Tra conferme e smentite la notizia continua a circolare sui social network e Libero riprendendo l’annuncio fatto in diretta su rai Uno all’Arena, trasmissione condotta da Massimo Giletti ripercorre i passi più salienti con cui tale voce ha iniziato a diffondersi. L’annuncio quindi viene da un programma Rai, con Giletti che afferma: “Al Festival di Sanremo 2014 Pif sarà sul palco con Fazio e Littizzetto tutte le sere”, poi aggiunge “Adesso Fabio Fazio si arrabbierà, domani c’è la conferenza stampa del Festival”. Quindi è stata un’anticipazione? E qui si genera il giallo. Su Twitter arriva una quasi smentita da parte del direttore di Rai1, Giancarlo Leone: “Giletti parla di Pif a Sanremo accanto ai conduttori. Sbaglia. Fazio e Littizzetto coppia unica. Se poi Pif ci sarà lo sapremo presto”. Smentita? Conferma? Se davvero Pif – all’anagrafe Pierfrancesco Diliberto, figlio del regista Massimo e discendente dello scultore danese Bertel Thorvaldsen, nonché vj per MTV e fresco del debutto alla regia La mafia uccide solo d’estate – dovesse essere sul palco con Fazio e la Littizzetto davvero si avrebbe uno degli amici più cari di Renzi a condurre Sanremo. Pif infatti, l 27 ottobre 2013 ha tenuto un discorso sul palco della Leopolda a Firenze, durante la manifestazione organizzata dal sindaco Matteo Renzi, attaccando Rosy Bindi, a proposito delle sue affermazioni sulla mafia, e Vladimiro Crisafulli. Un vero sostenitore, insomma, del sindaco di Firenze con il quale condivide politica e amicizia. Ci sarà la smentita? Arriverà la conferma? Coppia o tris sul palco della manifestazione canora più discussa d’Italia?
Si è conclusa ieri sera, con il film fuori concorso “Grand Piano” dello spagnolo Eugenio Mira, la 31ma edizione del Torino Film Festival, la prima diretta da Paolo Virzì, erede della gestione di Gianni Amelio e Nanni Moretti. A vincere il Concorso Internazionale Lungometraggi come miglior film è stato “Club Sándwich” di Fernando Eimbcke (Messico, 2013) premiato dalla giuria composta da Guillermo Arriaga, Stephen Amidon, Aida Begic, Francesca Marciano e Jorge Perugorría. Il verdetto conclusivo ha soddisfatto il neo direttore, entusiasta di questa esperienza, che si è goduto una selezione lontana dalle cupezze dei cinefili. Tanto che a vincere è stata proprio una commedia mentre il Gran Premio della Giuria se lo sono aggiudicate le disavventure sentimentali dei francesi di “2 automnes 3 hivers” e il premio del pubblico “La mafia uccide solo d’estate” di Pif.
Al Tff vince la commedia e “non per fare gli scemi”, spiega Virzì, né per reagire in modo facilone a un momento storico particolarmente buio: “A volte l’ironia è lo strumento più adeguato per leggere la realtà, anche quella drammatica”, perchè “È tipico dei subalterni, del proletariato, e di noi gente dello spettacolo, che poi siamo degli straccioni, reagire alla tragedia con una risata, col sarcasmo, magari con dei versi irriverenti”. Riguardo alla selezione, in una lunga intervista rilasciata a La Stampa, il regista spiega: “Non è stata una decisione programmatica, ma evidentemente ci guida un gusto, che non è solo mio. Quello di apprezzare chi, nell’arte del racconto, sa mettere l’elemento ironico e tenerlo insieme a quello drammatico”. Per quel che concerne invece la presentazione dei film, con il tappeto rosso sostituito dalla banda e dai protagonisti del mondo del circo, è stato a sua volta un voler riflettere questa volontà: “il clima festoso non vuole negare la drammaticità del momento, ma serve ad augurarsi la possibilità di una riscossa”. In questi giorni lei è stato bersaglio di fotografi, calamita di proteste, fulcro di polemiche, manco fosse un possibile alter ego del sindaco Fassino. Come è andata? “Dopo otto giorni di programmazione, abbiamo registrato un più 34% di incassi, pari a 254mila euro contro i 189mila della passata edizione che pure era in crescita. Sull’anno prossimo non c’è ancora certezza, ho bisogno della classica pausa di riflessione”. Oltre alle soddisfazioni, l’esperienza appena conclusa gli ha regalato molto altro: “Sicuramente la possibilità di mettere il naso in anteprima in tante opere che non avrei avuto modo di conoscere. Regista e direttore di festival sono due professioni diverse, in comune hanno il fatto che bisogna tenere insieme una squadra. Ho cercato di comportarmi come quando sono sul set, con tutti i collaboratori, ma anche con gli attori e i registi ospiti che ho trattato ogni volta come se fossero il cast di un mio film”. Il Tff offre una vetrina sul cinema di domani. Che cosa dobbiamo aspettarci dai nuovi autori? “Ho riscontrato diverse tendenze comuni. Si accentua per tutti quella di marcare l’identità delle narrazioni, come se il cinema contemporaneo avvertisse la necessità fisiologica di reagire alla globalizzazione in questo modo. Poi, sempre più spesso, nei cast si mescolano attori e non attori, come per accentuare la ricerca della verità. Crollano anche, sempre di più, i confini tra finzione e cinema del reale e sono superate le barriere tra i generi”. Comunque la vittoria di una commedia è un evento raro nelle rassegne cinematografiche. “È vero, nell’elenco dei premi di quest’anno, non c’è il ‘tipico film da festival’ che di solito guadagna il riconoscimento più importante. E comunque sì, non c’è dubbio sul fatto che le principali rassegne tendano a non selezionare commedie, forse anche perchè le strategie per lanciarle non puntano su questo tipo di appuntamenti”. Virzì, nell’occasione, ha parlato anche della funzione del Tff: “Tradizionalmente il Tff serviva a esplorare il futuro del cinema. Negli ultimi anni ha ampliato i suoi orizzonti, con una proposta a 360°, che dia modo al pubblico di avvicinarsi a un ventaglio di stili e di generi il più variegato possibile. Il Tff serve a mettere in moto, sia negli spettatori che negli autori in cartellone, idee, energie. È come una biblioteca che si arricchisce di volumi”. Una polemica che ancora non si è spenta, tuttavia, è quella della guerra delle date: già l’anno scorso Muller, nuovo direttore del Festival Internazionale del Film di Roma aveva posticipato la rassegna Capitolina e ora Roma minaccia lo spostamento in avanti a tutto danno del Tff. Lei che ne pensa? “Ci sono riflessioni e anche idee, ma da adesso ho in programma qualche giornata di stacco, e sarebbe improprio parlare della prossima edizione. Per me questo è un anno straordinario, c’è stata la mia terza paternità, c’è stato un film complesso come Il capitale umano, che uscirà il 9 gennaio… ora prenderei un po’ di pausa”.
Domani su La7 lo scontro sarà epico? I presupposti ci sono tutti visto che Michele Santoro per la sesta puntata di Sevizio Pubblico in onda domani, 31 ottobre 2013, ha invitato in studio il ministro della Difesa Mario Mauro, il senatore del Pdl Nitto Palma, Maurizio Belpietro, direttore di Libero, Enrico Mentana, direttore del TgLa7 e in collegamento da New York, Federico Rampini di Repubblica. Ma la vera sorpresa sarà Pif. Tante novità e nuovi scontri andranno in onda domani nella puntata dal titolo Votare Oh Oh! In studio naturalmente anche Marco Travaglio con il suo monologo e Vauro con le sue vignette a conclusione della serata.
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