Era il pomeriggio di martedì 25 febbraio quando una valanga ha raggiunto la strada del passo Giau, in località Zonia, nel Bellunese. A venire coperta una settantina di metri: la neve ha raggiunto un’altezza di tre metri. Al momento, per fortuna, non c’erano auto in transito e si è esclusa la presenza di vetture o persone. La massa nevosa è stata bonificata da una squadra del Soccorso alpino della Val Fiorentina, con l’aiuto dei vigili del fuoco. I mezzi di Veneto Strade hanno quindi provveduto allo sgombero della slavina. Appena scattato l’allarme era intervenuto anche l’elicottero del Suem di Pieve di Cadore, che ha sbarcato tecnico del Soccorso alpino e unità cinofila per una prima verifica.
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Paura sulle Dolomiti: la valanga inonda la strada
Pubblicato da tdy22 in febbraio 25, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/02/25/paura-sulle-dolomiti-la-valanga-inonda-la-strada/
Porte aperte a Fukushima: la Tepco ospita i giornalisti
Nella centrale atomica di Fukushima proseguono i lavori di smantellamento e la Tepco, per dimostrare che la situazione sta lentamente tornando alla normalità dopo l’esplosione di idrogeno che ha fatto seguito al sisma/tsunami dell’11 marzo 2011 , ha deciso di ospitare giornalisti di tutto il mondo affinchè ne siano testimoni. Ma per agire in sicurezza, nonostante la radioattiità stia calando, è necessario procedere con le dovute precauzioni. Spiega il manager dell’impianto, Akira Ono: “Non credo ci sia bisogno di affrettarsi. Vogliamo fare le cose in sicurezza”, proprio per questo “Cominceremo quando saremo pronti”. Il manager ha quindi aggiunto, menzionando la radioattività ambientale: “Non sarà la prima volta per noi dato che in tutte le strutture si rimuove il carburante dalle piscine. La differenza questa volta è che dobbiamo essere molto attenti perché i lavoratori indosseranno tute in tyvek e maschere”. “Avete visto l’equipaggiamento e i macchinari: sono quelli delle normali operazioni, è difficile dare un rating sulla pericolosità in una scala da 1 a 10, anche se direi che non è estremamente pericolosa”, osserva ancora. A seguito del disastro del 2011, la Tepco ha eliminato i detriti più ingombranti caduti nella vasca: “La mia preoccupazione è che i pezzi più piccoli possano essersi incastrati, causando un rallentamento delle operazioni”, conclude Ono.
Pubblicato da tdy22 in novembre 8, 2013
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A Fukushima sono state sottostimate le radiazioni?
Un rapporto del Comitato scientifico delle Nazioni Unite sugli effetti delle radiazioni atomiche (Unscear) ha rilevato che le autorità giapponesi potrebbero aver sottostimato del 20% la radioattività assorbita dai tecnici intervenuti nella prima fase della crisi nucleare alla centrale di Fukushima, colpita dal sisma/tsunami di marzo 2011. Nel rapporto vengono inoltre sollevati dubbi sulle stime sia del governo che della Tepco, gestore della struttura.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 12, 2013
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Nuova fuga radioattiva a Fukushima: contaminati sei operai
E’ stata la stessa Tepco (Tokyo Electric Power Company), l’ente che gestisce la centrare nucleare di Fukushima, a segnalare una nuova fuga radioattiva nella struttura. Ha anche però assicuarato che “L’incidente, dovuto con tutta probabilità ad un errore dei tecnici, non ha provocato una fuoriuscita all’esterno della struttura”. Da quanto riferito dall’ente, un dipendente avrebbe staccato un tubo collegato a un sistema di desalinizzazione di acqua versata nei reattori danneggiati della centrale. Tale errore avrebbe causato la perdita di “diverse tonnellate” d’acqua. La Tepco ha inoltre spiegato che 6 lavoratori all’impianto nucleare di Fukushima Daiichi sono stati contaminati dall’acqua radioattiva. Secondo quanto riporta un portavoce della compagnia, “Forse c’è una piccola possibilità che non abbiano ingerito acqua, poiché non sono stati investiti in faccia”. Al momento non si conosce nulla riguardo le loro condizioni di salute. Il 14 ottobre l’Aiea, l’agenzia internazionale per l’energia, farà una missione di bonifica intorno al luogo devastato dallo tsunami.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 9, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/10/09/nuova-fuga-radioattiva-a-fukushima-contaminati-sei-operai/
Fukushima fuori controllo: perdita di 430 litri d’acqua contaminata
Nuova perdita di acqua radioattiva all’impianto nucleare Daiichi di Fukushima, teatro del gravissimo incidente innescato dal terremoto e lo tsunami del marzo 2011. Secondo quanto ha riferito nella notte la Tepco, la società che gestisce la centrale, l’acqua fuoriuscita da un serbatoio potrebbe essersi riversata nell’oceano Pacifico.
Ormai è inarrestabile la fuori uscita di acqua radioattiva nella centrale nucleare di Fukushima in Giappone. Secondo la Tepco l’ultima perdita sarebbe stata stimata intorno ai 430 litri. Ogni litro d’acqua contiene 200,000 becquerel di sostanze radioattive che emettono radiazioni beta, compreso lo stronzio 90. Il limite legale è di 30 bequerel al litro.
Bastano questi dati per capire la tragedia mondiale che si sta verificando in Giappone e di come, in molte nazioni, il problema non abbia la giusta rilevanza da parte dei media.
La fuga d’acqua questa volta sembrerebbe essere dovuta ad un riempimento eccessivo del serbatoio che si trova su un terreno in pendenza. Altre piccole perdite erano state rilevate in settimana in altri serbatoi.
Questa sarebbe solo l’ultima di una lunga serie di incidenti uno più grave dell’altro. Ad agosto lo sversamento era stato di 300 tonnellate d’acqua che erano cadute nell’oceano.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 3, 2013
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Fiaccolata contro le ecomafie: sui manifesti, le foto dei bambini vittima del cancro
Ad Acerra, in provincia di Napoli, si è tenuta una fiaccolata ieri sera, contro l’ecomafia e per la bonifica del territorio. A scendere lungo le strade, oltre cinquemila partecipanti, anche se la prefettura parla di tremila. Persone comuni, che vivono quotidianamente la situazione dell’hinterland napoletano e casertano, quella paura per un inquinamento che troppo spesso non lascia scampo. Tra gli altri, le madri dei bambini vittime del cancro, con le immagini dei loro piccoli che ormai non ci sono più: le foto di queste donne sono finite su una miriade di cartoline che verranno inviate a Napolitano. Pina Leanza è accanto alla foto della sua Tonia, morta sei mesi fa per un “medulloblastoma”. E’ la donna a raccontare: “Tonia ha lottato per quattro anni e mezzo. Io ho imparato a lottare da lei anche per gli altri bimbi”. Marzia Raccioppoli, di Casalnuovo, ha testimoniato la tragedia che ha travolto suo figlio Antonio, 9 anni, ucciso da un “glioblastoma”. “Un male in prevalenza causato dall’inquinamento ambientale”. La manifestazione ha visto la partecipazione di persone che non vogliono più avere paura e che si sono fermate davanti a un palazzo di proprietà di una nota famiglia di imprenditori dello smaltimento dei rifiuti, condannati in primo grado per aver seppellito nei terreni della provincia di Napoli i veleni delle fabbriche del Nord. E’ stato qui che i partecipanti al corteo hanno posato una candela per ogni morto di tumore. Al suono di canzoni tristi, poi la marcia è ripresa per raggiungere, qualche chilometro più avanti, il cimitero locale.
Pubblicato da tdy22 in settembre 22, 2013
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Tokyo lancia l’allarme per Fukushima: “si rischia l’apocalisse”
Stando a quanto riporta l’agenzia Reuters, Fukushima era una struttura a rischio, degradata dall’incuria e le autorità giapponesi hanno finora mentito non solo ai giapponesi ma al mondo intero. L’impianto andava chiuso molti anni fa, ancora prima del disastro del marzo 2011. E anche da allora, tuttavia, la centrale non ha smesso di emettere radiazioni letali. Ora è giunto il tempo per Tokyo di ammetterlo, anche se nessuno sa esattamente in che stato siano i reattori collassati: si teme addirittura una imminente “liquefazione” del suolo. A novembre prenderà il via l’operazione più pericolosa: inizierà la rimozione di 400 tonnellate di combustibile nucleare con un’operazione che non è mai stata tentata su questa scala: si tratta di contenere radiazioni equivalenti a 14.000 volte la bomba atomica di Hiroshima. L’operazione di bonifica di Fukushima costerà 11 miliardi di dollari e saranno necessari 40 anni, ammesso che tutto vada bene. Il Washington’s Blog riassume che gli scienziati non hanno idea del vero stato dei nuclei dei reattori: le radiazioni potrebbero investire la Corea, la Cina e la costa occidentale del Nord America. E anche gli scienziati lanciano l’allarme. “Se anche solo una delle piscine di stoccaggio dovesse crollare”, avvertono l’esperto nucleare Arnie Gundersen e il medico Helen Caldicott, non resterebbe che “evacuare l’emisfero nord della Terra e spostarsi tutti a sud dell’equatore”. Un allarme di così vasta portata, che disorienta anche gli esperti più prudenti. Secondo Akio Matsumura, già consulente Onu, la rimozione dei materiali radioattivi dai bacini del combustibile di Fukushima è “una questione di sopravvivenza umana”. Il New York Times riporta che migliaia di lavoratori e una piccola flotta di gru si preparano a “evitare un disastro ambientale ancora più profondo, che ha già reso la Cina e gli altri paesi vicini sempre più preoccupati”. Obiettivo, neutralizzare le oltre 1.300 barre di combustibile esaurito dall’edificio del reattore 4. Il Japan Times conferma infine che “Le conseguenze potrebbero essere di gran lunga più gravi di qualsiasi incidente nucleare che il mondo abbia mai visto: se una barra di combustibile cadesse, si rompesse o si impigliasse mentre viene rimossa, i possibili peggiori scenari includono una grande esplosione, una fusione nel bacino o un grande incendio”.
Pubblicato da tdy22 in settembre 21, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/09/21/toky-lancia-lallarme-per-fukushima-si-rischia-lapocalisse/
In Cina si muore per le scorie chimiche, ma le autorità negano
In Cina si muore per le scorie chimiche anche a distanza di anni. Per l’esattezza sono 4 anni che l’impianto chimico Xianghe nella cittadina agricola di Zhentou nella provincia cinese dell’Hunan ha chiuso, ma le persone continuano a morire di cancro causato da esposizione a metalli pesanti. Troppe morti e se i giovani cercano di fuggire altrove chi rimane davanti a se a poche speranze di rimanere in vita. Gli agricoltori hanno smesso di vendere i loro prodotti, che in quella zona della Cina, sono l’unica risorsa per vivere da quando l’impianto ha chiuso e molti sono stati licenziati. Quel terreno è inquinato e la pioggia è veleno, come si può vivere a contatto con un inquinamento così massiccio? Naturalmente le autorità locali negano, anzi ribattono che hanno speso 16 milioni di yuan per la pulizia del suolo e hanno fatto sapere che ora la terra è stata bonificata e può essere coltivata di nuovo. Ma la gente non ci crede. Lo scorso anno alcuni abitanti hanno sottoposto un campione di terreno ad una analisi presso un laboratorio privato. I test hanno rivelato un livello di cadmio di 93,8 milligrammi per chilogrammo laddove in base alle norme nazionali i terreni agricoli dovrebbero contenere non più di 0,3-0,6 milligrammi di cadmio per chilogrammo.
Ma i funzionari locali sostengono che tutte le prove addotte sono prive di scientificità. Il governo locale ha offerto un unico risarcimento di 3.800 yuan (circa 400 euro) per tutti i residenti che vivono in un raggio di 500 metri del sito incriminato indipendentemente dal loro stato di salute oltre ad un pagamento una tantum di 1.200 yuan per ogni pezzo da 667 metri quadrati di terreni agricoli di proprietà di abitanti del villaggio. Ma per ottenere tali somme i residenti hanno dovuto firmare un accordo promettendo di non aderire ad eventuali petizioni o proteste.
Pagati per rimanere in silenzio? Morire nell’assoluta indifferenza?
Per capire la gravità del fenomeno basta analizzare la popolazione presente in uno dei tre villaggi quando nel 2004, prima dell’apertura dell’impianto chimico destinato a produrre indio, un metallo utilizzato nei pannelli solari e negli schermi a cristalli liquidi, la popolazione raggiungeva circa le 1000 unità, oggi ne sono rimaste circa 300.
Si iniziò una dura lotta tra le autorità e la popolazione locale, tanto che la notizia non poté essere passata sotto silenzio ed ebbe rilievo nazionale. Nel 2009 l’impianto fu chiuso e allora le autorità furono costrette ad ammettere che alcune persone erano morte di cancro per esposizione a metalli pesanti ma da sempre gli abitanti della zona sostengono che il numero reale delle persone colpite è due o tre volte superiore al numero ufficiale. Ora gli abitanti hanno iniziato a compilare delle proprie liste: ogni volta che muore una persona viene appurata se la morte è stata causata dal cancro e a quel punto viene inserita nella lista.
La Cina naturalmente non vuole ammettere che probabilmente la bonifica che è stata fatta non è stata sufficiente e che i danni dell’impianto si propagano anche a distanza di tempo. Servirebbero davvero interventi risolutivi, ma naturalmente i prezzi potrebbero essere molto elevati e soprattutto far nascere il sospetto che l’industrializzazione cinese è stata pagata soprattutto in termini di vite umane da molti agricoltori che vivevano a ridosso di fabbriche inquinanti. Anche se la Cina ha iniziato un processo di disinquinamento quanti anni occorreranno per bonificare i terreni inquinati? Quante persone moriranno nell’indifferenza? Quanti si cercheranno di far tacere dando un magro contributo e chiedendo in cambio l’assoluta connivenza con questo disastro ambientale?
Pubblicato da tdy22 in agosto 11, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/08/11/in-cina-si-muore-per-le-scorie-chimiche-ma-le-autorita-negano/
Si teme per il mare e le spiagge a Gela: sversamento di petrolio
E’ scattato l’allarme ambientale oggi a Gela, in sicilia, a causa di una consistente perdita di petrolio da una tubazione dell’impianto Topping, nella raffineria Eni. Il greggio, dopo essersi riversato sul canale di scarico dell’acqua marina usata per il raffreddamento di talune apparecchiature della fabbrica, ha raggiunto la foce del fiume Gela. Ora il timore è che vengano inquinati il mare e la spiaggia a est della città Già mobilitate le imbarcazioni antinquinamento da parte della Capitaneria di porto e si è provveduto distendere le panne galleggianti per impedire al petrolio di espandersi nelle acque attorno alla foce del fiume mentre le idrovore tentano il recupero a bordo dei natanti appositamente attrezzati. La situazione sembra sotto controllo anche se si cerca di eliminare una parte di greggio già trascinata dalla corrente prima dell’intervento dei mezzi. Nel frattempo, all’interno dell’impianto è stata bloccata la perdita e si cerca di comprendere la causa della perdita. La direzione aziendale ha avviato un’ndagine, mentre un’inchiesta è stata aperta dalla procura della Repubblica del tribunale di Gela.
Su quanto accaduto è intervenuto anche Crocetta: “L’ennesimo episodio di sversamento a mare di petrolio proveniente dalla raffineria di Gela, all’indomani di una giunta di governo che proprio a Gela ha stabilito di potenziare nelle aree industriali siciliane le strutture di prevenzione sanitaria e cura sulle malattie tipiche dell’industrializzazione, obbliga il governo della Regione ad elevare il livello di soglia dei controlli da effettuare in quei siti». Lo ha detto in una nota il presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta. “Ritengo – continua il governatore – che in questi siti bisogna organizzare in loco task force specifiche composte da Arpa, Genio civile, Asp e uffici ambientali delle province, per esercitare un’azione continua e costante di controllo. Da tempo, per Gela, sono state concesse le autorizzazioni ambientali, regionali e nazionali, necessarie per rafforzare la sicurezza degli impianti. Convocherò – conclude il governatore – immediatamente l’Eni, l’Asp, l’Arpa, l’assessorato alla Salute e al Territorio e Ambiente per giovedì prossimo, per approfondire le ragioni di questo ennesimo incidente ambientale, su quali investimenti immediati intende promuovere la raffineria per risolvere la situazione in maniera definitiva”.
Pubblicato da tdy22 in giugno 4, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/06/04/si-teme-per-il-mare-e-le-spiagge-a-gela-sversamento-di-petrolio/
Truffa da 107 mln e disastro ambientale… Bagnoli bonificata virtualmente!
E’ costata 107 milioni di euro la Bonifica di Bagnoli, ma l’area è stata bonificata solo virtualmente, in sostanza non è stato fatto nulla. Il problema è che ora ci si trova di fronte a una situazione ben peggiore di quella che si presentava al tempo della pre-bonifica. Sull’area è avvenuta una “miscelazione dei pericolosi inquinanti” e ora si è di fronte a un vero e proprio disastro ambientale.
Alla luce dei rilievi tecnici, i reti contestati sono: truffa ai danni dello stato, disastro ambientale, illecita percezione del denaro pubblico. falsificazione delle certificazioni di analisi e delle attestazioni di avvenuta bonifica, il favoreggiamento reale.
Le aree dell’ex Italsider e dell’ex Eternit di Bagnoli, alla periferia di Napoli, sono state sequestrate dai carabinieri nell’ambito di un’indagine della Procura di Napoli. Indagati 21 ex dirigenti della società “Bagnoli Futura” e di vari enti locali. Il gip del capoluogo campano ha inoltre disposto “un dettagliato piano di interventi finalizzato a un’adeguata bonifica e messa in sicurezza”.
Pubblicato da tdy22 in aprile 11, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/04/11/truffa-da-107-mln-e-disastro-ambientale-bagnoli-bonificata-virtualmente/
Harry segue le orme della madre, diventa testimonial di Halo Trust.
Il principe Harry porta avanti la causa per cui la madre Diana si era tanto impegnata: la lotta contro le mine antiuomo. Il secondogenito di Diana e Carlo è diventato, infatti, seguendo in questo le orme della defunta “principessa del popolo”, il nuovo testimonial di “Halo Trust”, la ong britannica che ha liberato da milioni di ordigni i Paesi poveri del mondo. Harry guiderà la campagna per il 25esimo anniversario dell’associazione, che ha iniziato la sua attività di bonifica nel 1988.
Pubblicato da tdy22 in marzo 8, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/03/08/harry-segue-le-orme-della-madre-diventa-testimonial-di-halo-trust/
Rinvenuto bomba II Guerra Mondiale all’aeroporto di Ciampino!
Pubblicato da tdy22 in febbraio 4, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/02/04/bomba-a-ciampino/
Poesie e racconti: i colori della fantasia
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