Il Presepe va in corto… e prende fuoco un condominio!

presepe-tuttacronacaUltimo giorno di feste e la tentazione di accendere le luci del Presepe è forte. E sembra proprio che un cortocircuito partito dalla rappresentazione con le statuine della Natività sia la causa di un incendio che, in mattinata, ha colpito un’abitazione nella prima periferia di Belluno, in via Feltre, dove due appartamenti sono stati gravemente danneggiati. Dei quattro abitanti, in tre sono stati portati in ospedale in seguito all’intossicazione da fumo. Si tratta di un’anziana di 83 anni, un uomo di 56 e un giovane di 22, attualmente in osservazione al pronto soccorso del San Martino. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, la polizia e un’ambulanza inviata dal Suem.

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Befana di provocazione… in divieto di sosta a Roma!

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A pochi passi da Piazza Navona oggi c’è stato chi ha voluto festeggiare la Befana con una provocazione attaccando un cartello su un’auto:
“Sono in divieto di sosta… Ma non mi interessa nulla. So che nessuno mi multerà mai. Siamo a Roma!”
Una sfida per i vigili urbani dopo che negli ultimi giorni erano imperversate sul web varie ipotesi per multare i cittadini. Il comandante dei vigili di Roma Raffaele Clemente, poco dopo al sua nomina, aveva promesso la soluzione delle video-multe prendendo in considerazione anche le segnalazioni via-Twitetr inviate dai cittadini, innescando diverse polemiche.  L’auto con il cartello è stata presa di mira ai turisti che l’hanno fotografata e poi postata sul web.

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Piazza Montevecchio a Roma è a rischio voragine: fuoriescono acqua e sabbia

voragine-roma-tuttacronacaIn pieno centro a Roma, a due passi da piazza Navona, c’è il rischio che si apra una voragine. E’ da giovedì che piazza Montevecchio è semi-allagata. L’Acea, chiamata a intervenire, ha immediatamente fatto un sopralluogo ma, ad ora, è un nulla di fatto. Alcuni testimoni, presenti nel bistrot al centro della piazza, raccontano: “È saltato un sampietrino e l’acqua ha iniziato a zampillare”. Anche i vigili del fuoco sono intervenuti in maniera celere, salvo poi passare la palla nuovamente ad Acea dichiarando: “Devono spaccare e capire cosa sta succedendo qua sotto”. Nel frattempo, il sampietrino ‘colpevole’ continua a sprofondare e agli zampilli ora si è unita anche la sabbia. Gli abitanti si augurano un intervento efficace, prima che il buco diventi voragine e pr0vochi incidenti.

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I ladri colpisono in centro a Roma: furto a casa Fendi

furto-fendi-tuttacronacaStando alla prima ricostruzione sarebbero entrati nel primo pomeriggio di oggi i ladri che si sono introdotti nell’appartamento di Alessia, una delle figlie delle sorelle Fendi, le stiliste di moda. La donna avrebbe scoperto l’accaduto quando ha fatto ritorno alla sua abitazione in un palazzo situato in via Montoro, a due passi da piazza Navona, dopo aver trascorso fuori il fine settimana. Lo stabile è abitato da vip e professionisti, tra cui l’ex-ministro dell’Interno Beppe Pisanu e vi sarebbe anche la vigilanza. I ladri, introdottisi dall’ingresso principale, avrebbero sottratto numerosi e costosi gioielli, ma il bottino totale non è stato ancora calcolato. Sul caso sta indagando la polizia che ha ascoltato i vicini di casa e raccolto i primi indizi sul posto.

L’intervista di Moccia… l’amore è un format?

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Moccia ritorna tra gli scaffali e lo fa con “Quell’attimo di felicità”, un libro che ripercorre le vicende di due amici, due 20enni, di Roma Nord, Nicco e Ciccio, i quali in comune hanno il numero due. Il primo ha due lavori il secondo due ragazze. Incontreranno due turististe americane, Ann e Raily, e per una settimana le porteranno a fare il giro della capitale. Tra luoghi comuni che attraversano Trastevere e il Pantheon e un’inevitabile storia d’amore, Moccia sembra proporre un modello anni ’50 con tanto di copertina su cui “spopola” una coppia in Vespa, chiaro richiamo a  Vacanze romane (di cui suo padre Pipolo-Giuseppe Moccia, già fece il remake Innamorato pazzo con Celentano-Muti). Poi “l’originalità” della seconda parte che cambierà da paese a paese secondo il luogo di pubblicazione del libro.

Ma è lo stesso Federico Moccia che in un’intervista a Il Giornale spiega il senso di questa scelta tipografica:

«Tipo, prendi la scena della festa: in Grecia si ballerà il sirtaki e si mangerà il souvlaki, in Russia si berrà la vodka e si farà quel ballo lì dove stanno con le braccia incrociate, il ballo della steppa. Dà più calore e nel momento in cui tu leggi è più divertente, crea appartenenza».

Quindi si cambia ogni volta?

«So già quali sono i blocchetti che devo cambiare insieme al traduttore. La storia rimane la stessa, cambiano i piatti, i paesini da cui provengono le straniere… Prenderemo paesi piccoli, mica Barcellona o Madrid. Così c’è il senso della scoperta».

E come si chiama questa “nuova” forma editoriale?
«Alla fine poi è il concetto di formattizzazione, come le trasmissioni tv che vengono ripetute nei vari Paesi. Un adattamento. Come lo potremmo chiamare? È un Personal International Book. Un libro che parla di te. Un Pib».

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Ma se il “format” è nuovo forse non è nuova la storia… non stride, nel 2013, parlare dell’italiano con la straniera?
«Ma da tanto non se ne parlava. Mi interessava tornarci, anche per un’indagine. Che combina l’italiano all’estero? È ancora romantico mentre gli inglesi sono ubriaconi e i tedeschi frettolosi nel fare l’amore? È ancora il più bravo a corteggiare?».

Forse non se ne sentiva il bisogno? Forse oggi abbiamo bisogno di integrazione piuttosto che di epiteti che si rifanno a vecchi luoghi comuni? Forse avremo bisogno di “sdoganarci” internazionalmente e non andare all’estero riproponendo gli anni ’50?  Forse, ma secondo Moccia:

«Continuiamo a essere i migliori, anche se abbiamo perso un po’ di smalto. Dobbiamo ricrearci l’immagine di ragazzo simpatico, sportivo, calciatore che vince ai Mondiali, che sa cantare le belle canzoni, ti fa la serenata, ti fa ridere e ti ascolta anche se non capisce la lingua. Un uomo pieno di attenzioni».

Questa è davvero l’immagine che vogliamo dare all’estero? Ancora una volta l’italiano pizza e mandolino? Naturalmente sì, da quanto si evince dalla scelta di Moccia quando il giornalista chiede chi sceglierebbe tra Totò e Gigi Rizzi:

«Gigi Rizzi rimane l’uomo che ha conquistato la donna più amata al mondo, l’esploratore che ha piantato la bandierina. Può sembrare maschilista, ma allora la donna era vista più che mai come un continente da conquistare. Io lo intendo con simpatia. Nicco e Ciccio sono una nuova versione di Totò e Peppino alla scoperta della Grande Mela, però con Dragon nel telefonino che ti traduce le frasi».

E forse è proprio il suo protagonista Ciccio, al volante della Tigra, il “vecchio” italiano che si è spolverato e ritorna prepotentemente sulle pagine di Moccia…
«Ogni volta a Piazza Navona o a Fontana di Trevi mi sorprendo: le straniere si accompagnano sempre a dei “bori”, dei cafoni. Mai ragazzi carini, eleganti. Alla fine è sempre il “boro” che la vince. Forse perché si agita di più».

Ma dove stanno i cafoni di Piazza Navona e di Fontana di Trevi? Dove stanno i “bori”? Sicuramente l’immagine è un po’ forzata, perché in giro a Roma non ci sono più luoghi comuni… magari c’è degrado a Campo de Fiori, a Trastevere e in quei luoghi dove si affollano i turisti… ma quel clima da “Dolce Vita” non appartiene più a una Capitale ombra di se stessa.

Il contrario di Jep Gambardella. Altro che La grande bellezza.
«Quella è un’ottima rappresentazione di una Roma adulta, un respiro antico, le statue, le chiese, gli androni, i personaggi della Chiesa, il riflesso felliniano… Un giovane di tutto questo non s’accorge neanche. Alle statue si vuole appoggiare per baciare la ragazza. La passione ha il sopravvento sul capitello. La luna sui Fori è il ricordo di un paio di labbra. La Roma che racconto io è piena di passione, delusione, sofferenza come solo a vent’anni».

Quali ventenni? Quelli superficiali? Dove sono quei ventenni spensierati se oggi sono tutti preoccupati dalla disoccupazione e dall’identità persa dentro la distruzione di un “male di vivere” che non ha nulla di poetico, ma solo una devastante realtà di impotenza?

Forse Moccia torna a quello stereotipo di ventenni un po’ démodé dopo che il romanzo sui trentenni, L’uomo che voleva amare, ha venduto poco?

«Ha venduto 225mila copie. È stato ampiamente ripagato. Chi sceglie me ha sempre un risultato positivo. Eravamo abituati ad altre cifre: un milione e otto Tre metri sopra il cielo, uno e tre per Voglia di te. Ma le mode vanno e vengono perché nella società tutto cambia: ne rimangono 150mila che ti apprezzano fissi, a ogni libro. Però quando scelgo una storia non mi faccio condizionare, sennò non fai niente».

Ma a Ponte Milvio ci passa spesso?
«Abito lì vicino. Vado a comprare il pane, al baretto dei cocomeri, ai negozietti dell’usato, a mangiare al Sicilia in Bocca».

E i lucchetti aumentano?
«A dispetto di chi non li vuole. Non puoi negare la forza dell’amore».

Giro per Roma… con tuffo!

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Una passeggiata per Roma, un giro in Piazza Navona e alcune foto alla Fontana dei Quattro Fiumi. Una scena come se ne vedono molte nella Città Eterna, se non che, all’una e ventitrè minuti, alcune ragazze hanno sfilato giubbotti e scarpe per tuffarsi nella secentesca fontana e si son fatte fotografare. Oltre ad essere illegale, la bravata dimostra anche l’immaturità e la mancanza di rispetto di questi regazzi per uno dei tesori di Bernini che andrebbe invece tutelato. Per i ragazzi, comunque, il bagno si è concluso con l’arrivo della polizia.

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