
Ivan Scalfarotto, vicepresidente dell’Assemblea nazionale del Partito democratico e deputato al Parlamento, oggi ha scritto sul suo blog le motivazioni per cui secondo lui non era giusto votare Rodotà:
“La persona che viene eletta, almeno nel nostro sistema costituzionale che deliberatamente non prevede l’elezione diretta da parte del popolo, non deve rappresentare solo se stessa ma una soluzione politica che assicuri stabilità ed equilibrio politico al paese per un periodo di sette (lunghissimi, sul piano istituzionale) anni“.
Cioè il Presidente della Repubblica visto che non è eletto diretto dal popolo deve essere un gioco di potere? Che assicuri stabilità ed equilibrio? Non che sia super partes e garantista?
“Veniamo dunque a Rodotà. Tolte dal campo le sue straordinarie qualità personali, cosa rappresenterebbe un voto per Rodotà? La risposta è che la scelta del professore avrebbe senso solo se, in termini politici, essa costituisse la legittimazione e lo “sdoganamento” del M5S nel quadro politico-istituzionale del paese. Se costituisse, in altri termini, l’accettazione da parte di M5S del sistema istituzionale della democrazia rappresentativa, disegnata intorno ai partiti, voluta dai nostri costituenti”.
Cioè se l’M5S venisse a dover reggere in piedi un governo con Bersani abbracciato ad Alfano? La democrazia rappresentativa svuotata del significato (cioè se non condivisa la scelta con il popolo) cosa rappresenta? Se stessa? I nostri costituenti hanno solo parlato di democrazia rappresentativa espressa attraverso i partiti, non di una democrazia che rappresenti i partiti ignorando i cittadini.
“Il problema è che M5S non ha inteso proporre Rodotà a questo scopo. La scelta del candidato Rodotà non significa che il movimento di Grillo ha accettato la responsabilità che deriva dall’essere diventato un protagonista della nostra vita parlamentare. Rodotà è stato scelto solo per essere arrivato terzo alle “quirinarie” e per il fatto che Gabanelli e Strada hanno rinunciato. Non è un’idea che si vuole condividere, ma solo un’altra proposta “prendere-o-lasciare” che non risponde a un pensiero di costruzione di un sistema comune, ma impone al parlamento la combinazione, piuttosto casuale, dell’esito di una competizione online.”
Invece Marini è frutto di un lungo studio a tavolino tra Bersani e Berlusconi? Prodi è frutto di tanti compromessi delle diverse correnti del Pd? Il risultato è noto… ci sono parlamentari che ancora hanno rispetto per il popolo e non li votano.
Inoltre, una volta per tutte, la sinistra la smette di scrivere in modo burocratese e incomprensibile e si avvicina al popolo spiegando le proprie idee in modo semplice ed esaustivo e non coprendosi dietro grandi paroloni solo per mascherare i privilegi acquisiti?
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