L’Europa e la violenza sulle donne: i dati allarmanti

feminicidio-tuttacronacaSono stati coinvolti i 28 Paesi dell’Unione europea nel primo sondaggio sulla violenza domestica e quello che sorprende tutti è che, da quanto emerso, gli abusi di genere sono più diffusi nel civile nell’Europa del Nord. Ad aggiudicarsi il primo posto, infatti, è la Danimarca, dove il 52% di donne racconta di avere subìto violenza fisica o sessuale dall’età dei 15 anni, quindi la Finlandia (47%) e terza la Svezia (46%). Subito alle loro spalle si trovano Paesi Bassi (45%), Francia e Gran Bretagna (44%). Per quel che riguarda l’Italia, il nostro Paese si trova in diciottesima posizione, con il 27%. Le percentuali includono tutte le molestie che le donne subiscono, da compagni e uomini della famiglia ma anche da sconosciuti, colleghi di lavoro, capi. In media, una europea su tre riporta di essere stata vittima di questi abusi (33%), equivalente a 62 milioni di donne. La percentuale scende al 22% – una donna su cinque – se consideriamo unicamente la violenza domestica. A condurre l’indagine è stata l’Agenzia europea per i diritti fondamentali (Fra) e ha coinvolto 42mila donne (circa 1500 per ogni Paese) alle quali è stato chiesto in forma anonima di raccontare se nella loro vita abbiano mai avuto esperienza di stupri, molestie sessuali, violenze fisiche, stalking da parte degli uomini con i quali sono venute a contatto. Ma quello che è emerso è anche che solo una donna su dieci ammette di aver denunciato l’episodio alla polizia nel caso l’autore degli abusi sia stato un partner sentimentale (13%) o un altro uomo (14%). Eppure, rivelano i curatori del sondaggio, “ciò che emerge è un quadro di abuso diffuso che danneggia la vita di molte donne”: una europea su dieci (circa 20 milioni di donne) dice di avere subìto una qualche forma di violenza sessuale, e una su venti è stata stuprata. Viste le cifre impressionanti, Fra ritiene che i governi dovrebbero utilizzare questi numeri per creare politiche strutturali contro la violenza di genere: “Si tratta di una violazione della dignità umana e, nelle sue forme peggiori, vìola il diritto alla vita. E’ anche una espressione estrema della disuguaglianza dei sessi”. Il dossier tenta anche di rispondere ai negazionisti: “Le donne possono perpetrare violenze, e uomini e ragazzi possono essere vittime di violenza attuata da entrambi i sessi, ma i risultati di questa indagine mostrano che la violenza contro le donne è messa in atto specialmente dagli uomini”. Per quel che riguarda l’Italia, come analizza l’Huffington Post:

appartiene alla schiera dei Paesi europei che riportano meno violenze nei confronti delle donne, nonostante il 91% degli italiani sia cosciente che questo è un problema gravissimo e molto diffuso. Il 6% delle italiane ammette di avere subìto violenza domestica nei 12 mesi precedenti al sondaggio, mentre il 39% delle nostre connazionali dice di comprendere nella cerchia delle amicizie o famigliare un’amica che subisce un compagno violento. E la maggioranza, il 58%, con buona pace della legge contro il femminicidio è convinta che non esista alcuna misura legislativa per proteggere le vittime degli abusi di genere. Eppure il nostro Paese viene inserito tra i pochi Paesi europei ad avere una linea telefonica governativa per aiutare le donne in difficoltà (il 1522), e nella lista dei governi che sono riusciti a definire nel codice penale il maltrattamento nei confronti delle donne.

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Nonno orco: si finge amico di famiglia, abusa di due compagne del nipote

abusi-su-bimbe-tuttacronacaE’ il Messaggero che racconta una vicenda avvenuta a Fiumicino, Roma, dove un nonno si era offerto di dare una mano a due ragazzine compagne di scuola di suo nipote. La madre delle due sorelle, di 15 e 16 anni, è malata. Loro ne soffrono ma trovano nel sessantenne un nonno che è tanto gentile quanto premuroso. Ma dietro le migliori facciate spesso si nascondono orchi e questo caso non fa eccezione: l’uomo si finge amico di famiglia, fa salire le sorelle nella sua auto e abusa di loro per mesi. Per le due sorelle, l’incubo è terminato sabato, quando gli agenti del commissariato di polizia di Fiumicino sono andati a casa del 60enne notificandogli la misura cautelare degli arresti domiciliari. L’accusa è di violenza sessuale ai danni di minori. Si legge sul quotidiano:
Lui è il cosiddetto «insospettabile». Non ha mai avuto problemi con la giustizia, in famiglia era semplicemente un nonno premuroso. Loro, le vittime, sono due ragazzine che hanno tentato più volte di respingere le avances dell’anziano. Conoscono l’uomo perché è il nonno di un loro compagno di classe. L’orco conquista la fiducia della mamma delle sorelle e si insinua nelle loro vite. Va a prenderle a scuola, dice loro di essere innamorato, compra loro delle ricariche per i cellulari, fa regalini: borsette e altri oggetti da ragazzine. Arrivano gli approcci sessuali, le violenze, le ragazzine che provano a respingere quell’uomo, ma che non hanno il coraggio di confessare tutto ai genitori. Ad accorgersi che c’è qualcosa che non va saranno gli zii. Vedranno gli sms con testi inequivocabili che quell’uomo mandava alla ragazzine, si chiederanno come mai i cellulari di Sara e Paola erano sempre carichi.
Spunterà fuori anche un cellulare che l’anziano ha provato a regalare alle ragazzine per comunicare con loro in segretezza. Sara e Paola sono sconvolte, non riescono più a trattenere la paura, la rabbia per quello che hanno subito. Con la mamma denunciano tutto al commissariato di Fiumicino che fa subito partire le indagini. L’uomo negherà e subito dopo la denuncia minaccerà anche la famiglia di Sara e Paola chiedendogli di ritrattare. Non solo. Continuerà a farsi trovare all’uscita di scuola terrorizzando le due vittime di violenza sessuale. Le due ragazzine sono state ascoltate in un ambiente protetto dell’equipe degli psicologi della Questura. Sabato l’arresto a seguito dell’ordinanza di applicazione della misura cautelare, emessa dall’ Autorità Giudiziaria. Ad occuparsi del caso il pm Alessandra D’Amore della procura di Civitavecchia e il gip Chiara Gallo.

Arrestato l’ex consuocero di Ligresti, abusi su 16enne

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Giovanni Bonomelli, imprenditore 62enne, ex consuoocero di Salvatore Ligresti e fondatore di una comunità di recupero per tossicodipendenti Lautari è stato arrestato dai carabinieri di Brescia con l’accusa di violenza sessuale ai danni di una 16enne ricoerata nella struttura di recupero a Pozzolengo, nel Bresciano. Con Bonomelli è finita in manette anche una sua presunta complice, Michela Righetti di 40 anni.

 

Scandalo in NFL e shock negli Usa, abusi, nonnismo e razzismo! L’inferno fuori dal campo

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Il football americano è una lotta all’ultimo centimetro di campo, ma la guerra si dovrebbe combattere solo sul campo e non negli spogliatoi. Invece secondo il rapporto dell’NFL i Miami Dolphins, una delle squadre più famose negli Usa, che milita appunto nella massima serie, avrebbe perpetrato reati che ora sono stati riassunti in 144 pagine dove emergono i dettagli di una storia di abusi, violenze e nonnismo che dura almeno da due anni.

Come racconta la Repubblica:

Nel capolavoro di Oliver Stone i difensori bianchi nel nome della superiorità ariana buttano piccoli coccodrilli nelle docce dei loro compagni neri al suono delle chitarre hard rock, nella realtà accade di peggio: insulti omofobi, minacce di stupro a madri e sorelle, frasi razziste e intimidazioni fisiche ai confini della violenza sessuale. L’indagine voluta da Roger Goodell, il commissario della Lega, descrive un clan all’interno del team in grado di condizionare tutti i giocatori e impedire ogni possibile tentativo di ribellione. Richie Incognito, John Jerry e Mike Pouncey sono i leader della banda, montagne da quasi duecento chili e due metri di altezza, capelli rasati a spazzola e facce poco inclini alla diplomazia. Nel mirino finisce il compagno di reparto Jonathan Martin, anche lui un omone grande e grosso, ma accusato di poca aggressività e scarsa predisposizione al gioco violento. Da qui, nel loro mondo macho, il passaggio a gay è inevitabile e così arrivano gli sms e le frasi con insulti omofobici. “Codardo” , “cagna” e  “femminuccia” sono l’antipasto. Poi simulazioni di atti sessuali sempre più esplicite e le allusioni (affatto allusive) alla sorella e alla madre: “Dovremmo fare un’orgia con loro”, gli urlano.

Per Martin è un incubo, entra in crisi, il medico della squadra lo cura con un antidepressivo ma l’aggressione continua e le medicine non possono far niente: pensa di andarsene dalla squadra, poi al ritiro, arriva persino ad ipotizzare il suicidio. Nei messaggi che manda alla famiglia e che ora sono agli atti dell’inchiesta si legge il suo progressivo smarrimento, sino alla resa: “Non riesco più a difendermi”.

Ma i tre non si accontentano di una vittima, se la passa male anche uno degli assistenti allenatori di origine giapponese. Per lui la gamma delle offese diventa a sfondo razziale: imitano il suo accento asiatico, lo irridono e nell’anniversario di Pearl Harbor lo circondano con in testa fasce bianche e rosse da kamikaze minacciandolo di picchiarlo per rappresaglia del bombardamento nipponico contro la base Usa. I colpevoli sono stati sospesi e per loro sono in arrivo pesanti sanzioni, il proprietario del club Stephen Ross annuncia: “Ho fatto capire a tutti che questi comportamenti non saranno più tollerati, lo spirito della nostra squadra è diverso. Quando ho letto quel rapporto sono rimasto disgustato dalle frasi che ho trovato”.

Ma forse il vaso di Pandora è stato solo scoperchiato ma i mali devono ancora emergere perché se è vero che il rapporto parla dei Miami Dolphins, è anche vero che “l’inferno” c’è in molte squadre: “Con minore o maggiore intensità questi episodi fanno parte dell’ambiente delle nostre squadre” spiega al New York Times Herman Edwards, un ex capo allenatore. E l’avvocato che segue il caso per la Lega, Ted Wells, aggiunge: “Purtroppo queste cose sono di norma in quasi tutte le squadre, i giocatori pensano facciano parte del loro lavoro: dobbiamo cambiare la mentalità altrimenti anche questa inchiesta sarà inutile”.
C’è quindi un lato oscuro del football americano che non è solo il mito della conquista di quel centimetro di campo in più per poi volare appena  possibile in touch down, non è il rito ceh si ripete ogni settimana della conquista della terra così cara e così insita nella cultura americana, non è la potenza dell’uomo che a volte solo contro l’intera difesa avversaria riesce a “fuggire” fino alla meta, c’è quell’altra parte della medaglia. Quella di una cultura omofoba e razzista, quella della violenza fisica anche fuori dal campo, della forza bruta incontrollata che in qualsiasi momento della giornata può riversarsi su un compagno di squadra o su un familiare.

Ma i tempi stanno cambiando e ora si guarda con speranza a quella star dell’università del Missouri, Michael Sam, che ha appena dichiarato con orgoglio la propria omosessualità. Può davvero tornare la luce anche fuori dal campo?

Il Vaticano risponde all’Onu: “No interferenze su libertà religiosa”

vaticano_abusi-tuttacronacaDopo il rapporto stilato dal Comitato dell’Onu, e presa visione dello stesso, il Vaticano fa sapere che la Santa Sede sottoporrà a “minuziosi studi e esami” nel rispetto della Convenzione le accuse ricevute dall’Onu, ma vede in “alcuni punti” delle Osservazioni ricevute un “tentativo di interferire nell’insegnamento della Chiesa cattolica sulla dignità della persona umana e nell’esercizio della libertà religiosa”. Infine, il Vaticano conferma il suo impegno “a difesa del fanciullo”. Il Comitato, nel report, aveva accusato il Vaticano di aver “adottato politiche e pratiche” che hanno portato a continuare abusi su decine di migliaia di bambini e all’impunità degli autori.

Nubi sul Vaticano. Onu: “Ha permesso abusi su migliaia di bambini”

Vatican-st-peters-tuttacronacaIl Comitato Onu, nel suo rapporto, attacca duramente il Vaticano e chiede che vengano “immediatamente” rimossi dal loro incarico coloro che hanno commesso abusi sessuali sui bambini, o coloro che ne sono sospettati. Per il Comitato, infatti, il Vaticano finora ha “adottato politiche e pratiche” che hanno portato a continuare abusi su decine di migliaia di bambini e all’impunità degli autori. Le osservazioni finali sono state stilate in seguito all’esame del rapporto della Santa Sede sul rispetto della Convenzione sui diritti del fanciullo, e vi si legge che il Comitato è “seriamente preoccupato” dal fatto che la Santa Sede “non abbia riconosciuto la portata dei crimini commessi, non abbia adottato le misure necessarie per affrontare i casi di abusi sessuali su minori e per proteggere i bambini. Inoltre “ha adottato politiche e pratiche” che hanno portato alla prosecuzione di abusi e all’impunità degli autori.

“Cara America, ti ho vista nuda”: impazza la polemica sui body-scanner

body-scanner-tuttacronacaA finire al centro delle polemiche questa volta è l’ambiente della sicurezza negli areoporti statunitensi. Tutto nasce dal “coming out” di Jason Edward Harrington, un ex agente della Tsa, la Transportation Security Agency, cioè l’organizzazione federale che si occupa della sicurezza negli aeroporti. “Mi accorsi presto che stavo lavorando in un’agenzia senza morale”, confessa in una specie di autodenuncia pubblicata dalla rivista Politico.com. Harrington spiega ancora: “Ogni giorni compivamo abusi ai danni della fiducia della gente e dei contribuenti”. L’articolo, intitolato “Cara America, ti ho vista nuda. E ci facevamo quattro risate”, fa rifemento alla nudità è in relazione ai controversi ‘body scanner’, a cui tutti devono sottoporsi negli aeroporti americani. “Grazie a quella macchina potevamo vedere ogni piercing, anche quelli nelle parti intime. O particolari legati agli organi sessuali. E ricordo quante risate tra di noi”. Ma tra di loro, gli uomini della sicurezza utilizzavano una sorta di linguaggio interno per segnalare ragazze particolarmente carine: quelle molto belle venivano segnalate come ‘codice rosso’, quelle ‘così cosi come ‘codice giallo’. Ma la testimonianza va molto oltre la questione della privacy. L’ex agente, che prestava servizio all’aeroporto internazionale O’Hare di Chicago, racconta di controlli speciali sulla base del passaporto o della razza del passeggero. “Durante il nostro addestramento ci hanno insegnato a ripetere a memoria, come una filastrocca, la lista dei paesi ‘cattivi’ in ordine alfabetico: Siria, Algeria, Afghanistan, Iraq, Iran, Yemen e Cuba, Libano, Libia, Somalia Sudan e gente della Corea del Nord. Tutti coloro venivano da questi Paesi dovevano passare necessariamente da un controllo particolare, una perquisizione personale e un esame lungo e dettagliato dei loro bagagli”. Ma non solo stranieri: a volte tra le vittime di pratiche discutibili da parte della Tsa c’erano anche americani. Harrington racconta di quando dovette confiscare una bottiglia di champagne a un gruppo di soldati appena sbarcati dall’Afghanistan. “Serviva per festeggiare l’arrivo di uno di loro, un soldato giovane, decorato, che stava in sedia a rotelle. Non aveva ambedue le gambe, che erano saltate in aria in seguito allo scoppio di un Ied, uno di quegli ordigni artigianali fatti esplodere ai margini delle strade. Stava per essere festeggiato dai suoi cari perchè comunque era tornato a casa, anche se senza gambe. E noi – sottolinea l’agente – gli sequestrammo lo champagne, in nome della Sicurezza Nazionale”. Rivelazioni a cui la Tsa ha reagito con una nota, in cui non si contestano gli abusi, ma si ricorda anche che le pratiche raccontate sono state ormai soppresse da tempo.

Scappa di casa e incontra due nomadi: cercano di violentarla

Violenza-donne-tuttacronacaUna 20enne della provincia di Roma, affetta da alcuni disturbi psicologici del comportamento, dopo una discussione con i genitori era fuggita di casa per iniziare a vagare in stazione. Qui ha conosciuto due nomadi di 31 e 16 anni che l’hanno invitata a dormire nella loro auto. Ma nella notte sono iniziate avances, molestie e diversi tentativi di violenza dopo aver bloccato lo sportello. La ragazza è stata spogliata e palpeggiata mentre i nomadi tentavano ripetutamente di avere con lei un rapporto sessuale ricevendo l’opposizione della 20enna. Giunta la mattina, infine,gli agenti di una pattuglia hanno notato dei movimenti nell’auto, parzialmente coperta dall’esterno con un telo e hanno aperto lo sportello sul lato guida: i due nomadi si sono immediatamente rivestiti mentre la giovane, sconvolta, ha cercato di allontanarsi. Solo in seguito, tranquillizzata dagli agenti, ha raccontato l’accaduto. Per quel che riguarda i due uomini, il romeno di 31 anni ha diversi precedenti di polizia per reati contro il patrimonio e colpito da decreto di allontanamento dal territorio nazionale. Al termine degli accertamenti per lui è scattato l’arresto per rispondere di violenza sessuale ed atti osceni in luogo pubblico, mentre il minorenne è stato portato in un centro di accoglienza.

Violenza di branco, arrestati gli stupratori di una 14enne

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Sono 4 i giovani arrestati a Molfetta accusati di far parte di un branco, composto forse da una decina di persone, che da tempo abusava sessualmente di una 14enne. I ragazzi sono stati posti agli arresti domiciliari, mentre la Procura continua a indagare per identificare gli altri componenti del gruppo. Tra questi ci sarebbero anche 3 minorenni, mentre gli altri sono tutti di età compresa tra i 18 e i 24 anni. Le violenze, da parte della ragazza sarebbero avvenute tra la primavera e l’estate scorsa, ma solo da poco la 14enne avrebbe trovato il coraggio di parlarne, anche perché minacciata dal branco.

 

Chiesa Anglicana: sì alle donne vescovo

donne-vescovo-tuttacronacaAria di rivoluzione all’interno della Chiesa Anglicana. Il Sinodo, riunito ieri a Londra, ha approvato l’ordinazione delle donne vescovo. La vittoria è stata praticamente un plebiscito: 378 voti favorevoli, 8 contrari e 25 astenuti. Una frangia minoritaria, interna agli anglicani, tuttavia ha sollevato delle polemiche. Si tratta dello stesso gruppo che da tempo si fa portatore di una riforma della legislazione per vietare proprio l’accesso alla carriera ecclesiastica ai fedeli di sesso femminile. Ma neanche tutte le donne sono d’accordo con questo passo: già l’anno scorso in 2200 avevano firmato una petizione in opposizione alla nuova legislazione. Nella petizione, veniva chiesto che, alle chiese che non volessero accettare la nuova legislazioni, fosse assegnato un vescovo che ne condividesse le posizioni. “Non è un problema di uguaglianza, ma di teologia.”, spiega Susie Leafe, a capo del gruppo “Proper Provision” (che riunisce le oppositrici alla riforma) e che aggiunge: “Uomini e donne sono stati creati uguali da Dio, ma ci sono delle differenze nel ruolo che uomini e donne hanno all’interno della famiglia e nella Chiesa di Dio”.

Violenta una coetanea a 10 anni: dipendenza dalla pornografia

dipendenza-pornografia-tuttacronacaHa 13 anni e a Mold, in Galles, deve recarsi ogni giorno a firmare il registro della Corte dopo che, tre anni fa, aveva violentato una sua coetanea. Il ragazzino aveva ammesso di aver compiuto la violenza dopo esser diventato dipendente dalla pornografia online: il desiderio di agire in questo modo, infatti, sarebbe stato provocato dalla visione di scene viste in filmini trovati sul web. Il giudice che si è occupato del caso l’ha definito “Un caso molto triste”. “Il piccolo è stato trascurato dalla madre per molti anni, che lui passava a guardare porno sul computer”. Non solo, in aula è anche emerso che il ragazzo avrebbe assistito ai rapporti sessuali della madre, senza che la donna glielo proibisse. “Se non fosse stato praticamente un bambino, sarebbe stato condannato a 10 anni di carcere – ha detto il giudice Niclas Parry – è cresciuto in una casa senza confini sessuali”.

Lapo vittima di abuso: i Gesuiti negano che sia mai stato in un loro collegio

lapo-elkann-tuttacronacaVenerdì l’intervista che ha fatto discutere tutta l’Italia: la rivelazione shock di Lapo Elkann che al Fatto Quotidiano ha raccontato di esser stato fatto oggetto di abusi sessuali ancora ragazzino, a soli 13 anni. E poi il racconto di esser stato mandato in collegio dai Gesuiti. Sulla seconda parte, però, gli stessi Gesuiti pongono un “alt” e consigliano al rampollo di casa Agnelli di mettere in ordine i suoi ricordi. Perchè, a quanto dicono i religiosi, in un loro collegio non c’è mai stato. Vitangelo Denora, delegato per le scuole della Provincia d’Italia della Compagnia di Gesù, come riporta Famiglia Cristiana, ha dichiarato: “Siamo molto vicini a Lapo Elkann, che oggi ha condiviso su un quotidiano una ferita profonda della propria adolescenza. Preghiamo per lui con tutto il cuore e condanniamo con ogni fermezza gli abusi compiuti nei suoi confronti. Per chiarezza e completezza di informazione, ci sentiamo però di dover escludere che abbia mai studiato in uno dei nostri collegi in Italia, né – a quanto ci risulta, dopo aver compiuto le prime verifiche – in uno degli istituti della Compagnia presenti nel mondo”. E prosegue: “Il nostro modello educativo si basa sul rispetto della persona e sulla sua crescita umana, che accompagna e per certi versi addirittura precede quella culturale: i gesuiti puntano sull’educazione per formare uomini e donne di speranza, capaci di rendere migliore il proprio Paese e il mondo che li circonda. Saremmo felici di ospitare Lapo Elkann quanto prima, in uno dei nostri 6 collegi in Italia, per discutere con lui dei ragazzi e dei loro sogni e magari, se vorrà, di avviare anche qualche progetto insieme”.

Imprenditore picchia convivente: il pranzo non era pronto!

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Violenza contro la convivente da parte di un piccolo imprenditore edile 56enne di Montebelluna (Treviso) aggravato dai futili motivi: sembra infatti che l’uomo al rientro dal lavoro non abbia trovato il pranzo pronto in tavola. Questo fatto, insieme a una buona dose di alcol avrebbe mandato in escandescenza l’uomo che avrebbe pesantemente insultato, schiaffeggiato e sbattuto contro un muro la compagna di 32 anni. Ma questo sarebbe stato, secondo il racconto della vittima solo l’atto finale di una serie di violenze già subite dalla donna. I due erano andati a convivere lo scorso anno, e subito erano iniziate le liti. Alcuni mesi fa la 32enne poi aveva ricevuto una telefonata da una donna che l’informava di avere una relazione con il 56enne. Così la donna aveva interrotto il rapporto ed era tornata dai genitori. L’uomo si era presentato dando in escandescenze e  alla fine, aveva   convinto la compagna a ritornare insieme. Lo scorso giugno, un nuovo eccesso d’ira: il 56enne afferra la partner al collo e la prende a schiaffi. La 32enne lo abbandona una seconda volta. Una decina di giorni fa, però, di fronte alle promesse di cambiamento acconsente a riprendere la convivenza. Ora l’uomo è stato arrestato grazie alle nuove norme contro la violenza su le donne.

Bambini oggetto abusati dal sacerdote cileno Pinuer.

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Bambini e adolescenti di strada affidati al sacerdote Orlando Rogel Pinuer nella speranza di salvarli dalla strada e potergli assicurare un futuro. Invece hanno conosciuto l’inferno diventando schiavi di un religioso che in realtà era un pedofilo seriale che ha violentato e abusato sessualmente di moltissimi giovani. Orlando Rogel Pinuer non ha rispettato neppure i luoghi sacri, abusando dei ragazzi anche  tra la sacrestia e l’altare della chiesa di Temuco, nel Cile meridionale.  Proprio oggi, dopo le numerose denunce, il sacerdote è stato condannato: riconosciuto colpevole di abusi sessuali ai danni di almeno 4 giovani tra i 14 e i 16 anni, tra il 2006 e il 2011. C’erano anche altri casi di violenze, ma sono finiti in prescrizione per la scarsità di prove. Domenica si saprà con certezza la pena che il sacerdote dovrà scontare.

 

Romeno picchia e tiene segregata compagna, lei fugge e lo denuncia.

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Storie di violenza domestica. A Firenze, un 26enne romeno è stato arrestato dalle forze dell’ordine dopo che la compagna, con il figlio di pochi anni, è riuscita a fuggire  di casa e a denunciare l’uomo, dopo essersi rifugiata in un ristorante. La donna era costretta con la forza a restare segregata nell’appartamento e subire le violenze del compagno. Soccorsa e medicata è stata dimessa con una prognosi di 10 giorni. 

 

Arrestato per stalking scappa e stupra una donna.

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Stupra una donna introducendosi in un abitazione dopo esser fuggito dagli arresti domiciliari ai quali era stato costretto per stalking. I carabinieri hanno arrestato il 32enne, Gaetano Vescera, di Vieste autore del gesto con le accuse di violenza sessuale, violazione di domicilio ed evasione. Secondo quanto riportato da un quotidiano locale l’uomo avrebbe fatto irruzione  nell’abitazione della donna, che era a letto, e l’ha palpeggiata nelle parti intime, con l’aggravante – secondo quanto appurato dai Carabinieri – “di aver posto in essere la condotta delittuosa di notte, approfittando, tra l’altro, dello stato di torpore della donna, dovuto al sonno”.

Svizzera shock: maestro d’asilo ha violentato 7 bimbe. La più piccola di 18 mesi

maestro-pedofilo-tuttacronacaLa notizia è riportata dal giornale svizzero Zuecher Oberland. Sta per essere terminata l’indagine su un maestro d’asilo, in carcere dal marzo 2011, durante la quale si è scoperto che l’uomo non ha violentato quattro bambine, come inizialmente si pensava, ma sette, di età compresa tra i 18 mesi e i 6 anni. Quattro delle vittime erano piccole che gli erano state affidate mentre lavorava in un giardino d’infanzia a Volketswil, non lontano da Zurigo, attualmente chiuso. L’uomo era stato arrestato dopo che la polizia era stata avvertita dalla cellula di coordinamento nazionale della lotta contro la criminalità su internet. In suo possesso si sono trovati film pornografici che avevano bambini come protagonisti. In un primo momento, il maestro aveva confessato di aver violentato una bimba di due anni e mezzo e di aver scattato foto e girato video con lei. Ulteriori confessioni si sono aggiunte nel corso dell’inchiesta. L’uomo offriva regalini e caramelle alle piccole perchè non parlassero dei loro “giochi segreti” con i familiari.

Nonna strangola la nipotina, shock in America

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Le storie di violenza non hanno mai fine e a sconvolgere l’America è Helen M. Ford, 51enne di Chicago. La donna è accusata di aver strangolato la nipotina di otto anni Gizzell Kiara Ford. L’omicidio della bimba sarebbe avvenuto dopo mesi di abusi e violenze. La bambina viveva in casa con il padre malato e costretto a letto e la nonna. Sembra che fosse proprio Helen  a voler isolare la bambina, secondo quanto riportato dallo zio Osvaldo Mercado, la donna la teneva lontana dalla famiglia e dagli amici. «Helen non la faceva parlare con nessuno. Diceva, ‘Gizzell non può parlare, è sotto la doccia’, oppure ‘è in punizione’. Ogni volta aveva una scusa diversa».

Ma gli orrori in questa storia di follia sono ben più profondi. Secondo quanto riportato dalla polizia ai media, il degrado era tale che in una ferita alla testa non curata della piccola sono stati trovati alcuni vermi. Quando poi i poliziotti sono arrivati e Helen ha detto che la bambina si era suicidata è stato evidente invece un quadro di abusi perpetrati a danno della piccola. Il corpo di  Gizzell presentava diversi segni di contusioni, ustioni e tagli. Il cadavere era una mappa di tutto ciò che la bambina aveva dovuto subire prima di essere uccisa e presentava anche profondi tagli sulle natiche, il segno di una corda legata intorno a caviglie e polsi, e altri segni che sembravano bruciature di sigaretta.

Perché tali sevizie? Perché nessuno si era accorto della storia di degrado che stava vivendo la piccola? Perché nessuno è intervenuto prima che fosse troppo tardi? Forse per Gizzell  morire è stata una liberazione, ma c’è chi quella colpa e quell’indifferenza che ha permesso tali atrocità dovrà tenerla nella propria coscienza per tutta la vita. Speriamo che sia un peso sempre più insostenibile con il quale dover vivere giorno dopo giorno.

Il coraggio di una figlia: denuncia il padre per abusi sessuali

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E’ finito in carcere su ordine del gip di Santa Maria Capua Vetere un uomo di 42 anni del casertano, con l’accusa di violenza sessuale e maltrattamenti. Vittime erano le sue due figlie, delle quali ha abusato sessualmente fino a quando la più giovane delle due, una minorenne, ha trovato il coraggio di denunciarlo alla polizia. L’uomo, residente sul litorale domizio insieme alla moglie, alle due ragazze e ai figli maschi, ha già un analogo precedente, anche se la vittima, in quel caso, non apparteneva alla sua famiglia. La vicenda è emersa quasi per caso quando, nel marzo scorso, una volante della polizia ha notato una ragazzina piangere per strada. Avvicinata dagli agenti, racconta di non farcela più a subire le attenzioni sessuali del padre e di essere scappata di casa. L’adolescente, condotta presso gli uffici della Mobile di Caserta alla presenza della funzionaria Rosa Cimmino che si occupa proprio di reati sessuali, viene tranquillizzata, conferma le violenze subite e dichiara che ne è vittima anche la sorella maggiore. Entrambe vengono allontanate dalla casa dei genitori finendo in una casa-famiglia e anche la maggiore trova il coraggio di confessare gli abusi subiti. Con il proseguire delle indagini, viene quindi accertato il profondo degrado sociale e morale in cui vive la famiglia delle due ragazze. Si appura inoltre che l’uomo tenta di orientare le testimonianze della moglie e dei figli maschi per far apparire poco credibili le due figlie.

Scandalo hot tra i soldati australiani

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Scandalo a base di sesso e internet tra le fila delle forze armate australiane. Almeno in 17, tra soldati e ufficiali, hanno messo in rete dei video che ritraggono militari in momenti intimi e con un commento audio che umilia le donne. Sono le fonti della polizia a rivelare che i soldati si facevano chiamare “The Jedi Council” e si scambiavano filmati di atti sessuali all’insaputa delle donne coinvolte. Il generale maggiore David Morrison, comandante dell’esercito e che ha annunciato la sospensione immediata di tre capibanda, ha descritto il materiale come “umiliante, esplicito e profano”. Sarebbero inoltre 14 gli altri militari “strettamente collegati” con la distribuzione delle immagini, mentre in 90 sarebbero coinvolti più marginalmente nella vicenda. Le vittime, donne riprese a loro insaputa durante incontri di natura sessuale, sarebbero almeno cinque, e tra queste ci sarebbero soldatesse e impiegate pubbliche. Già nel 2011 le forze armate australiane erano state colpite da uno scandalo di natura sessuale, quando un cadetto dell’Accademia militare aveva trasmesso su Skype il suo rapporto con una cadetta, ignara del collegamento, mentre dei suoi amici osservavano quanto accadeva da una stanza vicina. Morrison ha ora spiegato che quanto recentemente accaduto “è peggiore della questione Skype”. In un rapporto del governo lo scorso anno, in cui erano stati dettagliati numerosi incidenti di abusi fra i militari, ci si era basati su oltre mille denunce che comprendevano abusi non solo sessuali ma anche fisici e mentali, risalenti anche agli anni ’50. Da questo, il successivo annuncio del ministro della Difesa Stephen Smith sull’attuazione di una politica di tolleranza zero.

Arrestato 60enne per pedopornografia: si fingeva padre di un bimbo thailandese

pedofilia

Viveva con un bambino di 10 anni di origine thailandese che aveva portato in Italia dopo aver falsamente attestato di esserne il padre all’ambasciata di Bangkok e averlo fatto naturalizzare, un 60enne arrestato oggi a Milano con l’accusa di pedopornografia. L’uomo aveva portato sul nostro Paese il piccolo quando aveva appena tre anni e oggi, quando è stato arrestato su ordinanza di custodia cautelare da parte degli investigatori del Nucleo investigativo di Milano, il bambino è stato affidato a dei “parenti”. Sull’imprenditore grava ora l’accusa di detenzione di materiale pedopornografico e di altrerazione di segni dello Stato dopo che un altro giovane, insieme agli accertamenti su internet, aveva messo gli investigatori sulle sue tracce. Il ragazzo in questione avrebbe detto di “non volere che quel bambino passasse quel che ha passato lui”, adducendo molestie subite dallo stesso uomo. Al momento, tuttavia, non ci sono prove dirette di abusi compiuti dal falso padre sul bambino, che verrà sentito con metodologie opportune, ma si attenderà un po’, per ora ci si preoccupa solo di tutelarlo dopo le recenti rivelazioni sulla sua identità e per il fatto che il “padre” è stato arrestato.

Quando l’orco è in casa: i nonni pedofili

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Hanno perpetrato orrendi abusi sui loro nipotini, un bimbo di sette anni e una bimba di otto i due nonni arrestati oggi: un uomo di 65 anni e una donna di 50. Con loro in manette anche una terza persona, un 30enne. Le piccole vittime sono state violentate, vendute per pochi euro ad amici, fotografate durante gli squallidi incontri e segregate in casa. La polizia di Messina ha posto infine termine a queste atroci sevizie, accusando i tre adulti di violenza sessuale, pedopornografia e riduzione in schiavitù. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa dal gip Vermiglio su richiesta del pm Liliana Todaro e l’inchiesta ha messo in luce lo stato di miseria e profondo degrado in cui vivevano i due fratellini, affidati ai nonni nel 2009, dopo la morte della madre, mentre il padre aveva problemi di droga.

Stupro nei bagni di un locale: succede a Roma

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E’ stata data notizia solo ora di uno stupro avvenuto ieri sera a Roma. La vittima, una ragazza di 21 anni originaria di Albano Laziale, è stata aggredita da un romeno di 24 anni che è già stato arrestato dalla polizia con l’accusa di violenza sessuale aggravata. L’uomo avrebbe conosciuto la sera stessa la giovane ed avrebbe abusato di lei dopo averla fatta ubriacare. La  ragazza si è poi recata alla stazione Termini, dove è salita su un autobus il cui autista ha notato che stava piangendo ed era in stato confusionale. Venuto a conoscenza di quanto accaduto, l’uomo ha chiamato il 113 e la vittima è stata trasportata al policlinico Umberto I, dove l’abuso sessuale è stato accertato. La 21/enne era sotto effetto dell’alcool e della cannabis. La polizia ha raccolto delle testimonianze secondo le quali la ragazza era stata portata nel bagno del locale dall’aggressore, dopo che lo stesso l’aveva fatta bere. A incastrare il romeno sono state le immagini delle telecamere nella stazione Termini, che hanno permesso agli agenti del commissariato Viminale di rintracciare gli aggressori.

Abusi denunciati nel milanese da una studentessa 16enne

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Una studentessa di 16 anni si è rivolta ai carabinieri di Corsico e Rozzano, nel Milanese, per denunciare un abuso che sarebbe avvenuto lo scorso lunedì mattina. La ragazza ha riferito che, mentre andava a scuola, è stata prelevata per strada, costretta a salire su un furgone, fatta spogliare, bendata e palpeggiata da alcuni uomini, forse nordafricani. In seguito, gli aggressori, dopo averle portato via il cellulare, l’avrebbero abbandonata a Zibido San Giacomo (Milano). I militari, che hanno spiegato che non sono emerse, fino ad ora, ombre nè sulla ragazza nè sulla famiglia, stanno indagando sull’accaduto e sono alla ricerca di filmati dalle telecamere della zona. I vestiti indossati dalla 16enne lunedì mattina verranno analizzati dal Ris.

Violentata a 6 anni, vittima di un 70enne.

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Un 70enne chiamato a rispondere di violenza sessuale nei confronti di una bambina di sei anni ha cercato di difendersi dicendo: «Mai sesso completo, soltanto giochetti erotici». Se così fosse l’uomo avrebbe non solo aggravato la sua posizione, ma anche allargato le indagini alla scoperta di altri “orchi”. Ma purtroppo la verità è ancora più sconcertante.
La vittima oggi ha 12 anni e le violenze sarebbero cominciate nel 2007. L’uomo era un amico di famiglia del patrigno della piccola, che viveva in casa con loro. Gli abusi sessuali sono stati scoperti in seguito a una visita pediatrica e ginecologica dovuta a una malattia della bambina, che ha svelato come la piccola avesse avuto tra il 2007 e il 2010 rapporti sessuali completi che le hanno fatto perdere la verginità. Dopo la scoperta mamma e figlia sono scappate e hanno denunciato il 70enne.

L’uomo vive tuttora con il patrigno della vittima. Durante un interrogatorio in Questura ha spiegato: «Nessun contatto con la bambina fino al 2010. Poi, è vero, ci sono stati dei giochetti sessuali, ma era lei a venire nella mia camera. Io non sono mai andato a trovarla nel cuore della notte».

L’agghiacciante confessione del 70enne, solleva il sipario su quell’ancestrale e immorale idea della provocazione femminile. Nei casi di pedofilia appare ancora più vergognoso e umiliante attribuire atteggiamenti sessuali a una bambina di 6 anni.

Violenza gratuita contro le foche… chiusa la spiaggia di San Diego!

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A San Diego, in California, la spiaggia di La Jolla è stata temporaneamente chiusa al pubblico dopo che due ragazze hanno abusato di alcune foche: non solo le hanno prese a calci, ma le hanno anche tirate per le pinne e molestate in diversi modi. Si sono spogliate e hanno inscenato atti sessuali con gli animali. A incastrare le giovani sono state le telecamere installate proprio per proteggere le foche che di notte arrivano in massa sul litorale. E questo non sarebbe il primo caso di maltrattamenti compiuti sui mammiferi marini, che peraltro in questo periodo sono in stato interessante. La decisione di impedire l’accesso al bagnasciuga è stata presa dal sindaco Bob Filner come misura d’emergenza.

Arrestato il “grossista” della pedopornografia, era un banchiere!

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Arrestato il più grande grossista di filmati pedopornografici: un “anonimo” impiegato bancario, S. A., che aveva una collezione di 105mila filmati pedopornografici, tra cui anche immagini di neonati. Il 52enne sposato ma senza figli , custodiva il materiale nei suoi due pc, in numerosi cd e dvd. Otteneva i file con il “peer to peer” per mantenere alta la qualità dell’immagine. Le indagini erano partite nel 2011, con perquisizioni anche nella banca in cui lavorava l’uomo, ma sembra al momento non esserci nessuna correlazione con l’ambiente lavorativo. I minori dei filmati erano soprattutto stranieri e, ora, dopo l’arresto dell’uomo, si cercherà tramite un’indagine internazionale di raggiungere le vittime degli abusi.

 

MEA MAXIMA CULPA: il documentario shock sui preti pedofili!

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La Chiesa cattolica trema con questo docu-shock sui casi di pedofilia perpetrati in tutto il mondo da alcuni sacerdoti: è Mea Maxima Culpa: silenzio nella casa di Dio‘ di Alex Gibney. In questo film, la Chiesa non fa altro che negare, minimizzare e censurare, a partire dal Milwaukee dove quattro non udenti denunciano gli abusi subiti. Ma nel film, in sala il 20 distribuito da Feltrinelli Real Cinema (stasera in prima a Firenze e domani a Milano), anche le responsabilità del Papa emerito Ratzinger e dello stesso Papa Wojtyla e la speranza nel nuovo, ovvero in Papa Francesco. Intanto nel filmato le testimonianze di Terry Kohut, Gary Smith, Pat Kuehn e Arthur Budzinski, ormai adulti, vittime da ragazzi degli abusi sessuali di Padre Lawrence Murphy, direttore della St. John’s School di Milwaukee nel Wisconsin. Un sacerdote che, tra il 1950 e il 1974, ha abusato sessualmente di circa duecento bambini audiolesi senza subire alcun processo canonico e morendo da prete. Muovendo dalle accorate testimonianze di questi quattro personaggi, vittime sacrificali anche grazie al loro disagio, altri casi di pedofilia in America e in Europa sempre nel silenzio della Chiesa. Si parla dell’irlandese padre Walsh, del messicano di Marcial Maciel, amico di Wojtyla e inviso a Ratzinger, dando voce alle pagine presentate alla Corte penale internazionale dell’Aja dalla SNAP (Survivors Network of those Abused by Priests) e dalla Ong americana Center for Costitutional rights. Joseph Ratzinger sarebbe responsabile per essere stato per 25 anni a capo dalla Confederazione della fede e, dunque, a conoscenza dei fatti. Lo stesso Papa avrebbe poi ribadito il vincolo del segreto da mantenere durante la procedura investigativa e processuale. Papa Wojtyla, invece sarebbe colpevole, oltre che della conoscenza di questi crimini, dell’amicizia appunto con Maciel. Ovvero il sacerdote messicano colpito dalla pena della rinuncia a ogni ministero pubblico per atti di pedofilia compiuti su seminaristi della sua congregazione solo nel 2006, decisione approvata dall’allora papa Benedetto XVI.
«Papa Ratzinger ha fatto molto per queste vicende di pedofilia, ma non ha creato vera trasparenza e non ha aperto gli archivi diocesani, cosa invece accaduta in Germania, Belgio e Stati Uniti. Una cosa, quest’ultima, che potrebbe fare Papa Francesco» dice il vaticanista Marco Politi. E aggiunge:«il nuovo Papa si troverà sul tavolo anche questo problema. In Italia si possono calcolare circa 3000 casi nascosti valutando che ci sono 200 diocesi e nessuna ha mai fatto un’inchiesta, a parte quella di Bressanone che ha denunciato quindici casi». Spiega invece il regista premio Oscar per ‘Taxi to the Dark Side’: «i numeri sono impressionanti, ma va detto che al centro del film ci sono i miei quattro eroi che, con coraggio, hanno parlato mentre la Chiesa non li ha voluti ascoltare. Ratzinger – ribadisce il regista – era il responsabile della Dottrina della Fede e la sua responsabilità è quella di non aver fatto nulla. Non solo, dal 2001 aveva chiesto che ogni caso di questo tipo dovesse comunque passare prima dalla sua scrivania». Le sue dimissioni? «Sono l’atto più potente del suo pontificato – ha sottolineato oggi Gibney -. In questa maniera ha dimostrato di non essere in grado di affrontare queste cose, di essere davvero un uomo. Speriamo che Papa Francesco sia quello adatto». Il vaticanista Robert Mickens evidenzia invece:«I vescovi sono stati responsabili in Italia di non affrontare la cosa e di aver lasciato sole queste vittime innocenti che sono davvero i più poveri di tutti, doppiamente abusati, sessualmente e per essere non udenti».

La casa rotta e le famiglie abominevoli!

casa rotta

Otto bambini venivano portati alla «casa rotta», un edificiodiroccato nel quartiere palermitano di Ballarò, lì venivano violentati e minacciati da alcuni familiari.
Un uomo e una donna – A.G. e L.G -, padre e madre di tre delle piccole vittime sono stati condannati dalla quinta sezione del tribunale di Palermo, rispettivamente a 9 anni e mezzo e a 9anni per violenza sessuale e maltrattamenti su minori. Quello che si è concluso oggi è una delle tranche di un’agghiacciante vicenda, durata mesi, che ha portato alla condanna in abbreviato a14 anni di due donne – madre e nonna – di altre tre piccole vittime.
A svelare gli orrori di abusi mascherati da giochi è stata una bambina che ha raccontato le violenze subite agli psicologi della casa famiglia alla quale era stata affidata. A mettere in allerta gli psicologi e gli insegnanti del centro era stato il rifiuto della piccola nei confronti della madre.
Da lì le indagini condotte dal pm Alessia Sinatra si sono spinte agli altri minori violentati(alcuni erano compagni di scuola della bambina) che hanno raccontato i «giochi» erotici in cui venivano coinvolti nella «casa rotta», mentre gli adulti, tra uno spinello e l’altro, abusavano di loro. Gli imputati avrebbero fatto partecipare agli abusi anche i fratelli maggiori – tutti più piccoli di 14 anni – anche loro persone offese nel processo. Il Tribunale ha anche risarcito le parti civili, rappresentate da un curatore speciale, l’avvocato Francesco Crescimanno, rappresentato in giudizio dal difensore, Roberta Pezzano: a ciascuna vittima sono andati 25mila euro. Le vittime sono state tutte tolte alle famiglie e date in adozione.

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“Cip e Ciop” giustizia è fatta! 2 maestre condannate per maltrattamenti

Le due insegnanti, Laura Scuderi ed Elena Pesce, della scuola materna Cip e Ciop sono state condannate a 6 anni e a 5 anni.

Venezia: tornelli sui vaporetti, contro i portoghesi del trasporto!

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