Il sospetto: il parroco ha abusato di dieci ragazzine della sua parrocchia?

parroco-abusi-tuttacronacaIl paese di Agordino, in provincia di Belluno, se ne parla da tempo: alcune ragazzine che frequentano la parrocchia sarebbero state vittime di presunti atti di violenza sessuale ad opera del parroco che da alcuni anni è a capo della chiesa locale. Il suo predecessore se ne andò, costretto dai continui dispetti da parte di ignoti che minarono profondamente la sua resistenza. Per questo motivo, un giorno fece le valige e non tornò più. Ora il sospetto si è di nuovo impossessato del paese, dopo l’audizione, da parte dei carabinieri, di ben dieci mamme di altrettante bimbe.

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13enni su un pullman da Taranto a Roma… per conoscere un amico di Facebook!

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Sono scappate di casa e sono salite su un pullman due tredicenni di Taranto che hanno raggiunto la Capitale per conoscere un loro amico di Facebook. Il progetto delle ragazzine però è stato sventato dalla polizia che ha rintracciato l’unico pullman in partenza dalla città pugliese diretto a Roma. Su quello stesso pullman viaggiava anche una donna poliziotto che non ci ha messo molto a individuare le due ragazzine. Intanto, il pullman era arrivato in Basilicata, nel comune di Grassano dove, allertati, i carabinieri della locale stazione hanno preso in custodia le due ragazzine fino all’arrivo dei loro familiari.

 

Liam si affaccia dalla finestra ed è ovazione: Directioners in attesa della band

one-direction-milano-tutttacronacaA Milano manifestano i forconi, gli studenti universitari sfilano in ricordo della strage di piazza Fontana… e le ragazzine prendono d’assedio l’albergo Principe di Savoia. Protestano contro qualcosa? No, attendono di vedere per meno di un secondo i loro idoli, gli One Direction. La band inglese del momento parteciperanno questa sera alla finale di XFactor e nel frattempo centinaia di fan scatenate, giovani adolescenti per lo più, si sono riversate in strada con striscioni e foto dei loro idoli in mano e stanno cantando le canzoni della band improvvisandosi in balletti. Liam, uno dei componenti degli One Direction, si è affacciato alla finestra, le ha salutate e scattato loro una foto.

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Squarciato il velo sulla prostituzione minorile? Baby squillo alcova al Pigneto

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Vittime di un’organizzazione che voleva solo sfruttarle, renderle schiave e zittirle con i soldi in tasca. Ora i presunti sfruttatori delle ragazzine di 14 e 15 anni sono in carcere ma seguitano a negare le loro responsabilità. La madre della ragazzina di 14 anni si difende e dichiara solo un difficile rapporto con la figlia: «Ho due figli, il loro padre è stato completamente assente dopo la separazione. Non ci ha aiutato in nessun modo. Io ho avuto difficoltà nella gestione dei ragazzi, specie con Andrea (il nome è di fantasia)». Perché il fratello di Agnese, 14 anni, ha dei problemi sin dalla nascita. «Agnese, sin dal IV ginnasio ha cominciato ad avere atteggiamenti aggressivi. Anche per lei avevo chiesto supporto alla Asl Roma B. Agnese si vergognava della nostra condizione economica e diceva di odiare il fratello perché attribuiva a lui l’origine di tutti i nostri problemi economici». E ancora: «Agnese voleva uscire anche durante la settimana non solo il sabato. Avevamo spesso degli alterchi, ho chiamato due volte i carabinieri». Poi la mamma finita in manette ha raccontato al gip come non volesse che sua figlia frequentasse la compagna più grande, quella che secondo la procura l’avrebbe coinvolta nel giro di prostituzione: «Non volevo Angela (il nome è di fantasia) in casa mia, perché è ineducata vestiva in modo non adeguato alla sua età. È sguaiata». Eppure la mamma dell’altra ragazzina, la donna che ha fatto partire l’inchiesta dopo avere trovato i soldi nella borsa di sua figlia e ricevuto lettere anonime, aveva capito che qualcosa non andava. Ai carabinieri ha consegnato 40 pagine di messaggi telefonici e corrispondenza Whatsapp di Angela. E quelle conversazioni lasciano pochi margini ai dubbi. «La mamma di Angela – ha detto a verbale la donna – venne un giorno da me e disse che le ragazze facevano cose strane. Venne d’estate, pensavo si riferisse ai tatuaggi oppure la fatto che bevessero. Agnese mi rassicurò sul fatto che non facevano nulla di strano, mi disse che aveva trovato un lavoretto in un bar. Quando tornava a casa con delle nuove scarpe mi diceva che gliele avevano regalate le amiche perché loro potevano permettersele». Poi replica all’accusa più terribile. Quella di avere preso soldi dalla figlia e di averla indotta a prostituirsi: «Non ho preso soldi da mia figlia. Nulla sapevo di appuntamenti. Non ho saputo gestire questa situazione. Non ho denunciato perché non sapevo con chi aveva a che fare mia figlia e avevo paura per lei. Non sapevo chi dovevo denunciare». Poi conclude: «Bene, sono contenta che è successa questa cosa: la volevo fermare in tutti i modi. La donna fornisce anche il nome dello psicologo della Asl che segue il figlio più piccolo e al quale si era rivolta.

Ma anche Mirko Ieni, uno degli uomini che guadagnava vendendo le due adolescenti, si è difeso: «Io mi prostituisco – a detto Ieni davanti al gip – le cose partivano da Nunzio (Nunzio Pizzacalla, l’altro presunto complice  finito anche lui in manette, ndr), io forse davo una mano. Io mi prostituivo, non ho mai dato la droga alle ragazze». Poi ha tentato di ricostruire: «Le ragazze le ho conosciute in un ambiente notturno, loro facevano tardi la notte. Non sapevo la loro età. La più grande mi aveva detto che si era iscritta all’università. Anch’io mi prostituivo, c’era una complicità amichevole fra tutti quanti. Non ho mai avuto rapporti sessuali con loro, gli lasciavo casa mia perché mi fidavo. Gli lasciavo anche le chiavi. Stavano sempre in giro con il taxi, non ho mai forzato nessuno. Non ho mai minacciato nessuno. Se c’era il discorso da fare insieme prendevo qualcosa. Ma non sapevo che era minore. Eravamo complici, amici, ma non sapevo che erano minorenni. Mettevo gli annunci e rispondevo a ipotetici clienti. Ma era nata una bella amicizia fra noi e non ho mai chiesto una foto alle ragazze, nulla so del materiale pedo-pornografico. Non mi sarei mai permesso».

Ieni non ha potuto smentire però quegli sms riportati nell’ordinanza, in quelle occasioni diceva con chiarezza di volere sfruttare le ragazzine guadagnando fino a 600 euro al giorno: «Se non le sfrutto ora non le sfrutto più».

In una conversazione intercettata dagli investigatori, uno degli arrestati parla con una donna ancora da identificare. I due parlano di case da trovare per poterci fare andare le ragazze, e non solo le minorenni. La sconosciuta dice: «Ci sta pure l’amichetta mia che ha le case, ha uno dell’agenzia che ha un sacco di appartamenti al centro buone per lavorare però non so…». Per gli investigatori è chiaro che la donna sta parlando di cifre da pagare per un appartamento. Dice, «Ho il numero del Pigneto», la cifra è di 40 euro. Alla fine, si legge nell’ordinanza, si capisce che l’uomo concorda l’affitto dell’appartamento. I due si mettono d’accordo sul prezzo. L’uomo ha fretta di avere la casa a disposizione, ne ha bisogno subito. Poi l’uomo si mette d’accordo con le studentesse, dice che passerà a prenderle lui, probabilmente all’uscita da scuola. Le minorenni erano finite in un giro troppo più grande di loro, «volevamo uscirne», hanno detto agli inquirenti, «all’inizio era un gioco, ma poi volevamo starne fuori, però ormai era difficile».

Intanto vengono diffusi i dati sulla prostituzione minorile in Italia: secondo un’indagine qualitativa di Save the Children, nel 2010 il fenomeno dello sfruttamento sessuale dei minori è rimasto nel complesso stabile rispetto all’anno precedente, ma per quanto riguarda i circuiti indoor si è invece registrato un incremento. Secondo le stime, in Italia la baby squillo ha quasi sempre un «volto» straniero: molte minorenni rumene e nigeriane, di età prevalente tra 16 e 18 anni, meno spesso tra 14 e 16 anni. Il sommerso, però, riguarda soprattutto la prostituzione al chiuso (indoor) che rimane sconosciuta e incommensurabile. Come il caso delle baby prostitute romane. Secondo le testimonianze le ragazzine vengono sfruttate sia in appartamenti privati che in locali pubblici, come night club, e centri massaggi. La collocazione al chiuso, tuttavia, rende invisibili anche le persone e le loro condizioni, riducendo le possibilità di intervento degli operatori, di accesso ai servizi e di opportunità di aiuto. Rispetto all’età, l’indagine ha confermato che la maggior parte delle ragazze vittime di sfruttamento sessuale ha un’età compresa tra i 16 e i 18 anni. Tuttavia, in Calabria, nelle Marche e Abruzzo, in Veneto, Campania e Lazio è stata riportata anche la presenza di ragazze tra i 14 e i 16 anni. E proprio in questi casi, difficilmente si prostituiscono in strada. Quasi nessuna, tra l’altro, si dichiara minore, soprattutto durante i primi incontri con gli operatori sociali, probabilmente per paura e in seguito agli ordini ricevuti dagli sfruttatori.

I clienti delle prostitute le aspettavano all’uscita da scuola

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Le compagne di classe delle baby-prostitute avrebbero raccontato che i clienti sarebbero venuti a prendere le ragazze all’uscita da scuola, in uno dei licei classici più prestigiosi della Capitale. Il Corriere della Sera ricostruisce così:

“La fila di microcar arriva fino in fondo alla strada. Ci sono anche quelle in divieto di sosta. A bordo ragazzine che parlano al telefonino e aspettano le amiche all’uscita da scuola. «Ti ricordi? È quella che girava sempre con le minigonne e le magliette scollate…». Il passaparola va avanti da due giorni. E non accenna a fermarsi nemmeno davanti al portone del liceo classico a due passi dal centro, uno degli istituti della Roma bene, qualche mese fa già finito in un’altra indagine. Allora fu bullismo, oggi prostituzione. Le ex compagne di scuola delle due baby squillo nell’occhio del ciclone si ricordano bene di loro. «Appariscenti, si vedeva che amavano mettersi in mostra: vestiti firmati, molto sexy, insomma si notavano», racconta un’alunna del ginnasio. Lei, come le amiche che fanno capannello alla fine delle lezioni, indossa jeans, maglietta e scarpe da ginnastica. «Ecco, erano l’esatto contrario», tiene a sottolineare. «Con noi parlavano poco, era chiaro che avevano dei segreti. Amiche? Beh, forse fino a un certo punto. Poi le cose sono cambiate. Il loro giro era un altro e l’avevamo capito: avevano i soldi, altro che paghette settimanali, e poi le venivano a prendere dei ragazzi molto più grandi». Forse erano clienti.
A 14 anni «un trentenne è un vecchio, qualcuno anche con la barba. Era chiaro che frequentassero gente diversa. Ma fino a questo punto proprio non potevamo immaginarlo — dice un’altra fuggendo via —. Una non la vediamo da un anno, ci hanno detto che ha mollato gli studi. L’altra invece l’hanno iscritta in un’altra scuola, qui vicino. Ma anche lì non è che si veda spesso».
[…] «Sempre truccate, un po’ eccessivo per stare sui banchi. E poi i tatuaggi, il modo di parlare già da grandi, così diverso da noi. Fumavano, questo sì, sempre con la sigaretta in mano. Certo, poverette, per quanto grave quello che è successo non è giusto che siano finite in questo casino».

Ora l’indagine si amplia e si teme che il fenomeno, sviluppatosi tramite internet e WhatsApp, potrebbe essere esteso ad altre regioni italiane e riguardare altre ragazze, anche minorenni come le due baby squillo dei Parioli.

  

Sms shock delle baby prostitute “E’ un brutto panzone ciccione, levagli due piotte”

babysquillo-tuttacronaca-parioliUna madre aveva fatto scattare l’inchiesta a maggio dopo aver scoperto che la figlia si prostituiva e tirava cocaina. I militari mettono sotto controllo i cellulari della 14enne e di un’amica che ha compiuto ieri 16 anni arrivando a scoprire chi frequentano. Tre uomini conosciuti su Facebook: Nuzio Pizzacalla, un militare dell’esercito, Mirko Ieni, giovane disoccupato, e Riccardo Sbarra, un commercialista. Le liceali sanno quello che fanno, mandano foto e video intimi che i loro amici postano in rete. Nonostate i tre non facciano parte di un’organizzazione, secondo le accuse ognuno di loro sfruttava le minorenni procurando i clienti. Mirko Ienni trova un monolocale in affitto ai Parioli. Secondo quanto è emerso dall’inchiesta le ragazze con i soldi guadagnati compravano droga e vestiti. Come ricostruisce il Messaggero,  il quarto uomo finito in carcere è un commerciante di 29 anni, Mario Michael De Quattro, il giovane aveva filmato i suoi incontri con una delle ragazze e pretendeva 1.500 euro per non postare tutto sui siti. Intanto l’indagine prosegue, ci sono altri cinque indagati che giurano che non sapevano di avere rapporti sessuali con due minori, ma per gli inquirenti “scambiare una quattordicenne per una ventenne è inverosimile”. Eppure è quanto il commercialista dichiara, ripetendo che non era a conoscenza che le due ragazzine del Parioli fossero minorenni. Anche la madre di una delle due ragazzine è finita in manette: la barista incitava la figlia ad andare con gli uomini e prendeva una parte dei soldi così guadagnati dalla figlia. Le minorenni avevano caricato le loro foto osè sul sito di annunci Bakeka Incontri e anche su Facebook si lasciavano andare a commenti più espliciti sul sesso e sul tipo di vita che conducevano. Da quanto emerso, le forze dell’ordine hanno intercettato delle comunicazioni tra le due ragazzine e gli uomini. “Mimmi ne abbiamo fatto uno solo”, digita una delle minorenni. “Vi ha dato 300 euro, ok, ci vediamo domani”, risponde Mirko Ieni e aggiunge “Questo vi vuole offrire una vacanza a Cannes di cinque giorni, ho chiesto mille euro al giorno, lui cinquecento, trovate voi una via di mezzo”. E ancora: “Stellina quello con lo Smart di ieri vuole lo stesso trattamento, vieni da me”. Nello scambio di messaggi, le due contrattavano il pagamento: “400” risposta: “sono troppi”. Non solo, venivano indirizzate sui costi della prestazione: “Questo è un brutto panzone ciccione, levagli due piotte”. Poi i rimproveri per i ritardi rispetto agli appuntamenti procacciati: “Ti devi sbrigare, ti fai venire a prendere e vieni qua, altrimenti con me hai chiuso. Micia io ci lavoro con questa roba, siete poco precise: adesso devi farti questo, ha staccato dal lavoro, ci porta duecentocinquanta euro, di cui una piotta e mezza è mia perché la casa la sto pagando io, vieni, te lo fai e te ne vai”. Ma c’è anche dell’altro, Nunzio Pizzicalla ad esempio chiedeva “un po’ di foto sexy, anche con il seno di fuori” e ordina di fargli sapere, a ogni incontro, tempi e soldi della prestazione. Se poi una ragazzina non riusciva a rispettare tutti gli appuntamenti: “Non so se per te è un gioco, ma oggi ti dovevi fare una persona, ti ha chiamata, ma tu stavi dormendo”. Ieni, durante una conversazione telefonica, si è anche vantato della sua “attività”: “Mi fanno guadagnare seicento euro al giorno”.

Cinque italiani facevano prostituire due ragazzine di 14 e 15 anni

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Due ragazzine italiane di 14 e 15 anni adescate su Facebook venivano sfruttate da cinque italiani che le facevano prostituire nel pomeriggio, quando uscivano da scuola. Il Nucleo Investigativo di Roma ha arrestato la banda e ha scoperto le ragazzine utilizzavano talvolta i loro guadagni per acquistare droga.

Maxi rissa tra ragazze termina con una 16enne in ospedale

rissa-ragazze-tuttacronacaDue gruppi di ragazzine, dodici in tutto, con un’età compresa tra i 12 e i 14 anni, hanno dato il via a una maxi rissa a Cinisello Balsamo, nel Milanese, davanti al centro culturale Pertini, in piazza Confalonieri. Parolacce e spintoni sono arrivati dopo che una delle adolescenti aveva rivolto un appezzamento poco carino nei confronti di una componente della banda opposta. Le giovani sono venute alle mani e una 16enne di passaggio, vedendo la scena, ha provato a intervenire per portarle a più miti consigli. Per risposta, una delle contendenti le ha detto: “Stai zitta, cicciona…” La frase ha subito messo d’accordo le adolescenti che da quel momento se la son presa con la nuova vittima, colpendola con sberle e calci. E’ dovuto intervenire un agente della polizia locale per aiutare la 16enne, mentre le altre si sono disperse. La malcapitata che voleva solo dare una mano è stata trasportata al pronto soccorso dell’ospedale Bassini di Cinisello Balsamo dove ha ricevuto una prognosi di cinque i giorni. La ragazza si è poi presentata al commissariato con i genitori e ha riportato quanto accaduto. Grazie alle testimonianze di alcuni studenti, che si trovavano all’interno della biblioteca Pertini, e poi ricorrendo a Facebook, gli agenti sono riusciti a identificare tutte le ragazze coinvolte nel pestaggio, che si sono presentate in commissariato accompagnate dai genitori. Tutte sono state denunciate per lesioni e percosse.

Chi è la ragazza con Harry Styles?

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Nelle ultime ore impazza sul web una foto di Harry Styles, membro dei One Direction, idolo di milioni di ragazzine, ritratto insieme a una ragazza. La foto, scattata dopo una festa per il film della band, immortala i due ragazzi abbracciati che, prima si sorridono e poi si sfiorano le labbra. Ecco che le fans si sono scatenate per cercare di capire chi fosse la misteriosa ragazza anche perché in una recente intervista lo stesso cantante aveva affermato:

“C’è una persona che mi piace al momento. Fidanzata? E’ soltanto una a cui penso spesso negli ultimi tempi, nulla di più. Durante i momenti della tua giornata c’è sempre qualcuno a cui pensare”.

Sarà davvero lei la ragazza dei sogni di Harry Stiles?

Caso Sacher: 15enni accusate di omicidio volontario!

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Si tratterebbe di omicidio volontario l’accusa mossa dalla Procura dei minori di Trieste nei confronti delle due 15enni che avrebbero ucciso Mirco Sacher, il pensionato di 66 anni delle ferrovie trovato morto in un campo della periferia di Udine. Su questa base la Procura ha chiesto e ottenuto dal Gip una nuova misura cautelare di quattro mesi in comunità nei confronti delle ragazzine. Le due quindicenni dovranno rimanere quindi un altro mese – fino all’ otto agosto – nelle strutture in Veneto e Lombardia dove sono ospitate dall’otto aprile. Secondo quanto si è appreso, una volta che dalla Polizia scientifica di Roma giungeranno i risultati degli esami tecnici biologici e sul Dna, le indagini potrebbero essere chiuse.

Si fingeva Harry Styles e convinceva le ragazzine a spogliarsi.

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Si fingeva Harry Style se cercava di adescare ragazzine in rete e poi costringerle a spogliarsi. John Eastman, si collegava a skype usando il nickname Harry.Styles888 e esibiva, come foto profilo, il viso del celebre cantante.  A volte offriva biglietti per accedere ai concerti se le ragazzine accettavano di posare nude davanti alla webcam o simulavano atti sessuali. Sicuramente un modo molto ingenuo che però sulle ragazzine aveva una notevole presa, tanto che nell’archivio pedopornografico di Eastman figurano oltre 500 immagini di cui alcune anche di bambine di appena 5 anni. La polizia lo interrogò nel 2012, Eastman fu collaborativo e consegnò il computer, ma, poi, tentò anche di scappare in Virginia, ma la sua fuga durò poco e fu ricondotto nel Connecticut e arrestato. Ieri finalmente si è presentato davanti alla corte e a dichiarato che:

“La mia speranza era che la ragazza si facesse vedere in webcam e poi assumesse pose sensuali o eseguisse qualche tipo di atto sessuale a cui farmi assistere”

L’uomo non era la prima volta che era incriminato per queste accuse, per 10 anni il suo nome, infatti, era stato inserito nel registro dei colpevoli di reati sessuali, per un caso di violenza.

 

Svolta nell’omicidio Sacher… sesso, denaro e ricatti.

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Da vittime a carnefici questo l’iter che sembrerebbe essere alla base delle indagini sull’omicidio di Mirco Sacher, il pensionato, ex ferroviere 66enne, amico di famiglia di una delle 15enni che lo ha ucciso. La perizia effettuata sui cellulari delle ragazze ha portato alla luce una scomoda verità. Appena quattro giorni prima di morire Sacher scriveva a una delle 15enni “Grazie, Ci penso ancora. E’ stato bellissimo”. Poi c’è stata la testimonianza di un ragazzino che ha ammesso di aver “comprato” anche lui una prestazione sessuale da una delle due. Ma altri reati stanno pendendo sul capo delle 15enni. Sembrerebbe infatti che qualche giorno prima dell’uccisione di Sacher le ragazze avessero rapinato un anziano. Lo schema, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, era semplice: sembrare disponibili, poi derubare i malcapitati e minacciare denunce per violenze sessuali.

Quel 7 aprile, secondo gli inquirenti, i 3 si sarebbero appartati in una strada laterale e le due ragazzine poi sarebbero saltate addosso all’uomo e lo avrebbero soffocato. Omicidio volontario questo è il verdetto della perizia che verrà depositata la prossima settimana.

Il video riporta anche la testimonianza del direttore della scuola frequentata dalle 15enni. La scuola aveva, come più volte è stato ribadito, allertato le famiglie, che le ragazze si sarebbero trovate a rischio bocciatura, a causa dei loro comportamenti e dei profitti.

Strappa il velo ad un’altra studentessa: rissa a scuola tra ragazze

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Ieri pomeriggio uno scontro a base di spinte, schiaffi e graffi, avvenuto in un istituto superiore di Bologna, ha richiesto l’intervento delle volanti della polizia e dei sanitari del 118. La rissa è stata provocata da una 14enne marocchina, già nota ai docenti per la sua intemperanza, che durante la ricreazione si è lanciata su due compagne, una tunisina e una bengalese, tentando di strappare loro il velo islamico che sono solite indossare. Le due vittime hanno reagito e ne è nata una rissa che ha obbligato i bidelli ad intervenire per dividerle.

Giallo profondo in un mistero buio… Mirco Sacher è stato soffocato?

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L’autopsia effettuata oggi sul corpo di Mirco Sacher non conferma la morte per soffocamento anche se le lesioni riscontrate sono plausibili. Il problema però è più complesso perché il quadro clinico riscontrato nel corso delle analisi porta ad evidenziare un quadro complesso e poco chiaro, frutto di una dinamica non semplice da interpretare. Insomma siamo in un giallo che è un “mistero buio” che forse ci vorrà del tempo per arrivare a una soluzione che rimetta insieme le tante tessere del puzzle. Ora si attendono le perizie tossicologiche e poi, in 30 giorni, dovrebbero essere pronte le analisi istologiche. Quel che è sempre meno probabile è l’ipotesi che l’uomo volesse violentare una delle due ragazze.

 

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