Coppia di pinguini a sorpresa, sono lesbiche!

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La passione mostrata da Chupchikoni per Suki e viceversa non aveva destato alcun scalpore presso gli addetti del bioparco Ramat Gan in Israele: è del tutto normale, anzi, vivamente atteso, che una coppia di pinguini si … accoppi.
Ma a rivelare, praticamente per caso, che si trattasse di un evento davvero inconsueto fu un esame del sangue, un controllo di routine. Dal test risultò infatti che si trattava di due pinguini femmine.
Non si tratta di semplice affetto o amicizia, visto il comportamento che tengono: camminano sempre insieme, si intrattengono l’un l’altra con canti e mosse. Insomma, un corteggiamento in piena regola.
 “Vivono insieme, si sono fatte il nido per conto loro,” ha dichiarato un addetto del bioparco a NBC News. “Abbiamo persino assistito ad un tentativo di accoppiamento qualche settimana fa.”
Ed anche se non hanno un pulcino cui riversare il loro affetto, continuano a preparare il nido per un piccolino.
“Si comportano come se stessero covando,” ha dichiarato l’addetto. “Ovviamente non hanno un uovo loro, ma continuano a comportarsi come una coppia di maschio e femmina.”
Di coppie di pinguini dello stesso sesso la stampa ne ha gia’ parlato in passato, ma si trattava di maschi. Questa è la prima volta che si constata in uno zoo un caso di coppia tutta al femminile, avvenimento ritenuto più raro rispetto agli accoppiamenti maschili.
A quanto pare, non si tratta di carenza di pinguini maschietti nel recinto dello zoo – come gli addetti avevano inizialmente pensato. Ma di una preferenza del tutto spontanea.
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Anche i souvenir del principe George a metà prezzo

principe-george-tuttacronacaNon stanno vendendo quanto si era sperato i souvenir dedicati al principe George, il figlio di William e Kate, e per questo motivo arrivano gli sconti. Stando a quanto riportato dal Daily Mail, alla nascita del tanto atteso royal baby, sono stati messi in vendita da Buckingham Palace diversi gadget che vanno dagli oggetti per la casa, alla porcellana, boccali e libri commemorativi e che possono essere acquistati tnato nei negozi della Queen Gallery quanto online. Solo che nel negozio ne è rimasta una notevole scorta e si sono visti costretti a diminuire i prezzi. Ad esempio, una tazza in edizione limitata è passata dal costare 235 euro (195 sterline) a 114 euro (95 sterline). Appena il royal baby era nato, le vendite dei gadget erano schizzate alle stelle, come per la copertina azzurra simile a quella in cui il piccolo era avvolto in occasione della sua prima apparizione: all’uscita dall’ospedale. Il prodotto era subito esaurito mentre la piccola azienda a conduzione familiare di Nottingham che ha realizzato lo scialle di lana Merino per il suo battesimo era stata sommersa dalle richieste.

Il royal baby avrà presto una sorellina?

kate-incinta-tuttacronacaI rumors che arrivano dall’Inghilterra raccontano che il Principe George potrebbe diventare presto fratello maggiore. Almeno è l’idea che i sudditi inglesi si sono fatti notando, in occasione della prima di “Natural history museum alive 3D”, che Kate Middleton sfoggiava un pancino sospetto. Alcune fonti vicine alla famiglia reale, inoltre, avrebbero riportato che Kate e il principer William desiderano dare presto al loro primogenito una sorellina. Ancora, le voci vogliono William estremamente premuroso in questi ultimi tempi verso Kate che, a sua volta, trascorrerebbe diverso tempo toccandosi l’addome. Sembra che la duchessa, che ha dato alla luce il piccolo George il 22 luglio scorso, sia al terzo mese ma la coppia, al momento, ne avrebbero parlato solo con i parenti più stretti, tra i quali anche la Regina Elisabetta che avrebbe appreso la notizia con grande gioia. E’ possibile che l’annuncio ufficiale venga dato dalla casa reale all’inizio dell’anno nuovo.

La foto storica: la regina e i tre eredi

famiglia-reale-tuttacronacaIeri sera sono state diffuse le fotografie ufficiali del principino George con la sua famiglia nel giorno del suo battesimo, lo scorso mercoledì. Dopo la cerimonia, a  Clarence House è stata scattata, in particolare, una foto che si può davvero definire storica in quanto non succedeva dai tempi della regina Vittoria che un sovrano venisse immortalato con tre suoi eredi: appare Elisabetta II, seduta, con in piedi alle sue spalle gli eredi, il figlio principe Carlo, il nipote principe William e il bisnipote principe George. Ossia, i prossimi 100 anni di dinastia Windsor che siederanno sul trono. Come si diceva, l’immagine evoca quella del 1894. Allora era il futuro re Edoardo VIII il principe battezzato, sul trono sedeva la regina Vittoria e gli altri eredi erano Giorgio V ed Edoardo VII.

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L’Inghilterra guarda verso Londra: oggi il battesimo del principe George

prince-george-battesimo-tuttacronacaSi è tenuto questo pomeriggio a Londra, nella Chapel Royal di St James’s Palace, il battesimo del principe George, che ha compiuto ieri tre mesi. La funzione, che ha seguito il rito anglicano ed è stata presieduta dall’arcivescovo di Canterbury, ha avuto una durata di 45 minuti. La Regina Elisabetta, arrivata con il consorte duca di Edinburgo, è stata accolta dai duchi di Cambridge, Wiliam e Kate, con il braccio l’erede al trono.

I padrini, sette, sono tutti amici e compagni di studi della coppia reale. L’unica ad appartenere alla famiglia reale è  Zara Phillips, cugina di William. Gli altri padrini e madrine, tra le quali una vecchia amica di lady Diana: Oliver Baker, un amico della St. Andrew University di William, Emilia Jardine-Paterson, che ha frequentato l’esclusivo Marlborough College con Kate, Earl Grosvenor, figlio del duca di Westminster, Jamie Lowther-Pinkerton, l’ex segretario privato della coppia, Julia Samuel, amica intima della principessa Diana, e William van Cutsem, amico del principe.

George è stato battezzato con l’acqua del Giordano, com’è tradizione quando si tratta di un erede al trono, in una vasca d’argento scolpita di ninfee utilizzata da generazioni dalla famiglia reale. L’abito del principe George, che non passa inosservato, è una coppia perfetto di quello creato nel 1841, che indossarono la regina Elisabetta, il principe Carlo e William.

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La legge sul figlio unico in Cina:necessità o cultura del terrore?

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Il dibattito è sempre al centro di polemiche. Il tema sulla legge del figlio unico in Cina ha sempre visto contrapporsi le politiche demografiche alla religione e alla tradizione. Oggettivamente mettere un freno, in un paese come quello cinese in cui il tasso di natalità era elevatissimo è diventata un’esigenza e un’emergenza, poi come ogni legge, sicuramente ha avuto delle devianze che, nel caso specifico, possono anche essere scadute nella tortura e nella violenza. Reggie Littlejohn, avvocato statunitense che da anni si batte contro gli aborti forzati e le sterilizzazioni forzate in Cina. La pianificazione familiare, imposta dal governo secondo Reggie,  fondatrice di Women’s Rights Without Frontiers, sarebbe lo strumento per cui il partito comunista può restare al potere. Forse come ipotesi è un po’ lontana dalla complicata situazione che si sta vivendo nella repubblica cinese, ma sicuramente è una delle voci che da tanti anni si occupa del problema.

L’intervista che proponiamo è stata tratta da una dichiarazione a margine per Asia News rilasciata in occasione della 10ma Conferenza internazionale sulla salute materna che si sta tenendo a Roma (18-22 settembre).

Come è arrivata a occuparsi della legge sul figlio unico? Qual è la sua storia?

Io sono un avvocato, mi sono laureata a Yale e per circa otto anni mi sono occupata di diritto fiscale e commerciale a San Francisco. In quel periodo ho rappresentato pro bono alcuni rifugiati cinesi nella loro richiesta di asilo politico negli Stati Uniti. La prima fu una donna, che era stata perseguitata perché cristiana e sterilizzata con la forza. Era mingherlina, sarà stata alta sì e no 1,50 m. Aveva già avuto due figli e le autorità facevano pressione affinché si facesse sterilizzare. Bussavano alla sua porta ogni giorno e ogni volta lei si rifiutava, perché molte donne del suo villaggio avevano gravi problemi di salute per le sterilizzazioni subite. Ha resistito finché non l’hanno presa di peso e trascinata via dalla sua casa, letteralmente. L’hanno gettata su un tavolo, le hanno aperto l’addome e legato le tube, senza anestesia. Mi raccontò che il dolore provato era inimmaginabile. Quella sterilizzazione le ha provocato un’infezione estesa, che l’ha lasciata con emicranie e dolori cronici alla schiena e all’addome. Ricordo che sedevo alla mia scrivania, nel mio bellissimo ufficio di San Francisco, circondata dalla civiltà e dalla libertà, e pensavo: “Non posso credere che cose del genere accadano sul serio, oggi, a un quinto della popolazione femminile mondiale”. Perché in Cina una donna su cinque è costretta ad abortire o a essere sterilizzata.

In seguito ho seguito altri due casi di donne vittime della legge sul figlio unico. Poi mi sono ammalata. Nel 2003 ho subito una mastectomia bilaterale, ma l’operazione ha avuto delle complicazioni e ho sviluppato un’infezione da stafilococco Mrsa resistente agli antibiotici. Per oltre 10 settimane sono stata sottoposta ad altri interventi e trattamenti antibiotici molto aggressivi. Non sapevo se sarei sopravvissuta o meno, e ho iniziato a pregare per tutte quelle persone che stavano peggio di me, come le donne vittime di aborti forzati e sterilizzazioni forzate, o le persone perseguitate per la loro fede.

Quando mi sono ripresa ho iniziato a scrivere una sceneggiatura, poi diventata il film Pearls of China, in cui racconto il dramma di queste donne. E ho fondatoWomen’s Rights Without Frontiers. Molte persone sanno che in Cina vige la legge sul figlio unico, ma non sanno che per attuarla il governo costringe le donne ad abortire e a farsi sterilizzare. Sentivo di dover far conoscere questa realtà ed è così che ho iniziato a occuparmi di questo. Women’s Rights Without Frontiers cerca di unire i movimenti pro-scelta e pro-vita contro gli aborti forzati. È qualcosa su cui tutti dovrebbero essere d’accordo, perché gli aborti forzati non sono una scelta e nessuno può sostenere gli aborti selettivi femminili. Ogni organizzazione che si occupa dei diritti riproduttivi delle donne deve opporsi agli aborti forzati e alla sterilizzazione forzata delle donne. Qualunque organizzazione si occupa della salute riproduttiva delle donne deve opporsi alle sterilizzazioni forzate, perché esse non distruggono soltanto l’apparato riproduttivo della donna, ma compromettono la salute nella sua totalità.

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Perché la Cina non elimina la legge sul figlio unico?

Non ci sono ragioni logiche per cui mantenere la legge sul figlio unico. In primo luogo perché questa politica ha ridotto la forza lavoro disponibile, e il Paese sta già perdendo molti affari, in favore di altri Paesi che hanno una manodopera più numerosa ed economica. In secondo luogo per quello che io chiamo “China senior tsunami”. La legge ha dato un duro colpo al tasso riproduttivo: dopo il boom demografico dell’epoca di Mao – dove le donne avevano in media 5,9 figli – oggi la media è di 1,7 a testa. Ma i figli di quel boom stanno invecchiando e andando in pensione, e non ci sono abbastanza giovani che possano prendersi cura di loro, né un programma di sicurezza sociale. Sembra di assistere a un disastro demografico a rallentatore. Infine, c’è un problema di squilibrio di genere. Oggi in Cina ci sono 37 milioni di uomini in più rispetto alle donne e questo destabilizza la società: genera traffico di esseri umani, dentro e fuori del Paese; favorisce la criminalità; molte donne vengono rapite e vendute come mogli. A differenza degli uomini, le donne possono migliorare la loro condizione sposando uomini di livello sociale più alto. Questo ha creato i cosiddetti “villaggi degli scapoli”, dove vivono solo uomini. Sono zone molto remote e questi abitanti vengono chiamati bare branches, “rami nudi”, perché non porteranno mai avanti il loro albero genealogico.

Tutto questo non ha senso, ma dubito che la legge sul figlio unico sarà abbandonata in breve tempo, perché permette al Partito comunista di restare saldo al suo posto, per diversi motivi. Anzitutto, questa legge tocca tutti i cittadini: attraverso aborti forzati e sterilizzazioni forzate il Partito si assicura la sua autorità e afferma il suo potere. Un potere che parte da Pechino, si irradia in tutto il Paese e dà il potere di dichiarare la vita o la morte di chiunque. Questo crea una cultura del terrore, che consente al Partito di controllare la popolazione attraverso il terrorismo. Gli stessi funzionari della pianificazione familiare agiscono come dei terroristi: possono fare qualunque cosa, anche uccidere chi si oppone, senza subire alcuna ripercussione.

C’è poi un sistema di informatori pagati: una donna può essere denunciata dai suoi vicini, colleghi, amici. Questo sgretola i rapporti umani: se non sai a chi puoi credere, perché chiunque potrebbe denunciare la tua gravidanza, come puoi instaurare una democrazia? Inoltre l’attuazione della legge sul figlio unico coinvolge milioni di persone: queste strutture di coercizione vanno mantenute, perché sono una grande macchina per soldi. Ogni anno il Partito guadagna miliardi di dollari grazie alle multe che le persone pagano per aver violato la legge sul figlio unico. È un controllo sociale mascherato da controllo della popolazione.

Come funziona la campagna “Save a girl” e come si lega al documentario “It’s a girl!”?

In Cina abbiamo una rete sotterranea di attivisti che lavorano sul campo e riescono a identificare donne che si sono sottoposte a test per la determinazione del sesso, che non vogliono avere una bambina, che stanno per avere un aborto, o hanno già avuto una bambina e hanno deciso di abbandonarla. Quando le troviamo, diciamo loro di non abortire e di non abbandonare queste creaturine solo perché sono femmine. Offriamo loro uno stipendio mensile per un anno con il quale crescere la bambina. Nel 90% dei casi queste donne decidono di tenere le loro figlie. Il momento più vulnerabile per una bambina è tra il quinto mese di gravidanza – quando puoi stabilire se è un maschio o una femmina – fino a quando ha tre-quattro mesi di vita, perché è quando inizia a sviluppare la sua personalità, a sorridere, a interagire di più. Se si riesce a intervenire in quel lasso di tempo, possiamo salvare la vita di una bambina. Questo è quello di cui si occupa la campagna.

Women’s Rights Without Frontiers sostiene anche le donne che scappano da aborti forzati; donne così povere che anche i loro figli sono a rischio; figli di dissidenti perseguitati. Ci occupiamo anche dei “bambini dimenticati” (forsaken children): a volte quando una coppia divorzia e si risposa, abbandona i figli del primo matrimonio, sia che siano maschi o femmine. Anche questi bambini sono vittime della legge sul figlio unico, che vieta di avere figli nel secondo matrimonio se già ne hai avuto uno nel primo.

Il film It’s a girl! è associato a una campagna d’azione. L’obiettivo non è solo denunciare un problema, ma anche coinvolgere le persone e spingerle a fare qualcosa. In Cina la campagna legata al documentario è la nostra Save a girl.

Come mai India e Cina, due Paesi radicalmente diversi, hanno in comune una pratica come gli aborti selettivi e gli infanticidi femminili?

India e Cina sono molto molto diversi tra loro, ma in tutta l’Asia c’è una preferenza nei confronti del figlio maschio. Nel caso dell’India e della Cina si dice che crescere una figlia è come innaffiare il giardino di qualcun altro. Una ragazza è considerata inutile per diverse ragioni. Anzitutto è il maschio che compie i riti funebri per la famiglia, quindi hai bisogno di un figlio quando morirai. Tuttavia, [avere un maschio] è ancora più importante in una prospettiva matrimoniale. Secondo la tradizione, in entrambi i Paesi con il matrimonio la donna diventa parte della famiglia del marito. I genitori dello sposo guadagnano una nuora e la nuova coppia sosterrà i genitori di lui per tutta la loro vita. Al contrario, la famiglia della sposa perde una figlia.

Nel caso della Cina, con la legge sul figlio unico – se hai un solo figlio e quel figlio è una femmina – molte coppie si sentono divise tra il praticare un aborto selettivo o affrontare la povertà quando saranno anziani. Nel caso dell’India c’è un ulteriore fattore: la dote. Quando una donna scopre di essere incinta di un maschio, lei sa che quando lui si sposerà, la famiglia si ritroverà con un mucchio di soldi dalla famiglia della futura moglie. Quando una donna resta incinta di una femmina, sa che per far sposare sua figlia dovrà dare molti soldi alla famiglia dello sposo. Quindi in India c’è un forte incentivo economico a non avere una bambina. Ma in Cina il non poter avere più di un figlio è una forza ancora più potente. E nelle campagne è anche peggio: lì è possibile avere due figli se il primo è una femmina. Ma secondo le analisi demografiche, è proprio quando si cerca di avere il secondo figlio che avviene la maggior parte degli aborti selettivi. Perché sanno che quel secondogenito è la loro ultima possibilità per avere un maschio.

Maschio, Femmina o X? Il terzo sesso tedesco!

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La Germania sarà il primo paese in Europa a introdurre il terzo sesso con una legge che entrerà in vigore il primo novembre. La  definizione del sesso sarà infatti facoltativa e nell’atto di nascita non sarà più obbligatorio indicare i classici “maschio” o “femmina”, ma si potrà omettere di specificare il sesso del neonato che a quel punto sarà classificato come «indeterminato», Unbestimm, in tedesco.

 

Gaffe di William? Sua moglie è principessa o duchessa?

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Giallo al Buckingham Palace  e grande imbarazzo tra i membri della famiglia reale dopo che è stato fatto circolare il certificato di nascita di George Luis Alexander. Sul documento infatti c’è scritto che l’occupazione della madre del piccolo è “principessa del Regno Unito”. Il daily News non ha tardato a muovere i primi passi e a ricordare che Kate è “solo” la  “duchessa di Cambridge”. I funzionari si sono affrettati a dire che Kate è anche principessa, in quanto ha preso il titolo sposando William nel 2011.

 

Il principe Harry promette: farà divertire il royal baby

Prince-Harry-royalbaby-tuttacronacaHa fatto una promessa il principe Harry: il suo ruolo sarà quello di far divertire il royal baby. Ma, oltre a parlare dell’emozione di avere un nuovo arrivato in famiglia, si è anche offerto come babysitter: “Spero che mio fratello sappia che costo molto come babysitter”, ha detto il reale scherzando. Il primo incontro tra Harry e il neonato principe George si è tenuto mercoledì scorso a Kensington Palace e tra i due, ha raccontato, si è subito stabilito un certo ‘feeling’. Come ha sottolineato, con qualche ironia, più di un giornale britannico, la speranza è che Harry non porti sulla cattiva strada il nipotino visto che le sue bravate in passato hanno causato qualche grattacapo alla famiglia reale.

Il nuovo tifoso dell’Aston Villa è… il royal baby!

royalbaby-astonvilla-tuttacronacaTra le tante iniziative clamorose per i festeggiamenti in onore del royal baby, in campo sportivo sicuramente quella che più colpisce è l’idea dell’Aston Villa, il club di Birmingham che annovera tra i suoi tifosi anche il principe William. La società ha infatti regalato all’erede al trono una mini divisa ufficiale dei Villans con la scritta “HRH” (acronimo per “his royal highness”, “sua altezza reale”) e il numero uno, ma anche un ciuccio e anche delle ciabattine con il logo della squadra. E non poteva mancare un biglietto: “Congratulazioni al duca e alla duchessa di Cambridge. È venuto al mondo un nuovo tifoso dell’Aston Villa”.

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Il royal baby ha un nome: George Alexander Louis

royal-baby-nome-tuttacronacaE’ stato annunciato oggi il nome del piccolo principe di Cambridge, nato ieri a Londra: si chiama George Alexander Louis. Nel frattempo, in Inghilterra impazzano i gadget e ora arriveranno anche le porcellane reali che celebrano la nascita dell’erede al trono. La produzione dei pezzi commemorativi, infatti, era rimasta ferma in attesa di conoscere il nome del figlio di William e Kate. Verranno realizzati dalla Royal Collection Trust, fondazione a scopo benefico dei reali, nella stessa ditta inglese che ha prodotto i souvenir ufficiali del matrimonio di William e Kate nel 2011.

Kate e William raggianti con il loro primogenito!

royal_boy_kate_william-tuttacronacaHanno lasciato la Lindo Wing Kate e Willia,, reggendo in braccio il figlioletto mato ieri pomeriggio al St. Mary’s Hospital di Londra. All’uscita una folla di sudditi ha salutato il piccolo principe che al momento non ha ancora un nome. I genitori hanno mostrato il bambino alla folla per pochi minuti, poi il duca di Cambridge ha portato il figlio in auto per allontanarsi, non prima di aver dichiarato: “Per fortuna ha le labbra di Kate”. La neomamma, arrossendo, ha risposto: “No, no, no, non sono sicura che sia così”. Il bebè è stato salutato con un boato dai suoi sudditi, al quale è stato presentato per la prima volta.

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Il royal baby “è proprio bellissimo”… e le cascate del Niagara si tingono per lui

cascate_niagara_blu_tuttacronacaAnche dall’altra parte dell’Oceano si festeggia la nascita del royal baby. Anche le famose cascate del Niagara si sono unite alle celebrazioni e, grazie a un sistema d’illuminazione creato appositamente per l’occasione, si sono tinte d’azzurro. La prima volta che le loro acque furono illuminate risale al 1860, in concomitanda con la visita di Albert Edward, il principe di Wales che divenne Re Eduard VII.

A Londra, intanto, sia i genitori di Kate che il principe Carlo in compagnia della moglie Camilla, hanno fatto visita al nipote. Carole Middleton ha riferito che il bambino “è proprio bellissimo” e i genitori del bebè “stanno favolosamente”. Carlo ha invece dichiarato che il piccolo “È meraviglioso, lo vedrete tra poco”. Nel frattempo, all’esterno, la folla attende. Migliaia di persone che, incuranti dell’afa e del rischio acquazzone, aspettano davanti alla Lindo Wing di Londra che escano William e Kate per mostrare a tutti il royal baby. La presenza delle forze di polizia è aumentata rispetto a ieri, quando c’era stata la lunga attesa nelle ore del travaglio della duchessa. Non è chiaro quando usciranno i duchi di Cambridge ma la gente continua ad attendere con pazienza. Quasi tutta la via è stata transennata in attesa che altre persone arrivino per questo momento storico. Vengono distribuite bandierine britanniche a tutti e ci si prepara per una nuova festa anche se il rischio pioggia è molto forte.

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Il royal baby… si chiama Filippo Giorgio?

royal-baby-nome-tuttacronacaE’ toto-nome in Inghilterra, con i sudditi di Sua Maestà che scommettono su come si chiamerà l’erede al trono. Sembra però che in Italia sia già pronta l’indiscrezione: il figlio dei duchi di Cambridge, il Principe William e Kate Middleton, si chiamerà Filippo Giorgio (Philip George). La notizia in esclusiva la dà Social Channel riportando quanto riferito da fonti di Buckingham Palace. Intanto una nota del Buckingham Palace rivela ai cittadini inglesi che “il padre, la madre e il bambino stanno tutti bene”.

In onore del Royal Baby… il Sun si ri-battezza!

theson-royalbaby-tuttacronacaE’ terminata l’attesa che sembrava infinita, a causa anche dell’errore sulla data prevista per la nascita del royal baby, atteso dai medici per il 19 ma da media e popolazione fin dal 13 luglio. Ieri pomeriggio l’erede al trono è venuto al mondo e, in onore della sua nascita, il tabloid “The Sun” si è “ri-battezzato”: nella sua testata si legge infatti “The Son” (il figlio, ndr.), Nell’edizione odierna, il giornale è uscito con la prima pagina dedicata al lieto evento, con tanto di foto del certificato di nascita rilasciato dall’ospedale.

Royal Baby: IT’S A BOY!

royal-baby-boyE’ nato alle 16.24, le 17.24 ora italiana, il tanto atteso Royal Baby: è un maschietto! Il figlio di William e Kate pesa otto libbre e 6 once, poco meno di 4 kg. A renderlo noto Kensington Palace. Kate e il figlio, il cui nome verrà comunicato “a tempo debito”, “stanno bene” e resteranno in clinica almeno fino a domani, secondo quanto riferiscono fonti di palazzo. Ora a migliaia attendono che la notizia sia portata a palazzo ma appena la notizia è stata resa nota la folla riunita all’esterno della Lindo Wing di Londra ha iniziato a gridare “viva il royal baby”. Il piccolo è terzo in ordine di successione al trono, mentre lo zio Harry è passato alla quarta linea.

L’erede è il terzo pronipote della regina, il primo nipote di Carlo d’inghilterra, e un giorno sarà re del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord. Re di Antigua e Barbuda, Australia, Bahamas, Barbados, Belize, Canada, Grenada, Giamaica, Nuova Zelanda, Papua Nuova Guinea, Saint Kitts e Nevis, Saint Vincent e Grenadine, Isole Salomone, Santa Lucia e Tuvalu. Capo del Commonwealth e governatore supremo della Chiesa d’Inghilterra, comandante in capo delle forze armate e signore dell’Isola di Man.

Passeggino azzurro per Kate: riapre il toto-bebè

Kate-Middleton-passeggino

Il bebè reale nascerà a luglio e Kate Middleton, Duchessa di Cambridge, si prepara per l’evento come tutte le future mamme: facendo shopping! Nel caso specifico un passeggino… di colore azzurro! Sarà un maschietto allora? Dopo la rivelazione sfuggita a marzo, quando ricevendo in regalo un peluche ringraziò affermando che l’avrebbe tenuto per sua figlia, e con la nuova legge che permette alle donne di salire al trono? Quello che è certo è che c’è stato un boom di quotazioni del nome Alexandra nel quaderno dei bookmaker e in molti parlano di un possibile “depistaggio” nella scelta del passeggino. Quello che è certo è il marchio prescelto: Bugaboo, un vero must per le mamme vip, e non solo, che coniuga stile e praticità. Prodotto da un’azienda olandese, fin dalla sua prima apparizione, nel 1999, ha fatto parlare di sè per il design innovativo e rivoluzionario e in poco tempo è diventato un “IT” per le celebrità: semplicemente, da avere, come hanno dimostrato, tra gli altri, Rachel Zoe (nella versione griffata Missoni), Gwyneth Paltrow, Naomi Watts, Gwen Stefani, Matt Damon. Bimbo o bimba che sia, insomma, il royal baby viaggerà con stile.

Serena Dandini racconta i femminicidi!

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S’intitola “Ferite a morte” ed è la “voce” di chi non ce l’ha fatta. Così Serena Dandini prova a raccontare l’orrore che sta attraversando il mondo in ogni sua latitudine e che non risparmia neppure l’Italia. Femminicidio, ovvero quando a uccidere è chi ti “ama”! Morire per voglia di possesso, per frustrazione maschile, per incapacità di eleborare la fine di uan relazione. Da lavoro teatrale “Ferite a morte” diventa pagina, un libro per non dimenticare la violenza brutale!

 

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