Braccio di ferro tra chiesa e cultura sul matrimonio… lo stato tace!

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Esce oggi l’enciclica ‘Lumen Fidei’ firmata da Papa Francesco e all’interno c’è un ampia sezione dedicata alla famiglia in cui si legge:

“Essa (la famiglia, ndr) nasce dal riconoscimenti dell’accettazione della bontà della differenza sessuale e, fondata sull’amore di Cristo, promette un amore che sia per sempre e riconosce l’amore creatore che porta a generare figli. Il primo ambito in cui la fede illumina la città degli uomini si trova nella famiglia: penso anzitutto all’unione stabile tra uomo e donna nel matrimonio”.

 Quindi, come era logico pensare, si ribadisce nella chiesa il concetto che il matrimonio ci possa essere solo tra uomo e donna. Secondo Francesco il matrimonio può essere  una “sinfonia” della fede.

E come mai questa “sinfonia” può suonare solo e unicamente tra uomo e donna? Come si può affermare che questo “suonare insieme” possa nascere solo tra uomo e donna? Come è possibile che la fede, proprio perché non la si può imporre, come la stessa enciclica recita in un’altra parte, possa essere innalzata a livello di sinfonia solo se il matrimonio viene contratto tra un uomo e una donna? Come si spiegano i drammi famigliari? Come si spiegano i femminicidi? Sono solo deviazioni dalla retta via o possiamo iniziare ad ammettere che quella sinfonia auspicata nel matrimonio tra uomo e donna si trasformi invece in inferno se nascono contrasti? Dove è la formula scientifica che ci impone che il rito debba essere impartito solo tra uomo e donna?

Se la chiesa detta legge, la cultura propone un cambiamento. In particolare Walter Siti, vincitore del premio Strega 2013, fa sentire la sua voce sull’argomento in una intervista:

Credo che sia giusto che venga introdotto il matrimonio tra persone dello stesso sesso e anche che venga data loro la possibilità di adottare dei bambini, ovviamente questo sposta i confini tradizionali della famiglia. La famiglia tradizionale è in ogni caso destinata ad un tramonto piuttosto rapido e il fatto che nascano nuovi tipi di famiglia lo trovo decisamente positivo. Penso che le divisioni di barricate politiche davanti a questioni del genere siano destinate a cadere: ognuno, al di là del partito d’appartenenza, ha delle sue storie private nelle quali magari si incontra con questi problemi e ragiona con la sua testa.

Alla base della religione non c’è forse il concetto di uguaglianza? Non siamo tutti uguali di fronte a Dio?  Perché quindi alle soglie del 2013 ribadire in un’enciclica il matrimonio fra uomo e donna? Non sarebbe stato meglio tacere? Forse brucia ancora la dura lotta intrapresa e  persa in Argentina, dall’attuale Papa contro il matrimonio gay? Sono molti i dubbi, ma forse c’è un unica certezza: è davvero cambiata la chiesa con Papa Francesco o ha puntato solo a riavvicinare le folle che si stavano allontanando per gli scandali dei preti pedofili e dello Ior?  

In tutto questo il governo di larghe intese al servizio dei cittadini cosa fa? Tace?

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“Resistere non serve a niente”, ma vale il Premio Strega a Walter Siti

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“Resistere non serve a niente”, ma è valso il Premio Strega 2013 a Walter Siti. Con 165 voti lo scrittore e saggista classe 47, che si è formato alla Normale di Pisa che ha imposto la storia di Tommaso: ex ragazzo obeso, matematico mancato e giocoliere della finanza; tutt’altro che privo di buoni sentimenti, con un complesso di Edipo irrisolto e con inconfessabili frequentazioni. Quello che viene ritratto è il mondo del denaro, dove possedere significa esistere, il corpo diventa moneta per assicurarsi un futuro e la violenza un vantaggio commerciale. Conosciamo un’olgettina intelligente e una scrittrice impegnata, un sereno delinquente di borgata e un mafioso internazionale che interpreta la propria leadership come una missione. Dove è il confine tra soldi sporchi e puliti? Forse è quel confine flebile tra bene e male. Ma lo scrittore di Rizzoli che si è aggiudicato il premio confessa:

«Mi sono dato perdente già da ieri. È una bella tattica per restare tranquillo. Un esercizio zen. Tutto quello che viene è in più. Ho pregato fin dall’inizio il mio editore di non informarmi e di tenermi fuori dai meccanismi del premio perché mi rendeva ansioso».

Ma la vera sfida è stata per il secondo posto  conquistato per un soffio da Alessandro Perissinotto con “Le colpe dei padri” (Piemme), 78 voti. Soltanto un voto in più di Paolo Di Paolo con “Mandami tanta vita” (Feltrinelli), 77 voti. Il seggio è stato presieduto da Alessandro Piperno, vincitore della scorsa edizione del premio.

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