Boschi nel mirino: tra l’imitazione e le dimissioni dei sottosegretari

maria_elena_boschi-tuttacronacaDopo le dimissioni di Antonio Gentile e un’interrogazione del Movimento 5 Stelle che chiede delucidazioni sulla nomina di Francesca Barracciu a sottosgretario alla cultura, Maria Elena Boschi, ministro delle riforme e dei rapporti col Parlamento risponde in Aula: “Non è intenzione di questo governo chiedere dimissioni di ministri o sottosegretari solo sulla base di un avviso di garanzia”. Boschi ricorda anche che il procedimento che riguarda la Barracciu è alle fasi iniziali e spiega: “L’avviso di garanzia è un atto dovuto a tutela degli indagati per esercitare i diritti di difesa, non è un’anticipazione di condanna”. “All’esito del procedimento il governo valuterà se chiedere le dimissioni del sottosegretario”, aggiunge la ministra.”Il sottosegretario Barracciu ha acquisito negli anni una notevole esperienza polita ed amministrativa arricchita anche dall’esperienza al Parlamento europeo: fattori che le consentiranno di dare un contributo al governo”.

Ma intanto la neo ministra è già stata “ripresa” da Virginia Raffaele:

La trasmissione di ieri di Ballarò è iniziata ieri con l’imitazione, da parte di Virginia Raffaele, della ministra Boschi e mostra l’intervista nello studio del Ministero. “Ministro, come pensa di risolvere i problemi del Paese?”: la Boschi-Raffaele ripete meccanicamente una sfilza di proposte di riforme, del tutto uguali a quelle elencate da Renzi in ogni occasione (non a caso sul web la ministra è soprannominata “Renzie girl”). Ma alla domanda “E dove intendete reperire le risorse per fare tutto ciò?”, la Boschi-Raffaele si blocca e parte uno stacchetto in cui lei ammicca in favore di telecamera, con il vento tra i capelli e musica anni 80 in sottofondo. Così per tre volte, finché non scompare come una vera diva. Come sottolinea l’HuffPost, l’imitazione arriva dopo che le ministre del Governo Renzi hanno preteso di essere giudicate per i loro meriti politici piuttosto che per il loro aspetto, in seguito alcaso mediatico dell’inviato de “Le Iene” Enrico Lucci, accusato di aver rivolto alla ministra battute sessiste. La deputata Pd Alessandra Moretti aveva dichiarato in proposito: “È una settimana che si è insediato il nuovo Governo, eppure l’attenzione di alcuni media sembra concentrarsi unicamente sui dettagli fisici delle neoministre”. Subito su Twitter si sono riversati i commenti di telespettatori e utenti entusiasti dell’imitazione della Raffaele e polemici per la presunta “doppia” morale con cui sarebbero stati trattati lo sketch di Ballarò, da una parte, e il servizio delle Iene, dall’altra.

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Tutti contro Gentile: “faccia un passo indietro o lo mandino via”

antonio-gentile-tuttacronacaDa quando è stato nominato a sottosegretario per le infrastrutture e i trasporti, Antonio Gentile è al centro della polemica e la situazione non accenna a cambiare. Anzi. Dopo che ieri Travaglio e Gramellini ne hanno invocato le dimissioni, oggi gran parte dei direttori delle principali testate chiedono un passo indietro. Il Fatto Quotidiano ha raccolto l’opinione di Ezio Mauro (Repubblica), Ferruccio De Bortoli (Corriere della Sera), Enrico Mentana (TgLa7), Roberto Napoletano (Sole24ore), Mario Calabresi (La Stampa). Cinque direttori e una sola posizione: Gentile è opportuno che se ne vada, che sia una scelta volontaria o imposta. Tutto è nato perchè l’esponente del Nuovo Centrodestra avrebbe bloccato l’uscita di un quotidiano locale calabrese, L’Ora della Calabria, per oscurare la notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati del figlio. Con una nomina tanto scomoda, il coordinatore della segreteria del Pd Lorenzo Guerini ha voluto mettere le cose in chiaro parlando a Repubblica: a volere la nomina di Gentile è stato Alfano. Quindi proprio il ministro degli Interni è tenuto a riflettere sui danni che può avere sulla coalizione. Certo è che Gentile sottosegretario non piace a molti anche dentro il Pd, soprattutto locale. Ieri dalla Calabria, paese di provenienza del politico nella bufera, sono arrivate forti spinte perché il neosottosegretario lasci la propria carica.

Il primo passo falso del governo Renzi: le due nomine imbarazzanti

problemi-renzi-tuttacronacaPasso falso per Matteo Renzi e il suo nuovo governo, nello stesso giorno in cui viene resa nota la lista di viceministri e sottosegretari, e si scopre che il ministro Lupi è indagato in Sardegna, impossibile non notare la nomina di Antonio Gentile (Ncd) a sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti e quella di Francesca Barracciu (Pd) alla cultura. Entrambi sono infatti coinvolti in vicende recentissime, impossibile che i collaboratori del premier non ne fossero a conoscenza. gentile-tuttacronacaCosì si legge sull’Huffington Post:

Il primo, Gentile, l’uomo di Angelino Alfano in Calabria, è toccato da una inchiesta sulla sanità calabrese ed è stato chiamato in causa nella censura del quotidiano L’Ora della Calabria. Questo ultimo fatto è accaduto nella notte tra il 18 e il 19 febbraio, quando dalla redazione del quotidiano diretto da Luciano Regolo vengono inviate le pagine alla tipografia per la stampa. In prima pagina una notizia clamorosa, in esclusiva: il figlio del senatore Antonio Gentile, Andrea, è indagato per abuso d’ufficio, falso ideologico e associazione per delinquere. Il direttore Regolo dice di ricevere una telefonata dal tipografo che si propone come mediatore della famiglia Gentile: il giornale potrà uscire soltanto se epurato della notizia. Regolo naturalmente si rifiuta di eseguire l’ordine, ma il tipografo insiste e secondo le parole del direttore usa un linguaggio mafioso: “Attenzione perché quando il cinghiale viene ferito, poi ammazza tutti”.

Regolo riferisce che quste parole di minaccia sarebbero state usate anche con l’editore del quotidiano, Alfredo Citrigno, che comunque aveva già tentato di convincere Regolo a togliere quella news. La direzione però è irremovibile, e nella notte un improbabile incidente alle rotative impedisce che il quotidiano esca. La notizia è stata poi pubblicata lo stesso 19 febbraio nel sito online del quotidiano, mentre Regolo ha convocato una conferenza stampa per denunciare il brutto episodio, poi ripreso dalla stampa nazionale. Sul caso la Procura di Cosenza ha aperto un fascicolo, mentre Antonio Gentile ha respinto qualsiasi implicazione nell’episodio. E a quanto pare il neo premier non si è posto un problema di opportunità politica per sua presenza nel governo.

Quello del senatore calabrese non è l’unico nome fuori logo nella lista dei sottosegretari. Renzi infatti ha ripescato a sorpresa Francesca Barracciu (Pd), candidata alle regionali della Sardegna e poi costretta a fare marcia indietro perché coinvolta in una inchiesta sui fondi regionali sardi che ha portato lo scorso novembre all’arresto dell’ex capogruppo Pdl Mario Diana, del consigliere Carlo Sanjust (Pdl) e dell’imprenditore Riccardo Cogoni. Barracciu è accusata di peculato in una indagine che ha coinvolto quasi tutti i gruppi consigliari. Secondo gli inquirenti i fondi destinati ai gruppi sarebbero stati utilizzati a scopi personali.

Il ministro Lupi indagato in Sardegna

maurizio-lupi_indagato-tuttacronacaIl ministro dei Trasporti Maurizio Lupi e l’attuale responsabile dell’autorità portuale di Olbia Fedele Sanciu risultano indagati dalla procura della Repubblica di tempio Pausania per concorso in abuso in atti d’ufficio. L’inchiesta riguarda la nomina del commissario dell’Authority del porto di Olbia. L’indagine è scattata a seguito della nomina a commissario di Sanciu, ex senatore del Pdl. Quello che la procura vuole chiarire sono competenze e titoli accademici necessari per ricoprire l’incarico, anche dopo aver ricevuto un esposto, da un consigliere provinciale, che ha chiesto alla magistratura inquirente di verificare la congruità dei requisiti in relazione all’incarico assegnato. Come ricorda Repubblica, un fatto analogo era accaduto alcuni mesi fa, con una inchiesta avviata dalla Procura di Cagliari, per la nomina dell’ex senatore del Pdl Piergiorgio Massidda, al vertice del porto del capoluogo.

Dopo la sua decadenza per carenza di titoli era stato rinominato, ma come commissario straordinario del Porto, da Lupi dopo vari ricorsi al Tar da chi accampava maggiori diritti per quell’incarico. La parola finale il 29 gennaio l’ha posta il Consiglio di Stato respingendo la richiesta di sospensiva della sentenza che aveva estromesso Massidda dalla presidenza. Lupi lo aveva ricollocato commissario ed era scattata l’inchiesta del pm di Cagliari con l’accusa di abuso d’ufficio per il ministro verso il quale dovrebbe essere il tribunale dei ministri a procedere.

Caos in metro a Napoli: si allaga la fermata appena inaugurata

piazza-garbaldi-metropolitana-tuttacronacaEra il dicembre scorso quando veniva inaugurata la nuova stazione della metropolitana a Napoli, in piazza Garibaldi. Già allora si erano verificati dei problemi, con le scale mobili bloccate. Se il buongiorno si vede dal mattino, non meraviglia la rabbia degli utenti che oggi, all’ultimo momento, hanno scoperto l’impossibilità di utilizzare la metro. Sulla linea 1, infatti, si sono registrati nuovi disservizi con le corse rimaste sospese fino a circa le 10.15. L’Anm spiega i motivi dei disagi: “Una forte infiltrazione d’acqua nella stazione di Garibaldi”. La copertura, disegnata dal famoso architetto Dominique Perrault, non “protegge” le scale mobili da forti temporali, come quello che si è verificato la notte scorsa.  Operai dell’Anm subito al lavoro per asciugare scale mobili e stazione in modo tale da consentire la ripresa del servizio in condizioni di sicurezza.

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Il Ncd e l’alt su unioni civili e abolizione Bossi-Fini: “ci sono altre urgenze”

roberto-formigoni-tuttacronacaIspanico, mattarellum e sindaco d’Italia. Sono i tre modelli di legge elettorale proposti da Matteo Renzi, uno dei quali potrebbe trovare l’appoggio di Angelino Alfano. Ma il leader del Nuovo Centrodestra non ha intenzione di cedere per quel che riguarda i diritti civili, a partire da unioni gay e immigrazione. Lo spiga, in un’intervista a Libero, il presidente della Commissione Agricoltura del Senato Roberto Formigoni, minacciando una crisi di governo. “Su gay e immigrati non si tratta”. Sul tema delle unioni civili tra persone dello stesso sesso “non si discute […], Renzi non faccia l’arrogante, altrimenti ne trarremo le debite conseguenze”. E ancora: “La nostra posizione è diametralmente opposta”, aggiunge. “Invito Renzi a ragionare sul fatto che questa non è né una riforma economica né una riforma istituzionale. Quella attuale poi è una maggioranza provvisoria e Renzi lo sa bene. Per questo noi dell’Ncd proponiamo una moratoria su questo tema fino al 2015”. Nessuna svolta in tema di diritti civili fino alle prossime elezioni quindi, è questa la volontà del Ncd. “Solo allora, a elezioni avvenute, il vincitore prenderà la decisione che riterrà opportuno prendere. Ma in questo Parlamento dove nessuno schieramento può dirsi vincitore sarebbe un’inutile forzatura”. La paura, del resto, è che il Pd e il M5S si alleino grazie ad accordi chiari su temi specifici, come la trasformazione del Senato in Camera degli enti locali per arrivare a una riforma dell’immigrazione. “Per questo invitiamo Renzi a ragionare sulla sua agenda di governo”. Anche il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi frena sulle unioni civili: “Una modifica del codice civile non ci vede contrari, però nell’agenda di questo paese in crisi vengono prima altre cose”. E lo stesso dicasi per l’abolizione della legge Bossi-Fini. Al riguardo, Formigoni chiede: “Chi dice agli italiani che in un momento in cui non c’è lavoro per loro il governo apre le porte a tutti?”.

Inaugurata la nuova stazione della metro a Napoli… e le scale mobili si bloccano

metro-napoli-tuttacronacaIeri mattina è stata presentata la nuova stazione “piazza Garibaldi” della linea 1 metropolitana di Napoli, snodo essenziale per collegare il trasporto cittadino su ferro a quello nazionale e internazionale che transita per l’adiacente stazione ferroviaria. Anche se i cittadini dovranno attendere il 30 dicembre per l’apertura ufficiale, ieri ha avuto luogo il primo brindisi inaugurale con il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi. “Una giornata importante per Napoli e per tutta Italia”, ha detto. “Ci sono tre elementi simbolici e concreti. Finalmente si collega una stazione con la città stessa: si integra il trasporto nazionale con quello comunale. Collaborano le istituzioni: siamo nel momento in cui i cittadini chiedono alle istituzioni fatti concreti. Abbiamo collaborato in questi mesi, Governo, sindaco, presidente della Regione, nell’interesse della Campania e per Napoli. E anche nel realizzare una grande infrastruttura ho visto qui la bellezza. Si possono fare le cose dando un segnale del bello, questo è essere italiani”, ha sottolineato Lupi.  Il ministro ha annunciato che il 6 dicembre il Cipe approverà lo stanziamento di 600 milioni di euro per il nuovo tratto della metropolitana, fino a Capodichino. Ma non è mancata una nota di colore quando le autorità sono salite sulla scala mobile: qualcosa si è inceppato e la scala mobile è rimasta bloccata, obbligando i presenti, tra cui lo stesso Lupi, il presidente della Regione Stefano Caldoro e il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, a proseguire a piedi. Ministro, si è bloccata la scala? “Sicurezza – risponde lui con un sorriso – vuol dire che funziona”.

Air France non atterra ad Alitalia: ora sono 1000 gli esuberi

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Il piano per Alitalia si farà, ma non con Air France. La compagnia francese infatti non è convinta e soprattutto non ha sicurezze per investire in Italia, nonostante Letta continui a confermare che la stabilità politica è necessaria anche per infondere fiducia negli investitori esteri… quale migliore occasione? Alitalia poteva davvero rappresentare un esempio in tal senso, ma invece Air France si defila e resta solo il piano delle poste. Ritornano quindi di triste attualità anche gli esuberi che si stima possano essere circa 1000. Cosa ha fatto allontanare Air France? Prima di tutto le banche, non è infatti chiaro se parteciperanno o escuteranno i debiti. L’ad Gabriele Del Torchio e il nuovo partner Poste stanno definendo un loro piano industriale: saranno davvero solo 1000 gli esuberi?

Naturalmente sono a rischio anche i circa 2mila contratti a termine. Tutto ora ruota intorno alla capacità di Alitalia di reagire alla crisi, aumentando il fatturato in tempi rapidi… cioè quello che già si era auspicato con il precedente salvataggio. Come spiega Il Messaggero: 

Proprio a questo scopo la compagnia ha lanciato ieri un serie di proposte commerciale per attirare nuovi viaggiatori, le famiglie in particolare, con biglietti a prezzi ridotti che partono da 99 euro.

Air France-Klm passerà dal 25% all’11% come riporta il quotidiano francese Les Echos. Sull’altro versante, quello europeo, aperto da British che ha puntato il dito contro Alitalia parlando di un vero e proprio aiuto di Stato e di fatto catalizzando gli occhi dell’Europa sull’operazione di Poste Italiane nella sottoscrizione delle quote, ora l’Italia si giustifica  parlando di “passo transitorio” come ribadito dallo stesso Fassina. 

La compagnia di bandiera italiana incassa i 130 milioni di euro da banche e soci, ma secondo il quotidiano francese il valore di Alitalia si aggirerebbe intorno ai 30 milioni di euro. Forse è sottostimato dai francesi, ma la stessa assemblea dei soci aveva stimato il valore della compagnia intorno ai 50 milioni. Proprio per questo motivo l’Air France avrebbe fatto il decisivo passo indietro e decidere di non sborsazre la quota di 75% dell’aumento di capitale e di fatto andando in minoranza passando all’11%.  Uno scenario, questo, che per i francesi non comporterebbe grandi cambiamenti. Allo scadere del vincolo di ‘lock up’ (il 28 ottobre), il gruppo franco-olandese perderà il proprio diritto di veto e non potrà più opporsi all’ingresso di un investitore straniero, ma a Parigi – scrive Les Echos – restano persuasi che tutti gli operatori esteri potenzialmente interessati (Aeroflot, Etihad, Lufthansa o Air China) abbiano gettato la spugna. Una fonte di Air France, però, non conferma e non fa commenti.

 

Alitalia: chi resta a bordo? I consiglieri d’amministrazione e le dimissioni

alitalia-tuttacronacaE’ stato deliberato all’unanimità dall’assemblea dei soci di Alitalia l’aumento di capitale di 300 milioni di euro, da offrire in opzione ai soci in proporzione alla quota di capitale posseduta. A partire da domani, 16 ottobre, soci avranno 30 giorni di tempo per sottoscrivere le azioni di nuova emissione. Ma i consiglieri di amministrazione hanno già manifestato l’intenzione di rassengare le loro irrevocabili dimissioni dalla carica, questo in previsione del possibile mutamento degli assetti proprietari. Le dimissioni avranno effetto dalla data dell’assemblea, che sarà convocata subito dopo l’esecuzione dell’aumento di capitale. Massimo Sarmi, amministratore delegato di Poste Italiane, si recherà nel frattempo a Parigi per incontrare i vertici di Air France. L’intenzione è contrattare con i francesi le modalità dell’eventuale ingresso di Poste nel capitale della compagnia aerea italiana.

British Airways accende il riflettore su Alitalia: Ue intervenga su aiuti di Stato

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L’Alitalia Day è arrivato! Oggi consiglio di amministrazione e l’assemblea della linea aerea sono chiamati ad approvare l’operazione di salvataggio da 500 milioni di cui 300 milioni di aumento di capitale. Un’operazione che come noto prevede l’intervento delle Poste Italiane, controllate dal ministero dell’Economia. Oltre alle polemiche che ha suscitato questa scelta sulla sua opportunità in termini di politica economica, ora si levano anche serie proteste internazionali che ragionano in termini di diritto e concorrenza. “Ci aspettiamo che la Commissione europea intervenga per sospendere questo aiuto manifestamente illegale”, commenta la Iag, holding che controlla British Airways, Iberia e Vueling, commenta con l’Ansa gli ultimi sviluppi su Alitalia, sottolineando di essere “stati sempre contrari agli aiuti di Stato”.

Tornando all’operazione comunque in via di approvazione, il dubbio resta intorno alle intenzioni di Air France-Klm, che pure venerdì scorso ha approvato l’impianto dell’operazione. Il socio industriale di maggioranza tra i privati (25%) dovrebbe sborsare intorno a 75 milioni: non sta attraversando un periodo di salute ottimale e già a febbraio ne ha messi quasi 40 per il prestito ponte arrivato dai soci e ben presto rivelatosi insufficiente. Una fonte vicina alla compagnia ha dichiarato al quotidiano economico francese Les Echos: “Non è un piano definitivo bisogna ancora trovare un’intesa su una  ristrutturazione del debito e una revisione del piano industriale”. Malgrado le pressioni del ministro dei trasporti italiano, Maurizio Lupi, che ha invitato Air France-Klm a sottoscrivere la sua quota, Les Echos sottolinea che il gruppo franco-olandese ha intenzione di utilizzare il termine di un mese previsto dagli accordi per aderire al piano o diluire la propria quota all’11%.

“Abbiamo approvato il piano, che va nella giusta direzione, ma rimane insufficiente”, hanno fatto sapere, ricordando che una ristrutturazione del debito (di oltre un miliardo di euro) rimane un requisito indispensabile per qualsiasi impegno definitivo. Lupi aveva già risposto alle reticenze francesi senza mezzi termini: “Alitalia non sarà la Cenerentola di Air France”, ha detto ricordando che in caso di mancata sottoscrizione dell’aumento “verrà meno ogni vincolo per la ricerca di nuovi partner”. Proprio sui partner si è espresso il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, stamane a Radio1Rai: “Ci vuole un alleato, ma non credo che i francesi facciano al caso nostro”, ha sentenziato. Secondo Bonanni “loro vogliono solo il loro hub, tant’è che hanno detto che loro aderirebbero” all’aumento di capitale “alla sola condizione che Alitalia non apra nuove tratte internazionali e non acquisti nuovi veicoli. Anzi: hanno fatto di tutto perchè noi fossimo bloccati nell’acquisizione di nuove tratte che rappresentano le occasioni più remunerative per un’azienda Con loro noi andremmo in ulteriore default; meglio allearsi con i tedeschi oppure con altre compagnie di altre realtà regionali”. Tra i possibili partner, Lufthansa ha messo in chiaro di non essere interessata.

I cittadini mettono mano al portafoglio per pagare Alitalia: esposto alla Ue

alitalia-tuttacronacaIl ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Maurizio Lupi, aveva dichiarato che lo Stato Italiano “non ha messo soldi, neanche un euro dei soldi dei cittadini” per il salvataggio dell’Alitalia. Stando al Codacons, però, la verità è ben diversa. Meglio, “è vero esattamente il contrario”. L’associazione spiega infatti che “Saranno proprio gli utenti, attraverso la società controllata al 100% dal Tesoro, Poste Italiane, a ripianare i debiti della compagnia aerea. L’intera operazione Alitalia avrà effetti diretti sulla tasche dei cittadini italiani, e il ministro Lupi lo sa bene. Questo perchè lo sforzo economico di Poste andrà inevitabilmente ad intaccare i servizi universali gestiti dall’azienda, a tutto danno degli utenti, specie le fasce più deboli, che indirettamente si troveranno a pagare il prezzo dell’operazione”. Il Codacons, al riguardo, presenterà domani alla Ue un esposto urgente secondo il quale Poste Italiane “E’ una società per azioni che nel caso di Alitalia acquista titoli azionari, ma l’assetto proprietario di Poste vede la partecipazione totalitaria del ministero dell’Economia, e l’attività di controllo contabile sono affidate a una società di revisione e soggette al controllo della Corte dei Conti sulla gestione del bilancio e del patrimonio”. Così stando le cose, afferma ancora l’associazione, non solo vengono smentite le dichiarazioni di Lupi, ma si configura un aiuto statale che è l’intera collettività a pagare.

Renzi diventa Grillo nelle parole di Zanonato. Il Governo Letta lo teme?

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Le parole di ieri di Matteo Renzi su indulto e amnistia nono sono passate inosservate e negli esponenti del Governo Letta, Renzi diventa Grillo.

E’ Flavio Zanonato, ministro per lo Sviluppo Economico, partecipando alla Repubblica delle Idee ha affermato oggi:  “Il ragionamento di Renzi è: cosa mi conviene politicamente? Essere contro, e quindi lo dico. Dice le stesse cose di Grillo”.

Critiche alla presa di posizione renziana arrivano un po’ da ovunque: anche il ministro delle infrastrutture Maurizio Lupi punta il dito contro l’ex rottamatore: “Renzi si atteggia già da vincitore del congresso, e non a caso parla al nostro elettorato, non siamo stupidi”.

Anche Emma Bonino si scaglia contro il sindaco di Firenze. “Se Matteo Renzi – dice il ministro degli esteri – è il nuovo che avanza, fatemi il favore di ridarmi l’antico”. E aggiunge: “Legga bene il messaggio di Napolitano, prima di rottamarlo”, ha aggiunto.

Poste salva Alitalia… o prova a salvare se stessa?

poste-alitalia-tuttacronacaSi è detto che il governo ha scelto un socio per Alitalia che abbia anche un know how e che Poste, oltre a 75 milioni di euro, possono garantire la condivisione di infrastrutture logistiche, informatiche e di controllo attraverso la compagnia aerea controllata Air Mistral. Il problema è che della flotta, nelle mani di Poste al 100% dal 2005, l’anno scorso si era annunciata la vendita a causa di continui risultati economici negativi, con bilanci sono in perdita continua negli ultimi anni. Come sottolinea Giornalettismo: “Poco sembra aver insegnato la ‘lezione’ del passato ‘salvataggio dei patrioti del Cai’, voluto dal governo Berlusconi. Quello che per i contribuenti è costato circa 5 miliardi di euro, secondo le stime di Sergio Rizzo. Più del gettito Imu. E che non è certo riuscito ad aggiustare i conti della compagnia di bandiera italiana, considerati i debiti che ammontano a circa 1 miliardo e 300 milioni di euro”. Mistral è stata nel 1981 dall’attore Carlo Pedersoli, meglio noto come Bud Spencer, diventando operativa nel 1984. In seguito passata in mano al gruppo olandese Tnt, nel 2002 finì in mano a Poste Italiane quando ancora erano amministrate da Corrado Passera. Costo: 9 milioni di euro. Della flotta fanno parte 8 velivoli, tra cui 4 Boeing. I mezzi sono adibiti al trasporto pacchi e lettere di notte, mentre, durante il giorno, trasportano passeggeri verso mete e luoghi di culto. Per quel che riguarda le perdite, come ricorda anche Il Fatto, nel 2010 si registrava un -1.5, passato a -2.2 l’anno successivo mentre nel 2012 ha fatto registrare una perdita netta di 8,2, tanto che l’ad Massimo Sarmi chiese una ricapitalizzazione di 3 milioni di euro. E annunciò la volontà di venderla. Ma per Mistral Air sono passati anche altri nomi. Dal luglio 2008 all’agosto 2010 ne fu presidente il berlusconiano Antonio Martuscello, ex dirigente di Publitalia e ora commissario Agcom. Praticamente con l’offrire Poste come socio per ricapitalizzare Alitalia con 75 mln di euro e studiando “strategie” e “sinergie” tra le due compagnie di volo, Sarmi tenterebbe di ricadere sotto la bandiera italiana con un obiettivo che potrebbe essere quello, nota Giornalettismo,  “di puntare su viaggi a lungo raggio, in particolare verso le capitali e le grandi città d’Oriente, soprattutto se ci sarà una collaborazione crescente con Air France Klm, il gruppo franco olandese che detiene già il 25% di Alitalia e che era in corsa per salire al 50%.” Per quel che riguarda la compagnia d’Oltralpe, al momento resta in stand-by,  per capire quali saranno le mosse definitive, aspettando anche il consiglio d’amministrazione del gruppo. Dopo aver già fatto capire di non essere intenzionata a farsi carico dei debiti di Alitalia, dovrà decidere se ricapitalizzare o tirarsene fuori.

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Le Poste entrano in Alitalia: la compagnia di bandiera torna in quota?

alitalia-posteitaliane-tuttacronacaRiguardo la situazione dell’Alitalia, Enrico Enrico Letta, dopo aver vagliato diverse possibilità, si è concentrato sull’opportunità di un socio che abbia anche un know how specifico per quel che riguarda Alitalia. Come spiega Ansa le Poste, attraverso la compagnia aerea controllata Air Mistral, possono garantire la condivisione di infrastrutture logistiche, informatiche e di controllo. E questo per il governo rappresenta un punto cruciale per avviare quella discontinuità che ad un certo punto Letta decide di imporre con un obiettivo sicuramente ambizioso: quello di non far vivacchiare Alitalia ancora un po’ e poi svenderla ma rilanciarla facendo fare a ciascun attore, anche gli attuali azionisti, la sua parte per bene e fino in fondo. La morale è che ora Alitalia potrà contare sull’innesto di capitali freschi: un totale di 300 milioni, di cui 75 provenienti dalle Poste, 150 da privati, e con altre formule comprese le obbligazioni azionarie. Da parte sua governo scende in campo da garante per dare fiducia agli azionisti, dopo il fallimento del progetto Fenice, e rendere Alitalia nuovamente competitiva e pronta ad affrontare qualsiasi trattativa decidendo da sola il suo destino in una cornice che rafforzi il progetto, punta di diamante del programma dell’Esecutivo, del ‘fare sistema’.

In mattinata, ai microfoni di Sky Tg 24, Corrado Passera, sul tema Alitalia, ha detto: “Non erano prevedibili cinque anni di recessione così forte che ha toccato fortemente i ricavi dell’azienda: l’impegno dei dipendenti e dei soci privati era servito per superare il fallimento della vecchia Alitalia, che grazie all’intervento della nuova Alitalia aveva permesso di salvare 30.000 posti di lavoro e rendere meno oneroso per le casse pubbliche le conseguenze di quel fallimento che va addebitato alla gestione precedente”. E ha aggiunto: “Non so se Alitalia è salva, bisogna vedere se si porta fino in fondo questo aumento di capitale che in gran parte mi sembra che i soci privati siano disposti a coprire. Certamente è un lavoro che da molti anni si sta facendo”.

Da parte sua Carlo De Benedetti, a margine dell’Internet Festival di Pisa, non ha risparmiato un attacco a queste dichiarazioni: “Sconvolgenti ma non sorprendenti le dichiarazioni di Passera sulla vicenda Alitalia. Certo c’è stata la crisi da noi come altrove ma la combinazione tra il marketing elettorale di Berlusconi e il marketing politico di Passera si è dimostrata disastrosa per tutti meno che per loro”. Ha quindi precisato: “più di 5 miliardi del denaro dei contribuenti è stato bruciato sull’altare delle ambizioni personali”, e proseguito: “Tutto ciò ha portato al risultato economico-finanziario-strategico che oggi vediamo. Con il fallimento della politica “liberale” di Berlusconi e per la inconcludente esperienza politica di Passera, questa sì, giudicata da tutti un’irrecuperabile delusione”.

Il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi ha invece spiegato di essere “sempre molto perplesso di fronte agli interventi della mano pubblica in una società privata. Certo, se è un cerotto per tamponare una situazione di emergenza, passi; però bisognerà una volta per tutte fare una riflessione seria per avere un piano di medio-lungo termine”. Squinzi ha anche sottolineato la complessità della situazione, aggiungendo cheForse l’Italia è diventata un paese troppo piccolo per permettersi una grande compagnia di bandiera, bisognerà fare una riflessione forte da questo punto di vista”.

Il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupo, a Radio anch’io Rai, ha invece spiegato la mossa del governo, spiegando che è intervenuto affinché i privati facessero la loro parte nel risanamento e rifinanziamento e per un “fortissimo piano industriale all’insegna della discontinuità”, perché Alitalia era in condizioni “disastrose”. Ha quindi precisato che “Poste Italiane certamente può essere non un aiuto da parte del pubblico, ma l’individuazione di un’azienda sana come partner industriale in un settore che è sempre di più complementare”.

Ad appoggiare le scelte del Governo Letto i segretari della Uil e della Cisl. Luigi Angeletti ha spiegato che l’intervento dello Stato per Alitalia a questo punto, al di là delle ideologie, è necessario, visto che la compagnia è “sull’orlo del fallimento” e “il capitalismo italiano non riesce a mantenere certe dimensioni aziendali”. Un fallimento di Alitalia “avrebbe comportato una piccola catastrofe economica per il Paese, che non possiamo permetterci. Per questo l’intervento del governo è necessario, non è una scelta politica. Quindi per il segretario Uil, ad un certo punto è meglio parlare di un intervento dello Stato in modo meno ideologico”. Da parte sua Raffaele Bonanni ha detto che l’ingresso di Poste in Alitalia ”è una buona cosa, Alitalia ha bisogno di un po’ di giorni per prendere fiato e vedere un po’ cosa costruire per utilizzare un’energia davvero potentissima”. ”Il nostro bacino utenti – ha detto – è il quinto del mondo, quindi molto appetibile. Ed è un peccato distruggerlo insieme ad un’azienda che oggi è in difficoltà per varie ragioni. Bisogna poi costruire una joint venture con altre realtà”.

Quello che è certo è che c’è da augurarsi che, una volta risanata, la compagnia di bandiera abbia ali forti per ricominciare a volare e tenersi in quota, senza “atterraggi d’emergenza” tra un’altra manciata d’anni. Solo cinque anni fa Crozza cantava:

Chi salverà Alitalia?

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Forse si risolverà la questione Alitalia con una cordata di società pubbliche che dovrebbero ricapitalizzare il vettore aereo. Nel gruppo dei “salvatori” farebbero parte  Poste, Ferrovie, Fintecna, ma anche altri soggetti. L’accordo ci sarebbe ora è questione di dettagli. Chi salverà l’Alitalia? Forse ancora una volta gli italiani. 

Alitalia non vola più, carburante fino al 12 ottobre

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Alitalia avrà carburante solo fino al 12 ottobre. “Non possiamo certo tenerla in vita noi”, dice l’ad di Eni Paolo Scaroni. Ieri sera il flop della riunione a Palazzo Chigi e i tempi sembrano essere sempre più strette e le strade ormai obbligate. Air France è ormai una delle poche soluzioni, magari con un pacchetto di minoranza italiano: di fatto non abbiamo più una compagnia di bandiera con tutti i disagi che tale decisione può comportare. Sul tavolo naturalmente anche i licenziamenti che sono al momento la vera spina nel fianco che si sta cercando di contenere. Oggi ci sarà una nuova riunione e si spera in una soluzione meno drastica di quella che si prospetta all’orizzonte come preannunciano le parole di Scaroni: “Non possiamo rinnovare il fido a una società che non dà sicurezza. Abbiamo già un’esposizione importante, ma se la società non riscuote nemmeno la fiducia dei suoi azionisti, non possiamo tenerla in vita noi con il carburante”.

Alitalia vola in Francia! Non abbiamo più una compagnia di bandiera.

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Non si trova l’accordo tra Alitalia e Governo e la compagnia di bandiera tricolore vola in Francia, nel migliore dei casi. La riunione, durata circa due ore, ha visto la partecipazione, tra gli altri, dell’a.d. Gabriele Del Torchio, del presidente, Roberto Colaninno, dell’a.d. Unicredit, Federico Ghizzoni, del d.g. di Intesa Sanpaolo, Gaetano Micciché, del ministro dello Sviluppo, Flavio Zanonato, e di quello dei Trasporti, Maurizio Lupi. A Palazzo Chigi oggi c’era anche Mauro Moretti delle Ferrovie dello Stato che sarebbe potuto entrare in Alitalia. Ma l’ipotesi salta e l’unica certezza resta il rifiuto categorico della Cassa Depositi e Prestiti.  In tarda serata poi si arriva alla dichiarazione ufficiale, l’Italia non avrà più una compagnia di bandiera e si accompagnerà Alitalia a integrarsi ad Air France. La situazione di Alitalia, per la quale non è stato trovato un accordo per il rifinanziamento a Palazzo Chigi, è ”seria, grave e tesissima”. Lo indicano fonti vicine al dossier e riportate dall’Ansa. Bancarotta o Alitalia… cala la notte sulla bandiera tricolore.

 

“No a estremismi, altrimenti io sarò diversamente berlusconiano” così Alfano

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Tutti aspettavano la dichiarazione di Alfano e quando arriva è dirompente: “Nel partito “non possono prevalere posizioni estremistiche” e “se sono questi i nuovi berlusconiani, io sarò diversamente berlusconiano”.

Un attacco a viso aperto dopo che Maurizio Lupi lo aveva spinto a uscire allo scoperto:

“Così non va. Forza Italia non può essere un movimento estremista in mano a degli estremisti. Noi vogliamo stare con Berlusconi, con la sua storia e con le sue idee, ma non con i suoi cattivi consiglieri. Si può lavorare per il bene del Paese essendo alternativi alla sinistra e rifiutando gli estremisti. Angelino Alfano si metta in gioco per questa buona e giusta battaglia”.

E sulla stessa linea si era schierato Maurizio Sacconi: “Moltissimi elettori e militanti del Pdl non condividono la deriva estremista del partito” Poi il senatore Pdl aveva attaccato i “cattivi consiglieri del Presidente Berlusconi” e aveva chiesto ad Alfano di rappresentare le esigenze di “molti” nel partito.

 

Vola in rosso il conto di Alitalia:294 milioni di debito in solo 6 mesi

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I conti in rosso volano in alto per Alitalia: 294 milioni di debito in solo 6 mesi. In peggioramento rispetto ai 201 milioni dello stesso periodo del 2012.   Intanto il Governo non si affida solo a Air France ma cerca altre strade. E’ lo stesso ministro dei  Trasporti Maurizio Lupi, che al termine dell’incontro con il suo omologo francese Frederic Cuvillier, afferma “nessuna preclusione”. La sua affermazione è in linea con quanto affermato questa mattina da Flavio Zanonato che aveva affermato: “”Non è detto che solo i francesi possano immettere capitale. Stiamo lavorando a una soluzione ponte con il coinvolgimento di alcune banche. Oggi l’azienda deve essere difesa finanziariamente, in modo che possa attuare tutto il piano di ristrutturazione del management e tornare con la capacità di fare alleanze da una posizione di forza”, e poi aveva aggiunto “In questa fase bisogna evitare che Alitalia sia preda di acquirenti che possano avere interessi strategici diversi da quelli del nostro Paese. Mi preoccupa l’ipotesi che una compagnia sposti tutto l’asse del trasporto aereo centrale in Francia, con l’Italia marginalizzata”.

Il ministro Lupi ha quindi ripreso e rilanciato quanto già confermato da Zanonato e ha spiegato che “non c’è alcuna preclusione da parte del governo italiano” a un aumento della quota di Air France-Klm in Alitalia, ma a condizione che si riconosca il “ruolo strategico” del mercato e del vettore italiano e che ci sia “la salvaguardia dei livelli occupazionali e dello sviluppo”.

‘Vigileremo sul progetto industriale dell’azienda, con chiunque lo si farà”, ha aggiunto Lupi, ribadendo l’intenzione del governo di preservare”gli scali italiani” e l’ex compagnia di bandiera, per evitarne la marginalizzazione. “Vogliamo che sia ribadito da un piano industriale e dagli investimenti relativi” che Alitalia “non sia considerata una compagnia regionale”, ma mantenga la sua posizione su scala internazionale.

In ogni caso, ha poi sottolineato, “siamo in presenza di aziende private e quindi giustamente i governi non entrano nelle trattative tra le due aziende”, ma allo stesso tempo il suo ministero e quello francese hanno “rivendicato e condiviso che il ruolo che i governi devono assumere è il ruolo di controllo della strategicità di questo settore di fronte alla nuova apertura di scenario del mercato dei trasporti”, su cui si affacciano nuovi attori di spicco.

Intanto in serata dopo due consigli di amministrazione arriva una minuscola ricapitalizzazione da 100 milioni di euro, che darà solo una lieve boccata d’ossigeno alla compagnia di bandiera. Servivano almeno tra i 300 e 400 milioni per soddisfare le necessità finanziarie e di liquidità della società. Il consiglio ha previsto un’assemblea per il prossimo 14 ottobre per varare l’operazione.

Ministri Pdl a raccolta… riunione per sferrare l’attacco al governo?

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A raccolta i ministri del Pdl, prima che si riunisca la giunta del Senato di questa sera. Sembra proprio che tutto sia pronto per sferrare l’attacco al governo e nell’incontro, terminato alle 16.00 a cui hanno partecipato Angelino Alfano, Gaetano Quagliariello, Maurizio Lupi, Beatrice Lorenzin, Nunzia De Girolamo e il capogruppo Renato Brunetta, la linea sia stata di tentare di minare il governo e incolpare il Pd, per partire con slancio verso le prossime elezioni. Intanto però ci sarebbe pronta un’altra maggioranza, anche se tutta da verificare.

 

A punti anche le patenti per motorini e minicar

motorini-patente-punti-tuttacronacaIl ministro dei Trasporti Maurizio Lupi ha parlato delle novità in fatto di patenti per motorini e minicar. “Sinora ai minorenni – ha spiegato – non potevano venire applicate le sanzione in cui incorre l’adulto con la patente a punti. Con il nuovo codice queste patenti sono in tutto uguali a quelle a punti, e potranno venire sospese e ritirate”. Per la sicurezza delle strade, da cui dipende ancora il 15% dei morti per incidente, bisognerà intervenire sulla progettazione, la manutenzione e la segnaletica soprattutto per tutelare gli utenti più deboli: motociclisti e ciclisti. Ma anche i guard rail: “andranno ripensati nella forma sia quelli in cemento sia quelli in ferro, causa spesso di lesioni gravissime per i guidatori delle due ruote”. Una nota anche sulle multe. Oltre a inserire un criterio di premio per gli automobilisti virtuosi e di severità per i recidivi diventerà strutturale quanto già contenuto nel Decreto del fare sullo sconto del 30% per chi paga subito), il ministro delle Infrastrutture ha detto che bisognerà armonizzare gli iter per i ricorsi: “È un pò strano che chi oggi fa ricorso al prefetto e se lo vede respinto si veda anche raddoppiata la multa, cosa che non succede per chi fa ricorso al giudice di pace. Bisognerà chiarire, eliminando condizioni vessatorie, per quali ricorsi ci si debba rivolgere all’uno e per quali agli altri”.

Sconto sulle multe: paga subito e paga meno!

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Sembra che almeno su una cosa nel governo di larghe intese siano tutti d’accordo: lo “sconto” sulle multe pagate al momento dell’infrazione. Contante immediato che va direttamente in cassa.   Il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, s è anche detto contento di aumentare lo sconto da 20 al 30% e ha dichiarato:  “Se la proposta fosse condivisa, porterebbe risorse certe alle casse pubbliche e avrebbe una funzionalità educativa: non hai rispettato il codice, paghi la multa ma senza vessazioni”.

 

Iva rinvio a dicembre? Secondo Lupi si può

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Sarebbe un’ipotesi plausibile slittare l’aumento dell’Iva a dicembre… parola del ministro per le Infrastrutture, Maurizio Lupi, che a margine dell’inaugurazione della nuova stazione ferroviaria per l’Alta Velocità a Bologna, ha dichiarato: “Il lavoro che stiamo cercando di fare è quello di non aumentare l’Iva, quindi è plausibile. Questo è un governo che si misura sui fatti. Speriamo di dare un segnale immediatamente positivo… evitare l’aumento dell’Iva perché la priorità del governo è dare slancio alla crescita, quindi speriamo che questo aumento dell’Iva non sia fatto e che possa essere dato un segnale urgentemente forte da questo punto di vista”.

 

Ecco cosa ci hanno fatto negli ultimi anni con il fondo per i giovani!

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La vergogna del fondo per i giovani. Un fondo diventato una voragine e gestito in modo “superficiale” per usare un eufemismo. Eppure Enrico Letta vuole fare dell’occupazione giovanile la sua ossessione… Ma forse questo fondo ha già ossessionato a lungo Letta. Il fondo fu infatti istituito nel lontano 2006 quando Enrico Letta era sottosegretario alla Presidenza del Consiglio… per avere i primi stanziamenti servirono 2 anni… poi si abbatté sul fondo l’accetta dei governi e fu ridotto a mera dizione priva di ogni significato contabile. In 5 anni sono volati via 500 milioni di euro.   

C’è, ad esempio, la Compagnia delle Opere (Maurizio Lupi, l’attuale Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e assessore all’edilizia privata del Comune di Milano dal 1997 al 2001, è stato indagato per tentata truffa e tentato abuso d’ufficio per la “concessione a una federazione della Compagnia delle opere della cascina San Bernardo, vicino all’abbazia di Chiaravalle, e sul suo uso post-ristrutturazione”, insieme al collega Verro, entrambi membri di Forza Italia; l’indagine si è conclusa con l’assoluzione perché il fatto non sussiste)  che si fa finanziare un progetto, spende meno del previsto, e si tiene la differenza.

Ma su questo fondo pesano anche le domande di partecipazione a un bando da un milione di euro che nessuno ha mai aperto, i cv e i titoli continuano a giacere inascoltati. Però qualcosa per i giovani è stato fatto: un museo ha organizzato un master per under 30, ha fatto il corso alle sue guide e ha realizzato un bel cofanetto promozionale…

C’è poi il fiore all’occhiello (o quello che avrebbe dovuto esserlo) cioè il sito giovaneimpresa.it del fondo e che doveva diventare il vero punto di riferimento per la giovane impresa. Costato 350mila euro è capace di convogliare solo 200 visitatori in dieci mesi, meno di uno al giorno!

 Poi governo dopo governo quel fondo è diventato una “barzeletta tragica” in un’ Italia devastata dalla disocuppazione giovanile.

Se poi vogliamo entrare nello specifico e vedere solo alcune delle tante voci che agonizzano in questa “voragine-fondo” possiamo ad esempio vedere come il capitolo dedicato a sport e servizio civile sia sceso da 173 a 71 milioni (nel 2013 arriverà a 64).

  

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