Miliardario in incognito? Libero e l’articolo su Fabio Fazio

fazio_sanremo_tuttacronacaGiacomo Amadori, su Libero, pubblica un lungo articolo che ha per soggetto il conduttore di Che Tempo Che Fa e del Festival di Sanremo, Fabio Fazio. Esordisce Amadori:

Si narra, in Liguria, che un giorno Fazio e Roberto Saviano, attovagliati in un rinomato e costoso ristorante della Riviera ligure, ordinarono per i nove uomini della scorta «un solo piatto». Le altre portate fu costretto a offrirle lo chef. Oculatezza a parte, Fazio di sinistra non ci è nato, lo è diventato, tanto che alle elezioni studentesche si candidò contro una lista «rossa».

Lo stesso Fazio, spiega ancora l’articolo, qualche anno fa dichiarò “Erano gli anni in cui i comunisti erano insopportabili”. Amadori ripercorre quindi la vita del conduttore. Di famiglia molto cattolica, frequentatore dell’oratorio, un diploma al liceo, gli anni alla facoltà di Giurisprudenza per poi laurearsi in Lettere

e inizia a fare l’intellettuale de sinistra. Nei primi anni ’80 il professore che gli dava ripetizioni di greco, Felice Rossello, gli presenta il concittadino Carlo Freccero, genio del tubo catodico e certamente di sinistra. Il quale gli domanda: «Vuoi fare un programma di Rete 4 (all’epoca della Mondadori ndr)?». La prima conduzione di Fazio, nel 1984, è in Sponsor city: «Fu un programma catastrofico » ricorda il presentatore. Insieme con lui c’erano, tra gli altri, Bombolo e Loris Del Santo. Nel 1993 arriva la consacrazione con Quelli che il calcio, su Raidue, ma non è ancora «impegnato ». Infatti nel 1994, mentre Silvio Berlusconi scende in campo, accetta di fare il testimonial per il Dash. Eppure la vena radical chic sta per prendere il sopravvento. Nel 1996, alla vigilia delle elezioni che decreteranno il trionfo di Romano Prodi, a Paderno Dugnano (Milano), promuove con trasporto i candidati Patrizia Toia e Nando Dalla Chiesa nell’evento «Quelli che l’ulivo». Nel 1997 il portavoce dei Verdi Luigi Manconi lo coopta nel comitato del movimento. A chi gli domanda chi preferisca tra Prodi e Veltroni, Fazio risponde sicuro: «Sto con Veltroni, non c’è dubbio. Ma da qui a pensare a chissà quali intrecci ce ne passa. E poi non ho mai avuto una tessera. Anzi, ne ho solo una, quella dell’ Anpi (Associazione nazionale partigiani, ndr)».

In tutto questo, fonda anche la Archimede, una società di consulenza e produzione che chiude nel 1998.

Intanto i suoi guadagni crescono: nel 1999 per Quelli che il calcio incassa circa 1,3 miliardi di lire e 500 milioni per Sanremo; quindici anni dopo i suoi compensi sono più che raddoppiati: 1,8 milioni per «Che tempo che fa» e circa 600 mila euro per la kermesse canora. Nel 2001, mentre conduce un comizio di Massimo D’Alema, irride la tv commerciale: «Tra la prima e la seconda parte della costituzione Berlusconi ci metterà la pubblicità?» domanda. Ma la politica non gli fa mai dimenticare la borsa e così proprio in quei giorni, accompagnato dal suo avvocato, mette a punto un contratto miliardario con la neonata 7 del dalemiano Roberto Colaninno. Dopo neanche tre mesi il suo Fab show viene annullato e lui se ne va con 28 miliardi tra buonuscita e penali. Ma che cosa ci ha fa con tutti questi soldi? Da uomo oculato sceglie investimenti sicuri. Come il mattone.

Per esempio ha comprato casa nell’amata Parigi. Nel 2002 ha fondato persino un’immo – biliare, la Apparvest srl, che nel 2008 è stata liquidata. Di quella avventura restano due lussuosi appartamenti a Milano, in zona Porta Romana, rispettivamente di 8,5 e 9,5 vani. Nel savonese bisogna aggiungere sei vani ad Albissola Marina e altre due grandi appartamenti a Varazze (8,5 e 9,5 vani), di cui sono usufruttuari i genitori. Oculata amministratrice è la moglie Gioia, 46 anni, laureata in lingue. I due si sono conosciuti nel 1986 durante un concorso di canzoni tra liceali savonesi (Fabio era in giuria e lei vinse) e sposati nel 1994. Oggi vivono sulle colline di Celle ligure in un vecchio cascinale riattato a supervilla (classe A8), una casa un po’ da cumenda che nel 1998 aveva suscitato diverse polemiche.

(…) La magione è salita a 13 vani e a questa si sono aggiunti due mini appartamenti di 2 e 3 stanze. Il tutto circondato da 7 mila metri di uliveti. Va detto, però che, per chi osserva dall’alto, la principale attrattiva risulta la piscina oversize, quasi un laghetto artificiale. Che, forse, ha ispirato il sermone sulla bellezza con cui Fazio ha aperto l’ultimo Sanremo.

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Svolta in Sardegna: la sinistra vince le regionali

francesco_pigliaru_governatore_sardegna-tuttacronacaIl dato più rilevante delle elezioni regionali è indubbiamente l’astensionismo, visto che alle urne si è recato poco più di un sardo su due, il 52%, 774 mila su 1,48 milioni di aventi diritto. Nel febbraio 2009 era andato a votare il 67,58% degli elettori sardi. Con poco più del 60% delle sezioni scrutinate, 1108 su un totale di 1863, appare già incolmabile il divario tra i due principali candidati con Francesco Pigliaru, sostenuto sostenuto da tutti i partiti di centrosinistra, dal Centro Democratico a Rifondazione, che vante il 43,05% dei consensi. Si ferma invece a 38,67% il governatore uscente Ugo Cappellacci, fedelissimo di Silvio Berlusconi. Il maggior flop, tuttavia, risulta essere il risultato ottenuto fino ad ora dalla scrittrice Michela Murgia, attestatasi al 10,72% dei consensi. Le aspettative della viglia erano di un risultato migliore, con la speranza che potesse far confluire su di sè anche i voti dei sostenitori del Movimento 5 Stelle, che in Sardegna non è stato in grado di presentare una sua lista. Ma la Murgia paga lo scarso risultato delle liste civiche che la sostengono (Progres, Comunidades e Gentes), ferme al 7% dei consensi.

Civati divorzia dal Pd… fonda “il nuovo centro sinistra”!

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Il Pd e le sue mille facce, il Pd che forse ne ha perse troppe e così chi vuole mantenere un’identità di sinistra la propria faccia deve andarla a ricostruire altrove. Succede che Pippo Civati, forse per provocazione, forse per tastare il terreno, lancia il nuovo centro sinistra. L’annuncio avviene ormai a consultazioni concluse, quando al colle ormai sono sfilati tutti i partiti eccetto M5S e Lega che hanno deciso di non parteciparvi. Quel no in Direzione Pd quindi porta ancora i suoi esiti e Civati sul suo blog scrive: “Quasi quasi fondo il Nuovo Centro Sinistra”, facendo il verso alla neonata formazione di Angelino Alfano. Intanto Nichi Vendola si chiama fuori da un possibile governo con Matteo Renzi e quasi sembra sposare la provocazione di Civati.

“Recupero una dozzina di senatori. Poi vado da Renzi e gli dico il contrario di quello che propongono Formigoni e Sacconi, oggi sui giornali – ha scritto Civati sul suo blog –  Nuovo Centro Destra contro Nuovo Centro Sinistra (anche Sinistra e basta, che il Centro è dappertutto).”

Un’ipotesi che, scrive il quotidiano la Repubblica, sfiorerebbe già 5 senatori democratici. Si tratta di Corradino Mineo, Sergio Del Giudice, Felice Casson, Lucrezia Ricchiuti, Walter Tocci e Donatella Albano.

Intanto Vendola ci va giù duro:”Matteo Renzi ha dissipato il patrimonio di credibilità politica che il Pd ha costruito per decenni – dice Vendola – Giorgio Napolitano sa che sono in discussione gli assetti della nostra democrazia perché non è ammissibile – spiega il Governatore – che il governo Letta si sia dimesso in assenza di un confronto in Parlamento. Insomma la democrazia è a rischio”.

Per andare fino in fondo, il leader di Sel ha rispolverato una metafora sul conte Ugolino: “Renzi nella riunione della direzione avrebbe dovuto citare Dante per sottolineare l’attitudine all’interno del Pd al cannibalismo”.

Da Vendola è arrivato anche un altro avvertimento: “Non possono trattarci come se fossimo in saldo, come se qualcuno di noi fosse in vendita, a cominciare da Laura Boldrini. Non siamo una bottega di arrivisti, anche perchè non accettiamo l’operazione politica che ha consentito a Berlusconi di risuscitare. Con il Pd c’è una frattura insanabile”.

“Tutta la sinistra sapeva”. Il pentito al processo sulla trattativa stato-mafia

brusca_processo-stato-mafia-tuttacronacaContinuano le rivelazioni shock del pentito Giovanni Brusca al processo sulla trattativa Stato-mafia: “La sinistra, a cominciare dall’ex ministro dell’Interno Nicola Mancino, ma tutto il governo, in quel momento storico, sapeva quello che era avvenuto in Sicilia: gli attentati del ’93, il contatto con Riina. Sapevano tutto”. Brusca ha in seguito ricordato che anche i servizi segreti, pur sapendo, con le stragi “non c’entravano niente”. E ancora: “Che la sinistra sapeva lo dissi a Vittorio Mangano quando lo incontrai. Mangano comprese e con questo bagaglio di conoscenze andò da Dell’Utri”. “Il nostro messaggio era diretto a Berlusconi ma Mangano incontrò solo Dell’Utri”, aggiunge Brusca spiegando che, all’epoca, Cosa nostra cercava di agganciare un nuovo soggetto politico. E prosegue: “Dopo avere ripreso i rapporti con Dell’Utri Mangano mi disse che avrebbe dovuto incontrare direttamente Berlusconi che doveva venire a Palermo per un comizio. Si sarebbero dovuti vedere nello scantinato di un ristorante sulla circonvallazione, ma non so se l’incontro ci fu”.

Qualcuno era comunista…. poi qualcuno era di sinistra… e ora?

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Qualcuno era comunista, forse più di qualcuno. Sicuramente ci sono stati sempre troppi motivi per essere di sinistra, talmente tanti che a volte la sinistra ha ritenuto di sinistra anche quelli che non lo erano. Dove è la sinistra? “Avevamo due sinistre. Non ne abbiamo più nessuna. Ricostruiamone una”, diceva Bertinotti.Lo ha detto, ma nessuno l’ha fatto!

Ma c’era anche chi credeva talmente nella sinistra da dichiarare come Massimo D’Alema: “La sinistra di per sé è un male. Soltanto l’esistenza della destra rende questo male sopportabile”. Ma allora chi è di sinistra, se chi è nel partito lo chiama male sopportabile? E’ di sinistra Walter Veltroni? L’ex sindaco di Roma sosteneva: “Sinistra è una bellissima parola, sta dentro di noi, è un insieme di valori, di passioni. […] Sono di sinistra se, di fronte alla solitudine di un’anziana malata, mi accorgo che anche la mia vita perde qualcosa; sono di sinistra se le rinunce di una famiglia di quattro persone rendono la mia più povera; sono di sinistra se vedo un bambino che muore di fame, e in quel momento è mio figlio, mio fratello piccolo. […] [essere di sinistra] non è appartenere ad un partito di quell’area, ma quello per cui mi batto. Ciò per cui mi batto mi descrive più di ogni altra cosa.” Forse è di sinistra Enrico Letta con lo zio Gianni Letta a destra? E’ di sinistra Nichi Vendola che indicava “Sinistra significa la casa dei diritti, che significa accendere le luci sugli angoli del dolore sociale, che significa parlare degli invisibili, di tanta gente smarrita e perduta!” Forse la gente smarrita e perduta è proprio quella di sinistra! La base del partito si guarda intorno e s’interroga: è di sinistra la legge di Stabilità? E’ di sinistra la vendita degli immobili dello Stato? E’ di sinistra la mobilità dei dipendenti pubblici? E’ di sinistra colpire i pensionati e ledere dei diritti acquisiti?

Forse da “Qualcuno era comunista” ora siamo arrivati a “Che confusione”!

Almeno prima i “Ricchi e poveri” cantavano insieme, ora si odiano e basta!

Forse qualcuno di destra sarà di sinistra?

Al circolo culturale scoppia la rissa: ferita una ragazza

rissa-tuttacronacaRissa in un circolo culturale di Massa dove solitamente si ritrovano dei giovani militanti di sinistra. La violenza sarebbe stata scatenata dalla presenza di alcuni esponenti di estrema destra che, sembra, apparterrebbero alla militanza di Casa Pound. Nel tafferuglio una ragazza è rimasta ferita ed è stato necessario trasportarla al pronto soccorso della città, dov’è stata medicata. A sedare gli animi sono intervenute le forze dell’ordine.

Alfano non è Badoglio, così la Mussolini lapida il segretario del Pdl!

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La Mussolini, senatrice del Pdl, non ha mezze parole per il suo segretario e alla Zanzara i toni sono forti

“Alfano? Almeno Badoglio aveva una dignità, quando ho visto il foglietto sulle telecamere mi è bastato questo. Badoglio è meno mediocre della figura di Alfano”.

“Con lui il partito vale il due per cento – dice ancora la Mussolini – quanto può prendere? Grazie alla scelta di Alfano siamo alleati di Epifani, siamo in maggioranza con chi dice che questo governo si è spostato a sinistra. Ma io non l’ho votato”.

“Epifani – aggiunge la senatrice del Pdl – mi sembra abbia la bocca un po’ rifatta, il labbro superiore. Io? No,io non mi sono mai rifatta nulla”.

“La Biancofiore – sottolinea ancora la Mussolini – è stata licenziata dal governo perchè è berlusconiana, dovrebbe intervenire la Kyenge che si batte contro tutte le discriminazioni”.

Poi torna ad attaccare Alfano e i ministri Pdl: “Più che attaccati alla poltrona sono attaccati alla sinistra. Alfano sta facendo le liste di proscrizione per politici e giornalisti, ha chiesto la testa di Sallusti. Ha tradito alla siciliana, muto, in silenzio, con i foglietti con i nomi in bella vista per i giornalisti. Se non è ricatto questo! Noi eravamo con Berlusconi, lui non è entrato per spiegarci e convincerci. Era con Letta a fare il suo piano”.

In un tweet la scissione di Barca… si va verso 2 sinistre?

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Nuovo asse Matteo Renzi e Giovani Turchi? E’ solo fantapolitica o è possibile una fusione tra queste due correnti del Pd? La scissione sembra ormai inevitabile e con un congresso alle porte, dopo che tutta la direzione del partito si è dimessa semra probabile un accordo che porti alla candidatura di Matteo Renzi come leader con il supporto del gruppo di Orfini. Proprio il leader dei Giovani Turchi  ha dichiarato:

 «Non è affatto scontato che ci sia il nostro “sì” al governo e non è affatto detto che un esecutivo si possa mettere in piedi solo con il Pdl. Vogliamo discutere pure di questo».

Insomma, tutto viene rimesso in gioco in questo Pd che corre verso Renzi, mentre l’ira della vecchia guardia si scaglia contro Fabrizio Barca con Stefano Fassina che attacca proprio contro il ministro per la coesione del territorio e il suo appoggio a Rodotà «Una roba inaccettabile ». Altro punto focale è la considerazione dei Giovani Turchi nel confronto con il Sel: «Sono come Bertinotti». Ora il loro interlocutore politico si chiama Renzi.

In un tweet forse è nato un nuovo partito. Fabrizio Barca e il suo  “Incomprensibile che il Pd non appoggi Stefano Rodotà o non proponga Emma Bonino” ha creato il caso e poi la scissione dopo l’assemblea Pd in cui si era deciso di votare per Napolitano bis. In quel momento giunge però anche una altra comunicazione congiunta sul Facebook di Maurizio Landini (segretario della Fiom) e Sergio Cofferati (ex segretario della Cgil)

 “Quello che sta accadendo segna il declino della politica. Bisogna cercare di invertire questa tendenza. Quella di Stefano Rodotà è una candidatura di alto profilo, in grado di rappresentare adeguatamente il Paese anche a livello europeo e internazionale. Il lavoro e i diritti che gli danno dignità, il valore della cittadinanza e i fondamenti della Costituzione sono da sempre parte rilevante della sua cultura. È ora di scegliere un Presidente in ragione del suo profilo e non come derivato da accordi politici o di schieramento”.

 Ora si pensa che possano nascere due una moderata che ruoti intorno a Renzi e una più “radicale” che ruoti intorno a Barca inglobando anche il Sel di Nichi Vendola. La sinistra nasce già divisa che garanzie più dare?

Alemanno e la sua “svolta” a sinistra!

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In politica davvero non si capisce più nulla… l’ondata di rinnovamento c’è nella testa di quasi tutti i politici italiani, ora bisogna capire se è “cambiamento pratico” o “follia demenziale”!

Alemanno svolta a sinistra e apre a Bersani “Dal mio punto di vista, può uscire fuori anche un governo politico, perché abbiamo visto con il governo tecnico che non basta mettere insieme i tecnici per uscire fuori da una situazione, e può essere anche un Governo Bersani. Purché abbia estrema chiarezza sul tema della legge elettorale e su come affrontare la crisi economica”.

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