Supera i limiti di velocità, picchia due vigilesse e fugge: caccia alla donna!

autovelox-tuttacronacaViaggiava con la sua auto a 160 chilometri orari lungo la superstrada Siena-Grosseto, all’altezza di Nomadelfia, nel Grossetano, dove vige il limite di 110 Km/h. La donna al volante è stata fermata da due agenti della polizia municipale. Lei ha consegnato i documenti salvo poi perdere la calma: a quel punto ha prima picchiato le due vigilesse, poi si è ripresa i documenti e, rimessasi al volante, si è data alla fuga. Le ricerche sono partite immediatamente ma della donna non c’è ancora traccia. Le due vigilesse sono state medicate al pronto soccorso e dimesse con una prognosi di dieci giorni.

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Caccia al premier ucraino destituito: “Spariti nel nulla 7 mld di dollari”

premier-ucraino-soldi-tuttacronacaViktor Yanukovich, presidente ucraino deposto, è in fuga da sabato e l’ultimo avvistamento è avvenuto in Crimea. Contro di lui, come ha spiegato iministro dell’Interno ad interim, è stato spiccato un mandato di cattura. L’ex premier è accusato di strage di massa. Ma non solo: i leader dell’opposizione, che hanno assunto il potere politico nei giorni scorsi, “avrebbero scoperto che dalle casse dello Stato, in un periodo molto breve, sono scomparsi sei o sette miliardi di dollari di riserve valutarie, che ora sarebbero a un minimo storico”. A renderlo noto l’eurodeputato croato, Tonino Picula, che lunedì mattina ha incontrato a Kiev il presidente ad interim, Oleksandr Turcinov. Nel frattempo la Russia ha richiamato in patria il proprio ambasciatore a Kiev. “La situazione in Ucraina rappresenta una minaccia per i nostri interessi e per la vita dei nostri cittadini”, ha detto il premier russo, Dmitri Medvedev. Il primo ministro di Putin non ha nascosto poi la sua preoccupazione per quel che concerne la situazione politica: “La legittimità di alcuni organi istituzionali dell’Ucraina suscita forti dubbi”. Il ministro russo all’Economia ha poi affermato: “Noi diciamo all’Ucraina: avete il diritto, ovviamente, di scegliere la vostra strada ma in questo caso saremo costretti ad aumentare le tariffe sulle importazioni”. Intanto Iuri Kolobov, ministro delle finanze ad interim in Ucraina ha spiegato che il Paese ha bisogno di 35 miliardi di dollari in due anni. Ha quindi proposto una conferenza internazionale dei finanziatori per risolvere la situazione. “L’ammontare degli aiuti macroeconomici di cui ha bisogno l’Ucraina potrebbe raggiungere i 35 miliardi di dollari nel 2014-2015. Abbiamo proposto ai nostri partner occidentali di organizzare una grande conferenza internazionale dei finanziatori”.

Il video della fuga in elicottero del premier ucraino destituito

presidente-ucraino-fuga-tuttacronacaE’ stato trasmesso dalla tv ucraina Canale 5 il video esclusivo che mostra il presidente Viktor Yanukovich che fugge in elicottero mentre l’ex premier Julia Timoshenko esce di prigione dopo 4 anni. Il premier destituito sarebbe fuggito nella notte tra venerdì e sabato accompagnato, così sembra, dagli uomini della scorta. Nel filmato si nota l’uomo salire su un furgone per poi allontanarsi definitivamente a bordo di un elicottero:

Il circo mette nei guai Marino?

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Nel grande “spettacolo” della politica irrompe il circo e arriva l’indagine per il sindaco di Roma, Ignazio Marino che dovrà rispondere alla magistratura per il reato di abuso d’ufficio a seguito del rilascio delle autorizzazioni al circo Amedeo Orfei, dal quale, lo scorso anno fuggirono due elefanti.  A portare all’iscrizione nel registro degli indagati del sindaco è stata la denuncia congiunta del Partito Animalista Europeo e di Animalisti Italiani Onlus.

Il Partito Animalista Europeo sostiene che, dal momento che in meno di un mese ci sono state due fughe di animali dallo stesso circo, le autorizzazioni a quella struttura potrebbero essere state rilasciate “in maniera del tutto illegittima dalle autorità preposte”. Secondo il Partito Animalista i due elefanti vivevano in “strutture non idonee a contenerli” e “in stato di malnutrizione“. Per il presidente del Partito, Stefano Fuccelli:

“Questa Amministrazione è pessima come lo è stata la precedente, i diritti degli animali vengono sistematicamente calpestati e gran parte dei fondi destinati al loro benessere sono utilizzati per stipendiare i trombati della politica ed i loro amici”.

Per Walter Caporale, presidente dell’associazione Animalisti Italiani Onlus, gli

“animali dei circhi sono costretti a compiere esercizi contrari alla loro natura: imprigionati a vita, sono vittime di torture, abusi, maltrattamenti finanziati dallo Stato che per l’anno 2013 ha stanziato oltre 6 milioni e mezzo di euro di finanziamenti, addirittura 200.000,00 euro in più del 2012! Mentre in decine di Comuni, come Torino, Brescia e Parma, vengono ospitati meravigliosi circhi senza animali, a Roma il Sindaco Marino ha addirittura concesso stalli a ben tre circhi con centinaia di elefanti, rinoceronti, leoni, tigri, in luoghi non adatti”.

I talebani uccidono un volontario: fuga dei vaccinatori dalla zona

talebani-uccidono-vaccinatore-tuttacronacaIl Pakistan è, insieme ad Afghanistan e Nigeria, uno degli unici tre paesi al mondo a non aver ancora debellato la polio e proprio per questo ci sono diversi volontari impegnati nei programmi di vaccinazione. Nella Khyber Agency, territorio tribale nel nordovest del Pakistan, tuttavia,  nelle ultime ore i volontari hanno abbandonato in massa l’impegno. La decisione è stata presa dopo che, sabato, uno di loro è stato ucciso dai talebani. Lo riferisce Geo Tv.

L’inseguimento della polizia che termina con un incidente

Polizia-stradale-tuttacronacaMercoledì sera, sulla A/3, la Napoli-Pompei-Salerno, ha avuto luogo un inseguimento protrattosi per oltre 90 km e terminato con un incidente: l’auto inseguita dalla polizia si è infatti ribaltata. Mentre tre dei quattro occupanti sono riusciti a fuggire, l’uomo che era alla guida è rimasto gravemente ferito. L’incidente è avvenuto nei pressi dell’uscita di Angri dopo che l’auto con quattro persone sospette a bordo era stata segnalata alla Polizia nei pressi di Sicignano degli Alburni (Salerno) dove è stata intercettata dalle pattuglie.  In quel momento è scattato l’inseguimento sulla Salerno-Reggio Calabria che è poi culminato nell’incidente. Il ferito è un uomo di nazionalità straniera che ora è ricoverato in gravi condizioni nell’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore.  Nell’auto, da quanto si è appreso, pare che vi fosse refurtiva. Secondo gli investigatori i quattro farebbero parte di una banda di ladri. Le indagini proseguono per catturare i tre fuggitivi.

Nuove accuse di violenza sessuale all’ex guardia carceraria della Knox

Amanda_Knox_tuttacronacaAmanda Knox, secondo il The Sun, nei suoi diari aveva scritto che una guardia carceraria, l’ex vicecomandante della polizia penitenziaria di Perugia, Raffaele Argirò, “era fissata col sesso”. Ora un’ex detenuta del carcere di Capanne, dopo aver letto le parole dell’americana, ha accusato l’uomo di violenza sessuale aggravata e concussione. Martedì Agirò, che ha sempre respinto ogni accusa, comparità davanti al gip Lidia Bruti. Secondo l’accusa, come riporta Il Messsaggero, “nell’assenza temporanea del personale penitenziario in servizio presso il primo piano della sezione detentiva e facendosi in plurime occasioni aprire il cancello della cella, costringeva o comunque induceva la stessa, in stato di soggezione psicologica derivante dallo stato di depressione sofferto a seguito della carcerazione, dall’assunzione di psicofarmaci in dosi rilevanti e anche superiori a quanto prescritto, e dal ruolo rivestito dall’Argirò, a compiere atti sessuali anche ripetendole spesso che “si doveva comportare bene”. La donna che accusa l’ex guardia carceraria, una vigilessa di Milano, restò nel carcere tra il dicembre 2006 e il gennaio 2007, prima di essere liberata e assolta da ogni accusa. Solo dopo aver letto sui giornali le parole della Knox si è fatta coraggio e ha presentato denuncia: “Nel 2011 erano usciti articoli su alcune rivelazioni fatte da Amanda Knox la quale però non ha mai detto di aver avuto rapporti sessuali con lui. Così mi sono incavolata, ho pensato ‘Cavolo non è possibile, lo devo denunciare, adesso c’è un’altra persona che ha parlato'”. Lo scorso anno, davanti al gup, la vigilessa ha raccontato di “palpeggiamenti, richieste di mostrare parti intime e di una decina di rapporti in un mese”. Agirò sostiene invece:  “Mai sfiorata, a noi non è permesso entrare nel braccio in cui sono detenute le donne, senza essere accompagnati da una collega di sesso femminile”. Cosa aveva detto Amanda dell’uomo? Come aveva riportato il tabloid inglese The Sun, la ragazza scrisse nei suoi diari: “Di notte mi convocava al terzo piano in un ufficio vuoto, per una chiacchierata. Quando gli ripetevo che dell’omicidio di Meredith Kercher non ne sapevo nulla cercava di parlarmi di lei o di portarmi verso l’argomento sesso”.

Il ladro che entra dalla porta… ed esce buttato fuori dalla finestra!

ladro-finestra-tuttacronacaIl ladro entra dalla porta… ed esce dalla finestra, gettato fuori! In Brasile, due ladri avevano organizzato il colpo perfetto: arrivare al negozio di una strada desolata e, mentre uno attende in strada, il complice entra, fa il colpo e poi si dà alla fuga. Tutto facile? Solo a parole. Infatti il proprietario si è rifiutato di farsi rapinare e ha pensato bene di lanciare fuori il malvivente. Al che il motociclista scappa via mentre al compagno non resta che seguirlo. Il video era stato girato da una telecamera di sorveglianza a fine agosto ma solo ora è saltato all’attenzione del popolo della rete.

Caccia agli ergastolani evasi: fuggiti grazie a documenti falsi

ergastolani-evasi-tuttacronacaLa vicenda è talmente imbarazzante che le autorità carcerarie solo ora hanno reso noto che due ergastolani, rinchiusi in una prigione della Florida, sono evasi uscendo legalmente dal carcere utilizzando dei documenti falsi. Ora le autorità carcerarie della contea di Orange sono non solo impegnate nella caccia a Charles Walker e Joseph Jenkins, ma stanno cercando di capire come questo possa essere successo. “Abbiamo avuto un errore del sistema che ha provocato il rilascio erroneo di due detenuti – ha detto lo sceriffo Jerry Demings – questo è molto frustrante per tutti noi che lavoriamo nel sistema.”  Il rilascio è scattato senza che nessuno al dipartimento penitenziario statale sollevasse obiezioni in quanto i documenti presentati dai due ergastolani, che attestavano che la loro pena era stata modificata e quindi autorizzavano il rilascio, presentavano tutte le firme necessarie, compresa quella, ovviamente falsa, del procuratore di stato per l’area di Orlando. Non solo, sulle carte era stato applicato anche il timbro ufficiale della contea di Orange. “Comunque sia stato architettato, è stato fatto bene e da persone che conoscono il sistema”, ha commentato un esperto legale della Cnn. E intanto dal dipartimento penitenziario si difendono spiegando che, qualora dal tribunale giunga un documento in cui si dice che le sentenze sono sbagliate “non è il nostro lavoro contestare questa decisione. La colpa non è nostra”.

Si fa presto a dire “cervelli in fuga”… ma quanti finiscono a pulire bagni?

benja-serra-tuttacronaca“Mi chiamo Benjamin Serra, ho due lauree e un master e pulisco WC”. Inizia così un post apparso in Facebook e che è rapidamente diventato virale in Twitter. La Spagna non vive una situazione più rosea dell’Italia e anche da quella terra molti giovani migrano, in cerca di opportunità. E si fa presto a parlare di cervelli in fuga, ma non sempre si riesce a metter radici in un Paese straniero. Anche questo significa partire: andare verso l’ignoto. E il 25enne di Valencia ha deciso così di condividere la sua esperienza. Una laurea in Giornalismo, un’altra in Pubblicità e Pubbliche Relazioni, entrambe con Premio Extraordinario Fin de Carrera en ambas, un master in Community Management e ora… “barista” a Londra. Prosegue il post: “No, non è uno scherzo. Lo faccio per poter pagare l’affitto dell’appartamento a Londra. Lavoro in una famosa catena di caffè nel Regno Unito da maggio. E dopo 5 mesi lavorandoci oggi, per la prima volta, mi sono visto da fuori. Mi sono visto mentre pulivo i bagni. Il mio pensiero è stato: “Sono Premio Extraordinario de Fin de carrera e pulisco la M***A degli altri in un Paese che non è il mio”. Ok, faccio anche caffè, sparecchio le tavole e lavo le tazze. E non mi vergogno di farlo. Pulire è un lavoro molto dignitoso. Quello che mi fa vergognare è che devo farlo perchè nessuno mi ha dato un’opportunità in Spagna. Ci sono molti altri spagnoli nella mia sitauzione, soprattutto a Londra. “Siete una piaga”, mi hanno detto qui una volta. E non inganniamoci. Non siamo giovani di ventura arrivati qui per imparare la lingua e vivere nuove esperienza. Siamo IMMIGRATI.” Benjamin racconta di essere molto orgoglioso e che ad alcuni inglesi che lo guardano dall’alto al basso perchè fa il “barista” verrebbe voglia di mostrare i suoi attestati di laurea e il suo master ma sa anche che “davvero non servirebbe a nulla”. Sembra infatti che questi titoli ora servano solo per pulire i bagni. “Un vero peccato”. E Conclude: “Io credevo di meritarmi qualcosa di meglio dopo tanto impegno nello studio. Sembra proprio che mi sia sbagliato”. Il ragazzo, all’Huffington Post, ha spiegato che non si aspettava che il suo post avesse una così grande ripercussione. L’ha scritto venerdì, rientrato a casa “stanco e arrabbiato con la vita”. E così, dopo una chiacchierata via Skype con la famiglia, è arrivato lo sfogo in Facebook.Benjamin è arrivato a Londra nell’ottobre del 2012, con un contratto a tempo determinato al termine del quale ha trovato quel lavoro per mantenersi. Non si meraviglia neanche che a Londra gli spagnoli siano visti come una “piaga”: “Perchè ci considerino tali, significa che qui siamo davvero in tanti”. Dà anche un consiglio ai politici: che si rendano conto della sitauzione perchè lui è solo un esempio ma son fin troppi i giovani in una simile situazione. E che dire dei giovani italiani che nel nostro Paese non vedono un futuro e si vedono costretti a fare quello hanno fatto tanti italiani nei secoli scorsi? Emigrare in cerca di un’opportunità? Tutti partono con un sogno, qualcuno ce la fa. Però i sogni di quanti altri s’infrangono contro la realtà estera dove, pur essendo europeii in uno Stato europeo, vengono visti come “piaga”? Perchè è anche vero che i giovani italiani che non si possono permettere di studiare all’estero (già sono molti che attualmente non lo possono fare neanche in Italia) arrivano con in mano diplomi e lauree italiane, magari con una conoscenza scarsa della lingua, senza quella preparazione che altri Stati riescono ad assicurare. E allora la fortuna è trovare almeno un posto dove ti facciano pulire i bagni…
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Vuole i soldi: accoltella il fratello e ne prende in ostaggio la moglie

accoltella-fratello-tuttacronacaAd Arzignano, in provincia di Vicenza, un kosovaro di 21 anni ha accoltellato il fratello maggiore prima di trascinarlo fuori casa e chiuderlo all’esterno dell’abitazione. Dopo di che ha preso in ostaggio la cognata e il figlio di questa minacciando di ucciderli entrambi se la vittima non gli avesse consegnato 5mila euro. Una volta avuti i soldi, è scappato dal balcone. La donna a quel punto ha avvisato i carabinieri che hanno dato il via a una battuta che ha portato all’arresto del 21enne che si era già procurato un biglietto ferroviario diretto in Francia. Il fratello, di 31 anni, è stato sottoposto ad un intervento chirurgico e si trova ricoverato in prognosi riservata all’ospedale di Vicenza ma non è in pericolo di vita.

Fughe di gas sull’isola nata dal terremoto, rischia di esplodere

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La nuova isola emersa dall’acqua dopo il forte terremoto che ha colpito il Pakistan sta attirando frotte di persone ed esperti per essere studiata.
La lingua di terra spuntata dal nulla appare a meno di un chilometro dalla costa ed è perlopiù formata da fango, rocce e sabbia.

I detriti rilasciano forme di gas metano, come confermato dal test del fiammifero. L’isola è frutto di una reazione del sottosuolo al sisma di magnitudo 7.8 di mercoledì scorso, con epicentro a circa 400km da Gwadar. La lunghezza è di circa 70 metri a forma ovale mentre l’altezza superava di poco i 6/7 metri. In molti stanno cercando di raggiungere l’isola per analizzare cause, effetti e possibili conseguenze. L’isola è stata dichiarata “infiammabile” per le perdite di gas individuate. A confermarlo anche la presenza di pesci morti in superficie.

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Raffaele Sollecito: dalla colletta sul web alle ferie a Santo Domingo

sollecito_caraibi_oggi_tuttacronacaIl 30 settembre, a Firenze, prenderà l’avvio il nuovo processo d’Appello per l’omicidio di Meredith Kercher e Raffaele Sollecito dovrà tornare in aula. Nel frattempo, però, ha deciso di concedersi un po’ di relax a Bayahibe, una delle spiagge più belle del Sud-est di Santo Domingo. E’ qui che ha scelto di soggiornare almeno un mese, presso il residence Casa Caribe Tamarindo. E’ il settimanale Oggi a riferire che il barese dorme fino a tardi, gira con l’inseparabile computer perennemente alla ricerca di una zona wireless e ha fatto conoscenza con parecchi connazionali residenti, tra cui un pavese trasferitosi lì per lavoro e un imprenditore romano con parecchi affari nel settore turistico. Allo stesso giornale, durante un’intervista, Sollecito aveva spiegato che avrebbe saltato le prime fasi del dibattimento pur promettendo di tornare per affrontare il giudizio. Certo, la notizia può far discure: un mese di relax a Santo Domingo per lo stesso ragazzo che solo a giugno aveva lanciato una colletta in rete per poter sostenere le spese legali del nuovo processo… A questo punto, all’Ansa, il padre, Francesco, ha spiegato che “Raffaele si trova a Santo Domingo dove soggiorna in una casa che gli è stata messa a disposizione gratuitamente da una coppia di italiani suoi sostenitori. Sta cercando di ritrovare sé stesso, un po’ di serenità dopo le difficile vicende degli ultimi anni. A metà ottobre ha in programma di partecipare ad una trasmissione tv. Di persona nel nostro Paese, non certo collegato dall’estero”. L’uomo ha quindi assicurato che il giovane farà ritorno in Italia:  e “Io, mio figlio e la mia famiglia, abbiamo un assoluto rispetto delle istituzioni italiane. Per questo Raffaele non è mai stato sfiorato dall’idea di fuggire. Vogliamo difenderci nel processo e per questo i difensori di mio figlio, gli avvocati Giulia Bongiorno e Luca Maori, con tutti i loro collaboratori, hanno rinunciato alle ferie per mettere a punto la difesa. Lo stesso ho fatto io, per cercare di supportarli in tutti i modi. Siamo infatti assolutamente convinti dell’assoluta innocenza di Raffaele”.

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Rivolta al Centro di identificazione ed espulsione: in tre fuggono

evasi-centro-tuttacronacaE’ scoppiata una rivolta, la scorsa notte, all’interno del Centro di identificazione ed espulsione di Gradisca d’Isonzo, in provincia di Gorizia. Al culmine della violenta protesta, inscenata da una ventina di immigrati che hanno lanciato bottiglie e suppellettili contro gli agenti impegnati nel turno di guardia del perimetro esterno del centro, tre immigrati si sono dati alla fuga. Era l’alba quando, approfittando dei tafferugli e utilizzando corde improvvisate, si sono arrampicati sul muro di cinta e a scavalcandolo e facendo perdere le proprie tracce.

Ucciso a colpi d’ascia a Salerno, rissa tra stranieri ubriachi

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Un 38enne polacco è stato ucciso da un connazionale con un colpo d’ascia alla testa. Il fatto è accaduto a  Battipaglia, dove la vittima aveva chiesto un alloggio per la notte a un conoscente dopo che era stato cacciato di casa dalla moglie. Tra i due, complice anche l’alcol, è scoppiata una lite furibonda, al culmine della quale è stato commesso l’omicidio. L’assassino ha anche cercato di nascondere il cadavere e ha chiesto aiuto a un altro connazionale che quando ha visto l’uomo assassinato ha deciso di avvisare le forze dell’ordine. L’assassino ha poi cercato la via di fuga in treno, ma è stato bloccato.

Si è tolto la vita dandosi alle fiamme il bracconiere austriaco

bracconiere-morto-austriaErano puntati tutti su di lui gli occhi dell’Austria oggi. Sul bracconiere che si è barricato nel suo maso dopo aver ucciso tre agenti e un infermiere che era accorso a prestar soccorso. La polizia autriaca ha ora reso noto che l’uomo è stato trovato morto nella sua fattoria, nei pressi di Melk, ad Annaberg, una zona rurale a un centinaio di chilometri da Vienna. Qui si è suicidato dandosi fuoco. Il ritrovamento del cadavere carbonizzato è avvenuto dopo una perlustrazione durata circa 5 ore nel suo podere.

Bracconiere asserragliato in una fattoria in Austria: 4 morti

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E’ pesante il bilancio delle vittime uccise dal bracconiere che da ieri sera è barricato in un maso di Annaberg, una zona rurale a un centinaio di chilometri da Vienna. L’uomo ieri sera aveva ucciso due poliziotti che l’avevano fermato e un paramedico di un’ambulanza che era accorsa. All’alba la zona è stata circondata da circa 100 agenti dell’unità speciale dell’esercito, che hanno trovato il cadavere di un terzo poliziotto che era stato preso in ostaggio.

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Tutto era iniziato con un inseguimento ieri sera quando, il bracconiere, era stato scoperto e si era dato alla fuga a bordo di un auto  nei pressi di Annaberg. La vettura poi era finita in un fosso e l’uomo, sceso dall’auto, ha iniziato a sparare contro la polizia e contro l’autoambulanza che era arrivata per soccorrerlo. Poi si è dato di nuovo alla fuga e arrivato a un posto di blocco, ha aperto di nuovo il fuoco, uccidendo un poliziotto e prendendone in ostaggio un altro, che poi è stato rinvenuto morto. Alla fattoria dove si trova attualmente, il bracconiere ci è arrivato rubando l’auto della polizia. Sembra anche che all’uomo, fosse stata ritirata la licenza di caccia già da alcuni anni, poiché lasciava gli animali morti per le strade.

13enne con i ladri in casa chiama il 113, gli dicono di richiamare

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Riprova sarai più fortunata! Si potrebbe riassumere così la vicenda una ragazzina di 13 anni originaria di Sant’Agata di Benevento che, accortasi dei ladri che erano penetrati nel piano basso dell’abitazione ha avuto il sangue freddo di chiamare il 113, ma dall’altra parte la risposta è stata agghiacciante: «Per errore abbiamo risposto da Caserta, richiama e ti risponderanno poliziotti più vicini a te».

La banda, composta da tre individui con accento straniero, col volto coperto e vestiti interamente di nero, di cui uno armato di fucile e due di pistola, ha preso di mira, appena passate le 22,15, un’abitazione in contrada Sant’Anna, senza alcuna recinzione. Non è la prima volta che la banda mette a segno dei colpi in quella zona, negli ultimi due mesi sono stati già tre i furti denunciati. Quella sera a casa di Concetta Libardi, casalinga 45enne, c’erano anche alcuni ospiti, così la porta dell’abitazione era rimasta aperta per permettere ai suoi amici e parenti di uscire per andare a fumare una sigaretta, ma è stata anche una facile via d’accesso per i ladri. La ragazzina che si trovava al piano superiore con altri due bambini più piccoli, ha immediatamente capito cosa stava accadendo e ha chiamato il 113 per allertare la polizia. Qui il tragico errore, vedendo il prefisso telefonico 0823, ha risposto il 113 di Caserta, rispondendole però che la competenza era di Benevento.
La ragazzina ha poi provveduto ad informare il 113 di Benevento. Il suono dell’allarme ha messo in fuga la banda. Allertati dalla Polizia, sul posto sono intervenuti i Carabinieri. Ora si sono avviate le indagini.

La Knox, presunta innocente, non torna in Italia per il nuovo processo

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Amanda Knox,  in vista del nuovo processo d’appello, che comincerà il 30 settembre a Firenze, per l’omicidio di Meredith Kercher, che vedrà nuovamente coinvolto anche Raffaele Sollecito non tornerà in Italia. Nei giorni scorsi la Knox  ha incontrato negli Usa uno dei suoi difensori, l’avvocato Luciano Ghirga, per fare il punto sulla strategia processuale. «Ho sostenuto 86 udienze – ha detto la ragazza di Seattle – e in decine di occasioni ho presentato dichiarazioni spontanee, che altro dovrei dire o fare di più?» e ha poi aggiunto «Non voglio sfuggire al nuovo processo che mi attende, ma non torno in Italia perché non capisco».

Anche i genitori di Meredith Kercher non capiscono chi possa aver ucciso la loro figlia se c’è Rudy Guede, ivoriano, in via definitiva come concorrente nell’omicidio, ma non ci sono altri colpevoli. Concorrente con chi?

Investe disabile e scappa!

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Nella tarda serata di lunedì una Punto ha investito un disabile in carrozzina e poi è fuggita. L’incidente è avvenuto a Deruta in provincia di Perugia, dove il disabile, un 33enne del posto, è stato soccorso  e trasportato al pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia, dove gli sono diagnosticate lesioni giudicate guaribili in 30 giorni.

L’orrore ha le fattezze di un’auto che investe un disabile in carrozzina e poi fugge, per costituirsi 48 ore dopo. È successo a Deruta.
L’uomo è stato denunciato dai carabinieri di Deruta per il reato di lesioni personali colpose e omissione di soccorso di persona rimasta ferita a seguito di sinistro stradale. Dopo 48h l’automobilista si è costituito. Oltre alla denuncia all’uomo è stata ritirata la patente di guida e il proprio veicolo è stato sottoposto a sequestro penale.

Strage in Argentina, scoppia un palazzo: 12 morti

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Tragedia a Rosario in Argentina. Una fuga di gas sviluppatasi nel sottosuolo di un palazzo a nove piani nel centro della città, ha distrutto l’edificio. L’esplosione avvertita anche a diversi km di distanza ha provocato un onda d’urto molto violenta che ha creato ingenti danni fino a un raggio di 300 metri. Una vera bomba, esplosa nella località che si trova a circa 300 km da Buenos Aires. In totale gli appartamenti coinvolti nel crollo, secondo una prima stima, dovrebbero essere almeno una sessantina. 12 sono invece i morti accertati, ma ci sono anche 15 dispersi e 63 feriti nel bilancio, che ancora è provvisorio.

Le operazioni di soccorso sono proseguite nel corso della notte: i pompieri e gli uomini delle forze della sicurezza locale stanno cercando i dispersi sotto le macerie dello stabile. La fondazione del campione Leo Messi originario proprio di Rosario, si è detta disponibile a portare aiuto alle famiglie delle vittime e alla popolazione coinvolta nell’esplosione.  Nei giorni scorsi la popolazione aveva sentito un forte odore di gas e per questo la società che si occupa del servizio aveva inviato un tecnico a fare alcune verifiche. Secondo altre fonti, un altro tecnico della medesima società nei momenti precedenti all’esplosione stava lavorando nel palazzo. L’uomo si sarebbe poi consegnato alla polizia dopo l’incidente.

Piccoli di leone di mare attaccati dall’orca

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Il più piccolo spesso soccombe nel mondo animale… ma c’è anche la volta in cui il più grande viene beffato dall’agilità e dall’astuzia. Questo è quello che è successo quando un’orca ha provato a cacciare alle Galapagos alcuni piccoli di leone di mare, nati da circa 2 mesi.

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I leoni erano in acqua a giocare e pescare, quando hanno visto il pericolo arrivare. In una corsa all’ultimo respiro sono riusciti a usciti dall’acqua e a mettersi al riparo sulla sabbia. L’orca si è portata a riva fino alla spiaggia nel vano tentativo di poterne cacciare almeno un paio, ma ha rischiato di spiaggiarsi. Per questa volta hanno vinto i più piccoli.

Sollecito, in vista del processo, lancia una colletta sul web

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Raffaele Sollecito, imputato con Amanda Knox nel processo d’appello, che si terrà a Firenze, per l’omicidio di Meredith Kercher e che potrebbe aver luogo all’inizio del prossimo autunno, ha lanciato una colletta sul web per pagarsi le spese legali. Il ragazzo ha scritto in inglese sulla sua pagina Facebook: “Non ho più risorse per combattere contro questa ingiustizia. Non voglio mollare solo per motivi finanziari, spero capirete”. La raccolta fondi è stata aperta sul sito specializzato “GoFundMe” dove, nel giro di poche ore, sono già arrivate le prime donazioni: l’obiettivo è di raccogliere 500mila euro.

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La morte di Meredith: forse gioco hard

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Il 26 marzo scorso, la prima sezione penale della Cassazione ha annullato con rinvio le assoluzioni pronunciate in appello per Amanda Knox e Raffaele Sollecito. Oggi sono state presentate le motivazioni del verdetto. Una delle ipotesi avanzate è che l’omicidio di Meredith Kercher potrebbe essere stato conseguenza di una “esclusiva forzatura”  della vittima “a un gioco erotico spinto di gruppo, che andò deflagrando, sfuggendo al controllo”. Nella sentenza depositata oggi, la Suprema Corte traccia un “ventaglio di situazioni ipotizzabili” che vanno “dall’accordo genetico sull’opzione di morte”, alla “modifica di un programma che contemplava inizialmente solo il coinvolgimento della giovane inglese in un gioco sessuale non condiviso”, fino all’ipotesi della costrizione di Meredith a partecipare a un “gioco erotico spinto di gruppo”, conclusosi con la morte della ragazza. La Cassazione ha inoltre sottolineato che Rudy Guede non avrebbe agito da solo e che la Corte d’assise d’appello ha “sottovalutato gli indizi a carico di Knox e Sollecito”. Si legge inoltre che “La pronuncia impugnata presta il fianco al lamentato vizio di violazione di legge e di difetto di adeguata motivazione nel passaggio cruciale della ricostruzione del fatto che attiene alla presenza di concorrenti nel reato, nell’abitazione nella disponibilità oltre che della vittima, della sola Knox, in quella maledetta serata, profilo che non va sicuramente inteso in un automatismo probatorio, ma che costituisce un segmento significativo nell’itinerario costruttivo”. Guede, giudicato con il rito abbreviato, sconta una pena di 16 anni di reclusione dopo esser stato condannato in via definitiva “per concorso in omicidio”. Nella sentenza d’appello, inoltre, secondo la Suprema Corte ci sono “molteplici profili di manchevolezze, contraddittorietà ed illogicità manifesta”. “Il giudice del rinvio dovrà porre rimedio – si legge nelle motivazioni depositate oggi – nella sua più ampia facoltà di valutazione, agli aspetti di criticità argomentativa, operando un esame globale e unitario degli indizi, attraverso il quale dovrà essere accertato se la relativa ambiguità di ciascun elemento probatorio possa risolversi, poiché nella valutazione complessiva, ciascun indizio si somma e si integra con gli altri”. L’esito di tale “valutazione osmotica – rilevano i giudici della Cassazione – sarà decisiva non solo a dimostrare la presenza dei due imputati nel locus commissi delicti, ma ad eventualmente delineare la posizione soggettiva dei concorrenti” di Rudy Guede.

Omicidio nel perugino: si è suicidato il sospettato

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Francesco Cristofari, 50 anni e sospettato dell’omicidio di Roberto Burnelli, è stato trovato morto impiccato a un albero vicino a un casolare in una zona boscosa tra Marsciano e Gualdo Cattaneo. Sono stati i carabinieri e volontari a fare il ritrovamento, avvenuto non distante dal casale di famiglia. L’ipotesi è che Cristofari si sia suicidato dopo aver compiuto il delitto ieri mattina, quando ha tagliato la gola, probabilmente dopo averlo colpito alla testa con un bastone, a Burnelli. Subito dopo il delitto era stata una dipendente dell’azienda, compagna della vittima, a lanciare l’allarme: arrivando sul luogo aveva infatti udito un urlo del commerciante e visto scappare il suo ex marito, che si era allontanato con un furgone Fiat Fiorino dell’azienda poi trovato abbandonato nella zona di Gualdo Cattaneo con, all’interno, diverse tracce di sangue. A seguito della segnalazione, i carabinieri del comando provinciale di Perugia avevano quindi avviato una battuta per le ricerche che erano state però ostacolate dalla pioggia e il vento che avevano interessato tutta la provincia.

Uomo ucciso a bastonate nel perugino: è giallo

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In provincia di Perugia, a Marsciano, è stato ritrovato il corpo di un uomo, Roberto Burnelli, di 51 anni che sarebbe stato ucciso, stando alle prime indiscrezioni, a colpi di bastone. Il carnefice, dopo l’assassinio, si sarebbe dato alla fuga, abbandonando il corpo sul luogo del delitto, un’azienda. Si tratta di due cittadini italiani, entrambi originari del luogo e con qualche legame comune: si parla infatti di gelosia come possibile movente in quanto l’omicida avrebbe  avuto una relazione con una donna attualmente legata alla vittima. Pare che il presunto assassino abbia raggiunto l’uomo sul posto di lavoro, intorno alle 6 di questa mattina, e in quel luogo si sarebbe scatenata la lite fatale. Sul posto una vasta battuta di ricerche dei carabinieri del reparto operativo di Perugia e della compagnia di Todi.

Amina, la Femen con la famiglia che si scusa per gli atti “osceni” della figlia

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Che succede se una figlia diventa una Femen in Tunisia? La famiglia si scusa con la folla e cerca di attribuire la protesta della ragazza a problemi psicologi con la famiglia, ridimensionando le accuse politiche di Amina. Dal carcere, dove è stata rinchiusa domenica scorsa a seguito dell’ennesima protesta che l’aveva vista protagonista di alcune  scritte sul muro di un cimitero e per essere stata trovata in possesso di una bomboletta di gas urticante, la Femen non può parlare. Sua madre si è mostrata alle telecamere e ha spiegato, esibendo certificati medici dell’ospedale El Razi, che Amina è affetta da problemi psichici riconducibili al fatto che i genitori, qualche anno fa, si erano trasferiti per lavoro in Arabia Saudita e la figlia non ha mai elaborato questa separazione. Sempre la madre ha poi dichiarato che Amina ha incontrato, poi, questo gruppo di Femen su Facebook e loro hanno manipolato la mente di una ragazza disturbata per farle assumere comportamenti “osceni”. Per questo la famiglia dopo la prima foto che ritraeva la ragazza a seno nudo aveva cercato di tenerla chiusa in casa. Ma queste tesi sono molto controverse. C’è chi infatti sostiene che Amina sia stata drogata, portata da uno stregone, costretta a leggere libri religiosi che parlano del ruolo della donna e ancora imprigionata dalla sua famiglia in casa.

Al momento Amina rischia 2 anni due anni di reclusione per la scritta e sei mesi per lo spray urticante.

La famiglia sta cercando di salvare la figlia o sta cercando solo di mantenere integro l’onore?

Travolge un centauro dopo aver compiuto un furto: morte nel comasco

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Un ladro, a bordo di un furgone rubato Renault Kangoo che procedeva contromano, ha investito e ucciso, nella notte, un motociclista 51enne. Dopo lo schianto, l’uomo ha abbandonato la vettura fuggendo a piedi e lasciando a terra la vittima, morta sul colpo. Il centauro era un esercente di Cantù che gestiva un’attività a Cucciago, nel comasco, dov’è avvenuto lo scontro. Il malvivente stava invece fuggendo a seguito di un furto compiuto in un’azienda della zona. 

Amina nuovo look e nuovo topless

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Amina torna a far parlare di sè. Dopo la foto a seno nudo che aveva aizzato le proteste degli integralisti tunisini, la ragazza posta una nuova immagine che la ritrae con un nuovo look e ancora una volta in topless. La scritta che mostra sul seno recita “non più lezioni di morale”. La foto è apparsa mercoledì in occasione della celebrazione della Festa del Lavoro fatta dal Congresso per la Repubblica in avenue Bourghiba, Amina, dopo settimane nelle quali non aveva più dato notizie di sé, ha dato vita  a un nuovo attacco nel quale protestava contro gli esponenti del partito (quello di maggioranza) per denunciare di fare solo i propri interessi e non quelli del popolo.

La lettera di Amanda ai Kercher.

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Come mai tutti i presunti assassini sono grafomani? Scrivere è catartico e su questo non ci sono dubbi così Amanda Knox non fa eccezione e come, Restivo, scrisse anche lei una  lettera alla famiglia di Meredith Kercher. La lettera non fu mai spedita  su consiglio degli avvocati della studentessa americana. Ora si torna a parlare di questa vicenda nel  “Sun on Sunday”, che pubblica alcuni estratti del testo. Amanda aveva scritto una lettera anche per scusarsi con Patrick Lumumba, il congolese che si sarebbe poi rivelato completamente innocente, ma che era stato in un primo momento accusato dalla giovane. Anche questo testo non era mai stato spedito, sempre su consiglio dei legali. “Queste lettere – avevano consigliato gli avvocati ad Amanda – potrebbero essere considerate soltanto un escamotage”.

Ecco alcuni estratti del libro di Amanda riportati sul giornale britannico: “A volte ripenso ad alcuni miei comportamenti del passato e vorrei aver fatto diversamente. Per prima cosa, vorrei aver scritto ai Kercher. Desideravo dire loro quanto volevo bene alla loro figlia. Con quanto affetto parlava della sua famiglia. Dire loro che la sua morte era per me un grandissimo dispiacere.E poi, avrei voluto scrivere a Patrick che mi dispiaceva averlo accusato. Quel mio gesto è imperdonabile, e lui non meritava quel trattamento, ma avrei voluto dirgli che non avevo nulla contro di lui. Altri mi avevano spinto a fare il suo nome e a me dispiaceva immensamente”.

“Quelle lettere non furono mai spedite – riprende Amanda – perché Luciano Ghirga e Carlo Dalla Vedova (i suoi due avvocati) mi dissero di non farlo. I giudici avrebbero preso questo comportamento per un escamotage”.

Ed ecco i testi delle due lettere. Ai Kercher: “Mi dispiace per la vostra perdita e mi dispiace che mi ci sia voluto così tanto tempo per dirvelo. Non sono io che ho ucciso vostra figlia. Anch’io sono una sorella e posso soltanto immaginare quanto grande sia il vostro dolore. Nel tempo, relativamente breve, in cui Meredith ha fatto parte della mia vita, lei è sempre stata gentile con me. Penso a lei ogni giorno”.

E poi, a Patrick: “Mi sento in colpa nei tuoi confronti”. “Ma mostrai quelle lettere a Carlo – continua Amanda – e lui mi disse che non era il momento giusto”.

AMANDA E IL SUO “AMICO DI PENNA”

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Non finiremo mai di scandagliare l’animo umano e capire quali strani percorsi possa compiere. Non capiremo mai perfettamente le rimozioni che operiamo ogni giorno per non soffrire e per alleviare il male di vivere. E forse per Amanda confessarsi con il reporter inglese, Simon  Hattenstone, che le mandò una copia dell’intervista fatta alla madre Edda Melles è stato un abbandonarsi ai suoi incubi trovando una rete di protezione ad accoglierla. Quello che era diventato un rapporto pistolare con il tempo si è modificato ed è continuato anche fuori dalla cella proseguendo anche ora che la Cassazione ha stracciato l’assoluzione che la Knox e Sollecito avevano ottenuto con un processo che lasciava molti lati inesplorati.

E’ degli ultimi giorni la lettera che Simon Hattenstone scrive ad Amanda raccontandole che ha visitato  “una miniera di carbone a Easington, County Durham, dove gli ex minatori festeggiavano la morte di Lady Thatcher. Lei ha risposto dicendo che aveva sentito parlare dell’ex primo ministro e sapeva che era stata una figura controversa, ma non avrebbe mai potuto capire come qualcuno possa celebrare la morte di un altro essere umano”. Leinon può proprio capire… quella ragazza che ballava e cantava nella stanza di Meredith, non riesce a capire.

Questo è il mondo delle contraddizioni e delle rimozioni che spesso popola la testa degli assassini e anche Amanda, nuovamente accusata dell’omicidio di Meredith, non è immune da queste strane associazioni spesso in contrasto con ciò che si è detto e scritto fino a quel momento.

 

Il libro di Amanda: “Cantai e ballai nella stanza di Mez”

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Il libro “Waiting to be Heard” di Amanda Knox, che racconta le vicissitudini della ragazza a partire dal ritrovamento del corpo di Meredith il 2 novembre 2007 a Perugia, uscirà a fine mese, nelle librerie americane, ma già stanno girando alcuni estratti che molto fanno discutere. “Cantai e ballai nella stanza di Mez durante i rilievi della polizia”, racconta Amanda, spiegando il fatto come “Un tentativo per allentare la tensione perché era tutto così surreale”. E ancora: “Dopo l’arresto la guardia mi guardò come se avessi preteso caviale e prosecco quando chiesi di fare una telefonata” e “In cella ho incontrato tante detenute ma io non sarò mai come loro perché mi sono rialzata dal buco nero dov’ero caduta”. Ma Amanda non si limita a questo, cerca anche di cancellare dalla mente delle persone la sua immagine, così come diffusa dai media, di manipolatrice e seduttrice: “Ero come una bimba afflitta e smarrita che a 20 anni ancora guardava le persone con innocenza infantile”, racconta la ragazza. “I flirt con uomini in Italia erano soltanto un modo per sentirmi più donna”, assicura, “e a mio agio con l’idea del sesso occasionale praticato da ragazze e ragazzi della mia generazione”. Eppure ancora traspare l’immagine dell’americana spregiudicata, sprezzante, in costante equilibrio tra l’impegno di offrire di sé l’immagine di una ragazza normale (“una delle mie preoccupazioni è correggere i pregiudizi della polizia. Non volevo che mi credesse una persona cattiva e desideravo far vedere chi ero: una ragazza che amava i genitori, che andava bene a scuola, che rispettava l’autorità e il cui unico problema con la legge era stata una multa al college per disturbo della quiete pubblica durante un party a Seattle”) e quello della bad girl: “ero a casa con Raffaele a fumare marijuana che per noi era un’abitudine quotidiana”. Una giovane vita è stata spezzata in maniera brutale, la sentenza di assoluzione è stata annullata, eppure Amanda non solo torna alla sua vita, ma sembra diventerà l’autrice di un caso letterario che già è stato lodato da Michiko Kakutani, temutissima critica letteraria per il New York Times. “L’introspezione cui è stata costretta Amanda in carcere le ha dato una capacità di trasmettere le sue emozioni con un considerevole potere viscerale”. Insomma, la ragazza che si descrive come “un topo impaurito nel gioco con il gatto”, sembra sia tornata a graffiare… più ricca i 4 milioni di dollari.

Le accuse della Knox… per diventare scrittori bisogna uccidere?

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«Ho cominciato a capire come ci si possa sentire imprigionati dentro la propria vita, così disperati da volerne fuggire, anche se questo significa non esistere più» Come non esiste più Meredith. Nel libro c’è anche un lungo elenco di come Knox abbia pensato di togliersi la vita dall’avvelenamento con la candeggina allo sbattere la testa al muro (ottimo modo di suicidarsi).  La ragazza ha confessato di aver sofferto anche di forti attacchi d’ansia tanto da rimanere paralizzata per la paura (chiederà il risarcimento danni allo stato italiano?) La Knox ha parlato dell’atteggiamento delle sue compagne di cella definendolo come rude e ostile, mentre lei naturalmente si sarà sempre comportata con dolcezza e umanità… come quella maledetta sera di Halloween?

Come mai è stato permesso ad Amanda Knox di pubblicare il suo libro? Perché è stato edito anche in Italia, dove fra l’altro mancano alcuni passi fondamentali dove l’imputata (a cui fra l’altro andrà rifatto il processo come stabilito dalla Cassazione) accusa le guardie italiane di violenze psicologiche e sessuali? Come mai l’editoria mondiale è affamata di storie amorali? Perché dobbiamo pubblicare le farneticazioni degli assassini e non un romanzo scritto da uno scrittore? Bisogna uccidere per diventare scrittori?

Amina parla da un luogo segreto: mi sedavano.

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Amina, la Femen tunisina che ha postato le sue foto in topless, sembra non aver avuto più pace. Dopo che i fondamentalisti si sono scagliati violentemente contro il comportamento della ragazza, proponendo anche una lapidazione che potesse espiare la colpa di Amina, le notizie, il più delle volte contrastanti, si erano rincorse. Sequestrata e umiliata dai propri familiari, la ragazza è riuscita a scappare e nel luogo segreto dove si trova, tramite Skype, ha fatto sapere al sito di Femen:  Continuerò la mia battaglia con una nuova protesta in topless».

Ecco come la ragazza ha raccontato gli eventi che gli sono accaduti subito dopo la pubblicazione delle foto. Prima ha subito un linciaggio mediatico non solo dagli integralisti, ma anche da molti cittadini tunisini che si sono sentiti offesi da quelle foto. Poi ha raccontato di essere stata rapita dallo zio e da un cugino mentre si trovava in un bar con alcuni amici. Ma ancor prima di esser rapita la famiglia aveva provato a farla “curare” da un terapista. Poi è stata portata in un villaggio in cui ogni giorno doveva “subire” la visita dell’imam che le leggeva il Corano e le chiedeva di sottomettersi alle leggi del Profeta. Poi hanno iniziato a somministrarle farmaci che la inebetivano per tutto il giorno. «Qualche volta – ha raccontato Amina al sito delle Femen – sono anche riuscita a scappare, ma nessun automobilista mi ha voluto prendere a bordo perchè non mi conoscevano. E quindi sono stata ripresa, riportata a casa e lì è ricominciato il solito rituale». Poi hannod eciso di riportarla presso la casa dei suoi genitori dalla quale finalmente è riuscita a scappare venerdì. Ora la madre ha denunciato la sua scomparsa. La polizia si è attivata per trovarla. Ed è proprio quella polizia che Amina teme anche se è decisa a portare a termine la sua missione e non lascerà la Tunisia sino a quando non sarà riuscita a fare una nuova protesta in topless.

Amina non si trova più!

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Amina non si trova più. La Femen tunisina si è allontanata da casa volontariamente e ora la madre teme per la sua incolumità. La donna ha anche reso noto che Amina è sotto trattamento psichiatrico da sei anni e per questo ha chiesto l’aiuto al medico che l’ha in cura. cioè chi è dissidente ha bisogno di un trattamento psichiatrico? Perché questa rivelazione viene fatta solo ora? Si era solo parlato della reclusione della ragazza dentro un ospedale psichiatrico, ma erano notizie che sembravano espremere la volontà della famiglia di proteggere la ragazza e non che avesse reali problemi psicologici. Amina giorni fa aveva anche rilaciato un’intervista in cui appariva lucida e determinata, ma anche molto spaventata. Si è allontanata o è stata prelevata? Oggi la madre si recherà al Ministero dell’Interno per denunciarne la scomparsa. La giovane si sarebbe allontanata dall’abitazione venerdì ma non ha dato, sino a oggi, notizie di sè alla famiglia.

 

Waiting to be Heard: Amanda e le molestie sessuali in carcere

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Nelle 400 pagine di Waiting to be Heard, il libro pubblicato dalla casa editrice newyorkese Harper Collins, Amanda racconta ciò che è accaduto prima, durante e dopo l’omicidio della sua coinquilina Meredith Kercher. Ecco allora che affiorano nuovi dettagli sulle molestie sessuali ed i dialoghi con le compagne di cella nel carcere Capanne, una delle quali le chiedeva d’iniziare una relazione lesbo con lei. Le novità riguardano in particolar modo la guardia carceraria Raffaele Argiro, ora in pensione, già accusato di aver molestato un’altra detenuta. Stando a quanto scritto dalla ragazza, a cui è stata da poco annullata l’assoluzione, l’uomo, fin dal primo giorno dopo il suo arresto, non ha fatto altro che parlare di sesso con lei, chiamandola ogni sera in una sala vuota al terzo piano dell’edificio per una chiacchierata. Nel libro si legge: “Era fissato con il sesso, con chi l’avevo fatto, come mi piaceva farlo, se avessi voluto farlo con lui”. E ancora: “Ero così sorpresa e scandalizzata dalle sue provocazioni che qualche volta mi chiedevo se non stessi capendo male quello che mi stava dicendo. Quando mi accorgevo che voleva parlare di sesso provavo a cambiare argomento”. Pronta la risposta del poliziotto, che ha fatto causa alla ragazza per diffamazione dopo che aveva affermato di essere stata molestata durante gli interrogatori. Le ho parlato molto ma solo per calmarla”, ha raccontato Argiro durante un’intervista con il giornalista Bob Graham, molto vicino alla famiglia Knox. “Le ho chiesto quanti fidanzati avesse avuto, ma era sempre lei a iniziare a parlare di sesso”.

2012 FUGA DALL’ITALIA!

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La crisi pesa e lo scorso anno l’emigrazione italiana ha fatto registrare un vero boom, con un aumento del 30 per cento rispetto ai 12 mesi precedenti. Ad andare all’estero sono più uomini che donne, più trentenni e lombardi, mentre il paese preferito come punto di arrivo è la Germania.

Amanda Knox… abbassa i toni dopo la sentenza della Cassazione!

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Il libro di memorie di Amanda Knox “Waiting to be heard” verrà pubblicato nei tempi prestabiliti nonostante l’annullamento dell’assoluzione per l’omicidio della studentessa Meredith Kercher. Come scrive il Mirror online, tra l’altro, verrà modificato il capitolo sulla giustizia italiana (e tolte le critiche ai pm, ai giudici e alla polizia). “Verranno abbassati i toni, per evitare ritorsioni”, raccontano gli avvocati della ragazza americana.  Quindi se non usciva la sentenza di annullamento  il libro sarebbe uscito con gli insulti alla magistratura italiana?

HarperCollins, la casa editrice della 25enne di Seattle, ha confermato quindi i piani per il lancio del libro e per le interviste promozionali: Waiting to be heard sarà nelle librerie a partire dal prossimo 30 aprile. La Knox, che dovrà affrontare nuovamente il processo di secondo grado dopo l’annullamento da parte della Corte di Cassazione della sentenza di assoluzione per lei e Raffaele Sollecito, ha firmato un contratto editoriale da quattro milioni di dollari nel 2012 per la pubblicazione delle sue memorie. Nel testo la ragazza racconta la sua esperienza in carcere, il rapporto con la polizia italiana, oltre a nuovi dettagli sul caso che l’ha vista coinvolta. La sera del 30 aprile verrà trasmessa anche la prima intervista televisiva di Amandasulla rete Abc, con la giornalista Diane Sawyer.

Sollecito è pronto per la fuga, ha il permesso… qualcuno lo fermerà?

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La sentenza della Cassazione che ha annullato le assoluzioni di Amanda Knox e Raffaele Sollecito per l’omicidio di Meredith Kercher potrebbe avere conseguenze inaspettate. Se da un lato, infatti, la ragazza americana potrebbe non tornare più in Italia, nemmeno tramite estradizione (gli esperti Usa dicono che non sarebbe concessa, perché la giustizia americana prevede che non si possa essere processati due volte per lo stesso reato, ma il dibattito a riguardo è quanto mai aperto), dall’altro spuntano rivelazioni su Raffaele.
Sollecito, 29 anni, secondo quanto si legge sul Corriere del Ticino, non solo sarebbe intenzionato ad andare a vivere a Lugano, come ha confermato anche la sua fidanzata nei giorni scorsi, ma sarebbe già in possesso di un permesso di dimora B, il certificato che consente di stabilirsi in Svizzera per esercitare un`attività lucrativa (dipendente o indipendente) o per soggiornare senza esercitare un`attività lucrativa (redditiero, pensionato, ecc.).
«La richiesta è stata inoltrata regolarmente nel dicembre 2012 – conferma il capo della Sezione della popolazione, Attilio Cometta – e il permesso è stato rilasciato nel mese di gennaio scorso. Il fatto che la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza assolutoria di seconda istanza a favore del Sollecito, non ha ripercussioni sulla possibilità di rimanere in territorio elvetico».
«Contro questa persona una condanna penale cresciuta in giudicato, sebbene il reato possa essere grave, non sussiste – spiega Cometta – e già solo per questo fatto un provvedimento di revoca del permesso non è sostenibile. Un eventuale impedimento potrebbe sorgere a questo punto solo se l`autorità italiana dovesse decidere di limitare gli spostamenti del giovane, impedendogli di risiedere per un minimo di 6 mesi in Svizzera come prevede il permesso di dimora B che, in quel caso, potrebbe di conseguenza venir revocato».

L’estratto del libro di Raffaele Sollecito, inedito in Italia!

Honor Bound: my journey to hell and back with Amanda Knox-tuttacronaca

Raffaele Sollecito ha scritto un libro, inedito in Italia, ma pubblicato negli Usa, “Honor Bound: my journey to hell and back with Amanda Knox” ( Patto d’onore: i miei giorni all’inferno e ritorno con Amanda Knox). E’ il racconto della vicenda giudiziaria che lo ha visto protagonista a partire dal novembre 2007 dopo la scoperta del cadavere di Meredith Kercher nella casa di Perugia. Fra poco uscirà anche il libro di Amanda che ha firmato con HarperCollins un contratto in esclusiva per quattro milioni e 300mila dollari; nei giorni scorsi ha incassato la prima rata, un milione.
Questo è un estratto del libro di sollecito che narra la notte in questura, il suo interrogatorio e quello di Amanda senza risparmiare pesanti accuse alla polizia (naturalmente).  Quella notte si concluse con la confessione di Amanda che accusò del delitto Patrick Lumumba (poi scagionato da un testimone, un professore svizzero) e con l’arresto della ragazza di Seattle e di Raffaele.

“Appena i miei inquirenti aumentarono la pressione, mi chiesero di vuotare le tasche. Io capii immediatamente che questo non era un buon segno. Io ho tirato fuori un fazzoletto, il mio portafoglio, il mio cellulare e alla fine, con tutta l’attenzione su di me, il coltellino tascabile.

Uno di loro prese il coltellino con un panno e lo portò rapidamente fuori dalla stanza. Ho provato a spiegare  che era qualcosa che portavo con me in giro, ma che non avevo lavato. Mi rendevo conto che le cose non sarebbero andate bene a lungo.

“Non ho il diritto di avere un avvocato?” Io chiesi.

Mi risposero di no.
“Posso almeno chiamare mio padre?”
“Tu non puoi chiamare nessuno”. Mi ordinarono di mettere il mio cellulare sul tavolo.

Le persone entravano ed uscivano dalla stanza con grande intensità.
Ad un certo punto, mi sono trovato solo con un poliziotto. Questi si chinò verso di me e mi disse: “Se provi ad alzarti e ad andartene, ti riduco in poltiglia e ti uccido. Ti lascio in un bagno di sangue.”
La serata è stata descritta in maniera molto diversa dagli ufficiali di polizia in Tribunale.
Essi negarono che io avessi richiesto un avvocato o che fossi stato sottoposto.

Daniele Moscatelli, il poliziotto di Roma, disse: “Qualsiasi cosa domandò, acqua o altro, gli fu messa completamente a disposizione.”

Ma, posso garantire, che io ero spaventato a morte e completamente frastornato. Ero stato educato a pensare che la polizia è onesto difensore della sicurezza pubblica. Mia sorella faceva parte dei carabinieri, nientemeno! Al momento mi sembrò che si comportassero più come gangster.

Poi arrivò un suono che gelò le mie ossa: la voce di Amanda che chiedeva aiuto nella stanza a fianco. Lei gridava in italiano “Aiuto!Aiuto!”.

Io chiesi che cosa stava succedendo e Moscatelli mi disse che non c’era niente di cui preoccuparsi. Ma questo era assurdo. Io potevo sentire gli ufficiali di polizia urlare e Amanda singhiozzare e pianger per altre tre o quattro volte.

Che cosa stava succedendo? Quando tutto ciò sarebbe finito?”

“A questo punto, Amanda era già crollata. Come più tardi racconterà, gli inquirenti sostenevano di avere concrete prove che lei si trovasse nella casa di via della Pergola la notte che Meredith fu uccisa. Quando lei disse di non ricordare tutto ciò, loro la minacciarono con trenta anni di carcere e la colpirono ripetutamente alla testa. (La polizia ha negato di averla minacciata in qualsiasi modo).”

“Per almeno un’ora, Amanda fu interrogata in italiano. Gli ufficiali di polizia dissero che Amanda sembrava capire abbastanza bene le domande, ed il verbale che loro redassero descriveva le sue capacità lessicali relative alla lingua italiana come adeguate.
Poi, alcuni minuti dopo la mezzanotte, arrivò un interprete. Lo stato d’animo di Amanda era peggiorato. Lei non ricordava affatto di aver inviato un messaggio a Patrick, non era, dunque, nella posizione di analizzare il contenuto del messaggio. Quando le fu suggerito che lei non solo avevo inviato a lui un messaggio ma che aveva anche organizzato un incontro, la sua serenità venne meno; lei scoppiò in un pianto incontrollabile, e portò le sue mani sulle sue orecchie come per dire, io non voglio più sapere niente di tutto questo.

Per me la notte non era ancora terminata. Mentre Amanda viveva il suo incontro faccia a faccia con Mignini, io fui portato in un’altra stanza e fui coperto di minacce ed di insulti.

“Tu non sai cosa hai fatto” disse qualcuno. “La tua famiglia sarà distrutta. Tu passerai i prossimi 30 anni in prigione”.

O ancora: “Il tuo povero padre, come prenderà questa storia. Cosa ha fatto per meritarsi un figlio come te? Tu devi dirci cosa è successo!”.

Ripensandoci, io non sono sicuro che essi volessero spingermi a confessare il crimine. Il loro interesse più urgente era che io fornissi testimonianza che incriminassero Amanda.

Ad un certo punto uno degli inquirenti apri la porta rumorosamente, si avvicinò e mi schiaffeggiò. “Tuo padre è una persona onesta”, egli disse. “Non si sarebbe mai meritato un figlio come te, uno che sta con una puttana come Amanda”.

Le persone entravano ed uscivano. Qualche volta venivo lasciato solo.
Alcune volte venivo sgridato.
E poi giunse il mattino.

Io fui portato al reparto medico della Questura e mi fu detto di spogliarmi. “Levati tutto,” mi dissero, “anche le tue mutande”.

Io ero già stato senza scarpe per la maggior parte della notte, ma questo fu un nuovo livello di umiliazione. Mi fu chiesto del mio tatuaggio manga giapponese che ricopre la maggior parte della mia scapola sinistra  –  un regalo che mi feci dopo aver passato un brutale programma d’esame nel 2004  –  e mi fecero camminare attorno di fronte ad un dottore donna.

Mi sono sentito così imbarazzato che non l’ho neanche guardata. Dopo alcuni minuti, lei prese un paio di forbici e mi tagliò alcuni capelli dalla testa e un campione del mio pelo pubico. Questo fu fatto per stabilire il mio profilo del DNA, essi dissero. Di certo, avrebbero potuto prelevare un campione con un tampone dalla mia bocca. O prendere i campioni di peli con i miei vestiti ancora addosso.

Così io fui accompagnato in un’altra parte della Questura. Attraversai una cella di custodia e all’interno udii Amanda piangere come una bambina. Io non potevo vederla, ma si riusciva a sentire bene attraverso la piccola fessura della porta. Le chiesi velocemente sugli eventi della notte, ma lei era troppo isterica per ragionare.

Quando smetteremo di far scrivere libri a probabili assassini riempiendoli di soldi?

Raffaele sollecito a Verona… progetta fuga in Svizzera!

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Quella di ieri, per lui, è stata una giornata da dimenticare… Così l’hanno definita in molti, incuranti di ledere la sensibilità della famiglia Kercher che da anni attende giustizia.  Il Tgcom24 ha pubblicato un filmato inedito che ritrae Raffaele Sollecito nel giorno della sentenza della Corte di Cassazione. Il caso ha voluto che quello fosse anche il giorno del suo 29esimo compleanno. Attualmente Raffaele Sollecito si trova a Verona, e sta studiando per laurearsi in ingegneria. Nelle sue volontà c’è la voglia di trasferirsi a Lugano.

Lo facciamo scappare in Svizzera o interveniamo prima?

Fidanzatini in fuga mettono in ansia le famiglie!

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Ore di ansia in provincia di Avellino per due giovanissimi fidanzatini, entrambi di14 anni, di cui non si hanno notizie dalle prime ore del mattino. I due si sono allontanati dalle rispettive abitazioni di un comune del Baianese e la loro scomparsa è stata denunciata dai genitori ai Carabinieri della Campagnia di Baiano. I militari hanno attivato le ricerche che sino ad ora non hanno dato esito. I due giovani legati da una relazione sentimentale secondo prime ipotesi si sarebbero allontanati volontariamente.

Tedeschi in fuga! La Germania invita i connazionali a lasciare Bengasi

Parla di una “specifica minaccia”.

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