Pedofilia e chiesa, ciò che fino a qualche tempo fa faceva scalpore oggi, purtroppo, è spesso tra la cronaca dei nostri giornali e ha lasciato il posto all’indignazione e alla tristezza. Ieri è stato Don Marco Rasia, sacerdote 44enne a essere arrestato con la più infamante tra le accuse. Don Marco era coadiutore della parrocchia di Omegna (Verbania), ma gli abusi sessuali su minori sarebbero avvenuti quando prestava servizio nella parrocchia di Castelletto Ticino. La Diocesi di Novara ha espresso «sorpresa, sgomento e tristezza» e ha garantito la «massima trasparenza nei confronti della comunità civile ed ecclesiale».
Le indagini devono ora accertare se altri episodi analoghi si siano verificati anche a Omegna, dove il sacerdote era coadiutore dell’oratorio della parrocchia. Proprio di recente don Marco aveva chiesto, e ottenuto, al vescovo, monsignor Franco Giulio Brambilla, un periodo di distacco dagli impegni pastorale. La decisione del vescovo, precisa la diocesi nella nota, «era motivata da elementi per i quali non era possibile prevedere i successivi sviluppi». Come mai all’improvviso il sacerdote aveva chiesto una pausa dai suoi impegni?