“Renzi premier e segretario anomalia di partito”: l’attacco di Cuperlo

Cuperlo-attacco-tuttacronacaGianni Cuperlo, leader della minoranza del Pd e avversario di Renzi alle elezioni per la segreteria del partito, attacca il premier in pectore al Caffè di Sky Tg24 spiegando “Renzi premier e segretario anomalia di partito”. Cuperlo ha affermato: “Sul futuro del Pd dobbiamo aprire una riflessione molto seria. Non solo su chi lo guiderà ma anche su che cosa intendiamo per partito della sinistra nel Paese. Nel Pd in effetti ora viviamo una anomalia. Abbiamo fatto due mesi fa le primarie: ho insistito nel dire che si faceva un congresso per eleggere il segretario e non l’inquilino di Palazzo Chigi. Ora il nuovo segretario diventa Presidente del consiglio. Io credo che dovremo discutere di questo”.

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Il lapsus di Cuperlo… “necessaria continuità”

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Cuperlo durante il suo discorso alla Direzione Pd è stato vittima di un lapsus e nel manifestare il sostegno della minoranza alla relazione di Matteo Renzi, Cuperlo ha detto: “il segretario ha illustrato i motivi che lo spingono oggi a ritenere necessaria una continuità”. Una impercettibile pausa e dice: “no una discontinuità”.

E Forza Italia “spara” su Cuperlo: “Si dimette, dunque esiste”

cuperlo-tuttacronacaGianni Cuperlo, come già si vociferava ieri sera dopo la direzione del Partito Democratico, oggi ha presentato le sue dimissioni. E Il Mattinale, la nota politica redatta dallo staff di Forza Italia nella camera dei deputati prende in giro proprio il dimissionario presidente del Partito Democratico. “Cuperlo si dimette, dunque esiste”.

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Cuperlo si dimette, troppi contrasti con Renzi

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Posizioni inconciliabili e Gianni Cuperlo si dimette da presidente del Pd. L’annuncio è avvenuto durante la riunione della minoranza, in corso alla Camera. Cuperlo a letto pubblicamente la lettera che invierà al segretario Matteo Renzi per motivare la sua decisione. Con Renzi c’erano stati, in particolare, dissidi sulla proposta di riforma elettorale.

Questi i passi più importanti della missiva:

“Non mi dimetto per livore. E neppure per l’assenza di un cenno di solidarietà di fronte alla richiesta di dimissioni avanzata con motivazioni alquanto discutibili”, spiega nella missiva pubblciata su Facebook. “Non mi dimetto – aggiunge – neppure per una battuta scivolata via o il gusto gratuito di un’offesa. Anche se alle spalle abbiamo anni durante i quali il linguaggio della politica si è spinto fin dove mai avrebbe dovuto spingersi, e tutto era sempre e solo rubricato come una battuta”.

“Mi dimetto perché sono colpito e allarmato da una concezione del partito e del confronto al suo interno che non può piegare verso l’omologazione, di linguaggio e pensiero”, scrive Cuperlo. E ancora: “Mi dimetto perché voglio bene al Pd e voglio impegnarmi a rafforzare al suo interno idee e valori di quella sinistra ripensata senza la quale questo partito semplicemente cesserebbe di essere”.

“Voglio avere la libertà di dire ciò che penso” – “Mi dimetto – conclude – perché voglio avere la libertà di dire sempre quello che penso. Voglio poter applaudire, criticare, dissentire, senza che ciò appaia a nessuno come un abuso della carica che per qualche settimana ho cercato di ricoprire al meglio delle mie capacità”.

Dopo la direzione… le voci di dimissioni di Cuperlo

cuperlo-renzi-tuttacronacaHa presentato il suo “Italicum” alla direzione nazionale del Pd il segretario Matteo Renzi, ma forse non si aspettava che la situazione prendesse una simile piega. Il sindaco fiorentino vuole le preferenze nel sistema di voto e, si sapeva, non ci va leggero con chi gli fa storie per questo motivo. Il dibattito oggi è durato circa quattro ore e si toglie i sassolini. L’idea era di non far nomi, con i suoi che già nel pomeriggio dicevano: “Chiedono le preferenze ma poi alcuni di loro sono arrivati in Parlamento senza passare dalle primarie…”. Il nome di riferimento era noto e alla fine è stato fatto, proprio da Renzi: “Gianni, avrei voluto sentirti parlare di preferenze quando vi siete candidati senza fare le primarie – ha attaccato Renzi – se me lo dice Fassina che ha preso 12 mila preferenze ok, ma non chi è entrato con il listino, non è accettabile aprire il tema della preferenza in modo strumentale adesso, non lo accetto”. E poi: “Se vuole Cuperlo può replicare, è giusto…”. Ma non fa nemmeno in tempo a finire la frase, si gira e non lo vede più al tavolo della presidenza. Ne prende atto: “Andato via, mi dispiace per lui…”. Alla fine, alla votazione, l’Italicum è passato con solo 34 astensioni della minoranza, che decide quindi di non esprimersi in materia contraria sulla relazione del segretario pensando di compiere un gesto di pacificazione. Ma, come spiega l’Huffington Post, è andato in fumo. Se non sul voto, il dramma si apre sul caso Cuperlo. Che scoppia subito in sala. Non appena terminata la direzione, i bersaniani Alfredo D’Attorre e Davide Zoggia, lo stesso Guglielmo Epifani, la lettiana Paola De Micheli, il ministro Andrea Orlando conferiscono con il renziano Luca Lotti. Poi vanno da Cuperlo, parlano fitto fitto e decidono di riunirsi come minoranza. Stefano Fassina pensa sia bene compiere il passo fino in fondo: dimissioni dalla presidenza dell’assemblea Pd. La senatrice Di Giorgi invoca: “Cuperlo lasci la presidenza del Pd. Il livore e l’astio che hanno caratterizzato il suo intervento contro il segretario Matteo Renzi rendono evidente che non è in grado di garantire la terzietà richiesta da un ruolo di garanzia, come quello che ricopre”. Sfogo isolato. Davide Faraone è più morbido, anche se non chiede a Cuperlo un passo indietro: “Mi dispiace che non si sia trovato d’accordo con le nostre posizioni. Spero che si possa recuperare strada facendo, lungo il percorso che abbiamo avviato. C’è una grande convergenza tra le forze politiche del Paese e spero che anche nel partito si possa ritrovare unità su questi temi perché altrimenti sarebbe un peccato: in pochissimo tempo stiamo riuscendo in quello in cui tutti hanno fallito negli ultimi trent’anni”.

“La stella della sinistra italiana”

matteo-renzi-tuttacronacaIl Wall Street Journal guarda all’Italia e dedica un articolo a Matteo Renzi, la “stella della sinistra italiana che ascende nelle primarie”. Il primo cittadino di Firenze, scrive il quotidiano finanziario, “è destinato a prendere il centro del palcoscenico della politica italiana”. La sua ascesa “potrebbe causare nuovi problemi al governo Letta”, al quale il nuovo leader del Pd chiede di “accelerare il passo delle riforme”. Il Wsj, dopo avere riassunto alcuni dei punti chiave del programma proposto da Renzi, ricorda che il sindaco di Firenze ha guadagnato consenso “in un momento di disgusto generalizzato per la classe politica” che ha dimostrato “scarsa capacità” nel dare risposta ai gravi problemi degli italiani. Ancora, il quotidiano scrive che il “traballante” governo Letta “non può permettersi di ignorare Renzi”, perché pur avendo “guadagnato un po’ di forza” dall’uscita dalla maggioranza di Silvio Berlusconi, il premier “ha una maggioranza risicata in Parlamento e dipende dal sostegno del Partito democratico”.

Ma il WSJ non è stato l’unico giornale straniero a parlare dell’ascesa del sindaco di Firenze, la notizia è rimbalzata in molte prime pagine:

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Con Matteo Renzi sarà possibile la svolta? Il post di Mario Monti

Mario-Monti_tuttacronacaMatteo Renzi riveste la carica di Segretario del Pd e Mario Monti si complimenta con lui in un lungo post pubblicato sul suo profilo Facebook, con il quale gli offre l’appoggio di Scelta Civica: “Faccio i miei complimenti e auguri al vincitore delle primarie del PD, che lo hanno contrapposto in una leale competizione agli onorevoli Cuperlo e Civati. La vittoria di Matteo Renzi può certamente segnare una svolta nell’azione di Governo e dare slancio alle riforme politiche, sociali ed economiche per cui Scelta Civica è nata e per le quali, oggi in modo più coeso e deciso di prima, si sente impegnata. Come il neo-segretario del Pd, infatti, non pensiamo che basti salvaguardare la tenuta dell’esecutivo guidato da un eccellente Primo ministro come Enrico Letta, ma che ancor di più occorra rapidamente cambiare il segno delle politiche del Governo, sia rispetto all’obiettivo della crescita che di una vera equità. Di Renzi era apprezzabile l’agenda con cui partecipò alle primarie del centrosinistra nell’autunno del 2012 – ad esempio in materia di mercato del lavoro – e rimangono valide, dal nostro punto di vista, molte delle proposte – dalle riforme istituzionali, alle liberalizzazioni del sistema economico – che hanno caratterizzato in queste settimane la sua candidatura alla segreteria del PD. Scelta Civica offrirà al nuovo segretario democratico una vera disponibilità sui provvedimenti concreti, sulle priorità e sulla tempistica delle riforme nell’ambito della nuova maggioranza. Alla definizione prima e realizzazione poi di un contratto di coalizione, come è noto da tempo, il nostro movimento intende condizionare il proprio sostegno al Governo in questa fase nuova i cui risultati concreti saranno decisivi per arginare le spinte populiste. L’Italia non può più permettersi di galleggiare, ma necessita di una stagione di riforme radicali che la liberino dai condizionamenti di parte, dalle rendite di posizione e dalla politica dei veti. Confido che queste ambizioni siano anche quelle di Matteo Renzi, da oggi responsabile del primo partito italiano.”

Brunetta, dalle larghe intese al trio? Renzi, Berlusconi e Grillo per la legge elettorale

renato-brunetta-tuttacronacaRenzi è stato eletto segretario del Pd e dopo appena qualche ora, ai microfoni di SkyTg 24 il capogruppo Fi alla Camera, Renato Brunetta, lancia la prima idea: “Se Grillo, Berlusconi e Renzi si mettono insieme, la legge elettorale si fa in una settimana”. E aggiunge: “Renzi vuole il bipolarismo, come Berlusconi e come Grillo. Bipolarismo sarà”. Quindi l’affondo per tentare di delegittimare le attuali Camere. “Questo parlamento non esiste più, non ha più il premio di maggioranza. Facciamo la legge e andiamo al voto il prima possibile”, ha concluso. Un richiamo forte era giunto anche ieri dallo stesso Berlusconi, durante la kermesse dei club Forza Silvio, che aveva annunciato la sua strategia: subito un governo per la legge elettorale che includa Cinque Stelle e Sel e poi elezioni politiche insieme a quelle europee. Anche il ministro Maurizio Lupi, per il Nuovo centrodestra, si rivolge direttamente a Renzi via Twitter: “Subito patto di governo chiaro e concreto per le riforme”

La solitudine di Epifani

epifani-primarie-tuttacronacaAveva provato a invitare i tre candidati al ruolo di Segretario del Pd a trascorrere con lui la notte delle primarie al Nazareno, ma sembra che ormai sia un luogo svuotato della sua importanza strategica. Deisderava sancire pubblicamente il passaggio di consegne con il segretario entrante ma tutti e tre, ultimo in ordine di tempo Cuperlo, hanno preferito declinare l’invito. Renzi preferisce Firenze, Civati una sala congressi vicino alla stazione Tiburtina. Nessuno che s’identifichi troppo con le stanze di un partito che paga disaffezione e distacco, anche a causa delle scelte sbagliate degli ultimi anni, tra tutte, il governo delle larghe intese. La morale è che Epifani al Nazareno resta solo, a commentare con lui il risultato solo il fido Zoggia. Solo, nel giorno in cui si poteva festeggiare l’affluenza alle urne.

Partecipazione inattesa alle primarie del Pd… e il seggio resta senza schede!

primarie_pd-tuttacronacaA Bagnolo di Po, in provincia di Rovigo, non ci si aspettava un tale successo per le primarie del Pd tanto che è stato necessario richiedere altre schede. Il seggio ne aveva in dotazione 50 ma verso metà mattina il presidente si è visto costretto a chiederne di nuove, arrivate in fretta e furia dal provinciale di Rovigo. Pietro Caberletti, che oltre a essere presidente di seggio è anche sindaco del paese, ha spiegato che il problema “è che il numero di schede era stato commisurato alle precedenti primarie del premier, quando c’erano stati 49 voti. Ma oggi dopo poche ore ne avevamo già distribuite 40 e sappiamo per certo che sono ancora parecchie le persone che si recheranno a votare nel pomeriggio. Abbiamo così dovuto chiedere rinforzi”. Gli iscritti al Pd nella sezione di Bagnolo di Po sono una trentina.

Le primarie del Pd e la sfida dell’affluenza minima

cuperlo_renzi_civati-tuttacronacaDalle 8 alle 20 resteranno aperti 9mila gazebo, sparsi per tutta Italia, per permettere ai cittadini che hanno compiuto i 16 anni di votare per le primarie del Partito Democratico. Per i minorenni, gli studenti e i lavoratori fuori sede e i cittadini temporaneamente fuori sede era necessaria la registrazione online, scaduta venerdì alle 12. Prima di prendere la scheda elettorale, verrà richiesto di firmare l’albo degli elettori delle primarie e la normativa sulla privacy. Indispensabile presentare anche un documento d’identità mentre i non iscritti al partito dovranno dare un contributo di 2 euro per le spese organizzative che pagheranno solo i non iscritti al Pd. Sulla scheda che verrà consegnata bisognerà barrare il nome del candidato scelto tra Giuseppe Civati, Matteo Renzi e Gianni Cuperlo: sarà eletto segretario chi otterrà la maggioranza assoluta delle preferenze, altrimenti si andrà al ballottaggio. I risultati delle primarie dovrebbero essere resi noti già questa sera, quando si saprà chi sarà il nuovo Segretario. Il dubbio resta quello dell’affluenza, con l’asticella minima fissata sui due milioni, non facili tuttavia da raggiungere. Chi ha già votato è Matteo Renzi, arrivato intorno alle 9.20 al seggio di piazza dei Ciompi di Firenze dove aveva già votato per le primarie l’anno scorso. Prima di entrare si è fermato a parlare con un gruppo di studenti dell’Isia, a rischio chiusura, che per l’occasione hanno inscenato un flash mob per chiedere attenzione sulla sorte della loro scuola. “Nessuna sfida sull’affluenza – ha detto – la sfida è tra chi arriva primo”. Su Twitter ha quindi scritto: “Ho già trovato coda. Buon segno!”. Alle urne si è già recato anche il premier Letta, che ha salutato i militanti impegnati nella gestione del seggio elettorale ed è andato a Messa.

Martino vs M5S: “I veri violenti sono solo loro”

piero-martino-tuttacronacaUna foto di Piero Martino era finita su Facebook accompagnata dalla scritta “Wanted, o animale Martino, picchiatore piddino”. Per questo motivo, il deputato Pd ha annunciato una denuncia penale e un esposto alla presidenza della Camera. “Ogni giorno è così, hanno attaccato nei giorni scorsi anche la presidente Laura Boldrini, se nessuno mette un argine… è pazzesco”. L’immagine era stata postata dal grillino Cosimo Petraroli e Martino si è sfogato in un’intervista rilasciata a Repubblica:

Martino, come mai è stato preso di mira?

«I 5Stelle hanno la necessità di alzare i toni e lo fanno spesso raccontando bugie terribili ».

Ma è una consuetudine?

«Nella loro logica è normale, e si comportano così anche in Parlamento. Dopo l’attacco ai giornalisti, ci mancano anche le liste di proscrizione contro i parlamentari. Bisogna mettersi di traverso al più presto, con le regole che ci sono ».

Lei però ha alzato le mani sui deputati 5Stelle?

«Mai picchiato qualcuno. È accaduta una cosa molto diversa: una lite in cui erano loro ad avere violato ogni regola, addirittura erano arrivati a sedersi sui banchi del governo, che è una cosa molto grave».

Però poi siete venuti alle mani?

«No. Mi sono avvicinato a loro, così come hanno fatto i questori e ho detto che stavano violando il regolamento riprendendo la seduta con i telefonini, mentre loro accusavano noi. Mi è stato sbattuto un telefonino in faccia, gliel’ho strappato, e poi restituito un secondo dopo. C’è un’istruttoria aperta in cui i questori stanno definendo come si sono svolti i fatti».

I grillini danno un’altra versione rispetto alla sua?

«Dicono il falso, è una bugia. Comunque ci sono i filmati. Ripeto, sono saliti sui banchi del governo, io mi sono difeso e gli ho levato il telefonino, restituendolo subito dopo».

È una gogna via web?

«Lo è, ma ho notato che ora il deputato 5Stelle ha tolto la foto wanted dal suo profilo» (…)

Tutto pronto per le primarie… ultime dichiarazioni e polemiche!

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Tutto pronto, mancano poche ore e poi il popolo Pd si recherà ai gazebo per esprimere la preferenza sul suo candidato alla segreteria dei democrat. Dalle 8 alle 20 di domani sul territorio italiano saranno aperti 9mila gazebo che consentiranno a chi ha compiuto almeno il 16esimo anni di età di votare.

Tra i tanti seggi ve ne è anche uno molto originale. Sarà infatti ultimata solamente nella serata di domani la scultura in ghiaccio dedicata al vincitore e che da domani sarà esposta all’esterno del seggio più alto d’Italia, sul ghiacciaio Presena a quota 2600 metri, dove sorge un gazebo-igloo. Un’iniziativa della sezione del Pd della Vallecamonica (Brescia) che, dopo aver annunciato la volontà di far realizzare una statua in ghiaccio raffigurante Matteo Renzi, ha deciso di rispettare la par condicio tra candidati. “Il viso della scultura verrà ultimato solamente quando sapremo il vincitore” ha dichiarato il consigliere regionale del Pd, Corrado Tomasi, legato a Matteo Renzi.

Intanto tutti i candidati hanno rilasciato le ultime dichiarazioni:

“Se nessuno prenderà il 51% alle primarie Pd io non darò il mio voto né a Renzi né a Cuperlo. Il ritorno di Prodi un bene per tutti. Perché è l’unico modo per cambiare davvero e radicalmente il partito democratico. Nel segreto dell’urna penso che persino Renzi alla fine voterà per me” ha detto Pippo Civati intervistato da Globalist.it. E alla domanda se pensa di essere l’unico di sinistra tra i tre candidati, Civati ha risposto: “Non devo essere io a dirlo. A volte me lo domandano come se fosse un insulto, io ne sono orgoglioso. La sinistra è anche una pratica quotidiana, non basta ‘dire qualcosa di sinistra’, lì son buoni (quasi ) tutti, occorre che quelle cose si facciano”.

Matteo Renzi, dato come favorito, ha scritto sul suo profilo Facebook: “Meno 1 al nuovo Pd che sogniamo insieme da sempre”. Oggi il sindaco di Firenze sarà alle 12 a Reggio Emilia e poi chiuderà la sua campagna alle 16.30 a Empoli. Ieri a La 7 e oggi sul alcuni quotidiani nazionali ha parlato anche di legge elettorale: “Che c’entra il governo? La fa il Parlamento la riforma, partendo da una proposta che farà il Pd” ha detto. “Quello che è si è capito è che le commissioni dei saggi servono solo a perdere tempo. Sono un modo per dilazionare le scelte. Domenica c’è la commissione di saggi più credibile di questo mondo: il milione e mezzo, due milioni di italiani che domani andranno a votare alle primarie”. E “se alle primarie decidiamo l’abolizione del Senato, il bipolarismo e il maggioritario perché vince il candidato che propone queste cose, i gruppi non possono mettersi di traverso” ha dichiarato. Quanto a Romano Prodi che ha cambiato idea e andrà a votare alle primarie, “sono felice”, ha commentato Renzi, “penso voterà per me o Civati. Io la penso come lui: il bipolarismo va preservato”.

Infine Gianni Cuperlo, ospite della trasmissione Omnibus su La 7 questa mattina, ha ammesso che “la cosa che più mi ha addolorato è che Io ho cercato di parlare di futuro, dell’idea di partito e di Paese che ho in testa. Della necessità di cambiamento. Ma io continuo ad essere descritto come l’uomo dell’apparato e della continuità. Ma se mi guardo attorno io trovo la continuità nelle ricette di Renzi”. E in occasione della manifestazione del popolo Lgbt in programma oggi a Roma ha affrontato il tema dell’omofobia e dei diritti civili: “L’Italia deve fare passi avanti sul tema dei diritti civili perché ha ritardi seri. Quindi, pari diritti per le coppie gay e lesbiche, tutela della genitorialità omosessuale, una buona legge contro l’omofobia e la transfobia, revisione della legge 40, riforma della legge 164 sui dati anagrafici per le persone transessuali, sono scelte ineludibili che vanno nella direzione di rendere l’Italia un Paese più libero e giusto”.

Come spiega La Repubblica:

La polemica è  scoppiata invece sulla norma che a meno di 24 ore dall’apertura dei gazebo l’assemblea per il congresso del Pd mette a punto e vota una delibera che definisce i membri di diritto in Assemblea: c’è il presidente del Consiglio Enrico Letta, ci sono gli ex segretari nazionali, ma anche i ministri Pd in carica (Franceschini, Delrio, Kyenge, Zanonato, Carrozza, Bray e il ‘tecnico’ Trigilia) – tranne quello dell’Ambiente Orlando che corre per le primarie a Genova – e persino il sottosegretario ai servizi di sicurezza Marco Minniti, il segretario nazionale dei giovani democratici, il dirigente del settore organizzazione.

L’unico che è intervenuto sull’argomento è stato Civati: “Ma non ne faccio un dramma- spiega – significa che tra qualche mese in assemblea ci saranno ministri diversi. Quelli di un altro governo”.

Renzi prende le distanze dal Pd?

renzi-tuttacronacaAlla larga dalle dinamiche di partito, questa sembra la linea del “forse, quasi certamente” nuovo segretario del Pd Matteo Renzi. Il sindaco di Firenze infatti ha gentilmente declinato l’invito di Epifani a usare una delle stanze del Nazareno per aspettare i dati dai gazebo, incontrare i giornalisti e magari festeggiare la vittoria domenica sera. Renzi a quanto sembra preferirebbe attendere i risultati a Firenze, almeno che non cambi idea nelle prossime ore. L’invito di Epifani naturalmente oltre a Renzi era anche indirizzato a Cuperlo e Civati. Ognuno avrebbe avuto la sua stanza e avrebbe potuto festeggiare nel quartier generale del partito che ha anche il compito di diffondere i dati ufficiali ai giornalisti man mano che arrivano dai diversi centri presenti sul territorio.

Il “RECUPERLO” di Civati!

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Pippo Civati ci prova e non si da per vinto. Nonostante il divario tra Renzi e Cuperlo sia enorme, lui non ci pensa a mollare e dà un nome alla sua rimonta “recuperlo” e poi spiega ” la prima settimana recuperiamo Cuperlo e la seconda Renzi”.

Pippo Civati lo ha detto  parlando a Bari con i giornalisti che gli chiedevano della ‘corsa’ alle primarie del Pd. “Così dividiamo il lavoro in modo organizzato. In realtà – ha spiegato Civati prima di partecipare ad un incontro pubblico – il dato dei circoli è viziato da un tesseramento sovraumano”.

“Noi – ha concluso – non ci siamo prestati a far ricorso a tattiche ‘collettive’, il tesseramento per noi è stata una cosa personale. Dentro il corpo del Pd facciamo fatica, ma fuori, tra i nostri elettori, vinciamo alla grande”.

 

I tanti Pd di Civati, Cuperlo e Renzi, mentre aleggia il fantasma di Letta

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Quanti sono i partiti democratici? Questa mattina alla Convenzione del Pd si è tracciato un  primo bilancio che ha visto vincente Matteo Renzi nel voto espresso dai militanti dei circoli. La notizia era già stata diffusa nei giorni scorsi, oggi è stata solo ufficializzata e così la corsa è a tre con  Matteo Renzi che ha avuto 133.892 voti nei circoli del Pd, pari al 45,34%. Gianni Cuperlo ha incassato 133.892 voti pari al 39,44%, Pippo Civati 27.841 voti pari al 9,43% e Gianni Pittella 17.117 pari al 5,8%. I votanti in 7.200 riunioni di circolo in Italia e 89 all’estero sono stati 296.645 pari al 55% degli iscritti. I due principali contendenti, intanto, si scambiavano inizialmente cortesie in platea: si sorridevano, poi Cuperlo faceva addirittura una carezza al sindaco di Firenze.

Il primo a parlare è stato Pippo Civati: «A Renzi e Cuperlo io dico che ora bisogna passare all’azione. Che fatta la legge elettorale, si puo’ tornare al voto. Di la’ sono spaccati, noi siamo invincibili. E non per votare le persone, ma per fare le cose».

Subito dopo è toccato a Cuperlo che esordiva così: «Nessuno tra noi, ma davvero nessuno può immaginare di cavarsela da solo senza questa umanità» di militanti. «Mentre quell’umanità da sempre ha forza e passione per affrontare il mondo anche senza il migliore di noi. Per questo non è una buona idea annunciare che di loro si può fare a meno. Perché è più facile il contrario». Così il candidato alla segreteria Pd Gianni Cuperlo. «Se a un partito togli gli iscritti è come levare le gambe al tavolo. Non è più un partito. E nasce un’altra cosa, che non per forza sarà migliore». Cuperlo ha poi aggiunto: «In mezzo c’è un governo che adesso non ha più alibi. E deve scuotere l’albero perché i frutti cadano a terra. Chiedo: c’è una sola ragione per cui dovremmo aspettare il 9 di dicembre? Visto che il tempo è scaduto», ha assicurato, «e che a noi – tutti noi – tocca riprendere per i capelli quanti semplicemente non ce la fanno più e stanno precipitando. E sono molti».

Pochi minuti ed è arrivata la replica di Renzi: «Se ce l’ho fatta io ce la può fare chiunque. Qui c’è un’Italia che non si rassegna alla tecnocrazia e al governo dei burocrati. Noi – ribadisce – non ci rassegniamo ad essere dei numeri, dei codici fiscali, ma vogliamo essere protagonisti. A Cuperlo dico che le associazioni rendono l’uomo più forte e danno la gioia di vedere quanta gente onesta c’è per cui vale la pena volere cose nuove».
«Il governo usi la nostra lealtà per poter essere efficaci negli investimenti; se no le larghe intese diventano solo il passatempo per superare il semestre Ue. Non possiamo farci dettare l’agenda dalla paura. Tocca a noi, ora tocca a noi». ha aggiunto Renzi. «Ha ragione Gianni Cuperlo a dire che non siamo il volto buono della destra, ma non possiamo essere neppure il volto peggiore della sinistra, quello che non ha fatto il conflitto di interessi e che ha mandato a casa Prodi» ha sottolineato ancora il sindaco di Firenze. Renzi è ritornato poi sul tema dell’appoggio di un Pd da lui guidato al governo: «Il governo ha usato molto della nostra lealtà e pazienza; oggi è il momento di dire con forza che deve usare le nostre idee per essere efficace nelle scelte di politica economica, nelle riforme istituzionali, ma non faremo sgambetti».

Su tutto aleggia il fantasma di Letta che non ha partecipato ma ha inviato un messaggio:

“Più volte mi avete sentito ripetere che dalla crisi si esce solo insieme, riscoprendo le ragioni di una missione condivisa che abbia l’ambizione di costruire il futuro di questo Paese. Un Paese così fragile eppure così ricco di speranza e bellezza al quale sto dedicando tutto me stesso, cercando di onorare al massimo delle mie possibilità il mandato che il capo dello Stato e il Parlamento mi hanno conferito. Il Pd è, e ancora di più può e deve essere, l’anima di questa missione al servizio dell’Italia e dell’Europa”.

Sei di sinistra? Non ti puoi tesserare… stop da lunedì!

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La decisione sembrerebbe venire proprio dalla segreteria del partito, che ha condiviso la riflessione del Segretario Guglielmo Epifani che aveva commentato:  “Credo che la segreteria abbia assunto una linea seria e responsabile. Credo che questa sia la strada giusta. Una decisione che, a mio parere, conviene a tutti perché fatta nell’interesse di tutti, anche dei singoli candidati”.

Queste le condizioni poste per lo stop dalla segreteria: accordo di tutti i candidati, apertura dei circoli ancora per questo weekend e una verifica tecnica sulle modalità. A dare l’annuncio è stato il responsabile dell’organizzazione, Davide Zoggia, spiegando che la segreteria ha “condiviso la considerazione di Epifani, che ha chiesto una riflessione sul tesseramento”. Ed ecco i paletti, messi in chiaro dallo stesso Zoggia: “Che questo fine settimana i circoli siano aperti anche in vista delle convenzioni che si terranno dal 7 al 17 novembre; che i candidati siano d’accordo e su questo il segretario farà le verifiche del caso” e che la commissione congresso valuti le modalità della proposta.

“Lo si fa – ha evidenziato ancora Zoggia – per tutelare il partito” e per “evitare che nonostante si tratti di sei o sette casi si continui a parlare prevalentemente di questo”. Se la proposta sarà confermata il tesseramento chiuderà lunedì.

A porre con forza la questione era stato appunto il segretario dicendo che, sui casi di segnalazioni di irregolarità nei congressi provinciali, il Pd intende “procedere in assoluta trasparenza”. Epifani aveva poi spiegato come sia “nostro interesse andare fino in fondo e prendere decisioni serie e rigorose” in merito a “fenomeni che fanno male al partito”. “Per quello che mi riguarda c’è l’indicazione di procedere con rigore assoluto”.

E intanto, non si placano le polemiche tra Renzi e Cuperlo attraverso la “guerra” dei numeri. Messe in circolazione cifre diverse completamente discordanti che hanno mandato in tilt il partito provocando reazioni durissime sia da una parte che dall’altra. Tensione, dunque, altissima con i riflettori accesi sul fenomeno del rigonfiamento delle tessere registrato in più di una provincia. Dopo l’intervento del segretario del Pd, ecco il commento apparso sulla pagina Facebook di Matteo Renzi: “Mi va benissimo qualsiasi decisione prendano Epifani e gli altri candidati. L’importante è che si parli di questioni serie e che l’8 dicembre alle primarie possano votare tutti i cittadini”.

Scende in piazza anche Gianni Cuperlo che in un’intervista radiofonica non si tira indietro: “Questa idea che ci si possa iscrivere al partito fino all’ultimo giorno a un minuto prima del voto, ma perché? Non ho mica detto blocchiamo il tesseramento all’anno scorso? Fermiamolo al giorno prima, il giorno prima dei congressi di circolo che decideranno la guida, la linea e la piattaforma politica del Pd dei prossimi anni, e facciamo in modo di dare un po’ di ordine, di disciplina, a questa discussione”.

Pdl alle primarie… il governo tiene ancora?

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Il Pd ha iniziato la sua campagna elettorale per le primarie ed è acceso il dibattito soprattutto tra Renzi, Cuperlo e Civati, anche se quasi tutti i sondaggi danno per vincente il sindaco di Firenze con la stessa sicurezza con la quale si riteneva che il Governo potesse arrivare tranquillamente al 2015. Ora però arriva l’affermazione di Alfano :

“La mia idea non è cambiata rispetto alla fine del 2012 quando lanciammo le primarie. Alle prossime elezioni, il nostro candidato dovrà essere scelto attraverso primarie il più aperte possibile, alle quali partecipi il più alto numero di simpatizzanti”.

E ancora il vice premier afferma nel prossimo libro che uscirà a firma di Bruno Vespa:

“A proposito della linea del partito, il nostro è stato sempre un grande movimento a guida e a prevalenza moderata. Non è un bene che finisca in mano a estremisti. Berlusconi non lo è, ma c’è il rischio che nella gestione pratica e quotidiana della comunicazione si prenda quella deriva”.

Diverso il parare di Raffaele Fitto, raccolto anch’esso nel libro di Bruno Vespa: “Io ragiono sul dopo Berlusconi il giorno in cui Berlusconi autorizzerà il ‘dopo’. Ricordiamo che lui ha fatto la campagna elettorale del 2013 dicendo che il candidato a palazzo Chigi sarebbe stato Alfano. Quindi sarà ancora una volta lui a decidere che cosa si farà”.

Ondate di crisi… Brunetta batte il colpo!

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“O Letta e il Pd cambiano profondamente la legge di stabilità ed evitano la decadenza di Berlusconi, o le larghe intese sono finite, e si va a votare”, queste le parole di Renato Brunetta, capogruppo del Pdl alla Camera dei deputati, in un’intervista al “Corriere della Sera”. Nella quale dribbla il discorso dei falchi e delle colombe e afferma  “Basta con questa storia. Io sto con gli italiani, che non vogliono pagare i 30 miliardi dell’Imu di Letta, 6 in più di quella di Monti, e non vogliono la violenza dell’espulsione dalla politica del leader di uno dei due partiti di maggioranza relativa. Basti vedere la reazione entusiasta della Rete alla nostra decisione di tornare a Forza Italia”.

Su Marina Berlusconi, Brunetta sostiene: “Non ci sono subordinate a Silvio Berlusconi” e secondo il capogruppo del Pdl sarà proprio Matteo Renzi a provocare le elezioni. Per Brunetta il sindaco di Firenze è “superficiale e ondivago, ma non sciocco, e sa che per reggere quella gabbia di matti che è diventato il Pd, per tenere insieme Civati e D’Alema, Cuperlo e la Puppato, l’unico modo è andare a votare subito”.

Ticket? Forse c’è tra Cuperlo e Renzi!

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“Bisogna fare la stessa cosa che ha fatto Mandela. Cuperlo è molto bravo, è una persona che pensa e pensa bene. Lui può organizzare e poi avremo un grande strumento per ripartire tutti insieme, per cambiare le coscienze degli italiani”, a dirlo è un renziano doc, Oscar Farinetti, fondatore di Eataly, che chiude questo sabato fiorentino lanciando una proposta di collaborazione (meglio chiamarlo ticket?).

Forse è la fine della guerra fratricida che dilania il Pd.

D’altra parte c’era stato anche Umberto Contarello, sceneggiatore di cinema, spesso presente alle Leopolde renziane che oggi aveva chiamato Gulliver a sostegno dei suoi concetti politici: il gigante legato dai lillipuziani. Il grande sottomesso da tanti piccoli e così Contarello invita anche a ritrovare l’avventura e afferma: diventare troppo giudiziosi, sapienti, ma andare avanti con l’ingenuità onnipotente che ci ha mosso finora. Siamo come Gulliver, imbrigliati. Dobbiamo solo alzarci in piedi, prendere le forbici e tagliare ciò che ci mantiene a terra. Ritrovare l’avventura per liberare il paese: fare la seconda guerra di liberazione contro la burocrazia, l’amministrazione dei partiti, l’ingerenza dello Stato…”.

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