Uno sguardo al… Gazpacho.

La ricetta puoi trovarla QUI!

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Pedro Almodovar sul set di… Parla con lei.

Pedro Almodovar su set di… Donne sull’orlo di una crisi di nervi.

Pedro Almodovar sul set di… Che ho fatto io per meritare questo?

Gente della Ruta Cinematografica… Pedro Almodovar!

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Uno sguardo a… LA RUTA CINEMATOGRAFICA, Calzada de Calatrava, Spagna!

Parque Pedro Almodóvar.

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Uno sguardo a… LA RUTA CINEMATOGRAFICA, Puertollano, Spagna!

Auditorio Municipale.

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Uno sguardo a… LA RUTA CINEMATOGRAFICA, Almagro, Spagna!

Plaza Mayor.

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Lo scandalo dei fallimenti a Report!

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Si parla di fallimenti di Stato ma nessuno poi ha chiara la dinamica di ciò che succede veramente. L’Italia è l’unico paese al mondo dove i commissari straordinari sono nominati dal governo di turno, ma la prassi poi in cosa consiste? I debiti vengono accantonati e si prova a vendere la parte migliore con le new company… il risultato è disastroso. Le procedure di dismissione sono non solo costose e infinite nel tempo, ma anche poco trasparenti così che i creditori non rientrano, quasi mai dei loro soldi. Ma chi è che gestisce questo meccanismo e chi ha la responsabilità di questo sistema assurdo, oneroso e ingiusto verso i creditori?

Giovanna Boursier, per report,  è andata a vedere a che punto è la procedura Alitalia, dichiarata insolvente nel 2008. Dopo 5 anni dalla nomina del primo commissario straordinario, Augusto Fantozzi, che nel 2011 è stato sostituito, con norma ad hoc, da tre nuovi commissari: Ambrosini, Fiori e Brancadoro. Fantozzi aveva appena consegnato al Ministero azione di responsabilità contro 43 ex amministratori dell’ex Alitalia. Intanto ci sono 35mila creditori che aspettano di veder saldate le loro fatture… ma intanto ci devono pagare l’Iva.

E le new company nate dalle ceneri dalle ceneri dei fallimenti? Alitalia non decolla, Tirrenia, la compagnia marittima di Stato privatizzata nel luglio scorso, è in stallo, per non parlare di Cit, l’ex azienda del Turismo di Stato: privatizzata a fine anni ’90 e poi fallita, con 300 dipendenti che non hanno fatto altro che transitare, come fossero pacchi postali, da un fallimento a un altro; mentre alberghi e villaggi sono finiti nelle mani di una fiduciaria.

Anche nei fallimenti l’Italia è scandalosa!

Vendola parla all’Unità…

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Vendola sa di dover uscire fuori dall’angolo buio in cui è stato condotto da Bersani. Così lancia l’idea del “rimescolamento”, anche in risposta all’invito di Matteo Orfini che chiedeva un superamento della visione Pd. Il governatore della Puglia sa perfettamente i rischi che corre con questa nuova proposta e si affretta a chiarire che non si tratta di una “cosa” ma bensì di «ripartire dall’analisi della crisi, recuperare un giudizio condiviso sugli ultimi trent’anni di rivoluzione liberale nella prospettiva di un socialismo del futuro, keynesiano e ambientalista, che non sia una variante effervescente dell’egemonia dei mercati finanziari»

Ma quando il giornalista chiede se si può definire un socialismo epurato dal blairismo, la risposta di Vendola è secca:

«Non voglio sfregiare gli album di famiglia, però quel ciclo si è concluso e il problema ora è: può esistere la prospettiva di Stati Uniti d’Europa, cioè di una forte democrazia europea, mutilando il Vecchio continente del suo welfare? O si può intendere che le politiche economiche e sociali delle destre europee hanno spinto le nostre società entro un precipizio recessivo che oggi mescola drammaticamente la crisi sociale con la crisi democratica, povertà, violenza razzista, nazionalismo, localismi, corporativismo. Siamo di fronte al pulviscolo di quello che fu una narrazione civile e una proposta politica».

Allora il giornalista devia il discorso e lo allarga all’Europa “La casa comune dei progressisti in cui Sel potrebbe occupare una stanza, in Europa avrebbe come riferimento i socialisti?”

«Dove si gioca la partita? Lo vorrei dire anche ai compagni delle formazioni della sinistra radicale: dove si combatte? Noi sappiamo che è globale il problema della ricostruzione della sinistra. E coincide con il tema della ricostruzione dell’Europa. Di una sua anima, del suo essere un paradigma di civiltà. Penso che le forze del socialismo europeo siano il luogo in cui far convivere le tante culture politiche, che lì possano competere sul piano delle idee invece che sul piano elettorale. C’è una tendenza minoritaria, chiusa in un minimalismo di partito che rischia di essere mero fenomeno ornamentale. Ma anche una cultura minoritaria in un contenitore grande diventa contaminazione e lievito. Del resto chi, su quale atollo di questo universo frastagliato, può dirsi sicuro di avere gli strumenti adeguati per rappresentare la politica del futuro? Più utile che suddividerci in tanti comitati elettorali, può essere alimentarci reciprocamente come parte di una intelligenza collettiva. Pensando ai grandi partiti progressisti nel mondo e non solo in Occidente, anche in America latina dove una sinistra iperideologica e vissuta per tanto in clandestinità è stata in grado di smetterla di essere prigioniera di formazioni ideologizzate, creando partiti post ideologici in cui la cultura politica si è arricchita. È preferibile l’ininfluenza piuttosto che giocare in mare aperto? Certo, a determinate condizioni».

E se fondamentalmente il discorso di Vendola ha una sua logica e un suo preciso obiettivo da raggiungere è sulla pratica che sembra fallire ancor prima di iniziare.

Anche se non la definiamo “Cosa” per pura speculazione terminologica, in realtà quello che propone il Governatore della Puglia è un “reimpasto” che potrebbero fare diversi candidati provenienti da diverse forse politiche e che pongano al centro la crisi sociale e la crisi democratica. Quindi un apertura al M5S, soprattutto a quei deputati che sono favorevoli al dialogo con le altre forze politiche. Poi l’altra questione dell’Europa. I socialisti europei hanno anime profondamente diverse che difficilmente possono trovare un accordo con la sinistra/non sinistra italiana dilaniata a sua volta da correnti diverse. Il Sel di vendola come può dialogare con il partito socialista di Hollande dilaniato tra paradisi fiscali e fondi neri? Come può il Sel trovare dei punti d’incontro con la nuova linea  liberal-democratica del Spd tedesco?

I politici in piazza contro loro stessi!

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All’inizio c’è stato l’annuncio del Cav: grande manifestazione di piazza a Bari, il 13 aprile, per promuovere gli 8 punti che diano un segnale forte al Paese.

E Bersani che fa? riunisce i suoi militanti, nello stesso giorno, “contro la povertà e per il governo di cambiamento”. La manifestazione sarà promossa dai circoli Pd di Scampia, San Salvario, Corviale, Torbellamonaca, Laurentino e San Basilio, quartieri poveri della Capitale, di Napoli e Torino.

 Quello che ci si chiede, se già sembra strano che senza un governo una forza politica scenda in campo per protestare, perché di solito è l’opposizione che va contro la maggioranza, almeno lo era fino a quando c’è stata una vecchia politica (che almeno era ancora un politica).  Ma è ancora più strano che vada in piazza colui al quale è stato dato il mandato per formare il governo e non è riuscito a portare al Presidente della Repubblica una maggioranza. Bersani protesta contro se stesso?

Vogliamo Renzi, dateci Renzi… anche ad Amici!

Il Napoli sfida il Genoa per assicurarsi l’ingresso in Champions! S.t. 2-0

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Il Napoli inizia subito partendo all’attacco: Pandev libera Cavani sulla sinistra che salta Granqvist e mette a sedere Frey che però riesce ad intervenire spedendo la sfera in angolo. I partenopei sono aggressivi anche in difesa, con Cannavaro che stende Bertolacci: niente di fatto con la punizione. 7′: prima sostituzione per il Genoa: Bertolacci cede il posto a Vargas nel tentativo di riorganizzare la squadra mentre il Napoli gioca agilmente senza subire il pressing ma Cavani non riesce a concludere. Al 13′ altra sostituzione genovese: entra Olivera al posto di Jankovic. E’ già finito il “ritorno di gloria” del Matador? Dopo il contatto netto in area di rigore tra Kucka e Hamsik l’arbitro concede il rigore: Cavani respinto da Frey al 20′. Tre minuti dopo Kucka, dolorante ad un ginocchio, cede il posto a Jorquera. Il Napoli riparte ma Pandev spreca, subito dopo, l’assist di Hamsik per Cavani viene deviato. In cerca di accorciare le distanze, Immobile entra in area. Se Sanctis esce ma senza toccarlo, l’attaccante si butta: cartellino giallo per simulazione. Mazzarri cerca di rinfrescare le sue linee: fuori Behrami e Pandev, dentro Inler e Insigne. Il Napoli continua a ripartire ma ancora una volta non riesce a concludere: prima Cavani si fa parare da Frey, poi Inler aspetta troppo per servire il Matador e si fa soffiare il pallone. A due minuti dal termine, Hamsik cede il posto a El Kaddouri. Cavani viene servito due volte ma, prima, viene respinto da Frey, poi sfiora il palo di poco. I tre minuti di recupero non servono a cambiare la situazione: l’incontro si chiude 2-0.

Una partita per commemorare Ivan Ruggeri: s.t. Inter-Atalanta 3-4

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Le squadre rientrano in campo senza aver effettuato sostituzioni. L’Inter mantiene alti i ritmi fin da subito ma è l’Atalanta che gioca la prima palla gol: cross dalla trequarti di Cigarini e girata di destro di Denis: palla fermata da Handanovic. Al 9′ prima sostituzione tra le file dell’Atalanta con Colantuono che prova ad alzare il baricentro scambiando un centrocampista con un attaccante: Livaja entra al posto di Carmona. Dopo un tentativo di Cambiasso, l’Atalanta trova il pareggio: Cross di Livaja, Samuel tocca di testa ma non riesce ad allontanare, alle sue spalle c’è Bonaventura che stoppa bene e in pallonetto batte Handanovic. 1-1. Un minuto dopo, al 12′, l’Inter ritrova il vantaggio: Cambiasso lancia in profondità, Canini tenta di spazzare ma sbuccia e mette in azione Alvarez che raccatta il pallone e da due passi batte Polito. 2-1. Il portiere blocca una buona giocata di Guarin ma al 16′ viene nuovamente beffato da Alvarez: 3-1. Al 20′ l’Atalanta accorcia nuovamente le distanze: Ranocchia spinge da dietro Livaja e l’arbitro concede rigore oltre ad ammonire il numero 23. Denis realizza: 3-2. Sei minuti dopo, il numero 19 raddoppia grazie a Ranocchia che perde palla al limite dell’area: 3-3. Al 29 arriva un’altra sostituzione per l’Atalanta: entra Brivio per Del Grosso. Al 32′ la tensione a San Siro sale alle stelle: Bonaventura fa un numero sulla destra e va via a Juan Jesus, cross basso e destro di prima di Denis: 3-4. Mancano otto minuti dalla fine quando Stramaccioni effettua un’altra sostituzione: entra Schelotto per Cambiasso. Sostituzione anche nelle fila avversarie: Cazzola per Denis, fondamentale in questa partita. L’Inter ottiene una punizione che potrebbe riequilibrare le sorti della partita, ma Alvarez non trova la porta e subito dopo viene steso da Biondini (cartellino giallo). Al primo dei tre minuti di recupero, in una mischia in area su calcio d’angolo, corpo a corpo fra Raimondi e Schelotto, l’atalantino rifila una sorta di pugno all’avversario e l’arbitro lo espelle. Al 49′ Guarin crossa per Ranocchia che, tutto solo, da due passi calcia altissimo: l’Inter si gioca il pareggio! Gervasoni fischia il termine della partita: 3-4. Non c’è tempo per festeggiare per l’Atalanta: rissa in campo con Schelotto che se la prende con chiunque!

Paura a Torino… per cena c’è il terremoto!

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Scossa di terremoto in serata nel torinese. Dopo quella registrata questa mattina in provincia di Cuneo, una seconda scossa è stata avvertita in serata in provincia di Torino. Secondo i rilievi dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, il terremoto – registrato alle 21.28 – ha avuto una magnitudo di 2.7. L’epicentro nel distretto sismico delle Alpi Graie, a Vauda Canavese. Numerose le telefonate ai centralini delle forze dell’ordine, ma al momento non sono stati segnalati danni.

Vittoria di Marino alle primarie Pd, ma è polemica!

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Ignazio Marino sarà il candidato del centrosinistra a sindaco di Roma. Lo hanno decretato le primarie con un affluenza – secondo quanto comunicato dal comitato Roma Bene Comune – tra i 100.000 e i 102.000 votanti nei 223 seggi. David Sassoli, giunto secondo tra i sei sfidanti, ha telefonato a Marino, facendo i complimenti. “Adesso dobbiamo vincere la battaglia per il Campidoglio”, ha aggiunto.

Zingaretti: “Daje Ignazio!” – “Daje Ignazio! Ora tutti insieme e uniti per sostenere Marino, che puo’ davvero cambiare Roma in meglio”. Lo scrive su Facebook il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.
Come è caduto in basso il Pd che si fa strada con uno slogan in dialetto, quando ci sarebbe bisogno di un sindaco aperto alla comunità sempre più multietnica che popola la città e chiede integrazione e riconoscimento.

La grande magia di Rossi… poi in Qatar vince Lorenzo!

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Giù il cappello. Alla prima gara del mondiale Jorge Lorenzo dimostra la sua forza, scatta subito in testa e vola via, da solo verso la vittoria. Alle sue spalle però torna la leggenda: Rossi – è vero – si becca sette secondi di distacco dal suo compagno di squadra ma fa una gara vedere e rivedere: per un pelo al secondo giro non tampona Pedrosa e perde di colpo una marea di posizioni mentre era terzo, in piena rimonta. Gara addio? No: Rossi come dicevamo è tornato quello di sempre, si lancia in una furibonda rimonta e dal sesto posto – con un distacco che sembrava incolmabile – recupera e taglia il traguardo in seconda posizione.

Un secondo posto conquistato con rabbia perché negli ultimi giri ha dovuto tenere a bada uno scatenato Marquez che non pago di aver battuto Pedrosa ha fatto di tutto per tenere dietro e poi attaccare Rossi. Ma è lo stesso Valentino a spiegare che all’inizio per un pelo non è finito a terra: “Dopo il warm up di stamattina sapevo che se fossi partito forte avrei fatto bene – racconta Rossi – così dopo una bella partenza mi si è un po’ chiusa le vena… Scherzo ma ho toccato Pedrosa con il parafreno, bastava un pelo di più e sarebbe stato il disastro”.

Il Napoli sfida il Genoa per assicurarsi l’ingresso in Champions! P.t. 2-0

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Il Genoa deve cercare di espugnare il San Paolo, dove l’anno scorso la sconfitta per 6 gol subiti costò la panchina a Malesani. Il Napoli però può contare su un Cavani che sembra essere tornato ai livelli di forma della prima metà di stagione, con le doppiette messe a segno contro Torino e Atalanta. Ma se il Napoli mira alla vittoria per mantenere il distacco sul Milan ed assicurarsi l’ingresso in Champions, il Genoa rincorre una vittoria per evitare di sprofondare in zona retrocessione.

Il Genoa parte subito all’attacco e servono quattro minuti di gioco prima che la squadra partenopea entri in partita ed inizia a giocare su ritmi elevati. I liguri giostrano però bene gli spazi a centrocampo, riuscendo a chiudere e costringendo gli avversari all’errore. E’ il 14′ quando il Napoli riesce a conquistare la zona centrale del campo da gioco, ma gli avversari innescano una buona azione corale che porta Antonelli al cross sulla fascia sinistra: peccato la traiettoria sballata. Al 18′ Pandev dimostra di essere in serata: intercetta perfettamente l’ottimo assist di Cavani ed insacca alle spalle di Frey. 1-0. Ad un Napoli scatenato il Genoa prova a rispondere con Matuzalem e Bertolacci, ma è Dzemali ad avere la meglio: il contropiede partenopeo fissa il risultato sul 2 a 0. Il primo tempo prosegue con il Napoli che cerca di chiudere direttamente l’incontro, ma senza riuscire ad incrementare il vantaggio. L’arbitro non concede minuti di recupero e manda le squadre allo spogliatoio: al Genova servirà un innesto come Boriello se spera di recuperare.

Una partita per commemorare Ivan Ruggeri: p.t. Inter-Atalanta 1-0

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L’Inter, reduce dal recupero infrasettimanale contro la Samp, sente il dovere di ritrovare il successo a San Siro, dov’è stato battuto due volte consecutivamente da Bologna e Juventus. Dal canto suo l’Atalanta lotta per la salvezza e, soprattutto, ci tiene a commemorare Ivan Ruggeri, lo storico presidente scomparso l’altro giorno. Stramaccioni deve fare a meno dello squalificato Gargano e degli infortunati Castellazzi, Mudingayi, Obi, Milito, Stankovic, Chivu e Palacio. In campo Handanovic tra i pali; difesa a tre con Ranocchia, Samuel e Juan Jesus; a centrocampo Zanetti a destra, Pereira a sinistra, Kovacic in regia affiancato da Guarin e Cambiasso; in attacco il tecnico rispolvera Rocchi, che giocherà al fianco di Cassano. In panchina, tanti giovani, mentre Milito assisterà da lontano alla partita, finalmente senza stampelle. Anche Colantuono deve vedersela con diverse difficoltà: squalificati Masiello, Lucchini e Consigli e infortunati Capelli, Marilungo e Bellini. Il tecnico schiera Polito in porta; in difesa Scaloni, Stendardo e Canini; a centrocampo Raimondi a destra, Del Grosso a sinistra, Cigarini in regia affiancato da Biondini e Carmona; in attacco Bonaventura alle spalle di Denis.

Si parte al piccolo trotto, con i nerazzurri che subito testano la metà campo avversaria, soprattutto con Cassano e Guarin. Il gioco deciso fa scattare il primo cartellino giallo a soli 5′ dal calcio d’inizio: Gervasoni ammonisce Kovacic per fallo tattico su Cigarini per interrompere un contropiede dell’Atalanta. Cassano continua a provocare gli avversari ed è sempre pronto a innescare gli attacchi in profondità per Rocchi. Gli attacchi ripetuti dei padroni di casa portano ad una fase opaca della partita, con tanti falli in mezzo al campo e azioni non limpide. L’Inter non riesce a finalizzare due corner e l’Atalanta sembra trovare il coraggio di reagire: Carmona tenta il tiro sul primo palo, ma la palla, toccata da Handanovic, era comunque destinata a finire sul fondo. Cassano s’infortuna con un colpo di tacco: il dolore muscolare costringe Stramaccioni a sostituirlo con Alvarez. Il numero 99 si aggiunge alla rosa degli infortunati assieme a Milito e Palacio: resta solo una punta, Rocchi. Il numero 11, appena entrato, sbaglia immediatamente sotto porta, incassando i fischi dei tifosi che lo accusano di una stagione pessima. Cerca di riscattarsi subito dopo, ma Polito riesce a parare un buon tiro. A chiudere il discorso al 43′ è Rocchi: Pereira di primo palo, il portiere prova a prenderlo ma il nerazzurro lo anticipa: 100 gol per lui in serie A e primo con la maglia dell’Inter. Sull’1 a 0, le squadre guadagnano lo spogliatoio.

Guerra nel Pd fra i candidati alle primarie a sindaco…

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Giornata ad alta tensione quella delle primarie del centrosinistra per la scelta del candidato a sindaco di Roma.

In mattinata, Cristiana Alicata, della direzione dem del Lazio, scriveva su Twitter: “Le solite incredibili file di Rom che quando ci sono le primarie si scoprono appassionatissimi di politica”, ribattendo, a chi parlava di “odio sparso” con un secco “è voto di scambio”.

E più tardi, dai comitati di Gentiloni e Marino sono stati diramati “appelli alla vigilanza” sulla regolarità del voto. “Stanno arrivando al comitato numerosissime telefonate e segnalazioni di irregolarità e disservizi nei seggi elettorali”, ha scritto Antonio Funiciello, portavoce del comitato “GentilonixRoma”, invitando “tutti a vigilare affinchè il voto si svolga in maniera regolare. Sarebbe davvero grave se una giornata di democrazia come quella di oggi venisse funestata da vicende poco chiare”. “Condividiamo l’appello – gli ha fatto eco la portavoce di Marino – certi che i volontari ai seggi stanno facendo un ottimo lavoro nel controllare che il voto si svolga regolarmente e in piena serenità. Questa giornata sia un’occasione di grande partecipazione e di democrazia”.

Che brutta giornata di sole che fa ombra alla democrazia!

Poi erano le beliebers che si scannavano su twitter?

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Asia Argento interviene in difesa di Morgan contro Selvaggia Lucarelli, dopo il tweet in cui veniva raccontato del ‘mix di farmaci’. La blogger si è sentita attaccata dopo aver diffuso la notizia, che secondo lei era stata pubblicata prima da un giornale locale: «Se si dice che ricoverano Hillary Clinton,Vasco, il Papa, Bruno dei Fichi D’india, Ferro, Belen, Berlusca, Mandela, Billie Joe ok, ma Morgan no?». L’ex compagna di Morgan non ha gradito molto il commento su Twitter: «Non sapevo fossi andata a letto anche con Hillary Clinton, Vasco, il Papa, i Fichi D’india, Ferro, Belen, Berlusca e Mandela» riferendosi ad una sua vecchia relazione sentimentale. La Lucarelli, abituata ad attaccare i personaggi famosi, ha risposto per le rime: «Invece di imbastire teatrini, rifletti su cosa hai condiviso tu con lui e su quanta parte hai avuto in questa infelice deriva» prima di sfogarsi a pieno su Facebook. «Asia Argento che mi fa lezioni di morale su twitter dando sfoggio di volgarità becera. Che va a rivangare una storia normale e vecchia di anni per fare la battuta da cinepanettone. Asia Argento. E il tutto perché ho dato una notizia scarna e secca che ogni tg e giornale del paese ha ritenuto opportuno divulgare, esattamente come me. Penso che anziché imbastire beceri teatrini pubblici da dare in pasto al gossip, e proprio mentre invoca la privacy, la novella moralizzatrice, dovrebbe riflettere in silenzio su quanto e cosa abbia condiviso lei, con Morgan, e su quanta parte abbia avuto nella sua infelice deriva».

Quando riusciremo a dare un esempio di etica digitale?

Jonghyun Buon Compleanno: #종현아생일축하해

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Kim Jonghyun (김종현) nasce l’8 aprile del 1990 a Seoul. E’ la voce principale della band, ed è stato scoperto ai provini del SM Accademy Casting nel 2005, per poi debuttare nel 2008 sotto contratto con la SM Entertainment. Attualmente fa parte anche del gruppo SM The Ballad, assieme a Jay (TRAX) e Kyuhyun (Super Junior).
La sua prima esperienza nel mondo della musica fu durante gli anni delle superiori, dove suonava come bassista in un gruppo. Successivamente, ha duettato con la cantante Zhang Liyin nella canzone Wrongly Given Love.
Oltre ad essere la voce principale della band, Jonghyun ha anche composto diversi testi per gli SHINee: Juliette (Romeo – Secondo mini album), Obsession (Lucifer), parte di Up & Down (Lucifer), Honestly e Alarm Clock (Sherlock), quest’ultima con l’aiuto dell’altro componente della band Choi Minho.
Jonghyun ha anche partecipato ad alcuni show televisivisi, come Idol Maknae Rebellion (assieme a Taemin, Onew e Key) e a due episodi del programma KBS Immortal Song 2.
In vista del suo compleanno di domani va in TT Italia: #종현아생일축하해
E c’è anche chi dice di non trendare l’ashtagh!

Cocaina… ormai è come fare l’aperitivo!

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«Oggi la cocaina non è più d’elite, com’era negli anni ’80. È diventata una droga di massa: assumerla è come fare l’aperitivo. 8 persone su 200 hanno assunto cocaina almeno una volta nell’arco della loro vita. È una droga performante – ha continuato lo scrittore -, che aiuta a lavorare di più. Così chi ne fa uso, dal chirurgo al camionista, non si sente in colpa, perché in questo modo pensa ad aiutare la famiglia e a guadagnare di più.»

L’atteso “ZeroZeroZero” racconta l’economia globale attraverso ‘la merce che per eccellenza domina il mondo’: «Ho scoperto che tutte le lingue hanno un termine per raccontare la cocaina. Dai nomi di donne, a parole come ‘Vitamina C’ e ’24sette», ha detto ancora Saviano. «La foglia di cocaina nasce in Sud America, ma le radici della pianta sono in Italia» ha aggiunto Saviano. «Le regole e il sistema delle mafie italiane sono prese a modello dai cartelli della droga – ha continuato lo scrittore. Le nostre mafie hanno sempre investito nella cocaina e tutti vogliono avere rapporti con il nostro sistema malavitoso». Saviano ha, però, ricordato l’attenzione della giustizia italiana nel combattere la criminalità organizzata: «La giurisprudenza antimafia italiana – ha spiegato lo scrittore, che ha dedicato il libro alla sua scorta – è la migliore al mondo. Già poter parlare di questi temi in prima serata, nei tg e nei dibattiti, vuol dire molto».

Questa è l’anticipazione della puntata di questa sera a “Che tempo che fa” che andrà in onda questa sera alle 20.10 su Rai3

Quando una piuma vola!

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I cuscini nelle città, da Zurigo a Londra, otterranno una boccata d’aria durante l’annuale giornata mondiale della Guerra delle Cuscinate. La lotta a suon di piume, a Londra avvera’ a Trafalgar Square. Questo evento Flashmob e’ coordinato dal Urban Playgroun Movement, le cui attività spaziano dall’organizzazione della lotta di torte fino alle marce di zombie, tutti eventi orientati ad inserire un po’ di spontaneo e gratuito divertimento negli spazi pubblici.

Ma quale è stato il risultato della giornata di ieri?

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L’anniversario di Beyoncè e Jay Z rischia di diventare una crisi internazionale!

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Doveva essere una seconda luna di miele, invece il viaggio a Cuba di Beyoncè e Jay Z finisce sulle scrivanie di Washington. A rovinare la festa ai due sposini, sull’isola per il loro quinto anniversario di matrimonio, due parlamentari repubblicani dello stato della Florida che hanno chiesto all’Office of Foreign Assets Control del Dipartimento del Tesoro di spiegare come mai alla celebre coppia è stato consentito andare a Cuba. «Scriviamo – hanno detto – per esprimere preoccupazione e per chiedere informazioni sul tanto pubblicizzato viaggio dei due musicisti americani Beyoncè Knowles-Carter (Beyoncè) e Shawn Carter (Jay-Z) a Cuba. Vorremmo sapere che tipo di permesso e per quale scopo è stato approvato il viaggio». La legge americana proibisce transazioni finanziarie a Cuba per attività turistiche. La stampa americana fa inoltre notare che esiste un embargo da 51 anni che vieta ai cittadini americani di andare a Cuba al solo scopo turistico. Nessun commento al momento dal ministero del Tesoro che ha approvato il viaggio. Tuttavia le due star non sono finite nel mirino solo per quella che potrebbe sembrare una violazione dell’embargo, bensì anche per essersi recati in un Paese dove si ignorano i diritti umani, come ha sottolineato Mauricio Claver-Carone, direttore esecutivo di Cuba Democracy Advocates, un gruppo che promuove la democrazia nell’isola caraibica.

La Nato uccide 10 bambini e due donne.

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Almeno 10 bambini e due donne sarebbero rimasti uccisi in un raid aereo condotto dalle forze Nato nell’est dell’Afghanistan. Lo riferisce la Bbc citando proprie fonti sul terreno. Durante l’attacco è crollata una casa, uccidendo le vittime e facendo altri sei feriti.

Risolto il giallo di Cisterna… confessa un indiano 35enne.

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Ha confessato il 35enne indiano sospettato dai carabinieri dell’omicidio di Francesca Di Grazia di 56 anni e della figlia 19enne Martina Incocciati. L’uomo, che aveva una relazione con la 56enne, avrebbe riferito di essersi recato nell’abitazione delle due – in piazza dei Bonificatori a Borgo Flora, frazione rurale di Cisterna di Latina – in seguito all’ennesima richiesta di denaro da parte della donna. Giunto nell’appartamento sarebbe scoppiata una lite che sarebbe all’origine del raptus che ha portato l’uomo a uccidere la 56enne e la figlia che aveva assistito al delitto.

L’uomo – che sarebbe residente a Nettuno e in Italia con regolare permesso di soggiorno – è stato raggiunto in nottata dai carabinieri che hanno incrociato i tabulati telefonici e ripercorso gli ultimi movimenti dei cellulari della donna e dello straniero. Non è escluso che i militari e il pm della Procura di Latina che si occupa delle indagini, il dottor Giuseppe Miliano, tengano una conferenza stampa già nelle prossime ore.

I marò sotto accusa non solo dall’India ma anche da Repubblica?

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<<Riletto con calma, il rapporto dell’ammiraglio Alessandro Piroli sull’incidente della Enrica Lexie è un testo approfondito, dettagliato, ma soprattutto intelligente. Piroli (che non è la fonte che ha illustrato il testo a Repubblica) mette in fila i brandelli di informazione disponibile, ragiona sulla concatenazione degli eventi e difende fino al limite del ragionevole la tesi difensiva dei due marò. Ma non trascura di citare elementi che concorrono non tanto a individuare una possibile colpa di Salvatore Girone e Massimiliano Latorre.(il periodo resta fra l’altro grammaticalmente appeso). Sono invece elementi che, se considerati sin dall’11 maggio del 2012, potevano offrire al Ministro della Difesa, a quello degli Esteri e allo stesso presidente del Consiglio informazioni preziose su un fatto che l’Italia ha profondamente deformato…L’inchiesta difende quasi acriticamente il comportamento del Nucleo militare che interviene il 15 febbraio 2012 a protezione della Lexie. Ma, per esempio, individua una serie di pesanti anomalie nel comportamento del comandante della petroliera, anomalie che non solo evidenziano il mancato rispetto delle procedure previste in caso di sospetto attacco di pirati, ma possono aver contribuito a rendere più caotico l’intervento dei marò. È scritto nell’Inchiesta: “Il comandante di N. Lexie ha messo in atto solo una parte delle azioni di difesa passiva raccomandate per evitare l’attacco di pirati. Si è limitato ad incrementare la velocità (di un nodo) senza manovrare per modificare la cinematica di avvicinamento, azionando i fischi e le sirene solo nella fase terminale dell’azione”.>>

Così l’estratto dell’articolo tratto da Repubblica. Ma allora perché non è a processo il comandante?

<<Le procedure prevedono invece che la nave cambi velocemente e in maniera repentina rotta, e continui con variazioni di rotta per contrastare una eventuale rotta di attacco o comunque per segnalare il pericolo di una possibile collisione. L’inchiesta aggiunge che “tra la nave e il Nucleo sono probabilmente mancate più stringenti forme di coordinamento per la gestione unitaria dell’evento e l’individuazione delle migliori cinematiche/soluzioni da porre in essere”>>.

Ma quando non c’è il tempo e la possibilità tecnica di cambiar rotta è chiaro che bisogna comunque arginare un possibile attacco pirata… e in quel caso sparare era uno dei modi previsti dalle procedure. Ma ci può essere un motivo in più: la Lexie non si è spostata proprio per favorire, secondo le regole della navigazione, le manovre del natante che veniva da destra per metterlo in grado di superarlo o passargli davanti.

<<Altra critica: “Si sarebbe potuto anticipare l’uso delle sirene di bordo, nonché fare ricorso a getti d’acqua ad alta pressione. Inoltre sarebbe stato opportuno ricercare un contatto radio con l’imbarcazione sul canale VHF di emergenza (il canale 16, ndr) quantomeno per dirimere i dubbi sulla cinematica”, ovvero sulle rotte seguite dalle due unità. “In definitiva la nave con i suoi mezzi avrebbe potuto attuare migliori forme di coordinamento e supporto all’azione di contrasto della pirateria”>>.

L’inchiesta valuta poi il comportamento del peschereccio St. Anthony e qui Repubblica si permette di fare una sottile precisazione  su come il peschereccio sia  fra l’altro dedicato a Sant’Antonio, e quindi che i pescatori fossero cattolici. Quasi a voler intenerire gli animi degli italiani e coalizzarli contro Massimiliano e Salvatore che hanno sparato su poveri ed inermi pescatori per di più cattolici?

Tanto per fare un solo esempio, la crudele persecuzione degli Indios americani. In quel caso la patente di cattolico non ha impedito, come altre  volte nella storia, crudeltà e ingiustizie. Non c’è quindi nell’affermazione di Repubblica un rapporto di causa ed effetto di cattolico uguale mitezza, ma solo gratuità e superficialità di giudizio.

<<“Il natante proveniva da lato dritto della Lexie, pertanto aveva diritto di precedenza (…) È singolare, oltre che estremamente pericoloso, che pur avendo diritto di precedenza, una piccola imbarcazione facilmente manovrabile rimanga su rotta di collisione di una petroliera fino a una distanza inferiore ai 100 metri”. Il rapporto conclude sostenendo che “la manovra posta in essere dal natante che non ha alterato gli elementi del moto nonostante gli avvertimenti ottici e acustici nonché quelli a caldo (colpi di avvertimento) unitamente all’avvistamento di personale armato a bordo sono stati percepiti dal team come minaccia per la nave e il suo equipaggio”. Nel suo ragionamento, l’ammiraglio Piroli arriva ad ipotizzare che il St. Anthony possa essere stato utilizzato per operazioni sia di pesca che di pirateria.>>

Repubblica che fa? Commenta così: “possibile, anche se poco probabile, perché una volta arrivato in porto al comandante del St. Anthony viene permesso di vendere ben 1.300 chili di pesce prima che il peschereccio venga sequestrato”. Come si fa a rendere opinabile la tesi dell’ammiraglio senza alcun dato al di fuori del fatto che siano poi venduti 1300 kg di pesce? Se è lo stesso ammiraglio a dichiarare che l’attività è doppia era normale che arrivato in porto, l’imbarcazione avesse pesce a bordo. C’è piuttosto da riflettere sul cinismo dei “pescatori” che nonostante due morti a bordo, la prima cosa che fanno è cercare di portare a casa più soldi possibile. E questo sarebbe comportamento da buoni cattolici?

Vi è poi l’ultimo punto a conclusione dell’articolo che i novelli Sherlock Holmes vogliono additare contro i marò:

<<Un altro dubbio che per giorni ha intralciato la ricerca di una ricostruzione verosimile dell’incidente è stato quello alimentato ripetutamente da fonti italiane. I fucilieri dichiarano alla polizia indiana e agli investigatori di non riconoscere il St. Anthony come la barca contro cui hanno sparato. Ma nell’inchiesta sommaria c’è un capitolo rivelatore: “Comparazione natante sospetto/ motopesca St. Anthony”, in cui sono accluse una foto del St. Anthony fermo in porto dopo il sequestro della polizia indiana e una delle poche foto scattate da bordo alla fine dell’incidente mentre il peschereccio si allontana. Viste di poppa le due barche sembrano simili, e infatti la relazione non lo nasconde: “È possibile osservare una sostanziale coerenza fra le descrizioni del natante coinvolto nell’evento Lexie e il St. Anthony, ovvero tipologia dell’imbarcazione, dimensione e colorazione”. Ancora: “Il confronto fra le fotografie repertate durante l’evento del 15 febbraio con quelle scattate durante la ricognizione del 26 febbraio mette in evidenza una sostanziale compatibilità fra i mezzi raffigurati”>>

Ciò non prova assolutamente che l’imbarcazione fosse la stessa e nessun tribunale corretto potrebbe assumere una “sostanziale coerenza” come prova che la barca fosse la medesima,  anche perché la foto scattata a bordo ritrae un peschereccio che si allontana con una prospettiva del tutto diversa rispetto a quella poi ritratta nelle foto della polizia indiana.

<<Non è una prova di colpevolezza per nessuno, ma è una ennesima indicazione che nessuno nel governo ha mostrato di tenere nel giusto conto dal punto di vista politico. Il peschereccio era quello, il comportamento della Enrica Lexie non è stato adeguato a prevenire in maniera pacifica un possibile abbordaggio. Tutto congiurava e congiura perché l’India ritenga di essere nel giusto, e pretendesse con forza di giudicare i 2 fucilieri che l’Italia ritiene semplicemente innocenti>>. 

Così chiude Repubblica suffragando implicitamente le accuse dell’India contro i due marò quando anche lo stesso Presidente della Repubblica si è attivato per dirimere la contesa sul giudizio dei militari italiani. Se li avesse ritenuti colpevoli non si sarebbe di sicuro posto in primo piano, per cercare una soluzione che poi il governo non ha saputo gestire e soprattutto ha portato alle dimissioni del ministro Giulio Terzi. Ragionando proprio sull’inchiesta dei due Sherlock Holmes di Repubblica riteniamo di aver fornito qualche spunto maggiore di riflessione per una ricostruzione più completa della vicenda…

Dopo 8 punti Pd, 8 proposte PdL, agenda Monti… ora arriva la “memoria” di Barca!

fabrizio barca - tuttacronaca

Fabrizio Barca, intervenuto alla trasmissione In mezz’ora di Lucia Annunziata, ha annunciato la sua volontà di entrare a far parte della dirigenza del Pd: “Non ambisco a fare il segretario del Pd, ambisco essere parte del gruppo dirigente”. E già si è messo all’opera al riguardo. La settimana prossima, infatti, presenterà la sua agenda: la sua “memoria”. “Il Pd, la sinistra e Sel hanno bisogno di fare squadra, non ovviamente a costo di un compromesso, non se non c’è un ‘sentimento’ di squadra”, ha spiegato, aggiungendo che è necessario superare l’idea tecnocratica, ossia il “pensare che ‘il cosa fare’ lo sappiano 15-20 persone” così come va lasciata alle spalle la convinzione “secondo la quale ‘ormai siamo in un mondo in cui tutti sanno cosa fare e veniamo convocati tutti davanti al computer e basta fare un referendum’. Si tratta di due visioni sbagliate”. L’intervista di Barca, arrivata in un momento delicato per un Pd scisso tra il rifiuto e la volontà di aprire al PdL, è servita al ministro per la Coesione territoriale per ribadire il suo punto di vista circa la centralità dei partiti.  “Le parti economiche sono importantissime, ma il partito è il crogiolo dove i bisogni delle persone, e soprattutto le soluzioni, arrivano a una decisione”. “Ad una macchina dello Stato riformata deve corrispondere un sistema dei partiti che funzioni bene”.

Galliani e l’applauso al pubblico che lo contesta… poi se ne va!

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L’amministratore delegato dei rossoneri ha vissuto un “momento caldo” al termine del primo tempo di Fiorentina-Milan. Si trovava sulla tribuna Autorità dello stadio Franchi quando il pubblico ha iniziato a fischiare l’arbitro Tagliavento contestando l’espulsione del viola Nenad Tomovic per un fallo a metà campo. A scatenare la furia dei fiorentini è stato il fallo che ha avuto luogo al 40′ del primo tempo quando il braccio del difensore si allarga e, così sembra, si appoggia con un regolare movimento di gioco. Tagliavento ha inteso il tutto come una gomitata ai danni di El Shaarawy estraendo il cartellino rosso. Dopo essersela presa con l’arbitro, i tifosi hanno iniziao a lanciare insulti anche all’ad che ha risposto con un applauso. Temendo che la situazione potesse degenerare, i suoi collaboratori l’hanno convinto a lasciare il suo posto e ad allontanarsi.

Anche Matteo Renzi era sugli spalti e, vedendo un tifoso che cercava di scavalcare una balaustra per raggiungere Galliani, mentre gli stewart cercavano di bloccare l’uomo, il Sindaco gli ha chiesto di fermarsi.

Sampdoria – Palermo 1-3… Ilicic porta alla vittoria il Palermo!

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Sampdoria con Icardi e Eder in attacco, il Palermo invece parte con Miccoli supportato da Ilicic. Sannino ha dovuto sostituire al’ultimo Dossena, infortunato, con Garcia.

Si parte subito con Miccoli che tenta il lancio per Ilicic, ma la difesa della Samp libera senza problemi con Gastaldello. All’8′ De Silvestri tenta un’azione sulla destra, viene messo giù ma per l’arbitro è tutto regolare. Al 9′ cross di Ilicic dalla sinistra, para senza problemi Romero. Brutta fase di gioco, molto studio tra le due squadre e nessuno affonda il colpo. Il Palermo prova ad alzare il baricentro, pressa più alto e cerca di mettere alle corde la Sampdoria. Obiang, al 20′, lancia Icardi che prova il destro a volo in area, lo contrasta efficacemente Aronica. Passano tre minuti e c’è il contropiede del Palermo gestito molto bene da Ilicic che pesca Miccoli in area, ma la conclusione dell’attaccante rosanero è neutralizzata da Romero. Al 27′ c’è un tiro da dimenticare di Icardi da fuori area. Sono poche le emozioni fino al 30′ quando c’è il cross di Costa, Icardi tira centralmente, Benussi para. Azione rocambolesca quando ormai mancano 10′ minuti alla fine. Punizione di Miccoli, Romero non esce e Von Berghen beffa la difesa della Samp con un tocco in scivolata. Il Palermo va così in vantaggio anche grazie al portiere che ha sbagliato i tempi dell’uscita. Al 43′ risponde bene la Samp. Munari stacca indisturbato su calcio d’angolo e insacca di testa, riportando la partita in pareggio.

Una gara che non ha regalato grandi emozioni durante i primi 35 minuti di gioco ma poi sono arrivati i due gol a imprimere un ritmo diverso alla gara nella parte finale del primo tempo.

Si riparte dall’ 1 a 1 del primo tempo. Con i rosanero che giocano, sicuramente, con molte più motivazioni rispetto a una Samp ormai in una zona di classifica tranquilla.

Ed è proprio il Palermo, in apertura del secondo tempo, a trovare il gol del vantaggio. Una bellissima rete di Ilicic che entra in area salta due avversari e incrocia con il destro bucando Romero. Lo slalom del fantasista rosanero porta di nuovo in vantaggio il Palermo. Al 53′ girata di Eder da dentro l”area, palla alta di molto. Due minuti più tardi allunga il vantaggio il Palermo. Questa volta grazie ad un colpo di testa di Garcia sull’ennesima disattenzione su palle inattive della difesa blucerchiata.  Cinque minuti più tardi entra Sansone ed esce Soriano. Al 60′ ancora il Palermo in attacco. Miccoli imbeccato dallo scatenato Ilicic, tenta di sorprendere Romero con un pallonetto morbido, fuori di un soffio. Poteva essere il quarto gol. Si riprende il gioco e c’è un altro slalom irresistibile di Ilicic che salta due avversari e in condizini di equilibrio precarie fallisce la conclusione con il mancino. Al 66′ due sostituzioni: Entra Mustafi, esce Gastaldello (infortunato), Entra Dybala, esce Miccoli. Un minuto più tardi la conclusione debole di Eder da fuori area, nessun problema per Benussi. A 20′ dalla fine entra Nelson, esce Garcia e Maresca per Estigarribia. Al 77′ Rios subito per Kurtic che al volo batte di destro, ma il tiro finisce alto. Tre minuti dopo giallo per Palombo, trovato in gioco scorretto. Dopo un minuto giallo anche per Mustafi.

Bella gara del Palermo, arrivato a Genoa per portare via i tre punti con una gara perfetta. Un Ilicic scatenato che ha giocato a tutto campo dando ai rosanero quello sprint che li ha portati al successo.

Nel prossimo turno la Sampdoria giocherà contro il Genoa e il Palermo contro il Bologna.

Catania Cagliari 0-0: etnei a caccia del sogno europeo

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Inizia la partita con il Catania deve fare a meno di Lodi. Al 5′ subito la punizione di Conti che attraversa l”area senza che nessuno intervenga. Al 10′ Bellusci rischia l”ammonizione, se la cava con un richiamo. L’avvio di gara è abbastanza vivace. Siamo al 16′ quando arriva il cross basso di Marchese, Agazzi fa suo il pallone. Un minuto più tardi c’è la palla lunga di Marchese per Bergessio. Bella palla di Pinilla, al 19′, per Sau che manca di un soffio la deviazione e i risultato non si sblocca. Poi c’è il pericoloso corner di Conti che viene allontana provvidenzialmente da Bergessio. Siamo quasi alla mezz’ora di gioco quando Pisano accusa dei problemi, si prepara il cambio. E’ il 32′ quando Cabrera prende il posto dell”infortunato Pisano che esce in barella. Subito c’è il cross pericoloso di Keko, Astori salva in spaccata. Il Catania fa più possesso palla, ma le ripartenze del Cagliari sono pericolose. Al 37′ Agazzi vola a respingere il gran tiro di Castro. E’ il 41′ quando Cabrera ha una grande occasione: si trova da solo davanti alla porta ma il suo tiro finisce al lato. Allo scadere del primo tempo sono 5 i minuti concessi dal direttore di gara per il recupero.

Catania e Cagliari vanno negli spogliatoi sullo 0-0, gara vivace ma con poche occasioni da gol. Un pari può andare bene al Cagliari in ottica salvezza, mentre il Catania deve vincere se vuole entrare in Europa.

Si riprende a giocare con lo sterile possesso palla del Catania. Al 52′ il tiro di Biagianti  è deviato in angolo, ma un minuto più tardi è il tiro-cross di Gomez a impensierire Pinilla che però respinge. Al 57′ avviene il secondo cambio per il Cagliari, Ekdal al posto di Ibarbo. Bellusci colpisce la barriera su punizione quando scocca il 58′. Solo un minuto più tardi c’è il cartellino giallo per Nainggolan che salterà il prossimo turno. Altre ammonizioni al 67′:  giallo per Dessena che stende Gomez e per Bellusci che calcia a gioco fermo trovando un gran gol. Al 71′ entra Doukara al posto di Castro. Dopo 4′ giallo anche per Pinilla. Mancano 13′ alla fine della partita quando Pulga manda in campo Thiago Ribeiro al posto di Sau. A 9′ minuti dal termine del tempo regolamentare c’è la bella azione di Pinilla che calcia a fil di palo. Al 82′ le sostituzioni: Salifu al posto di Biagianti e Ricchiuti al posto di Keko. Cinque minuti dopo è Avelar salva la porta di Agazzi.

Il Catania ci prova sul finale, ma non riesce a concretizzare. Il risultato si ferma sullo 0-0.

La prossima giornata sarà all’insegna di Chievo- Catania e Cagliari-Inter

Siena-Parma 0-0 nessun tatticismo.

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Si inizia in ritardo a Siena a causa di un buco al quale si è dovuto provvedere all’ultimo momento.  Il possesso di palla è subito a vantaggio del Parma, che fa girare palla con grande precisione. Al 6′ bel destro di Ninis dai 25 metri, Pegolo si rifugia in calcio d”angolo. Continui ribaltamenti di fronte. All’8′ è Agra a creare dei grattacapi al Parma, ma il suo tentativo si spegne sul fondo. Ottimo lavoro del Parma a centrocampo: il Siena, insidioso sulle fasce, non è ancora riuscito a sfruttare appieno le caratteristiche dei suoi esterni. Ammonizione per Marchionni, al 12′, per gioco scorretto. Due minuti più tardi c’è il lancio in profondità per Emeghara, puntuale Mirante nell’uscita con i piedi. Prima del 20′ ci prova ancora il Siena: Paci libera il sinistro da fuori area, Mirante si rifugia in corner. Il Siena, a metà del primo tempo, aumenta l’intensità dei propri attacchi. Emeghara sgomita tra Paletta e Lucarelli, al 22′, poi cade dopo un contatto con il livornese ai limiti dell”area ducale. L”arbitro fischia fallo in attacco. Dopo alcuni minuti di iniziativa del Siena, il Parma respira e ricomincia con la sua ragnatela di passaggi a centrocampo.Al 27′ Angelo semina il panico sulla fascia destra e cerca di mettere in mezzo una palla pericolosa, il Parma libera a fatica l”area. Allo scoccare della mezz’ora, trema il Siena. Amauri viene servito con tre tocchi volanti dei compagni, ma manca l’impatto con la sfera. Interviene Pegolo, mani nei capelli per l’ex juventino che ha sprecato tutto da solo davanti alla porta. Ammonizione al 32′ per Parolo, che ha steso Angelo senza troppi complimenti, lasciandolo a terra dolorante. Al 35′ Sansone riesce a interrompere l’azione del Parma, ma il suo tiro, scagliato da lontano, sorvola la traversa. Le due squadre in campo si stanno concedendo qualche minuto di respiro dopo averci provato a lungo. Ma la partita resta bloccata. Al 42′ c’è la lunga ed estenuante lotta di Emeghara. Lo svizzero lotta come un leone tra i due altissimi centrali del Parma, ma viene puntualmente anticipato. allo scadere del primo tempo c’è il contropiede di Biabiany che conquista il fondo a destra, poi serve Amauri a rimorchio. Conclusione immediata, il pallone scorre a lato del palo alla destra di Pegolo.

Squadre che hanno avuto un ritmo sostenuto per tutto il primo tempo provando in tutti i modi ad andare a rete, ma alla fine è prevalso l’equilibrio e il risultato non si è sbloccato.

Riprende il gioco con Valdes che rileva Ninis, che dopo un buon inizio si era perso. Il secondo tempo si apre con l’ammonizione per Lucarelli, che stende Rosina e concede una punizione dalla destra. Sul calcio piazzato, la difesa del Parma allontana senza problemi. E’ il 54′ quando c’è il brutto fallo di Rubin. Il gioco pericoloso non viene però sanzionato dall’arbitro con l’ammonizione. Corner da sinistra, al57′, con la palla che arriva a capitan Vergassola che si coordina molto bene e cerca il palo lontano, ma la palla si spegne sul fondo. Dieci minuti più tardi è splendida la coordinazione e la conclusione di Valdes, Pegolo fa ottima guardia e respinge. E’ 69′ quando Angelo, ruba palla a Parolo. Servizio per Rosina, ma l’ex della partita non ne approfitta. Al 71′  giallo per Paci, autore di un brutto fallo a centrocampo. Ora il Parma sembra temere le iniziative del Siena e si concede prevalentemente un gioco di melina. Sansone si libera in palleggio di Vergassola e Calello, al 75′, poi libera il gran destro. La palla sfiora il palo alla sinistra di Pegolo. Due minuti più tardi è preciso il lancio da centrocampo che fa trovare Biabiany a tu per tu con Pegolo. Il portiere del Siena è perfetto nell”uscita.Questa è l’ultima occasione per l’ex interista che viene richiamato in panchina. Al suo posto viene mandato in campo Belfodil. Fuori anche Rosina e dentro Valiani. Al 82′ Pozzi svetta su Amauri su calcio d’angolo e cerca la porta con un colpo di testa. Ma l’arbitro ferma il gioco: c’è fallo. Sostituzione sul finale Bogdani rileva un esausto, ma, nel complesso positivo, Emeghara.

Finisce 0-0 nè vincitori nè vinti!

Il prossimo turno vedrà contrapposte il Siena al Pescara e il Parma all’Udinese.

Udinese- Chievo 2-1 una sfida equilibrata, ma non troppo.

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E’ l’Udinese a partire subito all’attacco. Al 4′ tiro di Pereyra parato da Puggioni. Al 9′ corner di Thereau, mischia pericolosa, ma nulla di fatto. Due minuti più tardi Di Natale prova a liberare Pereyra in area ma è impreciso. Al 14′ Gabriel Silva rischia il giallo per un fallo di mano, l’arbitro lo grazia. E’ il 20′  quando arriva l’incredibile errore di Puggioni che regala palla a Di Natale per il più facile dei gol. L’attaccante  dedica la rete a Franco Califano. L’omaggio di Di Natale a Califano costa il cartellino giallo e la squalifica nella prossima partita. Al 25′ altro meraviglioso gol di Di Natale che buca Puggioni con un tiro al volo da posizione defilata. E’ il raddoppio per l’Udinese. Alla mezz’ora di gioco il Chievo appare fermo sulle gambe, chiaramente ha accusato il colpo dei due gol in cinque minuti. Al 31′ ammonizione per Jokic dopo che ha steso Pereyra. Il giocatore già diffidato salterà il prossimo turno. Ma il Chievo si riorganizza in fretta e al 35′ riapre la partita con Papp che colpisce il palo di testa, ma poi trova la deviazione vincente. Sempre più Chievo verso il finale del primo tempo. Ci prova anche Rigoni con un gross molto pericoloso che però non regala l’effetto sperato. E’ positivo l’atteggiamento del Chievo che sembra essere rientrato alla grande in partita.

Nonostante il disastroso inizio di tempo, il Chievo ha avuto la forza di reagire, dopo la pausa avrà 45′ minuti per cercare il pareggio, ma dovrà stare attenta anche al contropiede dell’Udinese che sembra oggi godere di un ottima forma fisica e di grande lucidità mentale.

Si riprende a giocare con le due squadre che rientrano in campo con gli stessi giocatori. Al 49′ c’è, subito, la grande parata di Brkic su Pellissier.  Quasi al 60′ arriva un altro volo di Puggioni costretto a mettere in angolo il tiro di Lazzari. Poi ci sono una serie di sostituzioni Muriel al posto di Maicosuel, Badu per Lazzari, Luciano per Papp. Quando si riprende a giocare l’arbitro sanziona Danilo che stende Guana al limite dell’area. Il Chievo capisce che deve accelerare i tempi se vuole pareggiare, ma trovare il giusto passo per arrivare alla conclusione non è semplice, ora c’è anche la stanchezza da dover gestire. E’ l’Udinese ad andare in attacco con Danilo, fortunatamente para Puggioni. Al 75′ giallo per Frey. Tre minuti più tardi bella parata in angolo di Brkic sul tiro di Thereau e giallo per Cesar che commette fallo su Muriel. All’85’ terzo gol dell’Udinese che chiude la partita. Assist perfetto di Di Natale per Benatia che trova il 3-1.

Il Chievo ci ha provato, ma in trasferta la squadra soffre molto. L’Udinese ha sbagliato poco e concretizzato molto in questa partita che le consente di ottenere tre punti.

Il prossimo turno vedrà contrapposte il Chievo al Catania e il Parma all’Udinese.

Il Carroccio a Pontida… tra solidarietà e lotte interne!

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Pontida è il paese dove, il 7 aprile 1167, si tenne lo storico giuramento dei comuni che formavano la Lega Lombarda per combattere contro il legittimo sovrano Federico Barbarossa, Imperatore del Sacro Romano Impero Germanico. non c’è quindi da meravigliarsi se la Lega Nord, con il suo Carroccio, l’ha eletto a suo luogo di ritrovo per eccellenza. Oggi, ad un anno dagli scandali che hanno trovato il partito creato dal Senatur, Bossi e Maroni si sono ritrovati davanti ai loro sostenitori. Sembrava una riunione “tra amici”, con i leghisti “semper fidelis” che negavano ogni dissidio interno. Tutto bene allora… almeno fino a quando alcuni militanti, si pensa veneti, non hanno esposto un manifesto raffigurante il segretario Maroni ritratto come Pinocchio. Risposta immediata e, nel miglior spirito leghista, sono volati insulti e qualche spintone. Quando ha avuto luogo lo scontro, sul palco erano intenti a parlare dei rappresentati minori. Vediamo i momenti salienti avvenuti fino a quel momento.

Maroni ha portato “i diamanti di Belsito”, invitando i segretari nazionali a consegnarli alle 13 “sezioni più meritevoli” aggiungendo: “I veri diamanti sono i militanti. Eccoli qua i diamanti di Belsito. Sono per i militanti, per le sezioni. Valgono 10 mila euro l’uno e li voglio dare alle sezioni. Li consegnerò ai militanti che si sono impegnati, che si rimboccati le maniche e tengono alto l’onore della Lega. Si impegnano non per se stessi o per le proprie poltrone”.

Il sindaco veronese Flavio Tosi è stato fischiato da un nutrito gruppo di militanti veneti per la durata eccessiva dell’intervento mentre i suoi sostenitori lo hanno incoraggiato. Il prato si è trasformato così in una cacofonia di urli: “Fuori, fuori” contro il “Tosi, Tosi”.

Bossi, che nonostante tutto sembra ancora essere il simbolo ed il pilastro della Lega, compreso il senso della protesta, si è rivolto in particolare ai veneti per assicurare il suo appoggio alla richiesta di congressi. “Ai fratelli veneti dico che ormai tutto è commissariato ed è arrivato il momento che si facciano i congressi”. Ha tenuto poi a sottolineare l’unità del partito che ha formato e di cui è presidente: “La Lega non si sta dividendo, come i lecchini del regime scrivono sui giornali”, sostenendo però che nel Carroccio ci sono problemi di democrazia interna. “A me spiace che la base venga trattata un pò male perchè non ha strumenti per difendersi”, ha spiegato. Dopo aver proposto che siano gli stessi militanti a valutare l’operato dei dirigenti e, nel caso, di cacciarli, ha concluso ammettendo che “c’è il rischio di litigare ma non siamo ancora a quel livello, siamo in grado di modificare le cose”.

Quello che sembra ancora invariato è l’obbiettivo di Maroni di riuscire a formare la Macroregione trattenendo il 75% delle tasse e, se non dovessero essere ascoltate le richieste, non rigetta a priori l’idea di fare una guerra a Roma e al governo”. Il segretario federale ha quindi aggiunto: “Abbiamo tempo fino al 31 dicembre e fino ad allora tratteremo, ma se il governo dice di no ci impegneremo a superare autonomamente i vincoli imposti da Roma. Non siamo qui per scherzare e quando combattiamo, combattiamo fino in fondo”. In vista di ciò, Zaia, Cota e lo stesso Maroni hanno firmato una mozione con la quale si impegnano a rinegoziare con il governo il Patto di stabilità, a costituire la macroregione del Nord e ad intraprendere ogni iniziativa volta a garantire che appunto il 75% delle risorse del gettito tributario resti sul territorio. Per concludere, il segretario ha rivolto un appello a Bossi affinchè sia il collegamento con Roma, perchè “è chiaro che in questa prospettiva i nostri rappresentanti nella capitale devono andare giù e fare la guerra”.

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Il bivio per i viola… Fiorentina-Milan 2-2 risultato finale!

Flamini - milan-fiorentina-tuttacronaca-gol

Fiorentina già in campo da parecchio, non si vede il Milan, almeno 3 minuti di ritardo da parte dei rossoneri. Intanto annunciato il cambio nelle fila dei rossoneri, fuori Muntari dentro Nocerino. Tagliavento è costretto a sollecitare i giocatori del Milan che ancora non rientravano in campo.

Appena si riprende a giocare appare evidente che la Fiorentina stia cercando di recuperare almeno il gol di svantaggio. Il Milan non ha interesse a premere in questo avvio e lascia l’iniziativa alla squadra avversaria. Ma all’8′ l’occasione è per Flamini. Il francese pescato in area di rigore si coordina e calcia, Viviano si oppone, sulla respinta i tre attaccanti rossoneri in area non trovano il pallone. Al 15′ la partita sembra calare di ritmo e risulta noiosa, ma presto arrivano le due fiammate in pochi minuti.  Al 17′ il cross rasoterra di Montolivo, che trova anche l’assist, deviazione di Flamini al limite dell’area piccola ed è il raddoppio per il Milan. Al 20′ Ljajic guadagna il calcio di rigore per un fallo, che appare veniale, di Nocerino. Tagliavento concede la massima punizione ed è proprio l’attaccante a realizzare. Fiorentina – Milan 1-2.  Al 23′ Aquilani commette fallo su Balotelli al limite dell’area, protesta e viene ammonito. La conclusione dai 20 metri di Super Mario finisce sull’esterno della rete. Balotelli ammonito salterà la partita con il napoli.

Al 27′ ancora rigore per la Fiorentina. De Sciglio stende Cuadrado. Il penalty è di prassi in questo caso e Pizarro dal dischetto non sbaglia e buca Abbiati.

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Al 32′ cambio nel Milan, fuori Flamini dentro Niang. Al 33′ ancora proteste di Pascal per un fallo su Niang. Al 34′ El Shaarawy prende una botta da Romulo, rimane a terra, il colpo è stato forte ma è in condizione di proseguire. Al 36′ Montella si copre, esce Ljajic dentro Migliaccio, Fiorentina di fatto “senza punte”. Cuadrado giocherà in posizione più avanzata. Un minuto dopo è Cuadrado a conquistare un calcio d’angolo e sulla battuta Abbiati respinge in maniera goffa, colpa del vento che condiziona la traiettoria. Al 38′ nuovo cambio per il Milan Cambio nel Milan, fuori Boateng dentro Pazzini. Altro ex in campo nel tentativo di trovare un vantaggio negli ultimi minuti della partita. Al 40′ Abate chiede calcio di rigore per una spinta di Pasqual, non così dissimile dal calcio di rigore fischiato a Ljajic come entità del fallo. Al 44′ Balotelli nervoso fa una brutta entrata su Pizarro e rischia il secondo giallo. Al 46′ gran botta di El Shaarawy in area, da posizione defilata, prova il tiro che viene respinto. Rigore negato al Milan allo scadere. Roncaglia tocca di mano in piena area ma Tagliavento non sanziona.

Una Fiorentina che nonostante sia rimasta in 10 per un errore arbitrale di Tagliavento ha saputo recuperare la forza per tornare in parità quando ormai la partita sembrava essere tutta a vantaggio del Milan. Brutto secondo tempo dei rossoneri che hanno rimesso i viola in gioco dopo che li avevano annientati nel primo tempo. Pessima direzione arbitrale che ha determinato poi tutta la partita.

Nella prossima giornata il Milan incontrerà il Napoli, mentre la Fiorentina sarà impegnata con l’Atalanta a Bergamo.

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Travolta si separa dopo la bufera dello scandalo gay!

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I recenti scandali legati alla sua vita sessuale, sembrano aver definitivamente allontanato John Travolta dalla moglie Kelly Preston. Secondo il National Enquire”, come riporta “Dagospia”, i due sarebbero ormai separati e vivrebbero in casa divise. L’annuncio ufficiale dei due alla stampa non c’è stato ancora, ma secondo i beninformati la coppia avrà modo di discutere, dato che dovranno dividersi un patrimonio di oltre 220 milioni di dollari: “E’ molto che Kelly voleva uscire da questo matrimonio- ha fatto sapere una fonte che volte rimanere anonima – specialmente dopo gli scandali gay in cui e’ stato di recente protagonista John”.

Twitter per l’arbitro Tagliavento dopo l’espulsione di Tomovic

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Stamane, nel letto, accarezzavo i capelli della mia donna mentre lei ancora dormiva. È entrato #Tagliavento e mi ha espulso.#fiorentinamilan

 

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Mou non ha mai fatto niente per niente. #fiorentinamilan #Tagliavento

Mediaset ha appena fatto sapere che nella prossima puntata di Amici l’ospite della serata sarà #Tagliavento. #FiorentinaMilan

Persi un 1 MILIONE di posti di lavoro!

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Nell’arco del 2012 i licenziamenti hanno superato quota un milione (1.027.462), crescendo del 13,9% rispetto al 2011 (quando si erano fermati a 901.796). I numeri emergono dal sistema delle comunicazioni obbligatorie del ministero del Lavoro. Soltanto nell’ultimo trimestre dell’anno si contano 329.259 licenziamenti, in aumento del 15,1% rispetto allo stesso periodo del 2011.

Cipro o Grecia… ecco il dilemma di Grillo sull’Italia!

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Le bugie delle banche nell’analisi di Beppe Grillo che prevede che l’Italia è più facile che si ritrovi presto come la Grecia, ma esclude la possibilità che si generi una situazione simile a quella cipriota.

 “La vicenda cipriota è un’ ulteriore smentita delle frottole care alle banche italiane e ai giornalisti ai loro ordini, che blaterano di ‘lotta al contante come battaglia di civilta. E’ tutto falso: nessun altro mezzo di pagamento offre pari protezione e uguale garanzia di disponibilità. L’esito della crisi cipriota ha confermato la volontà di salvaguardia dei depositi bancari fino a 100.000 euro, ritenuta in qualche modo la soglia sotto cui si colloca il piccolo risparmio. Fra l’altro anche per le obbligazioni Alitalia operò in qualche modo tale limite. Appare però quantitativamente arduo, per non dire impossibile, garantire una tale protezione in caso di default dell’Italia: i risparmiatori italiani sono troppi.Una fine come la Grecia non è certo prossima, ma a medio termine non si può escludere. Di fatto non la escludono i mercati finanziari. Cosa significa infatti – si legge sul sito – uno spread di 300-350 punti ovvero un rendimento dei titoli di stato italiani superiore del 3-3,5% a quelli tedeschi? In qualche modo significa attribuire anche più del 3% di probabilità all’insolvenza dello Stato italiano.” E’ quanto si legge sul blog di Grillo.

Il bivio per i viola… Fiorentina-Milan 0-1

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I viola mettono in campo un 3-5-2, con Pasqual esterno alto a centrocampo. Una squadra che vuole provare a portare via tre punti e si dimostra subito aggressiva. Appena tocca il pallone Montolivo si alzano i fischi che si trasformano in boato dopo che sbaglia il primo lancio. Nei primi minuti di gioco c’è  un prolungato possesso di palla da parte della Fiorentina che tiene  il Milan nella propria metà campo, ma non riesce ad arrivare alla conclusione. La prima azione pericolosa è per il Milan: cambio di gioco perfetto per Abate che crossa forte e teso, Viviano respinge goffamente. Grande rischio per i viola. Al 7′ Boateng segna, ma il gol è annullato per il fuorigioco di Balotelli. 8′ rischia ancora la Fiorentina, sul secondo cross di Abate nel giro di pochi secondi Balotelli rientra dal fuorigioco con una sponda di petto per Boateng che batte Viviano. Gran tiro il suo, ma era a gioco fermo. Al 14′ arriva il gol milanista. Incredibile errore di Pizarro che si incaponisce nel tentativo di saltare Montolivo in pressing sulla trequarti, il cileno perde palla e proprio l’odiato ex si trova tutto solo davanti a Viviano riuscendo ad infilarlo sul primo palo. Così Montolivo va due volte in gol contro la sua ex squadra, all’andata e al ritorno. La legge dell’ex non si smentisce. Fiorentina tradita dal suo regista Pizarro. Ora il Milan sembra aver preso fiducia, la Fiorentina non riesce ad uscire dalla propria area. La Fiorentina  allora prova ad appoggiarsi a destra da Cuadrado, per ora De Sciglio difende bene e non si lascia saltare. Al 24′ Balotelli conquista una punizione dopo aver subito il fallo da Aquilani. Dai 25 metri, manda la palla troppo alta. Siamo al 29′ quando l’arbitro assegna la punizione ai viola da circa 25 metri, splendido il mancino a giro di Pasqual, a lato di un nulla.Ma un minuto dopo si fa male Savic, Montella costretto al cambio, entra Compper. Brutto episodio al 31′ con Montolivo che ferma Cuadrado al limite del fallo, Tagliavento lascia correre, poi è Aquilani a farsi giustizia pestando il piede del capitano del Milan ex viola. L’arbitro fa finta di nulla e non concede il giallo che poteva benissimo starci.  E’ il 33′ quando c’è la punizione dalla destra, El Shaarawy di testa, Viviano riesce ad apporsi con una parata difficile e ne scaturisce il contropiede 3 contro 1 della Fiorentina, Ljajic è lento nello scarico e Montolivo lo trattiene in maniera evidente. Inevitabile il cartellino giallo per il milanista. La punizione viene battuta corta per Jovetic che prova il destro improvviso riuscendo quasi a sorprendere Abbiati, il portiere rossonero in due tempi riesce ad evitare il gol. Al 37′ Aquilani ancora con un fallo su Balotelli, l’attaccante si lascia andare in maniera evidente. Tagliavento sbaglia, sulla battuta è ancora Balotelli a trovare lo specchio della porta, traiettoria lenta che Viviano blocca. Al 39′ viene espulso Tomovic. Viola in 10. Tagliavento vede una gomitata del difensore viola su El Shaarawy, ma sbaglia. Proteste feroci in campo. L’arbitro decide la partita allo scadere del primo tempo. La decisione arbitrale lascia tutti attoniti. La Fiorentina prova a reagire, buona azione nella fascia centrale del campo, Pasqual arriva alla conclusione dal limite, potente ma centrale ed Abbiati blocca. Al 44′ Cuadrado entra su Balotelli, fallo di frustrazione, giallo per lui. Ora la tensione in campo è molto alta dopo l’errore arbitrale. Allo scadere del tempo regolamentare c’è un altro infortunio per la Fiorentina, è Jovetic ad uscire, non ce la fa il montenegrino. Entra Romulo.Al 47′ ancora proteste della Fiorentina. Punizione da destra, Aquilani spunta sul secondo palo e va giù a contatto con Boateng: non sembrano esserci gli estremi per il penalty, stavolta appare corretta la decisione di Tagliavento di lasciar proseguire.

Finisce il primo tempo, Milan avanti grazie al gol di Montolivo, Fiorentina in 10 per un rosso alquanto discutibile ai danni di Tomovic, dopo una conduzione di gara già ampiamente insufficiente da parte diTagliavento, tenero nella prima mezz’ora, inflessibile dopo l’errore.

Il Robin Hood di Dese: il prete che vuole infrangere i comandamenti!

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«Che non capiti mai che un mio parrocchiano sia tentato di uccidersi: insieme, io per primo, lo aiuterò a prendere i soldi che gli servono da chi si è arricchito sulla pelle dei poveri, perché sopravviva». È il messaggio ai fedeli che don Enrico Torta, parroco di Dese (Venezia) ha voluto scrivere nel bollettino parrocchiale dopo il triplice suicidio di Macerata. Inizialmente, scrive la Nuova Venezia, don Torta voleva usare un’espressione più forte: «lo aiuterò a rubare», poi ha ritenuto di abbassare i toni dicendo «lo aiuterò a prendere i soldi». Per don Torta, comunque, la sostanza non cambia. «Viviamo in una società ingiusta – spiega il parroco all’Ansa – che ha reso la proprietà privata svincolata dal bene comune». Dunque, per il sacerdote, «bisogna costringere i ricchi a tenere per sè quello che gli serve per vivere e il resto prenderlo per la collettività». «Perché la vita di un uomo – osserva – non ha prezzo». Secondo il parroco, «oggi l’emergenza vera è il lavoro, sono cose che non stanno né in cielo né in terra, bisogna fare una rivoluzione, i politici devono mettere da parte l’orgoglio, trovare un compromesso per due anni e risollevare la nazione».

Forse non c’è bisogno di infrangere i comandamenti basterebbe che la Chiesa inizi a dare il buon esempio pagando l’Imu e vendendo i suoi tesori per poi destinare il ricavato ai poveri!

La guerra nucleare sarà il 10 aprile?

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Si parla del 10 aprile, scadenza indicata alle ambasciate straniere insieme all’invito a lasciare il paese, per indicare la data in cui la Corea del Nord potrebbe effettuare provocazioni aggiuntive, tra cui il temuto lancio di missili. Lo riferisce l’agenzia Yonhap, citando il portavoce dell’ Ufficio presidenziale sudcoreano, Kim Haing, precisando che al momento non ci sono però «segnali specifici».

Gli Stati Uniti hanno deciso di rimandare un test missilistico in programma da tempo martedì in California per evitare i provocare la Corea del Nord in questo momento di tensione nella Penisola Coreana. Una fonte del Pentagono ha spiegato che l’Amministrazione ha preso una decisione «saggia e prudente» per evitare «incomprensioni e valutazioni sbagliate».

Morire a 53 anni per i calcoli alla cistifelia… sanità 2.0!

Giuseppina Mazzariello -tuttacronaca

Pronto Soccorso Tor Vergata, Roma. 14 ore di sofferenza con dolori lancinanti all’addome e poi la morte. Giuseppina Mazzariello aveva 53 anni ed è morta per i calcoli alla cistifelia. Ora il marito, Antonino Nastasi, cerca chiarezza sulle responsabilità legate al decesso e  ha sporto denuncia contro medici e infermieri del policlinico perché «non si può morire di calcoli alla cistifellea. Me l’hanno ammazzata. Voglio giustizia. Se qualcuno ha sbagliato deve pagare perché cose del genere non devono più accadere. L’hanno abbandonata su una barella per ore facendole dei blandi antidolorifici e alla fine le è scoppiato il cuore. E’ morta davanti agli occhi di nostra figlia».

Giuseppina è arrivata al pronto soccorso di Tor Vergata mercoledì, accompagnata dal marito. Erano le 13 e il suo era un codice giallo, ma alle 19 gli accertamenti hanno scoperto dei calcoli alla cistifellea uno dei quali, a detta dei medici, gliel’aveva perforata. «Con una diagnosi simile – dice il marito – avrebbero dovuto operarla d’urgenza e invece ci hanno detto che l’avrebbero tenuta in osservazione per tutta la notte. E’ stata 8 ore in barella – prosegue l’uomo – poi l’hanno portata nell’astanteria del Dea dove è rimasta fino a quando non ha esalato l’ultimo respiro. Aveva dei dolori fortissimi e urlava disperata, ma nessuno se ne preoccupava. L’hanno tenuta con le flebo attaccate tutto il giorno facendole degli antidolorifici inutili che non le alleviavano la sofferenza. Mia figlia chiamava le infermiere per avere assistenza, ma le rispondevano ‘Che cosa ci possiamo fare?’». «Alle 3 di notte mia figlia l’ha vista impallidire e subito il collo e il viso le sono diventati scuri – ricorda Nastasi -. Una dottoressa ha cercato di rianimarla, ma non c’è stato nulla da fare. Non si può morire così a 53 anni».

Il flop di Anonymous in Israele, ma Coca Cola è ko!

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Anonymous questa volta ha fatto un mezzo «flop». L’annunciato attacco cybernetico del celebre gruppo di hacker contro i siti Internet israeliani – in sostegno alla lotta palestinese – non è riuscito a «cancellare» dal web lo Stato ebraico. Yitzhak Ben Yisrael, dell’Ufficio nazionale cibernetico del governo – citato da Ynet – ha detto che gli hackers hanno «generalmente mancato di abbattere i siti chiave». «Anonymous non ha le capacità di danneggiare le infrastrutture vitali del paese», ha aggiunto Ben Yisrael sottolineando che l’intenzione del gruppo di hackers era «creare rumore nei media sui temi a lui più vicini».

A partire da sabato notte, diversi i siti Internet sono stati presi di mira da Anonymous che, in tempo reale, aggiorna l’elenco tramite il proprio account twitter. Secondo quanto rivendicato dagli hacker-attivisti l’attacco cibernetico – condotto in nome della «situazione umanitaria a Gaza», paragonata «all’Olocausto» – ha colpito diversi siti web israeliani come quello della Coca cola (che alle 11 di domenica mattina risulta fuori uso), il sito dell’Ufficio Centrale di Statistica e i siti della borsa e del ministero delle Finanze (che però hanno negato). Sulle home page di piccole e medie aziende israeliane intanto sono comparsi slogan anti-Israele. I media israeliani riferiscono che in risposta, attivisti dello Stato ebraico hanno in seguito bersagliato siti di gruppi islamisti radicali pubblicando messaggi pro-Israele.

Tutti in strada contro il SALVA ILVA!

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Sono i medici in testa a guidare il corteo che questa mattina sta manifestando a Taranto contro il “salva Ilva”. A scendere in piazza oggi sono anche i disabili e gli anziani, tutti coloro che ogni giorno “lottano contro il cancro e le gravi patologie generate dall’inquinamento”.

“La situazione è drammatica. Non c’è giorno in cui non faccio una diagnosi di tumore”. Lo ha detto Gennaro Viesti, primario pneumologo della casa di cura Villa Verde di Taranto, uno dei medici che partecipa alla manifestazione.
“Voglio lanciare – aggiunge il medico – un grido di allarme per tutte le malattie respiratorie che a Taranto sono le uniche in aumento. Sono un costo non solo per le famiglie ma anche per la società”.
La situazione drammatica è confermata anche da una radiologa del presidio onco-ematologico dell’ospedale San Giuseppe Moscati di Taranto. “Non riusciamo a fare argine – dice la dottoressa – c’è un oceano di persone che ha bisogno di cure, con patologie sempre più gravi e di età sempre più giovane”.

Martedì, invece, appuntamento a Roma, quando al vaglio della Consulta passerà la cosiddetta legge “salva Ilva”.
Un migliaio di persone in strada, tra cui le mamme “No al carbone”, pronte a sostenere anche anche il sit-in che si terrà nella capitale il 9 aprile davanti al palazzo della Corte Costituzionale quando, appunto, sarà valutata la legittimità della legge 231 a seguito delle eccezioni di costituzionalità sollevate nei mesi scorsi dal gip, Patrizia Todisco, e dal Tribunale dell’appello.
L’ obiettivo finale è la cancellazione di una legge che, a detta di molte associazioni ambientaliste, “mette un freno alla magistratura che indaga sui reati contro l’ambiente e la salute”. Come denunciano le mamme “No al carbone”, “questa legge riguarda tutti gli stabilimenti inquinanti d’interesse strategico nazionale e purtroppo toglie alle procure la possibilità di compiere sequestri degli impianti”.

Lo scandalo dello striscione e Mourinho paragonato a Hitler.

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Che il rapporto tra Mourinho e una parte dei tifosi del Real Madrid non sia dei migliori è noto. Ma questa volta si è andati decisamente oltre complice questo striscione che ritrae l’allenatore portoghese accanto a Hitler con la scritta “Heil Mou” affisso davanti alo stadio Santiago Bernabeu dove il Real ha giocato la partita con il Levante

Pierferdinando scarica Monti!

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“Non sono deluso da Monti, ma da una scelta cui anche io ho concorso e che si e’ rivelata sbagliata. Abbiamo cambiato noi stessi i connotati di Monti: da servitore dello Stato, da Cincinnato che era, abbiamo pensato potesse essere l’uomo della Provvidenza per l’affermazione del centro. Ora comincia una nuova stagione. E’ evidente che la prossima volta dovremo schierarci. Misureremo le alleanze sul grado di affinita’ che avremo nel processo costituente”. Lo sostiene il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, in un’intervista al ‘Corriere della Sera’.

Giulia Sarti e la sua visione politica!

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«Martedì occuperemo la Camera perché vogliamo che si formino le commissioni permanenti, staremo lì fino a mezzanotte. Questa storia che senza il governo non si possano formare non sta in piedi. Poi daremo la nostra solidarietà al magistrato Nino Di Matteo minacciato di morte dalla mafia e faremo tutto quello che è in nostro potere per costringere le istituzioni a discutere delle responsabilità politiche legate alle stragi degli Anni Novanta». Lo afferma Giulia Sarti, deputata dell’M5S,

La Sarti smentisce anche di aver proposto di dare la fiducia a Bersani nell’incontro di venerdì scorso tra Beppe Grillo e i parlamentari del movimento. «Ho sostenuto la necessità di passare all’attacco. Ho detto: presentiamo i punti chiave del nostro programma e affianchiamoli con dei volti, estranei alla politica, che li sostengano. È stato spiegato che sul tema avevamo già votato. E che per ora saremmo andati avanti come sempre. Lui ha concluso: siete ovviamente liberi di discutere ciò che volete. Noi Cinque Stelle siamo tutti uguali, non ci sono leaderismi. Chi vede Grillo come un kapò è fuori dal seminato. Anche venerdì ci ha ripetuto: io per voi ci sarò sempre, vi farò da garante, ma ho superato i 60 anni e non ho più le forze per continuare a passare da un palco all’ altro in giro per l’Italia. Vuole che cresca una classe di persone in grado di portare avanti questo progetto»conclude così la Sarti la sua intervista su la Stampa.

Aspen. Ecco i nomi di chi guida l’internazionalizzazione italiana!

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Cos’è l’Aspen?

Come si legge dal loro sito sono “un’associazione privata, indipendente, internazionale, apartitica e senza fini di lucro caratterizzata dall’approfondimento, la discussione, lo scambio di conoscenze, informazioni e valori”.

Che missione ha l’Aspen e come realizza i suoi obiettivi?

Sempre secondo il sito la sua missione è “l’internazionalizzazione della leadership imprenditoriale, politica e culturale del Paese attraverso un libero confronto tra idee e provenienze diverse per identificare e promuovere valori, conoscenze e interessi comuni”. Ma ciò che già desta preoccupazione è la modalità con cui si realizzano gli obiettivi  perché si parla di  “confronto e dibattito ‘a porte chiuse’, per  favorire le relazioni interpersonali e consentire un effettivo aggiornamento dei temi in discussione. Attorno al tavolo Aspen discutono leader del mondo industriale, economico, finanziario, politico, sociale e culturale in condizioni di assoluta riservatezza e di libertà espressiva”.

Che una associazione privata abbia dibattiti riservati non c’è nulla di male… il problema si pone quando si parla di leader del mondo industriale, economico, finanziario, politico, sociale e culturale con la possibilità di influire a livello internazionale che si riuniscono sotto una specie di setta che determina poi le linee guida.

Ma chi fa parte dell’Aspen?

Sono 226 nominativi e le sorprese non mancano!  Da Romano Prodi, a Massimo D’Alema, da Giuliano Amato a Giorgio Napolitano. Ma anche diversi saggi come ex presidente della camera Luciano Violante, la mente economica della Lega Giancarlo Giorgetti e il ministro “montiano” delle politiche comunitarie Enzo Moavero Milanesi.

Nell’area della cultura troviamo: Umberto Eco, Claudio Magris e poi i registi come Carlo Lizzani e Cristina Comencini.

Tra i prelati:  monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione (uno dei dicasteri più importanti), Giovanni Giudici, vescovo di Pavia e membro della Commissione episcopale per i problemi sociali e del lavoro all’interno della Cei e Vincenzo Paglia, vescovo di Terni e presidente della Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo.

Ma come si finanzia l’Aspen? Con almeno una 20 di società partecipate dallo stato tra cui Rai, Eni, Enel, Finmeccanica, Fincantieri, Sea, Cassa depositi e prestiti, Acea, Poste Italiane, Sace, Simest.

Ma fino a che punto possiamo parlare di associazione privata e dove invece, date anche le personalità di indiscutibile “fama accademica ed eccellenza professionale” (requisiti essenziali come si legge sul sito per diventare soci), si tratta più di una lobby in cui è possibile intrattenere rapporti privilegiati? Essendo gli incontri segreti e riservati nessuno lo può sapere!!! Perchè pensar male?

ALLARME RADIOATTIVITA’ A FUKUSHIMA!

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Nuova possibile perdita di acqua contaminata dalla centrale giapponese di Fukushima. A renderlo noto è il gestore del disastrato impianto, la Tepco, che minimizza le conseguenze. Elementi radioattivi sono stati infatti rilevati nell’acqua raccolta sul terreno vicinio a un serbatoio di stoccaggio sotterraneo e sullo strato esterno di un fondo impermeabile del serbatoio. L’azienda ritiene improbabile che l’acqua radioattiva possa fluire nel mare.

“Una piccola quantità di acqua sarebbe fuoriuscita dal serbatoio, anche se non è stato rilevato alcun calo del livello dell’acqua all’interno del serbatoio”, hanno spiegato i rappresentanti della società in un comunicato. Due giorni fa si era fermato per diverse ore il sistema di raffreddamento del combustibile esaurito della piscina del reattore n.3 della centrale.
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