La vittoria di Caterina: l’Inps le riconosce l’invalidità

caterina-simonsen-invalidità-tuttacronacaCaterina Simonsen torna a far parlare di sè sui social network e questa volta è per comunicare una buona notizia: la 25enne che nei mesi scorsi era stata presa di mira dagli ambientalisti per aver sostenuto e difeso la sperimentazione dei farmaci salvavita ha vinto la sua battaglia più grande. Sembra proprio che sia lei, infatti, la prima persona che è stata in grado di ottenere dal’Inps il riconoscimento dell’invalidità per le malattie rare dalle quali è affetta. Si tratta di una storica vittoria che l’ha resa l’apripista di un’importante cambiamento. Grazie a Caterina infatti, dall’11 marzo Inps e Usl avvieranno la schedatura delle patologie rare per le quali potrà essere riconosciuta l’invalidità e l’accompagnamento.

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Cena in famiglia… ma la moglie va in bagno con il ristoratore

donna-bagno-tuttacronacaUna cena al ristorante nel Maceratese per una famiglia è finita in un dramma familiare quando la moglie si è allontanata, dove stava cenando con il marito e figli, per andare in bagno. Il marito preoccupato che dopo un quarto d’ora non fosse tornata al tavolo ha deciso di andare a controllare e bussa più volte alla porta. La donna gli avrebbe detto di attendere, ma l’uomo inizia a bussare ripetutamente, a questo punto la donna avrebbe aperto la porta ma insieme a lei c’era il proprietario del ristorante. Al marito sono bastati pochi sguardi per capire cosa fosse accaduto e sarebbero volati insulti e parole pesanti.

Sgarbi ha ascoltato le telefonate Napolitano – Mancino!

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Vittorio Sgarbi afferma di aver ascoltato le telefonate tra Napolitano e Mancino, anche se non parla direttamente della presunta trattativa Stato- mafia, fa invece riferimento agli insulti che, secondo il critico d’arte, sarebbero piovuti addosso ad Antonio Ingroia. Sgarbi ha rilasciato un’intervista a Radio 24 nella trasmissione “La Zanzara” in cui ha affermato:

“Sono uno dei pochi che ha potuto ascoltare le telefonate tra Napolitano e Mancino. Mancino dice a Napolitano: ‘sai, vorrei che fosse Grasso ad occuparsi di me e non Ingroia’. A quel punto il Capo dello Stato risponde: ‘caro Nicola, Ingroia è una testa di ca**o, uno str***o’. Per questo non ha voluto che fossero rese note. Non c’entra niente con la trattativa”.

Come e quando le avrebbe sentite Sgarbi non lo dice. Sta di fatto che subito dopo aver spiattellato in radio il presunto contenuto il critico fa una mezza retromarcia:

“Il presidente della Repubblica  non può permettersi di essere come me, quelle telefonate non nascondono nulla ma non sono potabili dal punto di vista del galateo politico. E comunque Napolitano ha diritto alla riservatezza”.

I nuovi video della Simonsen

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Caterina Simonsen torna a far sentire la sua voce e questa volta lancia un nuovo appello sul web a favore dei farmaci cosiddetti off-label, ovvero quei farmaci confezionati per una determinata malattia, ma che hanno effetti anche su altre patologie. Farmaci che i medici non possono prescrivere perché l’Aifa non riconosce gli effetti che hanno sui malati rari. Nei programmi della ragazza per le prossime settimane poi vuole postare su YouTube un filmato per piegare cosa sono le malattie rare con tanto di hashtag per agganciare la sua campagna a chi la segue sui social: #IoConoscoleMr.

Parlerà “dei problemi dei malati rari, dell’origine e della gravità delle malattie – spiega nel video la ragazza -, delle malattie non riconosciute dal nostro sistema sanitario nazionale (stimate in oltre 5 mila e il sistema sanitario nazionale ne riconosce solo 400/500). Parlerà del problema della diagnosi e di tanti medici che non conoscono le malattie rare, e del problema dei farmaci, del fatto che in molti casi siamo costretti a sborsare anche mille euro al mese per curarci“.

Una nota in particolare sui cosiddetti “farmaci orfani”, ovvero quelli efficaci nel trattamento di alcune malattie, non prodotti o immessi sul mercato a causa della domanda insufficiente a coprire i costi di produzione e fornitura. Una normativa europea, varata nel 2000, incentiva la loro diffusione e commercializzazione e ne stabilisce i criteri di designazione se manca l’interesse da parte delle industrie farmaceutiche ad investire sul loro sviluppo. Ma la disponibilità di questi farmaci resta scarsa.

E poi c’è il problema dei costi esorbitanti. ”Per legge – spiega Caterina –  avendo l’esenzione per malattia rara, abbiamo dei farmaci in fascia C che poi sono di Fascia A. Ma questo – ha proseguito Caterina – non lo sanno né i farmacisti  né i medici, che non sanno come prescriverci i farmaci di fascia C. Ci sono poi i farmaci off-label: quelli fatti per una determinata malattia, ma che possono essere utilizzati anche per altre. Ma i medici non possono prescriverli perché l’Aifa non riconosce gli effetti che hanno sui malati rari”.

“Parlerò dell’importanza della ricerca – prosegue Caterina – di come viene fatta, perché abbiamo bisogno di fondi privati e darò voce con un breve video di 30 secondi a molte malattie rare facendo parlare dei conoscenti e loro familiari”, continua Caterina Simonsen nel nuovo video pubblicato su YouTube e Facebook.

E lancerà infine una campagna di sensibilizzazione con un’immagine da mettere nei social network sotto lo slogan “Io so cosa vuol dire vivere con una malattia rara, e tu?”  Caterina si rivolge anche a chi come lei vive in una condizione di perenne emergenza: “È possibile avere una vita, si riesce, nonostante la malattia. Non dobbiamo nasconderci”. “Non sono sola. Siamo diversi, ma noi malati affrontiamo le stesse difficoltà”, ha concluso la studentessa.

John Elkann amareggiato: contro di lui “polemiche demagogiche”

Fiat deputy chairman John John Elkan looJohn Elkann aveva lanciato una bomba dicendo che i giovani italiani “stanno bene a casa” e le polemiche sono fioccate da ogni parte. Ora il rampollo di casa Agnelli respinge le critiche parlando di “polemiche demagogiche, strumentalizzazioni”. Il presidente di Fiat afferma: “Personalmente sono rammaricato che un messaggio nato per essere di incoraggiamento alla fine sia stato interpretato come un segnale di mancanza di fiducia nei giovani”. Elkann cerca il chiarimento con un intervento sul sito della Fondazione Agnelli: “Non credo e non ho mai detto che il problema della disoccupazione, quella dei giovani in particolare, non esista né che tutto dipenda dalla mancanza di determinazione di chi cerca lavoro. Ho invece posto l’accento su cosa è possibile, anzi si deve fare, proprio ora che la debolezza dell’attuale quadro economico, soprattutto in Italia, rende tutto più difficile”. La strada, secondo lui, è studiare: “Si sente spesso dire che studiare non serve a niente, perché non garantisce un lavoro. Dati alla mano, le ricerche più attendibili in questo campo dicono il contrario”, ovvero che in media “chi ha un diploma di scuola superiore ha maggiori probabilità di trovare lavoro rispetto a chi si è fermato alla licenza media. E chi ha una laurea, ha ancora maggiore probabilità di trovare lavoro rispetto a un diplomato e nell’arco della vita migliori prospettive di carriera e di retribuzione”. A questo si aggiunge, prosegue Elkann che “alcune lauree offrono maggiori possibilità: conseguire un titolo di studio tecnico-scientifico richiede grande fatica e determinazione, ma nella stragrande maggioranza dei casi lo sforzo viene ripagato. Ad esempio più di 9 laureati in ingegneria su 10 risultano occupati a 4 anni dalla fine degli studi”. Sottolinea ancora che “soprattutto oggi, chi sa essere ambizioso, investe su se stesso e sulla propria istruzione, ha l’atteggiamento giusto”. Il senso della dichiarazione di Elkann è quindi che “non bisogna mai rinunciare, ma avere la forza di credere in se stessi ed essere molto determinati. E chi dice che è tutto inutile e che non vale la pena provarci, sbaglia”.

La rete contro il “self-made man” John Elkann: “Quello dotato di cervello è Lapo”

insulti-elkann-tuttacronacaJohn Elkann, rampollo di casa Fiat, ha dichiarato che “il lavoro c’è” spiegando che se i giovani non lo trovano è perchè “stanno bene a casa”. Ovviamente le sue parole hanno fatto esplodere la polemica in rete, dove si sta riversando una pioggia d’insulti tra cui si legge anche: “Quindi tra i due Elkann, quello dotato di cervello è Lapo”. Il presidente Fiat ha compiuto un passo falso e su Twitter non mancano i riferimenti al suo essere un “figlio di papà”. Qualcuno si chiede “quante camicie abbia sudato nella sua vita il caro John”. “Poi apre la bocca John Elkann e da convinto pacifista diventi un potenziale serial killer”, scrive un utente; “Vi siete mangiati l’Italia con i soldi degli italiani, almeno risparmiateci le inutili prediche”, chiosa un altro. Ancora: “John, ma tu hai mai iniziato a lavorare perché io non me ne sono accorta”, chiede una ragazza. E poi: “John Elkann che parla di giovani disoccupati mi fa assumere l’espressione che avrei davanti a Cicciolina che parla di castità prematrimoniale”. Infine: “Rampollo di una famiglia che ha saccheggiato il Paese fa la morale mentre scappa per non pagare le tasse”. Ma non sono solo gli utenti della rete a commentare le sue parole: anche dal mondo dei media arrivano delle frecciate. Gad Lerner prova rammarico per le esternazioni soprattutto perché lo “stereotipo” espresso dal presidente Fiat “non solo è sbagliato, ma temo lo renda ombroso, privandolo del senso di gratitudine che uno come lui dovrebbe coltivare per il paese da cui ha tratto le sue fortune”. Per il corrispondente a New York di Repubblica Federico Rampini “quando uno nasce privilegiato, qui negli Stati Uniti, di solito ha il buon gusto di non insultare chi deve combattere partendo da condizioni molto più sfavorevoli”. Non solo: Elkann è la sintesi “di una classe parassitaria e incapace di competere sui mercati globali” ed è uno che ha “ereditato tutto, e non è da questa questa cattedra che i giovani italiani possono ricevere lezioni utili per il loro futuro”.

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Il filosofo animalista: contro Caterina “attacchi assurdi”

caterina-simonsen-tuttacronacaIl filosofo 54enne Felice Cimatti, autore del libro “Filosofia dell’animalità”, che presenta una riflessione sul rapporto tra l’uomo e gli animali è stato intervistato dal Corriere della Sera ed ha parlato della situazione della padovana Caterina Simonsen, una giovane malata che si trova a fare i conti con offese e auguri di morte sul web per aver difeso la sperimentazione sugli animali. Il filosofo sottolinea che

ci sono stati attacchi davvero violenti e assurdi. Inutile preoccuparsi per un pollo in batteria se poi non si prova empatia per una giovane che deve vivere attaccata a una macchina. Credo che queste persone tradiscano il senso dell’animalismo.

Cimatti riconosce che

gli animalisti sollevano un problema vero: che diritto abbiamo di prendere qualcuno che vive e di manipolarlo, di usarlo come mezzo per i nostri scopi? È una domanda centrale anche per il nostro futuro — basta pensare a quello che stiamo facendo all’ambiente — eppure in un certo senso nuova, proprio perché l’umano, per definizione, è l’animale che vive e prospera usando altri animali: da sempre li addomestica, li uccide, li mangia. Si è costruito così come vivente.

 

Si dovrebbe dire che su questo è costruito l’ordine della Natura, volgarmente tradotto nella catena alimentare. Il filosofo afferma che

 

si sono già fatti molti passi avanti in direzione

 

dell’obiettivo che

 

la medicina [possa] fare a meno dei test sugli animali”.

 

Ed è ovvio, insiste,

 

che se si possono evitare, non vanno usati. Ma cosa succede se non abbiamo alternative? Se scopriamo che possiamo trovare una cura per la sclerosi multipla solo sacrificando cento scimpanzé? Questa è la questione vera da un punto di vista medico, prima ancora che filosofico.

 

L’intervistatrice Elena Tebano fa quindi notare che gli “antispecisti” sostengono che non possiamo usare gli altri animali, perché significherebbe presupporre che siamo migliori, che la nostra vita vale più della loro, e così non è.

 

È una risposta assoluta, come se non esistessero soluzioni intermedie, e cade nella trappola che vorrebbe denunciare: l’antropocentrismo. Si tendono a riconoscere i diritti solo agli animali che più ci “assomigliano”: gli scimpanzé, per esempio, o quelli che hanno un sistema nervoso o una forma di linguaggio. In questo modo l’uomo torna a essere la misura di tutto, quello da cui discende il valore degli altri animali.

Non è che un topo soffre meno di un delfino. Nessuno, per esempio, si preoccupa degli insetti. Perché? C’è un esperimento mentale ben noto in filosofia: provare a pensare che una zanzara sia grande come un cane. Non ci verrebbe più da schiacciarla, così, sovrappensiero. […] Bisogna imparare a prendere in considerazione l’alterità degli animali, dobbiamo smettere di umanizzarli. […] La vita è appropriarsi di altre forme di vita e metterle dentro di sé. È inevitabile. Invece alcuni animalisti estremi hanno immaginato leoni geneticamente modificati per diventare erbivori. Perché gli animali non si dovrebbero mangiare e le piante sì? Perché le pecore ci sembrano più simili a noi dei carciofi? […] A me non sembra possibile una forma di vita che non mangi un’altra forma di vita. Ma più consideriamo la questione in forma generale, più diventa intrattabile. […] Bisogna distinguere. Dobbiamo opporci allo sfruttamento industriale degli animali: lì l’aspetto più spaventoso è la violenza sistematica. Su questo gli animalisti hanno il merito di farci guardare ciò che preferiamo non vedere. E credo che abbiano ragione loro: sul lungo periodo probabilmente smetteremo di mangiare gli animali, così come abbiamo abolito la schiavitù.

 

Per quanto riguarda la medicina: lei dice sì o no alla sperimentazione sugli animali?

 

Se l’alternativa è: o vivo io o vivi te, io cerco di difendermi. Ma una risposta unica a questa domanda non c’è. Dobbiamo continuare a porcela, di caso in caso. E intanto lavorare per renderla meno urgente. Infine si potrebbe immaginare una sorta di “consenso informato”. Si potrebbe dire ai pazienti, prima che prendano una medicina, se è costata la vita a degli animali. In modo che possano decidere se usarla o no.

 

Come si comporterebbe Felice Cimatti?

 

Non lo so, me lo chiede ora, ma se ne avessi davvero bisogno per la mia vita … Non direi di no.

Renzi prende posizione e difende la studentessa

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Matteo Renzi traccia le differenze e fa sentire la sua voce, crea un vero baratro tra il vecchio Pd e il nuovo Pd, tanto che irrompe nel dibattito scoppiato a  seguito della studentessa malata che aveva postato la sua foto su internet in favore della sperimentazione e della ricerca sugli animali. Renzi ha dichiarato di sostenere la ragazza: «Ho visto il suo video e voglio dirlo con tutta la mia forza: io sto con Caterina». Caterina nel suo video ha nominato anche la LAV, il Partito animalista europeo e Michela Vittoria Brambilla con la sua Federazione italiana associazioni diritti animali e ambiente. Quest’ultima ha risposto con le parole della biologa Susanna Penco, ricercatrice presso il dipartimento di Medicina sperimentale dell’Università di Genova e malata di sclerosi multipla da vent’anni. La Penco condanna duramente gli insulti e le minacce ricevute dalla ragazza, ma allo stesso modo respinge le«strumentalizzazioni di qualsiasi genere». «E’ proprio la sperimentazione animale ad allontanare le soluzioni e quindi la guarigione per i malati», scrive la biologa, «Se si abbandonasse un metodo fuorviante e ci si concentrasse sull’uomo, i progressi della scienza sarebbero più rapidi ed efficaci: io spero risolutivi». Fra questi metodi, il primo, secondo la Penco, sarebbe la donazione degli organi. Poi la biologa conclude: «La sperimentazione animale può essere anticamera di cocenti delusioni. Ve ne sono molti esempi, anche riguardanti farmaci in commercio». Il dibattito s’infuoca, mentre sembra che l’Italia su alcuni temi non riesca a gridare una voce che esca dal coro… Renzi ha dato comunque un importante contributo, ma quali politici sono pronti a seguirlo in questo difficile percorso per sfatare alcuni tabù?

Caterina, la offendono e le augurano la morte: lei risponde con un video

caterina-simonsen-tuttacronacaOltre 30 auguri di morte e oltre 500 offese in Facebook, perchè lei difende la sperimentazione animale. Che le ha permesso di arrivare a festeggiare il 25° compleanno quando sarebbe potuta morire già a 9 anni. Lei risponde con un filmato pubblicato sulla sua pagina Facebook. “Faccio questo video per farvi capire come si vive con le mie malattie. E’ una risposta agli oltre 30 auguri di morte e alle oltre 500 offese che ho ricevuto solo perché ho detto che sono viva grazie alla sperimentazione animale”. Caterina Simonsen è una studentessa di Veterinaria colpita da quattro malattie genetiche rare finita nel mirino degli animalisti dopo aver difeso la sperimentazione animale. “Senza la ricerca sarei morta a 9 anni” aveva scritto Caterina pubblicando una sua foto con il respiratore ricevendo insulti e offese.

Caterina in lotta per la vita, minacciata di morte su Facebook

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E’ Caterina Simonsen, la ragazza della foto che la ritrae con il respiratore sulla bocca e un foglio in mano. «Io, Caterina S. – recita la scritta – ho 25 anni grazie alla vera ricerca, che include la sperimentazione animale. Senza la ricerca sarei morta a 9 anni. Mi avete regalato un futuro». Colpita da diverse malattie genetiche, la ragazza, studentessa di Veterinaria all’Università di Bologna, è diventata il bersaglio di estremisti animalisti sul social network che la insultano per la sua condivisione alla sperimentazione sugli animali. E’ vero che oltre 13mila persone si sono dichiarate d’accordo con Caterina, ma quelli che non lo sono hanno scatenato la loro furia con insulti e minacce davvero da far paura.

«Se crepavi anche a 9 anni non fregava nulla a nessuno, causare sofferenza a esseri innocenti non lo trovo giusto», è il messaggio di Valentina. Concorda Mauro: «Per me potevi pure morire a 9 anni, non si fanno esperimenti su nessun animale, razza di bestie schifose». Insulti anche da Perry: «Magari fosse morta a 9 anni, un essere vivente di m… in meno e più animali su questo pianeta». Materiale che Caterina ha consegnato alla polizia postale, con nomi e cognomi degli autori dei post.

«Non capisco il perché di tanta cattiveria – replica la giovane -. Loro non sanno chi sia io, cosa faccia io, e probabilmente sono così ingenui da non sapere che tutti i farmaci che prendono, che danno ai loro figli e che danno ai loro animali sono stati testati sugli animali».

Seduta sul letto, in mezzo alle medicine e ai macchinari che le permettono di respirare Caterina, che si vuole laureare in veterinaria per aiutare gli animali, è in lotta contro quattro malattie rare (immunodeficienza primaria, deficit di proteina C e proteina S, deficit di alfa-1 antitripsina, neuropatia dei nervi frenici), abbinate al prolattinoma, un tumore ipofisario, e a reflusso gastroesofageo, asma allergica e tiroidite autoimmune. Per poter sopravvivere passa dalle 16 alle 22 ore al giorno attaccata a un respiratore, ma questo non le impedisce di lanciare il suo appello a chi l’insulta.  «Invito Brambilla, Lav e Partito animalista europeo a combattere contro l’utilizzo degli animali dove non è fondamentale per l’esistenza umana: la caccia, i macelli, gli allevamenti di pellicce. Anziché fare tanto rumore mediatico, e ostacolare il lavoro dei ricercatori potreste raccogliere fondi e investire soldi per cercare un metodo alternativo valido agli esperimenti sugli animali. Una volta trovati questi metodi, per legge dovranno sostituire i test sugli animali. Vi chiedo di chiedere all’Aifa di mettere grande sulle confezioni dei farmaci che il medicinale è testato sugli animali a norma di legge, così che chi si cura possa fare una scelta consapevole». .

A sostenere Caterina è sceso in campo Dario Padovan, presidente di Pro-Test Italia (associazione non profit per la difesa della ricerca bio-medica), che bolla come «inaccettabili» gli insulti diretti alla ragazza: «È una vergogna quello che sta succedendo a Caterina. Non è ammissibile che persone disinformate e prepotenti si permettano di minacciare e augurare la morte a una persona gravemente malata».

Selvaggia Lucarelli insultata in Facebook: lei risponde per le rime!

selvaggia-lucarelli-tuttacronacaLa sfuriata su Radio M2O della Lucarelli è stata la reazione a un commento che la insultava in Facebook, il tutto a partire da un commento della stessa opinionista la stessa sera in cui, in tv, andava in onda la trasmissione di Gigi D’Alessio e Anna Tatangelo: “C’è la tv criminale con D’Alessio e la Tatangelo su Canale 5 e Amore criminale su Rai 3. Io scelgo la seconda”. La battuta ironica ha ricevuto diversi commenti in risposta, parte di chi approvava la sua scelta e parte di chi invece credeva che fosse ingiusto ridere dei due artisti. Un “amico”, però, è andato sul pesante definendo la Lucarelli ridicola e aggiungendo: “Su fatto che sei zocc… non avevamo dubbi”. E oggi, approfittando della sua trasmissione, ha chiamato l’utente chiedendogli di replicarle in “faccia” quanto scritto. La risposta è stata una cornetta agganciata e la conclusione della Lucarelli: “Se gli uomini nel 2013 sono tutti così preferisco rimanere single”.

Il degrado di Roma parte dalle istituzioni: cartello shock!

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La Pubblica Amministrazione dovrebbe dare il buon esempio di etica e di civiltà. Ma a volte, anzi, troppo spesso, non è così.
Tutto accade niente di meno che fuori dall’Ufficio Gestione Verde Urbano, a Roma. Un utente, indignato, ha fotografato un cartello esposto fuori dalla porta e lo ha postato su Facebook. In moltissimi si sono scatenati contro il messaggio contenuto nel cartello, tanto da creare un vero e proprio ‘caso diplomatico’. Ecco cosa c’è scritto: “Il pubblico si riceve nei giorni di martedì e venerdì dalle ore 10.00 alle ore 12.00 previo appuntamento telefonico. L’altri giorni (l’errore è del cartello ndr) dobbiamo lavorare. Si prega d non essere insistenti, altrimenti ci vedremo costretti, anche se contrario alla nostra educazione, a prendervi a parolacce ed insulti”.

Umiliato dal prof perchè disabile: condannato il docente

prof-offende-disabile-tuttacronacaNon aveva il coraggio di confidarsi con i genitori, di raccontare loro come il professore lo deridesse e insultasse in classe. Lui, a 15 anni e con problemi psico-motori, una paralisi che non gli consente di muoversi bene, sorrideva, era affettuoso, aveva degli amici in classe. Gli stessi che l’hanno spinto a raccontare in famiglia quello che accadeva in quelle aule di un istituto tecnico turistico al Torrino, a Roma. Il 13 dicembre 2007, prende coraggio: “C’è un professore che mi tratta malissimo, mi ha preso lo zaino, me l’ha buttato dalla finestra e mi ha imposto di andarlo a prendere nel giardino”. Subito la denuncia, le indagini, la sentenza di primo grado del marzo del 2012 emessa dal Tribunale ordinario di Roma che condanna Francesco Pepe, docente di inglese a un anno di reclusione per maltrattamenti. Il magistrato aveva chiesto 4 mesi per l’accusa di abuso di mezzi di correzione. L’avvocato del professore ha fatto richiesta di appello, con il suo assistito che si è sempre dichiarato innocente. La sentenza parla di “condotta denigratoria e discriminatoria”. “Tu sei diverso, non sei grado, leggi il giornale, tanto a te non serve il libro” avrebbe detto Pepe. Sono i compagni di classe del ragazzo che raccontano come, durante il primo anno, il prof avrebbe chiesto di fare all’alunno uno “scherzo”, “di mettere uno zaino sotto il banco” del ragazzo “con il cestino, così sarebbe inciampato”. Un testimone racconta altri episodi: “Quando andava al bagno il professore gli gettava gli oggetti fuori dalla finestra”. Durante il secondo anno, i compagni avevano avvisato tanto gli insegnati che la preside. Lui piangeva, i professori non dicevano nulla ai genitori e il docente avrebbe in seguito chiesto scusa, spiegando che il tutto era causa di un brutto periodo della sua vita. Lui, però, si sentiva disprezzato perchè malato. Come spiega il Messaggero, Pepe si è sempre detto innocente e alcuni professori hanno detto che nessuno si era lamentato. Per quel che riguarda l’episodio del cestino, il docente lo ricostruisce in modo diverso: “ricordo che era lui che mi chiese di andare al bagno e cercando di uscire dal banco incontro difficoltà perché c’erano degli zainetti buttati a caso. Quando lui uscì dissi ma che lo fate apposta per farlo cadere? O è un caso?”. Ha ammesso di aver consigliato a Marco di frequentare un logopedista quando erano da soli, non davanti alla classe. “Per quanto riguarda le frasi relative alla scarsa igiene, non l’ho mai offeso, ma quando mi riferivano che tornando dal bagno era sporco ritenevo opportuno con un certo imbarazzo chiedergli di essere più attento all’igiene personale”. Il giudice ha ritenuto “inconferenti” i documenti presentati dalla difesa relativi a consigli di classe che evidenziano segnalazioni di bullismo dei compagni verso il ragazzo. Secondo la sentenza il professore ha posto in essere “una condotta di sopraffazione sistematica determinando vere e proprie sofferenze morali”.

Tensioni a Parigi! Hollande contestato sugli Champs Elysees

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Hollande e le tensioni in Francia. Sembra che di giorno in giorno, cresca il malcontento tra i cittadini europei alle prese con governi che alzano le tasse per far fronte alle richieste di un’Europa sempre più esigente, che mira solo all’austerity senza gettare uno sguardo a quelle che potrebbero essere le peculiarità dei singoli paesi che compongono lo scacchiere europeo. Risorse individuabili nel turismo, in servizi di alta qualità e non nella competitività di produzioni su larga scala dove il mercato è già saturo da tempo. Così oggi alla commemorazione dell’armistizio del 1918 e dei caduti della Prima guerra mondiale all’Arco di Trionfo, a Parigi, Hollande, è stato aspramente criticato e tra manifestanti e polizia si è arrivato allo scontro con almeno il fermo di 70 persone. Tra fischi e insulti, Hollande ha portato a termine la commemorazione prima di recarsi ad Oyonnax, al confine con la Svizzera, dove è atteso nel pomeriggio, per un omaggio ai caduti, dopo una colazione all’Eliseo con i familiari di sette militari caduti in Mali.

La Pitonessa insultata sotto casa

santanchè-insultata-tuttacronacaIl deputato del Popolo della Libertà Daniela Santanchè ha denunciato alla polizia che un gruppo di giovani l’ha insultata a Milano la scorsa notte, sotto a casa sua. Stando a quanto è stato reso noto dalla Questura, un gruppo di una trentina di giovani avrebbe intonato, attorno alla mezzanotte e mezza, degli slogan offensivi contro di lei. La Pitonessa ha inoltre riferito di aver notato, nel gruppo, una persona armata di coltello. La polizia è riuscita ad identificare 16 dei ragazzi ed ha rinvenuto, sotto le foglie in una fioriera di largo Settimio Severo, adiacente alla strada di casa Santanché, una chiave inglese. Alessandro Sallusti, compagno della deputata e direttore de Il Giornale, è sceso in strada nel tentativo di ragionare con i 17-18enni. Dopo l’arrivo dei poliziotti, è giunto anche un neo 18enne, che abita in zona che ha riferito che i giovani erano tutti invitati alla sua festa di compleanno, appena terminata.

L’omofobia che costringe alla fuga… la storia di Gianluca

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Emigrato sì, ma perché gay. Emigrato perché gli hanno bruciato la casa. Emigrato perché Gianluca Calignano, 29enne di Brindisi, ha subito minacce, insulti e intimidazioni. Così due mesi fa ha deciso di trasferirsi all’estero e ha scelto la Germania, dove ha un lavoro part-time con un contratto di pochi mesi e vorrebbe tornare ma : “Ho paura di tornare in Puglia”, racconta all’ANSA.

Nei mesi scorsi erano apparse delle scritte omofobe sui muri della sua abitazione. Gli hanno tagliato ripetutamente gli pneumatici dell’auto, gli hanno intimato di lasciare il paese perché “a Tuturano non c’è spazio per i gay”.

Ora Gianluca chiede aiuto: “A marzo – dice – il sindaco di Brindisi mi aveva promesso che mi avrebbe assegnato un alloggio popolare lontano da Tuturano, ma non ha mai dato seguito all’impegno. Ora vivo fuori, ma dovrò tornare. E ho paura”.

Lo stalking colpisce Luisa Corna

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Luisa Corna, artista bresciana 48enne, è stata vittima di stalking. La Corna avrebbe ricevuto numerose mail anonime con toni offesivi e minacce tanto da essere indotta a denunciare presso le forze dell’ordine il comportamento di un maniaco anonimo. Inoltre l’artista si è detta allarmata quando ha capito che lo stalker conoscerebbe perfettamente i suoi spostamenti. La Corna non ha nascosto i sospetti quindi che possa trattarsi di una persona del suo ambiente di lavoro, qualcuno che possa con facilità reperire informazioni sul suo conto. LA Corna ha ricevuto sin dal 2012 insulti del tipo: “Povera provincialotta” o  “sei una vipera”, ma ultimante sembra che siano più frequenti e meglio dettagliate le mail che riceve.  La Procura ha aperto un fascicolo contro ignoti per atti persecutori e stalking.

 

La maglia anti-Balo che fa la sua apparizione a Napoli: la risposta ai cori?

napoli-maglietta-balotelli-varecchina-tuttacronacaE’ spuntata a Napoli, in una bancarella in via Toledo, una maglietta anti-Balotelli che recita: “Milanisti se fate lavare Balotelli con la varechina, puzzerà sempre”. La maglia non poteva non attirrare l’attenzione dei turisti che hanno scattato foto alla t-shirt che potrebbe rappresentare la risposta ai cori razzisti che i milanisti hanno rivolto ai tifosi napoletani nel corso della sfida a San Siro di domenica scorsa. Gli stessi cori che sono costati la chiusura della curva degli ultras rossoneri. Come spiega Il Mattino, la maglia ha fatto la sua apparizione nello stesso negozio dove a luglio ne era esposta una dedicata a Cavani con la scritta: “Hai amato Napoli come tua moglie”.

“Vattene a casa”, insulto sessista ai danni di una donna arbitro

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Non solo in Italia, ma anche all’estero, addirittura nell’anticonformista Londra, il genitore di uno dei giocatori che prendevano parte a una partita di calcio giovanile ha insultato l’arbitro donna che stava dirigendo la partita affermando, alla fine del primo tempo:  «Prendi la borsa e tornatene a casa».  La ragazza, 21enne, Shelby Davis, è scoppiata in lacrime in campo. Dopo l’umiliazione e lo sfogo si è detta indignata dall’affermazione dello spettatore e ha chiesto che la lega responsabile prenda provvedimenti nei confronti della squadra.

 

 

La sorella della Kyenge rinviata a giudizio

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Una sorella del ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge,  Kapya Dora Kyenge, 46 anni, è stata rinviata a giudizio davanti al Giudice di Pace di Pesaro con l’accusa di aver picchiato e insultato una vicina di casa albanese, Aferdita Bquiri, che come lei abita in una casa popolare dell’Erap a Ginestreto (Pesaro-Urbino). Dora Kyenge, ha lavorato con un contratto part-time all’Ipercoop e come sarta. Per quella casa popolare aveva lottato sin dal 2008 e si era anche rivolta alla Lega Nord perché l’aiutasse a prendere possesso dell’alloggio di edilizia popolare che le era stato assegnato ma che all’epoca era occupato da una famiglia marocchina.

I fatti per cui Dora Kyenge è stata rinviata a giudizio risalgono allo scorso 18 aprile, poi la  Bquiri, medicata al pronto soccorso con una prognosi di cinque giorni, aveva sporto querela per lesioni, minacce e ingiurie soltanto un mese dopo.  Secondo il racconto della Bquiri, presunta vittima di Dora Kyenge, la sorella del ministro dell’Integrazione  avrebbe sferrato un pugno al collo e poi l’avrebbe minacciata di morte. Durante il litigio, sempre secondo la presunta vittima, Dora Kyenge avrebbe anche insultato il paese di provenienza della Bquiri, cioè l’Albania e addirittura poi sarebbe arrivata a dire all’albanese: «Ho le spalle coperte, mia sorella è in Parlamento». Dopo 10 giorni dallo spiacevole episodio Cecile Kyenge giurava come ministro del Governo Letta. Dora è spesso presente alle cerimonie con la sorella ministro: a Pesaro era in piazza anche il 28 maggio scorso, quando Cecile Kyenge ha consegnato la cittadinanza onoraria a 80 bambini e ragazzi figli di immigrati nati in Italia.

Il vino dà alla testa? La Kyenge e il produttore di vino

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Non ci sono molte parole per commentare il post su Facebook (che ora è stato rimosso) di Fulvio Bressan, produttore di vini del Collio che sul ministro Kyenge non ha usato peli sulla lingua:

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D’altra parte, e questo sicuramente non è una scusante, Bressan è conosciuto nell’ambiente enogastronomico proprio per essere una persona viscerale e intransigente. Sicuramente non molto simpatico neppure al Consorzio di Tutela dei Vini del Collio e Slow Food Friuli Venezia Giulia, che lo ha escluso dalla manifestazione SuperWhites Milano 2011. Quindi di precedenti ce ne sono, ma nessuno avrebbe mai immaginato che un  noto produttore di vini potesse arrivare a un tale sfogo di volgarità e di violenza verbale gratuita.

E’ il sito http://www.puntarellarossa.it a riportare la notizia:

Quando si beve una bottiglia di vino, si dice, si beve anche la sua storia, la sua origine, le mani che hanno lavorato l’uva, che l’hanno seguito con amore in cantina, le idee di chi l’ha fatto nascere e vivere. Ecco, il vino di Fulvio Bressan fa schifo. E non è necessario assaggiarlo. Basta leggere la sua bacheca Facebook. Ieri scriveva quello che leggete sopra, con una foto del ministro Kyenge, definendola “sporca scimmia nera” e poi “ne*ra mantenuta di merda”. Di fronte alle garbate critiche di chi commenta costernato, risponde definendole “le stupide idiozie di chi vuole fare il perbenista, dicendo poverini poverini e non facendo nulla per il nostro disastrato paese”. Infine, la chiosa: “Fieramente italiano, senza compromessi”. Ecco, noi fieramente esseri umani, senza compromessi. Con vini così, meglio bere acqua con l’idrolitina.

Che poi aggiunge anche:

“Il vino si identifica con il produttore”, scrive giustamente Slawka G. Scarso. Qualcuno incita ora al boicottaggio dei suoi vini. Non so, certo che la voglia di bere qualsiasi cosa di questo signore a noi è passata per sempre…

Sempre www.puntarellarossa.it a commentare anche la rimozione dei post:

Bressan ha cancellato gli ultimi post sulla Kyenge. Bene, ma è un bel gesto fatto solo per soldi. Perché Bressan si è accorto che la cattiva pubblicità non fa bene alle vendite. Peccato che rimangano a decine i post razzisti e farneticanti. Contro i clandestini (foto di pistole pronti ad accoglierle etc), ma non solo. C’è la Vezzali che viene chiamata “la p*****a marchigiana” perché si è candidata alle elezioni. C’è un post sui finanzieri “che . C’è la Boldrini “p*****a”, Vendola “f****o”.

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Assessore leghista insulta volgarmente la Kyenge

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Forse non sarebbe neppure il caso di riportarlo visto che ormai gli insulti si susseguono ora dopo ora sul web da parte dei leghisti. Per un Luca Zaia che dialoga e un Flavio Tosi che si scusa c’è sempre chi è pronto a lanciare volgarità e insulti al ministro Kyenge. Forse questa volta Giuseppe  Fornoni assessore leghista allo Sport, Tempo libero, Commercio e Attività produttive di Lograto, nel bresciano ha davvero però valicato il limite della decenza scrivendo sul suo profilo Facebook “Vaffa****o mussulmana di merda” (con due s). Un insulto che viola la carta costituzionale all’art 3:

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

A rilevare l’insulto è stato Daniele Sensi che immediatamente ha diffuso, tramite il suo blog sull’Espresso, il suo dissenso per l’ennesimo atto di volgarità gratuita e ingiustificata contro un’istituzione.  Sfogliando il profilo di Fornoni (che al momento è consultabile solo dagli “amici”) è possibile anche trovare un link che celebra Benito Mussolini. Un assessore della Repubblica italiana fa forse apologia del fascismo sul suo profilo?

Forse la Lega fa fatica a comprendere che non sono gli insulti, che rendono solo fragili coloro che li coniano, a essere la strada da percorrere per far valere le proprie idee o i propri dissensi. Insultare volgarmente, violando anche la Carta Costituzionale, si rivela solo una mossa politica perdente che mina in profondità il movimento del Carroccio che già non gode più di ottima salute. La Lega mira a fare una martire della Kyenge o vuole davvero portare avanti una sua linea politica? E’ capace solo di insultare ma di non esprimere un’idea compiuta che possa davvero fornire un’alternativa valida al pensiero del ministro dell’integrazione?

Roma in ritiro tra polemiche e giallo: Osvaldo dov’è?

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Roma in ritiro, tante polemiche e un giallo. Sono servite molte camionette della polizia per placare gli animi dei “tifosi” romanisti che hanno contestato con striscioni la dirigenza e i giocatori:  “26-5-13, noi non dimentichiamo, avete infangato la Roma”. Quel derby perso contro la Lazio non è proprio andato giù ai romanisti che tra cori e urla hanno accerchiato l’auto di  Pjanic, ma non hanno risparmiato neppure Marquinho e Castan. Tra gli applausi invece è entrato Francesco Totti, il neoacquisto  Benatia e  Rudi Garcia.

Ma si arriva al giallo: Osvaldo dov’è? il giocatore sembra infatti che non si sia presentato al raduno. A far luce sull’assenza del giocatore è la fidanzata  l’attrice argentina Jimena Baron, che tramite il suo profilo twitter ha rivelato di trovarsi a Chicago, dove Osvaldo nei giorni scorsi ha giocato una partita di beneficenza per la fondazione “Messi&Friends”.

Tutto questo denota l’ennesimo screzio fra giocatore e società ed è stato lo stesso staff per bocca del d.s. Walter Sabatini a confermare che Osvaldo è “assente giustificato” poiché era in corso una trattativa di mercato per cedere il giocatore che poi non si è concretizzata. Insomma alla Roma si attende solo un’offerta per cederlo. 

Minacce alla Boccassini: il processo Ruby tra insulti e proiettili!

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Lettere con insulti e minacce di morte arrivate nelle ultime settimane nell’ufficio del procuratore aggiunto Ilda Boccassini che tuttavia non hanno turbato il magistrato che come si legge nella nota del procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati “La procura della Repubblica di Milano con tutti i suoi magistrati, adempie e continuerà ad adempire con immutata serenità al proprio compito. Nel più rigoroso rispetto delle regole e delle garanzie processuali, fedele al principio costituzionale della eguaglianza di tutti di fronte alla legge”. Le lettere saranno trasmesse al procuratore capo di Brescia, Fabio Salamone, per le indagini, dato che la persona offesa è un magistrato di Milano.

 

Piovono insulti su Franceschini a Ristorante

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Ieri sera Dario Franceschini, dirigente del Pd è stato insultato mentre entrava in un ristorante della capitale per cenare dopo la votazione del Presidente della Repubblica. Un gruppo di cittadini hanno iniziato a gridare “Buffone”, “Venduto”. Dario Franceschini, ha chiesto più volte di non disturbare i clienti del locale richiamando i dissidenti alla calma:   “Dai su, c’è gente che sta mangiando”. Immediata la risposta dei dissidenti “Che te vada de traverso, che te vada de traverso”.

Una serata diversa? Passiamola a farci rapire!

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Il business del rapimento ha trovato un largo consenso a Detroit, Usa. Ma quale serata in pizzeria o al cinema, abbandoniamo anche l’idea di andare in discoteca o a casa degli amici a vedere la partita perché ora è possibile trascorrere il sabato sera con una simulazione di un rapimento. Con una spesa che va da 500 a 1200 dollari è possibile farsi prendere a schiaffi, calci, insulti e “divertirsi” con l’  “Extreme Kidnapping”. Naturalmente chi vi viene a rapire sono persone con precedenti penali che renderanno la vostra esperienza davvero realistica.

De gustibus…

Cacciato dagli studenti il prof brillo!

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Il prof fa lezione ubriaco. E gli studenti lo fanno cacciare. Accade all’Università di Pavia. Un gruppo di studenti ha riferito di averlo visto presentarsi «in aula, durante le lezioni, in evidente stato di ebbrezza». Per questo e per altri comportamenti, il professor Anthony Baldry, docente di inglese in diversi corsi dell’Università di Pavia, è stato allontanato. Baldry è accusato, fra l’altro, di comportamenti scorretti, come aver utilizzato un linguaggio volgare, aver assunto atteggiamenti non consoni ad un professore universitario (alcune foto che lo riguardano sono state pubblicate su alcuni siti) e di voler obbligare gli studenti ad acquistare i suoi libri pena l’esclusione dalla frequenza del corso e dagli esami. In una nota diffusa nel pomeriggio di oggi, è stato reso noto che il Senato accademico gli ha revocato «gli affidamenti di incarichi di insegnamento» esprimendo nei suoi confronti anche «il biasimo comportamentale».

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