Colpo Mediaset: si aggiudica i diritti tv della Champions League

champions-diretta-tv-tuttacronacaRivoluzione in tv: niente più Champions League sulle reti Sky. Con quasi 700 milioni di euro, Mediaset si è aggiudicata i diritti tv in esclusiva delle partite dalla stagione 2015-16 fino al 2017-18. A parlare del fatto che Mediaset si sia conquistato questa fetta di trasmissioni, “A dimostrazione che il calcio resta l’asset più pregiato della pay tv”, è Giuliano Balestrieri che su Repubblica legge nella mossa di Mediaset un qualcosa che va oltre il “derby” con Sky ma si tratterebbe di un’operazione che ha aspetti industriali più complessi: “È la conferma indiretta della necessità di trovare un partner che investa nella società”, spiega un banchiere, secondo cui oggi “Mediaset non ha un bilancio abbastanza solido per gestire questi costi”. E ancora spiega:

Con 2,2 milioni di abbonati, la tv a pagamento del Biscione dal 2015 spenderà solo in diritti televisivi circa 500 milioni di euro per il calcio e altri 100 milioni tra film e serie televisive. Dal momento del lancio, Premium non ha ancora generato utili, ma almeno ha smesso di perdere soldi dopo aver svalutato 200 milioni di euro di diritti lo scorso anno. Secondo gli analisti, per mettere in sicurezza i conti la soglia di abbonati dovrebbe superare quota 2,5 milioni: un obiettivo raggiungibile con la Champions League. A patto di superare indenne una traversata nel deserto lunga un anno. Sì, perché due anni fa, dopo interminabili battaglie, Sky e Mediaset deposero l’ascia di guerra scambiandosi i diritti tv per Champions League ed Europa League. Un accordo che scade a giugno e che le parti – almeno fino ad oggi – non sembravano interessate a prorogare. L’anno prossimo, quindi, il canale satellitare di Rupert Murdoch avrà tutta la Champions League in esclusiva lasciando a bocca asciutta Mediaset. Che però avrà modo di rifarsi dall’anno dopo, quando per guardare Messi e soci bisognerà passare dalla pay satellitare a quella terrestre”.

Non è da escludersi, quindi, una prossima alleanza tra Murdoch e Mediaset:

“A meno che la mossa a sorpresa di Mediaset – che ha messo sul piatto 70 milioni in più all’anno di quelli che paga Sky – non sia parte di una strategia negoziale per attrarre un partner di peso. Con l’integrazione della attività di Premium tra l’Italia e la Spagna, Mediaset è diventata un partner appetibile per diversi operatori internazionali. Dalla Newscorp di Rupert Murdoch, che avrebbe già bussato alla porta di Cologno Monzese, agli arabi di Al Jazeera del Qatar che sognano lo sbarco in grande stile in Europa.

Anzi secondo qualcuno il Biscione avrebbe già in mano l’accordo con un nuovo importante socio in vista della creazione – entro l’estate – della newco nella quale confluiranno le attività pay di Italia e Spagna.

D’altra parte “un’operazione che porta la spesa per investimenti a 600 milioni di euro l’anno – dice un analista – è possibile solo con l’ingresso di un nuovo socio che condivida la scelta industriale o con un aumento di capitale. Difficile che qualcuno possa voler semplicemente rilevare una quota in una società che finora ha bruciato un sacco di cassa”.”

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Conte infuriato: “Mi tutelerò contro chi lede la mia dignità”

conte-calcioscommesse-tuttacronacaSi ricomincia a parlare di Calcioscommesse e il ct bianconero non accetta che il suo nome venga associato alla vicenda. In mattinata si era parlato delle parole di Coppola che, lo scorso 3 luglio, spiegava come l’allora allenatore del Siena in occasione di una partita “incriminata” si limitò a spronare i suoi giocatori desiderando la vittoria. Oggi Conte, che si è visto chiamato in causa in situazioni che non lo riguardano, ha usato termini al veleno: “Nella giornata odierna ho dovuto constatare con stupore e disappunto che alcuni organi di stampa hanno ritenuto dare grande risalto al mio nome in merito ad avvenimenti riguardanti nello specifico altre persone. In realtà le dichiarazioni oggi riportate, oltre a non avere di certo nei miei confronti alcuna nuova rilevanza giudiziaria, evidenziano realtà circostanti per le quali sono stato giudicato dalla giustizia sportiva e ho scontato una dolorosa squalifica. Con la ferma intenzione di tutelare in futuro la mia persona da chiunque intenda lederne la dignità, lascio alla coscienza di ognuno valutare la differenza tra informare e strumentalizzare”.

Calcioscommesse, si torna a parlare di Conte. “Ci lasciò decidere cosa fare”

Conte-calcioscommesse-siena-tuttacronacaSi torna a parlare dello scandalo calcioscommesse e nell’ordinanza emessa dalla Procura di Cremona si leggono altre testimonianze di Stellini e Coppola. Riguardo alla partita del 2011 tra Albinoleffe e Siena, per la quale Conte venne squalificato per quattro mesi per omessa denuncia, Coppola racconta: “Non so se sapesse di questo accordo. Ribadì di volere arrivare primo, ma ci avrebbe lasciato fare se la squadra si fosse ritenuta impegnata dall’accordo con l’Albinoleffe”. Il portiere, il 3 luglio 2013, rese le seguenti dichiarazioni: “Non ho mai sentito Stellini fare riferimento ad accordi o promesse intervenute in occasione della partita di andata che avrebbero dovuto essere rispettati in occasione della partita di ritorno. Successivamente, dopo che era stata disputata la partita con il Torino e la squadra aveva ormai raggiunto l’obiettivo della Serie A, ci fu l’abituale riunione tecnica alla quale parteciparono, come sempre, sia l’allenatore che lo staff e tutti i giocatori. Ricordo che in quella occasione io sono stato tra quei quattro, cinque giocatori che più hanno insistito sull’opportunità di non accontentarci della promozione, ma di cercare di arrivare primi, conseguendo peraltro un premio che era abbastanza sostanzioso. Tale era anche l’obiettivo dell’allenatore che in quell’occasione ha insistito anche lui spronandoci a proseguire nel nostro impegno. Aggiunse anche che avrebbe dato più spazio a chi era più motivato o che aveva giocato poco. A questo punto è accaduto che Carobbio e Terzi rappresentarono che, qualora ci fossimo impegnati con l’AlbinoLeffe nella partita in programma il 29 maggio 2011, ci avremmo rimesso la faccia in quanto vi era un accordo con i predetti nel senso che gli avremmo fatti vincere qualora a noi non fosse stato necessario un risultato diverso. Stellini confermò la cosa e cioè che c’era questo accordo con l’AlbinoLeffe. Io non sapevo niente della cosa come già riferito. Non sono in grado di precisare quali altre persone fossero al corrente di questa situazione. Non so se Conte fosse a conoscenza preventivamente di questo accordo assunto in occasione della partita di andata. Posso solo dire che quando l’argomento fu introdotto ci lasciò sostanzialmente decidere come meglio credevamo, ciascuno per conto suo. In sostanza lui si chiamò fuori. Conte ribadì che lui ci teneva ad arrivare primo, ma che, qualora la squadra si fosse ritenuta impegnata dall’accordo con l’AlbinoLeffe ci avrebbe lasciato fare”.

Ringhio e il calcioscommesse: “Piuttosto mi toglierei la vita”

rino-gattuso-tuttacronacaL’ex milanista e Nazionale Rino Gattuso, sul quale indaga la procura di Cremona per l’inchiesta calcioscommesse, ha commentato a Sky Sport: “La gente sa come sono fatto. Piuttosto che truccare una partita, vado in piazza e mi tolgo la vita”. Ringhio è indignato: “Sono arrabbiato e offeso. Stamattina mi ha avvisato del coinvolgimento mia moglie visto che io ero a Napoli.  Sono sereno e vado a chiarire tutto. Non voglio avere macchie sulla mia carriera.  Mai e poi mai ho pensato minimamente di poter truccare una partita. Se venisse dimostrato, sono disposto ad andare in piazza – so di dire una cosa forte – e ad ammazzarmi.  Chi mi conosce sa che non ci sto a perdere neanche una partitella, neanche a scopa con gli amici”. L’ex tecnico del Palermo era stamattina a Napoli dove avrebbe dovuto partecipare a una sessione con Benitez del corso Uefa per allenatori, ma è tornato a Milano dopo essere stato raggiunto dalla notizia. “È una roba assurda e incredibile perché non so cosa vogliano da me . Io non so cosa significhi truccare una partita, non saprei nemmeno da dove cominciare. Adesso vediamo cosa succede ma sono certo di chiarire tutto”. Nell’ordinanza del Gip di Cremona Guido Salvini si legge, tra le altre cose: “l’analisi dei contatti telefonici di Francesco Bazzani, in occasione della partita Chievo-Milan del 20 febbraio 2011, ha fatto emergere la singolare coincidenza di un contatto (un sms in uscita) con un’utenza intestata al calciatore del Milan, Gattuso Gennaro Ivan”. “Tale contatto – osserva il gip – ha consentito di verificare che Bazzani, nel periodo oggetto di indagine, aveva intrattenuto 13 contatti con l’utenza in uso al calciatore, per 13 stagioni in forza al Milan, poi trasferitosi nella stagione appena conclusa nella formazione del Sion, militante nella massima serie svizzera”.

Clamoroso! Volevano truccare anche le partite di Brasile 2014!

brasile-calcioscommesse-tuttacronacaE’ il Corriere dello Sport a scrivere che, dall’ordinanza sul calcioscommesse emessa questa mattina dal Tribunale di Cremona, è merso anche un clamoroso retroscena sui prossimi Mondiali, che si disputeranno nel 2014 in Brasile. Il Gip Salvini scrive: “L’arresto avvenuto a Singapore di Tan Seet Eng e di altre 13 persone è il nuovo dato estremamente significativo che, seppur formalmente ancora ai margini della presente indagine, non può essere letto se non come una piena conferma degli elementi raccolti dall’Autorità giudiziaria italiana e via via arricchitisi nel tempo in merito alla organizzazione transazionale che dirigeva le mosse dei suoi inviati in Italia e rendeva possibile la corruzione dei giocatori di squadre anche sconosciute o pochissimo conosciuta all’estero. Le accuse, in base alle notizie raccolte da fonti aperte e da sintetiche relazioni del Servizio Centrale Operativo, essendo stato inoltrata solo recentemente una formale richiesta di rogatoria internazionale, riguardano la manipolazione di un gran numero di partite in molti paesi e ad altissimo livello sino a progettare, a quanto sembra, un piano di interventi illeciti sui prossimi campionati del mondo che si svolgeranno in Brasile».

Si torna a parlare di calcioscommesse: tra gli indagati Gattuso e Brocchi

gattuso-calcioscommesse-tuttacronacaQuasi tre anni dopo l’inizio dello scandalo del calcioscommesse, un’organizzazione criminale continuava a truccare le partite del calcio italiano. Stanotte i poliziotti del Servizio centrale operativo di Roma e gli uomini della squadra Mobile di Cremona hanno portato in carcere quattro persone: Salvatore Spadaro, Francesco Bazzani, Cosimo Ricci e Fabio Quadri, che avrebbero continuato la loro attività fino all’ultima partita dello scorso campionato, sia in serie A che in serie B. Si tratta di novanta gare in totale, delle quali una dozzina in serie A, comprese quelle di Juventus, Inter e Milan finora escluse dall’inchiesta. Tra queste, anche Palermo-Inter 1-0 dello scorso anno. Ma tra gli indagati compaiono anche nomi illustri, come  Gennaro Gattuso, anche perquisito, e Cristian Brocchi, che ha giocato anche con le maglie di Inter, Milan, Fiorentina e Verona e attualmente è allenatore nelle giovanili rossonere: l’accusa nei loro confronti è associazione a delinquere finalizzata alla truffa e alla frode sportiva. Secondo le prime indiscrezioni, i due erano in contatto con due de i quattro arrestati nel blitz. In particolare Francesco Bazzani, detto Civ, in un’occasione si era introdotto nel centro sportivo di Milanello, dove si allena il Milan, e aveva inviato messaggi allo stesso Gattuso. È accaduto nel febbraio del 2012 quando si erano svolte partite di Milan, Lazio e Juventus sulle quali Bazzani avrebbe cercato di influire.Fra i 20 nuovi indagati, ha detto Andrea Grassi, direttore della divisione operativa del Servizio centrale operativo della polizia (Sco), ci sono anche “un paio di giocatori ancora in attività”. Grassi ha aggiunto che “con l’operazione di oggi salgono a 120 gli indagati e 54 gli arrestati dalla fine del 2010. E’ questo il bilancio di tre anni di lavoro: un lavoro che non si è mai fermato e che dimostra che il fenomeno non è sopito”. Andrea D’Amico procuratore di Rino Gattuso, ha commentato la notizia delle indagini su “Ringhio” nell’inchiesta di Cremona sul calcioscommesse ai microfoni di Sky Tg24: “È stato un fulmine a ciel sereno. Rino è caduto dalle nuvole. Non sa come mai il suo nome sia balzato fuori. Ora bisogna capire come escono certi nomi, quali sono le circostanze che hanno determinato questa situazione. E prima di trarre conclusioni bisogna verificare tutto. Sappiamo bene che quando vengono fuori queste notizie l’eco che ne deriva è importante. Dobbiamo aspettare prima di dare giudizi. È doveroso attendere in attesa degli sviluppi futuri per la moralità di Rino”. Quattro i mandati d’arresto firmati dal Gip Guido Salvini e legati all’ultima fase dell’inchiesta «Last Bet», partita a giugno del 2010, che ha già coinvolto decine di giocatori ed ex giocatori anche di serie A, tra cui Beppe Signori, Cristiano Doni e Stefano Mauri. Gli arresti sono stati eseguiti a Milano, Bologna, Rimini, Messina. In manette anche i due intermediari, Mister X e Mister Y, com’erano stati identificati nel corso delle precedenti fasi dell’inchiesta dai giocatori coinvolti. Si tratta di Salvatore Spadaro e Francesco Bazzani. I due, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, erano il collegamento tra il mondo delle scommesse clandestine e i giocatori e le società di calcio. Spadaro, secondo l’accusa, sarebbe legato al giro dei “bolognesi” di Giuseppe Signori mentre Francesco Bazzani avrebbe avuto collegamenti sia con i commercialisti dell’ex bomber della Nazionale, Bruni e Giannone (entrambi finiti in carcere in una delle precedenti fasi dell’inchiesta), sia con Almir Gegic, uno dei leader del gruppo degli zingari. Ancora, le altre due ordinanze di custodia cautelare sono state emesse nei confronti di Cosimo Rinci, amico di Spadaro e dirigente del Riccione calcio nonché in contatto con l’ex presidente dell’Ancona calcio Ermanno Pieroni, a sua volta coinvolto nella prima fase dell’inchiesta, e Fabio Quadri, considerato il factotum dello stesso Spadaro

A volte ritornano: lo scandalo del calcioscommesse

calcioscommesse-tuttacronacaLa procura di Cremona torna a puntare il dito sui campi da calcio e si ricomincia a parlare di calcioscommesse. Due anni non sono bastati a ripristinare la legalità sui rettangoli di gioco e ora ci sono nuovi indagati, “con dirigenti e tecnici” di prima fascia in contatto con criminali che in cambio di risultati esatti sulle gare “pretendono somme dell’ordine delle centinaia di migliaia di euro a partita”.  E’ stata la stessa procura che aveva scoperto lo scandalo a notificare una nuova proroga di indagini  a 41 persone, tra calciatori e dirigenti. Omissati, al momento, i nomi. Il pm Fabio Saponara, che affianca il procuratore Roberto Di Martino nell’indagine, scrive: “Le investigazioni sono molto complesse perché hanno per oggetto molti fatti tra loro collegati: si indaga sulla manipolazione di circa 110 partite e gli indagati sono più di 150”. Ma non si guarda solo all’Italia, sono infatti partite anche una serie di rogatorie all’estero, non solo per capire i movimenti dell’associazione criminale che partendo da Singapore e da Tan Set Eng, passando per i Balcani con il gruppo degli Zingari di Hrystian Ilyevki, è arrivata in Italia per truccare i campionati. Quello a cui si mira è intercettare i movimenti di denaro. Torna in auge anche il nome di Stefano Mauri, contro il capitano della Lazio sarebbero “emersi ulteriori indizi, rispetto all’originaria richiesta di misura, costituiti da ulteriori collegamenti con indagati di grande spessore, recentemente iscritti”. “In particolare – continua il pm Saponara – molto recentemente è stata depositata una corposa informativa, con la quale sono stati denunciati numerosi nuovi indagati ed è stata evidenziata la manipolazione di altre partite, alcune delle quali riferibili all’ultimo campionato. Quindi l’attività di manipolazione è ancora in corso”. “Sono stati identificati – continua la procura – alcuni personaggi che tenevano i contatti tra il sodalizio e dirigente delle squadre si serie A. E sono in corso di accertamento i legami di questo soggetto in riferimento alla manipolazione delle partite, con accertamenti fondamentali sui tabulati”. Per il 10 dicembre, inoltre, è in calendario l’incidente probatorio durante il quale verranno aperti circa 200 apparecchi informatici sequestrati in più di due anno di inchiesta a tutti gli indagati. Quattro periti che avranno altrettanti mesi di tempo per tirare fuori tutto il materiale importante per l’indagine, compresi i messaggi e le mail cancellate.

I portieri di serie A prendono gol? “Accattatavell”! Parla Tacconi

juventus-stefano-tacconi-tuttacronacaSeconda giornata di campionato di Serie A caratterizzata da tante reti quella a cui abbiamo assistito, certo. Ma a farla da padrone sembrano essere stati gli errori dei portieri, con quasi nessuno, tra gli estremi difensori, che ne è uscito indenne. Un week-end indimenticabile, in eccezione negativa, quasi per tutti. Ma le colpe dove vanno ricercate? E’ Stefano Tacconi, storico portiere della Juve e della Nazionale che tenta di rispondere alla domanda. “I nuovi palloni non aiutano, è vero – spiega il 56enne perugino – ma è anche vero che i preparatori devono adeguarsi e cercare di lavorare anche in base ai nuovi fattori esterni. Portieri non si diventa, ma per diventarlo appieno bisogna acquisire sicurezza, tranquillità, carisma. Oggi invece vedo tanta inesperienza e poca qualità”. Tarzan, così era soprannominato il portiere numero 1 in Italia tra gli anni ’80 e ’90, parla anche di Perin, anch’egli ieri vittima delle gaffe: “Con tutto il rispetto, mi pare che sia sopravvalutato, come altri alle prime armi. Non capisco questa mania di puntare su portieri giovani. Fra i pali conta l’esperienza, la personalità. Poi, se mandiamo all’estero gente come Viviano e Cudicini, non dobbiamo lamentarci del livello in serie A. Come dicono a Napoli: Accattatevell”. Nessun Tacconi all’orizzonte? “Per carità. Oggi potrei quasi tornare in campo io”. Ma proprio il suo successore tra i pali bianconeri ieri ha incassato un gol: che Gigi stia invecchiando? “L’errore può capitare a tutti, Buffon sbaglia una volta all’anno. Poi, quando ti operi alla schiena qualcosa paghi, soprattutto in termini di spinta sulle gambe. La Juve è stata un po’ sorpresa in occasione del gol di Klose, ma dopo cinque minuti di black-out è tornata a giocare come sa”. Tanti errori ma anche bravura di chi ha tirato, vedi Pjanic? “Rafael non poteva farci nulla. Quando l’avversario calcia da fuori area, il portiere deve avanzare leggermente, quello di Pjanic è stato un colpo d’astuzia”. Ma come innalzare il livello dei portieri italiani? “Partiamo dai preparatori. Vedo che diverse squadre ne hanno alcuni che non hanno mai giocato in porta. E poi, ripeto, il ruolo del portiere non si impara. Zoff mi diceva: io non ti devo insegnare niente, ti devo solo allenare. Nel fisico, ma soprattutto nella testa. Quella è fondamentale”. Però a Tacconi c’è almeno un estremo difensore che piace: “Leali del Cagliari. Uno di quelli che sbaglia di meno. Oggi lo si può dire con certezza, visto che le tv mostrano nel dettaglio ogni intervento. A proposito, una volta veniva definito ‘miracolo’ quando paravi un pallone diretto all’incrocio, oggi è pure se te la tirano addosso. Ma di miracoli ne vedo sempre meno”.

Il campionato alla seconda prova: tutti i risultati

Campionato-di-calcio-tuttacronacaDopo i tre posticipi, due ieri (Chievo-Napoli terminato 2-4 e Juve-Lazio finito 4-1) e uno oggi (Roma-Verona, 3-0), questa sera alle 20.45 è stato il turno delle squadre di Serie A di affrontarsi per la seconda giornata di campionato.

Bologna-Sampdoria: Al Dall’Ara la Samp si è portata in vantaggio al 25′: destro dalla lunga distanza non irresistibile di Gabbiadini che Curci respinge goffamente, la sfera arriva Eder che da due passi insacca. Ci pensa Moscardelli ad annullare le distanze con un pareggio che arriva al 41′: tiro-cross di Diamanti da posizione angolata, Da Costa respinge in qualche modo, arriva il numero 10 che da distanza ravvicinata realizza: 1-1! In questo primo tempo meglio il Bologna, con la Samp che è stata fin troppo guardinga. Al 19′ della ripresa il Bologna passa in vantaggio grazie a un cross di Garics e splendida sforbiciata di Kone: 2-1! Al 26′ arriva il pareggio della Sampdoria grazie a una punizione di Gabbiadini molto angolata, imprendibile per Curci: 2-2! La Samp è pericolosa fino all’ultimo minuto ma, dopo 4′ di recupero, la partita termina in parità.

Catania-Inter: Sono i nerazzurri a passare in vantaggio al 20′ allo stadio Angelo Massimino in terra siciliana. Jonathan sulla destra punta e supera Monzon nell’uno contro uno, poi il brasiliano è lucido a vedere Palacio nell’area piccola che deve solo appoggiare di sinistro. 0-1! Al termine del primo tempo, la partita resta comunque aperta, viste le continue minacce dei padroni di casa alla porta di Handanovic. Il Catania si sforza ma all’11’ del secondo tempo l’Inter raddoppia: Palacio è abilissimo a crearsi spazio sulla destra e a crossare perfettamente per Nagatomo, che in tuffo di testa supera Andujar. 0-2! Al 36′ tris dell’Inter: progressione di Alvarez, che s’invola verso l’area e poi incrocia benissimo di sinistro. Il pallone fa sponda sul palo e finisce dentro: 0-3! Grande prova di forza dei nerazzurri, che raggiungono il gruppo di testa a punteggio pieno, su un campo ostico.

Atalanta-Torino: All’Atleti Azzurri d’Italia il primo tempo termina a reti inviolate, ma con la parita che resta aperta visto l’equilibrio che si è visto in campoi. I padroni di casa sono partiti forte arrivando a sfiorare in un paio di occasioni il goal. In seguito sono saliti i granata, creando azioni pericolose e cogliendo anche una traversa con Darmian. Bisogna aspettare il 12′ della ripresa perchè la situazione si sblocchi: su punizione dalla tre quarti battuta da Cigarini, una gran mischia a centro area favorisce Stendardo, che prontamente insacca. 1-0! Arriva al 36′ il raddoppio dell’Atalanta grazie a Lucchini: 2-0! Dopo tre minuti di recupero, termina l’incontro cun la vittoria della squadra di casa.

Genoa-Fiorentina: Inizia un po’ a rallentatore la Fiorentina ma non ci impiega molto a rompere il ghiaccio: al 10′ arriva la rete di Aquilani che riceve l’angolo di Borja Valero: la palla rimbalza sul limite dell’area piccola e il giocatore è tutto solo e libero di colpire di testa. Perin non può nulla, ma Lodi è colpevole di non aver coperto. 4 minuti e Rossi raddoppia calciando di prima intenzione da fuori area. Il tiro di pepito è angolato ma Perin pasticcia e deviando la palla nella propria porta. Al 40′ arriva il bellissimo gol di Mario Gomez che devia sottoporta da centravanti puro un ottimo cross di Pasqual. Il primo tempo termina 0-3. Alla ripresa, il Genoa prova ad accorciare le distanze: all’8′ grandissimo gol di Gilardino, che colpisce di destro incrociando sul palo lontano un lancio dalle retrovie di Matuzalem. La reazione dei viola è immadiata: con un’azione tutta di prima Valero, Aquilani Rossi si riporta sopra di tre reti. Al 15′, dopo che Gilardino è stato atterrato in area, Lodi realizza il rigore: 2-4! Al 48′ anche Gomez realizza un rigore: la partita termina 2-5!

Udinese-Parma: E’ la squadra di casa che, dopo 11 minuti di gioco, passa in vantaggio allo stadio Friuli. A siglare la rede Badu: il Ghanese sfrutta un rimpallo con Cassani su assist di Muriel, ma anche Di Natale e Muriel arrivano più volte alla conclusione. Nei primi 45′, il Parma è riuscito a creare un’unica azione pericolosa, quando Amauri ha colpito la traversa. Nella ripresa, al 27′, arriva il raddoppio dell’Udinese: punizione perfetta di Maicosuel che disegna sulla coscia del difensore francese la palla del 2-0! Cassano accorcia le distanze al 37′ e riporta il Parma in partita: cross dalla destra di Rosi che trova la testa del numero 99 liberissimo: 2-1! Al 44′ l’Udinese chiude definitivamente la partita grazie a un rigore realizzato da Muriel: 3-1 e secondo successo consecutivo per i bianconeri.

Milan-Cagliari: Un primo tempo quasi a senso unico con un Milan che deve cancellare l’esordio in campionato.  All’8′ Robinho raccoglie un cross basso di Balo e batte sul secondo palo dopo che Muntari e Montolivo non sono riusciti nelle deviazioni vincenti, e batte Agazzi. Il raddoppio a firma di Mexes arriva al 31′ che approfitta di una ribattuta di Agazzi e non ha difficoltà a depositare in rete a porta vuota. Il Cagliari accorcia le distanze con Sau 2 minuti dopo. L’attaccante cagliaritano dalla sinistra si accentra e fa partire un destro a giro che si infila sotto l’incrocio. Il primo tempo termina 2-1. Nella ripresa, al 18′, su cross dalla destra di Abate, pasticcio di Ariaudo che di testa serve il pallone sui piedi di Balotelli nell’area piccola: di potenza entra in rete: 3-1! Termina la partita con un Cagliari che tenta improbabili lanci dalla distanza: nulla di fatto e il risultato resta invariato.

Sassuolo-Livorno: Bisogna attendere il 43′ allo stadio Città del Tricolore perchè arrivi un primo gol: splendida punizione di Greco che infila la prima rete in serie A. Il Sassuolo non è stato molto pungente. La partita cambia faccia nel secondo tempo: il Sassuolo pareggia meritatamente al 21′: cross di Laribi dalla destra, colpo di testa di Zaza, che infila Bardi nell’angolino basso alla sua destra! E’ 1-1! Solo tre minuti e il Livorno torna in vantaggio con Emeghara. Al 29′ Paulinho porta la squadra sul 3-1: l’attaccante vince un contrasto sulla fascia, si accentra ed infila Rosati con un perfetto sinistro. Al 40′ Emeghara realizza un rigore spiazzando Rosati dal dischetto: palla a sinistra, portiere a destra. Doppietta per il giocatore e partita che termina 4-1 per il Livorno!

Letta quasi quadruplica i saggi: da 10 a 35… saggezza infinita!

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Il presidente del Consiglio, Enrico Letta, ha scelto i 35 componenti della commissione per le riforme costituzionali. Tra loro figurano Valerio Onida, Angelo Panebianco, Luciano Violante (che dopo esser stato in corsa per la premiership ora si ripresenta sotto forma di saggio). I “saggi” saranno ricevuti giovedì pomeriggio dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al Quirinale:

– Michele Ainis – Università Roma 3

– Augusto Barbera – Università di Bologna
– Beniamino Caravita di Toritto – Università la Sapienza Roma
– Lorenza Carlassare – Università di Padova
– Elisabetta Catelani – Università di Pisa
– Stefano Ceccanti – Università Roma 3
– Ginevra Cerrina Feroni – Università di Firenze
– Enzo Cheli – Presidente Emerito Corte Costituzionale
– Mario Chiti – Università di Firenze
– Pietro Ciarlo – Università di Cagliari
– Francesco Clementi – Università di Perugia
– Francesco D’Onofrio – Università La Sapienza Roma
– Giuseppe de Vergottini – Università di Bologna
– Giuseppe Di Federico – Università di Bologna
– Mario Dogliani – Università di Torino
– Giandomenico Falcon – Università di Trento
– Franco Frattini – Presidente Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale
– Maria Cristina Grisolia – Università di Firenze
– Massimo Luciani – Università La Sapienza Roma
– Stefano Mannoni – Università di Firenze
– Cesare Mirabelli – Presidente Emerito Corte Costituzionale
– Anna Moscarini – Università della Tuscia
– Ida Nicotra – Università di Catania
– Marco Olivetti – Università di Foggia
– Valerio Onida – Presidente Emerito Corte Costituzionale
– Angelo Panebianco – Università di Bologna
– Giovanni Pitruzzella – Università di Palermo
– Anna Maria Poggi – Università di Torino
– Carmela Salazar -Università di Reggio Calabria
– Guido Tabellini – Università Bocconi di Milano
– Nadia Urbinati – Columbia University
– Luciano Vandelli – Università di Bologna
– Luciano Violante – Università di Camerino
– Lorenza Violini – Università di Milano
– Nicolò Zanon – Università di Milano.
Ma non erano inutili i saggi secondo il Grande Saggio Valerio Onida? E ora di nuovo a fare il Saggio inutile?

I debiti si devono pagare… parola di grandi saggi. Come?

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«Alla luce dell’entrata a regime della modifica costituzionale sul vincolo di bilancio strutturale, vanno riviste le modalità attraverso cui opera il cosiddetto “Patto di stabilità interno”». «In questi anni la difficile comprimibilità della spesa pubblica corrente ha finito col sacrificare gli investimenti pubblici: la spesa in conto capitale ha raggiunto un minimo storico. Ne va subito almeno rafforzata la qualità e l’efficacia». «Dopo il decreto legge varato nei giorni scorsi dal Governo, va completato il pagamento, per la parte ancora da versare, del debito pregresso accumulato fino al 31 dicembre 2012». Con quali fondi? Operare in tempi rapidi, tagliando ancora di più sanità e scuola, visto che i privilegi vergognosi come il finanziamento pubblico ai partiti è ineliminabile? A chi prendiamo i soldi? Iniziano a darci il buon esempio i saggi svuotando i loro conti così che magari salviamo qualche piccola azienda o sono saggi poveri anche economicamente oltre che di spirito?

Gli inutili saggi e l’agonia della politica.

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Oggi gli “inutili” saggi hanno portato il documento redatto al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ha spiegato che il governo “non poteva nascere per impulso del presidente della Repubblica uscente ripercorrendo un sentiero analogo a quello battuto con successo nel novembre 2011”. Ora quindi “la parola e le decisioni toccano alle forze politiche e starà al mio successore trarne le conclusioni”. Perso solo del tempo?

Naturalmente no! Perchè le relazioni, continua il capo dello Stato, “saranno rese disponibili sul sito del quirinale e potranno essere dunque valutate obiettivamente da tutti. Mi auguro- prosegue- che al di là di dubbi e riserve che hanno accompagnato lo stesso annuncio della istituzione dei due gruppi, si riconosca la serietà del lavoro compiuto, pur nella piena libertà, come ovvio, di giudizio critico da parte di chiunque”.

Poi c’è la chiusa finale con i ringraziamenti di Napolitano ai saggi per “l’eccellente ed esemplare lavoro”.

Grazie Presidente, grazie!  L’Italia ora è stata analizzata dai sapienti…

Le tattiche di avvicinamento tra Pd-Pdl-Lega

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Incontro D’Alema – Bersani. Incontro di uomini d’apparato con due idee di sinistra diverse, ma poi non così distanti come invece può essere la posizione di Matteo Renzi. “La situazione è difficile, ma siamo tutti impegnati perchè il partito ne esca bene.” Così esordisce D’Alema dopo l’incontro ed è una specie di autogol. In tempi di crisi e di immobilismo delle istituzioni, l’unica preoccupazione può essere quella di un “partito che ne esca bene”?

Continua poi nel suo comunicato stampa dopo l’incontro con il leader del Pd: “Non esiste nessuna scissione, le parole di Franceschini sono state travisate. Ieri ho visto anche Renzi e oggi ho informato Bersani di questa conversazione”. Ma nel Pd volano gli stracci…”Dove vedete questi stracci? C’è una discussione estremamente corretta e rispettosa, per lo meno da parte mia, ma in un momento così difficile è ovvio che si discuta”.

Intanto arriva il secco no dei leghisti sul nome di Amato, anche se c’è una certa apertura su altri possibili  candidati: “Vedremo le altre proposte e le valuteremo – ha detto  Roberto Maroni- se fosse una donna meglio ancora, ma non sta a me fare nomi. Ho parlato ieri con Berlusconi e con Bersani  e so che quello che hanno in mente non coincide esattamente con quello che ho letto sui giornali. Bersani mi ha chiesto se la Lega è interessata a partecipare alle discussioni e alle votazioni sul presidente della Repubblica e io naturalmente ho detto di sì”.

Imputati e indagati che votano il Presidente

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Matteo Renzi sicuramente non poteva fare il grande elettore, hanno tutte le ragioni se non l’hanno votato. Perché è necessario avere un certo curriculum per poter scegliere il Capo di Stato. Circa il 20% di chi lo voterà ha problemi con la giustizia, gli altri forse non hanno avuto il tempo per avere tutte le carte davanti a un giudice ma sarebbero molti quelli che potrebbero ambire presto a questo “privilegio”. Sì perché se non hai un procedimento giudiziario che politico sei?

Quindi Matteo Renzi è giusto che non sia stato nominato grande elettore. Si può nominare uno che fa gli alloggi popolari in legno ecosostenibili? Un politico del Pd che non vuole il finanziamento pubblico dei partiti? Un politico che si occupa delle eccellenze italiane da espore all’estero?

Molto meglio gli impresentabili.

Naturalmente in testa, per prestigio e tenacia, c’è  Silvio Berlusconi. A seguire, ma ha molto da apprendere, Raffaele Fitto con “solo” 4 anni per corruzione.  Una palma d’oro andrebbe data a un novello indagato come Giulio Tremonti  (concorso in finanziamento illecito) e  a Maria Gullo del partito democratico che ha battuto tutti e ha inaugurato il nuovo parlamento con il primo avviso di garanzia di questa legislatura.  Ma non ci dimentichiamo dell’editore di Libero nonchè onorevole Pdl Antonio Angelucci accusato di associazione per delinquere, truffa e falso. E sulla stessa scia abbiamo anche un presunto (ancora è tutto da provare quindi non possiamo metterlo nel suo curriculum) uomo d’onore come Luigi Cesaro indagato per associazione camorristica, ma può vantare di essere stato l’autista di Raffaele Cutolo. Chi invece ha tante belle accuse e inchieste aperte è Roberto Formigoni, ma anche Denis Verdini, sta ricalcando le orme del suo mentore Berlusconi, e si presenta con una bella indagine per bancarotta fraudolenta e associazione per delinquere per l’inchiesta sul Credito cooperativo fiorentino a cui va aggiunto il concorso in corruzione per gli appalti al G8, la truffa allo stato per il il Giornale di Toscana  e un’altra associazione per deliquere nella loggia P3.

Ma i veri Vip sono tra i delegati regionali. Scenderà dalla Valle D’Aosta il presidente della Regione Augusto Rollandin (Union Valdotaine) condannato per abuso d’ufficio con sentenza definitiva negli anni Novanta per favoreggiamenti in appalti. Dalla Lombardia avremo Roberto Maroni pregiudicato per resistenza a pubblico ufficiale. Mentre viene dal sud Giuseppe Scopelliti (Pdl) condannato per omissioni in atti d’ufficio in appello per non aver vigilato sullo smaltimento del percolato della discarica.

La densità di guai giudiziari aumenta tra i delegati regionali. Dalla Valle D’Aosta ci sarà il presidente della Regione Augusto Rollandin (Union Valdotaine) condannato per abuso d’ufficio con sentenza definitiva negli anni Novanta per favoreggiamenti in appalti. Si è potuto poi ricandidare grazie all’estinzione di pene accessorie della condanna, tra le quali l’interdizione dai pubblici uffici. Pregiudicato è anche Roberto Maroni (Lega Nord), presidente della Regione Lombardia: si tratta della “nota” sentenza per resistenza a pubblico ufficiale. Dall’Abruzzo Gianni Chiodi (Pdl) sotto processo per crollo colposo. Dalla Sardegna Ugo Cappellacci (Pdl) imputato per abuso d’ufficio per gli impianti eolici e a giudizio per bancarotta.  Il presidente dell’Emilia Romagna Vasco Errani (Pd) è stato assolto in primo grado dall’accusa di falso ideologico, ma la Procura ha fatto ricorso: l’accusa è di aver dato informazioni fuorvianti al pm che stava indagando sui contributi concessi dalla Regione alla cooperativa Terremerse. Sempre del Pd proveniente dalla Toscana  Enrico Rossi (Pd) cui viene contestato il falso ideologico perché quando era assessore alla Sanità della Regione sarebbe stato a conoscenza della voragine nel bilancio dell’Asl di Massa Carrara. Il vicepresidente del Friuli Luca Ciriani è stato invece rinviato a giudizio per il disboscamento della Val Rosandra (in provincia di Trieste). Dovrà rispondere con altre 4 persone, di deturpamento di bellezze naturali per un presunto danno ambientale all’alveo di un torrente in area protetta.

E Renzi si voleva presentare come grande elettore? Non ha il curriculum!

 

 

Massimo e Matteo ovvero il Pd a confronto che isola Bersani!

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Il sindaco di Firenze aveva postato un messaggio su Facebook questa mattina nel quale dichiarava chiuse le ostilità e mostrava invece il suo operato:

«La politica nazionale in questi giorni discute di tante cose, molte inutili, che riguardano solo gli addetti ai lavori. Da Firenze rispondiamo lavorando sulle cose concrete: edilizia sostenibile, risparmio energetico, risposte ai cittadini. Oggi in viale Guidoni ho inaugurato 18 alloggi popolari innovativi in legno a impatto zero dando una risposta sociale e ambientale alla città. Voglio che la mia amministrazione sia sulla frontiera dell’innovazione ambientale e culturale».

Poi era tornato a Palazzo Vecchio dove poco prima delle 15 era arrivato Massimo D’alema per un incontro proprio con il sindaco di Firenze.  Lo stesso D’alema ha affermato che è stato “un errore non mandare Renzi a Roma.” Si rompono così gli instabili equilibri bersaniani e ora il leader del Pd sembra sempre più isolato all’interno del suo partito.

 

OCCUPATA LA SALA MAPPAMONDO!

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Nel giorno del P-day il M5S torna a mobilizzarsi e occupa la sala Mappamondo. Intanto Beppe Grillo dal suo blog grida all’inciucio per l’elezione del Presidente della Repubblica: “La coppia Bed & Breakfast, Bersani e Berlusconi, decide nelle segrete stanze il Presidente dell’inciucio escludendo di fatto ogni partecipazione popolare mentre il M5S avvia una consultazione pubblica e democratica attraverso i suoi iscritti. Chi tra i due ha un deficit di democrazia interna?”

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La candidatura shock di Berlusconi… Bersani al Colle?

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Berlusconi ci ha abituato alle sue “sorprese” dal condono tombale proposto in campagna elettorale (e subito ritirato) alla restituzione dell’Imu. Oggi c’è l’ennesima notizia shock che sarebbe emersa dopo l’incontro tra il leader del Pd e Il Cav. Una delle ipotesi portate avanti da Berlusconi sarebbe di candidare al Colle Bersani, poi attuare un governo di scopo e riportare gli italiani alle urne il 7 luglio.

“Dal colloquio avuto con Pierluigi ho avuto la sensazione che non escluda affatto di finire lui stesso al Colle e a quel punto, vi dirò, potrebbe pure servire a sbloccare la situazione”, commenta il Cavaliere, durante la cena di martedì sera con Alfano, Verdini, Brunetta, Schifani, Gasparri, Cicchitto, a Palazzo Grazioli.

Un modo come un altro per far fuori il suo avversario! Peccato che sia già occupato il posto da Papa altrimenti avremmo avuto anche Pier Luigi Pontefice? Ma un posto da Papa Emerito per Bersani, non si trova?

Lo sceriffo rintronato? Che povertà di linguaggio De Luca!

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“Crimi e la Lombardi? Hanno arricchito la galleria delle coppie famose del cabaret, sono come Gianni e Pinotto, camminano sempre appaiati. Lui assomiglia in modo impressionante a un procione lavatore, lei è un po’ pipì e molto irritante“. Esordisce così Vincenzo De Luca ai microfoni de “La Zanzara”, su Radio24. Il sindaco di Salerno del Partito democratico si rende ridicolo assumendo un linguaggio che sarebbe indegno e imbarazzante anche per gli esponenti della Lega Nord che nel corso degli anni ci hanno abituato a dover assistere alle loro uscite volgari e qualunquiste.

In bocca a un sindaco democratico certe frasi suonano ancora più irritanti. Ma Vincenzo De Luca non si ferma a  questi stereotipi banali e irriverenti, rincara la dose: “Questi dovevano cambiare l’Italia e ci hanno dato Crimi e Lombardi. Adesso discutono delle indennità, sono partiti da 2500 euro e ora sono arrivati a 6000 euro. Fra qualche mese arriveranno ai diamanti di Belsito. La Lega è partita col cappio ed è finita coi diamanti, Di Pietro è partito con la palingenesi universale e si è arenato su un po’ di appartamenti. Il web, la rete, tutte grandi palle, imbecillità. Facciamola finita, basta col cabaret.”  Veramente chi sta mostrando uno spettacolo indegno è propri il sindaco di Salerno.

Poi si accanisce contro Renzi: “L’ho apprezzato quando si è fatto da parte, ma ha fatto il furbo. Diceva che non voleva poltrone e poi ha contrattato 50 posti per i suoi in parlamento. Altro che poltrona, si è fatto dare tutto il mobilificio”.

Ecco gli uomini anziani della politica, quei miseri “politicucci” destinati all’estinzione che stanno gridando la loro rabbia e il loro livore per non riuscire più a essere al passo con i tempi. Rintanati dentro le loro case dorate fatte di privilegi pagati con i rimborsi elettorali, ormai distanti dal mondo così tanto da non riuscire neppure a vedere il malessere che li circonda. Come può un sindaco del genere amministrare una città come Salerno se è totalmente incapace di comunicare un progetto o un’idea? Alla radio si va solo per fare la guerra agli altri partiti e alle correnti interne al proprio? Quando spazziamo via questi “omuncoli ancestrali”?

Chi farà “gol” nelle urne? Previsioni e tattiche delle Quirinali!

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Tra qualche ora sarà possibile votare online il candidato del M5S. E’ stato indetto infatti per 11 aprile il P-day. Ci saranno 10 candidati nella rosa dei nomi da scegliere come personalità da presentare poi alla votazione ufficiale in Parlamento. I risultati del P-day si sapranno solo il 16 aprile, due giorni prima della votazione alla Camera. Ma quali sono i candidati più probabili? Girando fra forum e meetup si scorgono i nomi di Ferdinando Imposimato e Gino Strada. Nonostante la gaffe fatta al La Zanzara, il medico è ancora in testa ai sondaggi e potrebbe essere proprio lui che i grillini presenteranno il 16 aprile come nome da votare come Capo di Stato. Ma le sorprese potrebbero non mancare anche perchè la top-ten dovrebbe annoverare figure come quella di Milena Gabanelli, Dario Fo, Paolo Becchi, Loretta Napoleoni, Gustavo Zagrebelsky, Stefano Rodotà e Salvatore Borsellino.

Mentre Pd e Pdl stanno chiusi nei palazzi a trovare convergenze sui nomi da presentare, l’outsider della politica è pronto a dare battaglia con una lista di personalità molto vasta e di sicuro richiamo popolare. Poi il nome sarà portato in aula e lì inizierà il tatticismo e potrebbero essere proprio i voti dell’M5S a fare la differenza.

Per le prime tre votazioni l’M5S voterà il proprio candidato, poi, se ancora non ci fosse il Presidente allora i giochi cambierebbero. Al centrosinistra mancano 9 voti per raggiungere il numero magico, che diventeranno per lo meno una trentina mettendo in conto assenze e franchi tiratori e saranno i grillini a puntare il dito su un candidato o a ritrarlo e fare ostruzionismo.

La partita è aperta… ora si aspetta solo il fischio dell’arbitro e poi vedremo chi farà gol nelle urne.

  

Vendola si dimette da deputato!

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Vendola si dimette da deputato.

“Mi sto recando a Montecitorio per formalizzare un atto che gia’ esiste: gia’ in campagna elettorale avevo detto che intendevo restare governatore e vado a formalizzare questo atto”. Lo ha detto il leader di Sel Nichi Vendola lasciando la sede del Pd dopo un incontro di oltre un’ora con Pier Luigi Bersani. Vendola critica il Fatto Quotidiano che oggi è uscito con un articolo che condannava chi avesse un doppio incarico sommando così stipendi e potere.

 

Guerra del Pd… da Trieste a Roma.

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Matteo Renzi fa sentire la sua voce da Trieste, dove si è recato per sostenere la candidatura di Debora Serracchiani a governatrice della regione: «Se ci sono nuove elezioni vedremo cosa accadrà. Ora sono fuori dai giochi della politica romana. Ora sto facendo il sindaco della mia città. Spero si vada alle elezioni il prima possibile. Se dovesse dipendere da me tornerei alle elezioni domani mattina. Se Bersani e Berlusconi riterranno più opportuna qualche forma di accordo nell’interesse del Paese, spero facciano il più veloce possibile».

 Poi torna sulla questione dei grandi elettori:

«Mi avevano detto vai avanti tranquillo ti votiamo, ma poi è arrivata qualche telefonata da Roma per fare il contrario. Mi avrebbe fatto piacere rappresentare la mia Regione»

Secca la replica di Bersani: «Nella sequela di quotidiane molestie mi vedo oggi attribuiti non so quali giochini tesi ad impedire la nomina di Renzi a grande elettore per la  Toscana. Smentisco dunque di aver deciso o anche solo suggerito, o anche solo pensato alcunchè, a proposito di una scelta che riguarda unicamente il consiglio regionale Toscana»

 

L’incomunicabilità a confronto! Bersani e Berlusconi dopo l’incontro.

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L’incomunicabilità a confronto! Bersani e Berlusconi dopo l’incontro o forse lo scontro.  Il cavaliere va via insieme ad segretario Angelino Alfano preannunciando che si sarà una nota congiunta sull’incontro svoltosi oggi a Montecitorio.

Un’anticipazione resa necessaria anche dalle parole di ieri di Giorgio Napolitano che sicuramente ha accelerato i tempi dell’incontro.

Intanto i grillini occupano il Parlamento mentre Bossi esorta Berlusconi a fare un accordo con Bersani, perchè poi il leader del pd si schianta da solo… ma è proprio Bersani a non volere accordi… parole al vento, incontri a vuoto e confusione istituzionale, mentre Letta ribadisce che si è trattato di un buon incontro… (bevuto bene?)  poi senza pudore aggiunge…” ma siamo solo all’inizio!”

Intanto Renzi da Vinitaly bastona Bersani “Non ho vinto le primarie, ha vinto Bersani. Il problemino è che poi Bersani non ha vinto le elezioni. Mi hanno dato del qualunquista perché ho detto che si sta perdendo tempo. Prometto di non dirlo più, ma voi potreste per favore smettere di perdere tempo? Bisogna, elezioni o no, che vi mettiate d’accordo, che si decida”.

Poi arriva, con un twitter di Mentana, la replica che smentisce Letta: “E’ durato un’ora e un quarto l’incontro Bersani-Berlusconi. E secondo le prime voci non è andato affatto bene.”

2 versioni, 2 facce, 2 partiti in un incontro perso in partenza. L’Italia ha tempo per continuare ad agonizzare.

Dibattito in aula ed emergono 30 dissidenti Pd!

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30 disertori? 30 delatori? 30 deputati Pd. L’unanimismo è finito e le divisioni del partito sono sorte prepotentemente in aula. Le commissioni parlamentari hanno spezzato le maglie del Pd e questa volta a fare lo strappo non ci sono solo i renziani ma anche la prodiana Sandra Zapa e la veltroniana Marianna Madia, solo per fare due nomi. Proprio nel giorno in cui Berlusconi e Bersani si incontrano, la coalizione di centro sinistra sembra più fragile del solito.

La questione delle commissioni viene alla fine risolta con l’annuncio del capogruppo Roberto Speranza che anche il Pd farà i nomi dei suoi commissari. Tanto le commissioni non partiranno mai senza un governo, è la convinzione dei più. “Capisco la volontà di protagonismo di ciascuno. Invieremo nei prossimi giorni i nostri nomi per le commissioni dopo aver discusso con l’ufficio di presidenza del gruppo e con i colleghi del Senato”, dice Speranza. In Transatlantico arrivano gli echi della discussione. C’è Beppe Fioroni che se la prende con i renziani e gli altri ‘critici’: “Abbiamo finito di dare interviste sul governissimo e ora iniziamo con la questione delle commissioni. Mai che si discutesse della vera questione attuale, cioè l’elezione del presidente della Repubblica. Hanno detto che sulle commissioni ci insegue Grillo… Ai grillini gli farei pagare la luce e il surplus dei consumi causati dalla loro scelta di occupare l’aula fino a mezzanotte…”. Gli animi sono agitati, come si vede.

Dopo le 18 scatta l’ora X!

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Dopo le 18 scatta l’ora X! L’incontro tra i B.B. della politica italiana è fissato per oggi. Contro ogni pronostico e a sorpresa trapela da palazzo Grazioli la notizia che tanti attendevano.

Con il Cavaliere ci sarà il solo Angelino Alfano e con il segretario del Pd Enrico Letta. Non alla Camera, ma a palazzo Giustiniani. Il Cavaliere, rientrato a Roma, ieri sera, ha riunito i fedelissimi a palazzo Grazioli per imbastire il canovaccio della trattativa col segretario del Pd. E a Gianni Letta ha dato mandato di tenere i contatti col Quirinale per informare il capo dello Stato sull’andamento del negoziato col Nazareno.

Ed è per questo che l’ex premier ha spiegato ai suoi che ha intenzione di chiedere anche un colloquio con Napolitano, anche per la giornata di domani, se possibile. E non per cortesia. Ma per investire l’attuale inquilino del Quirinale del ruolo di notaio del patto sulla sua successione.

Prima, però, c’è il faccia al faccia con segretario del Pd. Che il Cavaliere sta preparando nei dettagli, con l’obiettivo di raggiungere un’intesa sul prossimo capo dello Stato. Due le ipotesi di accordo che sottoporrà al leader del Pd: un via libera a un governo Bersani, anche con personalità di centrosinistra – certo non ostili su Comunicazione e Giustizia – in cambio di un moderato al Quirinale. Una sorta di “non sfiducia” modello 1976 che comunque garantirebbe al Cavaliere di staccare la spina in ogni momento. Oppure, è la seconda ipotesi, un governissimo con un nome condiviso e di garanzia al Colle.

#CommissioniSubito è golpe?

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“Il M5S vuole un Parlamento in pieno esercizio da ora. Paese al collasso e attività legislativa bloccata. Commissioni subito o partiti commissariati”. Così Beppe Grillo sul suo blog in un post dal titolo “I golpisti” con un foto dei “colonnelli” protagonisti del colpo di stato greco ma con i volti di Monti, Bersani e Berlusconi.

“Il golpe è iniziato da anni. Un golpe alla luce del sole per delegittimare e svuotare il Parlamento. L’Italia non è più una repubblica parlamentare, come previsto dalla Costituzione, ma una repubblica partitica. I partiti hanno sostituito la democrazia. La volontà popolare è diventata una barzelletta”, scrive Grillo. 

Intanto, al termine della riunione dei capigruppo a Palazzo Madama Zanda ha spiegato: “Si è convenuto a larga maggioranza che l’intreccio del meccanismo regolamentare e della prassi suggerisce di costituire le commissioni solo dopo la formazione del governo”. Non si esclude comunque che si possano formare altre commissioni speciali, come quella sulla relazione del governo a proposito delle variazioni al quadro macro.

D’altra parte, la composizione delle commissioni permanenti rispecchia l’equilibrio tra maggioranza e opposizione, mentre i loro presidenti sono normalmente espressione della maggioranza. Ma l’attuale stallo politico, dove non esiste alcun accordo tra i partiti per dare vita a un governo, impedisce una spartizione di questo tipo.

L’unica commissione parlamentare già in funzione è quella speciale che ha competenze limitate, che dovrebbe ricevere dalla Camera il mandato ad esaminare il decreto legge sul pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione.

Il movimento di Beppe Grillo protesta per questo stallo e sostiene, con il parere favorevole di alcuni costituzionalisti, che si possa comunque procedere alla formazione delle commissioni permanenti.

“Il M5S sbaglia bersaglio, dovrebbe occupare il Pd di Pier Luigi Bersani, perché è lui che blocca la formazione di un governo”, ha detto il capogruppo alla Camera del Pdl, Renato Brunetta, polemico con la decisione del segretario del Pd di non aderire all’idea di un governo di larghe intese. Ma sulla questione delle commissioni, il Pdl la pensa come il Pd: “I nostri nominativi per le varie commissioni sono già pronti. Li presenteremo non appena un governo avrà ottenuto la fiducia in Parlamento”.

Dopo #OccupyParlamento arriveremo a #OccupyPd e #OccupyPdl?

Bersani ad Agorà…

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Bersani ad Agorà, prima della piazza di sabato!

Pier Luigi Bersani questa mattina è ospite del programma televisivo Agorà su Rai3 e ha risposto a una serie di domande che non solo fanno il segno della situazione nel nostro Paese, ma che si proiettano anche nel futuro. Il leader del Pd ha confermato anche la manifestazione di sabato contro la povertà, mentre Berlusconi sarà in piazza per esporre con forza i suoi 8 punti programmatici di un possibile governo di scopo.

Si è fermi perché si deve eleggere il nuovo Capo di Stato?

“A mio modo ho una proposta di larghe intese. Non sottovaluto responsabilità democratica comune. Si consenta un governo di cambiamento su 8 punti. Si ricerchi un presidente della Repubblica condiviso, Nel 1976 c’era uno che governava e gli altri lo consentivano. Era una specie di governo di minoranza che la nostra Costituzione permette. Pdl e M5s hanno detto no.”

Bersani apre quindi l’intervista con una puntualizzazione sulle differenze tra il 1976 e oggi. Dopo che il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitan, ieri durante la commemorazione per il 20° anniversario dalle morte di Gerardo Chiaromonte, aveva richiamato i partiti a trovare delle larghe intese sul modello di ciò che avvenne alla fine degli anni ’70, oggi Bersani spiega le differenze che lo hanno portato in un vicolo cieco in cui non è possibile pensare a un governo di minoranza.

Quindi no a un governissimo di larghe intese tra Bersani, Berlusconi e Monti?

“Il nuovo presidente della Repubblica considererà la situazione. Soluzione di governissimo con me, Berlusconi e Monti è formula che paralizza. Poi vedrà il nuovo capo dello Stato. Io sono affezionato alla mia idea, ma non vuol dire non essere disponibile ad altre ipotesi. Io sono preoccupato per questa situazione sociale allarmante”.

Nonostante la situazione sia socialmente allarmante Bersani si dichiara affezionato alla sua idea, ma disponibile ad altre ipotesi. Ma se la situazione è allarmante perchè Bersani continua a riflettere sulla sua idea quando ormai non è stata accettata da altre forze politiche? Pensa ancora di portare la sua proposta alle Camere per poi vedere se riesce a mettere in piedi una maggioranza bulgara?

L’incontro con Berlusconi?

“Incontrerò Berlusconi per discutere del metodo per eleggere insieme il presidente della Repubblica. Attenti a non fare meccanismi di scambio su elezioni capo Stato. Io non sono disponibile. Non si possono fare improvvisazioni. Non voglio tirare paragoni oltre il lecito. Cerchiamo una larga maggioranza, con soluzioni che hanno anche un tratto di fantasia. Per Quirinale mi tengo testa aperta per varie soluzioni.”

Quindi sul tavolo non c’è un idea di governissimo, come smentita già in apertura del suo intervento ad Agorà, ma solo trovare dei nomi che possano andare bene per la destra e la sinistra. Ma sopratutto un nome che possa essere un ponte anche con l’Europa?

Quale sono le sue priorità?

“Voglio fare partire governo con qualche decisione di terapia d’urto. Affrontare emergenza sociale e moralizzazione della vita pubblica”.

Quindi emergenza sociale e vita pubblica. Ma sembra nebbiosa la risposta sul finanziamento ai partiti:

“Nell’incontro coi grillini c’è stato un fuorionda. Io mi sono detto pronto a discutere del superamento del finanziamento pubblico ai partiti. Io poi ho chiesto loro se sono pronti a ragionare nella stessa legge sulla democrazia interna. La risposta è stata molto interlocutoria”.

Il governo Monti?

“Il governo Monti si è paralizzato sulla corruzione: non è possibile”

Si è anche rivelato incapace di trattare sul piano internazionale nela questione dei Marò.

Bersani su prossime primarie per premiership:

“Io candidato? Ci devo ancora pensare”.

 

Il Paese da spartirsi… incontro Berlusconi – Bersani!

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“Finalmente l’onorevole Bersani si e’ aperto e reso disponibile a un incontro” anche se “la data di questo incontro non e’ stata ancora fissata. La posizione del Pdl e la mia posizione ormai la conoscono tuti gli italiani: dare subito un governo forte e stabile al Paese per assumere provvedimenti urgentissimi che si impongono per rilanciare l’economia”, lo spiega Silvio Berlusconi al Tg4, in merito all’incontro con Pier Luigi Bersani, sottolineando che “e’ necessario abbassare la pressione fiscale”.

Quindi l’incontro si farà! Alla vigilia dell’occupazione del Parlamento da parte del M5S arriva l’annuncio di Berlusconi. I tempi per il tatticismo sono finiti, ora resta solo da fare un accordo ed eliminare il M5S che altrimenti può trovare l’alleanza di altre forze politiche e diventare veramente una forza determinante all’interno della nuova formazione dell’esecutivo. L’obiettivo è chiaro: isoliamo chi tenta di sopprimere la casta e veniamo a patti per salvare i privilegi. Sicuramente sul tavolo ci sarà la giustizia, il Capo dello Stato, la pressione fiscale… l’Italia un paese in vendita da spartirsi.

Renzi, Facebook e Amici!

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Renzi, forse stanco delle  polemiche sulla sua partecipazione ad Amici, ha deciso di postare il video sul suo profilo Facebook e di chiedere alle persone di commentare. In due ore sono piovuti 1856 messaggi.

C’è chi scrive: «Matteo amico-di-Maria: ero molto perplessa sulla sua partecipazione, in realtà ascoltando quello che poi ha detto capisco la necessità di parlare anche a quel pubblico, senza snobbismi inutili. Discutibile il chiodo e il jeans-avvolgipacco». Ma anche: «Fantastico e grande come sempre».  Poi ci sono state le critiche: «No, non ho davvero apprezzato! La partecipazione in sè, le cose dette( un pò troppo slogan) nè il look (quel chiodino inguardabile). Peccato perchè io in Renzi ci credo, mi piace come sta facendo il sindaco e mi piace il suo progetto politico». Quindi elettorato diviso come al solito.  Il problema come al solito però non viene centrato. E’ importante andare in qualsiasi trasmissione, parlare con ogni elettore, avvicinarsi ai “nemici politici” senza fare le guerre tattiche a distanza… il problema semmai è se si riesce a far tutto questo senza cadere nel “compiacere il pubblico che si ha di fronte”. La linea di Renzi per lo più riesce sempre a uscirne indenne dalla mannaia mediatica che estrapola frasi e condanna su singole parole e anche in questo caso sembra che il Sindaco di Firenze (eccezion fatta per quel chiodo)  ne è uscito a testa, piuttosto sono i suoi colleghi di partito ad essere a disagio a parlare ai sogni dei giovani. E’ quella parte di “apparato” che si forgia di avere un linguaggio e una comunicazione semplice e di comunicare con il “popolo” a non capire che non basta un intercalare dialettale o un luogo comune per sintonizzarsi con le persone. Serve parlare al “loro futuro, ai loro sogni, alle loro prospettive”. Che dire giovane non significa nulla, che la complessità è più ampia di quello che loro possono immaginare e quindi come possono comunicare con ciò che non conoscono?

Matrimonio gay sancisce le nozze fra Sel e M5S?

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Grillo il fascista? Grillo l’omofobico? Grillo contro i diritti civili? Secca smentita e svolta a sinistra, così a sinistra da superare il Pd e allearsi con il Sel per i diritti degli omosessuali. Il ddl presentato dai grillini, che troverà sicuramente l’appoggio del Sel, è una bomba a orologeria all’interno del Pd che potrebbe anche scindersi. Sì, perché la legge presentata dal M5S andrebbe a modificare “il codice civile in materia di eguaglianza nell’accesso al matrimonio in favore delle coppie formate dallo stesso sesso”.

L’M5S propone l’introduzione dell’art 91 che riconosce “il matrimonio egualitario” quindi non più solo uomo-donna, ma come succede già in Spagna, Portogallo, Olanda e Belgio, un matrimonio che sia aperto anche a persone dello stesso sesso.

Grande svolta anche sui figli. I figli di un “coniuge” – termine che sostituirebbe sempre i classici “marito e moglie” –  saranno riconosciuti come figli dell’altro coniuge “anche quando il concepimento avviene mediante il ricorso a tecniche di riproduzione medicalmente assistita, inclusa la maternità surrogata”.

Anche se nel programma M5S i diritti civili non erano tra le priorità, ora c’è una grande attenzione da parte del Pd a questa norma che potrebbe far carta straccia del “surrogato” proposto con le “coppie di fatto” sul modello tedesco avanzato da Bersani in campagna elettorale.

I grillini va ben oltre e accogliendo le proposte della Rete Lenford, associazione di di avvocati per i diritti lesbiche, gay, bisessuali e transgender, stilano un ddl che potrebbe veramente ribaltare la coalizione del centro sinistra.

Gli altri due disegni di legge, presentati dai grillini, riguardano poi il contrasto all’omofobia e alla transfobia, reati penali punibili fino a quattro anni di carceri.

Svolta anche sulle modificazioni di attribuzione di sesso. Quest’ultima proposta parte da un principio: ogni persona può sentirsi di non appartenere più al sesso attribuitole dalla nascita e, di conseguenza, una legge deve favorirne il cambio di identità.

Con rabbia dei più ferventi Bersaniani, Grillo stavolta sorvola ad alta quota il Parlamento e va a “sedersi” a fianco dell’area più estremista. Un vero cambiamento che non ha nulla a che vedere con la vecchia politica pronta a un minimo compromesso con un “modello tedesco”, tanto sbandierato in campagna elettorale e visto come vero faro nella notte di una politica disattenta al fenomeno gay.

La Bindi sussulta sulla sedia, Bersani è affranto, Veltroni chiama a raccolta tutto il Pd nell’ultimo strenuo tentativo di tenere unite anime contrapposte di una sinistra dalle mille contraddizioni e Renzi spopola tra i giovani.

Brutto risveglio per quella sinistra mascherata che tenta inutilmente il gioco delle poltrone in parlamento senza voler cedere al governissimo che vedrebbe compromessa la leadership di Bersani… Ma niente paura l’Italia è in buone mani… i saggi stanno pensando!

Vendola parla all’Unità…

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Vendola sa di dover uscire fuori dall’angolo buio in cui è stato condotto da Bersani. Così lancia l’idea del “rimescolamento”, anche in risposta all’invito di Matteo Orfini che chiedeva un superamento della visione Pd. Il governatore della Puglia sa perfettamente i rischi che corre con questa nuova proposta e si affretta a chiarire che non si tratta di una “cosa” ma bensì di «ripartire dall’analisi della crisi, recuperare un giudizio condiviso sugli ultimi trent’anni di rivoluzione liberale nella prospettiva di un socialismo del futuro, keynesiano e ambientalista, che non sia una variante effervescente dell’egemonia dei mercati finanziari»

Ma quando il giornalista chiede se si può definire un socialismo epurato dal blairismo, la risposta di Vendola è secca:

«Non voglio sfregiare gli album di famiglia, però quel ciclo si è concluso e il problema ora è: può esistere la prospettiva di Stati Uniti d’Europa, cioè di una forte democrazia europea, mutilando il Vecchio continente del suo welfare? O si può intendere che le politiche economiche e sociali delle destre europee hanno spinto le nostre società entro un precipizio recessivo che oggi mescola drammaticamente la crisi sociale con la crisi democratica, povertà, violenza razzista, nazionalismo, localismi, corporativismo. Siamo di fronte al pulviscolo di quello che fu una narrazione civile e una proposta politica».

Allora il giornalista devia il discorso e lo allarga all’Europa “La casa comune dei progressisti in cui Sel potrebbe occupare una stanza, in Europa avrebbe come riferimento i socialisti?”

«Dove si gioca la partita? Lo vorrei dire anche ai compagni delle formazioni della sinistra radicale: dove si combatte? Noi sappiamo che è globale il problema della ricostruzione della sinistra. E coincide con il tema della ricostruzione dell’Europa. Di una sua anima, del suo essere un paradigma di civiltà. Penso che le forze del socialismo europeo siano il luogo in cui far convivere le tante culture politiche, che lì possano competere sul piano delle idee invece che sul piano elettorale. C’è una tendenza minoritaria, chiusa in un minimalismo di partito che rischia di essere mero fenomeno ornamentale. Ma anche una cultura minoritaria in un contenitore grande diventa contaminazione e lievito. Del resto chi, su quale atollo di questo universo frastagliato, può dirsi sicuro di avere gli strumenti adeguati per rappresentare la politica del futuro? Più utile che suddividerci in tanti comitati elettorali, può essere alimentarci reciprocamente come parte di una intelligenza collettiva. Pensando ai grandi partiti progressisti nel mondo e non solo in Occidente, anche in America latina dove una sinistra iperideologica e vissuta per tanto in clandestinità è stata in grado di smetterla di essere prigioniera di formazioni ideologizzate, creando partiti post ideologici in cui la cultura politica si è arricchita. È preferibile l’ininfluenza piuttosto che giocare in mare aperto? Certo, a determinate condizioni».

E se fondamentalmente il discorso di Vendola ha una sua logica e un suo preciso obiettivo da raggiungere è sulla pratica che sembra fallire ancor prima di iniziare.

Anche se non la definiamo “Cosa” per pura speculazione terminologica, in realtà quello che propone il Governatore della Puglia è un “reimpasto” che potrebbero fare diversi candidati provenienti da diverse forse politiche e che pongano al centro la crisi sociale e la crisi democratica. Quindi un apertura al M5S, soprattutto a quei deputati che sono favorevoli al dialogo con le altre forze politiche. Poi l’altra questione dell’Europa. I socialisti europei hanno anime profondamente diverse che difficilmente possono trovare un accordo con la sinistra/non sinistra italiana dilaniata a sua volta da correnti diverse. Il Sel di vendola come può dialogare con il partito socialista di Hollande dilaniato tra paradisi fiscali e fondi neri? Come può il Sel trovare dei punti d’incontro con la nuova linea  liberal-democratica del Spd tedesco?

I politici in piazza contro loro stessi!

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All’inizio c’è stato l’annuncio del Cav: grande manifestazione di piazza a Bari, il 13 aprile, per promuovere gli 8 punti che diano un segnale forte al Paese.

E Bersani che fa? riunisce i suoi militanti, nello stesso giorno, “contro la povertà e per il governo di cambiamento”. La manifestazione sarà promossa dai circoli Pd di Scampia, San Salvario, Corviale, Torbellamonaca, Laurentino e San Basilio, quartieri poveri della Capitale, di Napoli e Torino.

 Quello che ci si chiede, se già sembra strano che senza un governo una forza politica scenda in campo per protestare, perché di solito è l’opposizione che va contro la maggioranza, almeno lo era fino a quando c’è stata una vecchia politica (che almeno era ancora un politica).  Ma è ancora più strano che vada in piazza colui al quale è stato dato il mandato per formare il governo e non è riuscito a portare al Presidente della Repubblica una maggioranza. Bersani protesta contro se stesso?

Vogliamo Renzi, dateci Renzi… anche ad Amici!

I marò sotto accusa non solo dall’India ma anche da Repubblica?

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<<Riletto con calma, il rapporto dell’ammiraglio Alessandro Piroli sull’incidente della Enrica Lexie è un testo approfondito, dettagliato, ma soprattutto intelligente. Piroli (che non è la fonte che ha illustrato il testo a Repubblica) mette in fila i brandelli di informazione disponibile, ragiona sulla concatenazione degli eventi e difende fino al limite del ragionevole la tesi difensiva dei due marò. Ma non trascura di citare elementi che concorrono non tanto a individuare una possibile colpa di Salvatore Girone e Massimiliano Latorre.(il periodo resta fra l’altro grammaticalmente appeso). Sono invece elementi che, se considerati sin dall’11 maggio del 2012, potevano offrire al Ministro della Difesa, a quello degli Esteri e allo stesso presidente del Consiglio informazioni preziose su un fatto che l’Italia ha profondamente deformato…L’inchiesta difende quasi acriticamente il comportamento del Nucleo militare che interviene il 15 febbraio 2012 a protezione della Lexie. Ma, per esempio, individua una serie di pesanti anomalie nel comportamento del comandante della petroliera, anomalie che non solo evidenziano il mancato rispetto delle procedure previste in caso di sospetto attacco di pirati, ma possono aver contribuito a rendere più caotico l’intervento dei marò. È scritto nell’Inchiesta: “Il comandante di N. Lexie ha messo in atto solo una parte delle azioni di difesa passiva raccomandate per evitare l’attacco di pirati. Si è limitato ad incrementare la velocità (di un nodo) senza manovrare per modificare la cinematica di avvicinamento, azionando i fischi e le sirene solo nella fase terminale dell’azione”.>>

Così l’estratto dell’articolo tratto da Repubblica. Ma allora perché non è a processo il comandante?

<<Le procedure prevedono invece che la nave cambi velocemente e in maniera repentina rotta, e continui con variazioni di rotta per contrastare una eventuale rotta di attacco o comunque per segnalare il pericolo di una possibile collisione. L’inchiesta aggiunge che “tra la nave e il Nucleo sono probabilmente mancate più stringenti forme di coordinamento per la gestione unitaria dell’evento e l’individuazione delle migliori cinematiche/soluzioni da porre in essere”>>.

Ma quando non c’è il tempo e la possibilità tecnica di cambiar rotta è chiaro che bisogna comunque arginare un possibile attacco pirata… e in quel caso sparare era uno dei modi previsti dalle procedure. Ma ci può essere un motivo in più: la Lexie non si è spostata proprio per favorire, secondo le regole della navigazione, le manovre del natante che veniva da destra per metterlo in grado di superarlo o passargli davanti.

<<Altra critica: “Si sarebbe potuto anticipare l’uso delle sirene di bordo, nonché fare ricorso a getti d’acqua ad alta pressione. Inoltre sarebbe stato opportuno ricercare un contatto radio con l’imbarcazione sul canale VHF di emergenza (il canale 16, ndr) quantomeno per dirimere i dubbi sulla cinematica”, ovvero sulle rotte seguite dalle due unità. “In definitiva la nave con i suoi mezzi avrebbe potuto attuare migliori forme di coordinamento e supporto all’azione di contrasto della pirateria”>>.

L’inchiesta valuta poi il comportamento del peschereccio St. Anthony e qui Repubblica si permette di fare una sottile precisazione  su come il peschereccio sia  fra l’altro dedicato a Sant’Antonio, e quindi che i pescatori fossero cattolici. Quasi a voler intenerire gli animi degli italiani e coalizzarli contro Massimiliano e Salvatore che hanno sparato su poveri ed inermi pescatori per di più cattolici?

Tanto per fare un solo esempio, la crudele persecuzione degli Indios americani. In quel caso la patente di cattolico non ha impedito, come altre  volte nella storia, crudeltà e ingiustizie. Non c’è quindi nell’affermazione di Repubblica un rapporto di causa ed effetto di cattolico uguale mitezza, ma solo gratuità e superficialità di giudizio.

<<“Il natante proveniva da lato dritto della Lexie, pertanto aveva diritto di precedenza (…) È singolare, oltre che estremamente pericoloso, che pur avendo diritto di precedenza, una piccola imbarcazione facilmente manovrabile rimanga su rotta di collisione di una petroliera fino a una distanza inferiore ai 100 metri”. Il rapporto conclude sostenendo che “la manovra posta in essere dal natante che non ha alterato gli elementi del moto nonostante gli avvertimenti ottici e acustici nonché quelli a caldo (colpi di avvertimento) unitamente all’avvistamento di personale armato a bordo sono stati percepiti dal team come minaccia per la nave e il suo equipaggio”. Nel suo ragionamento, l’ammiraglio Piroli arriva ad ipotizzare che il St. Anthony possa essere stato utilizzato per operazioni sia di pesca che di pirateria.>>

Repubblica che fa? Commenta così: “possibile, anche se poco probabile, perché una volta arrivato in porto al comandante del St. Anthony viene permesso di vendere ben 1.300 chili di pesce prima che il peschereccio venga sequestrato”. Come si fa a rendere opinabile la tesi dell’ammiraglio senza alcun dato al di fuori del fatto che siano poi venduti 1300 kg di pesce? Se è lo stesso ammiraglio a dichiarare che l’attività è doppia era normale che arrivato in porto, l’imbarcazione avesse pesce a bordo. C’è piuttosto da riflettere sul cinismo dei “pescatori” che nonostante due morti a bordo, la prima cosa che fanno è cercare di portare a casa più soldi possibile. E questo sarebbe comportamento da buoni cattolici?

Vi è poi l’ultimo punto a conclusione dell’articolo che i novelli Sherlock Holmes vogliono additare contro i marò:

<<Un altro dubbio che per giorni ha intralciato la ricerca di una ricostruzione verosimile dell’incidente è stato quello alimentato ripetutamente da fonti italiane. I fucilieri dichiarano alla polizia indiana e agli investigatori di non riconoscere il St. Anthony come la barca contro cui hanno sparato. Ma nell’inchiesta sommaria c’è un capitolo rivelatore: “Comparazione natante sospetto/ motopesca St. Anthony”, in cui sono accluse una foto del St. Anthony fermo in porto dopo il sequestro della polizia indiana e una delle poche foto scattate da bordo alla fine dell’incidente mentre il peschereccio si allontana. Viste di poppa le due barche sembrano simili, e infatti la relazione non lo nasconde: “È possibile osservare una sostanziale coerenza fra le descrizioni del natante coinvolto nell’evento Lexie e il St. Anthony, ovvero tipologia dell’imbarcazione, dimensione e colorazione”. Ancora: “Il confronto fra le fotografie repertate durante l’evento del 15 febbraio con quelle scattate durante la ricognizione del 26 febbraio mette in evidenza una sostanziale compatibilità fra i mezzi raffigurati”>>

Ciò non prova assolutamente che l’imbarcazione fosse la stessa e nessun tribunale corretto potrebbe assumere una “sostanziale coerenza” come prova che la barca fosse la medesima,  anche perché la foto scattata a bordo ritrae un peschereccio che si allontana con una prospettiva del tutto diversa rispetto a quella poi ritratta nelle foto della polizia indiana.

<<Non è una prova di colpevolezza per nessuno, ma è una ennesima indicazione che nessuno nel governo ha mostrato di tenere nel giusto conto dal punto di vista politico. Il peschereccio era quello, il comportamento della Enrica Lexie non è stato adeguato a prevenire in maniera pacifica un possibile abbordaggio. Tutto congiurava e congiura perché l’India ritenga di essere nel giusto, e pretendesse con forza di giudicare i 2 fucilieri che l’Italia ritiene semplicemente innocenti>>. 

Così chiude Repubblica suffragando implicitamente le accuse dell’India contro i due marò quando anche lo stesso Presidente della Repubblica si è attivato per dirimere la contesa sul giudizio dei militari italiani. Se li avesse ritenuti colpevoli non si sarebbe di sicuro posto in primo piano, per cercare una soluzione che poi il governo non ha saputo gestire e soprattutto ha portato alle dimissioni del ministro Giulio Terzi. Ragionando proprio sull’inchiesta dei due Sherlock Holmes di Repubblica riteniamo di aver fornito qualche spunto maggiore di riflessione per una ricostruzione più completa della vicenda…

Dagli 8 punti di Bersani alle 8 proposte di Berlusconi…

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“Mentre le altre forze politiche sembrano impegnate a perdere tempo”, il Pdl “dal 15 aprile, presenterà in Parlamento quelle ‘8 proposte shock che hanno portato la coalizione a un soffio dalla vittoria”: Lo ha detto il leader del Popolo della Libertà, Silvio Berlusconi. Tra queste ci sono “rimborso Imu, abolizione finanziamento pubblico, revisione Equitalia, riforma fisco-giustizia”.

“Per questo motivo, sabato 13 aprile a Bari, illustreremo il contenuto di questi otto disegni di Legge, già pronti per essere presentati al Senato della Repubblica. E che riguarderanno:
1) l’abrogazione dell’Imu sulla prima casa, sui terreni e sui fabbricati funzionali alle attività agricole e la restituzione degli importi versati nel 2012;
2) la revisione dei poteri di Equitalia, con particolare riferimento alle sanzioni, alle maggiorazioni di interessi e ai meccanismi di rateizzazione;
3) il riconoscimento alle imprese – per le nuove assunzioni a tempo indeterminato di giovani, disoccupati e cassintegrati – di una detrazione (sotto forma di credito d’imposta) per i primi 5 anni dei contributi relativi ai lavoratori assunti, nonché l’esenzione, per questi ultimi, dall’IRPEF sul salario percepito;
4) il passaggio dalle autorizzazioni burocratiche ex ante ai controlli ex post, per quanto riguarda lo svolgimento di ogni attività di impresa;
5) l’abolizione dei contributi pubblici per le spese sostenute dai partiti e dai movimenti politici;
6) le norme per la riforma del sistema fiscale;
7) le disposizioni di revisione della Costituzione per quanto riguarda l’elezione diretta del Presidente della Repubblica e il rafforzamento dei poteri del Presidente del Consiglio dei Ministri;
8) le disposizioni per la riforma della giustizia.

Queste nostre proposte hanno in sé la forza di un cambio di passo, di uno shock istituzionale ed economico, che tende da un lato, allo sviluppo e al rilancio della nostra economia e, dall’altro, al ritorno della fiducia nello Stato, il cui compito resta quello di creare le condizioni adatte perché i cittadini possano realizzare le proprie ambizioni e i propri progetti”. Così il leader del Pdl.

IL PEGGIO DEL PALAZZO!

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Ecco cosa hanno detto nelle ultime due settimane i politici italiani:

“Ci affidiamo completamente a Lei, Presidente Napolitano, con lo stesso trasporto di Papa Francesco quando si rivolge all’Altissimo” di Enrico Letta.

“Ammettiamo che abbia frequentato questi individui, pure il capo mandamento, ammettiamo che io abbia conosciuto Bontate, Teresi, Mangano, Cinà, Graviano… ma il reato, dove sta? Il reato, dov’è?!” di Marcello Dell’Utri

“Se gli italiani potessero scegliere un presidente della Repubblica, sceglierebbero sicuramente Silvio Berlusconi”  di Daniela Santanchè

“L’analisi demografica delle adesioni alla mia pagina facebook mi da un segnale chiaro: le donne non sono attratte dal mio messaggio politico. Perché?” di Manlio Di Stefano, M5S.

 

 

Rosy Bindi attacca Bersani!

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Il Pd è ostaggio del suo segretario. Tutti contro Pierluigi e la sua lotta persona, personalissima contro Berlusconi, Grillo e chiunque voglia avere parola o idea su come gestire la crisi italiana. Lui ha la strada e la vuole intraprendere… ma non ha i numeri! E così la Rosì Bindi attacca.

«È così purtroppo, Bersani non sa più che fare e il partito è fermo, senza prospettiva. Se avessimo proposto un nome autorevole e non strettamente partitico – aggiunge Bindi sul prossimo presidente della Repubblica, – come poteva essere Rodotà, ma ce n’erano molti altri, avremmo forse potuto contare su un atteggiamento più morbido da parte dei grillini. Non dico sull’appoggio, questo no, ma su un certo malessere interno, questo sì». Perchè non è stato fatto? La Bindi lo spiega così: «semplice, perchè Bersani non ha rinunciato, non ha voluto rinunciare, ha addirittura fatto un comunicato in cui lo ribadiva con convinzione».

Si lavora per lo Stato che non paga e non conosce neppure i suoi debiti!

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Oggi arriva la prima tranche della P.A. alle imprese per un ammontare di circa 40 miliardi per il biennio 2012-2013 che sarà coperto dall’emissione di titoli di Stato, quindi il Paese contrarrà un nuovo debito.

Il vero problema è a quanto ammonta il debito?

Secondo la Cgia di Mestre, non sono conteggiati quelli spettanti alle piccole e medie imprese che porterebbero ad un importo complessivo tra i 120-130 miliardi di euro. La Cgia, dopo aver analizzato la Relazione della Banca d’ Italia presentata nei giorni scorsi alla Camera, ha scoperto che i 91 mld di euro che l’Istituto ha stimato in questo rapporto sono stati calcolati attraverso un’indagine campionaria condotta solo sulle imprese con più di 20 addetti, quindi sono rimaste fuori tute le piccole aziende che in Italia rappresentano il 98% delle imprese presenti sul territorio.

Oltre al mancato monitoraggio delle aziende con meno di 20 addetti, la Cgia sottolinea che nella indagine redatta dalla Banca d’Italia non sono incluse neppure le imprese operanti nei servizi sociali e sanitari che, come sottolinea la Relazione stessa, sono attività che intrattengono scambi commerciali intensi con le amministrazioni pubbliche. Inoltre, l’indagine è relativa al 31 dicembre 2011, quindi è presumibile che ad oggi l’importo complessivo del debito sia cresciuto di qualche miliardo.

“In un Paese civile – conclude Bortolussi – che credibilità può avere un debitore se non conosce nemmeno l’ammontare esatto dei soldi che deve ai suoi creditori?”

Intanto però veniamo a scoprire che sale la pressione fiscale. Nel quarto trimestre del 2012 ha toccato il 52%, un valore record assoluto, con un balzo di 1,5 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Lo rileva l’Istat nel conto economico trimestrale della P.a. La media annua, sempre da record, si attesta invece al 44%, +1,4 punti sull’anno precedente.

Ora però sono previste altre tasse come la Tares che dalle prime stime della Uil peserà più di quella sulla casa.

Paghiamo debiti contraendo debiti, sottostimiamo i debiti del Paese non iscrivendo quelli delle imprese con meno di 20 operai e strangoliamo i cittadini con le tasse. Gli esodati ancora non hanno certezze, i disoccupati rinunciano a cercare lavoro, il governo non si forma, il Presidente della Repubblica abbandonerà il suo incarico fra pochi giorni scatenando la bagarre in Parlamento… Cosa resta dell’Italia? I debiti e le tasse?

Il Pd, il Quirinale e il Parlamento secondo Franceschini!

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Dopo Renzi arriva Franceschini a proporre il dialogo con il Pdl. Il democratico afferma ” Chiusa la possibilità di un rapporto con Grillo  non resta che una strada: uscire dall’incomunicabilità. E abbandonare questo complesso di superiorità, molto diffuso nel nostro schieramento, per cui pretendiamo di sceglierci l’avversario. Ci piaccia o no, gli italiani hanno stabilito che il capo della destra, una destra che ha preso praticamente i nostri stessi voti, è ancora Silvio Berlusconi. E’ con lui che bisogna dialogare. So che è altamente impopolare, so che si rischia di scatenare le reazioni negative del proprio stesso campo, ma voglio dirlo: se noi intendiamo mettere davanti l’interesse del Paese, dobbiamo toglierci di dosso questo insopportabile complesso, la sconfitta di Berlusconi deve avvenire per vie politiche. Non per vie giudiziarie o legislative.” Poi Franceschini passa a spiegare quello che davvero serve al Paese in questo momento “un esecutivo di transizione, che prenda le misure necessarie per dare ossigeno all’economia mentre in Parlamento si fanno le riforme istituzionali: Senato federale, con conseguente riduzione dei parlamentari, e legge elettorale”. Mentre per il il Quirinale, secondo Franceschini, serve “una persona con un’esperienza politica e parlamentare”.

Ma non risparmia neppure un attacco a Matteo Renzi “Ognuno si morda la lingua e si metta in testa che il Partito democratico deve restare unito e stringersi attorno a chiunque vinca le primarie, quando ci saranno”.

Renzi così berlusconiano da essere rottamato dal Cav?

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Una nuova campagna elettorale significherebbe tante energie in campo, tanta fatica, tanto stress e Berlusconi ha ancora da smaltire quello di febbraio. Quella rinascita della destra che sembrava incredibile e che Bersani ha reso possibile. Il Cavaliere è preoccupato dai disequilibri di un Paese sempre più difficile da prevedere. Il fattore Grillo, la crisi economica, i mercati sempre più oscillanti e le agenzie di rating che stringono la corda intorno all’Italia. I fattori sono tanti e anche i processi ceh pesano sulle spalle di Silvio Berlusconi… quindi la soluzione è il governissimo! Quell’inciucio-accordo assolutamente osceno tra Pd e Pdl con gli elettori di destra che si troverebbero Bersani come premier sostenuto da Berlusconi e quei “comunisti ormai annacquati” che si troverebbero alleati del Cavaliere… cosa augurarsi quindi da una tale alleanza? Cosa può essere generato dal governissimo? Un bunga bunga in Parlamento o una serata a stracotto di manzo? Sempre meglio che affrontare il temuto Matteo Renzi! Ecco così che potrebbe scattare l’alleanza… ecco il terreno su cui Pier Luigi e Silvio potrebbero iniziare a dialogare: la rottamazione del rottamatore. Creare una alleanza di ferro Pd e Pdl e impedire il ritorno alle urne, così Bersani potrebbe essere Premier e Berlusconi non doversi scontrare in campagna elettorale con il Sindaco di Firenze… insomma la vecchia politica che schiaccia la nuova e trova un accordo in extremis lasciando fuori dai giochi sia i grillini che Renzi.

Forrest Gump… Grasso, senza governo nessuna commissione!

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”Non si potranno convocare le commissioni se prima non ci sara’ la possibilita’ di distinguere tra maggioranza e opposizione. Questo non e’ possibile fino a quando non ci sara’ un governo che ha la fiducia del Parlamento”. Lo dice il presidente del Senato Pietro Grasso che parla di un ”ostacolo all’avvio dei lavori delle commissioni”.

E Grasso lo vogliamo come Capo del Governo o anche Capo di Stato? Ci fermiamo davanti a maggioranza e opposizione mentre le persone si suicidano perché non hanno risposte dallo stato che è indeciso su chi sta più a sinistra e chi a destra? Fino a quando dobbiamo soffrire la crisi d’identità della politica? Quello prospettato da Grasso non è un ostacolo semmai è una “irritualità” nella costituzione delle commissioni.

Far partire subito il lavoro delle commissioni parlamentari permanenti. Per dare un segnale forte al Paese, che merita di uscire dalla crisi era l’appello gridato a gran voce dai parlamentari Pd: Boccuzzi, Bonafè, Bragantini, Capozzolo, Carrozza, Civati, Cominelli, D’Ottavio, De Caro, Di Maio, Fiorio, Gandolfi, Ginefra, Giuliani, Gribaudo, Iori, Madia, Nardella, Nardelli, Orfini, Paris, Pastorino, Piccoli, Pini, Raciti, Rocchi, Rotta, Rughetti, Zampa.

Per il via libera ai lavori delle commissioni si battono, da settimane, anche i deputati Cinque Stelle. E i colleghi di Sel sono mobilitati sullo stesso tema da alcuni giorni. I firmatari dell’appello, però, prendono le distanze dalle motivazioni del M5S: “Questa richiesta non vuole assecondare velleitarie teorie costituzionali – come quella del Parlamento senza governo – ma rilanciare il ruolo della rappresentanza popolare e democratica in una fase estremamente complicata. La proposta punta a valorizzare l’iniziativa parlamentare, anche perché, mai come questa volta in Parlamento, a partire dalla Camera dei Deputati, il PD ha un gruppo parlamentare giovane, competente, rinnovato con le primarie e con il giusto mix di competenze”.

La società segreta stringe gli adepti: la gente prenderà i bastoni!

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Se si verificherà ‘l’inciucio’ delle larghe intese «la gente, che è stufa, prenderà i bastoni». Così Beppe Grillo, parlando ai parlamentari del M5S nella riunione in corso in un agriturismo fuori Roma. «Dobbiamo arrivare calmi e sereni all’elezione del presidente della Repubblica che sarà molto diverso da questo», ha detto Grillo.
«Si stanno dividendo gli altri, non noi. Non mi aspetto totale condivisione nel movimento, è leggittimo che qualcuno la pensi in maniera diversa», ha detto. «Non siamo noi che ci stiamo dividendo, sono gli altri», ribadisce.
«Ho detto a Napolitano di darci l’incarico» di formare un governo e solo dopo «gli faremo un nome» per la sua guida. «Ora il nome è il Movimento nel suo insieme». «Abbiamo a che fare con gente incredibile. Fanno dossier e controdossier di tutti i tipi contro di me», ha detto il comico genovese. «Secondo questi dossier – aggiunge – avrei 13 ville in Costa Rica».

«Non fidatevi dei partiti. Non hanno nemmeno cambiato la legge elettorale», ha aggiunto Grillo. Nel suo intervento il leader del M5S ha ricordato a deputati e senatori le ragioni della dura critica del Movimento ai partiti. «Non stiamo per caso fornendo un pretesto ai partiti per fare un governissimo?», è la domanda posta da un parlamentare del M5S durante la riunione in corso. Grillo sta parlando quando una voce dalla sala lo interrompe, e lui risponde: «L’hanno già fatto da un mese. No, non gli stiamo fornendo nessun pretesto».

In linea di massima, le indiscrezioni che trapelano dall’agriturismo affittato dai grillini è di una linea dura, ma logica. La legge di Grillo non mira a individuare i colpevoli nel suo Movimento, non punta il dito contro Currò, ma piuttosto cerca di far apparire demoni gli altri. Probabilmente queste indiscrezioni sono ciò che il leader del M5S vuol far sapere ai cittadini, cosa in realtà sta avvenendo tra quelle mura non lo sapremo mai… o forse, nei migliore dei casi, uscirà fra anni qualche filmato d’epoca ripreso con un cellulare!

Il problema più evidente è questa doppia faccia messa in campo da Grillo… una comunicazione cristallina che immediatamente s’interrompe quando c’è bisogno di stringere le redini… un voler andare verso i cittadini, chiudendosi nelle mura di un agriturismo che assume le fattezze del Pentagono… il movimento che prende le fattezze di una setta e si rinchiude in una società segreta i cui rituali sono sconosciuti!

Il pressing di Renzi piace al Financial Times

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Il ritorno sulla scena di Matteo Renzi scuote il Partito democratico e potrebbe sbloccare lo stallo politico che perdura in Italia dalle elezioni dello scorso febbraio. E’ quanto scrive oggi il Financial Times, in un articolo che analizza i rapporti di forza all’interno del Pd e la nuova corsa alla leadership che il sindaco di Firenze è pronto a lanciare.
«Renzi raccoglie i consensi piu’ alti nei sondaggi fra i potenziali primi ministri – si legge nell’articolo – anche se la sua candidatura alla guida del partito, sostenuta anche da alcuni imprenditori, potrebbe dividere il Pd». Il Financial Times rileva anche gli errori compiuti dal leader democratico, Pier Luigi Bersani, che avrebbe, dopo la vittoria alle primarie, «snobbato» Renzi e spostato il partito su posizioni ancor piu’ a sinistra. Forse più che a sinistra Bersani forse  ha solo spostato la sedia dando le spalle al Paese?

Parla la Hack… quella vera!

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La burla della Zanzara al costituzionalista Valerio Onida è ‘da denuncia: se l’avessero fatto a me, un giochetto così forse ci avrei pensato, scherzi da prete del genere non si fanno e non vanno fatti a nessuno, non si puo’ spacciarsi per qualcuno con le persone cercando di far uscire loro di bocca cose che mai si sarebbero sognate di dire’. Cosi’, oggi, l’astrofisica Margherita Hack interviene sulla vicenda, osservando pero’ anche, come ‘la sua imitazione fosse buona, hanno replicato la mia voce abbastanza bene’.

La professoressa ha poi difeso il ruolo della commissione di saggi istituita dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: ‘potrebbe essere utile, serve una mano da parte di teste brillanti in questo momento di impasse, al posto di Napolitano l’avrei creata anch’io’. L’astrofisica ha anche lanciato un appello ‘ai politici perche’ usino il buonsenso e ci facciano uscire dal vicolo cieco in cui siamo finiti’, ha detto. ‘Basterebbe che Grillo e Bersani si mettessero d’accordo per fare un governo di scopo con tre obiettivi comuni prima di tornare alle elezioni: legge elettorale, conflitto d’interessi e riduzione degli scandalosi costi della politica. Sarebbe necessario che Pd ed M5S si assumessero questa responsabilita’; serve trovare lavoro ai giovani, serve che gli enti paghino le imprese, bisogna far ripartire l’economia e non si puo’ piu’ aspettare o si finisce diritti nel baratro’.

Non è Fregene, ma a Fiumicino la gita dei grillini! Gallery.

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Un casale in aperta campagna, “una location che fa eventi” e che ospita ricevimenti e matrimoni. E’ la sede scelta da Beppe Grillo per l’incontro con i parlamentari del M5s. Deputati e senatori sono giunti con due autobus e hanno incontrato Grillo all’ingresso di Villa Valente che si trova in località Tragliata , vicino Fiumicino. Grillo non ha voluto rispondere a nessuna domanda dei giornalisti.

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I grillini al mare… Tutti a Fregene da Beppe!

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Da Piazzale Flaminio a Fregene, un pullman pieno di grillini in marcia dal grande “saggio”… ops non si può più usare la parola saggio… dal grande “illuminato”? Dopo il tentativo di depistamento che li voleva all’Aquila, sembra che il luogo prescelto dal leader Beppe Grillo per il suo incontro segreto sia proprio la località balneare sulla costa romana.

Crimi spiega poi che con l’incontro di oggi “non c’entra Currò“, il deputato siciliano che in un’intervista si è detto favorevole all’apertura al Pd, sottolineando di non essere “uno schiaccia bottoni per conto terzi”. Sempre dal capogruppo al Senato si apprende che “L’incontro era previsto. Il dibattito c’è, non ho mai detto che non c’era, altrimenti ci sarebbe l’unanimità di 8 milioni di elettori… Andiamo a passare una giornata in allegria, né più né meno. Due chiacchiere poi torniamo a casa. Gli autobus li paghiamo noi – aggiunge – 10 euro per l’autobus più una cifra variabile tra i 18 e 20 euro per il pranzo”

Boldrini… al lavoro per il Paese!

laura-boldrini-tuttacronaca-otto e mezzo

“Penso ci siano dei tempi della politica e non voglio entrare in questo confronto, non sta a me. Stiamo lavorando sodo con una tabella di marcia molto fitta e per quanto mi riguarda non stiamo perdendo tempo”. Così la Boldrini risponde, dallo studio di otto e mezzo, a Matteo Renzi che oggi criticava la “perdita di tempo”. La Presidente della camera prosegue “Non sta a me dare dei contributi alla soluzione dello stallo. Ci sono i partiti, sto lavorando con altre figure per portare avanti degli impegni. Abbiamo fatto una commissione speciale per sbloccare i pagamenti della P.A., questo significa non essere sordi e in questi limiti stiamo facendo la nostra parte”.

Altro nodo dolente sono le commissioni e la Boldrini sicuramente sta facendo quanto è in suo potere: ”Ci sono due scuole di pensiero: alcuni partiti dicono che non si può fare, altri sì. Prendo atto di questa posizione, mi è stato chiesto di fare indicare i nomi dei componenti ma oltre questo non posso andare. Ho inviato una lettera ai gruppi per dire di pensare i componenti delle commissioni”.

Sulla credibilità della politica? “E’ doveroso da parte di chi riveste ruoli istituzionali fare in modo che i cittadini guardino con rispetto alle istituzioni. Chi ha ruoli istituzionali deve essere rispettabile, conquistarsi il rispetto con lo stile di vita, con la sobrietà. E’ dal Palazzo che bisogna dare il buon esempio. In Italia prevale il cinismo, ma la politica deve avere al centro i valori, i principi. La politica senza valori è fare solo gli interessi privati. Dobbiamo dare il segnale che, in un periodo di sacrifici per tutti, anche noi siamo pronti a rinunciare a qualcosa. Solo così la politica riacquista credibilità agli occhi delle persone”. Ma poi sui tagli agli stipendi dei parlamentari c’è un freno. Proprio lei che insieme a Grasso erano stati i precursori dimezzandosi lo stipendio afferma “Arriveremo a tagliare gli emolumenti dei parlamentari per poi passare a considerare la condizione dei dipendenti della Camera. Non indebolire l’istituzione ma rafforzarla. Sarà tutto graduale e assorbibile, la Camera in generale funziona benissimo, con professionalità. Non vogliamo intaccare la qualità di chi lavora, ma salvare più risorse possibili”. Sembra quindi che per il futuro prossimo venturo, qualche generazione potrà vedere queste somme diminuite, ma non è certo per ora. Il problema di fondo è sull’istituzione che si potrebbe indebolire se viene ridotto l’emolumento… ma un professore quindi non ha nessuna autorevolezza e non rappresenta nessuna “istituzione”? Non è forse il braccio operativo del ministero della pubblica istruzione, oltre ad essere colui a cui è affidato il futuro di una nazione? Sembra si no se l’istituzione per essere tale ha bisogno di uno stipendi a diversi zeri!

L’intervista-confessione di Onida… L’Italia dalle urne alle bare!

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Il Grande Saggio era pronto a dimettersi, ma il Presidente della Repubblica ha fatto cambiare idea a Valerio Onida. Secondo Giorgio Napolitano alle provocazioni si risponde con la responsabilità. Così arriva quella nota che dovrebbe togliere Napolitano dall’imbarazzo, ma che probabilmente ne crea ancor di più, anche perchè si continua a parlare del caso e quello che era evidente a tutti gli italiani ora è stato confermato. Far scorrere il tempo e poi passare il testimone. Un’ intervista-confessione  quella di Onida che arriva poche ore dopo che Renzi rimproverava al suo partito lentezza e immobilismo… esattamente quello che si evince nelle parole del Grande Saggio… Nemo Propheta in patria è anche vero che il Sindaco di Firenze può essere l’eccezione.

Sicuramente c’è chi avrebbe voluto le dimissioni di Onida e c’è chi invece preferisce perdonare… dall’altra parte c’è il popolo che si suicida, le aziende che chiudono e la crisi che avanza, mentre la ripresa si allontana sempre di più insieme alla speranza di un governo… Dalle urne alle bare, questo è il futuro dell’Italia?

L’audio del Grande Saggio… poi le scuse a Napolitano e Berlusconi!

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“C’è possibilità di cambiare la legge elettorale?”, chiede sempre la finta scienziata. ”Cercheremo di fare una proposta – risponde Onida – quello sarebbe un bel risultato. Penso che andremo a votare ancora, presto o prestissimo. E’ un parlamento bloccato, Grillo non ne vuol sapere, il Pdl vuole solo garantirsi di essere in campo, Berlusconi naturalmente spera sempre di avere qualche vantaggio o protezione, il Pd ha fatto questo tentativo di buttarsi con Grillo e non ce l’ha fatta. E c’è il blocco” .

E per il Quirinale che succede? “Si fanno tanti nomi, ma non c’e’ accordo – risponde il costituzionalista – personalmente dico che Amato sarebbe un ottimo presidente della Repubblica, fosse per me lo farei subito…”. Quindi ancora una critica a Berlusconi: “E’ anziano, speriamo si decida a godersi la sua vecchiaia, è un mio coetaneo. Potrebbe andare a godersi la sua vecchiaia e lasciare in pace gli italiani”.

”Esprimo il mio rammarico per l’imbarazzo che la pubblicazione può aver creato al Presidente, e le mie scuse a Berlusconi perché un mio giudizio privato, espresso in chiave ironica e autobiografica – ho detto che sono un suo coetaneo – diventando pubblico potrebbe averlo ingiustamente offeso”. Così Valerio Onida in una nota, in cui precisa: “Rimango al mio posto, a dimostrazione che il lavoro dei saggi non è inutile”.

“Sono stato ingenuo nel pensare che l’autrice della telefonata provocatoria fosse davvero la professoressa Hack. La pubblicazione del contenuto di una conversazione privata, nella quale l’interlocutore falsifica la propria identità, costituisce una grave violazione della libertà e segretezza delle comunicazioni garantita dalla Costituzione”, prosegue. “Ciò detto, che non sia inutile il lavoro che stiamo facendo, lo dimostra il fatto che sono qui con gli altri colleghi a lavorare. Esprimo il mio rammarico per l’imbarazzo che la pubblicazione può aver creato al Presidente della Repubblica, e le mie scuse al Presidente Berlusconi perché‚ un mio giudizio privato, espresso in chiave ironica e autobiografica – ho detto che sono un suo coetaneo – diventando pubblico potrebbe averlo ingiustamente offeso”.

La casta si riunisce e trova posizioni condivise: Bersani-Monti

Bersani-Monti-intesa-tuttacronaca

“A giudizio di entrambi, soluzioni in merito alle scadenze politico-istituzionali vanno tempestivamente ricercate, nella chiarezza e trasparenza dei percorsi, attraverso la piu’ ampia condivisione possibile fra le forze parlamentari”. E’ quanto si legge in una nota redatta al termine dell’incontro Monti-Bersani a Palazzo Chigi.

I saggi sono inutili… parola di Grande Saggio!

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I saggi? Inutili, servono a coprire questo periodo di stallo. Andremo a votare presto. Parola di “saggio”: Valerio Onida, uno dei “facilitatori” nominati dal presidente della repubblica Giorgio Napolitano. Intercettato da una finta Margherita Hack per il programma “La zanzara” su Radio 24, l’ex presidente della consulta si lancia a viso aperto: “Berlusconi vuole solo protezione, è anziano e speriamo decida di godersi la vecchiaia lasciando in pace gli italiani. Poi, per il Quirinale: “Fosse per me metterei Giuliano Amato”.

“Questa cosa dei saggi, a me sembra sinceramente una cosa inutile”, esordisce l’imitatore dell’astrofisica toscana, come riporta un comunicato dell’emittente. “Ma guardi, sì – conviene Onida – è probabilmente inutile… Serve a coprire questo periodo di stallo, dovuto al fatto che dal parlamento non è venuta fuori una soluzione mentre l’elezione del nuovo Presidente è tra quindici giorni… Allora il nuovo presidente potrà fare nuovi tentativi o al limite sciogliere le camere, cosa che Napolitano non può fare. Dunque questo periodo di stallo è un po’ coperto, diciamo così, da questo tentativo (ride)..Questa cosa…Sono d’accordo che non servirà nella sostanza…”.

Un grande saggio che non ha saputo riconoscere la voce di Margherita Huck?

Pro e contro Currò!

tommaso currò-m5s-tuttacronaca

MoVimento 5 Stelle in subbuglio. Le dichiarazioni rese a “La Stampa” da Tommaso Currò, deputato M5S, in cui invitava i grillini ad un confronto col Pd hanno spaccato la base. L’apertura ai democratici affidata al quotidiano di Torino era una risposta al post in cui Grillo chiudeva definitivamente la porta a Bersani e si basava sulla considerazione che il modello siciliano di collaborazione tra Pd e M5S potesse essere esportato a Roma. Ipotesi che il gruppo dirigente a 5 Stelle ha rifiutato nettamente.

Sulla pagina Facebook di Tommaso Currò i militanti discutono dell’ipotesi di apertura al Partito Democratico. I militanti, da quello che si può’ intuire leggendo i commenti alle parole di Currò, sono divisi.

C’e’ chi lo attacca: “Tommaso ma lo spirito, l’obiettivo del Movimento e’ buttare fuori questa gente, non metterci d’accordo con loro… – scrive un utente che si firma Victor Hugo – Non è che il problema del PD e’ Bersani, ma e’ esso stesso il problema. Idem Pdl. Non facciamo i RESPONSABILI come Scilipoti”. ”Tommaso ma che cosa combini?”, scrive Maria Luisa.

Di diverso avviso, invece, Nino Ragusi: “Grande scelta Tommaso, non sarai solo”, posta sul profilo del deputato siciliano. “Fiera di te”, fa eco Roberta Viola.

La linea “aperturista” era stata bocciata dalle varie riunioni parlamentari dei 5 Stelle ed è stata anche smentita dal leader Beppe Grillo.

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