
Napolitano cerca di blindare il governo in bilico dopo il caso kazako, la vicenda Kyenge e la spaccatura del Pd. Il Capo di Stato richiama al concetto di responsabilità che per le istituzioni e per i partiti deve essere «la criticità delle condizioni economiche e sociali del nostro Paese». Il Presidente Napolitano parlando oggi al Quirinale nella cerimonia del Ventaglio ha ricordato che l’ultimo anno è stato «tra i più intensi e inquieti» della storia repubblicana, ci sono stati «eventi straordinari, momenti di tensione e persino rischi di paralisi nella vita pubblica senza precedenti» e poi ha aggiunto «Non ci si avventuri a creare vuoti, a staccare spine, per il rifiuto di prendere atto di ciò che la realtà politica postelettorale ha reso obbligato e per una ingiustificabile sottovalutazione delle conseguenze cui si esporrebbe il Paese», ha aggiunto il Capo dello Stato “blindando”, di fatto, il governo Letta. Se viene messa «a repentaglio la continuità di questo governo», «i contraccolpi a nostro danno, nelle relazioni internazionali e nei mercati finanziari, si vedrebbero subito e potrebbero risultare irrecuperabili». Il governo Letta, in soli due mesi e mezzo, ha saputo guadagnarsi «riconoscimenti e apprezzamenti per la sua capacità di iniziativa e di proposta».
Bacchettata anche per Calderoli dopo la polemica per gli insulti al ministro Kyenge. «È tempo di levare un argine comune» contro «l’ingiuria indecente e aggressiva, specie se a sfondo razzista o maschilista, e ancor più se pronunciata da chi dovrebbe unire alla dignità personale quella istituzionale», ha detto Napolitano.
Poi è tornato a ribadire che senza stabilità economica ci possono essere anche ripercussioni a livello internazionale: «Il clima di fiducia verso l’Italia può variare positivamente in presenza di una valida azione di governo e di un concreto processo di riforme» ma «potrebbe peggiorare anche bruscamente dinanzi a una nuova destabilizzazione del quadro politico italiano», ha detto il Capo dello Stato. «È indispensabile proseguire nella realizzazione degli impegni del governo Letta, sul piano della politica economica, finanziaria, sociale, dell’iniziativa europea, e insieme del cronoprogramma di 18 mesi per le riforme istituzionali».
Il Capo dello Stato è stato molto duro sul caso kazako definendolo «Una storia inaudita». Così il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, giudica la vicenda della «precipitosa espulsione dall’Italia della madre Kazaka e della sua bambina, sulla base di una reticente e distorsiva rappresentazione del caso e di pressioni e interferenze».
In occasione del suo discorso alla Cerimonia del Ventaglio, il presidente ha ribadito anche che la giustizia non deve sovrapporsi alla politica: «Si sgombri il terreno da sovrapposizioni improprie, come quelle tra vicende giudiziarie dell’on.Berlusconi e prospettive di vita dell’eventuale governo», ha detto Napolitano alla Cerimonia del Ventaglio. «Dovrebbe riconoscersi – ha proseguito Napolitano – che è interesse comune affidarsi con rispetto, senza pressioni nè in un senso nè nell’altro, alle decisioni della Corte di cassazione, e fidarsi correttamente, chi ha da difendersi all’esercizio dei diritti e delle ragioni della difesa».
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