L’Europa e la violenza sulle donne: i dati allarmanti

feminicidio-tuttacronacaSono stati coinvolti i 28 Paesi dell’Unione europea nel primo sondaggio sulla violenza domestica e quello che sorprende tutti è che, da quanto emerso, gli abusi di genere sono più diffusi nel civile nell’Europa del Nord. Ad aggiudicarsi il primo posto, infatti, è la Danimarca, dove il 52% di donne racconta di avere subìto violenza fisica o sessuale dall’età dei 15 anni, quindi la Finlandia (47%) e terza la Svezia (46%). Subito alle loro spalle si trovano Paesi Bassi (45%), Francia e Gran Bretagna (44%). Per quel che riguarda l’Italia, il nostro Paese si trova in diciottesima posizione, con il 27%. Le percentuali includono tutte le molestie che le donne subiscono, da compagni e uomini della famiglia ma anche da sconosciuti, colleghi di lavoro, capi. In media, una europea su tre riporta di essere stata vittima di questi abusi (33%), equivalente a 62 milioni di donne. La percentuale scende al 22% – una donna su cinque – se consideriamo unicamente la violenza domestica. A condurre l’indagine è stata l’Agenzia europea per i diritti fondamentali (Fra) e ha coinvolto 42mila donne (circa 1500 per ogni Paese) alle quali è stato chiesto in forma anonima di raccontare se nella loro vita abbiano mai avuto esperienza di stupri, molestie sessuali, violenze fisiche, stalking da parte degli uomini con i quali sono venute a contatto. Ma quello che è emerso è anche che solo una donna su dieci ammette di aver denunciato l’episodio alla polizia nel caso l’autore degli abusi sia stato un partner sentimentale (13%) o un altro uomo (14%). Eppure, rivelano i curatori del sondaggio, “ciò che emerge è un quadro di abuso diffuso che danneggia la vita di molte donne”: una europea su dieci (circa 20 milioni di donne) dice di avere subìto una qualche forma di violenza sessuale, e una su venti è stata stuprata. Viste le cifre impressionanti, Fra ritiene che i governi dovrebbero utilizzare questi numeri per creare politiche strutturali contro la violenza di genere: “Si tratta di una violazione della dignità umana e, nelle sue forme peggiori, vìola il diritto alla vita. E’ anche una espressione estrema della disuguaglianza dei sessi”. Il dossier tenta anche di rispondere ai negazionisti: “Le donne possono perpetrare violenze, e uomini e ragazzi possono essere vittime di violenza attuata da entrambi i sessi, ma i risultati di questa indagine mostrano che la violenza contro le donne è messa in atto specialmente dagli uomini”. Per quel che riguarda l’Italia, come analizza l’Huffington Post:

appartiene alla schiera dei Paesi europei che riportano meno violenze nei confronti delle donne, nonostante il 91% degli italiani sia cosciente che questo è un problema gravissimo e molto diffuso. Il 6% delle italiane ammette di avere subìto violenza domestica nei 12 mesi precedenti al sondaggio, mentre il 39% delle nostre connazionali dice di comprendere nella cerchia delle amicizie o famigliare un’amica che subisce un compagno violento. E la maggioranza, il 58%, con buona pace della legge contro il femminicidio è convinta che non esista alcuna misura legislativa per proteggere le vittime degli abusi di genere. Eppure il nostro Paese viene inserito tra i pochi Paesi europei ad avere una linea telefonica governativa per aiutare le donne in difficoltà (il 1522), e nella lista dei governi che sono riusciti a definire nel codice penale il maltrattamento nei confronti delle donne.

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Basta leggi ad personam: la Ue bacchetta l’Italia sulla corruzione

corruzione-tuttacronacaLa Commissione Ue ha presentato il suo primo report sulla corruzione in Europa e vi si legge: “In Italia i legami tra politici, criminalità organizzata e imprese, e lo scarso livello di integrità dei titolari di cariche elettive e di governo sono tra gli aspetti più preoccupanti, come testimonia l’alto numero di indagini per corruzione”. La relazione di Bruxelle rileva ancora come “negli ultimi anni sono state portate all’attenzione del pubblico numerose indagini per presunti casi di corruzione, finanziamento illecito ai partiti e rimborsi elettorali indebiti, che hanno visto coinvolte personalità politiche di spicco e titolari di cariche elettive a livello regionale”. Scandali che hanno portato ad una serie di dimissioni, anche di leader e di alte cariche di partito, a elezioni regionali anticipate in un caso, ed hanno spinto il governo a sciogliere alcuni consigli comunali per presunte infiltrazioni mafiose. Pur senza fare nomi, il report segnala anche un caso “degno di nota”, quello di “un parlamentare indagato per collusione con il clan camorristico dei Casalesi” (richiamando il caso di Nicola Cosentino). Ancora, la relazione evidenzia come solo nel 2012 sono scattate indagini penali e ordinanze di custodia cautelare nei confronti di esponenti politici locali in circa metà delle 20 Regioni italiane, sono stati sciolti 201 consigli municipali, di cui 28 dal 2010 per presunte infiltrazioni criminali e più di 30 deputati della precedente legislatura sono stati indagati per reati collegati a corruzione o finanziamento illecito ai partiti. La Commissione Ue ritiene che la nuova legge italiana contro la corruzione “lascia irrisolti” vari problemi perchè “non modifica la disciplina della prescrizione, la legge sul falso in bilancio e l’autoriciclaggio e non introduce reati per il voto di scambio”. Da Bruxelles arriva inoltre il suggerimento di perfezionare anche la legge sul conflitto d’interesse perchè “frammenta” le disposizioni sulla concussione e la corruzione, “rischiando di dare adito ad ambiguità nella pratica e limitare ulteriormente la discrezionalità dell’azione penale”. Sono inoltre “ancora insufficienti le nuove disposizioni sulla corruzione nel settore privato e sulla tutela del dipendente pubblico che segnala illeciti. La prescrizione è un problema «particolarmente serio per la lotta alla corruzione in Italia”, secondo Bruxelles, perchè termini, regole e metodi di calcolo, sommati alla lunghezza dei processi, “determinano l’estinzione di un gran numero di procedimenti”. E oltre a sottolineare che vanno colmate le lacune e che è necessario dare priorità a procedimenti per corruzione a rischio prescrizione, raccomanda di “estendere i poteri e sviluppare la capacità dell’autorità nazionale anticorruzione Civit in modo che possa reggere saldamente le redini del coordinamento e svolgere funzioni ispettive e di supervisione efficaci, anche in ambito regionale e locale”.  Ancora, per Bruxelles va bloccata “l’adozione di leggi ad personam”, che ostacolano “i tentativi” di darsi norme per garantire processi efficaci. Per quel che riguarda le cifre, “La corruzione, che in Europa vale 120 mld di euro, mina la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e danneggia l’economia, privando i Paesi di un gettito fiscale particolarmente necessario in questo momento di crisi. Gli Stati membri hanno fatto molto negli ultimi anni per combatterla, ma la relazione mostra che è lontano dall’essere sufficiente. Il report suggerisce alcune linee di intervento che spero possano essere seguite”, come ha sottolineato il commissario Ue agli Affari interni Cecilia Malmstrom nel presentare i dati. Il report sottolinea infine che il totale dei costi diretti della corruzione in Italia ammonta a 60 miliardi di euro ogni anno, pari al 4% del Pil italiano. I danni provocati dalla corruzione in Italia sono pari alla metà del totale europeo, indicato dalla Commissione in 120 miliardi di euro l’anno.

Non solo violenza in Ucraina, la protesta si fa anche a suon di musica!

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Dopo aver visto sui media di tutto il mondo la violenza nelle manifestazioni in Ucraina, arriva anche chi vuole protestare in modo pacifico. Così Markiyan Matsekh  ha deciso di portare il pianoforte in strada e suonare un po’ di musica classica proprio di fronte alle linee di polizia. Nei mesi successivi poi il piano è stato verniciato con i colori della bandiera ucraina uniti a quelli dell’Unione europea per farlo diventare un simbolo delle proteste in atto nel paese. L’emozione suscitata da questa azione pacifica è visibile su YouTube:

 

Gli hard disk con i file ricevuti da Snowden distrutti da The Guardian: il video

guardian-snowden-tuttacronacaEra il 20 luglio 2013 quando The Guardian, in accordo con il governo, distruggeva alcuni file ricevuti dalla talpa Edward Snowden, l’ex tecnico della Central Intelligence Agency che ha fatto scoppiare lo scandalo Datagate. Solo ora, tuttavia, la testata ha diffuso il video sul web. Il governo britannico non voleva sequestrarli d’autorità. I servizi segreti non potevano allo stesso tempo permettere che i dati consegnati da Snowden a The Guardian, rimanessero in custodia dei giornalisti. La distruzione fisica degli hard disk che contenevano i file è stata decisa per andare incontro sia alle necessità del governo, sia dello spionaggio britannico. Lo smantellamento ha avuto luogo davanti ad un gruppo di persone formato da autorità varie e giornalisti. Un dubbio, però, rimane: c’è la certezza che i giornalisti non abbiano prima fatto una copia dei file?

Putin Killer of Democracy: la protesta di due Femen

femen-putin-tuttacronacaIl presidente russo Valdimir Putin è in visita alla sede del Consiglio d’Europa a Bruxelles e due attiviste femen non si sono lasciate sfuggire l’occasione per protestare animatamente davanti alla stessa sede. Nella capitale belga è in programma un summit con i vertici della Ue.

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Datagate: gli 007 tenevano sotto controllo anche le app più scaricate

Angry_birds_tuttacronacaNuove informazioni arrivano sulle azioni della Nsa e dei loro colleghi britannici che, per spiare possibili obiettivi, tenevano sotto osservazione anche il videogioco Angry Birds. Simili apps, infatti, sono in grado di fornire all’intelligence informazioni contenute negli smartphone, che vanno dai codici di identificazione del telefono stesso alla sua posizione geografica in un dato momento. Edward Snowden, la talpa del Datagate, ha raccolto documenti secondo i quali già nel 2007 la Nsa e i servizi britannici erano al lavoro per stabilire come ottenere e conservare dati grazie a decine di app per smartphone. Il New York Times scrive che, da allora, le due intelligence si sono scambiate informazioni su come ottenere informazioni sui contatti o sulle agende contenute nei telefoni ottenibili, ad esempio, quando un ‘obiettivo’ usa Google Maps, o le versioni per telefonini di Facebook, Flickr, LinkedIn, Twitter e simili. Il quotidiano statunitense spiega che l’attenzione degli intercettatori per i telefonini è stata portata alla luce anche in documenti già diffusi nell’ambito del Datagate, ma queste nuove rivelazion mostrano in particolare le loro aspettative riguardo agli smartphone e alle relative app. Tale attenzione, inoltre, stando a quanto si legge in un documento britannico del 2011, ha trovato sbocco in un programma chiamato “the mobile surge”. La portata della raccolta dati non emerge però con chiarezza dai documenti, poichè, scrive il Nyt, non ci sono riferimenti espliciti che mostrino che le possibilità studiate siano poi state effettivamente utilizzate.

Der Spiegel: “La Germania aprirà procedimento penale sul presidente Usa”

Obama-Merkel-tuttacronacaE’ il settimanale tedesco Der Spiegel a scrivere che il governo tedesco starebbe pensando di avviare un procedimento giudiziario contro gli Usa, con l’accusa di aver spiato illegalmente il telefono della cancelliera Angela Merkel, come emerso dalle rivelazioni di Edward Snowden. Sempre il giornale rende noto che il ministro della Giustizia Heiko Maas avrebbe comunicato al ministro degli Esteri Frank- Walter Steinmeier, che il procuratore generale federale Harald Range, potrebbe avviare tali azioni penali. Al Wall Street Journal un portavoce del procuratore ha riferito che si sta ancora analizzando la vicenda e che “una decisione definitiva non è ancora stata presa”. Tuttavia, il tema sta sul tavolo, come conferma un altro portavoce, quello del ministero della giustizia, Anne Zimmermann, secondo cui il procuratore generale è pronto a decidere in modo “autonomo in merito all’opportunità di avviare un procedimento una volta che ha concluso il suo esame preliminare”.  Come scrive il Mattino:

Un’azione giudiziaria avrebbe del clamoroso e renderebbe ancora più difficili i già tesi rapporti diplomatici tra i due paesi dopo quanto è emerso l’anno scorso in seguito allo scoppio del datagate, e cioè che Angela Merkel, assieme a circa 35 leader mondiali sono stati monitorati dall’agenzia per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Lo stesso Obama, dopo il suo discorso in cui ha annunciato la riforma della Nsa, ha cercato di rassicurare direttamente l’opinione pubblica tedesca, promettendo che la signora Merkel non sarà piu un obiettivo dello spionaggio degli Stati Uniti, almeno sino a quando lui è presidente.  «Io vorrei che un meccanismo di sorveglianza non rovinasse il rapporto che abbiamo nè ostacolasse il tipo di comunicazione e di fiducia che esiste tra di noi. Finchè io sono il presidente degli Stati Uniti – ha assicurato Obama alla tv pubblica Zdf – il cancelliere non dovrà preoccuparsi di tutto ciò»

Suicido shock! Si toglie la vita a 13 anni per i brutti voti!

ragazzina-suicida-tuttacronacaShock in un Comune del basso mantovano dove una ragazzina di origini indiane di appena 13 anni si è tolta la vita nella sua abitazione. La piccola, sola in casa, ha preso una corda improvvisata, se l’è stretta attorno al collo e, dopo averla legata alla ringhiera di un soppalco, si è impiccata. La ragazzina, che frequentava la seconda media e viveva con la madre separata, ha lasciato un biglietto dove spiegava la sua angoscia per i brutti voti presi ultimamente a scuola. E’ stata la madre a trovare il giovane corpo senza vita.  Inutili i tentativi di rianimazione del personale del 118. Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri.

Il camionista licenziato perchè ha detto no al contratto bulgaro

autostrada_autotrasporto-tuttacronaca“Mi chiamo Alessandro, per i colleghi Valanga e sono, o meglio ero un autista. Un lavoro in un settore spesso mal visto e mal interpretato, ma affascinante e comunque indispensabile. Uno di quei lavori che puoi fare solo con passione. Passione che ti spinge a farti le patenti, a girare per le strade d’Europa col tuo metabolismo regolato dalle ore di guida, dai clienti e dalle dogane. Ma vai avanti.” Inizia così la lettera pubblicata da un 31enne milanese di Segrate su Weborienta. Lui è camionista da 12 anni e qualche riga dopo aggiunge: “Ora basta. Lavoro in Italia, con un mezzo italiano, trasporto merce italiana da e per l’Italia se non addirittura in Italia, sono italiano orgogliosamente e tu mi proponi un contratto bulgaro no.” Perchè è una pratica sempre più gettonata, come spiega lo stesso Alessandro Gabanella al Corriere. “La telefonata è arrivata un anno fa e a dire il vero me l’aspettavo da un po’. Il titolare dell’azienda mi ha detto: ‘Vieni giù e ne parliamo’. Io gli ho replicato: Non propormi le porcherie che sento in giro, perché non vengo proprio”. E ora, per aver detto sì al suo orgoglio di essere italiano e alla legalità, è senza lavoro da un anno. Spiega il quotidiano:

Patente C, D, E. Migliaia di euro per poter guidare tir e autotreni. Contratti sempre precari ma una grande passione. Stipendio da 1.800 euro al mese, settimane intere al volante passando dogane e frontiere. Amici improvvisati nei motel di ogni dove. I marocchini, i pachistani e poi i romeni, i bulgari. Le «navi-scuola», gli amori, il forno da campeggio, i panini e i «bocadillos», le notti a Novara con la nebbia fitta sulla Torino-Milano e la responsabilità di carichi come macigni, l’attenzione spasmodica che non ti freghino la benzina mentre sei in dormiveglia. La carreggiata unico metro di riferimento e il parlare da soli per dissimulare la solitudine.

 

Quello che accade con questi contratti bulgari lo si può sintetizzare in questo modo:

in Bulgaria i camionisti guadagnano un terzo dello stipendio italiano e le tasse e i contributi sono minimi. Ma la Bulgaria, come la Romania, ora fa parte dell’Unione europea e in virtù della liberalizzazione del mercato e della volontà degli sherpa di Bruxelles di favorire la mobilità sovranazionale molti “paletti” sono stati divelti. Così ora si moltiplicano le aziende italiane di trasporto che chiudono nel nostro Paese per aprire una sede fittizia nell’est Europa. Con la complicità di agenzie interinali italiane (su cui siti campeggiano diversi annunci per autisti romeni) e persino di una sigla sindacale, la Unitai (aderente a Conftrasporto) che aiuta i «padroncini» a chiudere da noi per riaprire in Bulgaria fornendo tutte le informazioni del caso. L’esito – dice Alessandro – «è che se non fai come ti dicono loro resti a casa. E al tuo posto assumono un bulgaro, oppure riassumono un tuo collega italiano con un contratto bulgaro riconoscendogli in nero lo stipendio che aveva prima , ma non pagandogli più contributi e tanto meno le tasse. Se non accetti – e se ti va bene – rischi di diventare un cassintegrato. Con i sussidi dello Stato italiano, i soldi per la formazione italiani, la merce trasportata italiana da un tuo collega italiano a finanziare il welfare di Romania e Bulgaria». Eppure le norme prescrivono che aziende di trasporto straniere non possano fare più di tre viaggi all’interno di un Paese estero a settimana. Peccato che fatta legge, trovato l’inganno. Le aziende di trasporto che hanno aperto una filiale nell’est Europa hanno tenuto rimorchi e semirimorchi italiani in modo da saltare i controlli relativi al cabotaggio e ora c’è il far west. Dice Alessandro che si può trovare ovunque ampio riscontro di quello che sta accadendo: «La Arcese trasporti, che ha gestito i trasporti della Fiat per una vita, assume ora in Romania e ha appena chiuso a Torino. La Maggi ha licenziato 50 persone e ad aprile ha liquidato il settore del trasporto del latte puntando sulla logistica. Lo stesso ha fatto la Amantini. Ma anche Autori, Torello, Vercesi, Spinelli (l’azienda del presidente del Livorno, ndr.), Transmec, Fertrans, Colucci hanno assunto personale da agenzie o vettori dell’est Europa, ma nessuno lo dichiara apertamente. Eppure è tutto perfettamente legale, come mai non dichiararlo alla luce del sole?». Benvenuti in Europa, dalla porta est.

Inglesi e tedeschi temono l’invasione di romeni e bulgari

unione-europea-tuttacronacaRomeni e bulgari, comunitari dal 2007, si vedono cadere gli ultimi paletti e da ora possono girare in ogni Paese d’Europa per lavorare fuori dai propri confini. A temere un’invasione sono principalmente Gran Bretagna e Germania. A Londra la paura è che arrivino decine di migliaia di persone che potrebbero riversarsi sul mercato del lavoro nel Regno Unito ancora provato dalla crisi, nonostante le prime indicazioni di ripresa. Le rassicurazioni, del resto, non sono servite a molto, nonostante alcuni dicano che tale invasione non si verificherà mentre altri tentano di tranquillizzare sottolineando che come la presenza di più vaste comunità di romeni e bulgari in Italia e Spagna per esempio, renderà questi tra i Paesi più appetibili. Il primo giorno dell’anno è stato il Times a mettere in evidenza come in realtà di lavoratori romeni nel Paese ci sia bisogno per quegli impieghi che ai britannici risultano meno attraenti, almeno stando alle cifre. Si tratta di impieghi come quelli dell’assistenza domestica a minori e anziani, tassisti, persone da impegnare nel settore alberghiero, fino al servizio sanitario nazionale, agricoltura e costruzioni. Si calcola che oltre 62mila posti di lavoro sono stati pubblicizzati su siti web romeni specializzati nel 2013, quasi 42mila in più rispetto all’anno precedente. Ma anche la Germania è preoccupata dal rischio del “turismo del welfare” e le proteste arrivano sia dai comuni tedeschi che dalla CSU bavarese. ”Con i principi attuali non riusciamo a integrare i migranti poveri alla società”, ha affermato sulla ‘Faz’ il presidente della federazione dei comuni Stephan Articus, spiegando che l’apertura del mercato del lavoro a bulgari e romeni rappresenta ”sfide nuove” con costi elevati per le amministrazioni locali. Da qui la richiesta di ”aiuti da parte dello stato federale e dei laender” sia finanziari che ”anche sul piano legislativo e organizzativo”. E per questo i democristiani di Baviera, insieme all’Unione cristianodemocratica (Cdu) presieduta dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, hanno fatto un piano politico per evitare che i romeni e bulgari viaggino in maniera massiccia in Germania per trovare lavoro e allo stesso tempo, godano del generoso sistema sociale che il paese offre ai suoi lavoratori. I democratici della Baviera (Csu) hanno redatto un documento dove propongono misure che limitano l’accesso degli immigrati al futuro sistema sociale tedesco, in una mossa che ricorda la politica del governo britannico. Come spiega L’impronta L’Aquila:
Le autorità tedesche ritengono che circa 200 mila lavoratori rumeni e bulgari arriveranno nel paese durante l’anno, attratti dalla prosperità economica, ma anche per le generose prestazioni sociali che ricevono tutte le persone che hanno un permesso di lavoro in Germania. Ad esempio, la chiamata Kindergeld, un compenso di 184 euro pagati dallo stato alle famiglie per ogni bambino.
“La polemica è stata scatenata dal capo del governo bavarese Horst Seehofer”, scrive il quotidiano El pais, che ha qualificato i potenziali immigrati come “turisti sociali pericolosi”. Sotto lo slogan “Chi inganna deve essere espulso”, la Csu ha preparato un documento che propone di eliminare i benefici sociali nei primi tre mesi di soggiorno e permette l’espulsione di tutte le persone che hanno truffato, per esempio con documenti falsi alle autorità per ottenere un lavoro.

L’operato dell’Nsa è lecito: lo dice un giudice di New York

datagate-tuttacronacaWilliam Pauley, giudice della Corte distrettuale di Manhattan, ha stabilito che il programma di controllo delle telefonate private ad opera della Nsa sarebbe assolutamente lecito. In questo modo il giudice ha respinto il ricorso presentato dall’American Civil Liberties Union, organizzazione a difesa dei diritti civili, che ritiene non sia legale che un’agenzia federale possa sorvegliare milioni di telefonate di americani.

I nostri 7 giorni… aspettando il Natale!

7giorni-tuttacronacaNei prossimi giorni si attende la tempesta di Natale: freddo, ghiaccio e neve accompagneranno la Vigilia e il giorno di festa più atteso dell’anno. E viene spontaneo sperare che almeno quel manto bianco possa “coprire” almeno per qualche ora tutto quello che c’è di sbagliato in questa Italia. Come ogni settimana si è parlato molto di politica, a iniziare dagli auguri per le feste del Presidente Napolitano, passando per la soddisfazione di Letta per essere riuscito “a mangiare il panettone” anche quest’anno, fino al taglio delle province. Mentre fiumi d’inchiostro si spendono per aggiornare costantemente su quello che accade nelle Aule del potere, tra le polemiche alla Boldrini, le proteste del Movimento 5 Stelle e le vicessitudini di Berlusconi, tuttavia, la crisi che sembra essere sempre “quasi alla fine” pesa con tutta la sua tragicità sui cittadini. Ma gli italiani devono fare i conti anche con i terremoti, con quella speranza di un futuro migliore che spesso si trasforma in fuga all’estero (dal quale, capita anche questo nell’Unione Europea, si può essere cacciati). Non lo si vede più il futuro e per questo ci si concentra sulle tragedie quotidiane e su chi è migrante in Italia: non possono passare sottovoce le vicende dei Cei: da Lampedusa a Roma. E se protesta dev’essere, ormai coinvolge tutta la popolazione, con le manifestazioni dei Forconi, che siano a piazza del Popolo o a San Pietro, degli studenti e di chiunque s’indigna. In tutto questo, il Belpaese resta “macchiato” da fiumi d’odio e vede spuntare nuove campagne shock contro  la violenza sulle donne. Allora ben venga anche quella tempesta natalizia tanto attesa: forse “ripulirà” se non gli animi almeno l’aria…

7giorniPer fortuna, tuttavia, sarà che il Natale si avvicina e i bimbi scrivono lettere a Babbo Natale, sarà che i nostri cieli sono solcati dalla cometa Lovejoy che ci indica il cammino, non smettiamo di sperare, di proseguire, di credere in qualcosa. Ci saranno dei cambiamenti nel 2014? E’ quello che tutti noi ci auguriamo, che siano per il meglio. Sicuramente lo sperano i tifosi di calcio, visto che sta per aprirsi la nuova sessione di mercato e già si fa il totonomi e si controlla chi potrebbe lasciare e chi giungere sulle panchine. Perchè quel pallone alla fin fine, lo si voglia o no, crea un legame, permettendo a tutti di estraniarsi per 90 minuti da tutto quello che accade e, nel migliore dei casi, rallegrarsi. Manca pochissimo ormai a Natale, lo sanno anche i giocatori dell’Atalanta che nella sfida contro la Juve hanno indossato una maglia creata appositamente per lanciare i loro auguri. Anche i bianconeri non hanno però scordato i tifosi: i loro auguri sono arrivati via video, con un cartone animato creato apposta per l’occasione. Non c’è nulla da fare: Natale è il tema di questa settimana, sia che si unisca alla cronaca presentando un Presepe in cui appaiono i due marò, ancora in India, sia che si programmi il pranzo (fosse anche a base di panini… però speciali!), sia che si tratti di un cagnolino che intona la famosa canzone “Tu scendi dalle stelle”. Anche noi vogliamo concentrarci sul Natale e su quell’anziano signore vestito di rosso che sfreccia nei cieli. Perchè alla fin fine, accada quel che accada, dev’essere innanzitutto un sentimento, un’emozione. Il mondo è illuminato da infinite luci e ci auguriamo che possano tingere le vite di tutti noi. A questo punto resta solo una domanda: chi sarà il regista del vostro Natale?

GOOD NIGHT, AND GOOD LUCK!

Babbo Natale? No, NSA! E “sta arrivando in città”…

nsa-spia-video-tuttacronacaQuest’anno si è parlato molto della NSA e del Datagate e per non scordarci neanche a Natale che siamo spiati un’organizzazione statunitense non governativa, orientata a difendere i diritti civili e le libertà individuali negli Stati Uniti, la ACLU, ha pensato di realizzare una parodia della canzone Santa Claus is coming to town. Il video è stato diffuso anche in Youtube e si vede una spia-Babbo Natale controllare tutto quanto accade: conversazioni, scambio di mail, contenuti del cellulare e via dicendo. Perchè se Santa Clause “sa quando dormi e quando sei sveglio”, anche la National Security Agency non si perde una mossa e compila la sua personale lista di buoni e cattivi…

Tre mesi di reclusione per il vicepresidente di Casapound

di-stefano-casapound-tuttacronacaSabato, a Roma, Simone Di Stefano, era stato arrestato dalla Digos con l’accusa di furto pluriaggravato per aver tentato di rimuovere la bandiera dell’Unione europea davanti alla sede Ue. Il vicepresidente di Casapound è stato ora condannato a tre mesi di reclusione e al pagamento di una multa di cento euro. Il giudice ha convalidato l’arresto disponendo la sua scarcerazione e stabilendo l’obbligo di firma bisettimanale. Dopo la condanna, mentre lasciava piazzale Clodio, Di Stefano ha commentato che la bandiera dell’Unione Europea “non ha assolutamente alcun valore spirituale perché rappresenta una costruzione tecnico-finanziaria che si basa sullo schiavismo dei popoli europei”. Domenico Di Tullio, il suo legale, ha detto: “Quello di Simone Di Stefano è un atto dimostrativo legato al movimento 9 dicembre dei Forconi”. Ha quindi spiegato: “Il giudice ha riconosciuto nella sua sentenza alcune attenuanti compresa quella del risarcimento in quanto la bandiera della Ue è stata restituita circa venti minuti dopo il blitz”.

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In manette Simone Di Stefano, il vicepresidente di Casapound

casapound-forconi-tuttacronacaLa Digos ha arrestato, con l’accusa di furto pluriaggravato, Simone Di Stefano. Il vicepresidente di Casapound, durante un blitz a Roma davanti alla sede Ue in occasione della rivolta dei Forconi, ha tentato di rimuovere la bandiera dell’Unione europea. Il vicepresidente ha infatti preso parte a un blitz davanti alla sede Ue di via IV Novembre nella Capitale e, armato di una scala, ha tentato di sostituire al bandiera dell’Ue con un Tricolore. Sia la scala che l’auto utilizzata per trasportarla sono state sequestrate dalla polizia. Per lo stesso blitz, a cui hanno preso parte un centinaio di manifestanti, sono stati denunciati dalla Digos dieci appartenenti a Casapound per concorso nel furto aggravato della bandiera dell’Unione Europea, resistenza a pubblico ufficiale e manifestazione non autorizzata.

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Saremmo usciti dall’euro? Berlusconi aveva avviato la trattativa!

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Lo rivela Hans-Werner Sinn, presidente dell’istituto di ricerca congiunturale tedesco, Ifo-Institut, durante il convegno economico “Fuehrungstreffen Wirtschaft 2013” organizzato a Berlino dal quotidiano “Sueddeutsche Zeitung”. Quella di Sinn è una voce autorevole, tanto che potremmo paragonare l’istituto da lui presieduto all’italiano Istat . “Sappiamo – ha detto Sinn – che, nell’autunno 2011, l’allora presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha avviato trattative per far uscire l’Italia dall’Euro”.

Ma cosa successe due anni fa? Lo spread iniziò a salire… Vendetta? Crisi? Mossa calcolata? Allarme? Caduta pilotata? Economia al colasso? Berlusconi in ogni caso fu costretto a dimettersi e arrivò l’europeista Mario Monti che immediatamente riportò l’Italia dentro al meccanismo europeo.

Ma oggi è proprio Sinn che  intervenendo in un dibattito dedicato alla crisi europea e agli effetti sui paesi meridionali ha aggiunto di “non sapere per quanto ancora l’Italia ce la farà a restare nell’Unione Europea: l’industria nel nord del paese sta morendo, i fallimenti delle imprese sono ormai alle stelle e la produzione industriale è in continuo calo”. La possibilità di un’uscita, forzata o voluta, “è sempre concreta per Francia, Grecia e Italia”, ha detto ancora il presidente di Ifo-Institut, sottolineando che, in ogni caso, il salvataggio di due paesi come la Francia e l’Italia, con un ammontare di crediti in percentuale del pil pari a quelli concessi alla Grecia, “ci costerebbe qualcosa come 4.500 miliardi di euro”.

Come afferma poi HuffPost:

C’è chi poi, in questi passaggi concitati, ha visto un complotto ai danni dell’allora premier. Non una persona qualunque, dato che stiamo parlando di Lorenzo Bini Smaghi, ex membro della Bce, la Banca centrale europea. In un suo recente libro intitolato “Morire di austerità” (editrice Il Mulino), l’economista spiega come “la minaccia di uscita dall’Euro non sembra una strategia negoziale vantaggiosa (…). Non è un caso che le dimissioni (…) di Berlusconi siano avvenute dopo che l’ipotesi di uscita dall’Euro era stata ventilata in colloqui privati con i governi di altri paesi”.

Datagate: neanche le prenotazioni alberghiere sono al sicuro dagli 007

datagate-tuttacronaca“Royal Concierge”. Si chiama così il programma usato dai servizi segreti britannici per tenere sotto controllo i sistemi di prenotazione online di oltre 350 alberghi in tutto il mondo. Si tratta di hotel che, solitamente, vengono scelti da diplomatici o rappresentanti del governo. A rivelare questa pratica di controllo è stata la talpa della Nsa. Tramite tale programma, secondo quanto riferito dal settimanale tedesco “Der Spiegel”, riesceno ad ottenere email, numeri di telefono riservati o altri dati di rappresentanti di Paesi stranieri.

L’ambasciare americano: mai spiati gli spagnoli

datagate-spagna-tuttacronacaIn seguito alla pubblicazione di alcuni articoli in cui si affermava che l’Nsa, la National Security Agency americana, aveva intercettato milioni di telefonate in Spagna, era scattata una convocazione per l’ambasciatore americano, James Costos, che si è incontrato con il ministro degli Esteri spagnolo, Josè Manuel Garcia-Margallo. L’ambasciatore ha assicurato che i servizi segreti degli Stati Uniti non hanno mai spiato i cittadini del Paese iberico.

Parla il capo della NSA: “spiamo perchè ci viene richiesto”

datagate__tuttacronacaKeith Alexander, capo della National security agency, intervenuto a un evento a Baltimora in relazione alla bufera sulle intercettazioni statunitensi ha detto che l’agenzia di intelligence americana ha raccolto informazioni sui leader mondiali su richiesta dei responsabili politici. Ha così respinto le accuse di portare avanti programmi al di fuori del controllo dell’amministrazione, tesi invece sostenuta dal segretario di Stato, John Kerry. Alexander ha puntato il dito in particolare sul personale diplomatico. “Ci piacerebbe smettere con i nostri programmi di intelligence. Ma se lo facessimo la nostra paura è che si creerebbe un vuoto, che potrebbe provocare un altro 11 settembre. E così non avremmo fatto il nostro dovere”. Ha quindi sottolineato che ”Non solo le agenzie di intelligence ad avanzare le richieste ma i responsabili della politica, tra cui gli ambasciatori”. Nel frattempo John Kerry, intervenendo in videoconferenza da Londra, ha parlato di una intelligence “col pilota automatico”, andata oltre nei suoi compiti. ”La Nsa – ha insistito Alexander – ha raccolto le informazioni quando gli è stato chiesto da funzionari politici di scoprire le intenzioni delle leadership dei Paesi stranieri. E se tu vuoi conoscere queste intenzioni, questo è quello che devi fare”.

Datagate: chi spia chi?

datagate__tuttacronacaMentre il presidente americano Barack Obama, nel tentativo di porre un freno allo scandalo del Datagate, ha chiesto venga ridotto lo spionaggio ai danni delle Nazioni Unite, ordinando alla Nsa anche di limitare le intercettazioni nella sede Onu a New York, ieri nel corso di un’audizione al Congresso un alto responsabile dello spionaggio Usa ha detto: “Anche i nostri alleati europei spiano i leader e i servizi d’intelligence americani”. James Clapper, capo della  National Intelligence ha poi aggiunto: “Quando sento parlare dell’attività di sorveglianza sugli alleati mi ricorda quella scena di Casablanca, quando il Commissario chiude il locale di Bogart, dicendo ‘qui si gioca illegalmente’, e nel frattempo si mette i soldi in tasca”. Per questo motivo, considerato che tutti ne erano a conoscenza, Clapper ha insistito che ogni raccolta dati è stata perfettamente “legale”. Per quel che riguarda l’Italia, dove si parla di 46 milioni di intercettazioni, il capo della Nsa, Keith Alexander, aveva in precedenza spiegato: “Non abbiamo raccolto noi le informazioni sui cittadini europei ma questi dati erano forniti dai nostri partner europei”. Fonti dei servizi italiani, al riguardo, hanno precisato che l’intelligence italiana non ha mai scambiato dati relativi a cittadini italiani con gli 007 americani.

Golosi di tutto il mondo in festa: il cioccolato non ingrassa!

cioccolato-tuttacronacaTra quello che la scienza si ripropone di fare, c’è anche lo smontare i miti e ora gli scienziati dell’Università di Granada hanno dimostrato che il cioccolato non ingrassa. Lo studio, realizzato con giovani ma i cui risultati indicano che lo stesso processo vale anche per gli adulti, ha mostrato come, nonostante le calorie, il consumo del derivato del cacao si associa a livelli minori di grasso corporeo, inclusi quelli che si concentrano sull’addome. I ricercatori della Facoltà di medicina e della Facoltà di Scienze Motorie hanno confrontato l’assunzione di cioccolato e i livelli di grasso totale e centrale (addominale), determinati tramite l’indice di massa corporea, la percetuale di grasso corporeo e la larghezza della vita. Lo studio è stato condotto su 1458 adolescenti tra i 12 e i 17 anni. Il risultato è stato che, qualsiasi fosse lo stile di vita, l’età o il sesso, maggiore era l’ingestione di cioccolato, minore risultava la grassa massa. Questo dimostra che a far ingrassare non è solo l’apporto calorico. “Le più recenti indagini epidemiologiche stanno concentrando la loro attenzione sullo studio del rapporto tra alcuni alimenti (non solo per il suo contenuto calorico, anche per i suoi componenti) e fattori di rischio per lo sviluppo di malattie croniche, tra cui sovrappeso o l’obesità” affermano gli autori. Il cioccolato è un alimento ricco di flavonoidi, elementi utili per il metabolismo. E ‘ un grande antiossidante , anti-trombotico e anti- infiammatorio, possiede effetti anti-ipertensivi e può aiutare a prevenire le malattia coronariche”, spiega Magdalena Bacino, coautrice dello studio pubblicato su Nutrition. Nello specifico, il cioccolato presenta una grande quantità di catechina, un flavonoide che colpisce la produzione di cortisolo e sensibilità all’insulina, le due sostanze strettamente correlate a sovrappeso e dell’obesità . Gli autori hanno quindi sottolineato che l’impatto biologico del cibo non dev’essere valutato solo dal numero di calorie ma dalle altre funzioni che possono avere tutti i suoi componenti. Sebbene lo studio , che fa parte del HELENA ( Healthy Lifestyle in Europe by Nutrition in Adolescence ) guidato dall’Unione europea, abbia prestato particolare attenzione ai giovani, gli autori sottolineano che negli ultimi anni si stanno accumulando prove che il cioccolato ha la stesso effetto benefico negli adulti. Se ve lo state chiedendo: lo studio è stato finanziato dall’Unione Europea. Una precisazione comunque è stata fatta dai ricercatori: il cioccolato non fa ingrassare… ma non significa che far scorta di cioccolatini abbia un effetto dimagrante!

British Airways accende il riflettore su Alitalia: Ue intervenga su aiuti di Stato

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L’Alitalia Day è arrivato! Oggi consiglio di amministrazione e l’assemblea della linea aerea sono chiamati ad approvare l’operazione di salvataggio da 500 milioni di cui 300 milioni di aumento di capitale. Un’operazione che come noto prevede l’intervento delle Poste Italiane, controllate dal ministero dell’Economia. Oltre alle polemiche che ha suscitato questa scelta sulla sua opportunità in termini di politica economica, ora si levano anche serie proteste internazionali che ragionano in termini di diritto e concorrenza. “Ci aspettiamo che la Commissione europea intervenga per sospendere questo aiuto manifestamente illegale”, commenta la Iag, holding che controlla British Airways, Iberia e Vueling, commenta con l’Ansa gli ultimi sviluppi su Alitalia, sottolineando di essere “stati sempre contrari agli aiuti di Stato”.

Tornando all’operazione comunque in via di approvazione, il dubbio resta intorno alle intenzioni di Air France-Klm, che pure venerdì scorso ha approvato l’impianto dell’operazione. Il socio industriale di maggioranza tra i privati (25%) dovrebbe sborsare intorno a 75 milioni: non sta attraversando un periodo di salute ottimale e già a febbraio ne ha messi quasi 40 per il prestito ponte arrivato dai soci e ben presto rivelatosi insufficiente. Una fonte vicina alla compagnia ha dichiarato al quotidiano economico francese Les Echos: “Non è un piano definitivo bisogna ancora trovare un’intesa su una  ristrutturazione del debito e una revisione del piano industriale”. Malgrado le pressioni del ministro dei trasporti italiano, Maurizio Lupi, che ha invitato Air France-Klm a sottoscrivere la sua quota, Les Echos sottolinea che il gruppo franco-olandese ha intenzione di utilizzare il termine di un mese previsto dagli accordi per aderire al piano o diluire la propria quota all’11%.

“Abbiamo approvato il piano, che va nella giusta direzione, ma rimane insufficiente”, hanno fatto sapere, ricordando che una ristrutturazione del debito (di oltre un miliardo di euro) rimane un requisito indispensabile per qualsiasi impegno definitivo. Lupi aveva già risposto alle reticenze francesi senza mezzi termini: “Alitalia non sarà la Cenerentola di Air France”, ha detto ricordando che in caso di mancata sottoscrizione dell’aumento “verrà meno ogni vincolo per la ricerca di nuovi partner”. Proprio sui partner si è espresso il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, stamane a Radio1Rai: “Ci vuole un alleato, ma non credo che i francesi facciano al caso nostro”, ha sentenziato. Secondo Bonanni “loro vogliono solo il loro hub, tant’è che hanno detto che loro aderirebbero” all’aumento di capitale “alla sola condizione che Alitalia non apra nuove tratte internazionali e non acquisti nuovi veicoli. Anzi: hanno fatto di tutto perchè noi fossimo bloccati nell’acquisizione di nuove tratte che rappresentano le occasioni più remunerative per un’azienda Con loro noi andremmo in ulteriore default; meglio allearsi con i tedeschi oppure con altre compagnie di altre realtà regionali”. Tra i possibili partner, Lufthansa ha messo in chiaro di non essere interessata.

I cittadini mettono mano al portafoglio per pagare Alitalia: esposto alla Ue

alitalia-tuttacronacaIl ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Maurizio Lupi, aveva dichiarato che lo Stato Italiano “non ha messo soldi, neanche un euro dei soldi dei cittadini” per il salvataggio dell’Alitalia. Stando al Codacons, però, la verità è ben diversa. Meglio, “è vero esattamente il contrario”. L’associazione spiega infatti che “Saranno proprio gli utenti, attraverso la società controllata al 100% dal Tesoro, Poste Italiane, a ripianare i debiti della compagnia aerea. L’intera operazione Alitalia avrà effetti diretti sulla tasche dei cittadini italiani, e il ministro Lupi lo sa bene. Questo perchè lo sforzo economico di Poste andrà inevitabilmente ad intaccare i servizi universali gestiti dall’azienda, a tutto danno degli utenti, specie le fasce più deboli, che indirettamente si troveranno a pagare il prezzo dell’operazione”. Il Codacons, al riguardo, presenterà domani alla Ue un esposto urgente secondo il quale Poste Italiane “E’ una società per azioni che nel caso di Alitalia acquista titoli azionari, ma l’assetto proprietario di Poste vede la partecipazione totalitaria del ministero dell’Economia, e l’attività di controllo contabile sono affidate a una società di revisione e soggette al controllo della Corte dei Conti sulla gestione del bilancio e del patrimonio”. Così stando le cose, afferma ancora l’associazione, non solo vengono smentite le dichiarazioni di Lupi, ma si configura un aiuto statale che è l’intera collettività a pagare.

Napolitano ringrazia Siracusa… Ma l’Ue sta a guardare?

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Giorgio Napolitano rende onore agli abitanti di Siracusa che hanno soccorso e nutrito gli immigrati sbarcati sulla costa il giorno di ferragosto.

”Le immagini trasmesse ieri dalla TV delle decine di bagnanti, sulla spiaggia di Morghella – Pachino, che si sono spinti generosamente in mare per aiutare profughi provenienti dalla Siria, in gran parte bambini, a raggiungere la riva mettendosi in salvo,sono di quelle che fanno onore all’Italia” scrive in una nota il Capo di Stato.

Le immagini, aggiunge ancora Napolitano, ”mostrano come – di fronte alla tragedia, quotidianamente vissuta a Lampedusa e altrove, di quanti cercano asilo fuggendo da guerre e persecuzioni – prevalga negli italiani un senso di umanità e solidarietà più forte di ogni pregiudizio e paura”.

Ma l’Ue sta a guardare? L’Europa non ha confini che dovrebbero essere tutelati da tutti gli stati membri? L’Ue non si dovrebbe far carico della migrazione?

Ue stringe la cinghia con l’Italia: basta concerti di Elton John

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Ue stringe la cinghia e chiude i rubinetti della distribuzione a pioggia dei fondi Ue. Non si potranno più usare per eventi come il concerto di Elton John a Napoli o per la A3 Salerno-Reggio Calabria.  Lo ha detto il commissario Ue Johannes Hahn, facendo il punto sui finanziamenti europei destinati all’Italia, auspicando investimenti su poche, chiare priorità, come turismo e beni culturali, energie rinnovabili e piani di sviluppo urbano.
Nella programmazione, ha quindi spiegato Hahn in un intervista all’Ansa, “ci sono tipi di progetti che non vogliamo più vedere e altri che vorremmo di più. Ci sono già buoni esempi in giro, come le Tecnopoli in Emilia Romagna, i piani di sviluppo urbano integrato in Toscana, o quelli per le energie rinnovabili in Puglia”.

“In passato i fondi sono stati distribuiti a pioggia e questo ha ridotto il loro impatto sull’economia, rendendo più difficile la loro gestione”, ha spiegato il commissario Ue, osservando tuttavia che “non si tratta solo di un problema italiano”.

“Non si può continuare a cercare di compiacere tutti. Per fare veramente la differenza nello sviluppo economico del Paese – aggiunge Hahn – occorre focalizzarsi su un numero ristretto di priorità”, con l’obiettivo di creare occupazione duratura, sostenere punti di forza già esistenti nelle regioni, e innescare nuova crescita”.

“Non siamo inflessibili rispetto alle priorità per i finanziamenti, credo ad esempio che in Italia il supporto al turismo sostenibile e di qualità e al patrimonio culturale, abbia un senso. Ma devono essere progetti innovativi, sostenere le imprese, attenti a risorse locali e ambiente. Il legame tra il patrimonio culturale e la prosperità futura delle sue regioni, soprattutto al Sud è lampante e la prossima programmazione può aiutare”, ha quindi concluso Hahn.

Arriva il Tap… ed è già polemica!

letta-gas-tuttacronacaVola in Azerbaigian Enrico Letta, dove domani incontrerà a Baku il presidente del Paese ex sovietico Ilham Aliyev. Il presidente del Consiglio, come aveva annunciato in occasione del bilaterale con di Atene con l’omologo greco Antonis Samaras a fine luglio, con l’occasione ringrazierà personalmente Aliyev per la decisione presa di convogliare il gas estratto dall’immenso giacimento di Shah Deniz nelle condotte della Trans-Adriatic pipeline (Tap), progetto italo-greco-albanese con cui “l’oro blu” azero, dopo essere transitato attraverso la Turchia, raggiungerà l’Europa. Stando a quanto detto da Letta, il Tap ha un’importanza strategica sia in chiave europea che italiana e la realizzazione del gasdotto “avrà effetti per i prossimi 20 anni […] spostando il cuore degli hub energetici europei e rendendo l’area adriatico-jonica al centro della futura politica energetica europea”. Del resto già la Ue aveva reso noto l’intento della diversificazione dell’approvvigionamento energetico per tagliare la dipendenza dalla Russia e creare solidi legami energetici con l’Asia Centrale, ricca di materie prime. Shah Deniz, le cui riserve sarebbero pari a un triliardo di metri cubi, è al momento il più importante bacino da cui l’Europa intende abbeverarsi. Il Tap dovrebbe venir realizzato a partire dal 2015 e dovrebbe essere realizzato nel 2019 e, sempre da come riferito da Letta, dovrebbe avere ricadute positive anche sull’Italia, aiutando a tenere giù i prezzi dell’energia e a favorire dunque la competitività del paese. Ma il Tap creerà anche posti di lavoro. Dovrebbe trattarsi di 2mila, secondo quanto spiegato dal country manager della Tap, Giampaolo Russo, in una recente audizione al Senato. Nel frattempo, però, monta la protesta nel Salento, a opera del moviemtno No Tap, là dove i tubi del gasdotto dovrebbero raggiungere il territorio italiano. Come spiega l’Huffington Post: “È una rete di municipi e associazioni che denuncia i possibili danni ambientali, paesaggistici e turistici che la pipeline potrebbe causare. I No Tap, recentemente, hanno conquistato alla loro battaglia lo scrittore Erri De Luca, secondo il quale il progetto del gasdotto va contrastato facendo leva sul diritto alla bellezza paesaggistica. Se in Italia il gasdotto incontra l’opposizione dei No Tap, a livello internazionale – viene da pensare – potrebbe alimentare polemiche da parte russa. Del resto la pipeline italo-greco-albanese e la relativa strategia europea che ne ispira la realizzazione cozzano teoricamente contro un altro programma di politica energetica che vede l’Italia impegnata: il South Stream, il maxi gasdotto promosso da Gazprom che, risalendo la dorsale balcanica e terminando al Tarvisio, porterà in Europa il metano russo. Eni fa parte del consorzio internazionale che gestisce il segmento offshore della pipeline, nel Mar Nero. In altri termini l’Italia si ritrova coinvolta in due distinti schemi. Da una parte appoggia Gazprom e dall’altra promuove lo sforzo europeo orientato a diminuire la dipendenza dall’energia russa.”

Dopo la guerra con Malta, la Salamis con 102 migranti arriva in Italia

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Malta non ha ceduto nonostante il richiamo dell’Unione Europea e così la nave cisterna Salamis, con a bordo una donna ferita, vedendosi rifiutare l’ingresso in porto da parte delle autorità maltesi ha cambiato rotta e sbarcherà a Siracusa. Il premier maltese, Joseph Muscat, ha ringraziato il presidente del Consiglio, Enrico Letta, per l’impegno e l’assistenza dati. Insomma Malta non presta soccorso e l’Italia non ha più strutture per accogliere i migranti e dare loro una vita dignitosa.

Muscat ha aggiunto che la decisione presa dall’Italia “rafforzerà ulteriormente i buoni rapporti tra i due Paesi”. Si tratta, ha proseguito, di un “impegno concreto” preso da un partner affidabile, che ha capito l’emergenza maltese dopo gli arrivi di centinaia di immigrati in poche settimane che hanno mandato in tilt le strutture di accoglienza dell’isola.

Molto buonismo e molti ringraziamenti, ma si vive di sola gloria? Perché Malta può rifiutarsi di contravvenire a un appello della Ue e l’Italia deve farsi avanti per accogliere 103 migranti che da giorni si trovano a bordo del mercantile? I buoni rapporti con Malta, che appartiene all’Unione Europea, non dovrebbero essere garantiti senza “uno scambio di favori” sulla pelle degli stranieri costretti a viaggiare in condizioni estreme su una nave cisterna battente bandiera libanese? Ora li mettiamo in una struttura di accoglienza e faccio un bel reality?

Scoppia la “bomba atomica” tra Eu e Usa sul Datagate… Nuovi equilibri mondiali?

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E’ tsunami sul Datagate tra un Europa che non è più disposta a “lasciar correre” e gli Usa che, difficilmente, cercano di ammorbidire i toni. L’Unione Europea vuole risposte ufficiali e in tempi rapidi e lo fa sapere per bocca di Raimundas Karoblis, il rappresentante permanente della Lituania, nuova presidenza della Ue che ha iniziato proprio oggi il suo semestre. Il fatto è gravissimo, ma se a compierlo sono stati gli  “amici americani” è davvero una bomba atomica che potrebbe cambiare gli equilibri mondiali.

Ma se in Europa si è mosso il nuovo presidente, in Italia è il ministro degli Esteri Emma Bonino, che vuole chiarimenti. Infatti tra le ambasciate finite sotto la lente della National Security Agency figura anche l’ambasciata italiana a Washington e la Bonino si è limitata a definire una vicenda  “molto spinosa” in attesa di una dichiarazione ufficiale da parte del governo americano.

Questa mattina sul tema è intervenuto da Zagabria anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Quella dei problemi nel rapporto tra le istituzioni Ue e l’amministrazione Usa sul cosiddetto Datagate – ha detto Napolitano – “è una questione spinosa che dovrà trovare delle risposte soddisfacenti”. Per il ministro della Difesa Mario Mauro, si tratta di uno scenario “tutto da verificare” ma che, se confermato, “potrebbe compromettere i rapporti tra Italia e Usa”.

Ma se l’Italia ancora si muove con prudenza anche se con determinazione a fare la parte del leone in Europa sulla questione del Datagate è la Francia. Il presidente francese Francois Hollande ha appena lanciato un diktat dopo le ultime rivelazioni: “non ci possono essere negoziati o transazioni” con gli Stati Uniti, se non si ottengono “garanzie” sullo stop allo spionaggio dell’Unione Europea e della Francia da parte degli Stati Uniti. “Ciò vale per la Francia, ma anche per tutta l’Ue e per tutti i partner degli Stati Uniti”, ha precisato il leader francese a margine di un incontro a Lorient, nell’ovest della Francia.

A luglio era in programma, infatti,  un negoziato tra Usa e Ue sulla creazione di una zona di libero scambio commerciale tra Stati Uniti ed Europa ora sembra tramontare l’ipotesi.

Berlusconi: “Ci volete mandar fuori dalla moneta unica? Fatelo”

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Berlusconi torna in campo e lo fa da Pontida, dove ha preso parte alla cerimonia d’inaugurazione di Villa San Mauro, la nuova casa di cura per anziani nel bergamasco. E vista l’occasione, ironizza sulla propria età: “Tutti mi vogliono rottamare, cosi’ ho portato le mie cose e saro’ il primo ospite di questa struttura”. Passa quindi a parlare dell’Unione Europea spiegando che “Bisogna che chi va su non sbatta i tacchi di fronte a queste autorità di Bruxelles che, per nove anni di esperienza che ho io, a trattare a Bruxelles sono sempre quelli che tutti i Paesi mandano lì perchè li vogliono mandare via”. L’ex premier ha quindi continuato: “Il governo vada alla Ue e dica ‘il limite del 3% all’anno e del fiscal compact ve lo potete dimenticare’. Ci volete mandar fuori dalla moneta unica? Fatelo. Ci volete mandar fuori dalla Ue, ma no… Vi ricordiamo che noi versiamo 18 miliardi all’anno e ce ne ridate indietro solo 10”.  E ancora: E’ “inaccettabile” che non si trovino gli otto miliardi che servono per l’Imu ed evitare l’aumento dell’Iva: “Il governo sta affannosamente cercando otto miliardi, ma quale azienda non riesce a tagliare i costi dell’1%.” Il Cavaliere ha quindi aggiunto che “Il governo non potrà mai creare lavoro, il lavoro lo possono creare solo gli imprenditori, dobbiamo sostenere questi capitani coraggiosi che oggi dobbiamo chiamare eroi”.

Obama aiutato dall’Europa per “origliare”?

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Di nascosto e forse anche controvoglia Bruxelles avrebbe aiutato l’America a spiare. La smentita da parte della Commissione Ue, per le accuse del Financial Times, è stata parziale.

Per spiegare cosa è avvenuto bisogna ricordarsi della legge in vigore negli Usa che consente al governo federale di monitorare le comunicazioni degli stranieri per aumentare la sicurezza interna e prevenire possibili attacchi terroristici. La normativa naturalmente, in sede di approvazione, causò notevoli scontri, ma alla fine prevalse la linea di tutela a scapito della privacy. Naturalmente questo fu possibile grazie alla pressione che gli Usa fecero sull’Unione.

Una legge degli Stati Uniti, la normativa Fisa, consente al governo federale di attuare programmi di monitoraggio delle comunicazioni degli stranieri al fine di massimizzare la sicurezza interna e difendersi al meglio dagli attacchi terroristici. La normativa creò una discreta polemica all’epoca della sua approvazione, ma il Congresso, allora in mano democratica, definì il quadro giuridico che ha poi permesso ad Obama di approfondire il controllo delle comunicazioni attraverso il programma Prism. Per consentire questo tipo di attività però gli Usa hanno esercitato un’intensa attività di persuasione nei confronti dell’autorità dell’Unione europea. La Ue infatti aveva intenzione di approvare una normativa con un articolo esplicitamente pensato contro i programmi di controllo statunitensi, la cosiddetta clausola anti Fisa.  La Commissione però ha pensato bene di cassare questa norma, l’articolo 42 del nuovo regolamento sulla protezione dei dati, su pressioni dell’amministrazione americana.

Ma se l’Ue si è sempre battuta per tutelare la privacy dei propri cittadini perché poi non ha votato l’anti Fisa?

 

Renzi assenteista? Sciacallaggio politico?

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Sembrerebbe più un attacco politico che una vera e propria denuncia di assenteismo quella che avrebbe lanciato Tommaso Grassi, consigliere dell’opposizione di sinistra alla giunta Renzi, che, dati alla mano, sarebbe uno dei sindaci meno presenti in Consiglio comunale tra quelli che sono a capo delle grandi città italiane. Peggio di lui ci sarebbe solo Alemanno.

Renzi nel 2012 avrebbe partecipato a 8 sedute su 45 del Consiglio comunale e dall’inizio del 2013 a oggi è comparso solo 7 volte su 17. Ma se questi dati possono risultare di grande impatto mediatico, va anche ricordato che un sindaco oltre che presiedere al Consiglio deve portare avanti l’ordinaria e la straordinaria amministrazione di un comune quindi non è detto che un’assenza nel Salone de’ Dugento significhi la “distrazione” del sindaco dagli impegni cittadini che in molte occasioni possono portarlo anche fuori sede per risolvere le questioni dei fiorentini.

Ma in realtà l’attacco che, forse, si vuole fare al primo cittadino di Firenze è più mirato e potrebbe anche coinvolgere la sua immagine, quella che nei mesi scorsi ha cercato di veicolare attraverso i media. A Renzi infatti vengono anche contestate tutte le apparizioni in tv. Sembra infatti, secondo l’opposizione, che il sindaco abbia solo voluto promuovere la sua immagine e non quella della città di Firenze. Ma dove finiscono i confini della promozione personale e dove iniziano quelli della città di Firenze?

Le accuse continuano con i 36,6 milioni di euro di fondi europei persi per il completamento della tramvia. Ma i fattori fondamentali sembrano prescindere dalle presenze del Sindaco in consiglio essendo invece attribuibili a: difficoltà economiche del costruttore (Impresa S.p.a. subentrato alle già fallite Btp e Consorzio etruria),  restringimento del credito bancario in seguito alla crisi economica, incertezze del progetto e dello strumento finanziario scelto, quello del project financing.

ntanto il sindaco annuncia su Facebook: “Messaggio per i fiorentini. Domani faremo l’ultima giunta programmatica della legislatura: metteremo giù l’elenco delle priorità per chiudere cinque anni di lavoro bello e intenso. In nottata faremo un giro anche a controllare i tanti cantieri stradali su cui lavoriamo di notte per non intralciare il traffico come da impegno pre-elettorale. Segnalatemi, se vi va, le vostre priorità e le vostre proposte sull’ultimo anno di azione amministrativa. E già che ci siete dateci un consiglio su dove mettere gli ultimi cinque fontanelli dell’acqua naturale e gassata di Publiacqua”.

Le Femen e la protesta alla Merkel

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Angela Merkel stava attendendo l’arrivo del primo ministro tunisino Ali Larayedh mentre tre attiviste Femen hanno inscenato una protesta a seno nudo davanti al suo ufficio al grido di “Merkel libera la Femen” . Le giovani avevano impresso sul busto il nome di Amina e quelli di Josephine, Marguerite e Pauline, le due francesi e la tedesca in carcere dopo una protesta in topless il 29 maggio in favore dell’attivista tunisina. Due di esse indossavano un cappuccio nero, mentre una terza, con i capelli ricci, si è dipinta la bandiera tunisina sui seni e la scritta “Free Femen”.

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Le Femen attaccano Heidi Klum!

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Il nuovo attacco a suon di topless, organizzato dalle Femen, ha preso di mira il palco del Germany’s Next Top Model, il popolare show condotto da Heidi Klum. La protesta è stata organizzata nella maniera standard: seno nudo e scritte sulla pelle. In particolare la scritta riportava la dicitura: “Heidi Horror Picture Show”. La protesta, organizata sul palco della trasmissione, una delle più seguite in Germania, era per contestare l’uso delle donne in televisione. Le due manifestanti sono state allontanate dai bodyguard mentre l’ex modella e presentatrice, fasciata in un lungo abito rosa di Versace, manteneva una calma imperturbabile. E considerato che The show must go on… la finale del reality è poi proseguita come se nulla fosse accaduto.

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Ambasciator non porta pena? Nel Regno Unito lo linciano!

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La Stampa parla del fatto che: “La Commissione Ue ha deciso ieri di portare la Gran Bretagna davanti alla Corte di giustizia europea per applicare un sistema sociale ”discriminatorio” nei confronti dei cittadini Ue non britannici residenti sul suo territorio, privandoli di una serie di benefici a cui avrebbero invece diritto in base alle norme Ue. Londra, che ha da tempo intrapreso una ‘guerra’ contro quello che ha definito ‘turismo del welfare’, non ha, secondo i calcoli di Bruxelles, dato i benefici sociali a 28mila persone tra il 2009 e il 2011.” Nessuna sorpresa: c’è un regolamento approvato all’unanimità da tutti i 27 stati membri dell’Unione europea, quindi va rispettato. Non si possono fare eccezioni e non sarebbe corretto: se un governo non rispetta le regole, danneggiando lavoratori legali e le loro famiglie, bisogna prendere provvedimenti. Tanto più che, qualora siano i suoi cittadini ad andare all’estero, non viene loro negato lo stesso diritto. Ragionamento lineare. Ma il governo britannico si trova anche a che fare con l’Ukip, il partito indipendentista anti Bruxelles, e sono in molti a valutare la possibilità di uscire dall’Europa. L’ondata euroscettica sta dilangando nel Regno Unito, è un dato di fatto, però resta un dato incontrovertibile: 28mila lavoratori apparentemente discriminati. Fatto che ha portato la Commissione europea a prendere posizione. Dopo di che, è stato un portavoce inglese, Jonathan Todd, ex giornalista, ad illustrarla al pubblico inglese. Come riporta Marco Zatterin: “Con coraggio ci ha messo la faccia, è andato davanti alle camere della Bbc a illustrare cosa stava succedendo. Con grande calma. Sapeva a cosa stava andando incontro.” Forse però non s’aspettava che la reazione di tutti gli euroscettici sarebbe stata così violenta: mail e sms gli hanno scagliato addosso tutta l’insoddisfazione, la rabbia, l’odio e la maleducazione vigenti. Il germe della rete, quello che ti fa perdere ogni traccia d’umanità perchè “sei celato da uno schermo” torna a colpire. E, al solito, si mira al bersaglio più facile, il più visibile, quello che non è altro che un portavoce, mentre le decisioni sono state prese altrove. Ecco tre delle mail ricevute, a cui non servono altri commenti.

La prima riporta:

Sir, lei è davvero così fuori dal mondo nella sua torre d’avorio?

Nel nostro paese abbiamo attacchi terroristici, disoccupazione, un sistema previdenziale che crolla, gente che vive in mezzo alla strada, scuole stracolme, anziani che muoiono di freddo…

Lei, come cittadino britannico, deve anteporre gli interessi dei suoi concittadini.

Lei è ovviamente fuori di testa e ha perso il contatto con la gente qualunque.

Quando il Regno Unito deciderà di abbandonare lo stato comunista dell’Europa, la gente come lei non sarà più in grado di decidere come noi nel Regno Unito possiamo vivere. Non sarà mai abbastanza presto..

Lei, signore, è un peso per tutte le libertà per le quali i nostri antenati hanno combattuto.

Io, come altri, sono disgustato dal suo comportamento.

Dovrebbe impiccarsi per la vergogna.

MS XXXXX

Ps. Con le sue stupide azioni, lesi sta piantando gli ultimi chiodi nella bara dell’Ue. Per questo, dovrei ringraziarla.

Una seconda mail rincara la dose:

Trovo oltraggioso assistere a un comportamento così palesemente da traditore di un cosiddetto britannico. Io so che lei non avrà onta delle sue decisioni perché la fedeltà e l’empatia sono estranee al suo distorto modo di ragionare. Ricordi che quando si avvicinerà ai suoi anni del tramonto, che verranno per lei come per tutti noi, e la sua stagione sarà finita, lei sarà ricordato soltanto come un traditore. Si goda la vita che le resta, io spero davvero che lei si ammali.

Le auguro una cattiva salute e una mente disturbata dai tormenti.

Kieron XXXX

(Un patriota che ama il suo paese e la sua gente)

Una terza mail, inoltre riporta:

Sir,

ho appena visto al sua intervista alla BBC sugli attuali problemi fra Ue e Regno Unito sui benefici ai lavoratori stranieri 

Posso darle un consiglio? Quando sei in un buco, è meglio non scavare.

Con degli idioti come lei, l’Ukip sarà al potere dopo le prossime elezioni.

Non ha pensato che nel concedere un’intervista avrebbe causato irritazione ovunque nel paese?

Lei, Sir, è un traditore del suo paese, dovrebbe essere arrestato per tradimento.  

Questo paese è sull’orlo della catastrofe e il crollo economico e tutto che voi pazzi volete fare e dare a tutti il MIO DENARO.  

Se fossimo nella seconda guerra mondiale le sarebbe messo al muro e fucilato per quello che ha fatto.

La prego, Signore, di restare a Bruxelles e non tornare mai nel Regno Unito.

Prima l’Ukip andrà al potere e prima ci porterà fuori dalla fogna puzzolente in cui a lei piace vivere.

yours

A XXXXXX

chelmsford

Italia da record… per gli aumenti delle bollette della luce!

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Stando ai dati forniti da Eurostat, dalla seconda metà del 2011 alla seconda del 2012, gli italiani hanno visto un aumento nella loro bolletta della luce dell’ 11.2%, uno dei maggiori registrati nell’Ue, mentre si è fermato a “solo” il 10.6% quello per il gas. Se confrontiamo questi dati con quelli dell’Unione Europea, vediamo che, all’estero, i prezzi dell’elettricità per le famiglie sono aumentati del 6,6% e quelli del gas del 10,3%. Questo aumento si somma inoltre a quello già avvenuto tra il 2010 e il 2011, pari al 6.3% per quanto riguarda l’elettricità e del 12.6% per il gas. Se l’Italia, per quello che concerne la luce, segue Cipro (+21%) e Grecia (+15%), nella classifica degli aumenti delle bollette del gas si piazza al settimo posto, ma resta il fatto che il prezzo medio resta sopra la media Ue, a 9,5 euro per 100kWh (9,5 in termini di potere d’acquisto), mentre in Germania è di 6,5 (6,3 in termini di potere d’acquisto), in Francia 6,8 (6,1) e in Gran Bretagna di 5,8 (5,3).

Chi nominerà il Presidente della Repubblica?

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Dopo aver accantonato l’idea di una elezione diretta del Capo dello Stato, spereremmo che almeno fosse il nostro Parlamento a eleggere la più alta istituzione della nostra Repubblica… e se nella forma sarà così, non lo sarà, quasi certamente, nella sostanza! E’ inutile continuare a negare che ci sono uomini, le cui facce sono sconosciute, che hanno messo le mani sull’Europa (basti vedere cosa sono stati capaci di fare in Grecia e come hanno “suicidato” Cipro). Quel potere silenzioso che ha prima imposto l’unificazione, facendocela immaginare come gli Stati Uniti D’Europa per poi rivelarsi una dittatura economico-finanziaria pronta a sacrificare cittadini dell’area mediterranea per mantenere i privilegi dei cittadini del nord Europa.

Quale potrebbe essere quindi un Presidente della Repubblica che non sia scomodo a questi poteri? Probabilmente un Amato, un Prodi o un D’Alema. Uomini che conoscono i meccanismi e che sono pronti a compromettersi per il bene comune dell’Europa. Ma gli italiani veramente voterebbero questi nomi? Sicuramente è impensabile che potrebbero ambire alla carica massima dello Stato se ci fosse stata l’elezione diretta… Sono stati già abbondantemente bocciati in precedenza e di conseguenza i loro nomi vengono indicati da un potere estraneo alla democrazia e che li impone esclusivamente in funzione del progetto euro finanziario che deve fare da apripista al governo finanziario mondiale. Nel silenzio più assoluto delle istituzioni, incapaci di contrastare un potere così forte come quello che si è generato soprattutto in Europa e che ha tolto la sovranità agli Stati, uno di questi uomini verrà eletto come Capo di Stato. Quali sono i requisiti per ambire a questi titoli? Forse proprio Ciampi ne è la personificazione più forte. Entusiasta dell’euro, pronto a svendere l’Italia insieme a Prodi in nome di quella moneta unica che ci ha portato sul lastrico. In tempi più recenti abbiamo avuto Monti,  anche lui prono davanti alla Merkel, vera espressione di questo potere economico finanziario, capace di strangolare gli italiani senza rimorsi per rendere “credibile” il nostro Paese agli occhi dell’Europa. Ma l’Europa è credibile agli occhi degli italiani? A chi importa se gli italiani vogliono una politica diversa? A chi importa alzare la voce in Europa per il benessere dei cittadini? Chi sarà Presidente dovrà garantire solo la piena aderenza al potere nascosto dietro a indici occulti come lo spread o l’indebitamento dello Stato (che ancora oggi non si riesce a capire a quando ammonta… tra esodati non calcolati, debiti contratti con le piccole imprese completamente cancellati dalle stime di Bankitalia e il paniere italiano che contiene beni del tutto superati o inutili per cercare di arginare l’inflazione).

La presidenza italiana sarà quindi scelta dalla Bilderberg.

 Che cosa è il club Bildeberg? E’ una sorta di gruppo di “potenti”, una massoneria all’ennesima potenza che si riunisce durante l’anno, a porte chiuse, e affina le politiche che dovranno guidare gli stati fino al prossimo incontro. E se qualcuno non rispetta le direttive? Semplice succede come in Grecia o a Cipro… Mario Monti che ha partecipato all’ultimo incontro tenutosi a novembre a Roma all’Hotel de Russie ha affermato che “Il club Bilderberg non è una setta segreta. Magari qualche politico italiano ci andasse! Ci aiuterebbe ad uscire da un isolamento politico e culturale italiano”. Negli anni hanno partecipato alle “riunioni” Enrico Letta, Lilli Gruber, Franco Bernabè, Fulvio Conti, John Elkann, Giulio Tremonti, Mario Draghi, Romano Prodi…

Trucchi sicuri… animali salvaguardati!

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Nuove regole in arrivo per l’industria cosmetica. A partire dall’11 marzo scatterà il divieto assoluto di vendere o importare prodotti o ingredienti testati sugli animali. E dall’11 di luglio saranno obbligatorie  nuove etichette per garantire la sicurezza dei consumatori e saranno eretti nuovi paletti contro gli spot pubblicitari ingannevoli.
L’ha deciso l’Unione Europea con un Regolamento che vieta i test sugli animali ma ammette una deroga per alcuni esperimenti che scade, appunto, fra meno di due mesi. «Si tratta dei test di tossicità a uso ripetuto, riproduttiva e tossicocinetica che si effettuano nei casi di nuovi ingredienti la cui sicurezza nel lungo termine non è ancora nota.
La deroga era stata decisa perché non erano stati individuati metodi alternativi all’uso di animali dal Centro europeo per la convalida di metodi alternativi», ha  spiegato Stefano Dorato, Direttore relazioni scientifiche e normative Unipro, l’associazione italiana delle industrie cosmetiche.
Ma non basta perché a partire dall’11 luglio la presenza di nanomateriali, ingredienti di dimensioni inferiori a 100 nm usati in pigmenti, emulsioni e prodotti solari, dovrà essere chiaramente indicata nella lista degli ingredienti riportata sulle etichette con affianco la dicitura.

E’ giusto essere definiti polit-clown?

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Al di là di ogni espressione di voto bisogna indignarsi contro la Germania e in particolare contro il giornale “Bild.de” che ha definito la nostra politica  “polit-clown” con riferimento a Silvio Berlusconi e Beppe Grillo. E’ inaccettabile che un Paese dell’Unione Europea faccia ironia su una scelta di un popolo che ha espresso la propria sovranità con scelte che possono essere non condivise ma senza dubbio non devono essere irrise!

E’ ancora più grave che i tedeschi ci rappresentino con una PIZZA ALLE 4 STAGNAZIONI, irridendoci ancora una volta con un banale “pizza e mandolino” che prima di tutto mette in discussione la loro intelligenza prima di offendere l’Italia che certamente non può sentirsi colpita da questa mancanza di stile tipica di un paese che sicuramente non è uscito da una visione medievale e che non conosce assolutamente la situazione italiana.

Il giornalista poi conclude l’articolo con queste parole “Le sorti dell’Italia sono nelle mani di due clown: il primo è un vecchio dal volto gonfio come un pallone, talmente potente da poter bloccare qualsiasi legge sensata. L’altro è un clown più giovane il cui unico punto del programma è “No a tutto”. “Fino a qualche tempo fa – prosegue il reporter – il resto d’Europa poteva anche ridere delle capriole elettorali italiane, così come si ride degli buffi scimpanzè allo zoo. Oggi però siamo tutti sulla stessa barca, a remare con forza contro la tempesta della crisi. E adesso uno degli uomini a bordo fa improvvisamente un buco nella barca. Solo perché ha in mano un martello”.

E’ DIGNITOSO? NESSUNO SI INDIGNA E NESSUNO LO RIPORTA? SE QUESTA E’ L’EUROPA… ORA SAPPIAMO COSA FARE!

La follia dilagante della Corea del Nord!

le provocazioni di pyongyang

Dopo che l’ ennesima esercitazione nucleare di Pyongyang, l’Unione Europea insorge e applica sanzioni alla Corea del Nord.   Sono state inasprite anche  le restrizioni imposte sui prodotti associati con i programmi nucleari o balistici della Corea del Nord.

Arriva secca la risposta del Nord Corea e viene indirizzata alla “sorella” Corea del Sud e ai suoi alleati all’Onu. Il diplomatico di Pyongyang, Jon Yong Ryong, alla Conferenza Onu  parla di distruzione finale.  La follia in Corea del Nord dilaga e la paura aumenta.

La Francia non rispetta gli impegni Ue!

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l premier francese, Jean-Marc Ayrault, ha detto che la Francia non riuscirà a ridurre il deficit al 3% entro il 2013, come richiesto dall’Unione europea. Intervistato da France 3, il premier ha annunciato che il traguardo “non sarà troppo lontano”. “L’obiettivo sarà raggiunto, raggiungeremo lo zero, alla fine del quinquennio” del presidente Francois Hollande, ha aggiunto Ayrault. L’Italia si è svenata e la Francia non lo fa! COMPLIMENTI A MARIO MONTI CHE HA MESSO UN PAESE IN GINOCCHIO PER GLI INTERESSI DELLA MERKEL!!!

L’intransigente Hollande vs Cameron… “Non si negozia l’Europa”

O NON SI NEGOZIA CON HOLLANDE? MA HOLLANDE ORMAI HA IN TESTA SOLO LE TASSE PER FINANZIARE IL MALI?

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