I nostri 7 giorni: pulizie in casa Italia

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Una settimana di grandi pulizie in casa Italia, dove davvero sembra che tutto debba essere riordinato dal nuovo governo che arriva e poi è sempre tutto da ripulire appena un governo cade. Passaggio di testimone gelido, con campanella che ha suonato a lutto, tra Letta e Renzi che si sono avvicendati nella Premiership di questo Paese che ormai sembra essere l’ombra indipendente di uomini politici che cercano invece una luce mediatica. Si è deciso anche di dare un colpo di spugna agli Esteri, ma i marò restano in India. Per L’istruzione però sono in vista molte rivoluzioni, altro che pulizia e già si parla di colpire le pensioni per rimettere in sesto la scuola pubblica, lotta generazionale? Su questo nodo le proposte son tante, da Delrio che minaccia la tassa sui Bot a Renzi che preme l’acceleratore per andare a colpire coloro che dovrebbero godere solo i frutti di un meritato riposo. Ci si dovrà armare di stracci e detersivi anche a Sanremo, dove il flop non è mancato e neppure le polemiche. Per fortuna che poi cala il sipario con Mengoni che omaggia Tenco, così come si spegne anche la fiamma olimpica e rimane l’amarezza per quell’Italia che non ha certo brillato.

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Pulizie ne hanno fatte i ladri a casa di Cicciolina ripulendo il suo archivio di video hard, facendo scattare la denuncia. Coloro che ancora non sono denunciati, ma rischiano di esserlo a breve sono i giovani che hanno rapito il futuro sposo per portarlo all’addio al celibato. Ma se il rapimento è falso sembra invece che Balotelli, la scorsa notte, sia incappato in una rissa vera. Un fotografo insistente e Supermario che perde le staffe… salvo poi smentire e far piazza pulita! Un po’ come Alfano, che in questa confusione politica, non si accorge di usare lo slogan di Sel: #lastradagiusta. Chi invece la strada sembrerebbe averla persa sono i due giocatori scomparsi oggi a Roma, speriamo che facciano attenzione ai passi falsi. Basta poco a volte per esagerare e sollevare polemiche, lo sa bene il Trio della Gialappa’s al centro della bufera dopo i commenti feroci su Rocco Hunt e la Terra dei Fuochi. Di carne al fuoco questa settimana non ne è mancata e come al solito noi di Tuttacronaca vi abbiamo raccontato frammenti di vita che si susseguono velocemente, tra ribaltoni della politica e gossip sportivo, tra il totoministri e l’attesa di Renzi chiuso per ore nello studio del Presidente della Repubblica, tra chi arriva e chi va, tra la voglia di tornare e la voglia di scappare… ma non dimenticatevi un Escape!

GOOD NIGHT, AND GOOD LUCK!

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Il Festival visto con gli occhi di Mengoni

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Staserà sarà proprio lui, Marco Mengoni, vincitore della passata edizione del Festival ad aprire la serata della musica d’autore. Ermetico ed enigmatico come sempre Mengoni non si è sbilanciato sul suo programma per questa sera e si è limitato a dire: “Sicuramente canterò”. Poi ha parlato della scenografia dell’Ariston che lo ha entusiasmato “Molti stili diversi, mi piace molto. Siamo nell’epoca dell’apparire, l’estetica fa parte del vivere, della televisione, dello show”. Il più bel ricordo di Sanremo? “Uscire dal palco arrabbiato con me stesso perché avevo sbagliato Ciao amore ciao di Luigi Tenco e scoprire che invece tutte le emozioni positive erano arrivate”. E questa sera ci sarà un nuovo omaggio a Tenco… una nuova emozione!

L’omaggio a Tenco lo farà Mengoni, venerdì sul palco dell’Ariston!

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Salirà di nuovo sul palco di Sanremo Marco Mengoni, che l’anno scorso si impose con “L’essenziale”, poi divenuto un successo che ha riempito arene e palazzetti dello sport in tutta Italia. Venerdì invece, Mengoni calcherà di nuovo l’Ariston, ma per rendere omaggio a Luigi Tenco. Il cantautore del resto l’anno scorso in occasione della vittoria aveva dedicato la vittoria proprio a Tenco e  sempre nel nome del cantautore era stata la sua performance nella serata dedicata ai classici, con una una versione funk di ‘Ciao amore ciao’.

Marco Mengoni non finisce di stupire: arriva l’iBook

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Arriva una nuova iniziativa per Marco Mengoni che lancia il primo iBook realizzato da un artista italiano per iTunes. Prima di Mengoni un progetto del genere era stato realizzato a livello internazionale solo dai Coldplay e Led Zeppelin. Un documento interattivo che sarà completamente pensato e ideato dall’artista e raccoglierà un anno di colori, emozioni e immagini.

Inizialmente conterrà 25 video, con un minuto  del videoclip di Bellissimo  e circa 230 foto per un totale di 45 pagine in 8 capitoli. Ci sarà spazio anche per un racconto delle proprie esperienze personali, fino ad arrivare alla vittoria a Sanremo e poi la candidatura al Best Worldwide Act agli EMA 2013. Non mancheranno neppure immagini e video di 40 tappe del tour, tutte andate sold out. Poi ci sarà spazio per i selfie, quelli scattati nel backstage del palco, quelle con i colleghi e i collaboratori o semplicemente momenti della sua vita privata che vorrà condividere con i suoi fans.

In fila per la firma… Mengoni arriva a Firenze ed è ovazione alla Feltrinelli

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Delirio alla Feltrinelli di Firenze dove oggi alle ore 14 è arrivato Marco Mengoni, il cantante del momento. Le ragazzine hanno atteso che con il cofanetto ‘Prontoacorrereilviaggio’ in mano nella speranza di un autografo o di una foto. Mentre attendevano hanno iniziato a cantare le canzoni di Mengoni.  

Mengoni firma autografi, si fa immortalare, concede anche qualche stretta di mano e abbraccio ma nessuna parola sul suo nuovo lavoro, nessun commento, nessuna intervista alla stampa. «Preferisce — fanno sapere dall’organizzazione — non perdere troppo tempo in parole in modo da poter dare più spazio ai suoi fan».

Mengoni e il suo disinteresse per le tecnologie!

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24 anni e il disinteresse per le tecnologie. Dallo smartphone a Facebook Mengoni, star del nuovo pop, rifiuta le comunicazioni digitali.  “Ma non sono un anti-tecnologico”, tiene a sottolineare, “il mio non è certo un atteggiamento snob. Anzi, capisco che le nuove tecnologie siano una cosa positiva per la comunicazione, e che servano a molte persone per vincere la paura di un faccia a faccia. Mi sto avvicinando sempre più, quindi, anche a queste cose, ai social network in particolare. Ma di certo non arriverò a stare collegato ore e ore, non mi diverte far sapere agli altri cosa ho mangiato oggi o far vedere la foto del solito gattino. Leggo, osservo, se ho qualcosa davvero da condividere scrivo, o segnalo una musica, una poesia, un libro. Con queste tecnologie sono un bradipo, mi adatterò, ma con lentezza…”.

Lui d’altra parte controtendenza lo è stato sempre. Dal look stravagante e anti-conformista, che cerca di scrivere la storia in modo originale “Ma non sono un passatista”, tiene a dire, “anzi sono a favore della tecnologia, soprattutto se mi aiuta nel mio mestiere. Però per quello che riguarda la comunicazione, soprattutto sui social network, non riesco ad essere come molti miei colleghi. Leggo osservo, ma di scrivere banalità non me ne frega niente. Lo faccio se ho qualcosa davvero da dire, da condividere. Cose che abbiano un senso, un motivo” e poi aggiunge “È il rapporto con il pubblico che mi spinge a fare musica, suonare dal vivo è la cosa che ti fa andare avanti, ti rende felice di fare questo mestiere. Per me è la cosa più fica che c’è. Essere in studio per registrare va bene, è ovvio, ma dopo un po’ mi sento un po’ stretto. Invece quando suono dal vivo ogni sera è diversa, ogni concerto è come se fosse l’ultimo, non sai cosa succederà domani e quindi dai tutto quello che hai. Ogni sera quando salgo sul palco per me è l’ultima volta, e quindi cerco di dare tutto, di sgolarmi, di triturarmi le mani sulla chitarra…” e conclude: “Ho iniziato come tutti, bussando a tante porte che, ovviamente, non si sono aperte. Poi X Factor e questa rapidissima corsa che mi ha portato dove sono oggi. È un mondo curioso quello che mi sono trovato ad affrontare, me l’aspettavo diverso, magari un po’ più buono, ci sono tanti meccanismi che non capisco, tanti disequilibri, e devi sempre stare attento a come ti muovi, a quello che fai. Non è come dieci o quindici anni fa, oggi la musica è vento, passa rapidamente, è un vento forte e veloce, devi fare in modo che non ti scompigli i capelli e basta”. Dubbi, incertezze? “Tante, è ovvio, ma raggiungo anche picchi di felicità che non vanno sottovalutati. È una cosa sana dubitare di se stessi, e del lavoro che hai fatto. Se non avessi dubbi sarei già finito, non avrei limiti da superare, obbiettivi da raggiungere… “.

Forse un atteggiamento da hipster? “Amo il vinile assolutamente”, conferma lui, “sono un fan dell’analogico. La differenza di suono è abissale, il calore è diverso. E io cerco questo calore in quello che registro, quel calore che da piccolo sentivo nei dischi di Billie Holiday. Il che non vuol dire che non scarico le canzoni di Billie Holiday su iTunes, ma che, se posso, ascolto i dischi in vinile. E poi penso che sia giusto che la musica nata per essere registrata in maniera analogica sia ascoltata dai dischi in vinile. La musica di oggi invece è pensata per il digitale, ed è giusto che venga ascoltata in un altro modo”.

E al giornalista di Repubblica che gli chiede se un compromesso in favore della tecnologia odierna si può fare, risponde “Si deve fare, io mica posso costringere la gente a comprare un mio album in vinile. Ma anche se il risultato finale è digitale, io registro ancora su supporto analogico, su bobine, come si faceva un tempo”.

Ma chi è Marco Mengoni?

“Non mi ritengo un artista, non lo sono. Sono sicuramente un impiegato della musica, non mi posso attribuire una definizione così importante. Sono un impiegato che dignitosamente fa il suo lavoro, al meglio delle sue possibilità. Certo che l’arte mi piace, mi attira, io vengo da un istituto d’arte, mi piace essere onnivoro, prendere esempio dagli artisti con la “A” maiuscola. Ma io per adesso sono solo un servo della musica, non posso fare altro, lei decide per me”.

“Mi siete mancati” nel boato Mengoni saluta i suoi fan!

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Quello che stiamo per raccontare non è solo la cronistoria di un concerto, ma la passione di chi la musica la interpreta in forma di vita. Al Teatro degli Arcimboldi, Marco Mengoni riparte con L’Essenziale Tour 2013 nella versione autunnale e dopo le serate che si sono svolte il 25 e il 26, Mengoni chiuderà la tournée con due appuntamenti nel mese di ottobre: il 20 e il 22.

Come riporta la Fonte HTTP500 2.0: Ad accompagnare Marco sul palco Luca Colombo (prima chitarra e direttore musicale), Gianluca Ballarin (piano tastiere e programmazioni), Peter Cornacchia (chitarra), Giovanni Pallotti (basso), Andrea Pollione (organo e tastiere) e Davide Sollazzi (batteria).

La scaletta subisce solo qulche “ritocco”, per esempio ha scelto di eleiminare i brani dell’album precedente come Tonight e Solo, così come la cover di I Need a Dollar. Ma d’altra parte Mengoni non ha mai ripetuto pedissequamente le scalette ha sempre variato qualcosa, quindi si attendono ulteriori variazioni nelle prossime due date.

Tra le note si mescolano le emozioni e il pubblico si lascia trascinare dalla voce dell’artista che saluta i suoi fan con “Esercito: mi siete mancati”. Tra ansia, gioia ed emozione parte Intro, poi ci si scatena al ritmo di Pronto a correre, per essere trascinati dentro Evitiamoci e Bellissimo. Poi le note, dritte al cuore dei suoi fan, diventano più intimiste con  Non passerai e Avessi un altro modo. Dopo questo momento più lirico, irrompe sul palco il rock che si sprigiona dalla chitarra di Luca Colombo e si parte con Dall’Inferno. Luci, colori e il boato del pubblico quando Mengoni imbraccia la sua chitarra e interpreta I Got the Fear.

Per chiudere la prima parte del concerto Marco sceglie Spari nel deserto e 20 sigarette.

L’intervallo non è una vera e propria pausa ma piuttosto uno scambio di quell’energia che si è accumulata durante la prima parte del concerto. Quando le luci si riabbassano e Mengoni torna sul palco il pubblico balza in piedi e si riversa sotto il palco sulle note di La vita non ascolta. E dopo la pausa melodica di Natale senza regali, si torna a saltare su Come ti senti. Poi una dopo l’altra, quasi intersecate insieme arrivano Gag del Pass, La Valle dei Re, Un’altra botta e la versione reggae di Questa notte. Poi il pubblico in ovazione può immergersi In un giorno qualunque e ballare con Non me ne accorgo. Mengoni rimane invece seduto, con gli occhi chiusi, mentre il suo pubblico intona L’essenziale. Un regalo tra magia ed emozione che il pubblico di Milano fa a Marco. Un momento che il cantante conserverà tra i suoi ricordi di un anno davvero eccezionale.

Sempre la fonte HTTP500 2.0 riporta che la grande novità del tour arriva con la versione inglese di Pronto a Correre, Put the Light On, scritta da Mark Owen con Benjamin Mark Weaver, Jamie Norton e David James Harvey Gibson. La chiusa è affidata al pezzo dance del repertorio di Mengoni, Una parola: luci psichedeliche e pubblico in delirio.

Un live di oltre due ore termina quindi con la musica che continua a risuonare nelle teste mentre la magia avvolge i fan che pian piano lasciano  Il Teatro degli Arciboldi.

Impariamo il galateo… almeno nelle premiazioni ufficiali! Mengoni bocciato.

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Come ormai saprete tutti, Marco Mengoni ha vinto l’edizione 2013 del Festival di Sanremo. A questa vittoria però si accompagna una pesante bocciatura da parte dall’Accademia Italiana Galateo, che non esita a criticare la sua mancanza di eleganza.

A parte l’abbigliamento (l’abito è stato giudicato “banale” e “reso per nulla elegante del fazzoletto nel taschino, sbagliata la fantasia e l’accostamento“), a fare meritare all’artista la sonora bocciatura è stata la mancanza di savoir-faire.

Il Presidente dell’Accademia, Samuele Briatore, ha infatti commentato: “Mengoni bocciato anche solo per il baciamano più scorretto della storia. Storto, accennato e senza inchino.  Non si porta la mano alla testa ma la testa alla mano. Il galateo consiglia di evitare gesti di cui non si ha padronanza”. E aggiunge: “Per quanto riguarda la premiazione…assolutamente tremendo vederlo mentre si grattava il viso con il premio.

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