La moglie lo scopre a un droga-party: tenta di buttarla dalla finestra

polizia-auto-tuttacronacaE’ finito in manette un 23enne marocchino che venerdì sera, nel centro storico di Genova, ha tentato di gettare dalla finestra la moglie al quarto mese di gravidanza. L’uomo, ora accusato di tentato omicidio, era stato scoperto dalla consorte mentre dava un droga party con hashish e cocaina nella loro abitazione. La moglie, una donna marocchina di 16 anni, ha quindi iniziato a rimproverarlo e lui ha risposto tentando di liberarsi di lei. A bloccarlo la polizia di Prè chiamata dai vicini di casa della coppia che avevano udito le urla dei due. La donna si trova ora ricoverata all’ospedale Galliera.

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La nonnina che arrotonda la pensione… spacciando coca!

cocaina-party-tuttacronacaE’ il quotidiano tedesco Tagesspiegel a raccontare quanto accaduto in un bar di Berlino dove ha fatto irruzione la polizia interrompendo la festa per il settantaseiesimo compleanno di una nonnina che trascorreva un po’ di tempo con gli amici. Il gruppo si trovava in un quartiere residenziale della capitale tedesca e aveva organizzato un coca-party. Gli agenti hanno così scoperto che l’anziana arrotondava la pensione vendendo polvere bianca. La festa si è conclusa con 13 perquisizioni, sei procedimenti d’indagine aperti e il sequestro del locale. La nonnina, sulla cui testa pende una richiesta d’arresto, ora rischia grosso, considerato che solo lo scorso gennaio la polizia aveva trovato 35 grammi di cocaina tra il locale e la casa della donna. Allora l’indagata aveva spiegato agli agenti di “arrotondare la pensione” vendendo droga agli avventori del bar.

Legata, violentata e gettata fuori dall’auto: l’aguzzino sotto effetto di coca

violenza-donne-tuttacronacaLegata al letto e stuprata, due volte, poi scaraventata fuori dall’auto e ritrovata, la sera del 13 dicembre scorso, dai carabinieri di Riccione. Il suo aguzzino, un 40enne sotto gli effetti della cocaina che ora, a poco più di un mese di distanza, è stato arrestato. La violenza si era consumata a casa del 40enne, a Longiano (Forlì-Cesena), e la donna, una 30enne, non ha mai sporto denuncia per paura di ritorsioni. I militari in questo lasso di tempo hanno raccolto gli elementi utili all’indagine e richiedere un’ordinanza di custodia cautelare al gip del Tribunale di Forlì e da sabato il presunto aguzzino, un anconetano residente a Longiano (Rimini), si trova agli arresti in carcere. Le accuse per il 40enne sono di violenza sessuale, sequestro di persona e spaccio. È stato arrestato ad Ancona mentre si trovava a casa della madre. Vittima e aguzzino già si conoscevano e quel 13 dicembre si erano dati appuntamento per passare il pomeriggio insieme a casa dell’uomo.  È nell’appartamento che si è consumata la prima violenza sessuale. L’uomo, dopo aver chiuso a chiave la porta, ha legato al letto la donna con una corda. E dopo aver sniffato cocaina ha abusato di lei. Inutile il tentativo della trentenne di fuggire da una finestra o di chiamare aiuto. Il cellulare le era stato sequestrato dal violentatore.  Il secondo stupro è avvenuto in strada quando la donna ha tentato nuovamente la fuga dall’auto del 40enne che la stava riportando a casa. All’altezza di Riccione, è però riuscita a riprendere il cellulare e ha chiamato aiuto, a quel punto l’uomo l’ha scaraventata fuori dall’auto tenendo con sè il giubbotto e le chiavi di casa della vittima.

Ovuli di cocaina nel cadavere di un uomo: a Napoli s’indaga

ovuli-cocaina-tuttacronacaEra stato trovato morto pochi giorni prima di Natale un 38enne arrivato a Napoli dalla Colombia nel cui intestito, si è scoperto durante l’autopsia, custodiva un carico di cocaina: 1.2 kg suddiviso in 84 ovuli. Ora i carabinieri della II sezione del Nucleo Investigativo di Napoli sono al lavoro per scoprire a chi fosse destinata la droga. L’uomo, riesumato e sottoposto ad autopsia su disposizione della Procura di Napoli, era partito per la Colombia circa otto anni fa e a Medellin aveva aperto un ristorante, si era legato a una donna ed era diventato padre. C.B. non aveva più fatto ritorno in Italia prima di quest’inverno. Il padre, è emerso da alcuni accertamenti, in passato è stato legato al clan camorristico dei Mazzarella. Stando a quanto si è appreso, a seguito del suo arrivo in Italia l’uomo aveva avvertito diversi malori ma non avrebbe svelato a nessuno di aver ingerito la droga. Il 21 dicembre si è anche recato in una farmacia di via Santa Teresa degli Scalzi, nella zona della Sanità, per acquistare dei farmaci. E’ morto il giorno dopo, sulle scale del palazzo dove abita la madre, apparentemente per cause naturali.

Dolci ritirati dagli scaffali: coca tra gli ingredienti, ma è uno scherzo

Carrefour-Argentina-tuttacronacaNella lista degli ingredienti si leggeva: “Cocaina, 12 grammi”. E per questo i supermarket argentini del colosso francese Carrefour hanno dovuto ritirare dagli scaffali tutte le confezioni di dolci. La notizia arriva dall’Argentina e la riporta La Stampa spiegando che il gruppo, che nel Paese sudamericano ha 500 negozi, si è scusato e ha parlato di “uno scherzo di cattivo gusto” di un dipendente di una ditta fornitrice. Da parte sua, Carrefour ha assicurato che la cocaina non è mai stata presente nei dolci ma la notizia non ha mancato di suscitare un’ondata di commenti ironici su internet.
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Nigella Lawson ancora nell’occhio del ciclone: cannabis ai figli adolescenti

nigella_tuttacronacaLa cuoca più nota del Regno Unito, Nigella Lawson, è stata travolta da nuove accuse. Elisabetta Grillo, l’ex assistente personale italiana imputata con la sorella Francesca per frode ai danni della cuoca e dell’ex marito Charles Saatchi, ha dichiarato sotto giuramento che la sua ex datrice di lavoro lasciava fumare cannabis ai suoi figli teenager. La donna ha fatto la dichiarazione oggi, mentre si trovava nel tribunale di Londra e rispondeva alle domande del pubblico ministero sulle spese effettuate con la carta di credito della ex coppia e che secondo l’accusa non sarebbero state autorizzate. In particolare si trattava di 70 sterline pagate in un duty free shop a New York nel giugno 2010. “Erano sigarette per i figli. Nigella mi autorizzava a prenderle per loro”, ha affermato la Grillo. Ha in seguito ammesso che Nigella “lasciava fumare erba ai figli”. Queste accuse arrivano dopo le affermazioni della stessa cuoca star che ha ammesso di aver tirato diverse volte cocaina in passato e di aver fumato cannabis. Grillo ha anche detto che Nigella e Saatchi hanno affermato il falso nelle loro deposizioni.

Le collaboratrici italiane hanno svuotato il conto in banca della star cocainomane?

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I dubbi sono molti sulla vicenda della star culinaria Nigella Lawson che in Inghilterra è sinonimo di Italian Style. I suoi piatti questa volta infatti passano in secondo piano perché secondo quanto svelato in Aula di Tribunale, la Lawson avrebbe, almeno secondo l’accusa dell’ex marito, fatto uso di droghe ogni giorno per 10 anni, tra cui anche la cocaina. Ma se già questo basterebbe per innalzare uno scandalo ci sarebbero anche coinvolte le collaboratrici italiane, Francesca ed Elisabetta Grillo, ex dipendenti della coppia vip, e che ora sarebbero accusate di aver svuotato il conto in banca di Nigella. Secondo le accuse del marito, ci sarebbe stato infatti un tacito accordo tra la cuoca star e le sue collaboratrici: loro non  avrebbero rivelato al marito l’uso di droghe della moglie e in compenso potevano usufruire della carta di credito. In realtà la carta di credito era stata affidata alle due collaboratrici per far fronte alle spese e alle esigenze della coppia, in realtà le due sorelle poi ne avrebbero abusato per acquisti personali.

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Nel corso di un’udienza preliminare alla vigilia del processo contro le due, il giudice Robin Johnson ha letto in aula a Londra quanto scritto dall’ex marito di Nigella Lawson, Charles Saatchi, alla moglie: «È chiaro che adesso le Grillo se la caveranno sulla base del fatto che tu eri così sconvolta dalle droghe che hai permesso loro di spendere a piacimento… E sì, credo a ogni loro parola». L’implicazione sarebbe che ci fosse una sorta di ‘tacito accordò tra Nigella e le due dipendenti, impiegate per anni dalla coppia come assistenti, che non avrebbero rivelato l’uso di droghe all’allora marito. Nigella Lawson e Charles Saatchi hanno divorziato lo scorso luglio dopo la pubblicazione sulla stampa britannica di una foto che ritrae Charles mentre stringe le mani attorno al collo di Nigella, al tavolo di un ristorante a Mayfair. La cuoca-star e il collezionista sono stati sposati per 10 anni.

 

Investimenti da delinquenti: rubavano per comprare droga da spacciare

droga-cocaina-spaccio-tuttacronacaTre quarantunenni serbi sono stati arrestati dalla squadra mobile di Trieste perchè dediti ai furti in negozi di abbigliamento e alle slot-machine nei bar del capoluogo giuliano. I tre utilizzavano poi i proventi per acquistare eroina e cocaina che poi spacciavano tra la città e il Veneto. Ora le forze dell’ordine stanno effettuando una decina di perquisizioni in provincia di Vicenza e di Bologna. S’indaga anche per accertare se gli stessi uomini abbiano anche effettuato dei furti in un’abitazione dello stesso centro cittadino. La banda si riforniva di droga attraverso la via balcanica.

Il biscotto che crea dipendenza… è peggio di una droga!

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Il biscotto più venduto nel XX secolo che vanta 500 miliardi di pezzi acquistati può creare dipendenza. L’Oreo, con due strati circolari sovrapposti di base di cioccolato e uno interno di crema al latte, ora sarebbe sotto accusa perché uno studio ha dimostrato che attiva nel cervello gli stessi centri del piacere attivati dalla cocaina. Per analizzare il biscotto i neuroscienziati del Connecticut College di New London hanno somministrato il “Milk’s Favorite Cookie” ai ratti. Il comportamento delle cavie si è dimostrato identico a quelli trattati con la cocaina.

Gli effetti dell’Oreo sicuramente sono diversi da una droga, ma comunque negativi. Basti pensare solo all’obesità.

“’La nostra ricerca supporta la teoria che i cibi ricchi di grassi e di zuccheri stimolano il cervello nello stesso modo in cui lo fanno le droghe. Gli alimenti ricchi di grassi e zucchero possono essere ancora più pericolosi della cocaina e morfina a causa della loro accessibilità” – spiega Schroeder, che presenterà il suo studio il prossimo mese a San Diego presso la Society for Neuroscience. “Questo potrebbe essere uno dei motivi per il quale le persone hanno difficoltà a stare lontano da loro, contribuendo alla epidemia di obesità. Non ho più toccato un Oreo – ha aggiunto lo scienziato – dopo aver fatto l’esperimento”.

Con conseguenze certo diverse rispetto all’assunzione dello stupefacente, ma comunque negative.

La nuova droga della follia si chiama Ya-Ba, mega operazione a Roma

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L’operazione è stata portata avanti tra venerdì e sabato nei quartieri più a rischio della città: Pigneto, San Lorenzo, Trastevere, Trionfale, Termini e Casilino. E’ in queste zone che si concentra il traffico di stupefacenti e in particolare marijuana, hashish, eroina e cocaina. Il bilancio dell’operazione è di 19 persone arrestate, molti dei quali stranieri, di età compresa tra i 18 e i 54 anni. In particolare è stato però fermato un cittadino del Bangladesh, di 30 anni, nei pressi dell’acquedotto Alessandrino, in zona Tor Pignattara. Il giovane era in possesso di 120 pasticche di “Ya-Ba”.

Lo Ya-Ba è una sostanza simile all’ecstasy, ma l’abuso della sostanza produce comportamenti molto violenti, autolesionisti e a stati allucinatori. Questa metanfetamina porta a gravi e irreparabili disturbi psichici, tanto da guadagnarsi l’appellativo di “droga della pazzia”. Lo Ya-Ba è molto popolare in Cina.

Zeman si appella alle ripartenze di Schillaci: “regalacene un’altra”

zeman-schillaci-tuttacronacaLa Gazzetta dello Sport, che ieri aveva dato spazio alla drammatica storia di Maurizio Schillaci, cugino di quel Totò nazionale che tanto aveva fatto esultare i tifosi italiani. Una storia di successo che s’infrange contro un infortunio di gioco. Dopo di che, il precipizio: la droga, la mancanza di un lavoro e di una casa. E, in fondo, quella fiammella ancora viva e la voglia di ripartire. E proprio alle sue famose ripartenze fa riferimento Zdenek Zeman. Oggi, tra le colonne della Rosea, si legge uno scritto dell’allenatore che ricorda il suo ex giocatore, parla del calcio e delle sue similitudini con la vita e ricorda che “non è mai troppo tardi”.

Ci sono storie che toccano il cuore. E che fanno male. Storie che portano inevitabilmente “tutti gli altri” a parlare, giudicare, commuoversi, partecipare. Quella di Maurizio Schillaci diventa notizia oggi nei passaggi più drammatici, che più fanno effetto, ma ha radici più lontane, passaggi più complessi. E io ho troppo rispetto per unirmi a un coro o per condividere ricordi e momenti vissuti con lui così personali.

Perché Maurizio l’ho avuto negli Allievi, poi in Primavera, poi a Licata, Foggia (ma solo pochi giorni), Messina… L’ho visto crescere in quegli anni in cui il calcio, soprattutto al Sud, aveva ancora la poesia di campi arrangiati e di rapporti umani e Maurizio era idolo dei suoi tifosi e leader per i compagni. Così lascio per me l’uomo e vi racconto “solo” il giocatore.

Un grande talento. Tecnicamente un fenomeno. Per mezzi, colpi e intelligenza calcistica avrebbe potuto giocare in Serie A senza difficoltà e farlo a grandi livelli. Nel mio 4-3-3 giocava sulla fascia, e aveva tutto quel che serve per quel ruolo: corsa, progressione, tecnica, senso del gol, altruismo. Maurizio è sempre stato un generoso con tutti, per questo i compagni gli volevano bene. Lui aiutava tutti. E dispiace oggi saperlo solo.

Se era più forte del più famoso cugino Totò? In passato l’ho detto, ma non c’è sempre bisogno di un paragone, di un più o un meno, di un titolo a effetto. Certe carriere non sempre ti regalano quanto avresti meritato. Vale anche per la vita, purtroppo. Che non inizia e finisce solo in un campo di calcio. Lì Maurizio la sua partita la giocava veloce e leggera, con fantasia e colpi di genio, col cuore e con la testa. E non finiva mai in fuorigioco. Così mentre me lo rivedo su quella fascia, quello che gli auguro oggi è di riuscire in un’altra ripartenza, una di quelle in cui era bravissimo e nessuno riusciva a stargli dietro. Non è mai troppo tardi.

Da promessa a barbone: la tragica storia di Maurizio Schillaci

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Una parabola triste? Sicuramente drammatica. Maurizio Schillaci, cugino di Totò, si racconta alla “Gazzetta dello Sport”:

“La storia è una drammatica favola al contrario. Schillaci cresce nelle giovanili del Palermo, arriva a Licata voluto da Zeman allenatore e segna 22 gol in 66 partite. Trequartista dai piedi d’oro ma dalla testa matta, non sapevi mai cosa potesse fare e meno di tutti lo sapevano i portieri avversari. Talento puro. Lo prende la Lazio in B, l’Olimpico il contratto a sei zeri, la fama (anche se si parla di serie cadetta), ma gioca poco per un infortunio al tendine mal curato, va a Messina con suo cugino Totò, ma ancora guai fisici, il passaggio alla Juve Stabia, la droga. Prima la cocaina, poi l’eroina. È l’inizio della fine. Che lo porta a separarsi dalla moglie, a perdere amici, contatti, contratti. E oggi a non avere una casa e a camminare per il mercato della Vucciria a raggranellare qualcosa da mangiare. “Tutti dicevano che ero più forte di Totò . Può essere. Di sicuro io non ho avuto la sua fortuna”.

Maurizio Schillaci pupillo di Zdenek Zeman.

“Maurizio, il viso scavato e segnato da droga e tristezze ripercorre nella lunga intervista le tappe di vita e carriera: “Le mie stagioni migliori le ho vissute con Zeman. Segnavo gol a ripetizione. Poi è arrivata la Lazio. Era il mio periodo di grazia. Vivevo nel lusso, ho cambiato 38 auto, ho giocato nello stadio dei sogni, l’Olimpico. Contratto di 500 milioni per 4 anni. poi qualcosa non va per il verso giusto. I primi infortuni, gli stop. Poi scopro perché. Vado in prestito a Messina, là trovo mio cugino Totò. Tutti i giornali parlavano di noi, io e lui facevamo a gara a chi segnava di più quando io ero al Licata e lui a Messina. Ma la mia carriera in realtà s’è spezzata a Roma. Un infortunio mai curato che mi impediva di esprimermi al meglio. Facevo poche partite e mi fermavo. Mi chiamavano il “malato immaginario” o il “calciatore misterioso”, perché ero sempre in infermeria. In realtà avevo un tendine bucato. A Messina si accorgono del problema, mi curano, ma la carriera era ormai volata via. Poi ho subito altre situazioni. Più brutte degli infortuni. Vado alla Juve Stabia, ormai ho 33 anni. E qui conosco la droga. La cocaina, poi l’eroina. Nel frattempo ho divorziato da mia moglie. Zeman? Ogni tanto lo intravedo ancora. Lui impazziva per me. Un grande in campo e fuori per le sue battaglie. Il doping? C’è stato sempre. A me consigliavano di prendere la creatina, mi sono fidato dei medici. Era proibita, ma l’ho saputo dopo. Soldi per aggiustare le partite? Solo una volta me li hanno proposti. Giocavo nel Licata, a Casarano, lo dissi subito a Zeman. Mi disse di rifiutare. Poi finì 0-0, prendemmo 8 pali… Ma a volte le partite si decidono in mezzo al campo, parlando….”

Il declino e la vita da barbone.

“Il mio declino è stato velocissimo e ora mi ritrovo per strada. Non riesco a trovare lavoro, dormo nei treni fermi alla stazione. Ci sono altre persone con me, siamo un gruppo di 20 barboni. Con mio cugino Totò non ci sentiamo più. Ho lavorato nella sua scuola calcio per un periodo, ma per “travagghiare” là spendevo 300 mila lire e guadagnavo la stessa cifra. Ho deciso di mollare. Ed ero stanco delle chiacchiere della gente di quel guardarti storto di chi diceva: non porto mio figlio da chi si drogava. Ma l’eroina per me non esiste più. Ho toccato il fondo ma ora voglio risalire. Ogni tanto guardo i bambini giocare in mezzo alla strada. Li osservo e mi piacerebbe dare un calcio a quel pallone…”.

Gli ultimi istanti di vita della coppia, diffuse le immagini dell’omicidio di via Muratori

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Era l’11 settembre 2012 quando a colpi di pistola vennero uccisi Massimiliano Spelta e la moglie Carolina Ortiz Paiano,  perché  avevano preteso con troppa insistenza il pagamento di 40.000 euro per un chilo e mezzo di cocaina consegnata ai killer.

La sera dell’omicidio i due killer, Mario Mafodda e Carmine Alvaro, successivamente arrestati, spararono diversi colpi di pistola a Massimiliano Spelta di 43 anni e alla  moglie  Carolina Ortiz Paiano, dominicana, di 21 anni, raggiunta da un proiettile fatale mentre stava cercando di mettersi in salvo con in braccio la propria figlia di due anni fortunatamente rimasta illesa.

Oggi sono state diffuse le immagini tratte dalle telecamere e raccolte durante le indagini della Polizia di Stato dove si vede la coppia prendere un aperitivo in un locale e poi l’avvicinarsi dei killer a bordo di uno scooter. Sono gli ultimi instanti di vita della coppia.

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Il boss di 16 anni, tunisino spietato con i connazionali

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Boss a 16 anni. Esperto nella fuga, coperta dalla rete di connivenze, in grado di prendere a bottigliate i suoi connazionali e a ridurli in obbedienza. Due tunisini molto più grandi del “piccolo grande” boss e con alle spalle una fedina penale tutt’altro che immacolata, ma il 16enne ha saputo metterli alle sue dipendenze e conquistare lo spaccio in una delle zone più appetibili della città di Perugia.

Attraverso intercettazioni telefoniche, appostamenti e sequestri ai clienti, gli investigatori hanno ricostruito un «impressionante volume d’affari» che si estrinseca in decine di dosi di eroina e cocaina ogni giorno cedute ai clienti in fila, tanto perugini che di fuori città. Un appartamento in via Jacopone da Todi condiviso con gli altri due connazionali ridotti, con violenza e scaltrezza, a subalterni e anche tanti affari in proprio.

Perchè quando si rende conto che i poliziotti gli stanno addosso, il sedicenne decine di cambiare aria per far calmare le acque e si rifugia dalle parti di Mugnano nascondendosi in un casolare messo a disposizione dal cliente-schiavo della droga di turno. Lì lo hanno arrestato i poliziotti.

Provocazione dopo provocazione la Cyrus tenta di reinventarsi l’immagine

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Provocazione dopo provocazione Miley Cyrus tenta di reinventarsi l’immagine e se in passato non ha mai fatto mistero di coltivare una passione per la marijuana ora, l’ex viso pulito di Disney Channel, ha rilasciato un’intervista al Rolling stone dove ha ammesso di non disdegnare anche alcune droghe pesanti, ad esempio l’Mdma, cioè il principio attivo contenuto nell’ecstasy.

«Una volta mi sono fumata una canna con del Peyote dentro e ho visto un lupo che ululava alla luna… E anche l’Mdma non è male: sono droghe felici, droghe “social”. Ti portano a fare amicizia», ha raccontato l’ex star di Hannah Montana, che ha anche aggiunto:  «La cocaina, invece, non mi piace proprio. È così anni Novanta».

Forse è l’ennesima provocazione ma tutti ricorderanno chiaramente il verso incriminato nel testo della canzone “We can’t stop” nel quale diceva “dancing with molly” dove “molly” nello slang americano significa Mdma.

Cocaina in volo, oltre una tonnellata sull’Air France

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Scoperta una partita di cocaina di 1,3 tonnellate, del valore stimato di 270 milioni di euro, su un aereo cargo Air France, nascosta in 30 valigie. Sono state le forze di sicurezza francesi a sequestrare il carico sull’aereo proveniente da Caracas atterrato a Nanterre, non lontano da Parigi. Il blitz è avvenuto l’11 settembre ed è stata definita come la più importante operazione antidroga mai realizzata nella provincia parigina. Arrestate anche 6 persone che facevano parte di una banda di narcotrafficanti.

Avanti tutta la notte con musica e droga… ma arriva il blitz!

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Cocaina, hashish e mdma (noto anche come ecstasy). E’ quanto ha trovato la polizia durante un blitz avvenuto nella notte tra venerdì e sabato all’Apartamento Hoffman, famoso club di Conegliano, in provincia di Treviso, dove oltre a molti dj erano presenti quasi 300 giovani, con un’età media di circa vent’anni. Lo scenario in cui si sono imbattuti gli agenti, una volta entrati nella sala principale e aver acceso le luci, era un tappeto di bustine e pastiglie, evidentemente gettate a terra dai presenti per liberarsene rapidamente. In tutto, gli agenti hanno raccolto oltre venti grammi di cocaina, hashish e mdma. 15 dosi di quest’ultima sono inoltre state rinvenute all’esterno, dove un trentenne vicentino, accortosi della polizia, aveva nascosto un contenitore dietro ad una ruota della sua auto.

Morte a Venezia: indagato gondoliere

stefano-pizzaggia-gondola-tuttacronacaPositivo al test sugli stupefacenti, nello specifico alle prove relative a cocaina e hashish. E’ quanto ha fatto sapere la Questura di Venezia circa Stefano Pizzaggia, il gondoliere coinvolto nell‘incidente di Venezia che costò la vita al turista tedesco Joachim Vogel. Il “pope” è dunque stato iscritto nel registro degli indagati, che ora salgono a 4, per il tragico scontro tra il vaporetto della linea 1 e la gondola su cui c’erano Vogel e la sua famiglia. Assieme al giovane, nel registro si trovano il pilota del vaporetto coinvolto, Manuele Venerando, e quelli di altri due battelli Actv in manovra. Il gondoliere,vittima dello scontro, potrebbe dover rispondere a sua volta di concorso in omicidio colposo come conseguenza di altro reato, ossia l’assunzione di droga, che potrebbe aver compromesso il suo stato psico-fisico mentre portava la gondola.

Svelati i segreti dei sacrifici dei bambini Inca… le mummie danno risposte

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Bambini di età compresa dai 6 ai 15 anni, selezionati accuratamente tra i più puri e sani del villaggio, quindi portati via dalla propria abitazione, nutriti del cibo migliore e, dopo alcuni mesi, condotti in cima a una montagna, a 6000 metri di altitudine e soffocati, uccisi con un colpo alla testa o bruciati vivi… in ogni caso sacrifici agli dei. La cerimonia sacrificale segnava, per lo più gli avvenimenti più importanti del popolo Inca, legato per lo più alla vita dell’imperatore.

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Ma se questa è una storia conosciuta, è invece una novità apprendere alcuni dettagli che sono emersi grazie alle analisi condotte dai ricercatori dell’Università di Bradfordsui capelli di tre mummie rinvenute nel 1999 in prossimità della cima del vulcano Llullaillaco, in Argentina. Secondo l’archeologo Andrew Wilson sarebbero le mummie meglio conservate al mondo. Si tratta di bambini di 6, 7 e 13 anni, sacrificati circa 500 anni fa in occasione di una tipica Capacocha.

In particolare le analisi si sono concentrate sulla ragazzina di 13 anni, conosciuta come “la doncella de Llullaillaco”. Lei era sicuramente la più consapevole eppure il suo volto era rilassato e la posizione, seduta a gambe incrociate, sono elementi importanti da dover considerare. In particolare sembra quasi che la giovane si sia addormentata, più che sia morta uccisa in un rito sacrificale. Ciò che in realtà emerge dallo studio chimico dei suoi capelli ancora perfettamente intrecciati, è che circa un anno prima della sua morte, presumibilmente in coincidenza con la sua elezione al rango di vittima sacrificale, la sua dieta si era arricchita di mais e proteine animali e aveva cominciato ad assumere dosi massicce di alcol e droga, in particolare birra di mais e foglie di coca. Il consumo di queste sostanze, allo stesso tempo sedanti e inebrianti, era aumentato notevolmente all’avvicinarsi del sacrificio. Pur avendo riscontrato le stesse sostanze nei capelli dei bambini più piccoli, non vi è traccia in loro dello stesso incremento.

La differenza ha affascinato gli studiosi, che hanno ipotizzato che la ragazzina, più consapevole e quindi spaventata dal suo destino imminente, cercasse conforto sedandosi, o che fosse incoraggiata o costretta a farlo, in modo da renderla più facilmente manipolabile. Non è da escludere che ciò fosse legato al suo coinvolgimento in cerimonie preparatorie, dove il consumo di birra e coca era frequente.

I segreti dei bagni di Westminster. I parlamentari inglesi tremano?

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Per il momento la notizia fa più scalpore che il Royal Baby che non si decide a nascere e costringe i sudditi inglesi a passare il weekend in attività all’aperto. Shock quindi per quegli inglesi che andati a fare un picnic o comodamente seduti su una panchina di un parco hanno aperto il  Sun on Sunday trovandoci la notizia del giorno: in 9 bagni di Westminster, alcuni dei quali in parti dell’edificio riservate ai parlamentari, sono state trovate tracce di cocaina. In questa domenica d’attesa sembra che più di un parlamentare quindi, se la notizia fosse confermata, dovrebbe tremare. Quei bagni vengono puliti di frequente e trovare delle tracce di droga all’interno vuol dire che il consumo è davvero molto frequente e diffuso. Altro brutto colpo per i britannici?

 

Droga nascosta fra le dune sul litorale romano.

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Le dune di Capocotta erano diventate un nascondiglio sicuro per i sacchetti di droga che venivano celati tra la vegetazione o sotto la sabbia. Sono stati i Carabinieri della Compagnia di Pomezia a coordinare l’operazione antidroga che ha portato all’insolita scoperta che ha poi portato a 26 misure cautelari e più di 50 perquisizioni.

I pusher venivano riforniti più volte al giorno da persone che conservavano nella macchia mediterranea gli stupefacenti. Tra la vegetazione “crescevano” pacchetti di diverse tipologie di droghe: dall’hashish alla marijuana, dalla cocaina all’eroina. Tra i ritrovamenti anche una pistola con la matricola abrasa e denaro proveniente dall’attività di spaccio.

Il traffico contava oltre centocinquanta clienti che sono stati identificati e segnalati come assuntori.

Pedina il figlio drogato e fa arrestare gli spacciatori

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Era disperata una madre il cui figlio 15enne si drogava, così ha deciso di pedinarlo scoprendo che s’incontrava, e con lui altri minorenni, con due stranieri che lei ha subito pensato essere spacciatori. La madre ha annotato tutto quanto vedeva su un quaderno per poi trasmettere ai carabinieri quanto raccolto nel corso delle sue “indagini”. Grazie agli elementi ricevuti, i militari hanno bloccato due albanesi di 27 e 30 anni, che periodicamente incontravano il ragazzo e altri suoi coetanei per spacciare eroina e cocaina. Durante il blitz sono stati sequestrati un’auto, un ciclomotore, un documento falso presentato da uno dei due arrestati e circa un chilogrammo tra eroina e cocaina.

Miccichè: l’ex cocainomane che trova innaturale essere gay

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Gianfranco Miccichè, sottosegretario alla alla Pubblica Amministrazione e semplificazione, ha parlato oggi ai microfoni de La zanzara, su Radio 24. “Non sono più cocainomane. Lo sono stato quando ero ragazzo ma l’ho sempre ammesso. Avevo vent’anni e c’era la contestazione. Non rinnego nulla”. Ha confessato, prima di passare all’attacco di Roberto Saviano, che recentemente lo ha definito “cocainomane” e “ricattabile”: “Dice delle assurdità  perché non c’è niente di nuovo, ho sempre detto di aver fatto delle minchiate da giovane. Non ho dipendenze come dice lui. Ma non voglio rispondergli, è una persona non così onesta intellettualmente come professa di essere, non me ne frega niente. Lui sarà ricattabile, non io”. Per l’occasione, ha parlato anche del Pride che si svolgerà dal 14 giugno a Palermo: “Non vado al Gay Pride a Palermo, ci vanno quelli a cui piace, a me non piace, non mi diverto. Non fanno niente di male a sfilare, se c’è gente che si bacia per strada non me ne frega niente. Ma sono cose schierate di cui non me ne frega niente. È tutta demagogia”.  I conduttori gli hanno poi chiesto se sia innaturale essere omosessuali: “Sì, onestamente è innaturale. Il matrimonio è innaturale, non credo che alla gente interessi molto. Però se due si vogliono mettere insieme è giusto che vengano garantiti certi diritti”.

La crisi non guarda in faccia nessuno, neanche il mercato della coca

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La crisi ha colpito anche il mercato della cocaina e, nel 2011, si è registrato un calo di consumo nei cinque Paesi europei a maggior prevalenza di utilizzo: Danimarca, Irlanda, Spagna, Italia e Regno Unito. E’ questo che emerge dalla relazione europea 2013 sulla droga dell’Osservatorio di Lisbona, che rileva anche come siano in drastico calo i sequestri di cocaina nell’Ue e come sia dimezzata la quantità sequestrata. Il testo parla poi del consumo di cannabis, facendo emergere che gli europei tra i 15 e i 64 anni che ne fanno uso ogni giorno o quasi sono tre milioni, cioè circa l’1% degli adulti. L’aumento riguarda anche chi ha iniziato a curarsi per la prima volta per dipendenza da cannabis, passati dai 45mila casi del 2006 ai 60mila del 2011. Sul fronte italiano, Roma è la capitale dei consumi di coca, come ha spiegato il capo del Dipartimento nazionale politiche antidroga, Giovanni Serpelloni, rendendo noti alcuni dati della Relazione al Parlamento 2013 che sarà presentata nelle prossime settimane. Nonostante questi dati, nel 2011 sono stati 85 milioni gli adulti che hanno fatto uso di droghe illegali e il vice capo vicario della polizia, Alessandro Marangoni, ha sottolineato l’importanza del ruolo dell’Unione europea nel contrasto al traffico di droga e indicando nella “sovraintenzionalità” e nella collaborazione internazionale tra forze di polizia il percorso da seguire, cosa che in Italia è già stata fatta superando i localismi: “Il nostro modello di collaborazione interna – ha sottolineato – è già un modello vincente, come dimostrano i risultati e la credibilità della nostra struttura a livello internazionale”.

Luci rosse a Venezia tra hashish e coca ecco le serate in laguna.

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Sono stati tre gli arresti per un droga party a luci rosse. Dopo un mese di indagini sono stati  sequestrati un chilo di hashish e quasi un etto di cocaina, in una villa nell’isola della Vignola. Alle feste veneziane partecipavano alcuni vip invitati dal proprietario della casa, un olandese rappresentante di tulipani, che importava la droga dai Paesi Bassi. La droga arrivava nella città lagunare nascosta nell’auto dell’olandese dentro cartoni di semi di fiori per poi essere smerciata. La settimana scorsa il “corriere” l’aveva consegnata a un’ex calciatore australiano. Ora l’olandese è stato arrestato nella sua villa durante un party molto disinibito a base di droga e sesso.

Il traffico dei medicinali contraffatti… un business simile a quello dell’eroina

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Un “buon investimento” in tempo di crisi? Il mercato dei medicinali contraffatti. Un vero scandalo che nel 2010 ha fruttato ben 75 miliardi di dollari, un mercato più florido di quello che oggi, viene stimato per il traffico di droga, e a differenza degli stupefacenti, presenta meno rischi. Il business è stato sfruttato sia dalle “multinazionali del fake”, sia da improvvisati santoni che hanno approfittato delle lentezze burocratiche e delle norme inadeguate.  E chi pensa che la contraffazione dei farmaci riguardi solo alcune categorie come ad esempio il viagra o le pillole per dimagrire, sbaglia. Oggi il fenomeno è in espansione e si allarga di giorno in giorno arrivando a includere anche medicinali fondamentali come gli antitumorali, i salvavita e antibiotici. E non è neppure un fenomeno che riguarda solo i Paesi in via di sviluppo, perché questi farmaci arrivano anche in Occidente e in particolare in Italia. Il 50% dei farmaci venduti in rete è contraffatto e solo lo scorso anno sono stati sequestrati circa 3,75 milioni di farmaci per un valore complessivo di 10,5 milioni di dollari.

Cosa causa l’assunzione di questo farmaco? E’ inutile, quando va bene, e dannoso se qualcosa non va nel verso giusto. Ma purtroppo per chi si dedica a questo traffico le pene sono lievi per non dire che sono nulle. Dalla loro parte c’è la difficoltà di tracciare il mercato da cui proviene e la transazione fatta su internet, inoltre se si riesce a risalire a chi ha immesso sul mercato il prodotto contraffatto prima bisogna dimostrare che fosse a conoscenza della truffa e anche nel caso che si possa provare la mala fede spesso si incorre in una sanzione simile a quella prevista per la contraffazione di un accessorio di marca.

La Oms che fa? Discute sulla differenza tra farmaci non in regola e farmaci falsificati, per trovare delle definizioni corrette e delle pene commisurate ai reati… ma mentre si discute la gente muore.  Finora soltanto il Consiglio d’Europa ha adottato nel 2011 una convenzione per combattere il farmatraffico, con Medcrime, il testo non vincolante è stato firmato da 22 paesi, tra cui l’Italia. Troppo poco per contrastare un mercato in crescita esponenziale e che, a differenza di quello delle borse e delle magliette false, mette a rischio la salute pubblica.

Ma per farsi un’idea del fenomeno e dei guadagni a esso correlato basta un esempio. 1000 dollari investiti in eroina fruttano 20 mila mentre investendo in farmaci si arriva anche a 400 mila e sono spesso quindi le industrie di farmaci originali che investono anche sul “mercato parallello” per non perdere il profitto.

Ma ci sono anche aziende, la minoranza, che invece si sta attrezzando affinché i loro farmaci non vengano contraffatti:  filigrane, scritte invisibili, codici. Basterà?

E se la verità di Yara fosse nel libro di Saviano?

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«Quello che Saviano ha scritto nel suo libro è tutto falso: lo querelo. E mi verrebbe voglia di affidare a lui le chiavi della mia ditta, che con impegno e sacrificio io e i miei dipendenti stiamo cercando di portare avanti».  Queste le parole di Patrizio Locatelli, titolare della Lopav-Pima nota impresa specializzata in pavimentazioni. Suo padre però è Pasquale Claudio Locatelli, originario di Almenno San Bartolomeo, uno dei più attivi narcotrafficanti internazionali degli anni ’90, in arte «Mario di Madrid», noto anche come «Diabolik», ed è proprio a quest’uomo che Saviano dedica un intero capitolo del libro-inchiesta sulla cocaina, intitolato “Zero Zero Zero”. Saviano nelle sue pagine accenna anche ai figli Pasquale, Patrizio e Massimiliano, che furono arrestati nel 2010.

Ma come si inserirebbe il delitto di Yara in questo contesto?

Chi aveva in passato ha provato a legare il delitto di Yara con la criminalità organizzata è stato querelato. In particolare quelle testate giornalistiche che accennavano a legami  fra la Lopav e Fulvio Gambirasio, il papà di Yara.

E se Saviano sostiene che Fulvio Gambirasio abbia testimoniato in un processo contro Pasquale Locatelli, è lo stesso papà di Yara che ha suo tempo smentì categoricamente questa testimonianza. Ma di recente lo stesso Patrizio Locatelli conferma che è inesatto ciò che è scritto nel libro Zero Zero Zero:   Io e Fulvio – conferma Patrizio Locatelli – ci conosciamo da molto tempo, siamo compaesani. Dopo essere uscito dal carcere, l’ho incontrato casualmente e gli ho fatto le condoglianze. Lui mi ha abbracciato, dicendo di essere dispiaciuto che i media mi avessero coinvolto, a torto, nella vicenda di Yara. Tutto il resto sono fantasie».

Sequestrata coca nel Porto di Gioia Tauro

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La quadra mobile di Reggio Calabria, insieme all’Agenzia delle Dogane con il coordinamento della Dda reggina e della Procura di Palmi, ha proceduto al sequestro di un carico di 190 kg di cocaina nascosti in un container in transito, sbarcato nel porto di Gioia Tauro dalla nave Bellavia. L’operazione è stata resa possibile da riscontri documentali e controlli che hanno portato a individuare la droga. La sostanza, divisa in 148 panetti, era stata nascosta in sacchi di juta e plastica confusi con altri contenenti caffè.

Le vie della cocaina sono… INFINITE?

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Il Sahara non è un territorio sicuro eppure c’è chi è disposto ad attraversarlo e mettere a rischio la propria vita pur di avere stipendi elevati.  Così i giovani maliani trasportano in quel deserto la cocaina e fanno guadagnare soldi ai terroristi di Al Qaeda. Ora Mohamed, un 31enne musulmano ha rilasciato un’intervista al Guardian dove racconta la sua esperienza.

All’inizio Mohamed fu assoldato per il contrabbando di sigarette “Non sapevo che il traffico di sigarette fosse illegale, qui tutti fumano e non mi sembra così grave”. Ben presto però gli fu chiesto di portare cocaina “Quando ho iniziato a trasportare la cocaina, sapevo invece che fosse sbagliato. Io sono un musulmano.” E se è vero che i rischi sono maggiori e che la consapevolezza di trasportare un’ “arma” che mina la salute, a volte in modo irreversibile, a volte diventa un peso insostenibile nella coscienza di un musulmano, è anche vero che i guadagni sono ottimi. “In passato venivo pagato circa 100 mila franchi per ogni viaggio”. Una cifra irrisoria rispetto al milione di franchi che può guadagnare con la droga. Ma quanti sono i giovani maliani che fanno questo mestiere?  La percentuale tra i giovani è elevatissima anche perchè nel Mali non vi sono fonti di guadagno, la disoccupazione giovanile è altissima e le alternative non ci sono. Come afferma lo stesso Mohamed “E’ stata dura, ma non avevo altra scelta”.

Quali sono le vie della cocaina?   

I percorsi non sono prestabiliti, vige solo la regola del non fermarsi. “Bisogna arrivare il più rapidamente possibile, si mangia cibo in scatola e si prepara il tè in macchina”. Attraverso il deserto, ogni anno, secondo le stime delle Nazioni Unite, passano circa 18 tonnellate di cocaina, pari a un valore di 1,25 miliardi di dollari. La maggior della droga viene dal Sudamerica, in particolare dalla Colombia, dal Perù e dalla Bolivia e viene trasportata in Africa Occidentale attraverso jet privati, barche da pesca e navi mercantili attraverso l’ ““Highway 10”, cioè il decimo parallelo.

“Il ruolo degli islamisti di Al Qaeda – che controllavano il Nord del Mali prima di essere cacciati dalle truppe franco-maliane nel conflitto bellico di inizio anno – rischia di destabilizzare la regione, dato il potenziale del commercio illegale di droga”, sottolinea il quotidiano britannico. Se in principio il commercio era dominato soprattutto dai tuareg, l’arrivo nell’area di Al-Qaeda ha sconvolto l’area.

C’è chi ricorda ancora l’incidente del 2009 del “Cocaine Air”: un Boeing 727 che si riteneva trasportasse fino a 10 tonnellate di cocaina è stato ritrovato bruciato nel deserto del Mali. Nel 2010, fu invece un commissario di polizia del Mali ad essere stato condannato per aver tentato di costruire una pista d’atterraggio per sbarchi futuri. Nello stesso anno, è stata la Serious Organised Crime Agency del Regno Unito a riferire come un aereo proveniente dal Venezuela fosse atterrato in Mali. E come il suo carico fosse stato trainata da veicoli 4×4 a Timbuktu, prima che le autorità perdessero traccia del convoglio. Ritrovare i veicoli che trasportano la coca in mezzo al deserto è molto complicato: lo ha ammesso anche Pierre Lapaque, rappresentante dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine . “E’ un enorme pezzo di sabbia dove si può facilmente attraversare le frontiere senza saperlo”. Gran parte della polizia di questi paesi poi non è addestrata per il traffico di droga e spesso è corrotta e complice dei trasportatori.

Mohamed conferma al Guardian come i trafficanti siano molto attrezzati e ben organizzati: “Una volta abbiamo aspettato di raccogliere i pacchi di droga in una località nel deserto che prende il nome di “al-Hanq”, ha spiegato. Spiega come la droga viaggiasse a bordo di cammelli senza guida, addestrati per fare sempre lo stesso percorso senza essere sfamati. “Ai cammelli veniva dato da mangiare soltanto quando raggiungevano al Hanq: così imparavano pian piano a fare quel percorso senza bisogno di avere una guida”, svela. E poi ci sono i veicoli di ricognizione, che viaggiano senza droga e avvertono i trafficanti nel caso di problemi. Certo, non mancano i rischi: Mohamed spiega di aver abbandonato l’attività dopo che il suo convoglio era stato attaccato da alcuni banditi armati. “Ci eravamo fermati per riparare un problema con la macchina, quando un’auto ha cominciato a sparare contro di noi”, ha rivelato. “Tutti i miei colleghi sono stati uccisi, ma io sono riuscito a fuggire”, ha concluso.

Ma Mohamed è il primo ad affermare che le cose che racconta sono sotto gli occhi di tutti, ma a  Timbuktu il governo pur essendo pienamente consapevole dei traffici, non interviene.  

Dipendenza da videopoker: si dà allo spaccio per poter giocare!

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Non è facile trovare il modo di gestire una dipendenza in tempo di crisi, tanto meno in assenza di un impiego. Ecco allora che un 38enne di Scandiano, in provincia di Reggio Emilia, ha deciso di pagarsi il vizio spacciando cocaina, aiutato dalla nipote 25enne che era incaricata delle consegne e che ora è stata a sua volta denunciata. L’uomo è stato arrestato dai carabinieri dopo che era stato visto trascorrere intere giornate alle macchinette dei locali presenti in paese spendendo somme ragguardevoli. Il pusher era riuscito a crearsi un suo giro di clienti che fidelizzava, per combattere la concorrenza, attraverso delle promozioni come due al prezzo di uno o dosi gratis.

Cocaina… ormai è come fare l’aperitivo!

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«Oggi la cocaina non è più d’elite, com’era negli anni ’80. È diventata una droga di massa: assumerla è come fare l’aperitivo. 8 persone su 200 hanno assunto cocaina almeno una volta nell’arco della loro vita. È una droga performante – ha continuato lo scrittore -, che aiuta a lavorare di più. Così chi ne fa uso, dal chirurgo al camionista, non si sente in colpa, perché in questo modo pensa ad aiutare la famiglia e a guadagnare di più.»

L’atteso “ZeroZeroZero” racconta l’economia globale attraverso ‘la merce che per eccellenza domina il mondo’: «Ho scoperto che tutte le lingue hanno un termine per raccontare la cocaina. Dai nomi di donne, a parole come ‘Vitamina C’ e ’24sette», ha detto ancora Saviano. «La foglia di cocaina nasce in Sud America, ma le radici della pianta sono in Italia» ha aggiunto Saviano. «Le regole e il sistema delle mafie italiane sono prese a modello dai cartelli della droga – ha continuato lo scrittore. Le nostre mafie hanno sempre investito nella cocaina e tutti vogliono avere rapporti con il nostro sistema malavitoso». Saviano ha, però, ricordato l’attenzione della giustizia italiana nel combattere la criminalità organizzata: «La giurisprudenza antimafia italiana – ha spiegato lo scrittore, che ha dedicato il libro alla sua scorta – è la migliore al mondo. Già poter parlare di questi temi in prima serata, nei tg e nei dibattiti, vuol dire molto».

Questa è l’anticipazione della puntata di questa sera a “Che tempo che fa” che andrà in onda questa sera alle 20.10 su Rai3

Le notti brave di William e Kate a Ibiza… spunta lo zio cocainomane!

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A minare la privacy della famiglia reale britannica stavolta ci ha pensato la “pecora nera” Gary Goldsmith, zio di Kate Middleton con un passato da cocainomane. In un’intervista al magazine scandalistico Hello!, che secondo la stampa britannica paga molto profumatamente le proprie fonti, Goldsmith ha parlato dei soggiorni di William e Kate nella sua villa di Ibiza, dal dubbio nome di ‘La Maison de Bang Bang’, trascorsi fra notti brave nei locali dell’isola e bagni di fango.
Lo zio ricorda anche quando nel 2007, nel periodo della breve rottura tra l’erede al trono e la futura moglie, Kate andò proprio da lui a Ibiza per isolarsi. Goldsmith ha anche promesso di aiutare i duchi di Cambridge ad allevare il ‘royal baby’, che nascerà tra qualche mese. Lo vuole avviare subito sulla buona strada?

Usavano cani come corrieri della droga… poi li uccidevano! Arrestati.

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Un’operazione della polizia di Stato contro gang di sudamericani coinvolte nel traffico internazionale di droga e altri reati ha portato all’esecuzione di 75 ordinanze di custodia cautelare con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati contro la persona, il patrimonio, traffico di droga e detenzione d’armi. Perquisizioni a Milano e provincia, nelle province di Bergamo, Brescia, Lodi, Pavia, Piacenza, Novara, Varese, e a Roma. Le persone coinvolte sono 57 maggiorenni e 18 minorenni, nella quasi totalità cittadini dell’America Latina, tutti gravemente indiziati. Uno dei membri della gang, localizzato in Spagna, a carico del quale è stato emesso mandato di arresto europeo, è ricercato sul territorio di Barcellona.

Uno dei particolari più impressionanti dell’indagine è che le gang utilizzavano cani di grossa taglia come vettori della droga che importavano, imbottendoli di cocaina prima della partenza e poi uccidendoli per recuperarla.  E’ stato accertato come gli animali venissero sottoposti a operazioni chirurgiche prima di partire, riempiendo di ovuli il loro intestino. Poi, una volta recuperati, venivano uccisi e squartati. La droga prima di essere collocata nel ventre dei cani veniva avvolta in un cellophane, poi nella carta carbone per essere impenetrabile ai raggi X dopodiché ancora nel cellophane e in uno scotch di vinile nero, ancor più resistente ai raggi X. L’involucro era così pronto per essere inserito nei cani di grossa taglia tipo San Bernardo, Gran Danese, Dog de Bordeaux, Mastino Napoletano e Labrador. Almeno una cinquantina i casi stimati dalle intercettazioni: si sarebbe salvato solo un cane.

Crisi per Cosa nostra… arriva la speding review mafiosa!

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Aria di crisi anche per Cosa nostra. I primi tagli sono scattati sugli stipendi mensili corrisposti ai familiari dei mafiosi detenuti. Ed è subito scoppiata la protesta: sono le donne a chiedere conto dell’ultima spending review del crimine, che non colpisce gli stipendi dei capimafia, ma quelli dei picciotti, ovvero i soldati delle cosche. Ecco l’ultimo racconto che emerge dal ventre di Cosa nostra palermitana: a raccoglierlo sono state le microspie della sezione criminalità organizzata della squadra mobile, che con la Procura antimafia ha condotto un’indagine sul clan della Noce, uno dei quartieri del centro città. Questa mattina, sei persone sono finite in manette: fra loro c’è l’ultimo capomafia nominato sul campo, è Renzo Lo Nigro, 41 anni. Era entrato in carica a ottobre, all’indomani di un altro blitz della polizia, che aveva decapitato il clan della Noce, con 41 arresti. Ma Cosa nostra è come un’azienda, ha una fortissima capacità di ricambio del management. Così, Lo Nigro non aveva perso tempo, prendendo subito la gestione del racket fra i negozi del centro città. Per fortuna, il blitz di ottobre non è stato vano. Le indagini coordinate dai sostituti procuratori Francesco Del Bene, Lia Sava e Gianluca De Leo hanno davvero messo in ginocchio l’azienda Cosa nostra, ridando soprattutto fiducia ai commercianti palermitani. Qualcuno si è anche opposto alle nuove richieste di pizzo. Ecco perché poi Lo Nigro si è trovato a dover fare tagli sulla gestione dei fondi in cassa. Ed è scoppiata la protesta di alcune donne di mafia.
“Deve campare a me, deve campare a mio marito  –  diceva la moglie di un boss arrestato nell’ultimo blitz a un’amica, anche lei nelle stesse condizioni  –  deve campare i miei figli. Novembre, dicembre, gennaio, e poi non si è visto più nessuno. Non è giusto che abbandoni mio marito”. Non era solo un sfogo questo. La donna contava di fare arrivare le lamentele al nuovo vertice mafioso rappresentato da Renzo Lo Nigro.
Con Lo Nigro sono stati arrestati due suoi stretti collaboratori, Girolamo Albanese e Mario Di Cristina. Altri tre sono accusati di un traffico di droga: Vincenzo Cosenza, Alessandro Longo, Giorgio Stassi. Un quarto è ricercato. Cosa nostra ha ormai deciso di gestire direttamente il traffico di droga, non più delegando ai trafficanti di professione. Il nuovo business è la cocaina, che non è più la droga dei ricchi, ma ha un mercato di spaccio vario. I boss della Noce la vendevano a 55-60 euro a grammo.

RAPITA LA FIGLIA DEL RE DELLA COCA IN BULGARIA!

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E’ stata rapita a Sofia la figlia di 10 anni del presunto ‘re della cocaina’ bulgaro, Evelin Banev, detto ‘Brendo’. La ragazzina, in viaggio verso la scuola sull’auto del padre, e’ stata prelevata da tre uomini, che hanno sparato all’autista, ora ricoverato. Banev e’ stato condannato a febbraio a 7 anni e mezzo di carcere per riciclaggio. E’ sospettato anche di aver messo in piedi un’organizzazione criminale specializzata nel traffico di cocaina verso l’Italia, con la ‘ndrangheta calabrese.

Drugs, Music & Wedding!

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Musica e droga non è certo una novità. Sonorità allucinate e star al tappeto, un connubio che va avanti sin dagli albori. Eppure le affermazioni di Steven Tyler fanno comunque scalpore in rete. L’artista ha appena confessato a  “In Touch Weekly” di aver speso circa 6 milioni di dollari di cocaina prima di entrare per la prima volta in un centro di disintossicazione nel 1986. Tyler ha anche scherzato su questo suo vizio che lo ha portato a pochi passi dal baratro: “Si potrebbe dire che mi sono sniffato mezzo Perù”.

Altra storia quella di Rihanna e Chris Brown che pare avrebbero deciso di sposarsi a suon di marijuana… spinelli per tutti al loro matrimonio!

Quando l’avvocato è troppo… “professionale”!

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L’avvocato Thomas Lowe, del Minnesota, rischia la cancellazione dall’albo professionale a causa di una relazione con una sua cliente e all’addebito per le ore passate in intimità. L’avvocato avrebbe “conteggiato” anche il sesso con la sua cliente nella sua parcella e questo avrebbe spinto la donna a tentare il suicidio. Una volta in ospedale la donna ha spiegato la causa che l’ha portata al suo gesto estremo e la polizia ha denunciato l’avvocato Lowe, con l’accusa di istigazione al suicidio e di condotta non professionale.  Il mese scorso la Corte Suprema del Minnesota ha sospeso a tempo indeterminato Lowe dal ruolo di avvocato,

Nel 1997, Lowe, era stato denunciato per avere comprato cocaina da un cliente

Rettili a guardia della dose!

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Nessuno poteva pensare che un indagine partita da alcuni esposti di residenti al centro storico di Lucca portasse a un boa e un pitone. Eppure è quello che hanno trovato i poliziotti quando si sono trovati i due animali a guardia della ‘coca’. Gli accertamenti hanno portato all’arresto di tre persone, il bidello di una scuola e due marocchini, per spaccio. In una perquisizione la polizia ha anche ritrovato in una teca protetta dai rettili, mezzo etto di cocaina, marijuana e cartucce.

Maxi sequestro di cocaina al Porto di Gioia Tauro

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Retata antidroga a Istanbul: fermati 38 vip di mondo dello spettacolo turco

Nel corso delle perquisizioni sono stati trovati 20 chili di eroina e 500 grammi di cocaina, tra le persone fermate anche gli attori Cagatay Ulusoy e Cemal Hunal, l’ex aspirante Miss Gizem Karaca e il regista Huseyin Orcun Benli.

Pena di morte! Per l’inglese trovata in Indonesia con 5 kg di cocaina

 

Lindsay Sandiford è stata trovata con 5 kg di cocaina all’aereoporto di Bali. La donna che veniva da Bangkok si è sempre dichiarata innocente e più volte ha affermato di essere stata incastrata. La droga era contenuta in una doppia fodera della sua valigia. Ora si attende la reazione dalla Gran Bretagna.

E’ ASSURDO DARE LA PENA DI MORTE!!!

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Maxi blitz contro la cocaina a La Spezia! Coinvolto anche un poliziotto

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Droga hi-tech: un salotto con maxi-schermo e 20 cell.

SGOMINATO CARTELLO MAROCCHINO. 32 ARRESTI A GENOVA. IL CAPO ERA A RHO E “PILOTAVA LE OPERAZIONI” DALLA SUA VILLA MILANESE.

BENVENUTI IN ITALIA!

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23 arresti per traffico di droga in Calabria

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Gressoney: arrestata madre che faceva spacciare il figlio

Nel casertano, invece, smantellata associazione di 15 persone: spacciavano cocaina vicino una scuola.

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