Doveva essere una serena crociera ai Caraibi per nudisti quella che stata vivendo una turista americana 31enne ma si è trasformata in un incubo. La donna, in viaggio su una nava al largo dell’Honduras, ha offeso un cameriere indiano 28enne con un “figlio di p…” . L’uomo, che ha detto di essersi sentito offeso dalla donna quando aveva bussato, la mattina, in camera, ha trascorso tutto il giorno ripensando all’accaduto. La sera si è quindi introdotto nella stanza dell’americana di nascosto, utilizzando un passepartout. Il 28enne ha quindi atteso il ritorno della turista nascosto nel balconcino e quando la sua vittima si è coricata l’ha prima colpita con un laptop e poi l’ha violentata. Al termine della violenza ha quindi tentato di gettarla in mare ma le urla della 31enne hanno richiamato l’attenzione dei vicini. L’uomo è stato arrestato una volta che la nave si è fermata in Florida: l’accusa è di tentato omicidio e violenza sessuale aggravata.
Rosario Fiarè, di 64 anni, ritenuto capo dell’omonima cosca di San Gregorio d’Ippona (Vibo Valentia), sorvegliato speciale con obbligo di dimora, oltre che essere invischiato con ‘ndragheta aveva anche il vizio di stuprare le sue domestiche. Assieme a Fiarè è stato condannato a 12 anni anche Francesco Pannace, di 25 anni. Entrambi erano accusati a vario titolo di violenza sessuale di gruppo, violenza sessuale, induzione alla prostituzione, tentata violenza privata e violazione degli obblighi. Insieme a loro anche Saverio Ferrise, condannato in appello a quattro anni di reclusione per tentato concorso in sfruttamento della prostituzione e concorso anomalo in violenza sessuale e violenza sessuale di gruppo. Le vittime dei tre uomini erano giovani italiane, bulgare e magrebine. Le donne venivano attirate con la promessa di un lavoro come badante, domestica o fornaia e poi si trovavano coinvolte nel giro di prostituzione. Tra le vittime delle violenze anche una quarantenne di Lamezia Terme con una situazione di disagio familiare alle spalle e la necessità di lavorare alla quale venne proposto un posto come badante di un anziano del vibonese. La donna accettò e lo stesso giorno fu costretta a subire una violenza sessuale che denunciò ai carabinieri. Da qui partirono le indagini che oggi hanno portato alla sentenza di appello.