Federica Mogherini, il nuovo ministro degli Esteri che ama BellaCiao come ninna nanna

federica_mogherini_pd-tuttacronacaEmma Bonino esce dall’esecutivo e a occupare la carica di ministro degli Esteri arriva la deputata romana del Pd Federica Mogherini. Il neoministro, eletto per la prima volta alle politiche del 2008 e rieletto alle politiche 2013, è fra i più assidui alla Camera, dal marzo 2013 ha totalizzato il 98,20% delle presenze. Laureata a La Sapienza in Scienze Politiche con una tesi di filosofia politica sul rapporto tra religione e politica nell’Islam, si è iscritta nel 1996 alla Sinistra giovanile per entrare nel 2001 nel Consiglio Nazionale dei Ds, successivamente nella Direzione Nazionale e nel Comitato Politico. Due anni dopo ha iniziato a lavorare al Dipartimento Esteri dei Ds. In particolar modo la Mogherini ha seguito i dossier relativi all’Iraq, l’Afghanistan e il processo di pace in Medio Oriente. Ha tenuto le relazioni con il Partito Socialista Europeo, l’Internazionale Socialista, ed i partiti che ne fanno parte. Ha curato in particolare i rapporti con i Democratici americani. Ancora, la Mogherini ha fatto parte dell’esecutivo Pd dalla sua nascita all’aprile 2008 e quindi da febbraio a novembre dell’anno successivo. Il 24 febbraio del 2009, inoltre, è stata nominata Responsabile nazionale Pari Opportunità nella nuova segreteria dall’allora Segretario del Pd Franceschini. Matteo Renzi, il 9 novembre dello scorso anno, l’ha nominata membro della segreteria nazionale del Partito Democratico, con il ruolo di responsabile per l’Europa. Ha un blog, BlogMog, dove scrive: “E poi, BellaCiao è la più bella ninna nanna del mondo”.

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Le strane scelte di Renzi: Andrea Orlando, da Ambiente a Giustizia…

andrea-orlando-tuttacronacaDopo ore di attesa Matteo Renzi ha reso nota la nuova lista dei ministri, riconfermando alcuni già presenti nel governo Letta. Il rinnovamento, quindi, è riuscito solo parzialmente e qualche dubbio può suscitare, come ad esempio la conferma di Angelino Alfano a ministro degli Interni nonostante lo stesso Renzi, che oggi ha sciolto la riserva, l’avesse criticato in merito alla vicenda Kazaka. Nei giorni scorsi si era anche parlato del fatto che era possibile una riconferma di Andrea Orlando al Ministero dell’Ambiente. Oggi si è scoperto che non c’è stata la riconferma ma un cambio di poltrona: il ministro del Pd va infatti a sostituire Anna Maria Cancellieri alla Giustizia. E la cosa fa riflettere. Appena qualche giorno fa, il Fatto Quotidiano parlava infatti proprio dei motivi per non confermare il ministro a causa di alcuni fatti “che hanno generato una profonda delusione nel suo operato”. La lista comprendeva cinque punti di cui il primo:

1) L’articolo 4 del decreto legge “Destinazione Italia”, già approvato alla Camera dei Deputati e in attesa di conversione al Senato, prevede, con l’aiuto economico dello Stato italiano, la bonifica di siti contaminati senza una sanzione per le aziende che hanno inquinato. Giusto spegnere i fuochi, sbagliato non punire i piromani.   

Un ministro della Giustizia, com’è stato nominato ora, che già una volta ha chiuso un occhio su chi inquina? Ma non è stato l’unico fatto che ha generato polemiche o, quantomeno, perplessità. Questi gli altri ricordati dal quotidiano:

2) Nonostante gli sforzi, Andrea Orlando ha perso in Europa un braccio di ferro decisivo con la Germania. La Merkel ha ottenuto il rinvio di 3 anni del tetto che prevedeva la limitazione dal 2020 a 95 grammi per km delle emissioni di Co2 immesse nell’atmosfera dalle auto di nuova immatricolazione. Un provvedimento atteso dai polmoni dei cittadini della Pianura Padana (l’area più inquinata d’Europa) e auspicato dalla stessa Fiat che questi target, per ragioni strutturali, li può raggiungere più facilmente rispetto ai concorrenti tedeschi.

3) Assieme al Ministro Flavio Zanonato è il responsabile del fallimento dell’industria verde in Italia, quella che produce energia pulita attraverso le rinnovabili. Per esempio, la potenza installata dell’industria eolica nel 2013 è crollata del 65% rispetto all’anno prima (fonte Anev).

4) Ha perso l’occasione ‘storica’ di impegnare le Regioni del Nord su più incisivi provvedimenti sulla qualità dell’aria. Il piano della Regione Lombardia ne è un esempio: l’esenzione del bollo per chi compra un’auto nuova è poco efficace per il raggiungimento degli ambiziosi target prefissati. Il Ministro avrebbe potuto mettere sul tavolo della trattativa con le Regioni del Nord la ricezione della direttiva Eurovignetteche prevede un sistema di tassazione progressiva degli automezzi per ridurre smog e traffico. Solo tassando i camion, infatti, le grandi industrie sceglierebbero di far viaggiare le merci che producono sulle rotaie dei treni.

5) Andrea Orlando non ha prodotto nulla di nuovo, eppure qualche idea gli era stata suggerita. Perché, per esempio non ha promosso la rimozione dell’amianto dagli immobili con la possibilità di impiantare, al loro posto, pannelli fotovoltaici detraendo del 50% i costi sostenuti? Sostituire il vecchio con il nuovo. Appunto…

A quanto pare il rottamatore vuole dare una nuova opportunità… e per il nostro stesso bene non resta che augurare ad Orlando buon lavoro!

L’acqua non è uguale per tutti!

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Si chiama tariffa sociale dell’acqua in realtà pone una discriminante tra cittadini, ma fa parte del quadro di populismo che ormai aleggia in Italia e sta facendo lentamente sprofondare il nostro Paese a livelli di Terzo Mondo. Si sta lentamente andando verso quella spaccatura sociale che sussiste nei Paesi più arretrati: i ricchi e i poveri in lotta perenne fra loro. Tutto questo genera povertà, perché non si riesce  a convogliare energie nella produzione, ma solo nella lotta alla sopravvivenza. Non c’è da rallegrarsi quindi se l’acqua costerà di meno ai redditi più bassi e di più a quelli più elevati, perché la tariffa “sociale” è l’ennesimo passo verso il baratro. Colpire la classe media, quella che davvero s’impoverirà fino a diventare povera e gravare ulteriormente sullo Stato. Chi ora è benestante diventerà un competitors dei più poveri, una moltitudine in più alla ricerca di diritti che la classe ricca, che pagherà anche l’acqua di più, ma nessuno potrà scalfire il predominio e la razzia. Levata la classe media di un paese, si schiacciano anche di più i poveri. E’ una vittoria? Eppure sembra uno dei provvedimenti migliori del governo Letta. La decisione di staccare l’acqua aa un cittadino moroso non sarà più nelle mani dell’azienda che eroga il servizio, ma dello stato.

Spiega il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando:

“Non si può lasciare all’azienda la facoltà di decidere del distacco dell’acqua. Bisogna garantire procedure vista la specificità del bene acqua, che è un bene fondamentale per la vita umana”.

Anche perché aggiunge Orlando, con  l’applicazione delle tariffe basate sul principio di copertura dei costi le tariffe sono aumentate e di conseguenza sono aumentati anche i morosi.

La strada che prende il governo, invece, è diversa. Con la norma in questione “l’Autorità per l’energia elettrica ed il gas al fine di garantire l’accesso universale all’acqua assicura agli utenti domestici a basso reddito del servizio idrico integrato l’accesso a condizioni agevolate alla quantità di acqua necessaria per il soddisfacimento dei bisogni fondamentali”. La sostenibilità dell’intervento e la copertura dei costi viene garantita dalla “previsione di un’apposita componente tariffaria” per le “utenze non agevolate del servizio idrico integrato”.

Come si può far pagare di più un servizio solo per il reddito? Acqua è di tutti, ma a quale prezzo?

“O bella ciao”, l’ultimo saluto a Laura Prati

laura-prati-funerali-tuttacronacaCerimonia laica e religiosa oggi a Cardano al Campo, dove la giornata è stata dichiarata lutto cittadino, per i funerali del sindaco Laura Prati. Tra i presenti, vari sindaci di altri paesi e città, soprattutto lombardi,  accompagnati dai rispettivi gonfaloni. Tra le autorità cittadine anche Costantino Iametti, il vicesindaco che il giorno della sparatoria era rimasto a sua volta ferito. Il 78enne ha affidato le sue parole alla presidente del Consiglio comunale, Elena Mazzucchelli: “Sono troppo emozionato e non riesco a parlare, ma ho scritto qualcosa per Laura”. Iametti ha chiesto che il suo “lavoro venga portato avanti da tutta la nazione”. E ai due giovani figli ha detto: “Quando guarderete al cielo la stella che brilla di più è la vostra mamma”.

Intervenuto anche il ministro Orlando, che a sua volta si è rivolto ai figli della donna: “Vostra mamma è caduta sul lavoro, perchè la politica è bella quando è un lavoro”. Il ministro dell’Ambiente ha parlato di una donna “che ha messo la sua vita a servizio dello Stato democratico”. Orlando ha portato il cordoglio del Governo ma anche quello personale del premier Enrico Letta. “Sbaglia chi vi dirà che i politici sono tutti uguali – ha detto – e che la politica non serve a nulla. Chi ve lo dice, vuole che tutto resti uguale”. In casi come questo, con un sindaco ucciso e pianto da tutta la sua comunità, ha aggiunto Orlando, “il cordoglio deve essere più forte” anche perchè dall’attuale “grave crisi usciamo solo stringendoci alle tante Laure” che ci sono in Italia.  Al termine della funzione laica, tutti si sono uniti per un ultimo saluto, intonando “O bella ciao”.

Cercasi ministri disperatamente… addio gioventù!

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Cercasi ministri disperatamente! Bersani deve trovare un esecutivo inattaccabili così dovrà rinunciare, ammesso che ci abbia mai pensato, a mettere nuove leve nei punti cardini del governo. Perdono quota i nomi di Alessia Mosca, Paola De Micheli, Francesco Boccia, MIguel Gotor, Andrea Orlando che potrebbero solo ricoprire posti da viceministro o sottosegretario.

Stando alle prime indiscrezioni, si parla di Anna Maria Cancellieri confermata agli Interni, Bombassei allo Sviluppo, Padoan o Saccomanni all’Economia e la giornalista Gabanelli con un ruolo da definire. E si punta anche su Mario Monti agli Esteri.

La squadra prenderà la forma di quello che nel Pd chiamano il “governo civico”. Oltre ai nomi già citati potrebbero farne parte l’imprenditore Oscar Farinetti, inventore di Eataly, l’ex direttore di Confindustria Giampaolo Galli e il giurista Stefano Rodotà. A contendersi il ministero degli Esteri potrebbero invece esserci il direttore di Bankitalia Fabrizio Saccomanni e il patron di Brembo Alberto Bombassei.

Tra i nomi che circolano sui quotidiani c’è anche quello di Valerio Onida, presidente emerito della Corte costituzionale, a lui Bersani vorrebbe affidare la Giustizia. Nella stessa ricostruzione si parla anche della Cancellieri, riconfermata agli Interni.

Ci sono altri nomi cari ai centristi che a largo del Nazzareno stanno valutando. Tra questi, per la Cultura, i montiani avrebbero infatti avanzato la candidatura di Ilaria Borletti Buitoni, ex presidente del Fai. Si parla delle Pari opportunità per la filosofa Michela Marzano e dell’Istruzione per la democratica Maria Chiara Carrozza, ex direttore della Scuola di Sant’Anna di Pisa.

 Vecchie facce, vecchia politica… Parte da qui il rinnovamento?

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