La Kyenge alla mensa con l’orologio da 23mila euro… ma è una bufala!

kyenge-orologio-tuttacronacaIl giorno di Natale il ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge, insieme alle figlie Giulia e Maisha, ha servito il pranzo agli immigrati del Centro Astalli di Roma. E subito è scattata la polemica: stando a una foto che circolava in rete, infatti, l’orologio al polso del ministro sarebbe stato un Vacheron Constantin Patrimony Traditionelle Quartz dal valore di oltre 23mila euro. Tutto sarebbe partito dal sito Bastacasta, che titola: “L’austerità “cafona” della Kyenge? Orologio da 23 mila euro mentre si fa fotografare nella mensa dei clandestini. Un precario impiega tre anni a guadagnare quei soldi. Vergogna!” Il malinteso, però, è stato chiarito da Domenico Grispino, il marito del ministro, che ha spiegato: Io quando è entrata in Parlamento le ho donato un Lorenz da 200 euro, un orologio meccanico che rimane sempre indietro perché lei si scorda di caricarlo. Ora la chiamo e le chiedo se avesse al polso il mio regalo”. Dopo la telefonata, la conferma: “Cécile aveva indosso il Lorenz. Se vuole la porto nell’oreficeria di Modena in corso Canalchiaro dove l’ho acquistato insieme al mio Tissot da 100 euro. Ho pagato con carta di credito e quindi la spesa è facilmente verificabile”.

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Cecile Kyenge torna all’attacco sulla cittadinanza

cecile_kyenge-tuttacronacaL’obiettivo per il 2014 del ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge non cambia: è lo ius soli, come dimostra un tweet postato oggi: “2014 verso una nuova cittadinanza: chi nasce e/o cresce in Italia è italiano!” scrive il ministro.

twitterIeri la Kyenge era al Centro Astalli con la famiglia per servire il pranzo ed è stata riconosciuta da alcuni ospiti: “grazie per essere qui” ha detto uno di loro. “Ho voluto essere, insieme alla mia famiglia, al Centro Astalli per servire le persone che frequentano la mensa” ha commentato poi Kyenge, intervistata dalla trasmissione di Radio Uno Baobab. “Ho voluto mangiare quello che mangiano loro e soprattutto servirli. Una persona che siede nelle istituzioni deve dimostrare di essere tra la gente e servire gli altri”, ha aggiunto.

Il Natale del ministro Kyenge: a servire pranzi in una mensa per profughi

kyenge-tuttacronacaGiornata di Natale servendo il pranzo per Cécile Kyenge che, insieme alle due figlie, Giulia e Maisha, ha trascorso il 25 dicembre in una mensa per profughi, al Centro Astalli di Roma gestito dai gesuiti. Mentre le figlie tagliavano panettoni e pandori e distribuivano arance, il ministro dell’Integrazione, con grambiule, guanti e cappellino bianco, ha impilato i piatti di plastica per poi servire la pasta ai presenti. Al pranzo era presente anche il marito del ministro, Domenico Grispino.

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Lapo vittima di abuso: i Gesuiti negano che sia mai stato in un loro collegio

lapo-elkann-tuttacronacaVenerdì l’intervista che ha fatto discutere tutta l’Italia: la rivelazione shock di Lapo Elkann che al Fatto Quotidiano ha raccontato di esser stato fatto oggetto di abusi sessuali ancora ragazzino, a soli 13 anni. E poi il racconto di esser stato mandato in collegio dai Gesuiti. Sulla seconda parte, però, gli stessi Gesuiti pongono un “alt” e consigliano al rampollo di casa Agnelli di mettere in ordine i suoi ricordi. Perchè, a quanto dicono i religiosi, in un loro collegio non c’è mai stato. Vitangelo Denora, delegato per le scuole della Provincia d’Italia della Compagnia di Gesù, come riporta Famiglia Cristiana, ha dichiarato: “Siamo molto vicini a Lapo Elkann, che oggi ha condiviso su un quotidiano una ferita profonda della propria adolescenza. Preghiamo per lui con tutto il cuore e condanniamo con ogni fermezza gli abusi compiuti nei suoi confronti. Per chiarezza e completezza di informazione, ci sentiamo però di dover escludere che abbia mai studiato in uno dei nostri collegi in Italia, né – a quanto ci risulta, dopo aver compiuto le prime verifiche – in uno degli istituti della Compagnia presenti nel mondo”. E prosegue: “Il nostro modello educativo si basa sul rispetto della persona e sulla sua crescita umana, che accompagna e per certi versi addirittura precede quella culturale: i gesuiti puntano sull’educazione per formare uomini e donne di speranza, capaci di rendere migliore il proprio Paese e il mondo che li circonda. Saremmo felici di ospitare Lapo Elkann quanto prima, in uno dei nostri 6 collegi in Italia, per discutere con lui dei ragazzi e dei loro sogni e magari, se vorrà, di avviare anche qualche progetto insieme”.

Il Papa e l’Europa, i 30 minuti di Francesco e Schulz

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Un incontro durato 30 minuti fra Papa Francesco e il presidente del Parlamento Europeo, Martin Schulz che si è svolto in privato alla sola presenza di un interprete. Al momento dello scambio dei regali, Schulz ha donato al Papa un fotoalbum sulla visita di Giovanni Paolo II al Parlamento Europeo di 25 anni fa e un libretto di preghiere tedesco di epoca ottocentesca, dei Gesuiti.

Perinde ac cadaverem!

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Scopri il Gesuita che è in te! Obbedienza totale al tuo Superiore è una delle regole dei Gesuiti e Francesco la rende al suo unico Superiore, prima di iniziare la Via Crucis  con la sue stazioni piene di simboli  misericordiosi… L’incontro con la Madre dà il senso della famiglia, il Cireneo è il simbolo di chi accetta la croce  che può  anche “inchiodare a una sedia”, ma non può impedire di sognare. L’incontro con le pie donne, un richiamo alla dignità  di tutte le donne, Veronica che asciuga il volto di Gesù, il simbolo della solidarietà e  della pietas. Per chi crede e per chi no, il Cristianesimo ci indica i valori universale della convivenza civile.

La testimonianza del Papa per i suoi rapporti con al dittatura!

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E’ appurato che l’allora arcivescovo di Buenos Aires, Jorge Bergoglio, incontrò il dittatore argentino Jorge Videla  e il capo della Marina Emilio Massera. La dichiarazione resa da Bergoglio davanti al Tribunale Federale per giudicare i crimini contro l’umanaità commessi dalla dittatura, fu allegata agli atti e servì come testimonianza per rafforzare l’accusa. In  tale deposizione dove Jorge Bergoglio chiarisce che incontrò il dittatore e il capo della Marina per chiedere la liberazione dei due frati gesuiti che erano stati  rapiti, Orlando Yorio e Francisco Jalics e grazie al suo intervento furono rilasciati alcune settimane dopo. L’interrogatorio è datato 10 novembre 2010 e dura quattro ore! La testimonianza inizia con “non ricordo chi mi telefonò per dire che i miei fratelli gesuiti erano stati presi dal regime, una persona del Barrio, che non ricordo”! Su un fatto così eclatante, Jorge non ricorda? Chiunque poteva chiamare Jorge Bergoglio che già ricopriva una carica importante all’interno della compagnia di Gesù? Chi avvisò che avevano preso i confratelli?

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