poi un kamikaze, all’italiana, per essere certi della loro scomparsa da questo mondo. Le guardie del corpo e i servizi di sicurezza non potranno fermarci perché non siamo prevedibili. Allah è grande”. Ma non solo Berlusconi era finito nel mirino: il dicembre precedente era stata recapitata una busta gialla alla redazione de Il Giornale, dentro cui c’erano tre buste più piccole e bianche contenenti ogive di proiettili destinati agli allora ministri dell’Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, e dello sviluppo Economico, Pierluigi Bersani, e al viceministro dell’Economia Vincenzo Visco. Mentre la settimana precedente un analogo episodio di intimidazione era avvenuto ai danni del quotidiano Libero.

Sogni d’oro, Cavaliere!

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Le vecchie abitudini sono dure a morire! Dopo aver schiacciato un sonnellino durante la celebrazione del Memoriale della Shoah a Milano lo scorso gennaio, Berlusconi si è addormentato anche in America. L’occasione era l’inaugurazione della Presidential Library a Dallas, in Texas, dove il Cavaliere era l’unico italiano ad essere stato invitato e si trovava in mezzo a personalità di spicco quali l’attuale Presidente degli Stati Uniti Barack Obama e gli altri tre suoi predecessori, Bill Clinton, George H.W. Bush e Jimmy Carter oltre a Tony Blair e José Maria Aznar. La grande biblioteca-museo, e insieme centro di studio, ricerca e iniziative filantropiche è stata voluta dall’ex Presidente americano George W. Bush, anch’egli presente all’evento. Chissà se Berlusconi stava sognando Letta contornato da ministri PdL…

Nuova guerra tra Lario e Berlusconi!

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Lario e Berlusconi ormai è lotta sino all’ultima “memoria”… legale. Nuova battaglia su quei 36 milioni l’anno! La sentenza era stata impugnata dai legali del Cav, ma Veronica non è stata a guardare. L’ex ‘premiere dame’, nella memoria, si è opposta al blocco dell’appannaggio decretato in primo grado e che è stato ritenuto dal Cavaliere troppo oneroso. Un appannaggio su cui, pare, siano franati per l’ennesima volta i tentativi di trovare un accordo. Inoltre, i legali degli ex coniugi in questi giorni si sarebbero recati dai giudici della Corte d’appello per sapere se è necessario che i due ex compaiano o meno all’udienza relativa all’assegno di mantenimento prevista per le prossime settimane e che dovrebbe tenersi nel più stretto riserbo.

 

La protesta di Ruby: “Voglio essere ascoltata al processo”

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Karima El Mahroug, meglio nota come Ruby, dichiarandosi “dispiaciuta di aver fatto una cavolata spacciandomi per parente di Mubarak”, ha manifestato oggi davanti al Palazzo di Giustizia di Milano per chiedere di essere ascoltata al processo che porta il suo nome e che vede come imputato Berlusconi con l’accusa di sfruttamento di prostituzione minorile. Ruby è la figura chiave, oltre che in questo processo, anche di quello in cui sono imputati Lele Mora, Nicole Minetti ed Emilio Fede. Aspettando il 22 aprile, data in cui riprenderà il procedimento per il Cavaliere dopo la sospensione delle udienze decisa dai giudici in attesa della decisione della Cassazione sull’istanza di legittimo sospetto presentata dalla difesa del Cavaliere, Ruby ha preparato un lungo comunicato che ha letto alla stampa evitando però di rispondere alle domande. La ragazza ha esordito affermando di essersi sentita “strumentalizzata da parte della stampa e dalla magistratura” e di aver deciso “dopo due anni di rompere il silenzio”, lo ha fatto con questa protesta “per mia figlia Sofia e per la mia famiglia”. Tra le tante affermazioni contenute nel suo comunicato, Ruby ha dichiarato: “Non ho nulla di cui vergognarmi e nulla da nascondere. Chiedo di essere sentita dai giudici di Milano, spero che mi chiamino. Chiedo che qualcuno ascolti quello che ho da dire, e che questo avvenga nelle sedi istituzionali.” E ancora: “Non sono una prostituta, devono ascoltarmi. Per colpire Berlusconi la stampa ha fatto del male a me”. Dopo essersi scusata per le sue bugie, anche per quelle raccontate a Berlusconi, che afferma le servissero per “costruire una vita parallela, un’origine diversa dalla povertà”, non ha risparmiato un attacco alla magistratura: “La violenza che più mi ha segnato è stata quella del sistema investigativo. Dei ripetuti interrogatori che ho subito solo alcuni sono stati messi a verbale. Ho subito una tortura psicologica, un atteggiamento apparentemente amichevole ma improvvisamente mutato quando non ho accusato Silvio Berlusconi”, ha letto ancora Ruby. “A 17 anni non sapevo nemmeno chi fossero i pubblici ministeri, non leggevo i giornali, a malapena sapevo chi fosse Berlusconi. Oggi ho capito che è in corso una guerra nei suoi confronti che non mi appartiene, ma che mi coinvolge, mi ferisce. Non voglio essere vittima di questa situazione. Non è giusto. Chiedo che qualcuno ascolti quello che ho da dire, voglio raccontare l’unica verità possibile e lo voglio fare in sede istituzionale” E ancora: “Oggi ho capito che è in corso una guerra contro di lui e io ne sono rimasta coinvolta, ma non voglio che la mia vita venga distrutta”. Quindi Ruby si è congedata con un: “Quello che dovevo dire l’ho detto. Adesso spero che mi chiamino.”

DEI DELITTI E DELLE PENE… SILVIO BERLUSCONI!

berlusconi povero

Tra un condono tombale, tra l’elogio alla corruzione e le spese per l’ex moglie, Veronica, il Cavaliere d’Italia sembra essere finito nelle sabbie mobili. Eppure c’è chi è pronto a scommettere su di lui, chi si augura che vinca le elezioni e faccia “piazza pulita” della sinistra oltransista. Il populismo avanza e la crisi si continua a sentire così il cavaliere parla di ricchezza e si mette nella schiera dei poveri, condannando “la ricca, straricchissima Veronica”, che si può permettere di alzarsi a pomeriggio inoltrato e avere come unico grattacapo 100 mila euro al giorno da spendere.

Parlando della patrimoniale che vuole introdurre Bersani ”e che gli ha suggerito la Cgil”, Silvio Berlusconi dice che ”a pagare 40 miliardi dovrebbero essere solo i ricchi, ma a guadagnare sopra il milione di euro sono 2.633 persone, 29 quelle sopra i 10 mln anzi 28 perche’ io sono diventato piu’ povero”.

Monti apre a PDL, l’accordo è possibile senza il Cav.

 

Il Pdl “magari – afferma a ‘Radio Anch’io’ – non sarà sempre guidato dall’on. Berlusconi” e si “potrebbe benissimo immaginare una collaborazione con quella parte una volta mondata ed emendata dal tappo che impedisce le riforme”. Quanto ad una alleanza con il Pd, dipenderà dalle politiche di Bersani: “Se sono quelle che vengono espresse con piena legittimità dalle componenti più massimaliste non ci sarà possibilità”.

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