L’incoerenza di Renzi attraverso la lista dei ministri: parla Travaglio

marco-travaglio_incoerenzi-tuttacronacaS’intitola “Incoerenzi” l’editoriale, a firma Marco Travaglio, del numero odierno del Fatto Quotidiano. Nel suo testo il giornalista spiega perchè la speranza è che le anticipazioni sui possibili ministri che in questi giorni stanno circolando siano tutte false e che la vera lista dei ministri venga sfoderata “al momento giusto per stupirci tutti.” Per Travaglio,

Se così non fosse, ci sarebbe da dubitare non solo della buona riuscita del nuovo governo, ma anche della sanità mentale del suo capo. Renzi giurava di non voler cambiare il governo, ma l’Italia. Ora ha cambiato il governo e l’Italia (almeno quella politica) rischia già di cambiare lui. Lui che il 4 dicembre, appena prima di diventare segretario del Pd, domandava a Letta: “Ma come si fa a governare con Alfano, Giovanardi e Formigoni?”. Ora ce lo spiegherà lui come si fa, visto che governerà con Alfano, Giovanardi e Formigoni, mentre persino i più autorevoli suoi supporter rifiutano di entrare nel suo governo.

Per carità, sappiamo bene quali prezzi deve pagare chi deve gestire un’Armata Brancaleone che – stando alle elezioni di un anno fa e agli ultimi sondaggi – rappresenta poco più di un terzo dei votanti e di un quinto degli italiani, e che in Parlamento si regge sul premio di maggioranza del Porcellum raso al suolo dalla Consulta. Ma un forte segnale di novità e discontinuità rispetto al governo Letta è d’obbligo, non foss’altro che per giustificare l’improvviso e improvvido ribaltone a Palazzo Chigi. Oltreché per tener fede alla fama di Rottamatore, Innovatore, Demolition Man. Qualche nome nuovo e valido circola (Colao, Guerra, Gino Strada), ma stradomina l’Ancien Régime. Agli Esteri e all’Interno si dice che lascerà la Bonino, entrata in Parlamento 38 anni fa, e Alfano. Ma come fa? L’estate scorsa, quando esplose lo scandalo Shalabayeva, Renzi disse che, se fosse già stato il segretario del Pd, avrebbe sfiduciato Alfano, colpevole di “una vicenda di cui come italiano mi vergogno, che coinvolge una bambina di sei anni” ed era “indegno scaricare su servitori dello Stato e forze dell’ordine tutte le responsabilità senza che venga mai fuori un responsabile politico”. Tutto dimenticato?

Un altro uomo forte del “nuovo” governo Renzi dovrebbe essere Dario Franceschini, che qualcuno vorrebbe financo vicepremier: ma quando, nel 2008, divenne segretario del Pd al posto di Veltroni, Renzi lo chiamò “vicedisastro” perché aveva condiviso con Uòlter la disastrosa campagna elettorale che aveva portato al trionfo di B.. Come può un vicedisastro diventare il vice-Renzi, o anche soltanto un suo ministro? Per l’Economia si alternano fautori di una mega-patrimoniale, come Barca; rigoristi come la Reichlin, aspirante banchiera londinese, il bocconiano Tabellini e i boiardi Bernabè e Padoan; e vecchi politici come Delrio (sindaco di Reggio Emilia) e addirittura Fassino. Per dire quant’è grande la confusione sotto il cielo.

Idem per lo Sviluppo e il Lavoro, dove sembra non si riesca a immaginare nulla di più nuovo e discontinuo di un Ichino, un Moretti, un Montezemolo: le quintessenze del vecchio establishment. La Giustizia, devastata da vent’anni di leggi vergogna trasversali, chiederebbe uno sforzo supplementare di coraggio e fantasia (…)

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Iniziano le consultazioni e… Renzi si perde a Montecitorio!

perdersi-tuttacronacaGiornata d’incontri con i gruppi parlamentari oggi per il presidente del Consiglio incaricato Matteo Renzi che, arrivato a Montecitorio attorno alle 10, si trova davanti la prima sfida: trovare la sala delle consultazioni. Il fiorentino, a piedi e da solo, è dovuto ricorrere ai commessi che l’hanno aiutato a raggiungere la Sala del Cavaliere. Il segretario del Pd ha quindi iniziato a guardarsi attorno alla ricerca di Delrio: “Ci siamo persi Graziano…”, ha detto rivolto ad un commesso, che lo ha rassicurato: ”No, Delrio è già arrivato e la sta aspettando”. Nel Palazzo Renzi si è fatto accompagnare in ascensore dai cronisti, commentando “Very dangerous” riferito alla stampa.

Renzi premier, tra outlook negativo e la benedizione di Blair

tony-blair-tuttacronacaL’incertezza politica continua a ripercuotersi sull’outlook, che per l’Italia, come scrive Fitch, resta negativo. Questo perchè Renzi “avrà probabilmente le stesse difficoltà del suo predecessore” nel “fare le riforme che rilancerebbero la crescita e la competitività economica dell’Italia”. Ma se per Fitch il pollice è verso, l’ex premier britannico, Tony Blair, al quale Renzi è spesso stato paragonato, e al quale lui stesso dice di ispirarsi, è più che incoraggiante: “ce la farà”. Di più, ”l’Europa ha bisogno che l’Italia assuma il ruolo di leadership che le compete, e i leader europei dovrebbero sostenere compatti Matteo mentre si assume la responsabilità per il futuro del suo Paese”. Blair ha spiegato all’Ansa: “Le sfide sono assolutamente formidabili, ma Matteo ha il dinamismo, la creatività e la forza per farcela, con la combinazione di realismo e idealismo necessari per i tempi che viviamo”. Per gli analisti Fitch, però, quello che serve sono “riforme strutturali in grado di aumentarla un fattore positivo per il profilo di credito, così come una ripresa sostenuta che aiuti il consolidamento dei conti”. Il nuovo cambio alla leadership evidenzia “la volatilità della politica italiana”, scrive l’agenzia. E non manca di sottolineare che Renzi sarà il ”quarto premier da novembre 2011”. A causa delle ”incertezze sulla durata del governo e la sua capacità di portare avanti le riforme, l‘outlook resta negativo con rating a BBB+”.

Le banche ormai servono solo per tenere in vita gli Stati?

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Il dubbio è amletico e tragico come solo un dramma shakespeariano può essere. Torvo e nero si affaccia lo spettro di un rapporto di Fitch, anticipato dal Financial Times, che non lascerebbe dubbi: le 16 maggiori banche Ue riducono il credito alle imprese, ma sostengono il debito sovrano. Fra il 2011 e il 2012 risulterebbe infatti un calo del 9% nei confronti del credito d’impresa mentre ci sarebbe stato un incremento del 26% quello a sostegno del debito pubblico degli Stati.

Italia fuori dal tunnel della recessione a fine 2013?

fine-recessione-tuttacronacaFitch, agenzia internazionale di valutazione del credito e rating, ha fatto sapere tramite una nota che l’Italia ha fatto “progressi sostanziali” sul fronte del consolidamento fiscale, ma “ma crescita potenziale resta debole, rispetto ai Paesi con lo stesso rating e al resto della zona euro”. E ancora: “L’Italia ha fatto passi avanti fondamentali sul fronte del risanamento dei conti” e “la recessione, iniziata in Italia nel terzo trimestre 2011, probabilmente finirà nella seconda metà del 2013, dopo una contrazione complessiva di oltre il 4%”. L’agenzia ha quindi confermato il rating dell’Italia a BBB+, mentre l’outlook resta negativo. Un problema che non può essere sottovalutato, tuttavia, è la situazione politica: “Una nuova ondata di instabilità politica in Italia, risultante in una paralisi delle politiche economiche e di bilancio, potrebbe portare ad un taglio del rating sovrano”. Nel frattempo Joerg Asmussen, membro del board della Bce, in una cerimonia alla Bocconi ha sottolineato l’importanza del Belpaese nell’attuale situazione europea: “L’Italia è troppo grande per essere salvata dall’esterno: deve invertire da sola la marcia. Il suo destino segnerà anche il destino dell’area dell’euro. In questo senso il futuro dell’area non si deciderà a Parigi o a Berlino, né a Francoforte o a Bruxelles. Si deciderà a Roma”. Ha poi aggiunto che “La svolta dipende da voi, ma non sarete lasciati soli” sottolineando come l’Italia vanti un “vivace spirito imprenditoriale”, una “creatività apprezzata a livello mondiale, la forza della sua società civile” e “ora forse l’evoluzione di un nuovo sistema politico sono risorse importanti”. Ha inoltre spiegato che il nostro Paese si trova “dinanzi a sfide di lungo periodo e la soluzione risiede in interventi strutturali. Basti guardare all’andamento del tasso di crescita in termini reali: 5% negli anni Cinquanta, 4% negli anni Sessanta, 3% negli anni Settanta, 2% negli anni Ottanta, 1% negli anni Novanta e 0% negli anni Duemila”. Tuttavia, si è dichiarato fiducioso del fatto che l’Italia ce la farà.

DOWNGRADE… A un passo dal baratro?

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Il baratro sarà evitato, le condizioni ci sono tutte, ma le parole dell’agenzia di rating Fitch pesano comunque:

“Una prolungata incertezza sulle politiche economiche e fiscali, una minore fiducia nel calo del debito nel 2014 e il mancato rispetto della norma costituzionale del pareggio di bilancio sono potenziali fattori che pesano sul rating BBB+ con outlook negativo. Se le turbolenze politiche impediranno la presentazione della legge di bilancio 2014 alla Commissione Europea entro il 15 ottobre o l’Italia non rispetterà i criteri del Patto di Stabilità, la disponibilità di sostegno Ue, legata alla condizionalità dei programmi Esm e Omt, sarà inoltre meno probabile, se richiesta”

Berlino rassicura. E’ il portavoce del governo tedesco, Steffen Seibert, in un briefing con i giornalisti a Berlino, a rispondere a una domanda sull’Italia a sostenerci:  “Naturalmente vogliamo un governo stabile in Italia” “Abbiamo fiducia che le forze (politiche) italiane, che lavorano per stabilizzare la situazione, troveranno una soluzione”.

 

 

Fitch ci declassa! Ora siamo BBB+

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Fitch ha tagliato il rating dell’Italia da A- a BBB+ con outlook negativo. La decisione riflette il “risultato inconcludente delle elezioni italiane”, spiega l’agenzia. “La recessione in atto in Italia – aggiunge – è una delle più profonde in Europa e i dati indicano il rischio che si prolunghi più di quanto atteso”.

Fitch, inoltre, prevede una contrazione del Pil italiano dell’1,8% nel 2013. Il debito sarà invece vicino al 130%. E’ quanto riporta il comunicato dell’agenzia di rating che declassa l’Italia. La recessione più profonda e lunga del previsto, si legge, “mette a rischio lo sforzo di risanamento di bilancio e aumenta i rischi del settore finanziario”.

A sostenere il rating BBB+, spiegano gli analisti di Fitch, sono vari fattori, fra i quali la relativa ricchezza e la la diversificazione dell’economia con moderati livelli di indebitamento del settore privato. L’Italia ha fatto progressi negli ultimi due anni nel risanamento di bilancio: l’agenzia prevede un deficit di circa il 2,5% nel 2013.

Attualmente sull’Italia l’agenzia S&P ha un rating BBB+ con outlook negativo, tre gradini sopra l’area “non investment grade”. Moody’s ha un rating Baa2 con outlook negativo, due gradini sopra la soglia “junk”.

ECCO DOVE  CI HA PORTATO MARIO MONTI… MAGARI CON UNA POLITICA ECONOMICA DIVERSA CI SAREBBERO STATE DELLE VOTAZIONI CHE AVREBBERO PERMESSO LA GOVERNABILITA’! MONTI HA PORTATO IL PAESE ALLA “RIBELLIONE” E SE ANCORA IL POPOLO ITALIANO NON HA DICHIARATO GUERRA CIVILE AL GOVERNO E’ SOLO PERCHE’ NON HA NEPPURE PIU’ LA FORZA DI CREDERE NELLA RIVOLUZIONE!
FITCH CI DECLASSA, COSI’ SIAMO PIU’ APPETIBILI PER LA SPECULAZIONE FINANZIARIA! GRAZIE ANCORA ALL’OLIGARCHIA DELL’ALTA FINANZA CHE COMANDA SUGLI STATI “SOVRANI”!

Se fallisce trattativa per aumento di debito, USA rischia una A nel rating

La “minaccia” arriva da Fitch. Attualmente gli Stati Uniti hanno una valutazione AAA.

Italia promossa! La compagnia di ratings Fitch conferma -A

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