Il giallo della lettera scomparsa: De Gregorio non ha prove contro Berlusconi?

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“L’originale della lettera consegnata dall’allora console italiano Alessandro De Pedys a Sergio De Gregorio non si trova”. Così la Guardia di Finanza spiega di non aver trovato negli archivi del Ministero degli Esteri la lettera che incastrerebbe Silvio Berlusconi secondo quanto affermato da Sergio De Gregorio. Nella lettera ci sarebbero dovute essere le presunte pressioni di Silvio Berlusconi per bloccare la rogatoria nell’ex colonia britannica ai tempi dell’inchiesta Mediaset.

Lo scorso lunedì 30 settembre la Guardia di Finanza su richiesta dei pm milanesi Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro, si è recata alla Farnesina per acquisire la documentazione sulla vicenda, e in particolare quella missiva non ancora trovata, di cui lo stesso De Gregorio aveva parlato lo scorso 10 settembre nel suo interrogatorio davanti ai due pm.

Durante le acquisizioni è però spuntata un’insolita e alquanto anomala lettera dei legali dei co-imputati cinesi di Berlusconi e Frank Agrama nell’inchiesta sui diritti tv, che venne inviata il 23 giugno 2008 all’allora ministro degli esteri Franco Frattini e che ora, assieme a tutte le carte raccolte la scorsa settimana, è depositata agli atti del processo Mediatrade a carico di Piersilvio Berlusconi, di Fedele Confalonieri, dello stesso Agrama e di altre persone. Il Cavaliere, invece, è uscito dal procedimento con un proscioglimento disposto al termine dell’udienza preliminare.

De Gregorio una ventina di giorni fa ha raccontato ai magistrati di Milano di “aver avuto” copia di quell’ “appunto” sulla richiesta di assistenza giudiziaria da De Pedys, durante la sua visita ufficiale a Hong Kong nel 2007. Appunto che ha consegnato agli inquirenti, i quali però una settimana fa sono andati a ‘caccia’ dell’originale.

Originale che non è stato trovato né, come si legge nel verbale della Guardia di Finanza, nella cassaforte della Direzione Generale del settore Italiani all’Estero e Politiche Migratorie della Farnesina, né nello speciale “armadio corazzato” in quanto, come ha spiegato un funzionario, non è da escludere che non fosse stato “protocollato ufficialmente” e quindi non “rinvenibile tramite i sistemi di protocollazione elettronica”.

Gli investigatori, però, durante la loro ‘visita’ negli uffici del ministero hanno acquisito altra documentazione inerente alla rogatoria a Hong Kong. E così, tra le carte, è spuntata l’insolita lettera dei legali dei coimputati cinesi di Berlusconi e Agrama nell’inchiesta sui diritti tv. Inchiesta per la quale l’ex premier è stato condannato definitivamente a 4 anni di carcere mentre per la rideterminazione al di sotto dei tre anni dell’interdizione dai pubblici uffici la Corte d’appello ha fissato l’udienza per il prossimo 19 ottobre.

Gli avvocati dei due cittadini di Hong Kong, nell’estate del 2008, scrissero all’allora ministro degli esteri Franco Frattini chiedendo di trasmettere, non appena l’avesse ricevuta, al collega della Giustizia Angelino Alfano una lettera del giugno del 2008 in cui si riferiva di una sorta di “controrogatoria”, con la quale la corte di Hong Kong voleva interrogare come testimoni i pm De Pasquale e Spadaro e i loro consulenti in merito a presunte irregolarità avvenute quando erano stati nell’ex colonia britannica per assistere alla rogatoria. La lettera è stata acquisita, mentre né Frattini né Alfano risultano coinvolti negli accertamenti della magistratura.

 

L’operazione libertà, c’è stata! così De Gregorio

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Sergio De Gregorio a Servizio pubblico conferma che l’operazione libertà c’è stata e consisteva nel boicottaggio sistematico di portare i senatori a vantaggio del Pdl: la parola d’ordine era “renditi indipendente”. Tanti deputati e tanti senatori hanno partecipato a questa operazione, De Gregorio non era l’unico. I parlamentari che aderivano, secondo De Gregorio,  venivano portati al cospetto di Berlusconi che li rassicurava e prometteva la rielezione.

Sempre De Gregorio afferma che quando provò a corrompere Caforio, il parlamentare dell’Idv lo registrò e portò il nastro a Di Pietro, il quale minacciò di denunciarlo… ma il nastro sparì.

“La politica sporca”, Sergio De Gregorio a Servizio Pubblico

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Torna Servizio Pubblico, il programma condotto da Michele Santoro, e questa sera va in scena “La politica sporca”. Al centro della puntata di questa sera c’è l’intervista di Sergio De Gregorio dal quale, proprio ieri sera, ha preso le distanze Silvio Berlusconi, condannato in via definitiva per frode fiscale. Santoro apre con il monologo di Dudù. S’inizia con il caffè al bar dove Santoro viene avvicinato da un sostenitore di Berlusconi che gli ricorda che il Cavaliere è una persona per bene  “Dudù, è un complotto dei giudici!” gli avrebbero detto, e a lui è venuto in mente un giudice inglese, che avrebbe detto che trasformare i reati comuni in reati politici è inaccettabile, così come lo è parlare di persecuzione politica per reati comuni. Ma perché non reagire a chi ci dice che Berlusconi è una brava persona? Perché in fondo siamo tutti un po’ Dudù!

Protagonista del primo reportage della stagione è Daniele Lorenzano. Chi è costui? L’uomo di Mediaset che trattava con l’aiuto delle major americane i servizi televisivi ed è stato condannato a 3 anni e 8 mesi per evasione fiscale. E dove si trova? A Marrakech! L’inviato Bertazzoni scopre che Lorenzano vive in una vera e propria  fortezza di lusso. QUi però l’inviato viene allontanato da una decina di poliziotti che dicono all’inviato che lì proprio non ci può stare.

E qui entra in gioco De Gregorio, durante la puntata di Servizio Pubblico, sostiene di non essersi candidato per non voler vedere la scena di sè stesso che esce dal parlamento in manette. “Quante persone conosce che non si sono ricandidate? Sarei stato sicuramente rieletto. Ci sono ancora degli impresentabili, ma come si può parlare di impresentabili se il primo impresentabile è il capo del partito?” conclude De Gregorio.

De Gregorio ribadisce che «Quando fai politica sai di doverti sporcare le mani. Non me le sporcherei più così, ma ormai quello che è fatto è fatto, non posso farci più niente»

Santoro chiede a De Gregorio quali rapporti intercorressero tra lui e Berlusconi. De Gregorio ha detto “nei suoi confronti non ho sentimenti di vendetta o acredine, fa lo stesso errore che hanno commesso i suoi nemici nei suoi confronti. Io per ripulire la mia coscenza ho deciso di dire la verità. La verità è che Berlusconi, per Craxi – che secondo De Gregorio era un grande statista-  era “il bugiardo”. Che mondo vuole imporre Berlusconi a questo paese?”

De Gregorio sostiene di aver ottenuto da Walter Lavitola 3 milioni: 1 milione dichiarati e 2 in nero per sabotare Prodi. «Berlusconi mi ha suggerito e mi ha spinto per quella strategia di sabotaggio, io non ho venduto la mia posizione, l’ho negoziata e per una senatore è una cosa grave, lo so». Belpietro sostien che Prodi non è caduto per un’opera di sabotaggio: «De Gregorio da solo non avrebbe potuto fare niente, aveva votato contro Prodi anche Turigliatto. Per quanto riguarda la compravendita c’è un’indagine in corso. In tasca a De Gregorio giravano molti soldi in tasca, è curioso che non siano stati messi nero su bianco».

Belpietro sostiene di ricordarsi di De Gregorio nel 1996 perchè era andato a Napoli per una nuova iniziativa editoriale. Oltre a De Gregorio c’era anche Lavitola. Belpietro sostiene che volevano fare una rivista da allegare un giornale, ma «c’era poca sostanza mi è stato detto che nel casertano avremmo dovuto pagare la camorra per distribuire il giornale. Sono tornato a Milano e non mi sono più occupato di quella faccenda tranne quando mi accorsi che era un allegato de Il Giornale, fino a quando non diventai direttore della testata e scaricai l’allegato».

Gli utenti poi criticano però la fiction ricreata in studio con attori che diventano alcuni protagonisti importanti nella vicenda Mediaset:

Dalle ricostruzioni presentate da Servizio Pubblico su Agrama di fatto “condannerebbero” Fininvest alle sue responsabilità circa la compravendita dei diritti. Belpietro difende Berlusconi negando che lui potesse essere il socio occulto.

 

Santoro sta con Renzi… drastico il giornalista Mieli!

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Michele Santoro, dal palco della festa del Fatto Quotidiano a Marina di Pietrasanta, in provincia di Lucca, incorona l’esponente del Pd al centro di continui attacchi sia del suo partito che di quello avversario. Un uomo che mette paura al Pdl e che spaventa il Pd, ma secondo il conduttore di Servizio Pubblico è davvero l’uomo che può cambiare l’Italia “Sono contento se vince Renzi, almeno si volta pagina”.  Più drastico Paolo Mieli, secondo cui il Cavaliere “è finito”. Entrambi concordi nel descrivere le conseguenze di vent’anni di berlusconismo, dove l’illusione del “tutti ricchi” ha tenuto insieme il Paese.

Santoro ha fatto riferimento anche al reportage di Presa Diretta realizzato da Riccardo Iacona che ha avuto il merito e il coraggio di ritornare alle periferie,  dove la sinistra non metteva più piede da tempo”.

Il conduttore ha poi aggiunto:

“Cosa abbiamo fatto per le ragazze del bunga bunga? Chi nasce povero deve avere la speranza di poter cambiare la propria condizione sociale. La tv generalista che modello ha proposto in alternativa al reality del porno?”.

Secondo Santoro “stiamo rischiando la terza Guerra mondiale”, quella con la “g” maiuscola a cui siamo abituati solo sui libri di scuola. “La disuguaglianza ha assunto forme mostruose con il precariato”, ma dopo il moto popolare (e quello virtuale in Rete) si apre il problema tutto italiano della paura davanti alla libertà: “Si cerca la nuova Italia, e poi si trova la più vecchia delle Italie”, rileva lo sguardo da storico di Mieli.

Travaglio su Berlusconi: “Domani è un altro porno”

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“Domani è un altro porno”, con questo titolo Marco Travaglio prova a raccontare gli esiti o meglio i non esiti della sentenza della Cassazione sul processo Mediaset.

“Orsù, signori del Pd, non vi agitate. Comunque vada a finire il processo Mediaset in Cassazione, cambia poco o nulla. Siamo in Italia, mica in un Paese serio. Altrimenti oggi si processerebbe un vecchio pensionato della politica, già da tempo allontanato dai suoi compari di partito per questioni di decenza e isolato dalle opposizioni (pare che nei Paesi seri esistano, e si oppongano pure) e dalle massime cariche dello Stato, che rifiuterebbero di stringergli la mano e farsi fotografare con lui per motivi igienici. Ma, appunto, siamo in Italia: dunque non c’è nulla che la Corte possa aggiungere sul conto del-l’illustre imputato che già non si sapesse prima. Nulla che possa precludergli ciò che una legge del ’57 e i principi di disciplina e onore fissati dalla Costituzione avrebbero dovuto da sempre impedirgli: fare politica. Se la Corte annulla la sua condanna con rinvio a un nuovo appello, il reato cade in prescrizione (e sarebbe la nona volta). Se la Corte annulla la condanna senza rinvio (pare che il giudice relatore sia un annullatore impenitente), B. è salvo per un altro paio d’anni, finché non arriva in Cassazione il processo Ruby. (…)

Lui dice che vuole andare in galera, tanto sa benissimo (la legge Cirielli l’ha fatta lui) che non ci andrà mai neppure se insiste. Ci sarebbe, è vero, l’interdizione per 5 anni dai pubblici uffici. Ma intanto deve passare dal voto della giunta e dell’aula del Senato, dove col voto segreto può succedere di tutto: anche che il partito unico Pdmenoellepiùelle trascini la cosa alle calende greche sino a fine legislatura (come a fine anni 90 con Dell’Utri) o addirittura respinga la sentenza definitiva innescando un conflitto di attribuzioni dinanzi alla Consulta dai tempi biblici. (…)

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E B., pur eletto, in Parlamento non mette mai piede (ha il record mondiale di assenteismo: 99,84%). In ogni caso, nessuno gli impedirebbe di presentare alle elezioni una lista Pdl o Forza Italia o Forza Gnocca o Forza Frode con su scritto “Berlusconi Presidente” e, in caso di vittoria, intestare il governo al solito prestanome (magari la figlia) in attesa che scada l’interdizione e qualche servo si dimetta per farlo eleggere al suo posto. Dunque, signori del fu Pd, cos’è tutta questa agitazione? Che sia un delinquente lo sappiamo tutti da anni, basta leggere una sola delle sue sentenze di prescrizione o di assoluzione perché si era depenalizzato il reato. L’unico pericolo per il governo sarebbe un vostro colpo di reni: un leader, ad averlo, che si alzasse in piedi e dicesse “con quel delinquente non possiamo restare alleati un minuto di più”. (…)

Ora è tardi. E B. il governo Letta non ve lo fa cadere manco se lo condannano, tanto comanda lui e la faccia la mettete voi. Il peggio che può capitarvi è sputtanarvi un altro po’ con i vostri elettori superstiti, ma anche qui il più è fatto. Dunque state sereni. Fate come lui che la sa lunga: se fa casino è solo per spaventare la Corte, caricandola di responsabilità che toccherebbero ad altri, e per ricattare il Pd e il Colle. Così domani incasserà l’ennesimo premio-fedeltà: tipo un’amnistia o una mezza grazia alla Sallusti che gli commuti la pena cancellando l’interdizione. Tranquilli, ragazzi. Domani, comunque vada in Cassazione, è un altro porno.”

Le immagini inedite di Provenzano a Servizio Pubblico

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Un vecchio che è solo l’ombra del sanguinario capo mafia che fu. Questa l’immagine di Provenzano che se ad alcuni ha fatto pena ad altri, con immagini ancora vivide negli occhi delle mattanze operate in tanti anni di dominio della cosca Provenzano, rabbia. Im realtà i filmati raccontano i colloquio che l’ex boss ha con i suoi familiari, uno a maggio e uno a dicembre dello scorso anno. Il primo è dopo un presunto tentato suicidio da parte di Provenzano… ipotesi che non convinse la Procura e fu archiviata come una “farsa”.

Il secondo video invece mostra un Provenzano più provato e in cattive condizioni di salute che accusa di essere stato picchiato dietro le reni e poi si corregge dicendo che è invece caduto dal letto.

Travaglio vs Santanchè: la Boccassini ha fatto da notaio!

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La Santanchè esordisce così: “Quella della Boccassini è pulizia etnica; ha dato della puttane a tutte le ragazze che entravano ad Arcore”. Sono le parole di Daniela Santanchè, che chiede a Travaglio: “La vittima dov’è? Berlusconi ha trattato con rispetto ogni donna”. E rinfaccia al giornalista di aver espresso solo “odio razziale”. La pasionaria del Pdl poi si rivolge al vicedirettore de “Il Fatto Quotidiano” e a Santoro, sfidandoli con una domanda: “Siete uomini ricchi e potenti anche voi. Potete escludere che non avete mai conosciuto una giovane donna che vi frequentava per avere dei vantaggi?”. E puntualizza: “In ogni armadio di uomo c’è uno scheletro. Lo dico da donna”

La risposta di Travaglio è “Tante persone finiscono in galera per aver fatto queste cose perché non sono Presidente del Consiglio”. E ribadisce: “I magistrati non potevano non indagare di fronte a quanto si sono ritrovati davanti”.

Ma quindi sarebbe bastato una poliziotta diversa quella notte per non affidare Ruby alla Minetti? Una poliziotta tipo… tipo… tipo…

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C’era una volta Enrico! Così apre Servizio Pubblico.

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C’era una volta Enrico, c’era una volta Berlino e i partiti non seppero cambiare in tempo. Santoro cerca di spiegare i fatti della settimana, dall’attacco di Grillo a Flores, a Berlusconi e il processo Mediaset, fruga nella memoria fino alla transazione che ci fu tra la Rai e Idro Montanelli. Quello che ne esce è un discorso sconclusionato a difesa dei giornalisti… di un Flores che non è proprio digeribile… di un Flores che da tempo non va oltre al suo programma fatto da bravo impiegato che ha perso lo smalto… forse non è solo colpa sua, ma certamente c’è stato un grande “insulto” all’intelligenza dei cittadini… che sono già orfani di  “Mamma, ho perso il partito”  che sarebbe invece dovuto essere l’elemento su cui puntare. L’elettorato di destra a dover ingoiare Letta come Premier e l’elettorato di sinistra costretto a vedere Letta “ricattato” dal Pdl. Ma soprattutto ad assistere a Formigoni e Miccichè eletti nelle commissioni.

Travaglio a Servizio Pubblico cita Corrado Guzzanti

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“Dicono che la guerra fra ds e sn è finita. Col governo Letta (Enrico, non Gianni) è arrivata la pace”

“Abbiamo anche la Costituente per riscrivere la Costituzione: si chiamerà Convenzione”

“Ammesso e non concesso che ci sia stata la guerra tra destra e sinistra non si sa bene chi ha vinto o ha perso”

“Questa guerra dei 20 anni tra Berlusconi e la sinistra non s’è proprio vista, né fredda né calda”

Berlusconi con la sn s’è sempre trovato benissimo, e lei con lui: se non c’era lui, chi li votava?”

Travaglio cita Corrado Guzzanti: “Padrone ingrato abbiamo portato acqua con le orecchie manda almeno il cestino a Natale”

 

Becchi a Servizio Pubblico: “ho scherzato sugli spari”

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Becchi ritratta la posizione di oggi in cui aveva dichiarato “Se qualcuno tra qualche mese prende i fucili non lamentiamoci, abbiamo messo un altro banchiere all’economia. La situazione se non migliora peggiora e non so quanto la gente possa resistere, non so quanto il Movimento possa frenare la violenza della gente, che e’ nella natura delle cose. Letta che va dalla Merkel e’ un segnale chiaro. Unica cosa fondamentale e’ l’Europa e la Bce. Siamo governati ancora dalla Merkel con le banche e i banchieri come l’attuale ministro dell’Economia. Se qualcuno tra qualche mese prende i fucili non lamentiamoci, abbiamo messo un altro banchiere all’economia”.

Questa sera sembra però che la versione sia diversa… era solo uno scherzo!

A questo punto non si capiesce de è più grave l’affermazione di oggi o quella appena fatta a Servizio Pubblico. Forse sulle dichiarazioni di Becchi è  pesata anche la “scomunica”  del M5S.

Il comunicato congiunto dei gruppi parlamentari M5S recitava questo: ‘In merito alle ‘uscite’ odierne del professor Paolo Becchi in diversi mezzi di comunicazione i gruppi parlamentari del MoVimento 5 Stelle di Camera e Senato prendono nettamente le distanze da tutto quanto proferito dal docente dell’ateneo genovese. Inoltre si ribadisce che il professor Becchi non e’ un ideologo del M5S, si tratta semmai di un’etichetta attaccata al personaggio sulle cui posizioni deputati e senatori non si riconoscono affatto’.

Poi il concetto è stato ribadito da Vito Crimi: “Apprendiamo dalle agenzie di alcune dichiarazioni del professor Paolo Becchi, filosofo del Diritto all’Università di Genova, aventi ad oggetto il doloroso attentato perpetrato ai danni delle forze dell’ordine davanti a Palazzo Chigi solo pochi giorni fa (per il quale il Movimento 5 Stelle ha già espresso la più ferma condanna e il suo sincero, unanime, cordoglio), nonché altresì suoi personali scenari futuri circa le sorti del Paese, comunicati durante la trasmissione radiofonica “La Zanzara”. Il Movimento 5 Stelle tiene a specificare che il professor Becchi, che spesso viene erroneamente definito “ideologo” del Movimento stesso, è in realtà un semplice simpatizzante che non è in relazione alcuna né con il Movimento né con chi ha gettato le basi per farlo nascere e crescere, né ha in alcun modo relazione alcuna, ufficiale o ufficiosa, con gli attivisti e tantomeno con gli eletti e i portavoce. Le sue idee sono pertanto espresse a titolo personale e non rappresentano il pensiero del Movimento 5 Stelle, che ogni giorno è impegnato con serietà e determinazione nelle istituzioni per conferire sostanza alle speranze di cambiamento che quasi nove milioni di italiani gli hanno consegnato. Nella fattispecie, con specifico riguardo alle dichiarazioni oggetto di questo comunicato stampa, il Movimento 5 Stelle prende le distanze e si dissocia con fermezza dalle interpretazioni del professor Becchi, che parla legittimamente ma rappresentando, come ogni cittadino, solo se stesso”.

Gli “Spari Sopra” di Michele Santoro a Servizio Pubblico

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Quando schifani ha aperto la sua mail ha trovato “gli spari sopra sono per voi!”

Celentano oggi ha osato dire che chi spara e chi si uccide non ha rispetto per la sua famiglia, è un esibizionista e un vigliacco. Come si può dare un giudizio morale alla disperazione?

Santoro: “lo stato è ipocrita ed è molto più vigliacco. Chi si rafforza le scorte, chi non vede l’elusione, l’evasione”.

Gli spari sopra sono per noi! Non ci sono innocenti?

A.CELENTANO

SOGNIAMO per disarticolare il potere criminale… ROBERTO SAVIANO!

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Saviano:  “Educare alla felicità è la più grande arma per disarticolare il potere criminale”.

L’allegria sta arrivando. Mutuando il film “No” di Pablo Larrain, Saviano parla dei nostri giorni facendo un parallelismo con il regime di Pinochet. Un grande dittatore a cui serve la legittimazione democratica ed è convinto di poterla avere ribattendo colpo su colpo i suoi avversari politici. Un regime che aveva fatto i crimini più nefasti e che godeva però di un consenso largo anche grazie a una popolazione che non poteva immaginare un mondo diverso da quello in cui stava vivendo, ma poi arrivò il cambiamento e passò attraverso la speranza e la voglia di un mondo migliore… Si prospettò davanti non una lotta, ma una vita diversa… Pinochet fu battuto da un’idea nuova di mondo, di vita, di progetto esistenziale che andava oltre al condannare gli atti criminali del dittatore e si poneva su un piano di prospettiva diversa… Si iniziò a far sognare il mondo!

Travaglio e le lodi ai nostri Premier

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“Ci risiamo. Sono 20 anni che passiamo da un salvatore della patria all’altro”, ma invece avere dei buoni politici?

“Prima tutti innamorati di Senatore Monti e Fornero. Ora non escono più di casa.” Ma come farà il cane di Monti se non lo fa uscire?

“Da noi è meglio della monarchia: il potere si trasmette per partenogenesi: da zio a nipote, come Paperopoli”, fra un po’ possiamo anche fare  le elezioni con le tessere di monopoly?

“Parlano di 3a Repubblica ma sono gli stessi della 1a e della 2a”, ma perché non abbiamo rieletto Andreotti?

“Lo chiamano governo temporaneo ma non provvisorio. Come dire nano ma non basso o pirla ma non fesso”

“Lo Zimbabwe temeva di restare l’unico paese con un Presidente di 88 anni, invece no: ci siamo a che noi”

“Tutti vogliono bandire la parola ‘piazza’: un postaccio antidemocratico, con buona pace degli ateniesi”, ma in fondo la Grecia non sta molto bene!

“Il PD non avrebbe mai candidato Rodotà: è di sinistra”

Napolitano 2 settimane fa: ‘Non mi convinceranno a restare, mia rielezione sarebbe ai limiti del ridicolo'”

Il problema è che dopo l’intervento di Travaglio c’è la risposta di Fassina… perchè politici che non sanno più neppure arrampicarsi sugli specchi? Rodotà, secondo Fassina, non aveva i numeri… ma invece Prodi e Marini sono andati alla grande? Uno in più o in meno?

Fassina si scontra con Travaglio: lei deve studiare la costituzione

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Fassina a Travaglio: lei deve studiare la costituzione e se poi dobbiamo accontentare la platea allora diciamolo.

Ma come si può parlare così da uomo di sinistra del Pd… Ma siamo sicuri che Fassina non sia del Pdl?

Ma Fassina ha sempre e comunque la sua aria di supponenza o qualche volta riesce anche a levarsi la maschera e diventare l’uomo fragile, una barca alla deriva senza più il suo timoniere?

E piovono gli insulti su Twitter:

“Ogni volta che parla Fassina una tessera del PD si incendia per autocombustione”.

“Fassina uno dei responsabili del tracollo Pd, dovrebbe prenderne atto, come altri. Politicamente impresentabile”.

 

Nessuno ci voleva credere ma ora c’è il video… La Russa scappa in ambulanza

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Nessuno ci credeva quando fu data la notizia che dopo l’elezione del Presidente della Repubblica, con il rinnovo dell’incarico a Giorgio Napolitano e durante le contestazioni di Piazza con gli italiani che si indignavano per la mancata elezione di Rodotà, La Russa fosse uscito dal Palazzo in ambulanza… Purtroppo è vero! Ecco il video.

Il 25 aprile a Servizio Pubblico

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Democrazia il governo di un popolo intero!

Dalle Vallette di Torino, dove ancora c’erano i partigiani con il sogno di una repubblica demcratica basata sul lavoro a una repubblica presidenziale? Cosa non è successo in Italia e cosa sta succedendo? Dalla piazza al re… ci si arriverà attraverso l’alleanza Pd e Pdl? Ha altre alternative Letta, dopo il disastro di Bersani?

Servizio Pubblico con Travaglio e Saviano festeggia il 25 aprile

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Il 25 aprile da Santoro sarà festeggiato con Roberto Saviano che interverrà a Servizio Pubblico nella puntata che avrà come titolo “O la piazza o il re”. Il titolo non lascia dubbi, la tensione che si è vissuta a Roma in occasione dell’elezione del Presidente della Repubblica è stato un chiaro segnale di insofferenza tragica di una popolazione sull’orlo del baratro. Ora Letta e l’impresa fantascientifica di formare il governo… tra un Pdl che chiede non solo la torta ma anche le candeline e un Pd che la torta la fa collassare ogni volta… intanto si cerca di annettere qualche ingrediente in più… e si spera che se non subito prima o poi qualche “stellina” cadrà…

 

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