L’Europa e la violenza sulle donne: i dati allarmanti

feminicidio-tuttacronacaSono stati coinvolti i 28 Paesi dell’Unione europea nel primo sondaggio sulla violenza domestica e quello che sorprende tutti è che, da quanto emerso, gli abusi di genere sono più diffusi nel civile nell’Europa del Nord. Ad aggiudicarsi il primo posto, infatti, è la Danimarca, dove il 52% di donne racconta di avere subìto violenza fisica o sessuale dall’età dei 15 anni, quindi la Finlandia (47%) e terza la Svezia (46%). Subito alle loro spalle si trovano Paesi Bassi (45%), Francia e Gran Bretagna (44%). Per quel che riguarda l’Italia, il nostro Paese si trova in diciottesima posizione, con il 27%. Le percentuali includono tutte le molestie che le donne subiscono, da compagni e uomini della famiglia ma anche da sconosciuti, colleghi di lavoro, capi. In media, una europea su tre riporta di essere stata vittima di questi abusi (33%), equivalente a 62 milioni di donne. La percentuale scende al 22% – una donna su cinque – se consideriamo unicamente la violenza domestica. A condurre l’indagine è stata l’Agenzia europea per i diritti fondamentali (Fra) e ha coinvolto 42mila donne (circa 1500 per ogni Paese) alle quali è stato chiesto in forma anonima di raccontare se nella loro vita abbiano mai avuto esperienza di stupri, molestie sessuali, violenze fisiche, stalking da parte degli uomini con i quali sono venute a contatto. Ma quello che è emerso è anche che solo una donna su dieci ammette di aver denunciato l’episodio alla polizia nel caso l’autore degli abusi sia stato un partner sentimentale (13%) o un altro uomo (14%). Eppure, rivelano i curatori del sondaggio, “ciò che emerge è un quadro di abuso diffuso che danneggia la vita di molte donne”: una europea su dieci (circa 20 milioni di donne) dice di avere subìto una qualche forma di violenza sessuale, e una su venti è stata stuprata. Viste le cifre impressionanti, Fra ritiene che i governi dovrebbero utilizzare questi numeri per creare politiche strutturali contro la violenza di genere: “Si tratta di una violazione della dignità umana e, nelle sue forme peggiori, vìola il diritto alla vita. E’ anche una espressione estrema della disuguaglianza dei sessi”. Il dossier tenta anche di rispondere ai negazionisti: “Le donne possono perpetrare violenze, e uomini e ragazzi possono essere vittime di violenza attuata da entrambi i sessi, ma i risultati di questa indagine mostrano che la violenza contro le donne è messa in atto specialmente dagli uomini”. Per quel che riguarda l’Italia, come analizza l’Huffington Post:

appartiene alla schiera dei Paesi europei che riportano meno violenze nei confronti delle donne, nonostante il 91% degli italiani sia cosciente che questo è un problema gravissimo e molto diffuso. Il 6% delle italiane ammette di avere subìto violenza domestica nei 12 mesi precedenti al sondaggio, mentre il 39% delle nostre connazionali dice di comprendere nella cerchia delle amicizie o famigliare un’amica che subisce un compagno violento. E la maggioranza, il 58%, con buona pace della legge contro il femminicidio è convinta che non esista alcuna misura legislativa per proteggere le vittime degli abusi di genere. Eppure il nostro Paese viene inserito tra i pochi Paesi europei ad avere una linea telefonica governativa per aiutare le donne in difficoltà (il 1522), e nella lista dei governi che sono riusciti a definire nel codice penale il maltrattamento nei confronti delle donne.

Lo stupratore seriale del Bresciano è un marocchino di 15 anni

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Ha stuprato due donne in poche ore e poi se ne è vantato con i suoi amici. I due abusi sessuali si sono consumati, a Franciacorta, nel Bresciano, a danno di due donne, una di 40 anni e una di 29 anni. Entrambe minacciate con una pistola e costrette a salire in auto. Ora il marocchino è stato arrestato e si trova rinchiuso nel carcere minorile “Beccaria” di Milano.

Le rivelazioni shock di Nina Moric: tra abusi, autolesionismo e anoressia

nina-moric-tuttacronacaIntervista esclusiva di Nina Moric a Verissimo, in onda domani pomeriggio su Canale 5, durante la quale ha rivelato che “Da bambina sono finita in ospedale molte volte per colpa di mio padre che mi violentava”. E se questa rivelazione è si per sè spiazzante, la showgirl prosegue svelando che nel suo passato ha dovuto combattere anche contro l’autolesionismo e l’anoressia: “Negli anni ho avuto problemi di autolesionismo e anoressia perché pensavo che quel che era successo fosse colpa mia. Ed è anche per questo motivo che sono scappata dalla Croazia a soli 16 anni”. E alla domanda se senta ancora il padre molestatore e se sia riuscita a perdonarlo: “Non sento mio padre da oltre cinque anni e provo per lui solo indifferenza. Oggi ho 37 anni e ho superato la cosa, ed per questo che riesco a parlarne tranquillamente” e aggiunge “ho intenzione di scrivere un libro sulla mia vita e parlerò sicuramente di quello che mi è successo per dare forza e coraggio alle tantissime ragazzine che vivono quello che io ho vissuto da piccola”. Ma Nina Moric parla anche del suo ox compagno, Fabrizio Corona, con il quale hanno avuto un figlio, Carlos: “Finalmente abbiamo raggiunto un accordo con il Tribunale dei Minori, quindi Carlos potrà andare a trovare suo padre in carcere”.

Lapo vittima di abuso: i Gesuiti negano che sia mai stato in un loro collegio

lapo-elkann-tuttacronacaVenerdì l’intervista che ha fatto discutere tutta l’Italia: la rivelazione shock di Lapo Elkann che al Fatto Quotidiano ha raccontato di esser stato fatto oggetto di abusi sessuali ancora ragazzino, a soli 13 anni. E poi il racconto di esser stato mandato in collegio dai Gesuiti. Sulla seconda parte, però, gli stessi Gesuiti pongono un “alt” e consigliano al rampollo di casa Agnelli di mettere in ordine i suoi ricordi. Perchè, a quanto dicono i religiosi, in un loro collegio non c’è mai stato. Vitangelo Denora, delegato per le scuole della Provincia d’Italia della Compagnia di Gesù, come riporta Famiglia Cristiana, ha dichiarato: “Siamo molto vicini a Lapo Elkann, che oggi ha condiviso su un quotidiano una ferita profonda della propria adolescenza. Preghiamo per lui con tutto il cuore e condanniamo con ogni fermezza gli abusi compiuti nei suoi confronti. Per chiarezza e completezza di informazione, ci sentiamo però di dover escludere che abbia mai studiato in uno dei nostri collegi in Italia, né – a quanto ci risulta, dopo aver compiuto le prime verifiche – in uno degli istituti della Compagnia presenti nel mondo”. E prosegue: “Il nostro modello educativo si basa sul rispetto della persona e sulla sua crescita umana, che accompagna e per certi versi addirittura precede quella culturale: i gesuiti puntano sull’educazione per formare uomini e donne di speranza, capaci di rendere migliore il proprio Paese e il mondo che li circonda. Saremmo felici di ospitare Lapo Elkann quanto prima, in uno dei nostri 6 collegi in Italia, per discutere con lui dei ragazzi e dei loro sogni e magari, se vorrà, di avviare anche qualche progetto insieme”.

Condannato un commilitone di Parolisi per molestie sessuali

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Un anno e due mesi per il maresciallo capo Antonio Di Gesù per molestie sessuali nei confronti di una caporala che avrebbe anche minacciato “Qualsiasi cosa farai – avrebbe detto il maresciallo, all’epoca dei fatti magazziniere della 3° compagnia – sappi che è la tua parola contro la mia. Non ti permettere di dire nulla a nessuno… Se provi a dire qualcosa, io ti rovino la carriera e la vita”.

Chi è Antonio di Gesù?

38 anni, originario di Nardò all’epoca dei fatti, nel luglio 2009, era in servizio presso il 235esimo Reggimento addestramento volontari di Ascoli Piceno, un commilitone, quindi, di Salvatore Parolisi, recentemente condannato per l’uccisione della moglie, Melania Rea.

Condannato docente dell’Accademia: nonnismo equiparato a violenza sessuale

nonnismo-abusisessuali-tuttacronacaUn anno e dieci mesi di reclusione. E’ questa la condanna emessa dalla Cassazione ai danni di un docente dell’Accademia militare di Modena. L’uomo è anche tenuto a risarcire a due suoi studenti i danni morali. La condanna è giunta perchè pacche sul sedere e toccamenti repentini dei genitali, anche se messi a segno senza l’uso della forza o della minaccia, sono sempre una forma di violenza sessuale. Anche se si tratta di allievi di una scuola che forma gli ufficiali dell’esercito e dei carabinieri. Scrive la Suprema Corte nella sentenza 38326: “Non vi è dubbio che il toccamento improvviso del gluteo con stretta della natica, da parte del professore all’atto di congedarsi dai suoi studenti, e i ripetuti repentini toccamenti dei genitali di un allievo, integrino quel requisito della repentinità ed imprevedibilità della condotta in presenza del quale è ugualmente ravvisabile il reato di violenza sessuale pur prescindendo da una violenza di tipo fisico”. E ancora rilevano gli ‘ermellini’:  “E non vi è dubbio che coscia e glutei costituiscano, secondo consolidato indirizzo di questa Corte, zone erogene di interesse sessuale”. E’ stato quindi respinto il ricordo del professore che aveva provato a mettere in discussione “la natura erogena della zona anatomica attinta” e a sostenere che non si può “qualificare” il gesto della ‘pacca’, e gli altri palpeggiamenti, come “atto sessuale” in quanto ‘espressioni ‘ di tipo “blando e poco significativo”, compatibili – semmai – “con un gesto amichevole di saluto e di commiato”. Secondo la Cassazione, inoltre, il comportamento del docente è stato caratterizzato dall’elemento della violenza “sia in relazione al suo ruolo e della condizione di suggestione psicologica degli allievi, sia per l’iniziale clima conviviale instaurato dall’imputato, tale da non consentire una efficace reazione, nè di manifestare il proprio preventivo dissenso”. Il verdetto, scritto dal consigliere Mariapia Gaetana Savino, presidente Aldo Fiale, ha confermato la pronuncia emessa dalla Corte di Appello di Bologna, il 15 novembre del 2011, a conferma della sentenza di primo grado decisa dal Tribunale di Modena il 14 marzo del 2008.

Il sindaco di San Diego si dimette è accusato di molestie sessuali

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Il consiglio comunale all’unanimità ha accettato le dimissioni di Bob Filner, sindaco di San Diego accusato di molestie sessuali da almeno diciotto donne che hanno  dichiarato pubblicamente di essere state oggetto di avance non desiderate.

Tra le donne molestate un ammiraglio della Marina in pensione, una bisnonna, una preside universitaria ed ex direttore delle comunicazioni del signor Filner, Irene McCormack Jackson, che ha presentato la querela per molestie sessuali contro il sindaco e la città.

Le dimissioni di Filner arrivano dopo otto mesi di mandato come sindaco democratico della città, primo eletto in più di 20 anni, obbligando a una nuova e costosa elezione per scegliere un sostituto.

 

Shock a Chieti per l’arresto dell’assessore D’Agostino:concussione e violenza sessuale

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Ivo D’Agostino, 54 anni, iscritto all’Udc e assessore al traffico, alla sanità, alle politiche della casa,  secondo le accuse, avrebbe  ottenuto con la forza, prestazioni sessuali in cambio dell’assegnazione di alloggi popolari. Per questo ora è stato messo agli arresti domiciliari con pesantissime accuse: concussione, tentata concussione e violenza sessuale. Secondo quanto citato da Il Centro l’assessore comunale avrebbe abusato di almeno 5 ragazze bisognose. Le giovani, tra cui alcune segnalate dalla Caritas, si rivolgevano all’assessore per avere degli aiuti. In cambio chiedeva prestazioni sessuali, da consumarsi negli stessi uffici dell’assessorato.

Svizzera shock: maestro d’asilo ha violentato 7 bimbe. La più piccola di 18 mesi

maestro-pedofilo-tuttacronacaLa notizia è riportata dal giornale svizzero Zuecher Oberland. Sta per essere terminata l’indagine su un maestro d’asilo, in carcere dal marzo 2011, durante la quale si è scoperto che l’uomo non ha violentato quattro bambine, come inizialmente si pensava, ma sette, di età compresa tra i 18 mesi e i 6 anni. Quattro delle vittime erano piccole che gli erano state affidate mentre lavorava in un giardino d’infanzia a Volketswil, non lontano da Zurigo, attualmente chiuso. L’uomo era stato arrestato dopo che la polizia era stata avvertita dalla cellula di coordinamento nazionale della lotta contro la criminalità su internet. In suo possesso si sono trovati film pornografici che avevano bambini come protagonisti. In un primo momento, il maestro aveva confessato di aver violentato una bimba di due anni e mezzo e di aver scattato foto e girato video con lei. Ulteriori confessioni si sono aggiunte nel corso dell’inchiesta. L’uomo offriva regalini e caramelle alle piccole perchè non parlassero dei loro “giochi segreti” con i familiari.

Bimbo viene obbligato a incontrare il padre pedofilo: aveva molestato la sorellina

servizisociali-padova-tuttacronacaL’avvocato Francesco Miraglia del foro di Modena ha querelato una psicologa ed un’assistente sociale di un consultorio dell’Alta Padovana che fa capo ai Servizi sociali dell’Ulss 15. Scrive il legale: “Il figlio della mia assistita viene costretto dai servizi ad incontrare il padre, dopo che l’uomo è stato rinviato a giudizio con l’accusa di aver compiuto abusi sessuali. L’uomo aveva molestato anche la sorellina”. L’azione legale della madre del bimbo è stata intrapresa il 29 giugno scorso: la richiesta è che le due professioniste non si occupino della vicenda avvenuta quando il figlio aveva 3 anni e la figlia 11. Ha spiegato l’avvocato: “Nel 2007 la donna sospetta che il compagno molesti la figlia e quest’ultima, interrogata nel Tribunale di Padova, racconta di come sia stata obbligata dall’uomo a vedere film pornografici, a denudarsi davanti a lui e di come questo adulto la ritenga ‘l’unica donna della sua vita’, invitandola poi, compiuti i quattordici anni, a «vivere insieme per essere una famiglia”. Il legale continua quindi la ricostruzione: “Il fratello più piccolo, nel frattempo, viene obbligato a chiamare ‘mamma’ la sorella e a subire i primi abusi. Il bimbo già all’epoca comincia a dare i primi segni di insofferenza. Il suo comportamento cambia ogni volta che incontra il padre che, nel frattempo, non abita più con loro. Anche il bambino viene ascoltato dal Giudice e nel 2012, l’uomo viene rinviato a giudizio con l’accusa di violenza sessuale sul proprio figlio. Malgrado questo, il Tribunale per i Minori di Venezia obbliga il piccolo a vedere comunque il padre presso i Servizi sociali. Il bambino non approva la scelta e manifesta più volte il suo dissenso, anche davanti agli stessi operatori”. Ancora Miraglia: “Nel giugno scorso i Servizi sociali vengono invitati a presentare una relazione al Tribunale per i Minori di Venezia. La donna si sente ‘accusare’ dagli operatori del Servizio di manipolare il figlio a suo favore. Tutte queste accuse non solo non sono supportate da documenti, da testimonianze, ma denotano come ci sia stato un vero e proprio accanimento contro la donna, che io ritengo ingiustificato. Se il figlio non incontra il padre, è stato detto alla madre, l’alternativa è l’allontanamento”.

Abusi sessuali e maltrattamenti, l’ennesima storia di violenza su una donna

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Una storia di violenza, l’ennesima perpetrata ai danni di una donna. Il compagno, un cittadino albanese di 37 anni con precedenti per reati contro il patrimonio e per spaccio di stupefacenti, la violentava e la maltrattava arrivando anche a schiacciarle la testa sul pavimento con i piedi. L’albanese, irregolare in Italia, residente nel milanese, aveva numerose identità ( la polizia è arrivata a scoprirne almeno 8). La donna, una 49enne, ha sporto denuncia il 5 luglio dopo l’ennesimo atto di violenza. L’uomo, in quell’ultima occasione, aveva abusato di lei contro la sua volontà, arrivando a rincorrerla nudo sul balcone, quando lei aveva cercato di sottrarsi al rapporto.

Il compagno la seguiva ovunque ed era ossessionato che la donna lo potesse tradire. Più volte le aveva rubato il denaro nella sua borsa e aveva usato il suo bancomat per spendere giocare d’azzardo. Più volte l’aveva anche minacciata con frasi del tipo: «se fai denuncia ti ammazzo di botte, ti faccio a pezzi».

Ora l’uomo è stato fermato… Fin quando dovremo raccontare storie di maltrattamenti, di violenze e di abusi di pregiudicati irregolari sul nostro territorio?

La gaffe imbarazzante del Televideo che continua sul web!

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Errare è umano, ma è soprattutto imbarazzante in alcuni casi. Ad essere sotto stretta osservazione, ilarità e ironia è una notizia uscita sul Televideo Rai nel pomeriggio di giovedì 11 luglio in occasione dell’inasprimento delle pene, voluto da Papa Francesco, per i reati contro i minori e il riciclaggio. Per un errore di battitura il Televideo ha mostrato la seguente notizia: 

“Papa, pene più duro per abusi su minori.” 

La gaffe non è passata inosservata e continua a essere bersaglio degli utenti dei social. 

 

L’operazione trasparenza di Papa Francesco: pubblicati i file di Milwaukee

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Prosegue l’operazione trasparenza da parte del Vaticano con alla guida Papa Francesco: sono stati pubblicati infatti, dall’Arcidiocesi di Milwaukee, in Wisconsin, migliaia di documenti relativi allo scandalo degli abusi sessuali che i preti hanno commesso ai danni di minori. Nella documentazione, in cui sono presenti anche dozzine di file personali, compaiono anche i file relativi a Dolan, attualmente arcivescovo di New York ma all’epoca dei fatti arcivescovo di Milwaukee. Il cardinale avrebbe spostato infatti, in un periodo in cui l’arcidiocesi si dirigeva verso la bancarotta, un totale di 56,9 milioni di dollari in un fondo fiduciario destinato alla manutenzione dei cimiteri. “Se vogliono trasferire denaro lo fanno rapidamente, se vogliono mantenere un prete, e la sua storia, segreta, lo spediscono in una località glaciale” ha dichiarato Jeff Anderson al Wall Street Journal. Secondo il legale di 350 vittime degli abusi commessi in ambito ecclesiastico nello stato americano, infatti, si tratterebbe di frode visto che Dolan avrebbe effettuato il trasferimento per proteggere il denaro da rivendicazioni e responsabilità legali. Immediata la replica di Dolan che ha negato tutto in un comunicato ufficiale nel quale spiega che tale fondo è stato creato secondo le leggi statali e non “era uno scudo al processo di bancarotta” in corso. Ma il nome del cardinale appare anche su alcune lettere dirette al vaticano per richiedere punizioni più severe nei confronti di preti che hanno commesso abusi sessuali. Dolan avrebbe invitato la santa sede a revocare un permesso di tornare in servizio concesso a un prete, sostenendo che “la nostra credibilità verrebbe fortemente danneggiata”.

Il coraggio di una figlia: denuncia il padre per abusi sessuali

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E’ finito in carcere su ordine del gip di Santa Maria Capua Vetere un uomo di 42 anni del casertano, con l’accusa di violenza sessuale e maltrattamenti. Vittime erano le sue due figlie, delle quali ha abusato sessualmente fino a quando la più giovane delle due, una minorenne, ha trovato il coraggio di denunciarlo alla polizia. L’uomo, residente sul litorale domizio insieme alla moglie, alle due ragazze e ai figli maschi, ha già un analogo precedente, anche se la vittima, in quel caso, non apparteneva alla sua famiglia. La vicenda è emersa quasi per caso quando, nel marzo scorso, una volante della polizia ha notato una ragazzina piangere per strada. Avvicinata dagli agenti, racconta di non farcela più a subire le attenzioni sessuali del padre e di essere scappata di casa. L’adolescente, condotta presso gli uffici della Mobile di Caserta alla presenza della funzionaria Rosa Cimmino che si occupa proprio di reati sessuali, viene tranquillizzata, conferma le violenze subite e dichiara che ne è vittima anche la sorella maggiore. Entrambe vengono allontanate dalla casa dei genitori finendo in una casa-famiglia e anche la maggiore trova il coraggio di confessare gli abusi subiti. Con il proseguire delle indagini, viene quindi accertato il profondo degrado sociale e morale in cui vive la famiglia delle due ragazze. Si appura inoltre che l’uomo tenta di orientare le testimonianze della moglie e dei figli maschi per far apparire poco credibili le due figlie.

Quel mostro di padre che costringe i figli a subire abusi sessuali

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E’ stato arrestato dai carabinieri un 55enne residente nel Salernitano. Con lui anche due suoi amici, un 51enne e un 57enne. L’uomo, padre di tre figli di età compresa tra gli undici e i sedici anni, costringeva la propria prole e subire abusi sessuali. In alcune occasioni, i rapporti sessuali sono anche stati filmati e i video poi immessi nel mercato della pedopornografia. Le indagini avevano preso l’avvio nel marzo scorso.

Scandalo hot tra i soldati australiani

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Scandalo a base di sesso e internet tra le fila delle forze armate australiane. Almeno in 17, tra soldati e ufficiali, hanno messo in rete dei video che ritraggono militari in momenti intimi e con un commento audio che umilia le donne. Sono le fonti della polizia a rivelare che i soldati si facevano chiamare “The Jedi Council” e si scambiavano filmati di atti sessuali all’insaputa delle donne coinvolte. Il generale maggiore David Morrison, comandante dell’esercito e che ha annunciato la sospensione immediata di tre capibanda, ha descritto il materiale come “umiliante, esplicito e profano”. Sarebbero inoltre 14 gli altri militari “strettamente collegati” con la distribuzione delle immagini, mentre in 90 sarebbero coinvolti più marginalmente nella vicenda. Le vittime, donne riprese a loro insaputa durante incontri di natura sessuale, sarebbero almeno cinque, e tra queste ci sarebbero soldatesse e impiegate pubbliche. Già nel 2011 le forze armate australiane erano state colpite da uno scandalo di natura sessuale, quando un cadetto dell’Accademia militare aveva trasmesso su Skype il suo rapporto con una cadetta, ignara del collegamento, mentre dei suoi amici osservavano quanto accadeva da una stanza vicina. Morrison ha ora spiegato che quanto recentemente accaduto “è peggiore della questione Skype”. In un rapporto del governo lo scorso anno, in cui erano stati dettagliati numerosi incidenti di abusi fra i militari, ci si era basati su oltre mille denunce che comprendevano abusi non solo sessuali ma anche fisici e mentali, risalenti anche agli anni ’50. Da questo, il successivo annuncio del ministro della Difesa Stephen Smith sull’attuazione di una politica di tolleranza zero.

Si fingeva Harry Styles e convinceva le ragazzine a spogliarsi.

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Si fingeva Harry Style se cercava di adescare ragazzine in rete e poi costringerle a spogliarsi. John Eastman, si collegava a skype usando il nickname Harry.Styles888 e esibiva, come foto profilo, il viso del celebre cantante.  A volte offriva biglietti per accedere ai concerti se le ragazzine accettavano di posare nude davanti alla webcam o simulavano atti sessuali. Sicuramente un modo molto ingenuo che però sulle ragazzine aveva una notevole presa, tanto che nell’archivio pedopornografico di Eastman figurano oltre 500 immagini di cui alcune anche di bambine di appena 5 anni. La polizia lo interrogò nel 2012, Eastman fu collaborativo e consegnò il computer, ma, poi, tentò anche di scappare in Virginia, ma la sua fuga durò poco e fu ricondotto nel Connecticut e arrestato. Ieri finalmente si è presentato davanti alla corte e a dichiarato che:

“La mia speranza era che la ragazza si facesse vedere in webcam e poi assumesse pose sensuali o eseguisse qualche tipo di atto sessuale a cui farmi assistere”

L’uomo non era la prima volta che era incriminato per queste accuse, per 10 anni il suo nome, infatti, era stato inserito nel registro dei colpevoli di reati sessuali, per un caso di violenza.

 

Arrestato Don Marco Rasia, accusato di pedofilia.

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Pedofilia e chiesa, ciò che fino a qualche tempo fa faceva scalpore oggi, purtroppo, è spesso tra la cronaca dei nostri giornali e ha lasciato il posto all’indignazione e alla tristezza. Ieri è stato Don Marco Rasia, sacerdote 44enne a essere arrestato con la più infamante tra le accuse. Don Marco era coadiutore della parrocchia di Omegna (Verbania), ma gli abusi sessuali su minori sarebbero avvenuti quando prestava servizio nella parrocchia di Castelletto Ticino.  La Diocesi di Novara ha espresso  «sorpresa, sgomento e tristezza» e ha garantito la «massima trasparenza nei confronti della comunità civile ed ecclesiale».

Le indagini devono ora accertare se altri episodi analoghi si siano verificati anche a Omegna, dove il sacerdote era coadiutore dell’oratorio della parrocchia. Proprio di recente don Marco aveva chiesto, e ottenuto, al vescovo, monsignor Franco Giulio Brambilla, un periodo di distacco dagli impegni pastorale. La decisione del vescovo, precisa la diocesi nella nota, «era motivata da elementi per i quali non era possibile prevedere i successivi sviluppi». Come mai all’improvviso il sacerdote aveva chiesto una pausa dai suoi impegni?   

Pakistan, sempre più violenza contro le donne!

Una 15enne pakistana cristiana è stata sequestrata, violentata e torturata da due influenti musulmani. Fouzia Bibi, proviene da una famiglia povera e lavora come operaia. E’ stata barbaramente violentata e quando ha chiesto assistenza e giustizia alla polizia se l’è vista negare. I violentatori sono “potenti” e a loro è consentito anche di abusare di un’adolescente. Storie del Pakistan, storie universali, storie di dolore e di ordinaria follia. Quando l’uomo imparerà a rispettare le donne forse imparerà a rispettare anche se stesso… ora è solo un oggetto animato da violenza e odio incapace di provare sentimenti se non la brutalità di un crimine indelebile!

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Stupri in India? Da oggi c’è la pena di morte!

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Nastassja Kinski conferma le accuse della sorellastra contro il padre.

 

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Rapporto caso Savile: 73% degli abusi sessuali erano su minori

Sconcertante il rapporto sul caso Savile e sale rabbia per non aver avviato un processo mentre la star della tv britannica era ancora in vita.

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Human Rights Watch chiede all’India misure serie contro gli abusi

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Caso savile, l’inchiesta si amplia, 450 possibili vittime

82% di sesso femminile e 8 su 10 erano bambini o adolescenti.

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Minh Dang: la tragedia di essere poveri “stuprata e venduta dai miei genitori”

TRUST WOMAN – DIARIO DI UNA LONDINESE

“Come tutti i profughi volevano farcela. Mia madre è stata la sola a fuggire dal Vietnam in tutta la sua famiglia.  Si sono conosciuti sulla barca che li ha portati illegalmente. Sono diventati partner criminali. Mia madre era abusiva, picchiava me e mio fratello maggiore dopo averci fatti spogliare nudi, e ci diceva: siete nati negli Stati Uniti, di cosa vi lamentate? Ho subito abusi sessuali da parte di mio padre a partire dall’età di tre anni. Mia madre non lo ha impedito, ed è durato finché sono scappata a 20 anni”.

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