Si è festeggiato il carnevale a Garrico di Reggio Emilia e al circolo Arci “Fuori Orario” sono comparsi anche due uomini travestiti da marinai e con un cartello allusivo che recitava: “Che due marò…”. Se non fosse stato abbastanza chiaro il messaggio, hanno indossato anche due enormi… ”marò”, appesi in basso alla cintura. E’ Libero a pubblicare una foto della festa che mostra i due che credono divertente farsi beffa dei due fucilieri italiani in India da due anni e in attesa di un processo.
Tutti gli articoli con tag marò
Il circolo Arci dove per carnevale si prendono in giro i due marò
Pubblicato da tdy22 in marzo 5, 2014
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Violazione dei diritti umani? L’Onu e il caso dei due marò
Il sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova ha incontrato ieri, lunedì 3 marzo, Navi Pillay, Alto commissario dell’Onu il quale, oltre a esprimere slidarietà all’Italia e ai due fucilieri della marina ancora in India, ha detto: “I marò italiani sono detenuti da troppo tempo. C’è preoccupazione sul rispetto dei diritti umani”. Della Vedova ha reso noto che “Secondo le Nazioni unite vi è un profilo di violazione dei diritti umani che sarà presto approfondito”. Dopo l’incontro ha inoltre spiegato ai giornalisti: “C’è l’impegno ad approfondire questo profilo in sede di Nazioni Unite”. E ha sottolineato: “Credo che sia un’affermazione importante” poichè si tratta di considerare “questo profilo di violazione dei diritti umani” con la restrizione della libertà di movimento dei due marò da due anni “senza che sia stato formulato un capo di imputazione e l’eventuale avvio di un procedimento giudiziario”, ha concluso. Michele Girone, padre di Salvatore, ha preso parte alla manifestazione ‘Salerno Capitale per i Marò d’Italia’, organizzata dalle associazioni ‘La Nostra Libertà’ e ‘Prima Luce’ e nell’occasione ha detto: “Speriamo di risolvere quanto prima questa situazione perché i nostri ragazzi e i loro familiari sono stanchi e preoccupati. Continuiamo, però, ad essere fiduciosi nelle nostre istituzioni e siamo sicuri che riusciremo a riportarli a casa”.
Pubblicato da tdy22 in marzo 4, 2014
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La figlia del marò Latorre che voleva andare al Grande Fratello: “un’opportunità”
Giulia Latorre, figlia del fuciliere Massimiliano Latorre, ancora in India con il collega Salvatore Girone, si difende dalle molte accuse che le stanno piovendo addosso su Facebook. Era infatti stata diffusa la notizia che aveva partecipato alle selezioni per il reality show Grande Fratello. Scrive la ragazza: “Ho visto nel Grande Fratello solo un’opportunità di gridare al mondo che mio padre è innocente, non volevo certamente diventare famosa strumentalizzando la sua vicenda”. E aggiunge: “Sono davvero a pezzi dopo gli insulti che ho ricevuto purtroppo chi parla non conosce il mio stato d’animo né quello che si prova a essere costretti a vivere da due anni lontana dal proprio padre: per riaverlo presto a casa, farei di tutto”. La signora Mariella, sua madre, a sua volta la difende e spiega: “Siamo sconvolti e mortificati dalle reazioni di tanti che hanno frainteso la voglia di mia figlia di gridare l’innocenza di Massimiliano. Lei ogni giorno mi ripete che si sente impotente e che per suo padre andrebbe persino sulla luna”. E ricorda: “In tanti in questi due anni ci sono stati vicini e continuano a farlo: ci auguriamo che tutti comprendano qual era il vero senso delle parole di mia figlia”. Quindi conclude: “E’ questo il messaggio che Giulia vuol far comprendere a tutti”.
Pubblicato da tdy22 in marzo 1, 2014
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Ecco chi “vuole incastrare i marò solo per fare carriera”
E’ Pierangelo Maurizio, su Libero, a presentare la figura di Raj Kumar Singh, che era già sottosegretario dell’Interno indiano nella fase cruciale della vicenda che riguarda i due marò. Il giornalista lo accusa di essere il principale artefice della trappola che da due anni tiene prigionieri Latorre e Girone, così come la credibilità dell’Italia, e spiega:
La sua irresistibile ascesa ricorda per qualche verso, detto con tutto rispetto, Antonio Di Pietro in versione indù. Grande fustigatore della corruzione nel suo Paese e ovunque, è balzato all’onore delle cronache il 30 ottobre ’90 quando da magistrato del distretto di Samastipur arrestò il patriarca del Bharatiya Janata Party (Bjp), L.K. Adavany. Alla fine degli Anni ’90 è entrato nel dipartimento dell’Interno. Smessa la casacca di sottosegretario a giugno scorso, andato in pensione e fatto il salto della quaglia da sinistra a destra – ché tutto il mondo è Paese -il 13 dicembre 2013 è entrato ufficialmente nel Bharatiya Janata Party, il partito conservatore all’opposizione, che più inneggia alla forca per i due fucilieri. Nel Bjp è uno dei massimi esponenti: si parla di una sua candidatura alle prossime elezioni e, visto il tipo, si può immaginare che aspiri al posto del vecchio patriarca da lui ammanettato. Ad accusarlo di essere il regista di quello che i giornali indiani chiamano «the italian marines fiasco» –ma che più agevolmente tradurremmo con «trappola» – non sono io. Ma lo ha fatto ripetutamente il ministro degli Esteri Salman Khurshid. Il quale ha dichiarato che è stato Singh, dal potentissimo scranno di sottosegretario del ministero dell’Interno, a brigare nel gennaio 2013 «perché la Corte suprema indiana affidasse le indagini alla Nia», la potente agenzia a metà tra organo investigativo e servizio segreto nata dopo gli attentati di Mumbai e che agisce solo nell’ambito di leggi speciali. Ed è stato sempre lui a farsì che la Niafosse autorizzata ad applicare a Girone e Latorre il famigerato «Sua act», considerandoli dei terroristi. Il responsabile degli Affari esteri lo accusa della figuraccia mondiale che sta rimediando l’Unione indiana e dello stallo della sua massima autorità giudiziaria. «Così la Corte suprema è costretta», ha aggiunto Khur- shid, «a pronunciarsi su una vicenda su cui aveva già deliberato un anno fa…». L’ex sottosegretario R. K. Singh si è confusamente difeso trincerandosi dietro la Legge («è la legge che stabilisce a chi vanno affidate le indagini»). È riuscito a dichiarare, in questi giorni, quanto segue: «Gli italiani sono marines nel territorio del loro Paese o in acque internazionali. Ma sono assassini- pirati nelle acque territoriali indiane». A parte il fatto che l’uccisione dei due pescatori attribuito ai due marò è avvenuto in acque internazionali e che dopo due anni non solo non è cominciato un processo ma gli indiani devono ancora esibire una prova che siano stati loro ad uccidere, è interessante il prosieguo dell’ex magistrato approdato alla politica: «Hanno ammazzato dei poveri pescatori innocenti. La legge non può essere diversa per persone diverse. Questa è la ragione per cui prima la Polizia del Kerala e poi la Nia hanno preso la decisione di ritenerli assassini in base a una legge che riguarda terroristi/pirati, prevedendo la pena di morte per chi ha ucciso». Raffinatezza di ragionamento da alto giurista, (compresa la totale ignoranza delle convenzioni internazionali firmate dall’India e delle leggi italiane), che ricorda qualcun altro. Singh è stato sottosegretario all’Interno dal 30 giugno 2011 al 30 giugno 2013, gestendo in pieno dunque la vicenda della petroliera Erica Lexie cominciata il 15 febbraio di due anni fa, prima di aderire pubblicamente a dicembre agli estremisti indù. Bharatiya Janata Party infatti significa Partito del popolo indiano, è iper-nazionalista, difende l’identità induista (una specie, detto sempre con il massimo rispetto, di Lega moltiplicata all’ennesima potenza e su scala indiana) ed è la principale forza di opposizione al governo guidato dall’Unione di centrosinistra, in cui è maggioritario il Partito del Congresso dell’«italiana» Sonia Gandhi. Significativo un altro passaggio del ministro degli Esteri: «Non possiamo cambiare l’applicazione della legge secondo il cambiamento della nostra fedeltà e il cambiamento della nostra affiliazione ai partiti politici».
Insomma Singh – e gli altri settori indiani per cui ha agito – ha incastrato i marò e umiliato una delle potenze occidentali, l’Italia, per biechi interessi di parte e personali. Il ministero dell’Interno indiano, come tutti i ministeri dell’Interno, ha la competenza sui servizi segreti civili e sulle diverse polizie. Se, stando a quanto dichiara il ministro, l’ex sottosegretario è nemico non solo dei due fucilieri ma è anche una minaccia per la sicurezza dello Stato italiano, l’Aise, il nostro servizio segreto estero, avrà certamente fornito a Palazzo Chigi un ritratto minuzioso. Di questo superburocrate avrà delineato l’enorme potere che gli deriva dalla notevole capacità, dimostrata, di muoversi negli apparati e di condizionarli, quali deleghe aveva, le frequentazionie i rapporti che eventualmente intratteneva e intrattiene con le varie intelligence possibilmente –come avviene ovunque – in lotta fra loro, avrà ricostruito il ruolo dei servizi indiani in questa sporca storia. O no?
Pubblicato da tdy22 in febbraio 28, 2014
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“I marò non devono essere processati in India”: parla la Pinotti
Il neo ministro della Difesa Roberta Pinotti è intervenuta in aula del Senato sul dl missioni internazionale prendendo la parola sul caso marò e affermando che Salvatore Girone e Massimiliano Latorre “non devono essere processati in India: questa è la linea dell’Italia”. Ricordando il suo incontro, avvenuto la settimana scorsa, con le mogli dei due fucilieri ha quindi ribadito: “Il Paese deve essere unito, perché questo ci dà forza”.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 27, 2014
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Media indiani: Italia avvantaggiata dall’incapacità del governo indiano
Un editoriale apparso nel quotidiano The Pioneer di Delhi attacca il governo indiano sulla vicenda dei due marò affermando che le indecisioni del governo sulla gestione del loro caso “hanno compromesso la posizione dell’India a livello internazionale, danneggiato le relazioni con un Paese amico e bloccato il corso della giustizia nazionale” permettendo all’Italia di ottenere risultati nella vicenda. Il nodo, secondo l’editoriale, è che mentre gli esponenti del governo si sono abbandonati ad una strumentalizzazione politica del caso, “gli italiani hanno sfruttato in modo consistente tutti i canali legali e diplomatici disponibili per ottenere il miglior trattamento possibile per i loro fucilieri di Marina”. Aggiunge quindi che gli sforzi italiani “hanno portato frutti. Un primo risultato è stato quando hanno ottenuto da New Delhi, con la minaccia di non far rientrare i due da una licenza in Italia, l’assicurazione che non sarebbe stata richiesta la pena di morte”. La richiesta successiva, aggiunge The Pioneer, “è stata che i due marò non dovevano essere accusati mediante una legge anti-terrorismo (Sua Act) perchè sarebbe equivalso ad accusare di terrorismo lo stesso Stato italiano. In questo l’Italia ha chiesto l’assistenza dell’Unione europea (Ue) e di altre nazioni occidentali che hanno esercitato pesanti pressioni su Delhi”. Ancora, l’editoriale prosegue spiegando che ora che la Sua Act non c’è più, “la difesa ha sostenuto che l’Agenzia nazionale di indagini (Nia) non ha una copertura legale per presentare i capi d’accusa. La procura ha invece risposto che la Nia potrà agire dietro una precisa direttiva della Corte suprema. Quest’ultima deciderà su questo ad un certo momento il mese prossimo”. Intanto, conclude il giornale, “l’argomento che i marò dovrebbero essere autorizzati a tornare in Italia visto che il governo deve ancora presentare i capi di accusa nei loro confronti due anni dopo il presunto reato da loro commesso sta, sfortunatamente, acquistando forza”.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 26, 2014
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La Mogherini e il suo “piano” per riportare in Italia i Marò
FedericaMogherini ha le idee chiare sui Marò e qualche giorno fa scriveva sul suo blog, che ora è chiuso, che era una ”vicenda complessa” con una “lunga sequenza di errori compiuti nel passato sui quali sarà utile fare piena chiarezza dopo che il caso si sarà concluso”.
Dall’altro ha sostenuto che la possibilità di una soluzione positiva ”è reale, purché attorno alla strategia dell’Italia ci sia il massimo dell’unità nazionale”. Inoltre la Mogherini sosteneva che l’unità nazionale va mostrata:
“attorno ai rinnovati sforzi del governo e dell’inviato speciale Staffan De Mistura, evitando ogni forma di polemica, strumentalizzazione, protagonismo di singoli partiti o esponenti politici.
“È questa l’unica strada percorribile per dare più forza alla nostra posizione, a quella dei nostri due Marò e al percorso di internazionalizzazione della vicenda che si sta con successo costruendo. La possibilità che il caso trovi una soluzione positiva è reale, e dipende anche dalla capacità della politica italiana di mostrare maturità e responsabilità. Noi ci auguriamo che, almeno su questo, tutti siano in grado di capirlo e fare la propria parte”.
Proprio in questi minuti si sta tenendo un vertice a Palazzo Chigi sul caso dei marò italiani trattenuti in India. La riunione è stata convocata dalpresidente del Consiglio Matteo Renzi. Secondo quanto si è appreso, al vertice partecipano tra gli altri i ministri degli Esteri e della Difesa, Federica Mogherini e Roberta Pinotti, e l’inviato italiano Staffan De Mistura.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 24, 2014
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Nuova udienza per i due marò: abbandonato il Sua Act
Nuova udienza per i due marò italiani in India, oggi, durante la quale Il procuratore generale indiano G. E. Vahanvati ha consegnato al giudice della Corte suprema indiana l’affidavit con l’opinione del ministero della Giustizia sul caso dei due fucilieri Salvatore Girone e Massimiliano Latorre in cui si esclude il ricorso al Sua Act per la repressione della pirateria. Il documento sostiene però che i capi d’accusa saranno presentati dalla polizia Nia, l’unità antiterrorismo, che ha svolto le indagini. Mukul Rohatgi, avvocato della difesa, ha però obiettato che “è impossibile utilizzare la Nia in assenza del Sua Act”. A quel punto il giudice ha allora chiesto alle parti di presentare le loro posizioni fissando per questo un termine di due settimane. L’udienza è stata quindi aggiornata al 7 marzo. Rohatgi ha sottolineato che, in questo modo, è stato superato uno scoglio: “Con l’eliminazione del Sua act abbiamo fatto un primo passo. Ora presenteremo le nostre motivazioni avverse al mantenimento della polizia investigativa Nia”.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 24, 2014
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I nostri 7 giorni: pulizie in casa Italia
Una settimana di grandi pulizie in casa Italia, dove davvero sembra che tutto debba essere riordinato dal nuovo governo che arriva e poi è sempre tutto da ripulire appena un governo cade. Passaggio di testimone gelido, con campanella che ha suonato a lutto, tra Letta e Renzi che si sono avvicendati nella Premiership di questo Paese che ormai sembra essere l’ombra indipendente di uomini politici che cercano invece una luce mediatica. Si è deciso anche di dare un colpo di spugna agli Esteri, ma i marò restano in India. Per L’istruzione però sono in vista molte rivoluzioni, altro che pulizia e già si parla di colpire le pensioni per rimettere in sesto la scuola pubblica, lotta generazionale? Su questo nodo le proposte son tante, da Delrio che minaccia la tassa sui Bot a Renzi che preme l’acceleratore per andare a colpire coloro che dovrebbero godere solo i frutti di un meritato riposo. Ci si dovrà armare di stracci e detersivi anche a Sanremo, dove il flop non è mancato e neppure le polemiche. Per fortuna che poi cala il sipario con Mengoni che omaggia Tenco, così come si spegne anche la fiamma olimpica e rimane l’amarezza per quell’Italia che non ha certo brillato.
Pulizie ne hanno fatte i ladri a casa di Cicciolina ripulendo il suo archivio di video hard, facendo scattare la denuncia. Coloro che ancora non sono denunciati, ma rischiano di esserlo a breve sono i giovani che hanno rapito il futuro sposo per portarlo all’addio al celibato. Ma se il rapimento è falso sembra invece che Balotelli, la scorsa notte, sia incappato in una rissa vera. Un fotografo insistente e Supermario che perde le staffe… salvo poi smentire e far piazza pulita! Un po’ come Alfano, che in questa confusione politica, non si accorge di usare lo slogan di Sel: #lastradagiusta. Chi invece la strada sembrerebbe averla persa sono i due giocatori scomparsi oggi a Roma, speriamo che facciano attenzione ai passi falsi. Basta poco a volte per esagerare e sollevare polemiche, lo sa bene il Trio della Gialappa’s al centro della bufera dopo i commenti feroci su Rocco Hunt e la Terra dei Fuochi. Di carne al fuoco questa settimana non ne è mancata e come al solito noi di Tuttacronaca vi abbiamo raccontato frammenti di vita che si susseguono velocemente, tra ribaltoni della politica e gossip sportivo, tra il totoministri e l’attesa di Renzi chiuso per ore nello studio del Presidente della Repubblica, tra chi arriva e chi va, tra la voglia di tornare e la voglia di scappare… ma non dimenticatevi un Escape!
GOOD NIGHT, AND GOOD LUCK!
Pubblicato da tdy22 in febbraio 24, 2014
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I marò saranno processati secondo le leggi indiane: lo dice il ministro della Difesa
Nessun cedimento da parte del governo per quel che riguarda il processo dei due marò italiani. Lo spiega il ministro della Difesa indiano A.K. Antony: ”Stiamo andando avanti su questa vicenda in base alle leggi indiane“. Ha poi sottolineato che “non c’è spazio per compromessi” e non “faremo marcia indietro”: “saranno processati con le leggi del nostro Paese”. L’affermazione del ministro, originario proprio del Kerala, lo Stato dov’è avvenuto l’incidente, arriva in risposta a un giornalista che chiedeva se il governo stesse ammorbidendo la sua posizione dopo che il ministero della Giustizia aveva sposato l’opinione del ministero degli Esteri sulla inapplicabilità della legge per la repressione della pirateria (Sua Act). Anthony ha poi sostenuto che, comunque, la decisione riguarda i ministeri dell’Interno e degli Esteri. Lunedì pomeriggio il procuratore indiano G.E. Vahanvati dovrebbe presentare alla Corte Suprema la soluzione trovata dal governo per processare i due Fucilieri di Marina.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 23, 2014
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“Via l’India dall’Expo”: quell’Italia che si ribella per questione dei marò
I due marò italiani restano in India e, dopo l’ennesimo rinvio della loro udienza, il loro caso si sta trasformando in una rissa nazionalistica, come dimostrano le centinaia di lettere e mail recanti offese e volgarità che arrivano all’ambasciata indiana a Roma, dove ieri è stata recapitata anche una busta contenente un proiettile. In India vedono l’azione di alcuni privati cittadini che si accaniscono contro l’ambasciata come una scelta di tutto il Paese e i media rafforzano l’idea. Il Times of India ha intitolato un pezzo: “L’Italia ora ricorre a tattiche di intimidazione” mentre una televisione ha aggiunto che “c’è stata una escalation nello scontro tra i due paesi e ora Roma ricorre a una tattica di intimidazione per ottenere la scarcerazione dei due militari”. Ma gli attacchi non si limitano all’ambasciata e ora è stato preso in mezzo anche l’Expo, con i capi lombardi di Fratelli d’Italia e di Forza Italia che hanno iniziato a lanciare un nuovo slogan: “Vietiamo all’India di partecipare all’Expo”. A sobillare FdI c’è l’ex ministro della Difesa Ignazio La Russa che vorrebbe far dimenticare le sue responsabilità politiche nella legge che mise i militari a bordo delle navi mercantili senza le garanzie più opportune. Ma Fratelli d’Italia deve fare i conti con il presidente della Regione Roberto Maroni. Il leader leghista ha detto “di essere convinto che dobbiamo salvaguardare l’Expo rispetto alle altre vicende: quella dei marò è una vicenda grave, ma non deve portare a ripercussioni sull’Expo”. Anche il commissario unico di Expo 2015, Giuseppe Sala è contrario al boicottaggio proposto da La Russa e Riccardo De Corato: “La mia opinione è che bisogna essere freddi e lucidi. Il tema è di carattere politico e lo lascio alla Farnesina”.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 21, 2014
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L’appello al governo indiano per i Marò dal palco di Sanremo, indovinate da chi viene?
Dal palco di Sanremo, Raffaella Carrà che ha presentato il suo nuovo album e la seconda annata di “The Voice”, ha espresso anche la sua soddisfazione per essere entrata in dieci minuti de “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino, ma soprattutto ha voluto lanciare un appello al governo indiano affinché fossero rilasciati i marò che da due anni sono in attesa di giudizio.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 18, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/02/18/lappello-al-governo-indiano-per-i-maro-dal-palco-di-sanremo-indovinate-da-chi-viene/
Le compagne dei marò ora si aspettano la crisi diplomatica: “ora basta!”
Conferenza stampa, all’Ariston di Sanremo, alla quale sono intervenute le mogli dei due marò italiani ancora in India. “Questi continui rinvii sono un’ingiustizia, siamo stanche. Ora basta”, ha detto la moglie del marò Salvatore Girone, Vania Ardito, aggiungendo che ora, dopo il ritiro dell’ambasciatore italiano in India, si aspetta una “crisi diplomatica, perché l’atto deve avere il giusto peso”. Paola Moschetti, compagna di Massimiliano Latorre, aggiunge che si tratta di “un atteggiamento di forza da parte del governo”. Il direttore di Rai1, Giancarlo Leone, interpellato dopo la conferenza improvvisata ha commentato: “Il tema dei nostri marò in India è estremamente delicato e importante, perché riguarda la vita e il futuro di due nostri connazionali, un futuro legato a una serie di variabili oggetto di valutazioni giuridiche anche di natura internazionale. Temi, questi, che scoraggiano chiunque non sia un organo di informazione di trattarli, tanto più all’interno del festival della canzone italiana”. E ha aggiunto: “Se il Comune e il sindaco hanno giustamente voluto rendere merito alle mogli dei marò, è cosa più che corretta. Ma non possiamo e non dobbiamo permetterci il rischio di parlare di loro fuori di un contesto strettamente informativo. Ecco perché il tema continuerà ad essere trattato dalla Rai nei luoghi previsti, cioè l’informazione”.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 18, 2014
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Non chiamateli Famiglia Addams… o arriva Crosetto!
Al termine dell’incontro tra i rappresentanti di Fratelli d’Italia con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, Crosetto, La Russa e Meloni, che nei giorni scorsi avevano mostrato le loro tessere elettorali ai giornalisti, optano per mostrare un vecchio volantino che chiede la liberazione dei marò, tuttora in India e che oggi si sono visti slittare, per la 26esima volta, l’udienza. Durante le foto di rito, Crosetto lancia uno scherzoso avvertimento ai giornalisti: “Al primo che scrive di nuovo Famiglia Addams lo vado a prendere fisicamente…”
Pubblicato da tdy22 in febbraio 18, 2014
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Ennesimo rinvio! Slitta ancora l’udienza dei marò italiani in India
E’ stato disposto l’immediato richiamo a Roma di Daniele Mancini, ambasciatore dell’Italia a New Delhi, in seguito alla decisione della Corte Suprema indiana di rinviare nuovamente l’udienza sul cado dei due marò: la nuova udienza ora è stata fissata per lunedì 24 febbraio alle 14, le 9.30 in Italia. La decisione è stata presa perchè la Corte attende ancora una risposta scritta del governo sull’applicabilità o meno per questo caso della legge per la repressione della pirateria (Sua act). Tale questione, ha dichiarato all’Ansa il procuratore generale G.E. Vahaanvati, è al momento in mano al ministero della giustizia indiano. ”Stiamo cercando di venirne fuori – ha spiegato – e lunedì avremo una risposta definitiva per questo problema”. L’avvocato dei marò Mukul Rohatgi ha ricordato che nell’ultimo anno il governo ha cambiato posizione per sei volte e che la vicenda va avanti da ben due anni senza una formulazione dei capi di accusa. L’inviato del governo italiano, De Mistura, ha dichiarato: “Ad un ulteriore rinvio noi opponiamo un ulteriore ultimatum. Comunque sarà Roma che deciderà nelle prossime ore la linea da prendere davanti a questa situazione. Non è che con questa tattica dilatoria e qualche minima concessione l’India riuscirà a calmare il nostro sdegno”. Intanto il ministro degli Esteri Emma Bonino ha annunciato: “Il governo italiano ha disposto l’immediato richiamo a Roma per consultazioni dell’Ambasciatore a New Delhi, Daniele Mancini”. E ha ricordato: “L’obiettivo principale dell’Italia resta quello di ottenere il rientro quanto più tempestivo in Patria dei due fucilieri”.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 18, 2014
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La Nato preoccupata per il caso marò e l’Ue pressa l’India
Se questa mattina Ban Ki-moon aveva detto, riguardo la situazione dei due marò Latorre e Girone: “E’ meglio che la questione venga affrontata bilateralmente piuttosto che con il coinvolgimento delle Nazioni Unite”, preoccupazione l’ha espressa invece il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen: “Sono personalmente preoccupato per i due marò italiani e per l’idea che siano perseguiti per terrorismo e per le implicazioni negative sulla lotta alla pirateria”. E ha aggiunto: “Ho comunque fiducia in una soluzione positiva per tutti”. Dall’agosto 2009 la Nato porta avanti svariate operazioni anti-pirateria nel golfo di Aden e al largo del Corno d’Africa. Nel fratte, oggi si è tenuta una riunione di coordinamento dei vertici della Ue a 28 New York sul loro caso. Al centro dell’incontro c’è la decisione dell’India di sottoporre i due fucilieri alla legge antiterrorismo (il Sua Act), in seguito ai contatti telefonici tra il ministro Emma Bonino e il suo omologo Evangelos Venizelos, presidente a Bruxelles. Previsto inoltre stasera un colloquio telefonico tra la Bonino e il segretario Onu Ban Ki-moon.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 12, 2014
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Ban Ki-moon sui marò: “No al coinvolgimento delle Nazioni Unite”
E’ stata segnalata all’Onu, dal governo italiano, la “violazione dei diritti umani” nella vicenda di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due marò italiani detenuti in India. Emma Bonino, ministro degli Esteri, ha infatti spiegato di aver “avviato un contatto” con l’Alto commissariato delle Nazioni Unite in tal senso. Qeusto perchè, dopo due anni, “manca un capo di imputazione” da parte dell’India. La riposta dell’Onu: “Questione bilaterale, meglio evitare un nostro coinvolgimento”. Da parte sua, l’alto commissario “Ashton ha chiarito agli altri stati membri che l’utilizzo della legge antipirateria nei confronti dei marò da parte dell’India mette in discussione l’intero impianto dello sforzo antipirateria da parte dei 28 PAesi dell’Ue e non solo di loro”. Il ministro Bonino ha aggiunto: “Dai 28 abbiamo avuto reazioni positive ai nostri sforzi e questo mette in discussione la partecipazione all’intero sforzo antipirateria sulla base delle decisioni dell’Onu e dell’Ue”. Pier Ferdinando Casini, presidente della Commissione Esteri del Senato, ha affermato: “Altro che Consiglio di sicurezza dell’Onu. L’India dimostra di essere un Paese veramente incivile”. E ha aggiunto: “La comunità internazionale ci deve dare una mano perché imputare di terrorismo coloro che lottano in nome della comunità internazionale contro il terrorismo è un’infamia”. E ancora: “Approveremo il decreto missioni ma stiamo valutando di presentare un ordine del giorno sulla lotta alla pirateria perche’ essere impegnati in questa lotta ed avere i nostri militari imputati di essere pirati è paradossale. Il governo deve intensificare ed internazionalizzare la questione”. Il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, ha però gelato le speranze italiane di coinvolgere il Palazzo di Vetro: “E’ meglio che la questione venga affrontata bilateralmente piuttosto che con il coinvolgimento delle Nazioni Unite”.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 12, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/02/12/ban-ki-moon-sui-maro-no-al-coinvolgimento-delle-nazioni-unite/
Marò accusati di terrorismo? “Implicazioni enormi non solo per l’Italia”
La rappresentante per la politica estera europea Caterine Ashton, secondo fonti diplomatiche europee, avrebbe convenuto sulla necessità di “un messaggio forte” della Ue sul caso dei marò italiani perché l’accusa indiana in base alla legge anti-pirateria e anti-terrorismo è “rilevante per tutta l’Unione europea” e potrebbe coinvolgere in futuro tutti i Paesi che partecipano alle operazioni di sicurezza. Non usa quindi mezzi termini riguardo l’incriminazione per terrorismo di Salvatore Girone e Massimiliano Latorre. Le parole della Ashton arrivano proprio nel giorno in cui l’Italia Italia pensa al rimpatrio e vuole ricorrere al Tribunale internazionale Onu del diritto del mare di Amburgo per chiedere una composizione internazionale sul caso dei due fucilieri. “Abbiamo riproposto con forza la richiesta che i marò tornino in Italia” in attesa di una soluzione sul processo, ha detto l’inviato del governo, Staffan De Mistura.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 10, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/02/10/maro-accusati-di-terrorismo-implicazioni-enormi-non-solo-per-litalia/
Ennesimo rinvio per il caso marò: “Ora Italia e Ue reagiranno”
Slitta nuovamente l’udienza per i due marò: la Corte suprema di New Delhi, incaricata di esaminare il ricorso italiano sulla vicenda di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, ha infatti fissato una nuova udienza per martedì 18 febbraio. Il nodo rimane la legge anti-pirateria, la Sua Act, con la Procura che anche oggi ha chiesto venga applicata ma senza evocare una richiesta di pena di morte, ipotizzando invece un’accusa per violenze in base ad un articolo della legge che comporta fino a dieci anni di carcere. L’avvocato della difesa italiana, Mukul Roahtgi, si è categoricamente opposto alla stessa. Per questo motivo il giudice Chauhun ha detto: “Capisco che di fronte a questa situazione sono io che devo decidere”, rinviando nuovamente l’udienza. Da parte sua Roahtgi ha annunciato la presentazione di una specifica memoria di opposizione all’applicazione del Sua act per il processo dei marò. Il premier Enrico Letta ha commentato la situazione su Twitter, definendo la richiesta dell’accusa “inaccettabile”. Il presidente del Consiglio ha criticato duramente “l’imputazione proposta dall’autorità indiane”. “L’uso del concetto di terrorismo”, ha sottolineato, è “da rifiutare in toto. Italia e Ue reagiranno”.
L’inviato del governo sul caso, Staffan de Mistura, dopo l’udienza ha detto: “Abbiamo riproposto con forza la richiesta che i marò tornino in Italia” in attesa di una soluzione sul processo. L’avvocato del team italiano, Mukul Rohatgi, ha definito “inaccettabile” la soluzione indicata dal governo di applicare la legge antiterrorismo del Sua Act, anche senza l’articolo che prevede la pena di morte. “Continueremo – ha aggiunto – a batterci contro la decisione di utilizzare la legge anti terrorismo Sua Act”.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 10, 2014
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La Bonino tuona: “Non siamo terroristi”. Un altro italiano incarcerato in India
Il ministro degli Esteri Emma Bonino, intervenuto a Rainews24, ha parlato dell’ipotesi di applicazione della legge antiterrorismo in India: “Se si venissero a confermare domani queste indiscrezioni si creerebbe una situazione inaccettabile perchè i nostri marò non sono terroristi, nè è terrorista lo Stato italiano. Questo per noi è inaccettabile”. Se il giudice della Corte suprema indiana deciderà domani per “un altro rinvio, dovrà essere breve in ogni caso. E da questo punto di vista tutta la macchina di reazione si metterà in moto”. Il ministro ha definito “sconcertante” che dopo due anni non ci sia ancora un capo di accusa per i marò. Ha quindi sottolineato il fatto che, nello Stato Indiano, si sia in periodo di campagna elettorale: “Politicizzare i casi è una tentazione che hanno in molti, certamente è vero che l’India è in campagna elettorale e queste sono ricostruzioni anche plausibili. Ma il punto è un altro, il punto è lo stato di diritto e la legge. Comunque siano le cose, le elezioni da noi o da loro, ciò non deve essere fatto pagare sulle spalle dei marò”. Nel caso di un processo ai marò in base alla legge antiterrorismo, il ministro ha spiegato che “tutte le opzioni saranno messe sul tappeto, facendo leva sulle alleanze e sulla solidarietà europea e internazionale, che abbiamo costruito in questi mesi e che non era affatto scontata perchè l’India è un grande paese con legami e solidi con tantissimi paesi”. In un’intervista al Tg1, inoltre, ha detto: sul caso dei marò “abbiamo parecchi assi nella manica, che saranno valutati con calma, gradualità e determinazione”. Nel frattempo, un gruppo di oltre 50 stranieri, tra cui un italiano, è stato arrestato nel nord-est dell’India mentre era impegnato nell’edizione francese del reality show Pekino Express. Lo riferisce l’agenzia di stampa Pti. Gli agenti hanno sequestrato 22 telefoni satellitari – vietati in India dopo gli attentati di Mumbai – in possesso del cast che soggiornava in un hotel di Chalsa, una zona turistica ai piedi dell’Himalaya nel nord del West Bengala.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 9, 2014
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La polizia indiana formula l’accusa contro i marò: non omicidio ma violenza
E’ la stampa indiana a sostenere che i due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone saranno accusati non più di omicidio ma di violenza. Secondo i media indiani, infatti, il rapporto che la polizia investigativa indiana presenterà ai giudici non conterrà più l’imputazione per “aver provocato la morte” di due pescatori, ma di aver usato “violenza”, sempre in base alla Legge per la repressione della pirateria. Quello che ora i due due soldati rischiano sono fino a 10 anni di carcere. Il Times of India sostiene che il ministero dell’Interno ha revocanto l’indicazione di utilizzare per la formulazione del capo d’accusa l’articolo 3 comma g-1 del secondo capitolo sui reati, a favore del meno categorico articolo 3 comma a. I comma g-1 sostiene che chiunque, commettendo un atto di violenza contro una nave indiana, “provoca la morte di una qualsiasi persona, sarà punito con la pena di morte”. Secondo il comma a, invece, chi “commette un atto di violenza contro una persona a bordo di una piattaforma fissa o una nave e che mette in pericolo la navigazione sicura di essa sarà punito con la prigione per un periodo che può giungere fino a dieci anni ed è sottoponibile a multa”. E’ invece l’Indian Express a ricordare, tuttavia, che contro i due marò sarà anche utilizzata la sezione 302 del Codice penale indiano, che implica una possibile condanna a morte. “Ma la possibilità per gli imputati di essere condannati alla pena capitale – conclude il giornale – è davvero bassa perché la loro azione non rientra nei casi eccezionali in cui è richiesta”.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 8, 2014
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“E’ un dispiacere umano, ma siamo innocenti”: parlano i marò
I due fucilieri della Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, parlano da New Delhi e professano la loro innocenza riguardo la morte di due pescatori indiani il 15 febbraio 2012. “Ci dispiace per la perdita di due vite umane, ma non ci sentiamo assolutamente responsabili”, ha dichiarato Girone, che ha aggiunto: “E’ un dispiacere umano, ma siamo innocenti”. Durante un incontro con i giornalisti, nella capitale indiana, è stata quindi la volta di Massimiliano Latorre, che ha detto grazie al presidente Giorgio Napolitano e all’Italia per il sostegno. “Un appoggio che c’è stato fin dall’inizio, ma che ora è incontenibile. Quando vogliamo sappiamo essere uniti”. Parlando dell’accusa contro di loro e alla possibile applicazione della legge anti-terrorismo: “E’ un’accusa che ci fa molto male non solo come militari, ma anche come genitori e uomini. Come militare professionista italiano che combatte la pirateria, questo mi rammarica molto”. Emma Bonino, ministro degli Esteri, ha voluto ribadire il suo no all’ipotesi che i due marò vengano processati in India in base alla legge anti terrorismo Sua Act, pur privata della pena di morte: “I marò non sono terroristi né pirati”.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 6, 2014
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Marò: nuovo rinvio dell’udienza
Nuovo rinvio per l’udienza della Corte suprema di Nuova Delhi per l’esame del ricorso dell’Italia sulla vicenda dei due marò: si svolgerà lunedì prossimo, il 10 febbraio. La decisione è stata presa dal presidente della Corte dopo aver ascoltato le ragioni del ricorso italiano. In aula, per la prima volta, erano presenti anche l’inviato del governo, Staffan de Mistura, e l’ambasciatore italiano, Daniele Mancini. Il giudice Bs Chauhan, rinviando l’udienza ha posto alla pubblica accusa un limite non estendibile di una settimana per presentare una soluzione sulle modalità di incriminazione dei marò: “Vi concedo ancora una settimana – ha insistito – ma non sono disposto ad attendere oltre”. L’inviato Staffan De Mistura ha spiegato che l’Italia, da parte sua, ha “chiesto alla Corte che, di fronte all’indecisione della pubblica accusa, i marò siano autorizzati a tornare in Italia. E questa richiesta la ripeteremo con forza anche lunedì prossimo indipendentemente dall’esito dell’udienza”. L’inviato del governo ha avuto un colloquio “schietto e franco” con il procuratore generale prima dell’udienza e ha criticato la pubblica accusa: “Non può più giocare con i tempi. Abbiamo ricordato tramite il nostro avvocato che ci sono stati 25 rinvii giudiziari senza un pezzo di carta”. “Prima l’unica linea rossa era il non utilizzo del Sua Act – ha aggiunto citando la legge contro il terrorismo marittimo che prevede, in caso di omicidio, anche la pena di morte -. Ora anche lo sono diventati anche i ritardi”.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 3, 2014
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L’Unione Europea al fianco dell’Italia per il caso marò
Elmar Brok, presidente della commissione Esteri del Parlamento europeo, ha affermato da monaco che il caso dei marò “riguarda tutta l’Europa”. Brok ha quindi aggiunto: “Dobbiamo essere attivi perché la loro sorte non venga dimenticata: io personalmente ho chiesto informazioni e chiarimenti all’ambasciatore indiano” presso la Ue.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 2, 2014
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Emma Bonino: assurdo che manchino ancora le accuse contro i marò
Lunedì si riunirà la Corte Suprema indiana e aspettando quel giorno il ministro degli Esteri, Emma Bonino, sottolinea: “E’ sconcertante che dopo due anni non ci siano ancora i capi di imputazione nei confronti dei marò italiani”. Si augura quindi che la prossima settimana “escano almeno i capi d’accusa”. “I nostri marò erano in servizio – ha sottolineato la titolare della Farnesina – . Quindi non si può applicare la legge antiterrorismo”, che prevede la pena di morte.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 1, 2014
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La telefonata di Napolitano ai Marò
Dopo gli auguri di Natale che il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano aveva voluto personalmente fare ai marò, oggi arriva un’altra telefonata nella quale il Capo di Stato rassicura La Torre e Girone che l’Italia farà di tutto affinché tornino in patria con onore. Intanto i marò in India attendono!
Pubblicato da tdy22 in gennaio 31, 2014
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Carfagna e “l’intollerabile viaggio in India di 16 parlamentari per un pranzo”
L’ex ministro e attuale portavoce di Forza Italia alla Camera è indignata per la missione in India, per i due marò, di sedici parlamentari che sono rientrati in Italia senza aver incontrato nessuno perché in quei giorni il Parlamento indiano era chiuso.
“E’ oggettivamente incomprensibile – scrive Carfagna – quanto accaduto alla nostra delegazione parlamentare in India. Il Ministero degli Esteri italiano dovrebbe chiarire, fino in fondo, i motivi per i quali nessuno è stato in grado di garantire ai deputati e senatori degli incontri con gli esponenti delle istituzioni indiane per discutere della vicenda che riguarda i marò”.
Spreco di soldi, uomini e mezzi, il tutto per un pranzo e poco più. L’ex ministro questo non puà proprio digerirlo:
“E’ intollerabile – prosegue – che il viaggio della delegazione italiana, composta dalle più alte cariche delle commissioni parlamentari competenti, sia servito solamente per un pranzo conviviale con i due fucilieri di marina. Forse, sarebbe più opportuno che i presidenti delle commissioni chiedano e ottengano un incontro con i massimi vertici della Ue e dell’Onu – continua -, per far valere il peso di una nazione che contribuisce con oltre 115 milioni di dollari all’anno al bilancio del Palazzo di Vetro e 4 miliardi di euro a quello della Commissione europea. La Farnesina e il governo diano immediate spiegazioni sull’ennesimo, increscioso e sgradevole fatto che riguarda la vicenda dei marò”.
A Carfagna replica stizzito uno dei 16 che in India c’è stato, Riccardo Nencini del Nuovo Psi. Replica dicendo che la missione è stata seria, che gli incontri ci sono stati e che non c’è stato spreco:
“La Carfagna o è in mala fede o è disinformata. Abbiamo incontrato, come da programma, gli ambasciatori dell’Unione europea e quello degli Stati Uniti. Poi l’onorevole Carfagna può chiedere ai nostri due Marò come è stata accolta la iniziativa parlamentare”
Come sottolinea Blitz Quotidiano, tuttavia, è comprensibile la rabbia della Carfagna: si sono mossi in 16 per non incontrare rappresentanti indiani, senza una vera e propria agenda e soprattutto senza portare a casa nessun risultato concreto.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 30, 2014
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Il governo indiano e le pressioni per rivedere l’accusa contro i marò
Stando alle ultime notizie, il governo indiano starebbe facendo pressioni sul ministero della Giustizia in modo da portare a un riesame della strategia di accusa nella vicenda dei marò italiani, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. In praticolare, di fronte alle crescenti pressioni contrarie all’applicazione della legge per la repressione della pirateria, la Sua Act, sarebbe stato chiesto “di rivedere la sua opinione che in questo caso tale legge potrebbe essere applicata”. Nel frattempo, da Bruxelles, ieri il premier Letta ha auspicato che partner e istituzioni europei siano solidali con l’Italia per quel che riguarda la vicenda marò. Il loro appoggio, dice, è importantissimo “per la soluzione positiva del caso, che vogliamo possa arrivare il prima possibile”. “Pensiamo che la situazione possa finalmente trovare una via d’uscita”, ha aggiunto il premier.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 30, 2014
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Il marò che invita i cronisti a “scrivere la verità”
Una delegazione di parlamentari italiani si trova in missione a New Delhi e ad accompagnarli ci sono dei giornalisti che hanno incontrato i due marò italiani incarcerati in India in attesa di processo. Uno dei due fucilieri della marina, Massimiliano Latorre, si è appellato proprio ai cronisti mentre si trovavano all’ambasciata: “Scrivete la verità, perché altrimenti è un male. Ci sono due inchieste aperte. Non posso essere io a chiarire le cose”. Il marò ha quindi invitato, per avere un quadro più chiaro sulla loro complicata vicenda, “a riascoltare l’intervista al comandante in seconda della petroliera Enrica Lexie Noviello”.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 28, 2014
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La Russa show alla Giornata Nazionale dell’India: “Assassini! Vergogna!”
Giornata nazionale della Repubblica dell’India oggi con ricevimento, banchetto e autorità presenti. E mentre all’interno si festeggiava, all’esterno un centinaio di contestatori chiedevano l’immediato rilascio dei due maròSalvatore Girone e Massimiliano LaTorre, da due anni in carcere in India accusati di aver ucciso un pescatore. Tra questi, anche l’ex ministro della Difesa Ignazio La Russa che, a un certo punto, ha preso l’eurodeputato di Fratelli d’Italia Carlo Fidanza ed è entrato, seguito da un fotografo, nella sala dove si svolgeva il ricevimento. Inizialmente ha annunciato di essere contrario a quel festeggiamento, dopo di che ha dato vita al suo show gridando “Vergogna! Assassini!”. La Russa ha quindi spiegato che si riferiva non tanto agli indiani quanto agli imprenditori presenti, molti vicini al centrodestra, solo per motivi di affari. La tesi dei due contestatori è che tali affari “non valgono la vita di due persone”. E’ Fidanza a raccontare quello che è accaduto una volta entrati:
Siamo stati ricevuti cortesemente proprio nel salone dove stavano banchettando. Noi abbiamo espresso al console la nostra contrarietà all’idea di organizzare una festa per l’India a Milano, proprio mentre due nostri connazionali sono detenuti illegalmente.
Uscendo dalla sala La Russa e Fidanza hanno cominciato a urlare Assassini!Vergogna!
Pubblicato da tdy22 in gennaio 24, 2014
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Marò: la decisione dell’India entro il 3 febbraio
Il ministro degli Esteri Emma Bonino ha reso noto che il governo indiano annuncerà entro il 3 febbraio la propria decisione sul futuro di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due marò italiani detenuti per l’omicidio di due pescatori scambiati per pirati. “I ministri delle Finanze e del Commercio di New Delhi hanno assicurato il loro impegno a rispettare la scadenza imposta dalla Corte suprema indiana”, ha spiegato la titolare della Farnesina.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 24, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/01/24/maro-la-decisione-dellindia-entro-il-3-febbraio/
Mauro: “Plausibile che i marò tornino a casa”
E’ il ministro della Difesa Mario Mauro a dire: “A dispetto di così tanto tempo senza la formulazione di accuse, è del tutto plausibile che Massimiliano Latorre e Salvatore Girone tornino a casa”. Parlando del caso dei due marò ancora detenuti in India in attesa del processo il ministro ha quindi sottolineato che “E’ l’unica soluzione che può preservare New Delhi dall’accusa di violazione dei diritti umani”.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 21, 2014
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15 giorni per trovare una soluzione al caso marò: lo chiede la Corte
I giudici della Corte suprema indiana hanno chiesto al governo di trovare una soluzione entro due settimane allo stallo che sta ritardando il processo ai due marò e di “riconciliare il conflitto di opinione all’interno dell’amministrazione”. L’udienza è stata intanto rinviata al 3 febbraio. L’avvocato Mukul Rohatgi, alla guida del team legale dei marò, illustrando il ricordo ha denunciato il grave ritardo del caso. “Lo scorso gennaio – ha detto – la Corte Suprema aveva ordinato la costituzione di un tribunale speciale che doveva riunirsi su base quotidiana, ma dopo un anno non sono stati neppure presentati i capi di imputazione”. Il legale ha inoltre ricordato che sono trascorsi quasi due anni dall’arresto dei due marò e che la polizia speciale Nia si è rivolta a un tribunale diverso da quello che era stato stabilito lo scorso anno per trattare il caso. Goolam E. Vahanvati, l’Attorney General (rappresentante legale del governo), ha ammesso che “esiste un conflitto di opinione all’interno dell’amministrazione” riferendosi alle divergenze emerse tra ministero degli Esteri e quello degli Interni sull’applicazione della legge antiterrorismo ‘Sua Act’ da parte della polizia Nia incaricata di condurre le indagini. Ha quindi aggiunto di “avere bisogno di più tempo per conciliare le posizioni”. Il giudice B.S. Chauhan, che presiedeva la sezione insieme al collega J. Chelameswar, ha accolto l’obiezione e ha chiesto al governo di ripresentarsi il 3 febbraio con una soluzione. “Ce la farete entro questo tempo?” ha domandato Chauhan sorridendo. “Faremo del nostro meglio” ha risposto Vahanvati. Alla seduta erano presenti l’ambasciatore italiano Daniele Mancini e l’addetto militare, contrammiraglio Franco Favre.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 20, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/01/20/15-giorni-per-trovare-una-soluzione-al-caso-maro-lo-chiede-la-corte/
Vertice a Palazzo Chigi per i marò: “pronti a bloccare accordi Ue-India”
Vertice ad hoc a Palazzo Chigi, presieduto dal premier Letta, per trattare la questione dei due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, accusati di aver ucciso dalla petroliera Enrica Lexie, su cui erano in servizio antipirateria, due pescatori indiani. Presenti al vertice, oltre al ministro Bonino anche il titolare della Difesa, Mario Mauro. La titolare della Farnesina, ribadisce che “tutte le opzioni sono sul tavolo”. Sul piano diplomatico, spiega, la questione “è già internazionalizzata. E altre strade possono essere esplorate, oltre a quella di arrestare i colloqui di liberalizzazione commerciale tra Ue e India: strade più politiche”. Come riporta l’HuffPost, tra le opzioni non escluse, anche un’offensiva per allontanare l’ipotesi che New Delhi ottenga un seggio permanente nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. “Ci sono questioni internazionali che non si muovono molto: le possiamo raffreddare di più”. Quanto alla delegazione parlamentare che dovrebbe partire per l’India, per la titolare della Farnesina “se vanno come squadra, guidati dai presidenti delle commissioni Esteri e Difesa è positivo. Non lo è se torniamo alla modalità delle prime donne”. Steffan De Mistura, inviato del governo per il caso dei marò, dopo la riunione ha detto: “In attesa di sviluppi, chiederemo alla Corte suprema indiana di far rientrare in Italia i due fucilieri”.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 17, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/01/17/vertice-a-palazzo-chigi-per-i-maro-pronti-a-bloccare-accordi-ue-india/
L’Italia presenta ricorso sul caso marò: “Senza accuse vanno mandati a casa”
L’Italia ha presentato ricorso alla Corte suprema indiana sulla vicenda dei marò e chiede che “si presentino subito i capi d’accusa senza l’utilizzazione della legge antiterrorismo (SUA Act)”, già esclusa dall’Alta Corte del Kerala, o in alternativa che “si autorizzino i marò a rientrare in Italia per attendere il processo”. Viene inoltre sottolineato che “nel comportamento indiano è configurabile una figura di offesa al massimo tribunale”, perché per un anno non è stato fatto nulla. Le indagini non si sono concluse, dice una fonte giudiziaria indiana, il processo non è cominciato, e potrebbe essere applicata una legge antiterrorismo che non è fra quelle indicate dalla Corte Suprema. La decisione di presentare ricorso è stata presa dopo il rinvio del governo indiano della presentazione dei capi di accusa contro Latorre e Girone e punta a scongiurare l’uso di una legge antiterrorismo, la Sua Act, che prevede la pena capitale. Quello che s’intende sollecitare à una posizione della Corte Suprema che ricordi a investigatori e governo indiano che la Legge per reprimere la pirateria marittima non rientra tra gli strumenti indicati dal massimo tribunale nelle sentenze emesse il 18 giugno e il 26 aprile 2013 per condurre l’inchiesta e processare i due Fucilieri di Marina italiani. L’eventuale introduzione di questa legge “cambierebbe radicalmente lo scenario del processo, perché si tratta di uno strumento antiterrorismo”, inapplicabile a personale militare italiano imbarcato in funzioni di lotta alla pirateria.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 15, 2014
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I Marò sono in pericolo di vita? Le amare dichiarazioni di Terzi
La confessione sui Marò di Giulio Terzi di Sant’Agata, ambasciatore, ex ministro degli Esteri è amara e preoccupata: «non dovevano essere rimandati in India» e, se questo è stato fatto, è anche per le «pressioni di gruppi economici». Ora occorre un grande impegno internazionale in tutte le sedi perché «le speranze riposte in un atteggiamento diplomatico di basso profilo», hanno ben poche speranze. Ambasciatore Giulio Terzi di Sant’Agata, i nostri Salvatore Girone e Massimiliano Latorre rischiano la pena di morte? «Ho visto le notizie di stampa, non smentite dal governo indiano, sulla possibilità dell’applicazione della pena di morte per Girone e Latorre: è chiaro che è inconcepibile pensare a due militari italiani impegnati in un’operazione antipirateria che vengono giustiziati, ma tutto dipende dal tipo di legislazione applicata. Il governo indiano ha affidato le indagini all’agenzia governativa che si occupa di antiterrorismo. E questa agisce nell’ambito di una legge che prevede la pena di morte e può essere applicata anche al di fuori del territorio nazionale indiano. I nostri marò hanno agito in acque internazionali, perciò fuori dal territorio indiano e per questo, per agire, il governo ha ventilato di applicare le norme antiterrorismo». Come è nata la vicenda? «Tutti hanno detto che quella legislazione non era applicabile, che non dovevamo preoccuparci, ma il fatto è che queste assicurazioni non si sono concretizzate. Ho sostenuto sin dall’inizio che un impegno formale sulla non applicazione di questa legislazione antiterrorismo ai nostri marò era il presupposto per la loro riconsegna. Mi sono espresso contro il rinvio dei marò e mi sono appellato al Presidente del Consiglio»
Questa l’intervista rilasciata a Il Tempo:
In molti avevano capito che questo impegno era stato preso.
«Avevano capito male. A meno di prendere per buone due righe di un incaricato di affari indiano».
Dietro questa vicenda c’è l’ombra degli interessi commerciali?
«Nell’insieme dei rapporti di un paese gli interessi commerciali pesano sempre molto. Posso dire che in quei giorni drammatici ci sono state forti pressioni di gruppi economici sul governo, che in quel momento stava trattenendo Girone e Latorre in Italia, perché rivedesse le sue posizioni. Non mi spingo a dire che qualcuno abbia detto: ridateglieli. Ma ci fu un forte invito al governo perché rivedesse la sua posizione».
E ora cosa è possibile fare?
«Vedo affacciarsi la via dell’arbitrato obbligatorio, che può sussistere in parallelo al corso della procedura indiana. È un’istanza giurisdizionale presso l’Onu, perché ora serve un’azione energica, visibile, presso la Segreteria Generale e il Consiglio di Sicurezza dell’Onu. E si deve seguire anche la strada del Consiglio Atlantico, perché Girone e Latorre sono soldati di un paese aderente al Patto Atlantico che hanno agito in una missione di sicurezza in acque internazionali».
E l’iniziativa del vicepresidente dell’Ue, Tajani?
«Sicuramente positiva, perché è necessario portare questa vicenda in tutte le più alte istanze internazionali e servono una grande sensibilità politica e dell’opinione pubblica. Si può pensare anche un intervento all’Nsg, l’ente che si occupa delle energie nucleari e dove è necessario il consenso italiano. Un atteggiamento di basso profilo, affidandosi alla cortesia diplomatica, non può ottenere risultati, serve una forte visibilità internazionale. Mi auguro che subito il governo indiano dica che non verrà adottata la legge antiterrorismo ».
In questo momento molte parti politiche, come il MoVimento Cinque Stelle, si stanno mobilitando andando anche in India. È positivo?
«Sono iniziative che possono essere utili, a patto di non fare confusione. L’Italia deve essere determina e ben organizzata, con il parlamento e i media. Senza farsi strumentalizzare da forze locali».
Pubblicato da tdy22 in gennaio 13, 2014
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Bufera in Campidoglio per la foto sui marò
Non è più una questione politica, ma sembra proprio che la vicenda del manifesto dei marò posto al Campidoglio stia diventando un vero e proprio caso per tutta la cittadinanza. Oggi a protestare però sotto il Comune di Roma sono stati gli esponenti di “Prima l’Italia” che hanno urlato «Dove sono i Marò, riportateli» e «Vergogna». In prima fila anche Isabella Rauti, la moglie dell’ex sindaco Alemanno che insieme a una trentina di esponenti di “Prima l’Italia” ha cercato di srotolare uno stendardo, da loro creato, raffigurante i due marò italiani detenuti in India, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, sopra la scalinata del Campidoglio, nello stesso punto dove è stato rimosso l’originale.
L’enorme foto è stata subito rimossa da un vigile contro cui gli esponenti di ‘Prima l’Italià hanno urlato: «Venduto, vergogna servi». «Tradizionalmente gli stendardi in questa piazza vengono rimossi quando le questioni si sono risolte – ha denunciato Isabella Rauti – È successo per Shalit e per Rossella Urru. Quindi è inutile tirare in ballo Michelangelo, che nessuno ha potuto interpellare, ma l’idea che in questa piazza ci sia e resti lo stendardo dei nostri Marò, che sono detenuti ingiustamente e che devono essere giudicati dal tribunale di competenza che non è quello indiano. Prima l’Italia – ha concluso – nata poco tempo fa, ha pensato di prendere questa iniziativa perché trova vergognoso che sia stato rimosso lo stendardo dei Marò mentre la loro vicenda è ancora in corso».
«La giunta capitolina e il sindaco Marino, con tutta la maggioranza, sono molto attenti al tema dei diritti umani – spiega il vicesindaco Luigi Nieri – Però stiamo parlando di un luogo simbolo dal punto di vista dell’arte e stupisce che chi è così vicino a questa vicenda dei Marò se ne sia accorto oltre quindici giorni dopo che era stata tolta. Nel frattempo il comune di Roma aveva fatto con la Sovrintendenza una serie di riunioni proprio per capire come ricollocare la foto ma, soprattutto, capire se è la cosa più giusta da fare. Ecco, con grande rispetto di tutte le sensibilità, chi non se ne è accorto per oltre quindici giorni forse farebbe bene ad abbassare un pò la polemica e riflettere un pò meglio, sia sulle cose che sta dicendo oggi e pure su come ha trattato la piazza del Campidoglio».
«Qualcuno a sinistra faccia capire a Marino che è il sindaco di Roma, città capitale d’Italia e non di Nuova Delhi – risponde Vincenzo Piso, deputato del Pdl – I Marò rappresentano la nostra nazione in una vicenda che li vede ingiustamente ed indebitamente trattenuti in India e la rimozione della loro foto dal Campidoglio è ingiustificabile».
«Il centrodestra continua a strumentalizzare il dramma umano vissuto dai due marò italiani e dalle loro famiglie. La gigantografia è stata rimossa da Palazzo Senatorio oltre 15 giorni fa di concerto con la Sovrintendenza ai Beni culturali, come spiegato dalle note ufficiali del Campidoglio». Lo dichiara Gianluca Peciola, capogruppo di Sel in Campidoglio.
E aggiunge Dario Rossin, consigliere capitolino di Fratelli d’Italia: «Togliere la gigantografia dei nostri due marò da piazza del Campidoglio resterà una vergogna per una città che, con la mozione che proposi, ha illuminato il Colosseo in onore di due militari italiani che ingiustamente sono trattenuti da tempo immemore in India. Marino e la sua sinistra da centro sociale chiedano scusa alle famiglie di La Torre e Girone, e all’Italia intera che nella sua capitale dovrebbe avere il supporto politico e morale per la loro liberazione ma è costretta a subire gli affronti di Marino e compagni e della propaganda di questa ignobile sinistra».
Pubblicato da tdy22 in ottobre 21, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/10/21/bufera-in-campidoglio-per-la-foto-sui-maro/
Marino toglie il manifesto dei Marò per la Comunità di Sant’Egidio
Sembra che la divisa indossata dai Marò sia un problema per il sindaco Marino che al manifesto che ricordava alla Capitale che Massimiliano Latorre e Salvatore Girone continuavano a stare in India – costretti da una detenzione ingiusta e dagli errori di un governo debole – abbia preferito sostituire la comunità di Sant’Egidio. Quel manifesto, voluto dalla giunta Alemanno, era appeso accanto a quello di Sakineh, la donna iraniana condannata a morire mediante lapidazione per adulterio e quello di Julija Thimoshenko, la ex primo ministro della Ucraina in carcere per una complessa e oscura vicenda di ruberie e schieramenti pro e contro Russia.
L’episodio dà un’idea di come sia spaccata l’Italia e degli errori che fa una parte della sinistra, che, per pure ragioni di pregiudizio ideologico, allestisce la tendopoli per i Cobas e poi abbandona alla destra la tutela dei due marinai.
“Il manifesto dei due marò in Campidoglio – secondo quanto si è appreso – è stato tolto il 2 ottobre scorso”.
Questa l’agenzia che spiega la rimozione del manifesto. Si è appreso poi che il manifesto è stato tolto:
“in occasione di un evento interreligioso promosso dalla Comunità di Sant’Egidio“.
Naturalmente tolti anche i manifesti di Sakineh e di Julia Thimoshenko.
Conclude l’Ansa:
“Tutti e tre i manifesti non sono ancora stati ricollocati sulla facciata di Palazzo Senatorio”.
Il Giornale naturalmente rilancia la notizia:
“Lo sfregio di Marino ai marò: via lo striscione dal Campidoglio. L’amministrazione comunale rimuove la gigantografia dalla facciata del Campidoglio, ma si rifiuta di dare spiegazioni”.
L’ufficio stampa del Comune di Roma, si limita a dire:
“per ora non c’è intenzione di replicare”.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 20, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/10/20/marino-toglie-il-manifesto-dei-maro-per-la-comunita-di-santegidio/
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